Varie [Esperimento n3] Assurdità in do minore

Folken89

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Andre Rieu – Sirtaki

„Dove mi trovo?“ Ah, dove ti trovi, bella domanda Vanessa, è una domanda anche abbastanza intelligente oserei dire, perchè? Ah, non so, se non vi è mai capitato, ma a volte in certe circostanze, mentre si cammina per strada, si può incappare in un accidentale assurdità. Vanessa, mentre camminava, senza una ragione plausibile, si ritrovò in un palcoscenico vuoto. Per fare una similutidine inutile al mio scopo, cioè quello di narrare, direi che lei si trovava in un luogo spoglio come un albero d’inverno di fronte al gelo. La domanda di Vanessa echeggia tra quella, come definirla, vuotezza ( se non esiste, lo creo), ma non riceve risposta; ah che destino comune, chi non ha chiamato qualcuno senza ottenere una risposta? Io ricordo di certi che chiamavano Ernesto, o di altri che chiamavano Giordano o di altri ancora, e in questo gruppo eterogeneo ce ne sono molti, che chiamavano, imploravano, supplicavano, pregavano un certo Dio, in tutti i casi non si ottenne risposta, in qualunque modo chiami chi non conosci, non otterrai mai una risposta, questa sì che è una massima di vita. Vanessa però non ha chiamato nessuno, ha fatto una domanda, ma bisognerà domandarla a qualcuno questa domanda. A chi? All’uomo, no lui è un misero ignorante, e poi in quel palco non c’è, non esiste, di lui non si sente nemmeno la voce.
Ad un certo punto sotto il ritmo di una bella danza, allegra simpatica e divertente a mio dire, entrano delle persone tutte mascherate, intente a parlare, a muoversi a ballare, in un ritmo molto veloce, non ci sto dietro nemmeno io, che sono il narratore di questa storia cioè colui che ha il potere di rallentare il tutto, ma allora perché non lo faccio? Sono impotente, io narro e basta, vi ho mentito, o meglio voi vi siete mentiti se credevate che io avessi questi poteri, mi dispiace, se ce li avessi non li userei certo per rendervi la vita più facile. Avete seguito il discorso? No? MEGLIO! Su, su, dove ero rimasto, ah si, entrano queste simpatiche maschere ballando, parlando, ambendo; i loro passi frutto dell’abitudine, frutto del continuo ballare, camminare sotto il ritmo di questa musica strana e bella, sono rapsodici. Vanessa viene investita da questi strani pagliacci, si sente confusa, non sa che fare, cerca aiuto, ma tutte le maschere la ignorano, come se fosse soltanto uno spillo fra tanti spilli-che poetico che sono- ignorata e spinta, maltrattata e scaraventata per terra, Vanessa si accascia sul palcoscenico, che diviene all’improvviso tutto vuoto, come se non fosse passato nessuno, come se non ci fosse stato nulla da raccontare.
“Salve, bella giovine” Compare uno strano figuro, vestito in modo settecentesco, non so precisamente i termini per definire i suoi abiti, perdonate la mia ignoranza, so soltanto che è vestito come si vestivano i veneziani nel settecento, porta una maschera di ceramica finemente lavorata, ah che genio, spererei che avesse un futuro solo per la maschera. Chi è questo? Boh, forse ve lo saprò dire in futuro, o forse lo so, ma non voglio dirvelo perché sono un grande *******? A voi l’ardua sentenza.
“Aiuto! Mi aiuti, non so dove sono capitata, sono stata calpesta…” Vanessa si divincola, è agitata, mentre parla viene interrotta da quello strano, mascherato, settecesco e mesto individuo, spuntato dal nulla come le altre persone. “Scusi, non credevo avesse bisogno d’aiuto, altrimenti l’avrei lasciata lì dov’era, che noia, solo gente che chiede aiuto- come lo capisco, anche io sono circondato da persone che chiedono solo aiuto. Da chi? Da tutti, sono talmente circondato, che anche io stesso mi chiedo aiuto, quale sarà la soluzione per me? A voi l’ardua sentenza- Io sono pur sempre un nobile di queste regioni, nessuno mi rispetta come mi dovrebbe, mi viene sempre chiesta, però, una mano, come se io fossi Dio, ah, se lo fossi renderei tutte le cose più facili, almeno non ci sarebbero più cose da fare per me. Però, se esistesse un Dio, non godrebbe dei nostri affanni, in fondo noi godiamo degli affanni degli animali, e, a volte ci consideriamo gli Dei degli animali, ci nutriamo della loro carne, ah, che scioccio, se Dio esistesse dovrebbe essere un grande sadico, ah che scherzo, non lo penso realmente. O forse si, lo penso o non lo penso, cosa stavo dicendo ? Ah sì, ecco stavo per chiederle chi era, ma poi le mi aveva interrotto, per una questione sicuramente irrilevante. Chi è?” Vanessa ha lo sguardo di una persona che ha appena finito di vedere tutto, ah sì, dopo aver visto Deus Ex Persona, potrebbe ben dirlo, chi è Deus Ex Persona? Bella domanda, io sinceramente non lo so, ma non ve l’avevo già detto prima? Mah, tutto è inutile perché tutto è niente.
“Io sono Vanessa”-Silenzio, non ho voglia di descrivere cosa succede in questo silenzio, ma voi, voi che mi leggete, non sapete immaginare qualcosa, un intermezzo, spero che non ci sia amore, Deus Ex Persona non è un tipo che si perde in simili faccende umane.- “Ma che cavolo dice, non me ne frega di sapere il suo nome, va beh che è l’unica cosa che sopravviverà di lei, si, dopo che creperà. Io intendevo sa chi è lei?” Vanessa guarda Deus Ex Persona con aria interrogativa, lo guarda, e pensa, uwao, pensa, è già un traguardo.”Basta pensare, danziamo, ah la musica, è finita- mi sono dimenticato di dire questa piccolezza, è finita di suonare anche la musica.- danziamo, sì danziamo, se ha pensato e non ha trovato la risposta a questa domanda, mi perdoni, oltre ad essere stupida, non è capace di pensare. Danziamo, così le scaccio via i cattivi pensieri. Danziamo, adesso, li sente? Stanno ritornando. Chi? Si starà domandando, ma i precedenti! Quelli che l’hanno calpestata, mi creda, non è bello star fermi, non è bello chiedere aiuto, sono nella stessa barca e non si fermano, non hanno pietà, non si comporti da stupida e danzi insieme a me e danzi insiema a loro. Avanti danzi” Le prese violentemente la mano e Vanessa inizia a danzare e a danzare e ancora a danzare, arrivato il gruppo di nuovo, si unì a loro, e si ritrova vestita come loro.
Deus Ex Persona rimane da solo nel palco e dice:” Ah, un’altra si è unita al mio gregge. Chi sono? Oh miei spettatori, non sapete chi sono? Io non sono niente. Io non sono Tutto, dunque sono ? Ah che palle ste domande di stampo filosofico, domandiamoci, sì domandiamoci, così crepiamo prima. Ah, chi è Dio ? Classica domanda, cosa dovremmo rispondere noi?” Si sente il rumore di una pernacchia partire dalla maschera di quella persona strana.”Ecco cosa dovremmo rispondere, a pernacchie, ah, perché?” Un’altra pernacchia eccheggia dalla maschera di quella strana persona. “Altre domande?” Un coro di pernacchie si sente dagli spalti che sono comparsi poco prima di quella domanda, tra le ombre dell’ignoto. “Ah, vedo che avete capito, miei cari spettatori”
Esce dal palcoscenico,
Silenzio,
Morte
.

