Varie L'inizio della fine

master89

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Scusate ma non ho avuto del tempo per finire l'altro racconto, anche perchè l'ho perso... cmq sia ho provato a farne un altro, simile al primo e spero che vi piaccia...

I L’inizio della fine


1 – UNA NUOVA STORIA

La luna illuminava un ampio stradone di un paesino tranquillo; non si vedeva anima viva nei dintorni e tutto pareva riposare, in attesa dell’arrivo del giorno seguente a quella notte silenziosa. Un gatto alzò la sua coda e strisciò furtivamente tra i bidoni dell’immondezza, cercando qualcosa da mangiare. In un minuto, accaddero così tante cose che il gatto non capì se erano veramente successe o fosse solo la sua immaginazione: tutti i lampioni li vicini si spensero, ci fu il rumore di uno scoppio e la strada prese fuoco ai lati. Il felino voltò il suo muso da una parte e dall’altra cercando di capire cos’era, in realtà, successo in quel minuto. Alla fine della striscia fiammeggiante, c’era un enorme drago: era un drago veramente grande di un colore blu zaffiro. Aveva due corna molto affilate e un muso appuntito: dal dorso del drago, scese una persona con un mantello nero. In mano aveva un lenzuolo dove, al suo interno, pareva esserci un bambino.

- Dormi… mi dispiace è tutto quello che posso fare per te… - disse l’uomo

Il bambino continuò a dormire: l’uomo lo portò davanti alla porta di una casa e lo lasciò nel pianerottolo, coprendolo bene con un’altra coperta, fatta uscire dal nulla e lasciandogli accanto un ciondolo e una spada, mentre sopra il fagotto aveva depositato una lettera. Fece dei strani movimenti con le braccia e con le mani e, la casa davanti a lui, fu accerchiata da un’aura azzurra. Si mise a mormorare strane parole e, finito il suo strano balletto, guardò il bambino, si girò e, sul dorso del suo drago, scomparve nella notte… dando inizio a una nuova storia…

2 – IL GUERRIERO SOLITARIO

Gli anni passarono e il bambino crebbe, fino a diventare adolescente: pochi anni prima, aveva vissuto in un orfanotrofio, dato che la famiglia di quella casa, dove fu lasciato circa dodici anni fa, non aveva i soldi per mantenerlo. Dei suoi genitori naturali aveva solo un ciondolo a forma di leone e un lungo gunblade che identificò come Revolver, un gunblade di base. Fece molta pratica negli anni che seguirono, uccidendo molti mostri per difendere il suo orfanotrofio. Ormai aveva raggiunto i tredici anni e voleva andare a frequentare i corsi scolastici del Garden della sua città. Dietro il suo ciondolo, c’era scritto “Leonheart”… molto probabilmente era il suo cognome, mentre il suo nome lo decise lui: Jack. Era un ragazzo alto, con capelli scuri e occhi chiari. Il ciondolo del leone penzolava nel suo petto, aggrappato al suo collo. Messo il suo gunblade nella sua custodia, fatta alla belle e meglio da lui stesso, salutò i suoi amici dell’orfanotrofio e uscì dalla struttura, facendo volta verso il centro della città. Una volta giunto al Garden, un’enorme struttura in un giardino vasto e molto vivace, vide molti studenti in divisa in tinta unita blu, con simboli d’argento nella giacca. Altri studenti, che sembravano aver finito gli esami per raggiungere il grado di Seed, avevano delle divise nere con simboli d’oro e d’argento nel colletto, con tante medaglie quante erano le loro missioni portate a termine. “Wow… che scuola… non pensavo fosse così…” pensò Jack guardando il Garden. Continuò a camminare con la tensione che aumentava ad ogni passo: vide molte persone e in particolare vide una persona che subito gli parve odioso… era un ragazzo alto con un cappotto grigio e una felpa blu con una croce bianca: aveva i capelli biondi e se li accarezzava ogni secondo, guardando le ragazze che parlavano tra di loro. Jack passò silenziosamente davanti a loro e il ragazzo lo notò e disse:

- Ehi, tu! Devi essere nuovo… - disse il ragazzo

- Si… e dopo? – disse Jack

- No, niente… mi chiamo Dave… Dave Almasy… tu come ti chiami?

- Jack… Jack Leonheart! – disse Jack

- Leonheart hai detto? Il tuo cognome non mi è nuovo… comunque… divertiti eh! Se ti serve qualcosa, fai un fischio! – disse Dave

- Ok… alla prossima…

“Tutto sommato… non è così antipatico…” pensò Jack facendo rotta verso l’entrata principale del Garden: era un cancello color oro, molto grande, con simboli che rappresentavano la scuola sia a destra che a sinistra. Era spalancato e, all’estremità dei due portoni, c’erano due persone con la stessa divisa rossa con maniche bianche e con un cappello giallo paglia. Salutarono il ragazzo, che chiese dove trovare il preside, e, uno di loro, lo accompagnò direttamente dal ricercato. Man mano che camminavano, il signore gli spiegava che loro erano dei professori incaricati di sorvegliare l’entrata e i vari corridoi. L’entrata era stupenda: due enormi scalinate con alla fine un arco in pietra di color bianco. Erano giunti alla hall del Garden: a Jack mancò il fiato notando l’elevata altezza della hall. Al centro c’era un pannello che indicava le varie strutture del Garden: c’erano le classi dove gli studenti si riunivano per le lezioni, tutte al secondo piano, poi c’erano i dormitori, la biblioteca, il garage, il giardino, la mensa, l’infermeria e il centro di addestramento. Entrarono nell’ascensore in cima a delle scale: il professore inserì una chiave nel pannello dell’ascensore e questo andò verso l’alto.

- Il terzo piano, dove si trova la presidenza, è accessibile solo dai professori o da persone fidate… inoltre, viene data l’autorizzazione solo in casi speciali… quindi non potrete tentare di salirci altre volte se non in situazioni che lo richiedono… mi sono spiegato? – disse il professore

- Sissignore… - disse Jack annuendo

- Eccoci arrivati…

L’ascensore si fermò una volta giunto al terzo piano: l’entrata della presidenza era enorme e, davanti a loro, c’era una porta in legno molto decorata. Una volta dentro, jack rimase un’altra volta senza fiato: la presidenza era una stanza enorme, con vari veli che pendevano dai lati. Nella parete a destra, vi era una porta normale, che molto probabilmente dava alla stanza personale del preside. Un’enorme vetrata, che dava all’esterno, occupava la maggior parte della parete dietro la scrivania del preside: quest’ultimo stava esaminando il paesaggio esterno, immerso nei suoi pensieri. Come il professore lo chiamò, il preside si girò e sorrise: era un uomo alto con barba e capelli bianchi e aveva degli occhi molto azzurri, che stavano dietro a un paio di occhiali a mezzaluna. Aveva una tunica bianca che si intonava perfettamente ai suoi capelli e alla sua barba lunghissima.

- Vieni… entra, entra… - disse il preside

- Salve… ecco il nuovo alunno… si chiama Leonheart… Jack Leonheart… - disse il professore

- Si… puoi andare… - disse il preside al professore

Il professore annuì e uscì dalla stanza. Il preside si sedette nella sedia davanti alla sua scrivania e disse:

- Bene Jack… io mi chiamo Loyalty… Albeforth Loyalty… - disse il preside

- Piacere…

- Ora dimmi… cosa ti piacerebbe fare? – disse Loyalty unendo le punte delle sue dita e osservando il ragazzo

- Non so… uso da più di tre anni il mio gunblade, il revolver, e sono diventato, senza arroganza, abbastanza bravo…

- Si… quindi preferisci usare i gunblade… armi che rispetto io stesso… bene… lascia che ti spieghi una cosa di questa scuola… dovrai studiare per diventare un valoroso Seed… ovviamente ci sono anche delle missioni che dovrai portare a termine… più missioni porti a termine e più alto sarà il tuo grado…

- Si… capito…

- Bene… una volta diventato Seed, la scuola ti fornirà uno stipendio che aumenterà man mano che salirai di grado… domande? – disse Loyalty

- No… anzi si… ho letto nel pannello della hall che qui c’è un centro di addestramento… ci posso andare? – disse Jack

- Si… ma ti prego di indugiare sulla biblioteca… non è saggio affrontare dei mostri da ignoranti… senza offesa…

- Ci mancherebbe signore… - disse Jack sorridendo

- Bene… parlerai con la professoressa Mannitt dei tuoi orari… puoi andare…

- Con permesso… - disse Jack uscendo dalla stanza

“Fiu… pensavo che mi stesse perforando la testa con il suo sguardo…” pensò Jack. Una volta fuori dalla presidenza e raggiunta la hall, fece rotta verso l’aula della professoressa Mannitt. I due corridoi del secondo piano erano diversi da quelli del primo piano: erano molto ampi e ognuno aveva dieci aule. L’aula della professoressa Mannitt era la seconda vicino all’ascensore: bussò tre volte e, una voce femminile molto autoritaria, disse:

- Avanti…

- Buongiorno… mi chiamo Leonheart… Jack Leonheart… sono venuto per decidere gli orari di lezione… - disse Jack

Era una donna alta quanto lui, aveva i capelli castani e gli occhi scuri: aveva un non so che di severo, dalla sua statura all’espressione del suo viso.

- Bene… siediti pure…

- Grazie…

- Prima di tutto, devi sapere che in questa scuola ci sono tre tipi di studi per tre tipi di guerrieri: il primo serve ad addestrare un vero guerriero… il secondo serve ad addestrare una persona a diventare mago o stregone, a seconda delle magie che preferisce l’individuo… il terzo è un guerriero che viene addestrato anche nell’uso delle magie… è diverso dagli altri due perché unisce un’elevata potenza fisica a una media potenza spirituale per lanciare le magie… - disse la professoressa Mannitt

- Bene… io uso da un paio di anni che uso un gunblade, però mi piacerebbe saper usare anche le magie… - disse Jack

- Ok… allora il terzo piano di studio… ti avviso che non sarà facile e che solo pochi studenti sono riusciti a diventare veri maestri di questo tipo di studio…

- Non c’è problema… che materie dovrò studiare?

