visto che c'è un collegamento tra i due 3d, ecco l'ambientazione del mio angelo:
vaga, vaga solitario, sotto un cielo grigio, pieno di nuvole, senza un raggio di sole che porti la pace in quel luogo desolato. vaga, vaga sopra una terra bruciata dagli uomini stessi, più nera della pece, solo qualche arbusto rinsecchito ogni tanto, niente di più, niente che si possa chiamare vita. un vento impetuoso porta sul viso quella polvere velenosa, ma nonostante tutto vede in lontananza una città, qualcosa dentro di lui cresce, guarda il braccio destro, la cicatrice dopo tutti questi anni è ancora visibile, ma non fa più male, ciò che fanno più male ora sono i ricordi. oltrepassa quello che un tempo si poteva definire un cancello, osserva tutt'intorno, nient'altro che case diroccate, colonne ridotte in mille pezzi, sangue per la strada e sui muri, dopo la guerra solo gli abitanti erano cambiati. ad un angolo, donne che ormai hanno perso la giovinezza, in attesa di un viandante da depredare, lo notano, occhi torvi, non osano avvicinarsi, sanno che sarebbero i loro ultimi passi. su di un muro scorge un impronta, si direbbe un pugno, riconosce la sua mano demoniaca, la tocca, i ricordi lo assalgono di nuovo, chiude gl'occhi. non è più lo stesso anzi è tornato come prima, la città è tornata come prima, le case che costeggiano la via principale sono ancora integre, le mura resistenti, anche i cittadini sono cambiati, con lancie ed armature, pronti a difendere il loro padrone a costo della stessa vita. compie gli stessi passi, gli stessi movimenti, vede dalla grnde torre gli arceri con i dardi infuocati tendere gl'archi, ma non fanno in tempo, un fulmine dalla sua zampa distrugge le fondamenta, la torre non è che un cumulo di macerie e cadaveri. lui avanza, le lancie non lo infilzano, le spade non lo tagliano, allarga un braccio è allontana qualche decina di guerrieri, distrugge, uccide, ma tanto non è quello l'obbiettvo. avanza, si dirige al castello, altre mura, altri guerrieri, altri maghi, nessun problema, si ranicchia, un alone lo avvolge, i nemici capiscono e scappano, ma la furia di quella magia non gli da scampo, la città è rasa al suolo, un gran polverone si alza e ofusca il sole per sempre. solo il castello rimane in piedi, un altro colpo ben assestato e sarà fatta, ma una figuri leggiadra si innalza, con velocità lo raggiunge, una lama gli incide il braccio.
lo so, ho messo molti elementi, che magari non centrano con la descrizione della città, però non sapevo bene come collegare il prima e il dopo senza. se volete posso mettere uno schizzo della città prima e dopo la guerra