Parte 1:
fonte: animeclick
Tra il 2008 ed il 2009, Takehiko Inoue, celebre autore di opere quali Slam Dunk e Vagabond, ha organizzato, in collaborazione con lo Ueno Royal Museum, una mostra battezzata “井上雄彦 最後のマンガ展” (Inoue Takehiko: The LAST Manga Exhibition). L'esposizione era incentrata sulla figura di Musashi Miyamoto, protagonista di Vagabond: può dunque essere considerata, in un certo, senso, come un'estensione di tale manga. Per la mostra, Inoue ha realizzato oltre 140 opere originali seguendo lo stile pittorico Sumi-e.
L'esposizione è stata un grande successo: i biglietti messi in prevendita sono andati esauriti nel giro di pochi giorni, mentre le code che dovevano affrontare coloro che andavano a visitare la mostra erano piuttosto lunghe. Inoltre, su specifica richiesta di Inoue, il numero di persone ammesse per giornata era limitato, onde permettere una visione della mostra rilassata e tranquilla.
Si potrebbe dire che, per questa esposizione, Inoue abbia davvero portato la sua arte "al livello successivo": molte delle opere presentate erano piuttosto estese (dipinte, a volte, direttamente sulle pareti del museo), inducendolo a cambiare il suo usuale stile artistico, con l'adozione di un tratto più forte e deciso.
La mostra si è tenuta a Kumamoto, città natale dello stesso Inoue, nonché di Eiichiro Oda, autore del celebre One Piece.
Quindi, nella primavera del 2009, Oda e Inoue si sono incontrati per discutere della mostra, così come di vari altri argomenti.
Per celebrare la mostra di Kumamoto, è stata publicata una rivista che, tra le altre cose, riporta la discussione tra i due.
Sia Inoue che Oda sono ancora piuttosto giovani, eppure è innegabile il loro status di veri e propri giganti del panorama editoriale nipponico.
Pur essendo entrambi originari di Kumamoto, però, questa è stata la prima occasione in cui i due si sono incontrati.
Nota: La voce dell'intervista identificata dalle 3 stelline (***) indica un moderatore. E' infatti pratica comune, in Giappone, far partecipare alle discussioni tra due parti un terzo interlocutore, che stimoli il dibattito e "leghi" tra loro le tematiche dell'intervista.
Inoue: E’ la prima volta che noi due ci incontriamo, vero?
Oda: A dire il vero, molto tempo fa tu mi facesti un autografo.
Inoue: Davvero?! Quando?
Oda: Al party dei Tezuka/Akazuka Awards organizzato dalla Shueisha. Allora ero un debuttante e mi sentivo estremamente nervoso. Oltre all'autografo, mi hai addirittura fatto uno schizzo di Hanamichi Sakuragi. Lo conservo tutt’oggi.
Inoue: Davvero? Mi dispiace, non ricordo. [ride]
Oda: Nessun problema. Quel party era più un’enorme sessione di autografi che una festa. [ride]
Inoue: Quando One Piece cominciò ero a Los Angeles e mi veniva periodicamente recapitata Shonen Jump.
Quando lessi il primo capitolo, ricordo di aver pensato: “Wow, questo è l’inizio di una grande opera!” Pensai che fosse un lavoro davvero degno di attenzione. Era da diverso tempo che un fumetto non mi dava quella sensazione, così mi sono assicurato di seguirlo.
Oda: Quando la serializzazione di One Piece era appena cominciata, in una rivista vidi un sondaggio che chiedeva a persone famose quali fumetti le interessassero. In quel sondaggio, tu avevi scelto One Piece e il tuo commento era: “L’autore crede davvero in quello che fa.” Per poco non facevo (letteralmente) i salti di gioia, tanto ero felice. Ho incorniciato e tenuto quella pagina appesa alla parete del mio studio per moltissimo tempo.
Inoue: Sono felice che tu fossi così felice! [ride]
Oda: Posso parlarti di una cosa che è in un certo qual modo legata al destino?
Inoue: Di che si tratta? Dicendo così mi rendi nervoso.
Oda: Beh, io sono nato a Kumamoto, e lì c’era un negozio chiamato La Casa Antica, hai presente?
