“La psicologa britannica ha consegnato il proprio rapporto sulla violenza nei videogiochi. Il documento ha scatenato un vespaio di reazioni.”
Il rapporto è stato commissionato dal Primo Ministro inglese circa un anno fa. L'autrice è la psicologa infantile Tanya Byron, conosciuta nel Regno Unito per le sue ricorrenti apparizioni televisive e collaboratrice del Times. Serve una forte rivisitazione del sistema di classificazione dei videogiochi con modalità di valutazione più simili a quelle utilizzate nell'industria del cinema.
La Byron indica la necessità di un sistema di classificazione più chiaro e giudica inefficaci i sistemi di valutazione operativi attualmente in Europa. La classificazione praticata per il Regno Unito dalla BBFC si è recentemente rivelata poco funzionale con il caso Manhunt 2. La Byron critica anche il sistema paneuropeo PEGI (Pan-European Game Information) perché usa simboli poco chiari e perché dà troppo spazio decisionale agli stessi distributori, i quali decidono sostanzialmente sui prodotti che loro stessi commercializzano.
Sistemi di classificazione poco chiari, dunque, ed esigenza di uniformare i simboli e le modalità con le quali le avvertenze arrivano ai giocatori e ai genitori. Inoltre, secondo la Byron è necessaria una maggiore collaborazione con i rivenditori, in modo che rispettino le indicazioni degli organi di classificazione e non vendano il materiale vietato. È altresì necessaria una massiccia campagna di sensibilizzazione destinata ad utenti, genitori, rivenditori, distributori.
Gli organi di classificazione attualmente operativi, inoltre, si occupano di censurare solamente i contenuti violenti e quelli legati al sesso, e sottovalutano le problematiche legate all'esposizione prolungata dei più giovani a internet. L'online è un mondo troppo vasto e la sua fruizione da parte dei più giovani andrebbe controllata meglio dai genitori, i quali vanno aiutati con il giusto sistema di simboli e avvertenze.
Un unico sistema di classificazione con simboli chiari e ben evidenti, un po' come accade con le sigarette. Si tratta della proposta concreta della Byron a margine del suo rapporto. Inoltre, i giochi per console dovrebbero contenere un sistema software che consenta ai genitori di bloccare la fruizione di determinati contenuti giudicati a rischio. Ancora, il sistema di classificazione dovrebbe prevedere la censura dei giochi anche ai minori di 12 anni; in modo da coinvolgere nel sistema un più ampio numero di prodotti. Anche questa misura è simile a quanto accade nell'industria del cinema.
"Dobbiamo rendere la salute digitale dei bambini una priorità. Se si hanno meno di 18 anni non si dovrebbe poter comprare un gioco vietato ai minori di 18 anni; se si hanno meno di 12 anni non si dovrebbe poter comprare un gioco vietato ai minori di 12 anni. I genitori spesso si preoccupano quando i loro bambini stanno fuori casa, ma sottovalutano i rischi dell'online". Sono alcune dichiarazioni contenute nel rapporto.
In seguito alla pubblicazione del rapporto, l'organo di classificazione britannico BBFC si è dichiarato pronto ad accogliere queste novità e a uniformare il proprio sistema di classificazione a quello dell'organo paneuropeo PEGI. "Nel momento in cui i genitori entrano in contatto con dei contenuti, devono avere gli strumenti adatti per prendere delle decisioni per i propri figli. Sono d'accordo con la dottoressa Byron sul fatto che è necessario un sistema più aderente a quello utilizzato nell'industria cinematografica. BBFC è pronto ad assumere il ruolo di grande responsabilità che la dottoressa ritiene necessario", sono le parole di David Cooke, direttore dell'organo BBFC.
Quest'ultimo si è rivelato inefficace nel caso Manhunt 2. Nello scorso dicembre, infatti, con quattro voti favorevoli e tre contrari il Video Appeals Committee respingeva la valutazione fornita dalla BBFC e, di fatto, rendeva legale la commercializzazione di Manhunt nel Regno Unito. Adesso il gioco è in vendita nel Regno Unito, così come negli Stati Uniti dopo che l'organo di classificazione locale ESRB rivedeva la propria valutazione da AO (Adults Only) a M (Mature).
L'ELSPA (Entertainment and Leisure Software Publishers Association), invece, non concorda con le soluzioni proposte dalla Byron. Si tratta di un'associazione per la censura dei prodotti pericolosi che viene promossa dai produttori di software britannici. Agisce in parallelo all'organo ufficiale BBFC. "A nostro avviso questi provvedimenti invoglieranno gli utenti a comprare i prodotti a rischio e a giocare online senza avvalersi delle raccomandazioni", sostiene il presidente di ELSPA Paul Jackson. "L'industria videoludica ha bisogno di ricevere delle assicurazioni che l'organo BBFC sia realmente in grado di affrontare delle situazioni come quella di Manhunt 2 e che anche il PEGI sia appropriato. Riteniamo che il governo debba consultare i produttori per modificare il sistema di classificazione".
L'ELSPA lavorerà a stretto contatto con il governo nei prossimi mesi alla ricerca di soluzioni adeguate. I produttori, rappresentati dall'associazione, intendono trovare un accordo con l'esecutivo senza compromettere i propri interessi. Il Segretario di Stato per la Cultura, per i Media e per lo Sport, Andrew Burnham, ha assicurato che i rivenditori che non rispetteranno i sistemi di classificazione saranno perseguiti penalmente. Il sistema di classificazione BBFC, inoltre, si uniformerà sin da subito al PEGI, con l'introduzione dei "rating" di censura per i minori di 12, 15 e 18 anni.
Argomento trito e ritrito, ogni mio commento sarebbe oltremodo superfluo