- Opera - Carmen -Toreador Song- Bizet

Bene dove eravamo rimasti? Ah non c’è niente prima, grazie tante per non avermi avvertito prima, io sono una narratrice appena nata. Sono molto logoroica, dunque, mi dispiace tanto avvertirvi, che io non arriverò subito al tempo, perché parlare mi fa sentire così viva. Viva, in che senso viva? Ah viva, perché il suono della mia voce, mi eccita, ecco tutto. Non amo pormi domande, amo rispondermi.
La storia, di cosa tratta, ma tratta di una donna, si una bellissima donna, contesa da due uomini. Ah questi uomini, non sanno fare altro che contedersi, contendersi; il che mi dà a pensare. Beh, pensare a qualcosa, non serve farmi tutte queste domande. Vi starete domando a quali domande stia rispondendo, ma non le sentite? Questi assurdi sibili che ti chiedono, chiedono e non ti danno una risposta, dunque non sei sicura di quella che ti dai, e che dunque ti spinge a parlare a vanvera arrivando a discorsi senza uscita, che non si concludono come logica vuole? Ah, dove ero arrivata?
Contendono, si contendono. Tutto e niente ecco cosa si contendono, per questo si ammazzano, per niente. Non che la donna non fosse niente, mah, io, come spero anche la signorella , ritengo inutile sacrificare la vita per cose che… accidenti sono entrata in un vicolo senza uscita, meglio sorvolare. Ah questa necessità di sorvolare i problemi non la capisco, anche se la capissi, la ignorerei, o forse l’ho capita e la sto delibaratamente ignorando?
Bene.
“Basta, mi avete rotto, siete dei *****ni!” ah fatti valere, fatti valere Vanessa! Scappa da quelli stupidi che non ti capiscono, scappa, prendi la prima corriera e và fuori città a camminare per strade sconosciute di piccole città. Devi fregartene di quei due, uno ti ha lasciato, l’altro ti ha sedotto, quell’uno è tornato geloso, e l’altro ti rivendica come sua, come se fossi un oggetto, ah che maschilismo dilagante. Io dico che tu devi scappare, ascolta, ascolta la narratrice che tutto non sa e che tutto intuisce!Ah, non mi senti, caspita, mi invento pure le domande, e pure le risposte, forse sono matta. Tutti siamo matti, in questo frenetico, schifosamente frenetico universo, in cui tutto si consuma rapidamente, tutti siamo da ricoverare. Se tutti siamo pazzi, allora i pazzi sono quelli normali? Oddio mi sono posta una domanda, oddio, oddio, meglio evitare, troppo pensare fa male, torniamo alle nostre occupazioni, oddio di cosa mi stavo occupando! Ah si, me lo ricordo, falso allarme. Ho usato il punto esclamativo, domandare fa male, meglio l’ignoranza a volte. No, scherzo è bello farsi domande, ma meglio farle in tutt’altri contesti, tutto può essere indagato, tranne ciò che stà in noi stessi, perché! Ovvio, perché ci moriremmo.
Vanessa è fuggita, evviva. Mettetevela via. Lei è libera, voi siete schiavi, o cavolo… si stanno picchiando di brutto, non voglio guardare, parliamo d’altro. Avete sentito che la star x, si è rifatta, ah che scandaloso. No, meglio non parlare d’altro, la realtà è triste, ma è pure divertente, se si ascolta con una musica divertente di sotto fondo. Ah, è proprio vero, è più divertente la sofferenza e la disavventura che la felicità. Scherzo, non sono sadica, sono semplicemente pazza. Scherzo non sono pazza, sono semplicemente strana. Scherzo sono semplicemente me stessa. Scherzo non sono niente, sono una narratrice. Scherzo, forse non sono neppure quello. Scherzo, alla fine la vita è uno scherzo, chi la prende troppo sul serio, non ne esce vivo!
La corriera parte,
un mare di voci,
un silenzio,
una macchia
nel discorso:
un punto.

