Pirateria: cosa ne pensate?

Andryx94

Nuovo utente
Io supporto una pirateria limitata, mi spiego meglio:
Se un gioco o un programma qualsiasi non dispone di una versione demo secondo me è utile poter scaricare quel programma-software anche se in versione pirata, così da poterlo provare con mano e darne una valutazione, ma una volta che ci ha soddisfatto comprarlo in versione originale.
Questo si lo supporto, perché comprare a volte a occhi chiusi non è mai una bella cosa, sopratutto se si scopre dopo aver comprato di aver tra le mani qualcosa che non ci soddisfa.
Ecco così lo supporto, diversamente no.
Ma si sa, chi non ha mai scaricato nulla? ;)
 

Teocida

Oltreuomo
Porto un'articolo di un blogger sulla pirateria, anche se tratta principalmente un tipo di pirateria "parallelo" al mercato dei videogames, ovvero quello relativo al mercato dei libri digitali.
Come infatti alcuni di voi sapranno ed altri invece no, da poco ha chiuso il sito library.nu (qui la notizia: Library.nu come Megavideo chiuso il sito degli ebook pirata - Repubblica.it), ovvero un sito in cui si potevano scaricare illegalmente circa 400.000 copie di libri pirata (di cui qualche migliaio in Italiano). L'articolo parla principalmente di quello, il discorso generale è estendibile alla pirateria di qualsiasi cosa in rete.
Un po' lunghetto ma interessante.

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Post buttato rapidamente. Tanto non c’è niente da dire al momento.
Ecco il copia-e-incolla della notizia riportata in queste ore, in modo simile, su vari siti italiani:

Internet/ Ordine di chiusura per Library.nu: pirateria su ebook
15/02/2012

400mila titoli disponibili illegalmente, di cui 4mila italiani
Milano, 15 feb. (TMNews) – Stop al download illegale di ebook sul sito Library.nu, il sito pirata di cui è stata disposta la chiusura. Il provvedimento è arrivato dopo un’azione internazionale a cui ha preso parte anche l’Associazione Italiana Editori, un’operazione congiunta per rimuovere una delle maggiori biblioteche illegali online, con oltre 400mila ebook – di cui 4mila italiani – per il download immediato, gratuito e anonimo, e con un ritorno per i titolari dei siti di circa 8milioni di euro grazie alla pubblicità e alla vendita di account a livello premium.
“L’industria internazionale del libro ha dimostrato che continua a resistere contro la criminalità organizzata che attenta al copyright – ha spiegato Jens Bammel, segretario generale dell’Associazione internazionale degli editori -. Non tollereremo scrocconi che realizzano profitti ingiustificati, privando gli autori e gli editori di quanto loro dovuto. Questo è un passo importante verso un commercio più trasparente, onesto e leale dei contenuti digitali in internet”.
“E’ un colpo netto contro la pirateria degli ebook su internet – ha spiegato il presidente di Aie Marco Polillo -: questo era senza dubbio il maggior sito pirata esclusivamente dedicato ai libri e quindi l`operazione ha oggi per noi la stessa portata della chiusura di Megavideo e Megaupload per il mondo dei film. E questo è ancor più vero dal momento che sul sito erano scaricabili oltre 4mila titoli in italiano”.

Oppure potete leggere qui:
International publisher alliance shuts down piracy site | The Bookseller

Riguardo la chiusura di Library.nu a breve (non magari oggi, ma a breve), me l’aspettavo.
Chiusura o migrazione. Erano mesi che avevano problemi e ieri parecchi file su ifile.it non si trovavano, costringendo a ripiegare su mediafire. Un indizio molto chiaro. In fondo siamo sempre al famoso problema dei partigiani polacchi, che il mondo della libera diffusione (biblioteche digitali libere oppure “pirateria” -termine scemo- di natura diversa) ha già conosciuto parecchie volte: finché la realtà è poco nota e sparsa, è robusta, come tantissimi gruppi di partigiani che operano in modo semi-indipendente nascosti tra la popolazione civile, ma quando ci si aggrega e ci si accentra perché una realtà specifica della pirateria diventa più nota al pubblico fino a diventare un punto di riferimento, quasi il simbolo stesso della pirateria, si aumenta il rischio di venire presi di mira. Anzi, si verrà sicuramente presi di mira.

