Odstarva
Ashaad Nehraa Talan
Salve a tutti, sono Emanuele.
Mi piace molto scrivere, e per questo vorrei provare a scrivere una storia. Non è la prima volta che scrivo storie, ma è la prima volta che ne rendo una pubblica, e mi piacerebbe sapere che ne pensate.
Premetto che non ho già in mente tutta la storia, solo la trama in generale, quindi potrei metterci un po'. Sapete, contemporaneamente sto lavorando anche al fumetto di questa storia.
Questa storia si svolge in un mondo molto futuristico, che per comodità ho deciso di chiamare Ivalice.
Inoltre vedrà presenti (anche solo come comparse) personaggi da vari Final Fantasy (anche dal XIII, perchè no? ).
Ah, i nomi di alcuni mostri di Final Fantasy saranno impiegati per altri scopi (ad esempio: il Leviathan in questa storia sarà nientepopodimeno che un mecha umanoide da combattimento).
Detto questo (spero di non aver tralasciato nulla, e scusate se sono stato prolisso), vi auguro una buona lettura,!
IVALICE
-Pianure Iaguaro-
...Uh...
????: Sveglia!
...Ma chi...
????: E' tutto a posto?
??:...Urgh...
????:Avanti, ti aiuto ad alzarti.
??:Grazie.
Una ragazza era china su di lui, e lo stava aiutando a tirarsi su. Lui la guardò: aveva i capelli biondi, con una sfumatura rosea, il volto affusolato e dei meravigliosi occhi azzurri nella quale perdersi le sue labbra sottili esprimevano una sfumatura preoccupata. Si alzò: era abbastanza alta, sull'uno e settantacinque. Era vestita con un cappotto bianco senza maniche, lungo abbastanza da farle anche da minigonna, stretto in vita con una cintura. Legata alla cintura c'era una piccola sacca. Indossava delle spalline di mithril, ed un paio di guanti che coprivano il braccio fino a metà spalla, ma lasciavano le dita scoperte. Indossava degli stivali magenta.
Si alzò anche lui: Era di corporatura robusta, abbastanza muscoloso, un po' più alto di lei, ma non moltissimo. Uno e settantasette, settantotto, per intenderci. Aveva anche lui il volto magro, ed i capelli di un nero spaventoso. Aveva gli occhi di un verde stupefacente, che sembrava emanare luce propria. Le sue labbra erano carnose, ed erano disposte un un vago sorriso. Era vestito con dei pantaloni corti jeans, ed un paio di anfibi neri. Aveva una polo nera, di cui erano visibili solo la parte inferiore ed il colletto. La parte che copriva il petto era nascosta da un mezzobusto di quello che sembrava Mithril. Sulle mani indossava dei guanti di pelle nera.
??: Mi chiamo Manuel e...
La sua espressione cambiò improvvisamente, ora esprimeva preoccupazione, quasi spavento.
Manuel: Accidenti... Non riesco a ricordare nient'altro.
????: Probabilmente si tratta di amnesia. Non sforzarti, sarebbe inutile. La memoria tornerà comunque da sè.
Manuel:...Grazie, ehm...
La ragazza si rese conto di non essersi ancora presentata.
????: Oh, scusa! Mi chiamo Lightning, piacere di conoscerti!
Manuel: Lightning, ok.
Lightning:Oh, credo che questa sia tua...
Manuel osservò l'oggetto che Lightning gli stava porgendo.
Si trattava di una grande pistola rossa, con il grilletto dorato. Aveva una forma particolare, l'impugnatura assomigliava a quello di una comune pistola, ma la canna era rettangolare, e presentava delle scanalature lungo i lati. Alla fine della canna aveva due fori, anzichè uno. Ad un'analisi più attenta, si notava che sopra l'impugnatura c'era un piccolo scompartimento.
Manuel l'osservò attentamente, e si rese conto di avere un fodero che combaciava perfettamente con l'arma, lungo la gamba destra.
Manuel: Grazie, credo proprio che sia mia...
Disse, afferrandola e mettendola nel fodero senza pensarci troppo. Lo sapeva già, in fondo, che quell'arma era sua, e che andava messa proprio lì.
Per tutto il tempo non aveva staccato gli occhi dalla ragazza. La trovava molto carina, e se ne sentiva attratto fisicamente, non poteva negarlo.
Lightning: La città più vicina è Khan.
Disse Lightning cogliendo di sorpresa Manuel, impegnato in una lotta interiore all'ultimo sangue con l'istinto animale che gli suggeriva di darle almeno un bacio. Si riprese in fretta.
Manuel: Co...Cosa?
Lightning: La città più vicina -ripetè Lightning, questa volta puntando l'indice verso sud- è Khan. Magari laggiù qualcuno che ti conosce... Non ti pare?
Manuel: Si, hai ragione!
Lightning: Vengo con te!
Le parole uscirono dalla sua bocca stupendo anche lei, senza che riuscisse a fermarle. Dopodochè restò immobile e silenziosa, in attesa della risposta del ragazzo.
Manuel era stupito quasi quanto lei.
Manuel: Io... Beh... Sicura? Cioè... Non vorrei essere di peso...
Lightning pensò che oramai non poteva ritirare quello che aveva detto.
Lightning: M-Ma no... Figurati! Stavo solo passeggiando...
E così, insieme, si dirigerono verso Khan.
