Autori: Scott Ciencin, Ben Templesmith e Aadi Salman
Editore: Magic Press Comics
Pagine: 128
Euro: 11,00
Editore: Magic Press Comics
Pagine: 128
Euro: 11,00
Morire dentro si prefigura come un viaggio all'interno dell'inconscio umano. La cittadina perennemente avvolta dalla nebbia è allo stesso tempo un luogo immanente e un luogo trascendente: può essere definita meglio come catalizzatrice delle paure umane, proiettante l'oscurità celata all'interno del cuore di ogni uomo. Abbiamo detto che Silent Hill è descrivibile come luogo immanente: infatti la cittadina ha una posizione geografica e dei confini razionalmente delimitati e ben definiti, ma di fatto è impossibile lasciarla fisicamente di propria volontà .. Chi vi entra è solo perchè mosso da uno scopo: varcati i confini fisici, si accede al mondo onirico, dove la razionalità è spazzata via, dove una porta non conduce necessariamente ad una stanza, ma piuttosto a un altro mondo. Non ci sono persone a Silent Hill: tuttavia vi sono molte case, strade, abitazioni e servizi. Ogni cosa ha una funzione ben precisa ma solo per conseguire una funzione fantasmatica agli occhi di chi vive la vicenda.
Nel volume in questione troviamo dapprima la storia di Troy, uomo sui quaranta che decide di aiutare una paziente facendo un favore ad un amico. Sin dai primi momenti notiamo come i protagonisti delle vicende posseggano un cuore nero, hanno ben più di uno scheletro nell'armadio. Troy alla fine affronta le sue paure nel modo più ovvio che ci sia, non senza subirne le conseguenze: perchè da Silent Hill, se ci si esce, si esce mutati se non del tutto almeno in parte. Direttamente da questa prima vicenda scaturisce la storia di Lauryn, come in un gioco di scatole cinesi. Il filo logico è flebile, pronto a spezzarsi in qualsiasi momento. Al lettore è demandato un ruolo certamente attivo nella storia: quello esterno, di puro godimento tratto dal voltare le pagine, e quello interno, ovvero interpretare ogni segno e sbrogliare alfine la matassa creata con abilità da Scott Ciencin, romanziere molto promettente.
L'aspetto grafico di questa miniserie contribuisce a creare ulteriormente l'atmosfera surreale del viaggio onirico/fisico che vivono i protagonisti: Ben Templesmith lo conosciamo già per il suo 30 giorni di notte, e possiamo dire che con le storie horror si trova ormai a suo agio. Aadi Salman invece esordisce proprio con questa opera, ed il suo stile sporco e graffiante lascia un marchio impresso nella memoria del lettore, che più volte si domanderà che forma abbiano le creature che popolano la tranquilla e sorridente cittadina: questo gioco di mostrare senza far vedere troppo si dimostra molto efficace e affascinante.
Citiamo anche la presenza di alcune copertine di Ashley Wood, bravissimo disegnatore di cui ricordiamo, tra le tante opere, uno splendido annual dedicato a Spawn.