Americano arrestato per una collezione manga
Un uomo americano di 38 anni dell’Iowa è stato fermato dalle autorità per il possesso di una collezione di manga. Il legale dell’uomo racconta che tutto era iniziato dopo che il suo assistito aveva effettuato un ordinazione di sette volumi di manga dal Giappone, nel maggio 2006.
Un ispettore postale, dopo essersi procurato un mandato di perquisizione, si mise in contatto con il sig. Christopher Handley, questo il nome del malcapitato, perché riteneva che i fumetti acquistati fossero quanto meno discutibili.
Il giorno seguente, Handley si vide arrivare la polizia in casa: furono contati circa 1200 manga tra i quali qualche titolo di genere lolicon e un centinaio di video tra DVD e VHS.
I lolicon (termine che in Giappone viene usato per descrivere l’attrazione per delle giovani ragazze) sono stati spesso associati alla pornografia minorile, venendo di fatto vietati in diversi stati del mondo. In Australia, Canada, Nuova Zelanda, Norvegia, Sud Africa e Svezia è difatti illegale il commercio, la distribuzione e il possesso.
Questa è la prima volta che qualcuno viene perseguito a norma di legge per essere in possesso di una collezione di fumetti.
Il giudice che presiede il caso ha affermato che nessuna legge che si occupi di protezione di minore può applicarsi a questa causa, e la stessa Corte Suprema ha dichiarato che tale legge può essere applicata solamente se il linguaggio romanzato o figurato del manga viene rappresentato da un minore realmente identificabile.
Tuttavia, l’uomo non è stato ancora prosciolto dalle accuse, perché si ritiene che il manga in questione sia offensivo e osceno.
In difesa di Handley è intervenuto il CBLDF (Comic Book Legal Defense Fund), un ente che tutela e fornisce assistenza legale a tutti coloro che vedono la propria opera bloccata o colpita da qualunque forma di censura.
Neppure il fondo legale è riuscito a favorire l’imputato, e l’ultima speranza risiede nel test di Miller, una sorta di test che si usa nelle aule di tribunale americane per determinare se ci siano vere e proprie espressioni di oscenità..
fonte: http://animeclick.lycos.it/notizia.php?id=20287
In compenso avere una collezione di armi in casa non è reato, che bel posto l America
Un uomo americano di 38 anni dell’Iowa è stato fermato dalle autorità per il possesso di una collezione di manga. Il legale dell’uomo racconta che tutto era iniziato dopo che il suo assistito aveva effettuato un ordinazione di sette volumi di manga dal Giappone, nel maggio 2006.
Un ispettore postale, dopo essersi procurato un mandato di perquisizione, si mise in contatto con il sig. Christopher Handley, questo il nome del malcapitato, perché riteneva che i fumetti acquistati fossero quanto meno discutibili.
Il giorno seguente, Handley si vide arrivare la polizia in casa: furono contati circa 1200 manga tra i quali qualche titolo di genere lolicon e un centinaio di video tra DVD e VHS.
I lolicon (termine che in Giappone viene usato per descrivere l’attrazione per delle giovani ragazze) sono stati spesso associati alla pornografia minorile, venendo di fatto vietati in diversi stati del mondo. In Australia, Canada, Nuova Zelanda, Norvegia, Sud Africa e Svezia è difatti illegale il commercio, la distribuzione e il possesso.
Questa è la prima volta che qualcuno viene perseguito a norma di legge per essere in possesso di una collezione di fumetti.
Il giudice che presiede il caso ha affermato che nessuna legge che si occupi di protezione di minore può applicarsi a questa causa, e la stessa Corte Suprema ha dichiarato che tale legge può essere applicata solamente se il linguaggio romanzato o figurato del manga viene rappresentato da un minore realmente identificabile.
Tuttavia, l’uomo non è stato ancora prosciolto dalle accuse, perché si ritiene che il manga in questione sia offensivo e osceno.
In difesa di Handley è intervenuto il CBLDF (Comic Book Legal Defense Fund), un ente che tutela e fornisce assistenza legale a tutti coloro che vedono la propria opera bloccata o colpita da qualunque forma di censura.
Neppure il fondo legale è riuscito a favorire l’imputato, e l’ultima speranza risiede nel test di Miller, una sorta di test che si usa nelle aule di tribunale americane per determinare se ci siano vere e proprie espressioni di oscenità..
fonte: http://animeclick.lycos.it/notizia.php?id=20287
In compenso avere una collezione di armi in casa non è reato, che bel posto l America