Prokoviev Sergej - Dance of the knights

Questa è la danza dei tre cavalieri, uno è morto, l’altro mezzo morto e mezzo vivo e l’altro è vivo, questa è la danza dei tre cavalieri, uno non è morto, l’altro non è vivo nè morto, l’altro non è vivo; questa è la danza dei tre cavalieri, nessuno è vivo e nessuno è morto, nessuno esiste e nessuno non esiste, chi sa la verità? Sicuramente nessuno dei tre, la cui esistenza assurda è dubbia;sicuramente nessuno di noi la sa.
Forse sono diventato pazzo, io Deus Ex Maschera, sono diventato pazzo, ah, ecco perché, la vedo in lontananza, una mia vecchia amica, la mia fedele compagna, sì la vedo! La vedo. Ah è dimagrita ancora, fra un po’ scomparirà, questa vecchia signora, quella megera, quella pazza di una vecchia.

Mozart- Requiem In D Minor, K 626 - 1. Kyrie


“Ciao, Morte, come va?” ora tocca a me? Si, capisco che sono entrata nelle danze, ma primo ero protagonista di due raccontini, ora sono la narratrice, uwao, che figo, mi sento onorata, ma anche un po’ stanca, dopo essere fuggita e aver ballato per un po’, mi sento un po’ stanca, ecco tutto. Deus Ex Persona, chiede questo alla Morte, come può andare alla morte? Ah immagino qualcuno che dice che sarà annoiata a morte, ma io penso che la morte, sia semplicemente stanca, lavora tanto in questo periodo: guerre, malattie, fanatismi, omicidi, suicidi, rappresaglie, virus, batteri, uomini, quante cause di morte ci sono, non avrei sospettato che ce ne fossero così tante. Ma cosa è venuta a fare la morte da Deus Ex Persona? Viene a portarselo via? Ah ok, non mi opporò, tanto è un ipocrita, indossa sempre quella maschera, indossa sempre quella dannatissima maschera e poi, uno del settecento dovrebbe essere morto da almeno da trecento anni. Ah è sopravvisuto grazie alle memorie di un libro? Non lo sapevo, e allora perché sta per crepare? Ah, perché quel che voleva dire è stato del tutto cambiato ed interpretato. Dopo numerosi supplizi, anche la memoria dell’artista muore? Sì
Caduta la foglia,
Chiuso il sipario:
Il requiem suona
La fine di questo
Caos.
Morte, Morte,
sei assurda
ma mai come
la vita.
Vita, Vita,
sei assurda,
ma mai…
come la vita oltre la morte.


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Enigma

Hyuga Clan's Heir
folken...sei pazzo...sei un dannatissimo pazzo, dannazione...se lo scopo di questa fic era di frenare l'indole interrogativa dell'uomo, devo dire che su di me ha funzionato...infatti non riesco a chiedermi nemmeno perchè l'ho letta...e figuriamoci se ora mi faccio scappare qualche punto interrogativo...non ne sarei capace...sono solo un personaggio inventato io...inventato da me stesso...come tutti del resto...ora come ora i "perchè" e i "ma" mi risultano incostistenti...causa la tua stramaledetta fic...spero solo di ritrovare l'invezione che ero un tempo e ricordare la forma dell'interrogativo...un punto completamente inconsistente a prescindere...ma, nonostante tutto, ricordo che per la mia invenzione era fondamentale...per ora le mie mani non smettono di battere...ma non ho voglia di chiederne il perchè...o meglio non posso...
 

FFfan90

FC Liverpool Fan
Scusa ma ho avuto solo ora il tempo di leggerla ^^'

Mi sembra più poetica stavolta che filosofica, ma si può affermare con tranquillità che insegna qualcosa. Cosa? (sono le 22:00 perdono...)
 
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