Akira Yamaoka:
Akira Yamaoka, produttore e compositore di Silent Hill 5 ha rivelato di credere che il futuro dello sviluppo videoludico nipponico sia "nei guai", in seguito alla propria esperienza lavorativa con lo studio americano The Collective.
Secondo Yamaoka, l'occidente è attualmente più avanzato per quanto riguarda la realizzazione dei titoli. "Ci sono ovviamente vantaggi e svantaggi, ma complessivamente sono davvero impressionato dello staff americano e la loro tecnologia," ha affermato. "La loro abilità grafica e tecnica è stupefacente. C'è un grande divario, attualmente."
"Guardo a quello che stanno facendo gli sviluppatori americani e penso 'wow...il Giappone è nei guai'," ha concluso.
Yoshiki Okamoto:
Il capo del team di sviluppo Game Republic, ex-membro di Capcom, è convinto che il fronte orientale degli sviluppatori videoludici si trovi al momento molto indietro rispetto ai concorrenti occidentali.
Yoshiki Okamoto è convinto che sia "troppo tardi" per cercare di risollevare il livello della produzione nipponica ai livelli degli anni passati: "durante l'epoca del Famicom (il NES), i videogiochi giapponesi costituivano il 70% dell'intero mercato". Ora la cosa è ben diversa, invece. Okamoto afferma che "attualmente, ci troviamo al 15 o 20% no? Al momento, i giochi occidentali sono più avanzati. Per titoli come GTA IV, quei ragazzi spendono 5 o 10 anni allo sviluppo. Anche se ci mettessimo ora d'impegno per recuperare, loro starebbero facendo ulteriori progressi".
"Non che si si debba necessariamente arrendere", specifica il capo di Game Republic, "è solo che è impossibile riuscire per noi riuscire a raggiungerli in un'unica vita". Non che suoni meno pessimistico, con quest'ultima precisazione.
Shuehi Yoshida:
Seguendo a grandi linee quanto affermato in precedenza da Okamoto di Game Republic (ex-Capcom), il capo di Sony Worldwide Studios Shuhei Yoshida ha rivelato i suoi pensieri sulla leadership tecnica in termini di sviluppo videoludico, su scala globale.
Secondo Yoshida gli sviluppatori nipponici stanno facendo "progressi lenti" se paragonati ai risultati ottenuti dai team occidentali, a causa di un cambio generazionale nella potenza tecnologica passata dal Giappone agli Stati Uniti ed Europa. Dai tempi di PlayStation 2 infatti "la tecnologia è diventata più sofisticata, e si è evoluta sempre più la tecnologia grafica" in particolare. "La base tecnologica è passata dal Giappone agli Stati Uniti ed Europa", ha affermato l'executive Sony, aggiungendo anche che "ci sono persone talentuose" in Europa e Stati Uniti, "ed è relativamente facile formare un grosso team, delle dimensioni richieste per creare giochi in questa generazione".
Tuttavia, "non è questo il caso del Giappone. Perché i team di sviluppo non hanno una base vasta, come quella riscontrabile nell'industria cinematografica; non ci sono molte persone specializzate nel livello high end della computer grafica. Ecco cosa rende lenti i progressi dei grandi sviluppatori nipponici".
Ci sono comunque dei casi che vanno contro a questa tendenza, ma sono sporadici: "E' straordinario che alcuni team come quello di Kojima-san e i Poliphony Digital stiano ancora creando giochi immensi", dice Yoshida, riferendosi ovviamente a Metal Gear Solid 4 e Gran Turismo 5, "ma non sono indicativi dell'anima dell'industria videoludica giapponese, sfortunatamente".
Hideo Kojima:
Sul palcoscenico dell'ormai terminato Tokyo Game Show 2008, Hideo Kojima, padre celebre della serie (altrettanto celebre) di Metal Gear, ha tenuto un'incontro sul tema "PlayStation 3 x Konami Metal Gear Solid 4-The Global Challenge". Nel corso di questa Kojima ha espresso la sua opinione secondo la quale l'industria dei videogiochi giapponese sia stata ormai messa in crisi dallo sviluppo occidentale del settore. "Io dico già da cinque anni che la situazione in Giappone sia pericolosa. Quando vedo un gioco straniero sono sempre prostrato: tecnicamente abbiamo perso." Si tratta, naturalmente, dell'opinione personale di Kojima che però potrebbe essere specchio di una realtà che probabilmente si trova in un periodo di reale crisi.
Non sono personalità di poco conto, ma persone che nell attuale mercato videoludico contano e anche tanto.
Sono gli stessi giapponesi a dirlo: la crisi esiste, ce chi la vuole vedere e chi invece, vuoi per il troppo fanboysmo o perchè si è troppo affezionavi al mercato nipponico, non la vuole vedere.
Il giappone è tecnicamente indietro, troppo indietro: tempi di sviluppo quasi doppi rispendo all occidente, scarsa considerazione verso i mercati esteri, comparti tecnici nella media se non sotto... è ovvio che la situazione non puo andare avanti ancora per molto.