- Beh… il primo anno dovrai studiare solo cinque materie, il secondo quattro e il terzo tre… ovviamente saranno diverse e, solo per una materia, dovrai portarla fino al terzo anno… dopo il terzo anno ci sono le specializzazioni in stregone del fuoco, guerriero del tuono, principe del ghiaccio e cavaliere del vento… queste per il quarto anno, mentre per il quinto ci sono dragone marino, guardiano della terra, cavaliere nero e paladino… ovviamente di solito si sceglie un corso di specializzazione per anno…

- Tutte queste specializzazioni sono attinenti a un elemento? – chiese Jack

- Si… fuoco, gelo, tuono, vento, acqua, terra, oscuro e sacro… dipende da cosa vuoi diventare… per diventare un buon guerriero e un buon stregone ti consiglio stregone del fuoco e paladino… ovvero fuoco e sacro… - disse la professoressa Mannitt

- Ok…

- Anche perché usi un gunblade… il corso del fuoco tende a aumentare la tua forza fisica e quello da paladino la tua resistenza e potenza magica insieme alla potenza spirituale…

- Bene… scusi se glielo chiedo un’altra volta… ma che materie dovrò studiare quest’anno?

- Ah si… scusami tu… sono cinque… arte degli elementi, arte guerriera, arte magica, corso base guardian force e arte strategica… le ultime due dovrai portarle fino al terzo anno… - disse la professoressa Mannitt

- Bene… i libri?

- Ogni professore ti dirà quale libro e quali oggetti prendere per le sue lezioni…

- Grazie… quando dovrò iniziare? – disse Jack

- Parlerò con il guardiano dei dormitori che ti fornirà il tuo orario… - disse la professoressa

- Va bene…

- Ci rivedremo in classe… io sono la professoressa dell’arte degli elementi… ci vediamo a lezione, Leonheart… buongiorno…

- Buongiorno a lei…

Jack uscì dalla stanza e fece volta verso i dormitori, mentre tutti gli studenti si preparavano per le lezioni. Vide di nuovo Dave passare lontano da lui, seguito da due sue amiche, mentre prendeva l’ascensore. Jack continuò a camminare nei corridoi del primo piano pensando a quanto era cambiata la sua vita in un solo giorno… non si sentiva più come prima… oramai non era più un guerriero solitario…

3 – GIOCARE COL FUOCO

Era giunto ai dormitori: un alta struttura di colore azzurro. Un professore parlava con un ragazzo dai capelli biondi e, come vide Jack, interruppe il suo discorso per rivolgersi a Jack.

- Buongiorno… sei nuovo? – disse il professore

- Si… sono arrivato oggi… - disse Jack

- Ok… come ti chiami? – disse il professore prendendo una cartelletta

- Jack… Jack Leonheart…

- Uhm… si… camera 209 al secondo piano…

- Grazie…

Il ragazzo proseguì nei corridoi fino a giungere alle scale: una volta raggiunto il secondo piano, cercò la stanza 209 nel pianerottolo. Era la quinta stanza a partire dall’entrata: il corridoio era ampio e molto accogliente. Una volta dentro la stanza poggiò il suo gunblade sopra il tavolo della stanza. A quanto pareva le stanze erano per due persone: infatti, dopo che Jack aprì una delle due porte, vide una ragazza molto carina che leggeva un libro coricata nel suo letto.

- Oh, scusa… non sapevo che fosse una camera doppia! – disse Jack

- Non fa niente! Mi chiamo Marah… Marah Treepe…

Era una ragazza alta più o meno quanto Jack e aveva dei capelli lunghi e biondi, raccolti in una coda. Aveva gli occhi azzurri e un’espressione severa.

- Io Jack… Jack Leonheart…

- Piacere… è il primo anno per te?

- Si… tu hai già fatto un anno qua..?

- Si… senti, non per essere scortese, ma dovrei finire di studiare…

- Non c’è problema… io devo ancora sistemare le mie cose… - disse Jack

- Ok… allora ci vediamo ok?

- Ok… ciao…

Jack uscì dalla stanza di Marah e entrò nella sua camera: era una camera semplice, con un letto vicino al muro e un armadio bianco in legno. Nella parete opposta all’entrata, c’era una gran finestra con le tapparelle abbassate. Aprì le tapparelle e vide un maestoso oceano di fronte a lui: aprì anche la finestra e il rumore delle onde, dei gabbiani e di una leggera brezza marina entrarono come un velo nella sua stanza. Una volta che ebbe finito di gustare il panorama al di la della finestra della sua stanza, prese le sue cose e le sistemò nella stanza. Dal suo borsone, tirò fuori i suoi vestiti e le sue scarpe, sistemando il tutto nell’armadio. Dalla borsa tirò fuori i vari oggetti a cui era più affezionato, tra qui il suo ciondolo e il kit di manutenzione per gunblade, sistemandoli nella credenza della finestra. Una volta che ebbe sistemato tutto, uscì dalla camera e, preso il suo gunblade, entrò nuovamente nella sua camera per sistemarlo nella sua custodia e per metterlo sopra l’armadio. Uscì di nuovo dalla stanza e entrò nel bagno per farsi una doccia. Dopo aver finito la doccia, si legò un asciugamano e uscì a petto nudo dal bagno. Marah era nella sala della stanza e si stava preparando un panino.

- Oh… scusa! – disse Jack

- Non… fa niente, non preoccuparti! – disse Marah

Jack entrò ancora imbarazzato in camera sua e si vestì: guardò il suo orario e vide che oggi aveva due ora di arte degli elementi e due di arte magica. “Che orario… sarà un po’ pesante… anzi forse no, potrebbe essere molto interessante…” pensò Jack con l’orario in mano. Una volta che preparò il suo zaino con un paio di quaderni e penne, uscì dalla camera, salutando la compagna di stanza, per prendere l’ascensore nella hall. Nei corridoi non vide molte persone, forse perché stavano preparando le proprie lezioni. Una volta giunto al secondo piano, entrò nell’aula della professoressa Mannitt: c’erano poche persone, forse perché era in anticipo e non erano ancora arrivati tutti.

- Buongiorno… - disse Jack

- Buongiorno Leonheart… trovati un posto e prendi un foglio…

Jack prese posto in un banchetto vicino alla finestra: la Mannitt stava scrivendo l’elenco delle cose e il libro che serviva per le sue lezioni.

- Dato che, almeno credo, nessuno ha ancora gli oggetti e il libro “Arte elementare”, incominceremo con una lezione molto facile che potrete riprendere nel libro… l’Arte del Fuoco… - disse la Mannitt

- Uhm… arte del fuoco… - disse Jack

Era molto facile la teoria: erano solo delle regole che un guerriero doveva seguire per poter controllare l’elemento del fuoco.

- In questa scuola, imparerete a utilizzare l’elemento fuoco, gelo e tuono… nei vari garden sparsi per il mondo insegnano altri elementi… ce ne sono tre in tutto: il garden dragone, dove insegnano l’elemento vento, terra e acqua, mentre nel garden kratos insegnano gli elementi o sacro o oscuro… - disse la Mannitt

- Perché nell’ultimo garden che ha nominato ha detto o sacro o oscuro? Non si possono imparare tutti e due? – disse Jack

- È teoricamente e praticamente impossibile… tutti scelgono l’elemento sacro… solo una persona, che io sappia, ha scelto l’elemento oscuro… - disse la Mannitt

- Davvero? E chi è questa persona…?

- Ho già parlato abbastanza… non voglio tornare su questo argomento… avete scritto come maneggiare il fuoco? – disse la Mannitt

Qualcosa disse a Jack che era meglio non contraddirla… come dicono, è meglio non giocare col fuoco.

4 – LE PRIME DIFFICOLTA’

Il sole filtrava dalle grandi finestre della hall del secondo piano, formando grandi quadrati di luce nel pavimento. Jack stava controllando dove fosse la classe delle arti strategiche, dopo la lezione sull’arte del fuoco della Mannitt. Il professore era un certo Scorpius, Lionel Scorpius: entrò nella sua classe e poggiò il suo zaino in un banchetto vuoto. “Arte strategica… chissà cosa ci faranno studiare…” pensò Jack. L’aula era molto ordinata e molto piccola: i vari armadi stipati nella stanza erano carichi di libri e fogli molto vecchi, molto probabilmente c’erano da anni la sopra. Dopo pochi minuti, suonò la campana e dopo che entrarono altri due o tre studenti, tra cui un ragazzo molto muscoloso con un tatuaggio su gran parte del suo viso e una ragazza molto vivace con i capelli corti.

- Ciao… - disse Jack al ragazzo che si sedette a fianco a lui

- Ciao… sei nuovo di questo corso? – disse il ragazzo

- Si… mi chiamo Jack Leonheart… voi?

- Io mi chiamo Crystal Dnicht… è un piacere conoscerti Jack… e lei si chiama Alex Tilmitt… a volte fa un po’ la pazza ma è normale! – disse Crystal sorridendo

- Spiritoso! Piacere tutto mio, Jack…

- Ma quanto ci mette il professore…? – disse Jack

- Leonheart se avessi smesso di parlare da almeno dieci minuti, avresti capito che sono entrato dalla porta… - disse una persona dietro Jack

Un uomo molto alto con capelli molto scuri e corti e gli occhi dello stesso colore guardava Jack come per perforarlo con lo sguardo: aveva la pelle molto chiara e il suo vestito e suoi capelli facevano da contrasto con essa.

- Mi scusi professor Scorpius… - disse Jack

- Cerca di non costringermi a fartela ripetere di nuovo… bene… i libro che dovete prendere è “Stratega strabiliante” di Optimum Stratega… avete bisogno solo di un quaderno e di una penna con me… si cosa c’è signor Leonheart? – disse Scorpius

- Mi chiedevo perché non dovremo usare altri oggetti… la professoressa Mannitt…

- La professoressa Mannitt è una professoressa di arte elementare, come spiega il nome, tratta degli elementi… io sono il professore di arte strategica… cosa ti fa pensare che prima del secondo anno ti faccia usare degli oggetti pericolosi quali shuriken, kunai e bombe fumogene? – disse Scorpius

- Va bene…

- Dopo che avete finito con le domande intelligenti… preferirei che prestiate un po’ di attenzione alla lavagna… ecco cosa deve sapere sempre un buon stratega… primo: valutare con attenzione il luogo, gli oggetti e le vie di entrata e di uscita a disposizione… secondo: mai usare magie di supporto durante i combattimenti… e terzo: non affidare la riuscita di una missione interamente e solamente alla brutalità della forza fisica… ci sono domande?

