MrPsykarl88
Paranoid android
Questo che state per leggere è un racconto altamente simbolico che ho buttato giù giusto l'altro giorno, quando ero ancora in montagna.
Vediamo un po' cosa ne pensate!
Nel caso non vi sia chiaro qualcosa.....Domandate pure e io vi spiegherò il significato delle parti che vi sono più oscure.
Bene! Buona lettura e in bocca al lupo!
Nel bel magazzino 315.
Organismi, felicemente allocati nelle proprie rimesse, ognuno col suo divisore ornato da 3 splendidi specchi.
Uno per guardare, uno per guardarsi e un altro ancora per osservarsi: il meno usato.
In quest’ultimo gli organismi vi si potevano scorgere dal soffitto del bel magazzino 315, non sopportando proprio l’idea di apparire della stessa grandezza di ogni altro.
Così piccoli e simili; tutti uguali.
Disse rivolto allo specchio per guardarsi.
Il suo nome era 13^2.
Con sguardo di sfida continuava a ripetere quella frase, ora rivolto allo specchio per guardare: l’unica cosa del bel magazzino 315 che potesse far incrociare gli occhi degli organismi tra loro.
O meglio, l’occhio.
Tutti avevano una benda a ricoprire il loro occhio sinistro.
Venivano regolarmente asportati dalle orbite sotto invariabile desiderio di tutti.
Le prospettive li infastidivano, così chiamavano a gran voce qualcuno che cavasse loro gli organi di senso.
Le loro bende erano ricoperte da brillantini assai belli!
A colorare ulteriormente l’ambiente vi era affissa, a ogni divisore, la lista delle frasi più belle al mondo.
13^2, ad esempio, non sapeva affatto decidersi se preferire:
O:
Anche se ultimamente nutriva certa simpatia pure per:
Gli organismi se le imparavano a memoria, se non altro perchè ripetendole ad alta voce arrivava qualcosa da mangiare alle loro rimesse.
Le frasi più belle al mondo erano il motivo del loro continuare ad esistere.
13^2 apparteneva alla categoria degli sguardo perso, da non confondersi con quella dei pene turgido.
Osservando il proprio specchio per guardare capitava, a volte, di notare un occhio più bello di altri che, a sua volta osservando il proprio specchio per guardare, poteva dare adito a un’intesa di sguardi.
Pronta, allora, una macchina drenava il sangue dal cuore dell’ organismo xy in questione per convogliarlo al suo pene, che diventava turgido in modo da attirare degli organismi a caso a lui complementari: vi erano sempre molte rimesse vuote e c’era bisogno di organismi in quantità maggiore.
13^2 non ubbidiva.
Per non contribuire a popolare il bel magazzino 315, rinunciava spesse volte a buttare il suo occhio nello specchio per guardare.
Per di più, essendo spaventato dallo specchio per osservarsi non aveva che da scegliere tra i primi due.
Le uniche possibilità che aveva di pensare; per non contribuire al popolamento del bel magazzino 315, gli erano date dal continuare a fissarsi nello specchio per guardarsi con sguardo perso, o di continuare a guardare lo specchio per guardare con sguardo perso.
13^2 si sentiva ugualmente speciale e specialmente uguale a tutti gli organismi del bel magazzino 315.
In cuor suo forse un po’ più speciale che uguale, ma il fatto che tutti si ritenessero un po’ più speciali che uguali a ogni altro organismo gli metteva un dubbio non da poco.
Sicchè presto detto.
Era uno sguardo perso per non generare organismi che potessero mettere in dubbio la sua unicità, così come era uno sguardo perso per non generare organismi che non potessero mettere in dubbio la sua uguaglianza a tutti gli altri organismi del bel magazzino 315.
Odiava il bel magazzino 315.
Il suo operato gli sembrava inutile.
Ieri dieci; oggi cento peni turgidi pulsavano attorno a lui, facendo accorrere mille organismi complementari verso le rispettive rimesse e non facendo accorrere [almeno non oggi (almeno non ancora)] un milione di organismi complementari verso il miliardo di rispettive rimesse che aspettava solo di essere riempito da un bilione di organismi del bel magazzino 315.
Tredici Quadro si fece coraggio.
Tolse la benda dal suo occhio e lì, nello specchio per osservarsi, sondò quel poco che poteva intuire da dietro gli spaghetti carnosi del suo nervo.
Tredici Quadro era decisamente troppo anticonvenzionale per i gusti degli organismi del bel magazzino 315; così tutti distolsero i loro sguardi dallo specchio per guardare per fiondarsi su quello per guardarsi.
L’unico organismo del bel magazzino 315 che gli venne incontro fu un globo bianco.
Prima di tornare 0, Tredici Quadro si prese il lusso di chiedere:
E la risposta che udì un attimo prima di andarsene fu:
Vediamo un po' cosa ne pensate!
Nel caso non vi sia chiaro qualcosa.....Domandate pure e io vi spiegherò il significato delle parti che vi sono più oscure.