Ci vuole un cambio di mentalità rapido se si vuole sanare questa situazione, cosa difficile per il popolo giapponese, e lo dico soprattutto nel mio interesse
Akira Yamaoka, produttore e compositore di Silent Hill 5 ha rivelato di credere che il futuro dello sviluppo videoludico nipponico sia "nei guai", in seguito alla propria esperienza lavorativa con lo studio americano The Collective.
Secondo Yamaoka, l'occidente è attualmente più avanzato per quanto riguarda la realizzazione dei titoli. "Ci sono ovviamente vantaggi e svantaggi, ma complessivamente sono davvero impressionato dello staff americano e la loro tecnologia," ha affermato. "La loro abilità grafica e tecnica è stupefacente. C'è un grande divario, attualmente."
"Guardo a quello che stanno facendo gli sviluppatori americani e penso 'wow...il Giappone è nei guai'," ha concluso.
Yoshiki Okamoto:
Il capo del team di sviluppo Game Republic, ex-membro di Capcom, è convinto che il fronte orientale degli sviluppatori videoludici si trovi al momento molto indietro rispetto ai concorrenti occidentali.
Yoshiki Okamoto è convinto che sia "troppo tardi" per cercare di risollevare il livello della produzione nipponica ai livelli degli anni passati: "durante l'epoca del Famicom (il NES), i videogiochi giapponesi costituivano il 70% dell'intero mercato". Ora la cosa è ben diversa, invece. Okamoto afferma che "attualmente, ci troviamo al 15 o 20% no? Al momento, i giochi occidentali sono più avanzati. Per titoli come GTA IV, quei ragazzi spendono 5 o 10 anni allo sviluppo. Anche se ci mettessimo ora d'impegno per recuperare, loro starebbero facendo ulteriori progressi".
"Non che si si debba necessariamente arrendere", specifica il capo di Game Republic, "è solo che è impossibile riuscire per noi riuscire a raggiungerli in un'unica vita". Non che suoni meno pessimistico, con quest'ultima precisazione.
Shuehi Yoshida:
Seguendo a grandi linee quanto affermato in precedenza da Okamoto di Game Republic (ex-Capcom), il capo di Sony Worldwide Studios Shuhei Yoshida ha rivelato i suoi pensieri sulla leadership tecnica in termini di sviluppo videoludico, su scala globale.
Secondo Yoshida gli sviluppatori nipponici stanno facendo "progressi lenti" se paragonati ai risultati ottenuti dai team occidentali, a causa di un cambio generazionale nella potenza tecnologica passata dal Giappone agli Stati Uniti ed Europa. Dai tempi di PlayStation 2 infatti "la tecnologia è diventata più sofisticata, e si è evoluta sempre più la tecnologia grafica" in particolare. "La base tecnologica è passata dal Giappone agli Stati Uniti ed Europa", ha affermato l'executive Sony, aggiungendo anche che "ci sono persone talentuose" in Europa e Stati Uniti, "ed è relativamente facile formare un grosso team, delle dimensioni richieste per creare giochi in questa generazione".
Tuttavia, "non è questo il caso del Giappone. Perché i team di sviluppo non hanno una base vasta, come quella riscontrabile nell'industria cinematografica; non ci sono molte persone specializzate nel livello high end della computer grafica. Ecco cosa rende lenti i progressi dei grandi sviluppatori nipponici".
Ci sono comunque dei casi che vanno contro a questa tendenza, ma sono sporadici: "E' straordinario che alcuni team come quello di Kojima-san e i Poliphony Digital stiano ancora creando giochi immensi", dice Yoshida, riferendosi ovviamente a Metal Gear Solid 4 e Gran Turismo 5, "ma non sono indicativi dell'anima dell'industria videoludica giapponese, sfortunatamente".
Hideo Kojima:
Sul palcoscenico dell'ormai terminato Tokyo Game Show 2008, Hideo Kojima, padre celebre della serie (altrettanto celebre) di Metal Gear, ha tenuto un'incontro sul tema "PlayStation 3 x Konami Metal Gear Solid 4-The Global Challenge". Nel corso di questa Kojima ha espresso la sua opinione secondo la quale l'industria dei videogiochi giapponese sia stata ormai messa in crisi dallo sviluppo occidentale del settore. "Io dico già da cinque anni che la situazione in Giappone sia pericolosa. Quando vedo un gioco straniero sono sempre prostrato: tecnicamente abbiamo perso." Si tratta, naturalmente, dell'opinione personale di Kojima che però potrebbe essere specchio di una realtà che probabilmente si trova in un periodo di reale crisi.
Non sono personalità di poco conto, ma persone che nell attuale mercato videoludico contano e anche tanto.
Sono gli stessi giapponesi a dirlo: la crisi esiste, ce chi la vuole vedere e chi invece, vuoi per il troppo fanboysmo o perchè si è troppo affezionavi al mercato nipponico, non la vuole vedere.
Il giappone è tecnicamente indietro, troppo indietro: tempi di sviluppo quasi doppi rispendo all occidente, scarsa considerazione verso i mercati esteri, comparti tecnici nella media se non sotto... è ovvio che la situazione non puo andare avanti ancora per molto.
Ci vuole un cambio di mentalità rapido se si vuole sanare questa situazione, cosa difficile per il popolo giapponese, e lo dico soprattutto nel mio interesse