- Un buon gruppo per le missioni è formato da tre individui? Un guerriero, una spalla e un mago? – disse Crystal

- Queste… sono solo idiozie! Una stupida strategia che non porta da nessuna parte… lo richiede la situazione! Ora mi dica signor Dnicht… contro un Archerosauro, è più sensato usare magie o attacchi fisici? – disse Scorpius

- Beh… attacchi fisici?

- Per finire Ko dopo soli dieci minuti? Le magie! E soprattutto quelle che infliggono status negativi… e contro un mostro come Piros, che cosa si inventerebbe? – disse Scorpius

- Le magie?

- Giusto… per metà! Quando arriverà alla lezione sui guardian force capirà che, facendo Junction tra una magia di elemento Gelo in attacco elementale, riuscirà a provocare lo stesso danno che provocherebbe con una magia, con meno perdita di tempo e meno spreco di energie… - disse Scorpius

Silenzio assoluto: nessuno osava ribattere che ancora non avevano neanche capito cosa volesse dire guardian force.

- Ora che abbiamo veramente finito con l’orario, vi do un compito da fare… al centro di addestramento vi sono dei Lesmathor e dei Kedakichu… compilate una scheda con le loro caratteristiche e i loro punti deboli e quale secondo voi sarebbe la migliore strategia… voto massimo sei…

- Compiti?? Ma non abbiamo nemmeno cominciato! – disse Dnicht

- E cosa stiamo facendo ora…? Giocando a tombola…? Signor Dnicht… la prossima volta che la sento parlare così, la metto in punizione… arrivederci… - disse Scorpius

Il professor Scorpius uscì dalla stanza e lasciò soli i tre che pensavano ancora ai loro primi compiti e a quanto avrebbero odiato quel professore. Jack disse agli altri che molto probabilmente lo avrebbe odiato come professore e, dopo che gli altri due risposero che anche loro sicuramente la pensavano come lui, uscì dalla stanza, diretto verso la biblioteca. La biblioteca era situata a destra della hall, la prima struttura: era un edificio colorato di azzurro ed era molto grande. “Seguirò il consiglio di Loyalty…” pensò Jack. Come fece il suo primo ingresso all’interno della biblioteca, rimase senza fiato: ampie vetrate, come quelle dell’ufficio del professor Loyalty, stavano davanti all’entrata e infondevano molta luce all’interno della stanza, cosa utilissima in una biblioteca. Nella stanza c’erano molti scaffali carichi di libri: erano diversi per ogni argomento. C’erano otto scaffali: uno per le magie, per i guardiani, per i mostri, per i viaggi e per l’orientamento, per le armi, per le strategie di guerra e per le varie abilità. Ce n’era anche uno molto nascosto e con una catena che chiudeva il passaggio mentre, sul bancone li vicino c’era una signora dall’aspetto molto severo. Jack si avvicinò alla ragazza all’entrata della biblioteca per farsi registrare.

- Scusa un’altra cosa… mi puoi dire cosa contengono quei scaffali? – disse Jack indicando gli scaffali ambigui

- Si… è riservata alle magie oscure e a tutte le arti e cose varie attinenti all’elemento malefico… - disse la bibliotecaria

- Ma possiamo entrare? – disse Jack

- No… è vietato entrare in quel corridoio senza autorizzazione del preside o di un tuo professore… - disse la bibliotecaria

- Come mai?

- Le cose all’interno di quel corridoio non sono affidabili o visibili agli studenti… ci sono molti orrori e molte cose che non capiresti…

- Ok… grazie dell’informazione…

- Ah! A proposito… il preside ha appena mandato un messaggio al computer della biblioteca… dice che devi essere nel suo studio alle otto di questa sera… - disse la bibliotecaria

- Ma… sono le sette! Ho appena finito le lezioni! Devo fare già i compiti… - disse Jack

- E qua si comincia prima… buona fortuna…

- Grazie…

Jack diede un occhiata veloce a tutti gli scaffali che c’erano nella biblioteca: non trovò molto di interessante, qualcosa sui guardian force e sulle magie catturò maggiormente la sua attenzione: prese due libri e uscì dalla biblioteca, diretto verso lo studio del professor Loyalty.

5 – IL MANTELLO DELL’INVISIBILITA’

Uscito dalla biblioteca erano ormai le otto meno dieci: le varie aperture del Garden mostravano un cielo rossastro che tendeva verso la notte. Prese l’ascensore nella hall, dove si stavano accendendo a poco a poco delle luci. Salito nell’ascensore premette il tasto 3 per giungere alla presidenza.

- Il signor Leonheart? – disse una voce nell’ascensore

- Si… sono stato chiamato dal preside… - disse Jack

- Esattamente… un attimo prego…

L’ascensore incominciò a muoversi fino a raggiungere la presidenza: la porta era aperta e il professor Loyalty stava guardando il tramonto dalla sua enorme finestra.

- Buonasera professor Loyalty… - disse Jack

- Ah! Buonasera a te, Jack… vieni… - disse Loyalty

Loyalty aveva una tunica rossa e la barba lunga all’interno della tunica: gli stessi occhiali a mezzaluna stavano davanti ad un paio di occhi azzurri perforanti.

- Ho notato che hai passato l’ultima mezzora in biblioteca… sono contento che hai seguito il mio consiglio… - disse Loyalty

- Non capisco il perché…

- Non hai nessuna domanda da farmi sulla biblioteca…? – disse Loyalty

- Ehm…

Era come se gli stava leggendo la mente: poco prima aveva pensato al corridoio buio del reparto oscuro.

- Si… il reparto oscuro…

- Vedi… quel reparto è pieno zeppo di libri e antichi documenti che trattano solo elusivamente di arti oscure… non è saggio indugiare o pensare di avvicinarsi a quegli scaffali… - disse Loyalty con un sorriso

- Ho capito… professore? Perché mi ha fatto chiamare? Non penso sia solo per parlare della biblioteca… - disse Jack

- Si è vero… ti ho fatto chiamare per darti un oggetto che è appartenuto a una persona meravigliosa che è vissuta prima di te… tuo padre, Squall Leonheart… - disse Loyalty

- Che cosa?? Mio padre? Un oggetto di mio padre??

- Si… vedi… io e lui ci conoscemmo non appena ebbe sconfitto Artemisia… ebbe una figlia prima di avere te e la chiamò Kristine… poco dopo nacqui tu, ma uno stregone oscuro ha voluto rapire i tuoi genitori e tua sorella nella sua reggia oscura… Squall era ed è un guerriero tra i più forti dell’intero universo… ma Shadow, questo stregone, lo è ancora di più…

- Perché…? Perché non sapevo niente di questa storia? – disse Jack

- Perché solo io sapevo… ma non ho potuto far niente per poterti aiutare… ti vedevo ogni giorno, con il ciondolo di tuo padre e il suo gunblade… quando la notte che Shadow rapì la tua famiglia, distrusse la casa ma non vide te… questo perché sei rimasto a casa dei tuoi padrini… ma presto Shadow ti avrebbe trovato… e così decisi di prenderti e portarti al sicuro… ti accolse una famiglia di poveri contadini, ma quando fosti un bambino di cinque anni ti mandarono a malincuore in un orfanotrofio… - disse Loyalty

- Si… vi trascorsi tutti i giorni della mia vita… fino a ieri sera… ma perché? Perché ha voluto attaccare proprio me e la mia famiglia?

- A questo non ti posso dare una risposta… sei troppo giovane e ancora non puoi capire… ci sono molte cose che ancora non capisco neanche io… - disse Loyalty

- Va bene…

Qualcosa nella voce di Loyalty faceva pensare che non doveva chiedere più nient’altro su quell’argomento ma che poteva fare altre domande.

- Signore… prima mi ha detto di avermi chiamato perché mi doveva dare un oggetto di mio padre…

- Ah si… scusami Jack… la vecchiaia… - disse sorridendo Loyalty

Si spostò da dietro la scrivania e andò verso un armadio sulla parete a destra: aprì le ante e tirò fuori un mantello largo di colore blu notte, con tanto di scintillii che facevano sembrare il mantello un pezzo di cielo stellato. Lo toccò e lo esaminò per bene, avvicinandolo alla punta del suo naso per odorarlo per pochi secondi. Si avvicinò alla scrivania con il mantello in mano e lo stese nel piano in legno: Jack lo guardò ignaro di che poteri o perché era appartenuto a suo padre. Loyalty lo alzò e lo tese sorridendo a Jack.

- Grazie… ma che cos’è? – disse Jack

- Forse è meglio che te ne accorga da solo… chiudi gli occhi… giralo dall’altra parte e copriti la mano… bene… ora riapri gli occhi!

- Eh??

Non appena aprì gli occhi, notò che effetto procurava quel mantello: la mano di Jack non c’era più e anche il mantello sembrava per metà sparito e per metà sventolare vicino alle gambe di Jack. E allora capì: quel mantello favoloso poteva rendere invisibili.

- Rende invisibile una persona?? Ma è fantastico! – disse Jack

- Non solo… forse tu non ne hai sentito parlare… ma azzera anche l’emissione di forza spirituale… - disse Loyalty sorridendo

- Eh? Forza spirituale?

- E quella forza che emaniamo noi quando ci prepariamo a combattere o facciamo qualcosa di semplice come camminare… in alcune missioni, i nemici sono provvisti di speciali visori che determinano e trovano la potenza di una forza spirituale… - disse Loyalty

- Ah… capito…

- Ricorda che però i rumori dei tuoi passi, del tuo respiro e di tutto quello che farai sotto il mantello si sentiranno… quindi, massimo silenzio… - disse Loyalty

- Grazie… lo terrò a mente…

- Si è fatto tardi Jack… forse è meglio che torni ai dormitori… - disse il professore guardando il suo orologio

- Si… buonanotte professore… - disse Jack

- Notte anche a te…

Al colmo della gioia per avere un oggetto sia fantastico che utile e, soprattutto, appartenuto a suo padre, Jack saltellò fino all’ascensore e scese nella hall, diretto verso i dormitori. Giunto all’entrata della camera pensò alle parole dette da Dave di mattina… “Leonheart hai detto? Il tuo cognome non mi è nuovo…”. Forse Dave sapeva qualcosa dei suoi genitori? Decise di cercarlo il mattino dopo e di chiederglielo… ma soprattutto… doveva trovare la sua famiglia e salvarla. Non sapeva cosa fare… era ancora un novellino e tutte quelle rivelazioni forse erano state troppo per lui. Ma era meglio conoscere la verità… perché Loyalty non gli ha detto dei motivi che Shadow aveva per rapire la sua famiglia? “Non lo so… questa storia ha più punti oscuri di tutto il reparto vietato della biblioteca…” pensò Jack. Entrò nel suo dormitorio e, dopo aver poggiato il suo mantello nella sedia, notò un bigliettino sopra il tavolo. Era di Marah… “Ciao… cerca di non tardare troppo la prossima volta, il coprifuoco va rispettato se no ti becchi una punizione dei prof… lo dico per te!! Dimenticavo… domani c’è una “festa” di inizio anno ed è obbligatoria… ognuno ha il suo completo… il tuo e in camera tua te l’ha portato un professore e to lo poggiato la… notte e mi raccomando l’orario…”. Jack sorrise e, preso il suo mantello invisibile, entrò in camera sua. Chiuse la porta e sistemo il mantello sopra l’armadio. Non fece in tempo a cercare la sua divisa che bussarono alla porta.