Ditemi che ne pensate!!
Mi piace molto scrivere, e per questo vorrei provare a scrivere una storia. Non è la prima volta che scrivo storie, ma è la prima volta che ne rendo una pubblica, e mi piacerebbe sapere che ne pensate.
Premetto che non ho già in mente tutta la storia, solo la trama in generale, quindi potrei metterci un po'. Sapete, contemporaneamente sto lavorando anche al fumetto di questa storia.
Questa storia si svolge in un mondo molto futuristico, che per comodità ho deciso di chiamare Ivalice.
Inoltre vedrà presenti (anche solo come comparse) personaggi da vari Final Fantasy (anche dal XIII, perchè no? ).
Ah, i nomi di alcuni mostri di Final Fantasy saranno impiegati per altri scopi (ad esempio: il Leviathan in questa storia sarà nientepopodimeno che un mecha umanoide da combattimento).
Detto questo (spero di non aver tralasciato nulla, e scusate se sono stato prolisso), vi auguro una buona lettura,!
IVALICE
-Pianure Iaguaro-
...Uh...
????: Sveglia!
...Ma chi...
????: E' tutto a posto?
??:...Urgh...
????:Avanti, ti aiuto ad alzarti.
??:Grazie.
Una ragazza era china su di lui, e lo stava aiutando a tirarsi su. Lui la guardò: aveva i capelli biondi, con una sfumatura rosea, il volto affusolato e dei meravigliosi occhi azzurri nella quale perdersi le sue labbra sottili esprimevano una sfumatura preoccupata. Si alzò: era abbastanza alta, sull'uno e settantacinque. Era vestita con un cappotto bianco senza maniche, lungo abbastanza da farle anche da minigonna, stretto in vita con una cintura. Legata alla cintura c'era una piccola sacca. Indossava delle spalline di mithril, ed un paio di guanti che coprivano il braccio fino a metà spalla, ma lasciavano le dita scoperte. Indossava degli stivali magenta.
Si alzò anche lui: Era di corporatura robusta, abbastanza muscoloso, un po' più alto di lei, ma non moltissimo. Uno e settantasette, settantotto, per intenderci. Aveva anche lui il volto magro, ed i capelli di un nero spaventoso. Aveva gli occhi di un verde stupefacente, che sembrava emanare luce propria. Le sue labbra erano carnose, ed erano disposte un un vago sorriso. Era vestito con dei pantaloni corti jeans, ed un paio di anfibi neri. Aveva una polo nera, di cui erano visibili solo la parte inferiore ed il colletto. La parte che copriva il petto era nascosta da un mezzobusto di quello che sembrava Mithril. Sulle mani indossava dei guanti di pelle nera.
??: Mi chiamo Manuel e...
La sua espressione cambiò improvvisamente, ora esprimeva preoccupazione, quasi spavento.
Manuel: Accidenti... Non riesco a ricordare nient'altro.
????: Probabilmente si tratta di amnesia. Non sforzarti, sarebbe inutile. La memoria tornerà comunque da sè.
Manuel:...Grazie, ehm...
La ragazza si rese conto di non essersi ancora presentata.
????: Oh, scusa! Mi chiamo Lightning, piacere di conoscerti!
Manuel: Lightning, ok.
Lightning:Oh, credo che questa sia tua...
Manuel osservò l'oggetto che Lightning gli stava porgendo.
Si trattava di una grande pistola rossa, con il grilletto dorato. Aveva una forma particolare, l'impugnatura assomigliava a quello di una comune pistola, ma la canna era rettangolare, e presentava delle scanalature lungo i lati. Alla fine della canna aveva due fori, anzichè uno. Ad un'analisi più attenta, si notava che sopra l'impugnatura c'era un piccolo scompartimento.
Manuel l'osservò attentamente, e si rese conto di avere un fodero che combaciava perfettamente con l'arma, lungo la gamba destra.
Manuel: Grazie, credo proprio che sia mia...
Disse, afferrandola e mettendola nel fodero senza pensarci troppo. Lo sapeva già, in fondo, che quell'arma era sua, e che andava messa proprio lì.
Per tutto il tempo non aveva staccato gli occhi dalla ragazza. La trovava molto carina, e se ne sentiva attratto fisicamente, non poteva negarlo.
Lightning: La città più vicina è Khan.
Disse Lightning cogliendo di sorpresa Manuel, impegnato in una lotta interiore all'ultimo sangue con l'istinto animale che gli suggeriva di darle almeno un bacio. Si riprese in fretta.
Manuel: Co...Cosa?
Lightning: La città più vicina -ripetè Lightning, questa volta puntando l'indice verso sud- è Khan. Magari laggiù qualcuno che ti conosce... Non ti pare?
Manuel: Si, hai ragione!
Lightning: Vengo con te!
Le parole uscirono dalla sua bocca stupendo anche lei, senza che riuscisse a fermarle. Dopodochè restò immobile e silenziosa, in attesa della risposta del ragazzo.
Manuel era stupito quasi quanto lei.
Manuel: Io... Beh... Sicura? Cioè... Non vorrei essere di peso...
Lightning pensò che oramai non poteva ritirare quello che aveva detto.
Lightning: M-Ma no... Figurati! Stavo solo passeggiando...
E così, insieme, si dirigerono verso Khan.
Ditemi che ne pensate!!