Chissà se nel prossimo ci sarà di nuovo il buon vecchio Robin.
All'ultima conta Nolan non ce lo vuole e Bale ha commentato in questa maniera
"If Robin crops up in one of the new Batman films, I'll be chaining myself up somewhere and refusing to go to work." - Christian Bale
Quindi direi di no ^^;;
Copio e incollo il commento che ho fatto al film nel mio lj.
Visto Batman_ Il Cavaliere Oscuro, anche se stratardi perché tra impegni vari e viaggio in Sicilia non siamo mai riusciti ad avere la sera libera per il cinema fino a fine agosto.
Dico subito che mi è piaciuto, e tanto: è costruito benissimo, un insieme di scatole cinesi con un crescendo di azione sempre ben bilanciato, e che usa la componente action come mezzo di espressione per affrontari temi che di banale non hanno nulla.
Non era facile tener testa alle aspettative: Batman Begins aveva avuto la vita più semplice, da quel punto di vista.
Primo Batman dopo l’altra serie di film, che se i primi due erano geniali il terzo si salvava perché Val Kilmer non è malissimo come Bruce Wayne e Jim Carrey come Enigmista è spettacolare, e il quarto faceva decisamente pietà… era ovvio che sarebbero scattati i confronti, ma cmq Batman era in calo e quindi non molti si aspettavano una bella cosa.
Poi dai trailer si vedeva Bruce Wayne ninja, che come prima impressione era quella un po’ di una cavolata, perciò uno arrivava al cinema aspettandosi poco e rimaneva stregato: l’atmosfera è oscura come i primi, ma non fumettosa, non gotica come in Burton.
Batman stesso è diverso: il primo è a fare il suo sporco lavoro già da un po’, un freaks nulla diverso da ciò che insegue, un uomo ossessionato ma conscio, in cui l’azione è spesso secondaria al ragionamento. Quello “nuovo” ha appena trovato la sua strada, è giovane, è nell’azione. Se ne vedono i limiti con cicatrici e lividi, perché Batman è invincibile, Bruce Wayne no.
Batman ha un’alone di mito solo per i personaggi del film, ma noi, spettatori, ci rendiamo conto di come il suo mito lo costruisce a tavolino per essere un simbolo più che un uomo.
Per cui uno dalla sala del primo usciva piacevolmente sorpreso, e desideroso di un secondo, aspettandosi dal sequel un film bello quanto il primo.
E quando lo fanno chi ci mettono, come nemico? Joker.
Joker, che è il nemico del primo, storico film di Burton. Che è stato interpretato da un grande Jack Nicholson.
La nemesi di Batman, e un personaggio difficilissimo da rendere. A interpretarlo chiamano Heath Ledger, che aveva intepretato ruoli positivi, relativamente tranquilli (il film più impegnato era
I Segreti di Breakback Mountain).
La campagna pubblicitaria è tre volte quella del primo, pare che l’interpretazione di Ledger sia spettacolare e dopo le riprese, tragicamente, l’attore muore, cosa su cui hanno marciato sopra per ottenere altrettanta pubblicità e che mette un alone di maledizione sulla pellicola.
Alla fine le aspettative erano così montate che la possibilità che fosse un flop c’erano, perché le premesse con cui uno entra in sala contano (es: devo rivedere
La Vera Storia di Jack Lo Squartatore perché la prima volta l’ho visto aspettandomi una ricostruzione storica dell’indagine, ed ovviamente non mi è piaciuto). Non che fosse un brutto film, ma che deludesse le aspettative.
Invece no.
Batman_ The Dark Knight è un film in crescendo, ed è un film corale.
Bruce non è il solo protagonista: c’è Joker, c’è Dent, c’è Gordon. Pazzesco il modo in cui ognuno dei personaggi ha un preciso percorso, una precisa evoluzione, che viene seguita in tutto il film: su ognuno di loro si potrebbe fare un film.
Jim Gordon, il poliziotto in prima fila. Il primo a stagliarsi tra Gotham e il crimine, che capisce che Batman li può aiutare. Il poliziotto incorruttibile ma che coi corrotti ha a che fare, che deve fare l’impossibile con ciò che ha, che non può più permettersi l’idealismo. Un disperato sognatore, ha incontrato troppo la realtà per essere ingenuo, ma è ancora convinto che le cose possano cambiare.
Vorrebbe essere lui a cambiarle, ma pur avendone la volontà non ne ha i mezzi… e ha tutto da perdere.
Harvey Dent, il cavaliere con l’armatura scintillante. Quello pulito, quello senza mezzi termini: onesto, coraggioso. L’uomo che può cambiare Gotham, che entra a far parte del piccolo club “Salviamo Gotham City” come cavalier servente, l’asso nella manica. Batman e Gordon cercano di proteggerlo, di tenerlo pulito, perché la loro speranza è lui.
Ma tanto più sei in alto, tanto più rovinosa è la caduta: Dent perde tutto, la vita, l’amore, l’aspetto fisico. Perde la fiducia, esce sconfitto dallo scontro con la parte più dura della realtà e come Joker diviene un portatore di caos.
Bruce Wayne/Batman, che in questo film è sempre più alienato: la maschera che lui porta è Bruce Wayne, non quella del pipistrello. Porta la teatralità a massimi livelli, si muove sul filo del rasoio tra essere come quelli a cui dà la caccia o un gradino sopra. Arrogante all’inizio, in cui immagina di comprendere la mentalità di Joker, e incapace di opporsi al gioco di quest’ultimo, perché combattere secondo le regole significa perdere.