- Avanti… - disse Jack

- Ciao… hai letto il biglietto? – disse Marah

Era in pigiama e si strofinava gli occhi con una mano, mentre nell’altra aveva un orsacchiotto.

- Si… bello l’orsetto… - disse Jack sorridendo

- Scemo… cerca di rientrare prima ok?

- Ero dal preside… - disse Jack

- Che hai combinato?

- No niente… doveva solo parlarmi…

- Menomale… uhaaa! Che sooonnooo! – disse Marah con uno sbadiglio

- Me ne sono accorto… dai ti accompagno in camera… - disse Jack

Le passò un braccio intorno al collo e la accompagnò a letto: dopo averla fatta coricare e rimboccato le coperte, le diede la buonanotte e uscì dalla sua stanza, dopo aver sentito un debole grazie della ragazza. Jack sorrise e andò a sdraiarsi tra le coperte del suo letto, chiuse gli occhi e ripensò alle parole del preside e all’oggetto che stava sopra l’armadio, un meraviglioso mantello dell’invisibilità.

6 – IL BALLO DI INIZIO SCUOLA

Il mattino seguente, si alzò di buon ora e, mentre guardò per un attimo il sole filtrare dalla finestra, si preparò per uscire. Si fece la doccia in pochi minuti, portandosi dietro la roba, per non fare brutte figure con Marah nel caso fosse nella sala. Erano le dieci e stava riordinando la sua stanza, quando sentì bussare alla porta: andò ad aprire e vi trovò Crystal e Alex che gli sorridevano.

- Ciao… vieni al ballo stasera? – disse Crystal

- Si… ma oggi non ce ne sono lezioni? - disse Jack

- No… sospese fino a domani… Chiedi a Marah se viene con noi… anche se non è del nostro anno… - disse Alex

- Credo che sia già uscita… come fate a sapere che condivido la stanza con lei?

- Perché la conosciamo e sappiamo che è anche sua questa stanza… - disse Crystal

- Ah… ok… aspettate un attimo, chiudo la porta e prendo le chiavi… - disse Jack

Una volta che ebbe chiuso per bene la sua camera, uscì dalla porta della stanza principale e si diresse con i suoi nuovi amici verso la mensa del Garden, che era stata adibita a festa togliendo tutti i tavoli come diceva Jack, e pensò a che avrebbe fatto dopo il ballo.

- Ma dopo ci sono le lezioni? – disse Jack

- No… di solito il primo giorno serve per presentarsi e conoscere i professori… ma hanno gia perso il vizio… ormai danno già i compiti, vedi Scorpius… - disse Crystal

- Hai ragione… - disse sorridendo Jack

- Senti Jack… io e Crystal dobbiamo dare una mano per la musica… ci vediamo dopo ok? – disse Alex

- Ok… a dopo… - disse Jack

- Alex incomincia ad andare, devo dire una cosa a Jack…

- Ok…

- Che mi devi dire? – disse Jack

- Nel centro di addestramento, scusa la ripetizione, proprio al centro… c’è un posticino carino dove potresti portare una tua amica… scegli bene mi raccomando! È una porticina grigia! Devo andare! Mi raccomando, Jack!

- Ok! Grazie del consiglio!

- E muoviti! – disse Alex

- Arrivo, arrivo! – rispose Crystal

E li vide sparire a malincuore oltre una porta vicino al palco. Jack uscì dalla mensa, dopo aver ordinato un paio di panini e un paio di bibite, e si diresse verso i giardini del Garden. Mangiò il suo primo panino, scolandosi un’aranciata. Guardò gli uccellini volare sopra un albero dove probabilmente avevano il loro nido. “Quanto vorrei essere libero come loro…” pensò Jack. Si alzò e andò verso la piazza del giardino dove c’era una persona con un cappotto grigio girata di spalle che parlava al telefonino.

- Ok… piccola, arrivi stasera? No, al ballo non ci sono… mi dispiace… devo fare una cosa per conto del preside… dai ora ti lascio… ciao piccola… - disse Dave

- Ehi! Dave! Che ci fai qui? – disse Jack

- Jack! Amico! No niente… parlavo con la mia ragazza di Timber e pensavo a cosa devo fare sta sera per perdermi il ballo!

- Che devi fare di così importante? – disse Jack

- Oh… niente di che… devo solo andare a combattere contro il guardiano del fuoco Ifrid… è una sorta di esame!

- Ahh… ok…

- Senti non è che ti potresti far vedere dopo mezzanotte all’uscita del Garden? Vorrei allenarmi con te con i gunblade… - disse Dave

- Ok… ci sto… ma se ci scoprono?

- Diremo che io ero in missione… e tu mi hai dato una mano… ok? – disse Dave

- Ok…

- Senti, ora devo proprio andare… ci vediamo stasera, ok? Ciao…

- Ciao Dave…

Il ragazzo uscì dal giardino lasciando Jack a pensare su questi esami che molto presto, a sua insaputa, avrebbe dovuto affrontare. Erano gia le due e così tornò nella sua stanza: Marah non c’era nemmeno questa volta… “Chissà dov’è andata…” pensò Jack. Prese il suo secondo panino e lo mangiò in pochi minuti, scolandosi l’altra aranciata. Entrò in camera sua e si sdraiò per riposare qualche oretta. Però non riusciva a dormire perché entrava e usciva Scorpius dicendo “Ti ho scoperto Leonheart… ora fatti toccare dai miei cappelli unti…” e Jack si inchinava mostrando la nuca. Erano le sette di sera quando Jack si svegliò: decise di prepararsi e di scendere alla festa subito. Si preparò con calma e, presa la divisa, si fece una doccia veloce. Una volta pronto, lasciò un messaggio a Marah dove diceva che sarebbe rientrato tardi perché doveva aiutare un suo amico a sconfiggere Ifrid. Così uscì dalla camera e fece volta verso la mensa. La musica era già partita e, poco alla volta, le persone si buttavano al centro della pista da ballo. Andò verso il muro e si appoggiò con le spalle ad esso. Si avvicinò un cameriere e prese da bere: stava gustando il suo bicchiere di spumante quando, seguendo una stella cadente, si soffermò su una ragazza al centro della pista da ballo. Essa notò Jack e gli fece un gesto con la mano: di tutta risposta, il ragazzo fece un cenno col capo e la ragazza si avvicinò. Era molto carina: era, più o meno, alta quanto Jack e aveva capelli e occhi neri. Indossava un abito da cerimonia bianco per l’occasione e sorrideva al ragazzo mentre si avvicinava.

- Sai che sei il più carino…? – disse la ragazza

- Grazie… - rispose Jack un po’ imbarazzato

- Vuoi ballare…?

- …………

- Che c’è? Non ti piaccio…? – disse la ragazza sorridendo

- No e che non so ballare… - disse Jack

- Non fa niente! Vieni! – disse la ragazza prendendolo per mano e portandolo al centro della pista

Jack fu trascinato a forza dalla ragazza al centro della pista: prese la mano di Jack e la mise nel suo fianco facendolo volteggiare. Jack si distrasse e andò a sbattere contro la ragazza: mormorò scusa e fece per andarsene, ma la ragazza lo trattenne e gli sorrise. Allora Jack si impegnò… incominciarono a ballare bene come due veri ballerini. Come, dopo due giravolte, si riunirono, guardarono i fuochi d’artificio sopra di loro.

- Scusami… ma devo andare… - disse la ragazza

- Ok… - rispose Jack

La ragazza andò verso un gruppo di persone dove c’era anche il professor Loyalty: chissà che cosa doveva dirgli. “Cavolo… non le ho chiesto nemmeno come si chiama… che stupido…” pensò Jack. Così uscì dalla mensa e si diresse verso i dormitori: in una panchina nella hall, vide una ragazza bionda molto familiare… era Marah. Si avvicinò alla sua compagnia e disse:

- Ehi! Ciao Marah… come mai non sei al ballo?

- Ciao Jack… e che non mi piace ballare… - disse Marah

- Vieni… ti porto in un posto che ho scoperto… - disse Jack

- Dove, dove??

- Seguimi!

I due andarono nel centro di addestramento e lo attraversarono fino ad arrivare al centro: Jack aprì la porta che gli aveva detto Crystal e, dopo aver chiuso gli occhi di Marah, si trovò all’esterno del Garden. Era un pianerottolo molto piccolo e non c’era nessuno. Era spettacolare: avevano davanti a loro un meraviglioso cielo stellato con tanto di luna piena. Inoltre, sempre davanti a loro, vi era il loro Garden che illuminava tutta la zona circostante con le sue luci allegre.

- Ahh! Ma è bellissimo! – disse Marah con le mani alla bocca

- Ti piace? – disse Jack sorridendo

- Tantissimo… - disse Marah

- Anche a me…

I due si abbracciarono e guardarono il garden e il cielo ancora per un po’. I due erano molto felici e non dissero niente: Jack guardò l’orario e vide che era mezzanotte meno cinque.

- Oh no… devo correre! Dave mi sta aspettando! – disse Jack

- Dave? Dave Almasy?

- Si… lo conosci?

- Stai alla larga da lui… non è molto affidabile…

- Ma no… è molto simpatico… te lo presenterò… scusa ora devo andare… - disse Jack

- Ok… ci vediamo dopo… - disse Marah

- Grazie… ciao…

Il ragazzo le diede un bacio sulla guancia e si mise a correre, percorrendo l’intero Garden al massimo della sua velocità. Si dimenticò il suo gunblade e tornò in camera a prenderlo. Presa la sua arma, uscì dal Garden quando era già mezzanotte e dieci. Dave lo aspettava seduto in una roccia con l’Hyperion in mano.