Bene! Buona lettura e in bocca al lupo!
Cellule
Nel bel magazzino 315.
Organismi, felicemente allocati nelle proprie rimesse, ognuno col suo divisore ornato da 3 splendidi specchi.
Uno per guardare, uno per guardarsi e un altro ancora per osservarsi: il meno usato.
In quest’ultimo gli organismi vi si potevano scorgere dal soffitto del bel magazzino 315, non sopportando proprio l’idea di apparire della stessa grandezza di ogni altro.
Così piccoli e simili; tutti uguali.
Io sono speciale!
Disse rivolto allo specchio per guardarsi.
Il suo nome era 13^2.
Con sguardo di sfida continuava a ripetere quella frase, ora rivolto allo specchio per guardare: l’unica cosa del bel magazzino 315 che potesse far incrociare gli occhi degli organismi tra loro.
O meglio, l’occhio.
Tutti avevano una benda a ricoprire il loro occhio sinistro.
Venivano regolarmente asportati dalle orbite sotto invariabile desiderio di tutti.
Le prospettive li infastidivano, così chiamavano a gran voce qualcuno che cavasse loro gli organi di senso.
Le loro bende erano ricoperte da brillantini assai belli!
A colorare ulteriormente l’ambiente vi era affissa, a ogni divisore, la lista delle frasi più belle al mondo.
13^2, ad esempio, non sapeva affatto decidersi se preferire:
Con piacere
O:
Faccia pure con comodo
Anche se ultimamente nutriva certa simpatia pure per:
Non c’è di che
Gli organismi se le imparavano a memoria, se non altro perchè ripetendole ad alta voce arrivava qualcosa da mangiare alle loro rimesse.
Le frasi più belle al mondo erano il motivo del loro continuare ad esistere.
13^2 apparteneva alla categoria degli sguardo perso, da non confondersi con quella dei pene turgido.
Osservando il proprio specchio per guardare capitava, a volte, di notare un occhio più bello di altri che, a sua volta osservando il proprio specchio per guardare, poteva dare adito a un’intesa di sguardi.
Pronta, allora, una macchina drenava il sangue dal cuore dell’ organismo xy in questione per convogliarlo al suo pene, che diventava turgido in modo da attirare degli organismi a caso a lui complementari: vi erano sempre molte rimesse vuote e c’era bisogno di organismi in quantità maggiore.
13^2 non ubbidiva.
Per non contribuire a popolare il bel magazzino 315, rinunciava spesse volte a buttare il suo occhio nello specchio per guardare.
Per di più, essendo spaventato dallo specchio per osservarsi non aveva che da scegliere tra i primi due.
Le uniche possibilità che aveva di pensare; per non contribuire al popolamento del bel magazzino 315, gli erano date dal continuare a fissarsi nello specchio per guardarsi con sguardo perso, o di continuare a guardare lo specchio per guardare con sguardo perso.
13^2 si sentiva ugualmente speciale e specialmente uguale a tutti gli organismi del bel magazzino 315.
In cuor suo forse un po’ più speciale che uguale, ma il fatto che tutti si ritenessero un po’ più speciali che uguali a ogni altro organismo gli metteva un dubbio non da poco.
Sicchè presto detto.
Era uno sguardo perso per non generare organismi che potessero mettere in dubbio la sua unicità, così come era uno sguardo perso per non generare organismi che non potessero mettere in dubbio la sua uguaglianza a tutti gli altri organismi del bel magazzino 315.
Odiava il bel magazzino 315.
Il suo operato gli sembrava inutile.
Ieri dieci; oggi cento peni turgidi pulsavano attorno a lui, facendo accorrere mille organismi complementari verso le rispettive rimesse e non facendo accorrere [almeno non oggi (almeno non ancora)] un milione di organismi complementari verso il miliardo di rispettive rimesse che aspettava solo di essere riempito da un bilione di organismi del bel magazzino 315.
Tredici Quadro si fece coraggio.
Tolse la benda dal suo occhio e lì, nello specchio per osservarsi, sondò quel poco che poteva intuire da dietro gli spaghetti carnosi del suo nervo.
Alzatevi, fate tutti come ho appena fatto; danziamo al suono di nervi ottici recisi!
Tredici Quadro era decisamente troppo anticonvenzionale per i gusti degli organismi del bel magazzino 315; così tutti distolsero i loro sguardi dallo specchio per guardare per fiondarsi su quello per guardarsi.
L’unico organismo del bel magazzino 315 che gli venne incontro fu un globo bianco.
Cultura è natura.
13^2.
Torna essere 0.
13^2.
Torna essere 0.
Prima di tornare 0, Tredici Quadro si prese il lusso di chiedere:
Sarò ricordato come qualcuno di speciale?
E la risposta che udì un attimo prima di andarsene fu:
Tra (13^2)-1 e (13^2)+1 = unico.
Grazie.
...
0
0
0
0
0
…
Prego.
Grazie.
...
0
0
0
0
0
…
Prego.