Non credo che Dylan Dog necessiti di troppe presentazioni.
Personaggio creato dalla geniale mente di Tiziano Sclavi, Dylan (fisicamente ispirato all'attore inglese Rupert Everett) è un ex polizziotto londinese che apre un attività da indagatore privato... dell'incubo. Trovatosi una spassosa spalla che è il sosia perfetto di Groucho Marx, e sempre amico dell'ispettore di Scotland Yard Bloch (che ricorda molto da vicino Alfred Hitchcock), indaga su casi di mostri, incubi e serial killer, innamorandosi perdutamente (al massimo per qualche settimana) di ogni bella cliente che gli si presenta sull'uscio di casa.
La vera forza del fumetto non sta tanto nelle scene splatter e nelle tematiche soprannaturali, ma nella bravura di Sclavi di saper entrare nell'inconscio del suo personaggio e del mondo che egli vive. "ogni mostro è sempre stato una vittima" ama dire Dylan Dog, e con lui sembra pensarla il suo creatore, che travalica le barriere linguistiche per mostrare una sensibilità e una bravura senza precedenti. Tra l'altro, Sclavi è un vero appassionato di citazioni e riferimenti a fumetti, film e libri, non sempre legati al genere Horror.
L'ultimo periodo di Dylan Dog vede dietro i testi una flotta di sceneggiatori più o meno capaci e una stuola di grandi disegnatori (primo tra tutti il magistrale Bruno Brindisi), ed ha perso un pò della sua forza originale.
La mia storia preferita in assoluto penso sia il numero 61, terrore dall'infinito. Dove, tra richiami di psicoanalisi Freudiana e rapimenti alieni, si dipana una triste storia di dolore e rimpianti.
Ok...bando alle ciance. Parliamo un pò di questo splendido fumetto.
Personaggio creato dalla geniale mente di Tiziano Sclavi, Dylan (fisicamente ispirato all'attore inglese Rupert Everett) è un ex polizziotto londinese che apre un attività da indagatore privato... dell'incubo. Trovatosi una spassosa spalla che è il sosia perfetto di Groucho Marx, e sempre amico dell'ispettore di Scotland Yard Bloch (che ricorda molto da vicino Alfred Hitchcock), indaga su casi di mostri, incubi e serial killer, innamorandosi perdutamente (al massimo per qualche settimana) di ogni bella cliente che gli si presenta sull'uscio di casa.
La vera forza del fumetto non sta tanto nelle scene splatter e nelle tematiche soprannaturali, ma nella bravura di Sclavi di saper entrare nell'inconscio del suo personaggio e del mondo che egli vive. "ogni mostro è sempre stato una vittima" ama dire Dylan Dog, e con lui sembra pensarla il suo creatore, che travalica le barriere linguistiche per mostrare una sensibilità e una bravura senza precedenti. Tra l'altro, Sclavi è un vero appassionato di citazioni e riferimenti a fumetti, film e libri, non sempre legati al genere Horror.
L'ultimo periodo di Dylan Dog vede dietro i testi una flotta di sceneggiatori più o meno capaci e una stuola di grandi disegnatori (primo tra tutti il magistrale Bruno Brindisi), ed ha perso un pò della sua forza originale.
La mia storia preferita in assoluto penso sia il numero 61, terrore dall'infinito. Dove, tra richiami di psicoanalisi Freudiana e rapimenti alieni, si dipana una triste storia di dolore e rimpianti.
Ok...bando alle ciance. Parliamo un pò di questo splendido fumetto.