- Ehi Jack! Ma dov’eri? – disse Dave

- Stavo venendo ma mi ero dimenticato il gunblade… iniziamo? – disse Jack

- Con molto piacere…

I due incominciarono a combattere a suon di gunblade, nella notte che diventava sempre più scura. Dei due non prevaleva nessuno e fecero molte pause di pochi secondi per recuperare ossigeno. Dave era molto più agile e veloce, perché aveva un gunblade leggerissimo, ma Jack era molto più preciso e potente, dato che aveva sette chili di gunblade da maneggiare. Rimasero per più di mezzora così a combattere senza che nessuno prevalga. Jack colpì di seguito Dave senza lasciarlo respirare, fino a che Dave lo spinse via. Jack prese la rincorsa e, con il gunblade in una mano e con l’altra davanti, andò verso Dave. Quest’ultimo lanciò una palla di fuoco verso Jack, il quale alzò il gunblade verso il fuoco per difendersi: ma il colpo lo sbilanciò e lo fece cadere. Era stordito e non riusciva a mettere a fuoco la zona e la battaglia: Dave stava alzando il suo gunblade e colpì con violenza Jack sulla fronte. Nel viso di Jack uscì una cicatrice spaventosa e sanguinante nella piccola fronte. Jack non ci vide più… aveva ragione Marah… raccolse tutte le energie che gli rimasero e colpì Dave nello stesso punto, mandandolo a sbattere contro una roccia e facendolo svenire. Jack stava per perdere i sensi e, con le poche energie rimaste, si trascinò all’entrata del Garden. Vide una delle guardie e avvicinata ad essa disse:

- Aiuto… c’è anche un altro ragazzo la… andate ad aiutarlo… - disse Jack

Il ragazzo si accasciò al suolo: una delle guardie corse verso di lui e lo prese in braccio per portarlo in infermeria. L’altra guardia corse fuori per cercare Dave: prima di quest’epico duello, Jack pensava di aver trovato un amico… ma si era sbagliato… che giornata strana. Solo poche ore fa era preoccupato di una ragazza e del suo primo ballo di inizio scuola…

7 – IL PRIMO ESAME

Il mattino seguente, Jack si svegliò di buon ora: era in infermeria. Si toccò la fronte e notò che aveva una vistosa benda dove sotto probabilmente c’era il punto colpito da Dave. Perché lo aveva colpito così duramente? Era solo un allenamento o era qualcos’altro? Conosceva qualcosa sui suoi genitori e per questo gli aveva chiesto di sfidarlo di notte, all’insaputa di tutti?

- Oh, buongiorno! Vedo che si è svegliato signor…? – disse un’infermiera

- Giorno… Leonheart… Jack Leonheart… - disse Jack

- Leonheart eh? Sei il compagno di stanza di Marah..? Ti faccio venire a prendere da lei… - disse l’infermiera

Si alzò e prese la cornetta del telefono che era attaccato alla parete: fece un numero di due cifre e aspettò la risposta.

- Signorina Treepe? Sono la dottoressa Reina… può passare in infermeria a ritirare il suo compagno di stanza? No, non ha niente… il peggio è passato… gli rimarrà solo la cicatrice… va bene… arrivederci… - disse la dottoressa Reina

- Uffa… - disse Jack

- Stai lì… Marah sta arrivando… l’hai fatta preoccupare… - disse la Reina

- Si come no… - disse Jack senza farsi sentire

Aspettò dieci minuti coricato nel letto dell’infermeria, dopodichè si aprì la porta della stanza: Marah aveva la divisa e lo guardava severamente. Sospirò e si avvicinò dicendo:

- Jack… te l’avevo detto… non ti devi fidare di Dave… - disse Marah

- Si... non commetterò lo stesso errore due volte... - disse Jack

- Non dovevi fidarti di lui... - disse Marah abbracciandolo

- Dai... non fare così... - disse Jack

La ragazza stava piangendo sopra il ragazzo: Jack stava accarezzando i suoi capelli e tentava di rassicurarla. La porta dell'infermeria si riaprì e si sentì una voce che disse:

- E' dentro?

- Si... è con l'amica... siete pazzi voi due...

- E' solo colpa mia...

- Come vuoi... entra pure... - disse l'infermiera

La porta della stanza di Jack si aprì e all'entrata c'era nientemeno che Dave.

- Jack... scusami... forse ho esagerato un pò... - disse Dave

- Sei sicuro di essere sincero...? - disse Jack

- Jack non fidarti... è il figlio di Seifer! Il vecchio cavaliere della strega Edea! - disse Marah

- E brava... guarda che ero venuto a spiegarglielo... ma io non sono come mio padre...

- Davvero? Vai a raccontarlo a qualcun'altro... io non fido assolutamente di te! - disse Marah

- Senti Marah... tu non sai niente... niente di quello che ho passato io! Tutti sanno che sono il figlio di Seifer... ma io non l'ho mai conosciuto... perchè uno stregone di nome Shadow ha rapito sia lui che mia madre... tu non sai che significa vivere con una famiglia che non è la tua e poi essere mandato in un orfanotrofio perchè non potevano mantenermi... non sai cosa significa scoprire che la tua famiglia era un'altra...

- Cosa...? Hai detto Shadow? - disse Jack

- Si... quel farabutto... e mia madre era anche incinta di pochi mesi... - disse Dave

- Anche i miei e mia sorella sono stati rapiti dallo stesso stregone... Shadow... - disse Jack

- Davvero? E anche tu hai vissuto in un'altra casa? - disse Dave

- Si... e poi sono stato trasferito in un orfanotrofio per lo stesso motivo... - disse Jack

- E così hai iniziato a combattere i mostri all'esterno dell'orfanotrofio...

- Con il tuo gunblade... - disse Jack

- Fidandoti solo di te stesso... - disse Dave

- Eri solo... e nessuno ti amava veramente... - disse Jack

- Ma poi l'occasione del Garden... - disse Dave

- E tutto cambia... nuovi amici... - disse Jack

- Nuove conoscenze...

- La smettete di dire scemenze?? - disse Marah sorridendo

In effetti, non aveva mai provato tutte queste sensazioni: sembrava strano che i due avessero tante cose in comune. Ora avevano anche una vistosa benda sulla fronte, che si sarebbero trasformate in cicatrice. Marah guardava l'amico sorridere come non aveva mai visto: aveva trovato come un fratello. Jack sorrise alla ragazza e la abbracciò.

- Sai Jack... forse dobbiamo fare qualcosa... - disse Dave

- Come cercare i nostri genitori? Il mio si chiama Squall... Squall Leonheart! - disse Jack

- Cosa?? Il figlio di Squall?? - disse Marah

- Si perchè? - disse Jack

- No... niente... ha solo salvato il mondo da Artemisia! Con mia madre, Irvine Kinneas e Selphie Tilmitt… - disse Marah

- Eh?? Davvero? Non lo sapevo! Come si chiama tua madre? – disse Jack

- Mia madre Quistis Treepe e mio padre si chiama Mark Aegis… - disse Marah

- Uhm… come mai ti chiami Treepe e non Aegis? – disse Jack

- Perché lo hanno deciso loro due… mio fratello, se ne avrò uno, lo chiameranno Aegis di cognome… - disse Marah

- Ah… ok… che ne dite di uscire da qua? Di pomeriggio abbiamo lezione… io dovrei andare alla mia di arte guerriera, purtroppo un’ora, e due di corso base di guardian force… poi un’altra di arte magica… - disse Jack

- Io ho le stesse lezioni… ma le seguo con un altro professore perché sono un guerriero puro, anche se a volte uso le magie, non si può però… io seguo anche una materia in meno di voi… non ho bisogno di studiare le magie… - disse Dave

- Uhm… no, io seguo un corso da strega, e quindi ho da portare, fino al terzo anno, arte magica, stregoneria e corso sui guardian force… mentre tu dovresti portarti arte guerriera e arte strategica oltre al corso sui gf… vero? – disse Marah a Dave

- Si… esattamente… allora, preso tutto? – disse Dave a Jack

- Si… andiamo? – disse Jack

- Andiamo!

I tre uscirono dall’infermeria parlando allegramente di tutto e di più: Marah restava con Jack a braccetto e gli sorrideva sempre più spesso. Anche Jack ricambiava felicemente: una volta giunto nella loro camera del dormitorio per poter poggiare il gunblade, vide che c’erano Crystal e Alex che li aspettavano.

- Crystal! Alex! Come va? – disse Jack

Fate le presentazioni con Dave continuarono a parlare per un po’. Jack entrò a poggiare il gunblade nella sua camera e uscì poco dopo. Erano le dieci e mezza e decisero di passare la mattinata in giardino parlando di loro e di quello che avevano i genitori di Jack, Crystal, Marah e Alex. Dave sorrideva allegramente e Jack non voleva toccare il tasto di suo padre… perché aveva trovato un fratello e ciò che aveva fatto il padre durante un momento di follia non centrava in quella mattinata così felice. Sembrava essersi formato una sorta di gruppo tra di loro: sembrava che i leader erano Jack e Dave. Una persona sorrideva a questa situazione: il preside Loyalty guardava da una finestra e sorrideva molto allegramente.

- Dimmi Ginevra… sono Jack, Dave, Marah, Alex e Crystal quelli? – disse Loyalty

- Si… non sembra una sola coincidenza… Leonheart, Almasy, Treepe, Tilmitt e Dnicht… - disse la Mannitt

- Io insegnavo quando c’erano i loro genitori… facevo arte degli elementi… - disse Loyalty

- Si… io ero al secondo anno di specializzazione quando sono arrivati loro… non si conoscevano ma avevano, più o meno, tutti la stessa età… e provenivano dallo stesso orfanotrofio… quello della moglie del preside Cid…

- Si… ma sembrava che non si conoscessero… eppure per molto tempo della loro vita sono vissuti assieme… mi ricordo il padre di Dave e quello di Jack… sempre in lotta tra di loro… Squall era sempre da solo e Seifer voleva essere al centro dell’attenzione… Squall lo ignorava e allora si picchiavano… - disse Loyalty

- Si… quante punizioni hanno passato insieme… eppure non ricordavano la loro infanzia… oppure Squall e Seifer sapevano ma erano solo gli altri a non ricordare? – disse la Mannitt

- Forse è così… c’è da dire che la teoria della loro dimenticanza era per colpa dei guardiani… Quistis, Selphie e Zell sono entrati insieme e hanno usato i GF da allora… ma Squall e Seifer sono entrati insieme… e si ricordavano tutto… - disse Loyalty

- Si… può essere…

Intanto, Jack e gli altri stavano lasciando il giardino: era l’una. E molti di loro avevano fame… più o meno tutti. Andarono in mensa e si misero a mangiare, parlando allegramente tra di loro: il preside e la professoressa Mannitt avevano lasciato da parte l’argomento dei genitori dei ragazzi e avevano incominciato quello degli esami primari. Il primo esame era quello del corso base dei guardian force.