Pensate appunto ai partigiani polacchi: organizzati, militarizzati (Armia Krajowa, il principale sostenitore del governo polacco in esilio, arrivò a 400.000 appartenenti, con stime fino a 600.000), e con la malsana tendenza a voler affrontare l’invasore Nazista (quei tizi che cancellavano copie di file per non farle leggere bruciavano libri che non volevano far leggere) in campo aperto. Non proprio furbi come partigiani, viene da pensare. Effettivamente non lo erano, ma Luttwak in Strategia li giustifica dicendo che volevano evitare di mettere in mezzo civili innocenti, perché se si fossero mischiati troppo alla popolazione, con classiche azioni da partigiani, gli altri polacchi sarebbero stati un bersaglio legittimo per le rappresaglie dei tedeschi (che erano legali, ricordiamolo, se fatte correttamente: il diritto in guerra non è un episodio della Pimpa).

Ovviamente si sperava che tutto andasse per il meglio, ma al momento le notizie che trapelano non sono molto incoraggianti.

Non per niente proprio poco ore fa scherzavo così sul blog di Zwei:

In realtà sappiamo già bene che sugli eReader finiremo a leggere vecchi Urania piratati, timorosi di un’irruzione della SWAT per Pirateria Libraria (classificata sotto Terrorismo Internazionale e la violazione di DRM implica script classificati come WMD dalla NSA che permettono quindi agli USA un intervento nucleare in risposta contro l’Utente Canaglia)

Esagerato, paradossale?
Cito questa interessante affermazione presente nell’articolo:

L’industria internazionale del libro ha dimostrato che continua a resistere contro la criminalità organizzata che attenta al copyright.
(Jens Bammel)

Non suona molto diverso dai discorsi che Giorgino Cespuglio faceva sul terrorismo internazionale. Scommettiamo che se si lanciasse un calzino sporco ai cani della AIE, questi firmerebbero volentieri per dichiarare che gli script, come certi per Calibre, di “distruzione di massa dei DRM” essendo questi una “arma contro il copyright” sono catalogabili come Armi di Distruzione di Massa (WMD).
E se gli USA trovano WMD possono usare WMD in risposta, come nel romanzo Ghost di John Ringo. Un milanese ha lo script per Calibre che leva in blocco i DRM di Adobe? Gli USA spediranno un missile balistico con una testata nucleare su Milano… ops, era solo un proxy e l’utente era di Bari? “Scusate milanesi, manderemo un cesto di frutta per farci perdonare! Sono inconvenienti che capitano! E ora nuclearizziamo Bari.”
La AIE lo accetterebbe con gioia: i pezzi grossi della AIE hanno dimostrato già in passato, all’epoca del tetto sugli sconti e delle defezioni interne, di tramutarsi in cani scodinzolanti affetti da una smodata salivazione non appena sentono anche solo la vaga promessa di un osso.

C’è sempre del lulz nel vedere gli idioti di fronte al mondo dei Numeri Naturali.
“Presto, proibite la comunicazione di quel numero e di qualsiasi altro numero che sottoposto a qualsiasi operazione da parte di un codec dedicato possa diventare QUEL numero!” L’unico modo per difendere la proprietà intellettuale su un numero, che è ciò a cui l’oggetto digitale si riduce (0 e 1 in fila che formano un numero naturale), è di proibire tutti i numeri… ma se tutti quelli che sono proprietari di un numero sono proprietari per estensione di tutti gli altri numeri, in quanto essi sono un modo per risalite al LORO numero protetto, allora il copyright digitale rinnega per definizione il copyright stesso… ma forse bisognerebbe aver studiato l’aritmetica per capirlo, cosa che gli Editori forse non hanno fatto (o preferiscono mentire a riguardo, d’altronde sappiamo già che insabbiano le ricerche sfavorevoli).
Lasciamo stare queste cose noiose.