Inoue: Sì, il negozio di vestiti usati, vero? Quanti ricordi…
Oda: Con i miei amici andavo spesso lì a comprare vestiti usati. All’epoca in cui vinsi il premio “Miglior Artista Emergente” indetto da Jump, e mi avevano appena assegnato un editore, ho fatto una chiacchierata con uno dei padroni del negozio. Quando gli dissi che volevo diventare un autore di fumetti, mi rispose: “Se diventi famoso, sarai il secondo ad essere nato in questa città.” “Chi è il primo?” chiesi. “Takehiko Nariai. [Takehiko Inoue è un nome d’arte, ndr] Lavorava qui, una volta.” Non potevo crederci!
Inoue: Ah ah ah! Mi chiedo con chi tu abbia parlato.
Oda: Dichiarò che uno dei personaggi di Slam Dunk era modellato sulle sue fattezze [ride]. Disse anche che quando il negozio non era molto frequentato, te ne stavi dietro il registratore di cassa a disegnare.
Inoue: Sì, e non facevo assolutamente il mio lavoro.
Oda: Ero veramente sorpreso. Pensavo “Wow! Inoue-sensei è stato qui!”
Quello era un negozietto che frequentavo regolarmente, eppure non ci avevo mai pensato. Sentii che quello doveva essere il destino, e chiesi al mio editore di diventare un assistente nel tuo studio. Al che mi rispose distrattamente: “Non ci sono opportunità, in tal senso.” Mi venne la depressione.
Inoue: Davvero? Che pasticcio. Avremmo dovuto prenderti, altrochè.
Oda: Se fossi diventato un tuo assistente, molto probabilmente il mio destino sarebbe cambiato completamente. Quello è stato probabilmente un punto di svolta, per me. Ho sempre pensato che mi sarebbe piaciuto parlare personalmente di questo con te, da uomo a uomo.
Inoue: Grazie, me ne ricorderò.
***: Oda-san, quando ha cominciato a leggere Vagabond?
Oda: Quando esce un nuovo tankobon, lo leggo sempre tutto d’un fiato. E ovviamente, ho tutti i volumi. Fin dall'inizio della sua serializzazione, tra noi giovani autori si è diffuso un senso di frustrazione. E’ così coinvolgente, ha temi profondi… e, soprattutto, non ne ho mai abbastanza dell’arte di Inoue-sensei. Insomma, come fa quest’uomo a raggiungere un simile livello artistico? E’ dai tempi di Kaede Purple [L’opera di debutto di Inoue, ndr] che lo seguo, ed è da allora che me lo chiedo.
Inoue: Sono sicuro di essere migliorato parecchio da allora. Mi fa uno strano effetto ricordare che, quando stavo lavorando a Kaede Purple, pensavo: “Ehi, sono davvero un bravo artista!” Adesso, però, non è qualcosa che mostrerei alla gente andandone fiero.
Oda: Ho visitato personalmente la LAST Manga Exhibition, e, insomma… Non arrivo nemmeno a comprendere se è bella o meno, perché è decisamente al di fuori della mia portata. Come può essere creata una simile arte? Ad esempio, l’enorme murale di Musashi: è così grande, eppure le proporzioni sono ineccepibili.
Inoue: A dire il vero, se osservi bene, noterai che le proporzioni sono asimmetriche. Ci sono dei lavori [dell’esposizione] che mi preoccupano un po’.
Oda: Non è assolutamente così! Ogni opera è fantastica e si pone su un livello che va oltre la mia comprensione.
Ultimamente mi sono molto interessato all’arte giapponese del periodo Edo. In quell’epoca le persone non avevano Internet, i negozi di fumetti, e non penso avessero la varietà di forme di intrattenimento che noi abbiamo oggi per passare il tempo. Da un certo punto di vista, penso avessero una maggiore dedizione alle proprie arti, ai propri mestieri, cosa che alle persone moderne manca in parte. A causa di ciò, hanno raggiunto dei traguardi che non si possono ottenere con un’abilità nella media.