- Più che altro è un esame sull’arte guerriera e magica di ogni individuo… sarà bello vedere come se la caveranno Jack e gli altri… - disse Loyalty

- Sicuro… che ne dici di metterli insieme per vedere come se la cavano in gruppo? – disse la Mannitt

- Si… lo credo anche io… ma chimica di squadra si vede quando sono presenti tre elementi diversi all’interno di uno stesso gruppo… ancora non abbiamo molta differenza tra Dave e Jack per metterli nello stesso gruppo… - disse Loyalty

- Può essere… ma Dave può agire da spalla… e Jack da bulldozer… mentre la signorina Treepe potrebbe essere il mago della situazione… - disse la Mannitt

- Contro Ifrid non c’è problema… potremo verificarlo di persona…

- Vediamo prima se qualcuno ha già passato quest’esame… non lo sapevo… ma Dave ieri notte è già stato lì e ha sconfitto il demone… - disse la Mannitt

- Questa non ci voleva… la signorina Tilmitt e il signor Dnicht non hanno avuto esperienze in combattimento prima d’ora… quindi non credo sia buona idea inserirvi uno di loro tra Marah e Jack… lasciamoli andare da soli…

- Ma signor preside..!

- Se la caveranno… credo che sceglieranno venti minuti di tempo per entrare e uscire dalla grotta… vedrai… - disse Loyalty guardando fuori dalla finestra e dando le spalle alla professoressa

- Si… come vuole… manderò un professore ad avvisarli che un’ora del corso sui GF la dedicheranno all’esame Ifrid…

- Una volta superato quell’esame, ne avranno un altro fa tre mesi per testare le capacità fino ad allora acquisite… in caso di superamento, diventeranno Seed di primo grado… - disse la Mannitt

- Esattamente… senti Ginevra, per ora non dobbiamo far altro che vedere come andranno le cose… ora dimmi cosa ti aspetti da quel ragazzo…

- Gli ha raccontato dei suoi genitori? – disse la Mannitt

- Si… anche a Dave… - disse Loyalty gravemente

- Allora è tutto chiaro… andrà in ogni Garden dopo aver imparato tutto in questo, molto probabilmente si specializzerà nell’elemento sacro, e andrà da loro… anzi, insieme a Dave e agli amici, andrà da lui…

- Anche tu hai avuto la stessa sensazione vero? – disse Loyalty

- Si… credo che alla fine voglia andare a uccidere Shadow e riprendersi la sua famiglia…

- Purtroppo sarà così… e io non lo fermerò… anzi, gli fornirò tutte le informazioni e tutte le armi che posso dargli… - disse Loyalty

- Lo immaginavo… ma, secondo me, è meglio così… - disse la Mannitt

Il preside si limitò a sorridere e, dopo che discussero su altri argomenti più o meno importanti, la professoressa lasciò lo studio per rientrare nel suo ufficio per preparare la sua lezione.

- Jack… stai attento la fuori… ci sono inganni e pericoli che nemmeno io mi immagino… ma, finché potrò, cercherò di aiutarti… - disse Loyalty guardando il ragazzo parlare allegramente con i suoi amici

Si erano fatte le tre e mezza e, Jack e gli altri, avrebbero avuto le loro lezioni mezzora dopo, a iniziare dalla sua prima lezione di arte guerriera. Salutati i loro amici, Jack e Marah tornarono verso la loro camera. Sulla porta della loro camera c’era un biglietto che diceva: “Si comunica al signor Leonheart e alla signorina Marah che, la seconda ora del loro normale corso di base per l’addestramento dei GF, verrà impiegata in un primo esame per verificare le vostre potenzialità. L’appuntamento è all’entrata del Garden alla fine della seconda ora di lezione: ci sarà un professore che vi spiegherà il vostro obiettivo.” Jack lo rilesse un’altra volta come per riuscire a credere ai propri occhi: un esame? Ma era appena arrivato! Come potevano pretendere una verifica delle sue potenzialità?

- Senti Jack… non so a cosa andremo incontro, ma insieme potremo farcela… - disse Marah

- Non è per paura… ma a cosa andremo incontro? – disse Jack

- Non lo so… so solo che finché starò con te, non mi accadrà nulla di male… - disse Marah

- Ci puoi giurare… - disse Jack abbracciandola

I due entrarono nella loro stanza abbracciati e si distesero nel letto della camera di Jack. Il sole entrava dalla grande finestra posta al lato della stanza e illuminava notevolmente la stanza.

- Sai… non sono mai stata così bene con un ragazzo… anche perché non ho mai avuto una storia seria con un ragazzo…

- Anche io… ma forse è meglio non fare troppi passi alla volta, eh? – disse Jack sorridendo

- Si… in fondo non ci conosciamo molto bene ancora… potrei scoprire che sei un infido cattivone! – disse Marah colpendolo con un cuscino

- Ah! Cattiva! Mi hai fatto la bua! – disse Jack colpendola anche lui con un cuscino

I due rimasero per un po’ a darsele a cuscinate fino a che si stancarono dopo dieci minuti. Marah era sopra il ragazzo e lo guardava sorridere. Il suo viso si faceva sempre più vicino, ormai vedeva chiaramente ogni singola ciglia della ragazza. Quando si separarono si guardarono un attimo e si baciarono un’altra volta.

- Quanta strada abbiamo fatto eh? – disse Jack

- Si… non dovevamo conoscerci meglio? – disse Marah sorridendo

- Ehm… si, più o meno!

- Scemo! Oh no! Sono le quattro meno dieci! Abbiamo lezione ora! – disse Marah uscendo velocemente dalla loro stanza e portandosi dietro il ragazzo

- Giusto! Andiamo, andiamo! Abbiamo tutto l’esame per stare insieme! – disse Jack sorridendole e correndo dietro di lei

- In effetti! Bacio! – disse Marah che era giunta nella sua classe

I due si scambiarono un bacio veloce e la ragazza entrò nella sua classe. Jack corse più che poté verso la sua aula. Arrivò giusto in tempo: il professore stava entrando da una porta affianco alla cattedra.

- Buongiorno… io sono il professor Tyron… e vi insegnerò la nobilissima arte guerriera…

Era un professore alto e robusto: indossava una giacca nera e dei pantaloni dello stesso colore. I suoi capelli erano biondi e gli occhi erano azzurri con alcune tonalità di verde.

- Come vedete, l’aula è molto spaziosa, questo perché ho chiesto al preside Loyalty di darmi la possibilità di fare della pratica… purtroppo abbiamo poco tempo e, dato che una persona tra di voi dovrà fare l’esame, dedicheremo il tempo solo a questa persona e intanto vi spiegherò alcune fondamenta di quest’arte molto difficile… il signor Leonheart si faccia avanti… - disse Tyron

- Si sono io… - disse Jack

- Bene… se non sbaglio hai un gunblade… prendilo… - disse Tyron

- Si… eccolo qui…

Jack prese il suo fidato gunblade e lo alzò in aria: tutti ammiravano il simbolo inciso sulla parte della lama. Un gran tribale a forma di leone.

- Bene… come potete notare, è un gunblade di tipo pesante, un Revolver… infatti, va preso a due mani e non a una mano, a meno che non si vogliano rischiare fratture ai polsi… - disse il professore

- Si… uso questo gunblade perché predilige la potenza e la precisione… - disse Jack

- Si… questi gunblade sono utilissimi se uno ha un alta forza fisica… ma esistono anche dei gunblade di tipo leggero, come un Hyperion: i gunblade leggeri prediligono la velocità e la destrezza o agilità, la capacità di schivare gli attacchi fisici… - disse Tyron

Gli studenti presero appunti dal professore e chiesero di più su altre armi, come per esempio i bastoni e le aste magiche, gli archi, le balestre e tutte le armi a gittata, utili soprattutto ai guerrieri - maghi.

- Ora, come forse avrai potuto notare, esistono diversi tipi di munizioni… ci sono le normali, che hanno un piccolo effetto di potenza sul colpo, le potenziate, che hanno un effetto molto più elevato rispetto alle normali, e le speciali, che vanno maneggiate con cura…

- Perché le speciali vanno usate con cautela? – disse Jack

- Un gunblade come il tuo… al massimo può reggere lo scoppiò di tre munizioni in tutto durante l’arco di tempo del suo utilizzo… - disse Tyron

- E se usassi anche il quarto? – disse Jack

- Il quarto colpo farebbe esplodere il tuo gunblade… solo il Lionheart regge colpi infiniti di quel tipo di munizioni e forgiare un’arma simile non è molto semplice… - disse il professore

- Capito… - disse Jack

- Ora… voglio insegnarti una tecnica costituita da colpi a raffica… si chiama Renzokuken…

- Va bene… - disse Jack

Il professore insegnò tutti i movimenti che Jack doveva fare con il gunblade per eseguire il Renzokuken. Era molto difficile, perché il gunblade era molto pesante. Il professore spiegò che in rari casi un principiante imparava il Renzokuken in un’ora scarsa e che, una volta usato, dovrà passare un po’ di tempo prima del suo riutilizzo. Infatti, l’utilizzo di quella tecnica richiedeva una quantità immensa di sforzo e, una persona normale, riusciva ad usarlo circa tre volte, se con un avversario con molta resistenza.