Però c’è qualcosa di molto più divertente da citare:

Non tollereremo scrocconi che realizzano profitti ingiustificati, privando gli autori e gli editori di quanto loro dovuto.
(Jens Bammel)

Quindi la pirateria ha RIDOTTO i guadagni.
Notate che queste affermazioni vengono fatte da sempre, fin da quando si diceva che le musicassette per registrare i programmi radio avrebbero ucciso il mercato musicale (*****, è proprio vero: avete mai sentito un singolo brano importante o sentito parlare di un singolo album importante realizzato dagli anni 1970 in poi? Ah, no, ora mi viene in mente qualcosa…), e non sono mai stati presentati dati affidabili che lo dimostrassero.

Tutte le volte che hanno cercato di condurre indagini serie o è stato dimostrato il contrario, che la pirateria funzionava come una pubblicità che aumentava la base di clienti a pagamento col passaparola, o non si è ricavato nulla di significativo in nessun senso. Senza contare le ricerche andate storte, finanziate per dimostrare il male della pirateria e che poi hanno dimostrato qualcosa di diverso, finite mezze insabbiate allegramente… di una c’era la notizia non molti mesi fa, mi pare.

Vabbè, prendiamo per buono Bammel: i guadagni in fortissima crescita degli eBook dal 2009 in poi negli USA erano tali nonostante fossero colpiti da una erosione significativa. Ricordate che di norma l’idea portata in tribunale è che ogni download equivale a una copia non venduta. E, se non fosse significativa, di certo non si arrabbierebbero così: un’erosione insignificante non minaccerebbe di uccidere il mercato, la musica, il cinema e bla bla bla come detto sempre dall’invenzione della radio in poi.

È un colpo netto contro la pirateria degli ebook su internet: questo era senza dubbio il maggior sito pirata esclusivamente dedicato ai libri [...] E questo è ancor più vero dal momento che sul sito erano scaricabili oltre 4mila titoli in italiano
(Angelo Polillo)

E questo è stato un colpo netto a vantaggio anche del mercato italiano!
Quindi abbiamo la distruzione del principale ladrone dei giusti guadagni degli autori editori e l’eliminazione di questo Evil Overlord fa un gran bene anche al nostro mercato.

Bene!
Quindi questo è un caso di studio valido.
I numeri della pirateria sparati a caso dai vari studi più o meno infondati vanno da, uh, che erode il 40% del mercato italiano e il 20% di quello USA (dati di uno studio su diverse nazioni in cui c’era un legame stretto tra povertà e pirateria… suona un campanellino su “chi pirata comunque non comprerebbe”? No, eh?) a cifre ben maggiori. Più spesso le opinioni sono del tipo “tutti piratano/piraterebbero” e se la pirateria sparisse “il settore sarebbe 5-10 volte più ricco, pioverebbe la manna dal cielo e stormi di quaglie ci sazierebbero e bla bla bla!”.

Bene, siamo a metà febbraio 2012.
Grossomodo sappiamo che i boom degli ebook sono legati al Natale e ai nuovi dispostivi. E grossomodo sappiamo anche che gli eBook, anche nella migliore delle annate possibili, sono cresciuti solo di 3 volte rispetto a quella precedente.
Mi aspetto quindi che, scomparso il grande Ladrone, chi avrebbe usato copie illegali ora le comprerà. Quindi dovremmo avere febbraio 2012 in crescita come vendite, crescita forte rispetto a Gennaio 2012 e ancora più NETTA rispetto a febbraio 2011 e NON giustificabile da nessun evento avvenuto. Però febbraio riceverà solo metà vantaggio! Marzo dovrà avere il DOPPIO della crescita ulteriore ricevuta da febbraio e NON imputabile a nessuna altra possibile causa di nessun genere.

Altrimenti non avrebbe senso combattere la pirateria, se tanto i clienti non comprerebbero lo stesso, no?