Quando guardo ai dipinti del periodo Edo, rimango stupefatto: costituiti da poche linee essenziali, eppure sono opere piene di vita.
Ecco, sono dell’idea che la tua arte abbia raggiunto i livelli di quell'epoca. Mi chiedo come un mio contemporaneo possa disegnare così. Scombussola la mia capacità di ragionamento.
Inoue: Così mi metti in imbarazzo! [ride]
Oda: E alla LAST Manga Exhibition ce ne sono 150 di quei dipinti, vero? Inimmaginabile.
Inoue: Se c’è qualcuno che ti sprona, puoi compiere un numero sorprendente di cose.
Oda: Anch’io ho avuto a che fare molte volte con l’incombenza delle scadenze per la consegna, e me la sono sempre cavata, ma… non sono riuscito ad arrivare così lontano.
Inoue: Dai, che ce la puoi fare!
Oda: No, non posso! Con ogni pagina, mi pongo sempre un preciso obiettivo da raggiungere.
Inoue: Capisco.
Oda: Arrivo sempre ad un certo punto in cui penso “Okay, finito!”
Eppure, non ne sono mai troppo convinto.
Inoue: Devi esserlo. Anche se non è facile.
Oda: Anche questo prova di avere senso artistico.
Inoue: Potrebbe essere una questione di personalità, nel mio caso. Anche con un obiettivo in mente, raggiungerlo in una maniera pianificata non mi interessa. E’ una mentalità piuttosto irresponsabile.
Oda: Prima di cominciare, hai sempre una completa immagine mentale di ciò che vuoi fare? Ho sentito che ci sono artisti che ce l'hanno in mente dalla prima all’ultima linea, e non fanno altro che seguirla.
Inoue: Non ne sono sicuro. Un’immagine in mente ce l’ho sempre, ma non è mai assolutamente chiara.
Oda: Nel mio caso è così indistinta che difficilmente crederesti sia effettivamente un’immagine completa. E’ mentre disegno che tutto si fa più chiaro, e da lì in poi cerco di seguire meglio che posso con il pennino.
Inoue: Potrebbe essere simile a ciò che succede a me.
Oda: Non sono riuscito a raggiungere il livello di coloro che possono far tutto dall’inizio alla fine senza esitazioni. Ho un amico artista che ha una memoria fotografica: non si dimentica il minimo particolare di un disegno dopo averlo visto un’unica volta. Così, dopo aver disegnato un dato personaggio, è capace di disegnarlo nuovamente senza alcun riferimento. E’ un’abilità fantastica, io dimentico quasi subito i personaggi che disegno. Se voglio riportarli in scena, sono costretto a scovare i miei vecchi disegni, e guardarmeli di nuovo.
Inoue: Vale anche per me. Torno spesso alla ricerca dei miei vecchi personaggi. Capita che dimentichi di disegnare dettagli come la barba incolta, o robe del genere.
Oda: Davvero? Questo per me è un sollievo. Sento di poter continuare su questa strada. [ride]
Oda: Da dove trai lo spirito critico con cui valuti i tuoi disegni?
Inoue: E’ Semplice. Quando guardi alle tue vecchie opere, provi un certo imbarazzo, vero?
Oda: Sì, un po’.
Inoue: Penso che provenga dalla sensazione di poter sempre migliorare.
Oda: Ho sempre pensato di essere un artista assai ambizioso, ma dopo aver visto la LAST Manga Exhibition, mi sento inadeguato anche da questo punto di vista.
Inoue: No, non è proprio il caso. Quanti anni sono passati dall’inizio di One Piece?
Oda: 12 anni.
Inoue: Incredibile. Che tu abbia fatto una serializzazione così lunga mi fa sentire allo stesso modo.
Oda: Neanche per sogno! Sono dell’idea che quella di Slam Dunk sia la durata ideale, parlando di una serie lunga. Inizialmente, era nei miei piani concludere One Piece in 5 anni… e invece ci sto mettendo più del doppio.
Inoue: Leggendo l’ultimo volume, il 52, la fine sembra essere tutt’altro che vicina.
Oda: Esatto… grazie al suo successo, i piani che mi ero fatto per la mia vita sono tutti in disordine. [ride]
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