E' argomento di discussione ormai isu molti forum dedicati al mondo nipponico dell'intrattenimento cartaceo (uao ma che frasona), mi piacerebbe discuterne anche qui.
La ubcfumetti (ubcfumetti.com) ha pubblicato alcune dichiarazioni di Shima Kadokura.
Qui è possibile leggere l'articolo
per intero, ma quello che vorrei analizzare io riguarda questo passaggio:
Conclude questo numero un articolo piuttosto sorprendente di Shima Kadokura, che analizza il "boom del manga"… in Giappone! Pare infatti che, proprio in seguito all'esplosione dell'interesse sviluppatasi negli ultimi anni in Europa, il governo giapponese abbia riconosciuto al fumetto e ai cartoni animati uno statuto culturale (oltre che un'industria d'esportazione ovviamente…).
Alcune università, come quelle di Kyoto e Osaka, hanno creato dei dipartimenti specifici, con professori come Go Nagai o Ryoichi Ikegami; a Tokyo é stata creata una sessione di formazione per diventare produttore sul mercato internazionale, gestita dai protagonisti di successi come Ghost in the Shell, Akira e Slam Dunk.
Kadokura conclude con un bilancio, rivelando nientemeno che una crisi dell'ambiente professionale del manga interna all'arcipelago, augurandosi che questo interesse culturale giapponese e economico europeo permetta al sistema fumettistico di risollevarsi e far emergere di nuovo un manga di qualità.
uBC l'ha contattata in Giappone, per farsi dare il polso della situazione. L'elemento più preoccupante sembra risultare l'incapacità di conquistare nuove fette di mercato. I più giovani non leggono manga, e se lo fanno al massimo é attraverso il telefono cellulare o il computer. Basta gettare un occhio ai propri vicini di treno a Tokyo e dintorni per rendersene conto. La generazione manga é cresciuta, oggi ha 30 anni; i lettori giovani o giovanissimi, a parte titoli come Naruto o One Piece, non approdano al fumetto cartaceo, e preferiscono la tecnologia e i giochi ad esso collegata.
L'editoria fumettistica giapponese si trova così nel paradosso di registrare le cifre più elevate al mondo, ma di avere già in sé i germi di un arresto, non riuscendo più a conquistare all'interno del proprio Paese dei nuovi lettori.
Potrebbe non essere preoccupante se ci fermiamo ai soli dati di vendita, ma fa comunque pensare. Ormai fumetti di Grande Qualità sono rari come una pepita nel cesso di casa mia,
il che è non poco preoccupante se dal Giappone scopriamo che si prospettano anni di magra, dovuti allo scarso interesse dei giovani nipponici verso una parte fondamentale della loro cultura. Incentivare tramite corsi universitari mi sembra tanto un "arrampichiamoci sugli specchi e speriamo in un altro boom, altrimenti una grossa fetta della nostra economia va a farsi fottere", il che è triste. I giapponesi hanno la grande fortuna di poter gustarsi manga appena sfornati e non capiscono quanto in altri paesi la fame di fumetto sia al suo apice.
Non vogliamo più vedere robaccia derivata e reciclata da manovre atte solo al riempimento di tasche altrui, storie vuote, senza un briciolo di originalità, il cui scopo ultimo è quello di una produzione in serie di zainetti raffiguranti il protagonista di turno.
Ridateci le emozioni di 2001 nights, akira, devilman, nausicaa, harlock, senza dover subire ristampe su ristampe pur di pubblicare qualcosa di decente...capiamo e fomentiamo la qualità, spesso messa in secondo piano, di 20th century boys, eden, lone wolf & cub, planetes, monster...ripubblicateci get backers, il violinista di hamelin, guruguru, noritaka...
Abbiamo anche noi una grande fortuna che non possiamo buttare via come forse stanno facendo i giovani giapponesi. Non ci resta che incorciare le dita e attendere speranzosi che un nuovo mangaka tiri fuori dal cilindro qualcosa di veramente indimenticabile.