Un piccolo indizio, ora.
Il mercato USA nel 2011 per gli eBook è rimasto stabile, grossomodo, nel corso dei mesi sia quando Library era nel pieno delle forze sia quando Library era così moribondo, dall’autunno scorso, che lo si poteva considerare ormai sulla via della chiusura (non accettava più iscrizioni, quindi non stava dietro in nessun modo alla crescita dei lettori digitali).
Io sospetto che non vedremo un boom di vendite causate dagli ex-ladri di eBook che si fionderanno a comprarli in digitale. Magari in ginocchio e col capo cosparso di cenere, additati dai bimbi (“Caro non guardarlo: è un pirata librario, gente che vive con gli zingari e violenta nell’ano i neonati!”). ^_^

Ah, in Italia, essendo noi un notorio (?) popolo di ladri che non rispettano il copyright, il boom dovrebbe essere ancora più grande. Il doppio dell’effetto che dovrebbe riguardare gli USA, se quel 40% italico rispetto al 20% USA che lessi anni fa ha un senso almeno relativamente. Quanto dovrebbe crescere il mercato eBook nel 2012, un buon tre volte? Di più: almeno 5 volte, il Grande Satana è stato abbattuto!
Cinque volte però sulla base di dicembre, quando c’è stato il +50% di scossone di cui parlava Tombolini per l’ingresso di Amazon. E Amazon non è andata via quindi l’effetto è rimasto. Quindi arrotondiamo a 8 volte per marzo 2012 rispetto a marzo 2011 ecc… mese su mese fino a novembre incluso. Poi dicembre potrà rilassarsi crescendo solo cinque volte.
Non so perché, ma ne dubito.


P.S.
Giusto perché i numeri sono carini: non avete notato che i libri piratati su Library.nu sono stati stimati in 400.000, che è proprio la stima considerata più attendibile per i partigiani polacchi di Armia Krajowa?


Fonte: Baionette Librarie » Library.nu fuori servizio
 

Teocida

Oltreuomo
Anche stavolta, posto un articolo di un altro blogger a riguardo del nuovo spot contro la pirateria, come sempre zeppo di menzogne.
Di seguito:


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La Federazione Editori Musicali ha arruolato artisti del calibro di Roberto Vecchioni, Enrico Ruggeri, Gino Paoli e altri (età media 63 anni, nota un commentatore su YouTube) per l’ennesimo spot contro la pirateria digitale. Eccolo:

[YT]BbCq9BDMFyw[/YT]

Diverse affermazioni mi sembrano contestabili, false, incomplete o controproducenti. Provo a spiegare perché, una a una:

«In tutto il mondo si sta discutendo di come regolamentare la diffusione di contenuti su Internet.»
Vero, ma perché interessa alle lobby dell’intrattenimento, che premono da anni per norme più stringenti contro la pirateria online. Non mi risulta che tutto il mondo discuta del fatto che circa un miliardo di cittadini digitali già subisce una qualche forma di filtraggio dei contenuti online. O della possibilità concessa alle aziende occidentali di fare profitti per 5 miliardi di dollari vendendo strumenti di sorveglianza digitale a regimi autoritari che li utilizzano per identificare e uccidere i dissidenti. Sarà questione di punti di vista, ma io trovo siano questioni più pressanti rispetto a riscrivere le leggi sulla tutela diritto d’autore online. Per il semplice fatto che ci sono in gioco (tante) vite umane.

«La pirateria digitale sta distruggendo l’industria culturale.»
Se fosse vero, come si spiegherebbe che «il valore dell’industria dell’intrattenimento a livello globale è cresciuta da 449 miliardi di dollari a 745 miliardi di dollari» tra il 1998 e il 2010? Come che secondo IFPI l’industria musicale è passata da 132 a 168 miliardi di dollari? (fonte) Se non si è d’accordo con questi dati, andrebbe quantomeno spiegato che esistono, esiste una annosa e complicata disputa metodologica sulla loro bontà, e perché non dovrebbero essere considerati validi.