Il solo modo per prendere Joker è scendere nel non accetabile, diventare come lui. Creare una macchina che abusa del potere di cui dispone, ma senza cui trovare la sua nemesi è impossibile.
“Se mi vuoi, diventa come me”
E poi c’è Joker.
Joker, che non ha passato e non ha movente. Joker che non ha logica ma è un genio, che si diverte col caos, che non ha limiti, che non ha remore. Joker che non si corrompe, non si comprende e non si manipola.
La Wild Card, la scheggia impazzita.
Un pazzo sociopatico, che tutti (Mafia, polizia, Batman) sottovalutano, ritenendolo di scarsa importanza. E che da solo mette in ginocchio la città.
La devasta, la getta nel panico: puoi resistere alla corruzione, alla Mafia, alla delinquenza, ma come resisti a qualcuno di assolutamente imprevedibile e che non vuole niente se non l’anarchia, la prova che non c’è speranza?
Joker è un genio, capisce Batman, ma non viene capito.
Quello che minaccia lo porta fino in fondo, non ha limiti e per lui niente è impossibile: si mette alla prova, gioca con tutti ed è sempre un passo avanti. Corrompe Dent, inverte gli indirizzi.
Per lui Bruce è prevedibile ma divertente, e per questo non lo ucciderà: decide che sono destinati a combattersi e se lo uccide poi che fa?
Joker è il caos, devastante, potente, distruttivo, imprevedibile.
Premetto che l’interpretazione di Ledger è favolosa. Premetto che sprizza carisma da tutti i pori, che è trascinante e coinvolgente in tutto.
Premetto che se mai mi immaginerò un Joker in carne ed ossa sarà lui e non Nicholson… l’interpretazione non è perfetta: manca la deviata ironia del Joker. O meglio, c’è in alcune scene (la matita, la risata quando c’è l’interrogatorio con Batman, l’esplosione dell’ospedale vestito da infermiera) che danno veramente il tocco geniale, ma se fosse stato così per tutto il film, se per tutto il film avesse avuto lunatici cambiamenti d’umore, allora sarebbe stato da dieci pieno.
Non voglio dire che non sia bella, eh: la reputo da nove, e sicuramente se Ledger avesse reinterpretato il Joker l’avrebbe portato alla perfezione.
Insomma, il Joker di Nolan e Ledger è un sociopatico completo e totale, ma non è schizofrenico (patologie: per me il Joker è un sociopatico schizofrenico e maniaco depressivo).
Per me il Joker perfetto è quello di Jack Nicholdon mescolato a quello di Heat Ledger ^^;;
Per il resto, anche se qualcun altro facesse Joker (ed è possibile che ne scovino uno bravo: a Ledger non gli avrei dato due lire, e invece ha fatto una cosa indimenticabile) credo che potrebbe avere la mimica, ma non so se riuscirebbe ad avere il carisma: del cast gli tengono testa giusto Gary Oldman e Aron Eckhart (Harvey Dent/Due Facce)
Comunque, possiamo dire che le interpretazioni sono uno dei punti forti del film: liberatosi della nota dolente Katie Holmes (la sua performance tipo consiste in Joy Potter più o meno lasciva, ossia Dawson’s Creek prima o ultima serie), il cast si riconferma come grande con grandi aggiunte.
La nuova Rachel è molto più fresca della prima, molto più umana e di sicuro rende meglio l’idea di amica di vecchia data ma col desiderio di staccarsi da un rapporto ormai oppressivo e logorante.
Si riconferma un grande Michael Caine, incisivo nonostante il poco spazio lasciato ad Alfred in questo film, e bravissimo anche Morgan Freeman come Lucius Fox.
Grandissima performance di Gary Oldman, con un commissario Gordon semplicemente splendido.
E poi quello di cui, imho, han parlato poco perché Heat Ledger è morto: Aron Eckhart.
Harvey Dent non è un personaggio facile. Non è facile rendere credibile la sua storia, la sua ambiguità, la sua follia. Mostrarne la luce, lasciando intravedere l'ombra pronta ad esplodere, ed Eckhart ci riesce in maniera magistrale, portandoci la bellissima caduta di un uomo che, al pari del Joker, diviene un portatore di caos.
Un caos diverso, perché se Joker è quello “che vuole solo veder bruciare il mondo” e mette spietatamente in atto la sua volontà, Due Facce lascia al caso praticamente tutto: uccidere o risparmiare, tutto in mano alla fortuna.
Dent è come Bruce: perde tutto a causa del crimine, ma il trauma per la perdita di Rachel, del viso, la delusione profonda nei confronti di Gordon e della polizia, il peso dell’ingiustizia subita lo rendono la vittima perfetta del Joker, che gli passa il testimone rendendolo come lui.
Due Facce è il capolavoro di Joker, creato per dimostrare che ha ragione, e più di Joker incarna il lato oscuro di Batman.
Ed Eckhart ne è l’interprete perfetto (lui lo reputo da dieci, ma forse perché al contrario del Joker non ne conosco molto la versione cartacea ;P )
E' lui il personaggio che più mi ha colpita.
In sostanza, quello che ne esce peggio è Christian Bale, più fisso nelle espressioni rispetto a Begins e penalizzato da un doppiatore pessimo che lo rende espressivo quasi come un blocco di granito.