- Bene Jack… ora hai capito più o meno cosa devi fare per utilizzare il Renzokuken… - disse Tyron

- Professore… quanti colpi si riescono a eseguire mediamente con il Renzokuken? – disse Jack

- Un valore tra quattro a otto colpi… con un gunblade leggero, si raggiungono i dodici colpi, ma ovviamente sono meno potenti… - disse Tyron

- Ho capito…

- Questa tecnica ti servirà sicuramente oggi… mi raccomando, ricordati di usare la magia Aura prima di iniziare il Renzokuken…

- La magia Aura? Ma non la conosco… - disse Jack

- Non c’è problema… ti passo io la formula magica per poterla evocare… devi richiamare tutta la concentrazione possibile e evocare la magia dicendo Aura… ricorda che sentirai una forza incredibile… ma dura poco, circa dieci secondi, giusto il tempo per poter eseguire un Renzokuken… e non si può usare molte volte perché anch’essa spreca molta resistenza… - disse Tyron

- Bel problema… ok, ho capito… la potrò usare solo una volta contro Ifrid… - disse Jack

- Si… ma avrai altre armi a disposizione contro di lui… ora è finita l’ora… ci vedremo alla prossima lezione… - disse Tyron

- Che sorta di armi, professore?

- Che lezione hai ora? – disse Tyron

- Corso base dell’addestramento GF…

- Bene… ti forniranno due Guardian Force, Quetzal, di elemento Tuono, e Shiva, di elemento ghiaccio… in teoria, potresti usare Shiva che è di elemento opposto a quello di Ifrid, ma toglie tutto il succo del divertimento… - disse Tyron

- Ho capito cosa intende… va bene… alla prossima… - disse Jack uscendo dall’aula

- Che ragazzo interessante… - disse Tyron sorridendo

Jack uscì dall’aula e fece rotta verso l’aula del corso sui Guardian Force. Che cosa avrebbe fatto con Marah per far fuori Ifrid? Sarebbe stato molto difficile? Molte domande si affacciavano nella mente di Jack, in vista del suo primo esame…

8 – IL DEMONE DEL FUOCO

Giunse in pochi secondi davanti all’aula della sua prossima lezione: stando alle istruzioni, avrebbe dovuto fare solo un’ora di quel corso e scoprì, molto allegramente, che vi faceva parte anche la ragazza.

- Marah! Faremo il corso insieme? – disse Jack

- Ciao Jack! Si… credo di si! Beh, meglio così, no? – disse Marah sorridendo

- Assolutamente si…

- Questa è una mia amica… si chiama Lilly Heartilly… - disse Marah indicando una ragazza a fianco a lei

- Piacere… Ja… ma tu sei quella ragazza del ballo!

- Si e tu sei quello che non voleva ballare! – disse Lilly

- Eheh! Piacere… mi chiamo Jack… l’altro giorno te ne sei andata di corsa e non mi hai detto nemmeno il tuo nome! – disse Jack sorridendo

- Beh! Mi fa piacere che vi conosciate! Cos’è questa storia del ballo? – disse Marah sorridendo verso Jack

- No, niente… mi ha chiesto di ballare e io ho accettato… - disse Jack tranquillamente

- Ahh pensavo! – disse sorridendo Marah

- Che intendi dire?? – disse Jack

- Scherzavo, scemo! – disse Marah abbracciandolo

- Lo so, lo so… - disse Jack

- Occhio alla professoressa! – disse Lilly indicando una professoressa che entrava dalla porta dell’aula

- Eheh… - disse Jack

La professoressa entrò silenziosamente con una borsetta nera in una mano. Poggiata la borsetta nella cattedra, diede un’occhiata veloce alla classe e aprì il registro. Era una donna molto bassa con una giacca nera sulle spalle e un completo verde sotto di essa. I suoi capelli erano raccolti in una coda ed erano biondi, mentre i suoi occhi severi erano neri.

- Signor Leonheart? Signorina Treepe? – disse la professoressa

- Io sono Leonheart…

- Io Treepe…

- Bene… io sono la professoressa Frizzy e insegno ad addestrare i guardian force… - disse la professoressa

- Capito… - disse Jack

- Qui dovrete stare solo un’ora, durante la quale spiegherò le basi sui guardian force e le abilità… poi vi darò i junction dei due primi guardiani Shiva e Quetzal…

- Va bene… - dissero Jack e Marah all’unisono

- Ora aspettiamo che gli altri studenti arrivino e incomincerò la prima lezione… - disse la Frizzy

I due si sedettero vicini e incominciarono a parlare, coinvolgendo anche Lilly. La ragazza era venuta solo per la teoria e poi avrebbe fatto l’infermiera o il medico nell’ospedale del paese. Jack e Marah avevano altre ambizioni: dopo aver salvato la sua famiglia, si sarebbe sistemato eseguendo delle missioni per Seed che gli avrebbero amministrato i vari capi delle città o dei Garden. Marah, invece, voleva continuare a rimanere nel Garden come professoressa, soprattutto voleva insegnare Arte degli elementi. Una volta che gli studenti furono tutti ai loro posti, la professoressa fece di nuovo le presentazioni e incominciò la lezione dicendo che, questo corso, era molto importante nella formazione di un guerriero. I guardian force erano entità sovrannaturali aventi dei poteri derivanti dagli otto elementi esistenti nel mondo. Ne esistevano sedici ed erano sparsi per il mondo: per motivi sconosciuti, hanno distrutto la dimora di Quetzal e Shiva e, l’unica persona che aveva tutti i GF, ha fondato il Garden e ha condiviso i suoi Junction, solo quelli dei due guardiani, con i professori e, i vari studenti, ne acquisivano il potere solo il giorno dell’esame con Ifrid. La professoressa Frizzy incominciò a dettare degli appunti e tutti scrivevano: era molto interessante, anche se non amava tutta quella teoria.

- Bene… è arrivata la fine dell’ora… Leonheart… Treepe… volete seguirmi? – disse la Frizzy

I due seguirono silenziosamente la professoressa, senza chiederle niente: entrarono in una porta a fianco alla cattedra, come tutte le aule, e si ritrovarono nell’ufficio della professoressa. Era una stanza molto ordinata e molto spaziosa. Aveva tre armadi stipati ai lati della stanza mentre, alla fine della stanza attaccato al muro c’era un letto. La Frizzy si mise dietro la scrivania al centro della stanza e prese un paio di piccoli computer.

- Bene… uno a testa… - disse la Frizzy

- Come li dobbiamo usare? – disse Jack

- Con questi mini-computer potrete controllare i vostri Guardian Force e le vostre abilità… e anche i vostri Junction… il metodo di impostazione, avviene automaticamente come toccate il vostro computer… - disse la professoressa

- Capito… ma come riusciamo a capire che abbiamo dei nuovi guardiani…? – disse Marah

- Accendete i vostri computer…

Jack accese il suo mini-computer e vide scritto: “Poggiare le proprie dita per il rilevamento impronte”. Jack fece come diceva per tutte e cinque le dita e, a fine processo, il mini-computer aveva elaborato una scheda con tutti i suoi dati. “Studente Jack Leonheart, GF scelti Quetzal e Shiva.”. Non appena il computer finì i suoi calcoli, Jack sentì come una carica elettrica pervadergli il corpo e poi un brivido di freddo che saliva lungo la schiena.

- Ecco… ora avete appena acquisito i vostri due primi GF… Quetzal e Shiva… il primo di elemento tuono, il secondo di elemento gelo… - disse Frizzy

- Si in effetti mi ero accorto dall’effetto che mi ha provocato… - disse Jack sorridendo

- Si… una carica elettrica e un brivido di freddo… non ha niente a che vedere con i due GF… la carica serve a unirvi con i GF, il brivido è una sorta di ritorno di fiamma… - disse la professoressa

- Ah… capito…

- Saputello! – disse Marah sorridendo

- Eheh… senta, ci può dire qualcosa di più su Ifrid? – disse Jack

- Solo una cosa… che è di elemento fuoco… e non potrete utilizzare Shiva… - disse la professoressa

- Perché? – disse Jack

- Perché la zona dove abita Ifrid è stato aggiunto un incantesimo che annulla l’effetto dei GF…

- Uffa… - disse Marah

- Vabbè… ce la caveremo… - disse Jack

- Se siete pronti, potete andare a prendere le vostre armi… un professore all’uscita vi aspetta già da dieci minuti… lo avvertirò che fra cinque minuti, massimo dieci, sarete li… andate… - disse la professoressa rientrando in classe

Jack e Marah uscirono dalla classe e fecero rotta verso la loro stanza per recuperare le loro armi. Jack frugò il suo computer e vide un’abilità interessante: attacco elementale. Permetteva, a chi la equipaggiava, di unirsi a una magia elementale per poter provocare più danni a nemici di elemento opposto a quello della magia unita al guerriero. Così, una volta raggiunta l’entrata e aver parlato con il professore, si diressero verso una grotta a est. Essendo in un’isola, non sarebbe stato difficile trovare la grotta: Jack ebbe l’idea di assimilare, tramite un’abilità di un GF, delle magie di elemento gelo, per agevolare la riuscita del loro esame. Una volta soddisfatti della loro sintonia in battaglia, fecero volta verso la grotta. Camminavano mano per la mano guardando il sole sparire oltre l’orizzonte, tingendo il cielo di arancione. Giunsero finalmente alla grotta e videro che, all’entrata, c’erano altri due professori; uno dei professori si avvicino a Jack e disse:

- Siete la matricola Leonheart e la matricola Treepe?

- Sissignore… io sono Leonheart… - disse Jack

- Io sono la matricola Treepe… - disse Marah

- Bene… scegliete in quanto tempo volete finire l’esame… dev’essere un valore tra 10 ai 40 minuti… ovviamente, più è basso il valore e più sarà alto il voto che avrete a fine esame… - disse il secondo professore

- Capito… venti minuti penso possano bastare, vero Marah? – disse Jack

- Si… lo credo anch’io… - disse Marah

- Venti minuti… - disse Jack al professore

- Va bene… buona fortuna allora… - disse il professore

- Se in venti minuti non sarete qui, andremo a cercarvi e dovrete ripetere l’esame un’altra volta… - disse il secondo professore

- D’accordo… andiamo Marah…

- Ok…

Jack e Marah entrarono nella grotta, dopo che i due professori si fecero da parte per farli passare. All’entrata della grotta c’era molto buio e non si vedeva molto: man mano che entravano dentro la grotta, nel suolo si stava formando un alone arancione, come il bagliore che provocano delle fiaccole… ma si sbagliava. Erano arrivati davanti ad un sentiero di roccia e, ai lati di questo sentiero, c’erano fiumi e fiumi di lava che scorrevano silenziosi.