«Pensate che solo in Italia si calcola siano stati persi 22 mila posti di lavoro, con un danno economico di oltre 1 miliardo di euro.»
Non «si calcola»: lo studio TERA, lo calcola. I dati senza fonte non sono dati. Perché ometterla? Eppure c’è chi solleva più di un dubbio sulla oggettività dei risultati ottenuti. Per esempio obiettando che tra i committenti figurino proprio i diretti interessati, quelli dell’industria dell’intrattenimento.

«Di fronte a proposte di legge che potrebbero fermare la pirateria [...]»
Falso, allo stato attuale non si conoscono proposte di legge che potrebbero «fermare la pirateria». Non senza pagare un prezzo folle in termini di violazione dei diritti degli utenti. Infatti, nemmeno la severissima Hadopi francese ha avuto un effetto apprezzabile nel contrasto della pirateria. E, di converso, strumenti per combattere (giustamente) siti come Megaupload, citato nel corso del video, ci sono già: tanto è vero che è stato chiuso, ed è chiuso.

«I grandi social network e i motori di ricerca si oppongono.»
Veramente ad opporsi, oltre a loro, sono tutte le principali organizzazioni per la difesa dei diritti digitali del mondo, progetti collaborativi non a scopo di lucro come Wikipedia, i massimi esperti di architettura di Rete e – non ultimi – milioni e milioni di utenti. Poi non è che l’industria dell’intrattenimento sia fatta da «piccoli», a quanto mi risulta.

«Dicono che è messa in discussione la libertà di espressione.»
Affermazione cui segue questa faccia:

screen-shot-2012-04-05-at-10-07-40-pm.png


Impossibile aggiungere altro.

«Ma davvero si può pensare che gli artisti e i produttori di cultura di tutto il mondo abbiano qualche interesse a limitare il diritto di espressione e la circolazione libera delle idee?»
Ma non serve pensarlo: basta pensare che non abbiano valutato i danni collaterali che le norme che chiedono possono produrre. Il sospetto è più che fondato.

<<La pirateria uccide il mondo della creatività e della fantasia>>
Boldrin e Levine, due stimati economisti e non due ‘pericolosi pirati’, hanno scritto un intero volume per dimostrare il contrario. E, a mio avviso, hanno buoni argomenti sia dal punto di vista storico che da quello teorico. Questo grafico sembra confermarlo:

amazon20pub20domain.png


A causa delle «strane distorsioni del copyright», scrive The Atlantic, nel magazzino di Amazon c’è il doppio dei libri pubblicati nel 1850 rispetto a quelli pubblicati un secolo dopo. Perché? «Perché a partire dal 1923, la maggior parte dei titoli è protetta dal diritto d’autore.»


«L’intera industria culturale è destinata all’estinzione se non si fermano i siti pirata.»
No, è destinata all’estinzione se non è in grado di adeguarsi agli strumenti attraverso cui si diffonde.

«Chiediamo che non siano derubati gli artisti, gli autori, i produttori, gli editori. E con loro i milioni di lavoratori dell’industria culturale.»
D’accordissimo. E allora perché non incentivare con molta più decisione i trend positivi dei download legali? E poi siamo proprio sicuri che il ‘vecchio’ sistema del diritto d’autore tutelasse gli artisti? Se così fosse, come mai il commissario europeo all’Agenda Digitale, Neelie Kroes, si è recentemente sentita in dovere di intervenire sostenendo che «dobbiamo ritornare ai principi fondamentali e mettere l’artista al centro non solo della legge sul diritto d’autore, ma della nostra politica di cultura e crescita»?

«Chiediamo che i siti che distribuiscono contenuti siano legali e che rispettino le regole, come tutti.»
Il punto è proprio che non è vero che ‘tutti’ rispettano le regole. E non tutti lo fanno perché bramano di schierarsi dalla parte dei criminali, ma perché le regole non sono più adeguate alla società che devono regolare. E se adeguassimo le regole del gioco a ciò che il gioco è diventato, invece di cercare – inutilmente – di farlo tornare a essere ciò che era vent’anni fa?

«Chiediamo che il web sia gestito da persone oneste.»
Questa frase è semplicemente priva di significato.

«Difendiamo la libertà di fare cultura.»

