Ad Aosta in mostra l'Arte dei videogiochi

Jed

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Staff Forum
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Corriere.it ha detto:
«The Art of Games. Nuove frontiere fra gioco e bellezza» dal 22 maggio all'8 novembre al Centro Saint-Bénin

The Art of Games. Nuove frontiere fra gioco e bellezza, prima mostra internazionale della game art, l'arte dei videogiochi, debutta al Centro Saint-Bénin, ad Aosta: 13 artisti, oltre 100 opere d’arte tra quadri, schizzi, postazioni interattive, video, console, musica e proiezioni. L'esposizione, prodotta dall'Assessorato Istruzione e Cultura della Valle d'Aosta, viene inaugurata il 22 maggio alle 18, e resta aperta fino all’8 novembre 2009.

TAVOLETTA DIGITALE AL POSTO DELLA TAVOLOZZA - Videografica e fotoritocco, la tavoletta digitale al posto della tavolozza: l'artista multimediale media le esigenze delle case di produzione dei videogiochi con il proprio immaginario personale, per creare un'arte che sia «manovrabile», a portata di joystick. Nel percorso aostano sfilano incas, elefanti, samurai. E treni a vapore, donne-elfo e donne-angelo, comunque splendide, misteriose. Lo svedese John Wallin Liberto dipinge i paesaggi del pianeta Sera, per Gears of War: edifici ferrosi e tramonti impressionisti per lo sparatutto Microsoft dove il giocatore è un ex detenuto impegnato a salvare gli umani dall'Orda di locuste. Invece Paul Sullivan, dal Colorado, stupisce con tigri e pantere, per Tomb Rider Underworld. E poi Jim Murray da World Of Warcraft, giocabile soltanto online: un mondo che a visitarlo tutto occorrerebbero giorni.

OPERE ITALIANE - C'è anche un italiano, Alessandro Taini (Talexi), che ha contribuito a Heavenly Sword per Playstation 3. E poi Stephan Martiniere, Kekai Kotaki, Nicolas Oroc, Thierry Doizon (Barontieri), Jason Felix, Craig Mullins, Daniel Dociu, Jason Chan, Andrzej Tutaj. In mostra anche la sezione «Ispirazioni incrociate», un abbinamento tra le fotografie di alcuni beni culturali valdostani -realizzate da Stefano Venturini- e le opere, ad essi ispirate, degli artisti di game art.

Alessandro Trevisani
 

Bahamut Zero

Dreamcaster
carina come cosa, ma non aiuta a far passare il concetto di arte videoludica multimediale se ci si fossilizza su produzioni pittoriche non più belle di tanti artdesign del mondo del fumetto ad esempio. la vedo come una cosa piuttosto settoriale e limitativa, quantunque di certo apprezzabile
 

Jed

k-d-f-werewolf
Staff Forum
Kekai Kotaki è l'artista che ha creato gli artworks della serie guild wars, e sono meravigliosi
 
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