Varie Le guerre del Vespro

Inizio la mia storia, la preparo da un po' così mi sono detto di iniziare a postarla, non ha nulla a che vedere con ff, imploro perdono

La battaglia di Raul


I primi raggi del sole iniziavano ad irradiare con il loro calore le piante della grande foresta. La nebbia e l'oscurità che di notte regnavano incontrastate nel bosco pian piano fuggivano, scacciate dalla luce dell'alba. La vegetazione era fitta, e gli alberi più alti, sebbene fossero i primi ad essere toccati dal sole, non permettevano ai suoi raggi di arrivare fino al suolo; solo nei luoghi dove il verde era più rado o dalla sommità di qualche collinetta si poteva ammirare la grandezza dell'alba riflessa sulla vastità della foresta.
Da due punti distinti del bosco, a non più di mille braccia l'uno dall'altro, facevano capolino dalle chiome degli alberi due grandi colonne di fumo che andavano a formare grigie nubi nel cielo, oscurando il sole. Tali colonne provenivano da due differenti accampamenti.
In quel momento infatti, la foresta, oltre ad essere uno dei luoghi più antichi della terra, era anche un grande e cruento fronte di guerra; una guerra che si protraeva ormai da quasi un decennio, e che ormai da mesi bagnava di sangue il suolo di quell'antico bosco.
Già ben prima del sorgere del sole migliaia di soldati si stavano organizzando su entrambi i fronti, pronti all'imminente battaglia: gruppi di guerrieri correvano da un angolo all'altro dell'accampamento per consegnare dispacci o per raggiungere i propri superiori; c'era chi era già pronto a combattere, oppure chi recitava una silenziosa preghiera, alcuni ritardatari stavano precipitosamente radunando i pezzi delle loro armature; gli unici rumori che dominavano il campo erano il clangore del metallo e le grida degli ufficiali; solo uno tra tutti quegli uomini non era interessato a ciò che gli accadeva intorno: stava con il capo rivolto al cielo, scrutando il sole, nella speranza di trovare conforto nella luce dell'alba.


L'uomo era fuori dall'accampamento, su uno spiazzo erboso a circa dieci braccia dal cancello principale, in groppa ad un grande cavallo sauro, di un colore rossastro con magnifiche sfumature dorate; l'animale era
completamente bardato con un'armatura per la guerra, del colore dell'argento con stupende venature vermiglie sui fianchi e intorno agli occhi,
a conferigli un aspetto ancora più feroce; il cavaliere, a sua volta, non poteva che incutere timore nel cuore dei nemici: alto, reso ancora più imponente dalla fiera postura con cui montava, ricoperto da un'armatura del colore del carbone, finemente decorata da linee che andavano a formare sul petto lo stemma della sua casata: un guerriero in armatura che lotta contro un drago.
Al fianco sinistro, protetta da un fodero di cuoio, portava la lama che da sempre lo accompagnava in battaglia seminando morte e disperazione nello schieramento nemico; l'unica parte visibile della spada, l'elsa, era dorata, con una guardia lavorata con maestria per poter recare lo stesso stemma
dell'armatura.
La celata dell'elmo era sollevata, e rivelava il volto dell'uomo: occhi verdi, profondi e tristi, occhi che avevano visto le atrocità della guerra e che ad essa si erano abituati; il viso era segnato da alcune cicatrici, che qua e là interrompevano la barba corta e ispida del cavaliere, erano gli inequivocabili segni di una vita completamente consacrata alla battaglia. Raul era il suo nome. Era lui che comandava in quell'accampamento.
Il cavaliere era completamente assorto nei suoi pensieri, cosa che gli accadeva spesso alla vigila di una battaglia.”Questa sarà la mia ultima impresa, me lo sento; troppo a lungo si è protratta questa guerra, troppo a lungo sono stato lontano da mia moglie e dalla mia città, con la vittoria di oggi mi guadagnerò il ritorno a casa” Questo pensiero gli infondeva coraggio, placava la sua sete di tranquillità. Eppure era nervoso, non riusciva a capire il perché della sua agitazione, dopotutto quella sarebbe stata una delle rare occasioni in cui avrebbero combattuto in superiorità numerica, e le sue truppe erano fresche e riposate; tutto lasciava presagire una vittoria schiacciante, eppure qualcosa lo turbava. Tentava di convincersi che la sua fosse solo paranoia, ma non riusciva a crederlo appieno.
L'arrivo del suo scudiero interruppe il flusso di pensieri del cavaliere. Raul fu riportato alla realtà.
 
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