Sono d’accordo. Ed è proprio per questo che la difesa del sistema attuale è sbagliata: non serve a raggiungere quel – nobilissimo – obiettivo.

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Fonte: https://ilnichilista.wordpress.com/2012/04/05/quello-che-lo-spot-contro-la-pirateria-non-dice/
 

Gamesource Staff

Well-Known Member
So che la mia domanda potrebbe apparire ingenua ma la pongo comunque onde essere sicuro:il fatto di vedere su Youtube interi film e intere serie a cartoni animati è warez?
 

Gamesource Staff

Well-Known Member
Mentre aspetto risposta alla mia domanda posto un ottimo video di circa 10 minuti che merita di essere guardato dall'inizio alla fine:
[YT]qPCah7AYQ-g[/YT]
 

Jed

k-d-f-werewolf
Staff Forum
Scusate eh...c'entra anche con i videogiochi quindi dato che non ho trovato una discussione specifica e non avevo voglia di aprirla posto qui.

La musica dello spot anti-pirateria è piratata

[yt]bhKGINyOKFw&feature=player_embedded[/yt]

fonte: La musica dello spot anti-pirateria è piratata

L'abbiamo visto tutti quel filmato, prima di qualche film: "Non ruberesti mai un'auto, non ruberesti mai una borsa...", uno spot in cui si mette sullo stesso piano il download illegale e il furto di beni materiali.

È notizia di questi giorni, riportata da Paolo Attivissimo, che la musica di quello spot è piratata. L'ha stabilito il tribunale di Amsterdam, dando ragione a Melchior Rietveldt, musicista olandese che nel 2006 aveva composto la musica in occasione di un festival cinematografico e che, tempo dopo, aveva scoperto che quella stessa composizione era stata usata nello spot in questione. Ovviamente senza autorizzazione e senza versamenti di diritto d'autore.

Adesso arriva la sentenza: Rietveldt ha ragione e dovrà ricevere quanto dovuto. Quasi quasi sarebbe il caso di informarsi anche sulla musica del mitico spot antipirateria con Caterina Caselli che impugna un'arancia...
 

drago 2

Member
Io già l'ho scritto se la pirateria videoludica esiste è perchè il videogiochi costano troppo se abbassassero i prezzi la pirateria non esisterebbe es: halo 4 anzichè farlo pagare 70€ lo fai pagare 30€
 

Gamesource Staff

Well-Known Member
Io già l'ho scritto se la pirateria videoludica esiste è perchè il videogiochi costano troppo se abbassassero i prezzi la pirateria non esisterebbe es: halo 4 anzichè farlo pagare 70€ lo fai pagare 30€

Sono convinto che si limiterebbe a diminuire anche di molto ma ritengo utopico che possa sparire del tutto.
 

Gamesource Staff

Well-Known Member
Comunque è vero che spesso i videogiochi hanno prezzi esagerati.

Trovo per esempio inconcepibile che un gioco appartenente ad una console(per giunta portatile) di una generazione ormai passata(il DS) debba costare sui 40 euro: Mario Kart DS.
Lo trovo ancora più inconcepibile se penso che il successore di questo gioco(ovvero Mario Kart 7 per 3DS)è già stato rilasciato.
 

Teocida

Oltreuomo
Chi pirata non è degno di essere chiamato videogiocatore.

Eh la Madonna!

Mettiamo caso: Tizio non pirata e gioca due titoli l'anno. Caio invece pirata alla grande e si gioca tutti i titoli che escono nello stesso anno, PC-PS360-Wii. Chi è più videogiocatore, chi dei due ha più cultura ludica?
Chi pirata al limite non può esser chiamato collezionista.
 

bad_hunter

Metroid Hunter
Eh la Madonna!

Mettiamo caso: Tizio non pirata e gioca due titoli l'anno. Caio invece pirata alla grande e si gioca tutti i titoli che escono nello stesso anno, PC-PS360-Wii. Chi è più videogiocatore, chi dei due ha più cultura ludica?
Chi pirata al limite non può esser chiamato collezionista.

Tizio però permette a Caio di giocare perchè se nessuno compra l'industria fallisce.
 
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