mi è venuta di getto devo sistemara non mi ricordo un gran chè dei dettagli della storia di terra, però spero che vi piaccia
“La guerra imperversa nel nostro mondo, tutto sta decadendo…”Quattro uomini seduti ascoltavano il vecchio Doumek, con aria mesta e piena di preoccupazioni. Lo sguardo di alcuni era perso nelle parole del saggio mago, ogni singola sillaba rappresentava la crudele realtà, Il mondo era finito, non c’era più speranza. Dopo che il vecchio Doumek finì il suo lungo discorso, di cui ci è pervenuto solo l’ultima frase, si alzò Keji, giovane tra i vecchi, e , vecchio tra i giovani ed iniziò a parlare delle sue vane speranze morte:“Noi torneremo al nulla da cui siamo nati, nulla ci può salvare da questa sciagura, causata dalle nostre ambizioni, dal nostro egoismo. Il mondo sta morendo, Terra sta morendo, non ci resta che piangere i bambini morenti, non ci resta che piangere il futuro morto.”
Il silenzio cadde nel consiglio, il tempo era scandito dagli ultimi respiri, di uomini che vedevano dal l’orlo del loro abisso, una sciagura che non avrebbero mai potuto vedere, ma che lo stesso li colpiva.
Ad un certo punto Sjan, il membro più anziano del gruppo dei quattro maghi, parlò:”Non ci resta che confidare nella rinascita di tutto ciò che abbiamo perduto. Già un tempo abbiamo provato a rinascere, per poi arrivare a questo punto. Noi siamo mortali e destinati alla morte, per mano del tempo o per mano dei congiunti, da civiltà matura quale siamo noi tutti a Terra, abbiamo accettato la morte passivamente e con essa la nostra ambizione, ma ora basta, è giunto il tempo di creare una nuova realtà. Noi siamo ormai troppo vecchi per vederla, ma siamo ancora in tempo di crearla. La società, la civiltà è ormai vicina al crollo: tutto ciò che è stato costruito per salvarci la vita, istituzioni, leggi ed infine templi, sono caduti tra le fiamme dell’orgoglio e dell’avarizia, alla fine per sopravvivere e per regnare si è fatto sempre uso della violenza e della morte, la nostra civiltà, pur consapevole di questo, ha fallito al suo nascere, come tutte le civiltà avvenire, in altri mondi, in altre dimensioni. La morte, noi dobbiamo combattere la morte e il tempo, sconfiggendole noi riusciremo finalmente ad essere liberi di costruire l’utopia!”
Doumek, dopo un minuto di silenzio, prese la parola:”E Dimmi, saggio Sjan, come intendi tu fronteggiare un nemico che compone la stessa esistenza, nemmeno la magia può uccidere la morte, stiamo iniziando una battaglia persa sin dall’inizio, non ci resta che accettare il nostro destino, voluto o meno da tutti, siamo peccatori, non possiamo cercare via di fuga, perché essere porteranno, se non oggi, domani ad una catastrofe, non sono disposto a vedere nuovamente la civiltà decadere, non sono disposto a morire sapendo che altre vittime saranno sacrificate per la mia condotta e per le mie idee. Abbiamo già prolungato di tanto il nostro arco vitale, abbiamo usato ogni artificio per costruire la Civiltà, ma ora dobbiamo accettare che non esiste un regno eterno, né in questo mondo, né nell’ipotetico regno di Dio, tutto è destinato a consumarsi, e l’uomo violento sarà destinato a farsi guerra ad uccidere i suoi simili per trovare uno scopo per vivere.”Doumek era un mago dai grandi poteri, talmente grandi che riusciva a sfuggire alla morte, la sua vita artificiale era sempre stata dedita alla creazione di uno stato di cose perfetto, ma ora sapeva che oltre ad aver fallito, era divenuto un genocida, lui aveva ucciso la speranza del popolo di trovare pace, prolungando la loro vita, pensava ciò il vecchio, per quanto stimasse e fosse fedele al membro più anziano non voleva percorrere ancora una volta la stessa strada.
Il membro anziano aveva ancora un barlume di speranza, riposta in una sua creazione, non accettava le obiezioni di Doumek seppur le capiva, dopo aver pensato bene alle parole che doveva dire, iniziò a tessere un discorso:”Non ci affideremo alle nostre deboli menti, no, noi useremo altri strumenti questa volta. Ho creato un essere che potrà sussistere dopo di noi, dopo della nostra civiltà, sarà l’amministratore del mondo morto, che cercherà di trovare una dimensione ideale a posto nostro, una creazione che non si farà problemi di natura morale che non si abbandonerà alla libidine del potere. Ho creato qualcosa che condividerò con voi, il suo nome è ispirato al nostro più grande eroe Garland Seubelfol.”
