Intervista a Naoki Urasawa, il mangaka rockstar

Jeegsephirot

Metal Jeeg Solid
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4 Luglio 2008
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Naoki Urasawa è un autore che non ha bisogno di presentazioni, viene osannato in ogni dove, non solo da chi mastica la materia otaku. Quest'anno il mangaka è stato invitato come ospite speciale del Japan Expo parigino, dove gli è stato conferito un riconoscimento speciale per la sua carriera. L'artista si è anche concesso alla stampa, in particolare ai microfoni di Japanator, grazie al quale possiamo offrirvi un'intervista, che abbiamo voluto corredare con delle riprese effettuate durante la convention.

Il maestro poi ha preso parte attiva agli eventi, non si è limitato a mostrare la sua bravura disegnando in pubblico i suoi personaggi su una maxi superficie, ha anche dato prova di essere ancora una giovane rockstar, dall'alto dei suoi cinquantadue anni.

Infatti, non molti sapranno che il disegnatore laureato in economia, creatore di Monster e 20th Century Boys, ha un'altra grande passione oltre ai manga ed Astro Boy di Osamu Tezuka: la musica. Con il suo gruppo, dove suona la chitarra e fa da vocalist, ha già pubblicato un album nel 2008, dal titolo “Half Century Man”.

Al Japan Expo di quest'anno, invece, ha suonato al fianco degli Hemenway e ha potuto interpretare una “North Country Girl” di Bob Dylan in giapponese. Non è mancato neanche il suo famoso pezzo intitolato Bob Lennon ("Guta lala Suda lala"), la canzone che aveva dedicato a 20th Century Boys.

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Urasawa-san, hai scritto molto sull'omicidio, il destino ed altri argomenti tenebrosi.
Quando eri più giovane, è successo qualcosa che ti ha spinto verso questa direzione?
Urasawa: [ride] Non ero un ragazzino molto allegro, ma non mi è mai accaduto niente di male. La mia è stata un'infanzia come tante altre, però sì, c'è stato qualcosa. Alle elementari un insegnante voleva che noi studenti scrivessimo un tema sulla nostra famiglia. Un compagno di classe aveva consegnato una storia melensa sulla sua famiglia fin troppo felice, ed il maestro lo aveva lodato molto per questo! Allora pensai che il mio compagno avesse mentito, così scrissi quella che ritenevo essere una versione “più realistica” della realtà – anche se ci inserii dello humour – e l'insegnante si arrabbiò molto.

Come riesci a passare da questa versione “più realistica” della realtà a creare personaggi così incredibilmente oscuri che non provano alcuna pietà o rimorso, come in Monster?
Potrebbe sembrare difficile da credere, ma la gente mi parla di Monster come una serie tenebrosa. In verità, io vedo la storia di Monster molto vicina ad una commedia. Sicuramente è un'opera dalle tinte dark, ma quando avevo iniziato a scriverla avevo in mente qualcosa con cui poter ridere.

A tal proposito, concepirai mai una vera commedia?
Quello che più mi piace scrivere sono queste scene dove, nel bel mezzo di una situazione seria e magari oscura, fuoriesce anche solo una punta di umorismo. Questo è il massimo che posso dare con la componente comica.

Nel corso della tua carriera ti sei aggiudicato un sacco di premi.
Ormai ti annoia riceverli, o ci hai fatto solo l'abitudine?
No, no, no! Dal più profondo del mio cuore, sono davvero contento ogniqualvolta ne ricevo uno.

Allora, qual'è quello a cui tieni maggiormente?
Ce ne sono due in particolare che davvero risaltano: il premio Eisner ed il premio Angoulême. Mi emoziona tantissimo quando vengo omaggiato da persone che parlano una lingua diversa dalla mia. Certamente sono felice anche nel ricevere riconoscimenti giapponesi, ma quando scopro che quanto ho creato può trascendere i confini ed essere amato dal pubblico oltreoceano, mi emoziono davvero.

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Esiste un qualcosa che hai sempre voluto fare, ma che non hai ancora messo in pratica?
Nel 2008 avevo fatto uscire un CD musicale, ora mi piacerebbe poter realizzare un secondo album.

Pensi che potrebbe sfondare nella classifica Oricon dei migliori 100?
Ottenere una buona posizione è tutto un altro aspetto – non mi interessa più di tanto. Bob Dylan quando esce con un nuovo CD raggiunge sempre la sommità delle classifiche, perciò anch'io posso farlo!

Hai mai riflettuto sull'idea di passare ad un altro medium per esprimerti, con i film o la TV per esempio?
Riesco a dare il meglio facendo il mangaka. Trovo giusto che le mie opere siano adattate con film o prodotti per la TV, ma il manga è il basamento da cui sono partito – non sono interessato in alcun modo a lavorare con questi media.

Con Pluto è stata una “collaborazione”, nel senso che ti sei cimentato in un progetto di Tezuka per narrare nuovamente la storia di Astro Boy. Ci sono altre “collaborazioni” che vorresti affrontare al di fuori del Giappone?
Pluto è stato un qualcosa di unico nel suo genere. Ero io che raccontavo di nuovo la mia prima storia in assoluto, che avevo conosciuto quando avevo solo 4 anni. Questa serie è stata la mia occasione per rendere un tributo a Tezuka. Non c'è motivo per cui dovrei fare lo stesso con altre opere, non ho intenzione di avviare altre collaborazioni.

fonte: jigoku
 

Jed

k-d-f-werewolf
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Stonato come una campana xD
ma sentirlo suonare gutalala sudalala mi ha fatto sinceramente emozionare.
Splendidi ricordi ^ ^

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