La ubcfumetti (ubcfumetti.com) ha pubblicato alcune dichiarazioni di Shima Kadokura.
Qui è possibile leggere l'articolo
per intero, ma quello che vorrei analizzare io riguarda questo passaggio:
Conclude questo numero un articolo piuttosto sorprendente di Shima Kadokura, che analizza il "boom del manga"… in Giappone! Pare infatti che, proprio in seguito all'esplosione dell'interesse sviluppatasi negli ultimi anni in Europa, il governo giapponese abbia riconosciuto al fumetto e ai cartoni animati uno statuto culturale (oltre che un'industria d'esportazione ovviamente…).
Alcune università, come quelle di Kyoto e Osaka, hanno creato dei dipartimenti specifici, con professori come Go Nagai o Ryoichi Ikegami; a Tokyo é stata creata una sessione di formazione per diventare produttore sul mercato internazionale, gestita dai protagonisti di successi come Ghost in the Shell, Akira e Slam Dunk.
Kadokura conclude con un bilancio, rivelando nientemeno che una crisi dell'ambiente professionale del manga interna all'arcipelago, augurandosi che questo interesse culturale giapponese e economico europeo permetta al sistema fumettistico di risollevarsi e far emergere di nuovo un manga di qualità.
uBC l'ha contattata in Giappone, per farsi dare il polso della situazione. L'elemento più preoccupante sembra risultare l'incapacità di conquistare nuove fette di mercato. I più giovani non leggono manga, e se lo fanno al massimo é attraverso il telefono cellulare o il computer. Basta gettare un occhio ai propri vicini di treno a Tokyo e dintorni per rendersene conto. La generazione manga é cresciuta, oggi ha 30 anni; i lettori giovani o giovanissimi, a parte titoli come Naruto o One Piece, non approdano al fumetto cartaceo, e preferiscono la tecnologia e i giochi ad esso collegata.
L'editoria fumettistica giapponese si trova così nel paradosso di registrare le cifre più elevate al mondo, ma di avere già in sé i germi di un arresto, non riuscendo più a conquistare all'interno del proprio Paese dei nuovi lettori.
Potrebbe non essere preoccupante se ci fermiamo ai soli dati di vendita, ma fa comunque pensare. Ormai fumetti di Grande Qualità sono rari come una pepita nel cesso di casa mia,
il che è non poco preoccupante se dal Giappone scopriamo che si prospettano anni di magra, dovuti allo scarso interesse dei giovani nipponici verso una parte fondamentale della loro cultura. Incentivare tramite corsi universitari mi sembra tanto un "arrampichiamoci sugli specchi e speriamo in un altro boom, altrimenti una grossa fetta della nostra economia va a farsi fottere", il che è triste. I giapponesi hanno la grande fortuna di poter gustarsi manga appena sfornati e non capiscono quanto in altri paesi la fame di fumetto sia al suo apice.
Non vogliamo più vedere robaccia derivata e reciclata da manovre atte solo al riempimento di tasche altrui, storie vuote, senza un briciolo di originalità, il cui scopo ultimo è quello di una produzione in serie di zainetti raffiguranti il protagonista di turno.
Ridateci le emozioni di 2001 nights, akira, devilman, nausicaa, harlock, senza dover subire ristampe su ristampe pur di pubblicare qualcosa di decente...capiamo e fomentiamo la qualità, spesso messa in secondo piano, di 20th century boys, eden, lone wolf & cub, planetes, monster...ripubblicateci get backers, il violinista di hamelin, guruguru, noritaka...
Abbiamo anche noi una grande fortuna che non possiamo buttare via come forse stanno facendo i giovani giapponesi. Non ci resta che incorciare le dita e attendere speranzosi che un nuovo mangaka tiri fuori dal cilindro qualcosa di veramente indimenticabile.