To be continued
“La guerra imperversa nel nostro mondo, tutto sta decadendo…”Quattro uomini seduti ascoltavano il vecchio Doumek, con aria mesta e piena di preoccupazioni. Lo sguardo di alcuni era perso nelle parole del saggio mago, ogni singola sillaba rappresentava la crudele realtà, Il mondo era finito, non c’era più speranza. Dopo che il vecchio Doumek finì il suo lungo discorso, di cui ci è pervenuto solo l’ultima frase, si alzò Keji, giovane tra i vecchi, e , vecchio tra i giovani ed iniziò a parlare delle sue vane speranze morte:“Noi torneremo al nulla da cui siamo nati, nulla ci può salvare da questa sciagura, causata dalle nostre ambizioni, dal nostro egoismo. Il mondo sta morendo, Terra sta morendo, non ci resta che piangere i bambini morenti, non ci resta che piangere il futuro morto.”
Il silenzio cadde nel consiglio, il tempo era scandito dagli ultimi respiri, di uomini che vedevano dal l’orlo del loro abisso, una sciagura che non avrebbero mai potuto vedere, ma che lo stesso li colpiva.
Ad un certo punto Sjan, il membro più anziano del gruppo dei quattro maghi, parlò:”Non ci resta che confidare nella rinascita di tutto ciò che abbiamo perduto. Già un tempo abbiamo provato a rinascere, per poi arrivare a questo punto. Noi siamo mortali e destinati alla morte, per mano del tempo o per mano dei congiunti, da civiltà matura quale siamo noi tutti a Terra, abbiamo accettato la morte passivamente e con essa la nostra ambizione, ma ora basta, è giunto il tempo di creare una nuova realtà. Noi siamo ormai troppo vecchi per vederla, ma siamo ancora in tempo di crearla. La società, la civiltà è ormai vicina al crollo: tutto ciò che è stato costruito per salvarci la vita, istituzioni, leggi ed infine templi, sono caduti tra le fiamme dell’orgoglio e dell’avarizia, alla fine per sopravvivere e per regnare si è fatto sempre uso della violenza e della morte, la nostra civiltà, pur consapevole di questo, ha fallito al suo nascere, come tutte le civiltà avvenire, in altri mondi, in altre dimensioni. La morte, noi dobbiamo combattere la morte e il tempo, sconfiggendole noi riusciremo finalmente ad essere liberi di costruire l’utopia!”
Doumek, dopo un minuto di silenzio, prese la parola:”E Dimmi, saggio Sjan, come intendi tu fronteggiare un nemico che compone la stessa esistenza, nemmeno la magia può uccidere la morte, stiamo iniziando una battaglia persa sin dall’inizio, non ci resta che accettare il nostro destino, voluto o meno da tutti, siamo peccatori, non possiamo cercare via di fuga, perché essere porteranno, se non oggi, domani ad una catastrofe, non sono disposto a vedere nuovamente la civiltà decadere, non sono disposto a morire sapendo che altre vittime saranno sacrificate per la mia condotta e per le mie idee. Abbiamo già prolungato di tanto il nostro arco vitale, abbiamo usato ogni artificio per costruire la Civiltà, ma ora dobbiamo accettare che non esiste un regno eterno, né in questo mondo, né nell’ipotetico regno di Dio, tutto è destinato a consumarsi, e l’uomo violento sarà destinato a farsi guerra ad uccidere i suoi simili per trovare uno scopo per vivere.”Doumek era un mago dai grandi poteri, talmente grandi che riusciva a sfuggire alla morte, la sua vita artificiale era sempre stata dedita alla creazione di uno stato di cose perfetto, ma ora sapeva che oltre ad aver fallito, era divenuto un genocida, lui aveva ucciso la speranza del popolo di trovare pace, prolungando la loro vita, pensava ciò il vecchio, per quanto stimasse e fosse fedele al membro più anziano non voleva percorrere ancora una volta la stessa strada.
Il membro anziano aveva ancora un barlume di speranza, riposta in una sua creazione, non accettava le obiezioni di Doumek seppur le capiva, dopo aver pensato bene alle parole che doveva dire, iniziò a tessere un discorso:”Non ci affideremo alle nostre deboli menti, no, noi useremo altri strumenti questa volta. Ho creato un essere che potrà sussistere dopo di noi, dopo della nostra civiltà, sarà l’amministratore del mondo morto, che cercherà di trovare una dimensione ideale a posto nostro, una creazione che non si farà problemi di natura morale che non si abbandonerà alla libidine del potere. Ho creato qualcosa che condividerò con voi, il suo nome è ispirato al nostro più grande eroe Garland Seubelfol.”
To be continued