- Jack… ho paura… - disse Marah

- Tranquilla… finché ci sarò io, non ti succederà nulla… - disse Jack abbracciandola

- Lo so… grazie… - disse Marah baciandolo

- Dai… ora concentriamoci sull’esame eh? – disse Jack sorridendo

- Scemo! Allora non ti bacio più! – disse Marah

- Uffa scherzavo! – disse Jack

- Anch’io… sono passati dieci minuti! Ne abbiamo solo altri dieci per uccidere Ifrid! Andiamo! – disse Marah

Jack annuì e affrettò il passo verso l’unica via seguibile mentre Marah lo seguiva da dietro. Arrivarono davanti ad un cratere pieno di lava e si guardarono attorno.

- Niente di strano…? – disse Marah

- No… non ancora almeno… - disse Jack

- Chi osa disturbare il demone del fuoco, Ifrid? – disse una voce cavernosa

Dal cratere si levò una nube molto densa di vapore e, all’interno di essa, si formò una figura scura. Dopo che la nube si diradò, il guardiano mise i propri piedi nel terreno vicino ai due. Marah era terrorizzata.

- Marah che fai? Tira fuori la tua arma! – disse Jack

- Non c’è la faccio! Jack…! – disse Marah

- Marah! – disse Jack

- Avete deciso o no cosa fare? – disse Ifrid

- Marah… non cedere alla paura… ti prego… - disse Jack tirando fuori il suo gunblade

- … d’accordo… ci proverò… - disse Marah sfoderando la sua frusta

- Era ora! – disse Ifrid

Dal suo corpo uscì un’aura strana, di colore rosso: Jack si legò alla magia Blizzard, di elemento gelo e si preparò alla battaglia. Anche Marah fece la stessa cosa e allungò la sua enorme frusta. Ifrid li guardò e fece calmare la sua aura. Jack si gettò all’attacco, colpendo il guardiano con molti fendenti del suo gunblade, che aveva assunto un colore bianco per la magia a cui era legato. Ifrid si difendeva come poteva dagli attacchi feroci del ragazzo. Era un demone simile a un leone, dotato di un enorme palco di corna, con una grande criniera nera che scendeva lungo la sua schiena. La sua pelle era di un colore simile all’arancione e aveva dei bracciali d’oro nei polsi, anche un paio di orecchini dello stesso materiale. Jack continuava ad attaccare il guardiano mentre Marah lo supportava con delle magie come Protect e Shell, per proteggerlo dagli attacchi del mostro. Dopo un’altra raffica di colpi, Jack si stava preparando ad eseguirne un’altra contro il nemico ma Ifrid stava caricando il suo colpo migliore.

- Bene, bene… forse è arrivato il momento di incominciare a fare sul serio… Fiamme infernali! – disse Ifrid

Dalle sue braccia si stavano formando delle alte fiamme che si stavano concentrando tutte verso l’alto. Una volta che dalle sue braccia finirono di fluire le fiamme, sopra la testa di Ifrid si era formato un meteorite fiammante. Il guardiano lo lanciò verso i due avversari e, per poco, non colpì Jack: ma, delle schegge, colpirono Marah, che si era difesa con la sua frusta, limitando i danni. La ragazza era a terra e non si rialzava.

- Marah! – disse Jack

Guardò Ifrid negli occhi e disse:

- Tu… la pagherai… per quello che hai fatto… a Marah…

Intorno al ragazzo, si stava formando un’aura color oro e si stava sempre più espandendo. I suoi cappelli incominciarono ad alzarsi in aria. Mentre gli occhi stavano assumendo una tonalità di azzurro: dopo pochi secondi, Jack incominciò ad urlare e fece esplodere tutta la sua rabbia come la sua aura. Intanto, Marah si era risvegliata e cercò con lo sguardo il ragazzo: rimase a bocca aperta a ciò che era diventato Jack. I capelli erano diventati lunghi e biondi e stavano tutti in aria. Le sopracciglia erano diventate bionde come i capelli, mentre gli occhi erano diventati azzurri. La sua aura continuava a splendere nella caverna, molto più di quella di Ifrid. Prese il suo gunblade e disse:

- E ora a noi due… Renzokuken! – disse Jack

Colpì violentemente il guardiano, che retrocedeva per i colpi subiti: continuava a colpirlo senza fermarsi e, nonostante il professor Tyron gli disse che molto probabilmente sarebbe riuscito ad eseguire un solo renzokuken da massimo otto colpi, Jack riuscì a superare quel limite e a eseguire un Renzokuken da ben sedici colpi. Una volta che finì il Renzokuken, affondò la lama rovente nel pietrisco del suolo sotto di lui e disse prendendo la rincorsa:

- Colpo imperiale!

Colpì così forte il guardiano che si alzò da terra e lo mandò a sbattere contro la parete rocciosa che costeggiava il cratere da dove era venuto. Jack guardava il proprio nemico rialzarsi a malapena in piedi e dire:

- Forse ho sottovalutato il mio avversario…? Il mio potere sarà al tuo servizio… - disse Ifrid

- Ce l’ho fatta… ah… - disse Jack accasciandosi a terra

L’aura color oro era svanita così come era venuta e, il suo aspetto, era tornato alla normalità. Il suo gunblade era a terra a fianco a lui e il ragazzo continuava a rimanere a terra, senza dare segni di vita.

- Jack…? Jack! – urlò Marah correndo verso il ragazzo

Si gettò sopra di lui e subito si tolse, perché il suo corpo sembrava appena uscito dal forno. Scottava come se fosse lava: Marah prese il gunblade del ragazzo ed evocò Ifrid affinché lo portasse al di fuori della caverna. Ifrid fece salire anche la ragazza e, in pochi secondi, poco prima della fine del tempo limite, riuscirono ad arrivare all’esterno della caverna. I professori presero Jack e, mentre giungeva la sera, abbandonarono l’entrata della caverna abitata dal demone del fuoco.

9 – UNA NUOVA AVVENTURA

Era notte: la fresca brezza marina proveniente dalla finestra aperta vicina al suo letto. Aveva la vista appannata e sentiva delle voci provenienti dalla stanza accanto. A quanto pare, erano arrivati a una discussione molto accesa, perché sentiva che le voci erano più alte e lasciavano pensare a un discorso attento e concitato. Si toccò il viso e notò che la sua vista era appannata a causa di un panno poggiato sopra i suoi occhi: lo tolse e si mise a sedere nel letto. Si toccò la fronte un attimo e la sentì scottare. “Ma che è successo…?” pensò Jack. Si ricordò che, pochi minuti fa, forse ore, aveva combattuto contro Ifrid, che aveva visto cadere Marah svenuta a terra a causa dell’attacco di Ifrid e poi… buio. Non ricordava nient’altro… che era successo? Prese il suo gunblade che era poggiato nel tavolino vicino al letto: nel farlo, fece cadere inavvertitamente un bicchiere, mandandolo in frantumi.

- Cos’è stato? – disse una voce femminile dalla stanza a fianco alla sua

- Non lo so… forse si è svegliato… - disse un’altra voce

- Andiamo a vedere…

La porta della stanza si aprì e, nell’entrata, c’erano Marah e l’infermiera Kadowaki. Le due lo guardarono in cagnesco, dato che il ragazzo si era prestato tanto per non farsi trovare con i cocci del bicchiere in mano.

- Jack! Stai bene! – disse Marah

- Si… più o meno… - disse Jack

- No… per niente… hai ancora la febbre… mi dispiace ma non ti muoverai da qui sta notte… - disse l’infermiera alludendo alla ragazza vicino a lei

- Uffa… - disse Jack coricandosi nel letto un’altra volta

- Dai… rimango con te… - disse Marah

- Davvero? Grazie! Grazie di cuore! – disse Jack abbracciandola

- Eheh!

- Ok… ho capito, vi lascio da soli… - disse l’infermiera

Jack e Marah si guardarono per un attimo e poi si baciarono, lasciando tutti i momenti di panico avuti all’interno della grotta… a proposito della grotta…

- Marah… ma che è successo dopo che Ifrid ti ha colpita…? Io non riesco a ricordare… - disse Jack

- Come…? Non ti ricordi?? – disse Marah

- No… per niente… solo totale buio… - disse Jack alzando le mani

- E vabbè… ora ti spiego in parole povere che TI è successo… - disse Marah

Spiegò tutto in brevi parole, sottolineando il fatto che era diventato biondo e con gli occhi azzurri e aveva sconfitto Ifrid in poco meno di dieci secondi. Jack la guardò e si mise a ridere: Marah lo rimproverò dicendo che era la pura verità.

- Ma come può essere… non ho particolari poteri… - disse Jack

- A quanto pare si… - disse una voce maschile

- Signor preside! – disse Jack

- Come va Jack…? Mi hanno riferito quel che ti è successo nella caverna… sembra che tu sia diventato un super guerriero a tua insaputa… - disse Loyalty

- Un… super guerriero? – disse Jack

- Si… proprio così… approfittane per diventare più forte… non hai ancora usato il mantello che ti ho dato…? – disse Loyalty guardando fuori dalla finestra

- No… non ancora…

- È un mantello così meraviglioso… beh, vedo che sei in dolce compagnia… l’ultima cosa che voglio dirti, prima di ritirarmi nel mio studio, sono le mie più sincere congratulazioni… - disse Loyalty tendendo la sua mano

- Grazie…

- Pochi studenti del tuo livello sarebbero riusciti a sconfiggere Ifrid… ma tu ti sei dimostrato all’altezza della prova che ti avevo affidato… sono orgoglioso di te… beh, ora vi devo lasciare… buonanotte…

Resa la buonanotte, Jack guardò Loyalty uscire in modo burbero dall’infermeria. “Che tipo strano…” pensò Jack. Marah lo abbracciò e lo baciò. I due parlarono per un po’, fino alle undici di notte; fattosi tardi, Jack disse a Marah di tornare in camera e che si sarebbero visti il giorno dopo. Jack vide la ragazza uscire salutandolo dall’infermeria e si mise a pensare. Erano solo tre giorni che era in quel Garden e già aveva conosciuto un sacco di gente, affrontato due nemici più o meno forti quanto lui e aveva scoperto di avere un potere nascosto. Sembrava essere iniziata una nuova avventura, ma, come si renderà conto Jack, sarà solo l’inizio… l’inizio della fine.

Non è finito, ma per ora posto solo quest'inzio..... alla prossima...
 
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