Azz, non mi ero mai accorto di questo topic!
Cmq, sulla questione delle acquile penso sia stata data una risposta più che esauriente, quanto sulla questione Tolkien sottovalutato concordo con Ventolin, in Italia dal punto di vista della critica letteraria siamo messi maluccio, non tanto per la scarsità di studiosi quanto per la ristrettezza di vedute, ma d'altronde in un paese che per il Romanzo ha assunto come pilastro Manzoni (isolando Pirandello, Svevo e Gadda) risulta sicuramente complicato riuscire a guardare oltre i propri confini nazionali.
La grandezza di Tolkien è stata quella di dare una forma romanzesca al genere epico.
I riferimenti ai poemi epici come l'Edda o il Beowulf sono riscontrabili già ne "Lo Hobbit", chi ha comprato l'edizione annotata può facilmente rendersi conto dell'enorme tradizione che sta alle spalle della creazione di Tolkien.
Tutto ciò che viene dopo Tolkien finge di assumere lui come modello, dico finge perchè sembra non conoscere minimamente l'epica, nè la tradizione folkloristica anglosassone come il grande professore di Oxford. Il mio parere è che il Signore degli Anelli possa essere letto a tutte le età, se pensiamo che tale capolavoro nacque da una fiaba che Tolkien scrisse per i figli (Lo Hobbit), direi che leggerlo alle medie non rappresenti un declassamento. Penso che un bambino possa rimanere affascinato dal mondo e dalle creature di Tolkien, un adolescente possa riuscire a cogliervi la continua lotta tra il bene e il male, e anche un adulto potrebbe rimanere affascinato dalla mitologia della terra di mezzo e scorgervi parecchie parentele con un desueto genere letterario (l'epica).
Grazie al cielo esistono degli studiosi e dei filologi che non sono abbastanza ciechi da snobbare Tokien, a tal proposito è uscito un saggio chiamato "il Medioevo e il fantastico" (l'ho già comprato e spero prima o poi di avere il tempo di leggerlo) che tratta proprio di questo e mette in luce l'incredibile cultura e i riferimenti che stanno alle spalle dell'universo Tolkieniano.
DareCrow ha detto:
Detto questo,io ho sempre avuto un'opinione:quello del critico è un lavoro che entra di diritto nella Top 10 dei lavori inutili,subito prima del Ministro delle Finanze del Bangladesh,ma dopo il concorrente da Reality Show...
L'arte,e la letteratura è arte,è una cosa estremamente soggettiva,colpisce a livelli che vanno oltre la razionalità,e nessuno potra mai dirmi cosa deve piacermi e cosa no,cosa è bello e cosa no...
Questa a mio parere è una sciocchezza, e non me ne volere, ma se un libro, o un quadro venissero giudicati in sè e per sè senza fare un minimo di comparazione e senza studiare ciò che sta alle spalle della creazione artistica, allora anche il più ignorante della terra potrebbe avere voce in capitolo, e il suo giudizio sarebbe autorevole come quello dei maggiori studiosi. Qualisasi giudizio si ridurrebbe a "per me è bello, per me è brutto".
Anche se a leggere certe baggianate che si scrivono pare che l'assoluta libertà di parola anche dove non vi è nessuna competenza abbia già portato a questo.