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Folken89

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Chi Se Ne Frega

C’era una volta… No, se inizierei così, mi unirei alla massa di coloro che iniziano le favole, di qualsiasi genere, per qualsiasi età, in questo modo, e poi? Se le favole verrebbero valutate per l’iniziare in un tempo indeterminato, per l’iniziare in un posto indeterminato… ah non voglio pensarci, devo cambiare inizio: ma, se non inizio con cose indeterminate, dovrei dare nomi e cognomi di tutti i protagonisti, il che sarebbe un problema, soprattutto per il mio legale, che a quanto pare non vuole sentirmi durante le sue meritate ferie; in fondo, se mi metto nei casini io, dovrei per lo meno uscirne.
No, siamo sinceri, esistono veramente le favole? Esistono veramente i generi letterari, bisognerebbe valutare tutte le opere con le stesse misure, però, dopo dovremmo cestinare tante cose per essere irreali o troppo vicine alla realtà? Con una visione univoca, unilaterale e tutto il resto, sì, dovremmo farlo, ma caspiterina, come cavolo si fa a scrivere, se, alla fine, tutto viene giudicato per quel che è(cioè qualcosa di scritto): giudicare una poesia con i canoni di un romanzo, oppure, giudicare un romanzo con i canoni di una poesia? Qui si complica la faccenda, poiché come si dovrebbe giudicare l’opera in questione? Con il metodo usato per la poesia? Con il metodo usato la prosa? Con il metodo usato per il romanzo? Beh nell’indecisione bisognerebbe scegliere quello che viene prima in ordine cronologico…Non lo so, fan brodicello alla mia ignoranza, io faccio una favola: voglio che sia giudicata con i canoni di una favola, se scrivo una favola, mica pretendo di essere giudicato come verrebbe giudicato un canto di Dante, per tutti i corbezzoli.
Bene, dopo questo piccolo dissidio interiore, posso iniziare la mia favola…
C’era una volta in un regno molto, molto lontano (chiamato dai più Mobiusland, e dai meno Gardaland, per l’incredibile quantità di cose avariate e personale travestito da simpatici orsetti di peluche)un ragazzo molto particolare, ed essendo particolarmente speciale, naturalmente, era il re di quel regno molto lontano: in ogni favola, o storia per bambini c’è un re non proprio intelligente, o una principessa che si fa rapire, forse la prima parte me la sono inventata, ma se devo fare una favola, dovrei per lo meno impegnarmi di dare qualcosa di più della semplice storia, dunque un po’ di commenti non me li risparmierò, poi non ho fatto nomi, dunque, tecnicamente parlando, chi si riconosce nel re molto, molto speciale, dovrebbe farsi un’analisi di coscienza(anche perché la gente si ferma sempre solo alla forma e mai al contenuto, tutti intenti ad offendersi e a non riflettere su ciò che gli viene detto, ah che gente di scarsa valore, beh anche io mi metto tra la gente di scarso valore, in fondo anche io m’ inalbero quando mi si critica: appunto per questo devo riflettere).
Il re del suddetto regno(un regno simile a Gardaland, ma più taroccato: anche perché non ti fanno entrare gratis) era un vero proprio una zucca vuota; non perché lo fosse realmente, se lo fosse stato o meno nessuno è mai riuscito a saperlo, in fondo veniva giudicato dal suo comportamento esteriore, di quello interiore si riconosceva forse la rabbia e l’orgoglio, ma non sto qui a dilungarmi in analisi superficiali, non lo conosco, mi baso sui dati che mi sono stati dati da antichi documenti, persi nelle valanghe di multe(dannato colui che mise a legge il divieto di parcheggiare in doppia fila). Si comportava da persona ottusa, il suo giudizio, da tiranno, era sbagliato. Imponeva la sua opinione su tutto anche dove non era competente: per esempio, un matematico aveva detto che la sua equazione era sbagliata(era giovine, e frequentava ancora le lezioni da bravo scolaro) per questo lo fece decapitare, con l’accusa di avere dei canoni troppo rigidi per valutare il suo operato(il matematico, nella sua misera vita aveva fatto solo quello che gli veniva comandato, cioè fare il matematico, lui valutava la conoscenza della matematica, non la fantasia con cui venivano fatti gli esercizi, quasi mi dispiace, dedito al suo lavoro fino all’ultimo, anche quando fu decapitato disse la sua). Dal giorno in cui fu decapitato il matematico, era d’obbligo risolvere l’equazioni senza i rigidi procedimenti che servivano; naturalmente gli architetti meno bravi, divennero i più richiesti(anche perché quelli bravi erano stati trucidati: è stata colpa loro e del loro essere legati a schemi troppo rigidi di valutazione), e guarda un po’, i palazzi che vennero costruiti da quel dì furono o storti o crollati. Il re, naturalmente, nella sua ottusità non accettò di aver sbagliato, anzi, riteneva che ci fosse qualcuno che sabotasse quei palazzi, ingaggiò degli investigatori che gli dissero che con la fantasia non si poteva valutare le possibili inclinazioni eccetera(odio addentrarmi in tecnicismi, forse ho preso un esempio stupido), e che un certo rigore in quei procedimenti serviva: furono impiccati tutti. Non gli passava mai per la mente che potesse essersi sbagliato.
Un giorno andò al cinema viste un film, forse il primo film della sua vita, non aveva molto cultura cinematografica, in fondo lui leggeva i grandi classici della letteratura italiana: Manzoni, D’annunzio Dante, la Pimpa, Mermaid melody … solo quelli, i peggiori a mio dire(tranne Dantuccio), ma per lui erano il non plus ultra, in fondo, chi erano i critici letterari per mettere in discussione il suo volere; meglio usare “Chi erano stati”, visto che furono decapitati tutti.
Bene, dopo aver visto quel film, iniziò a parlarne sempre con toni più accesi: per lui era un capolavoro, un capolavoro di regia; un capolavoro di tecnica; un capolavoro per la trama appassionante, insomma un capolavoro. I pochi critici rimasti, ormai protetti dal WWF, non poterono fare altro che annuire silenziosamente ai suoi gusti.
Mentre la popolazione se ne fregava altamente, confidando che, un giorno, crepasse nei peggiori modi possibili, alcuni scrivevano nei giornali, con la certezza che lui non li avrebbe mai visti, perché era stupido, che doveva morire di emorroidi implosive(malattia sconosciuta ai giorni nostri).
Un giorno per caso vennero degli stranieri a far visita al Re. Le discussioni erano accese, ma si parlava di cose banali, che ovviamente il Re gettava sul personale: nella sua mente bacata credeva di essere un eroe(uwao e che eroe, uno che difendeva gli slip con le figure stampate. In effetti, io che sono il narratore, mi chiedo come avesse potuto portare una conversazione che verteva sulla crisi del medio oriente sugli slippini da bambini, alcune domande non hanno risposta, come la fede insomma: mi affido al mistero della fede).
Bene, gli stranieri, chi più e chi meno, iniziava a divertirsi alle spalle di quello che chiamavano Matteo Babbeo(come la scimmia di uno stupido cartone americano). Ad un certo punto, senza motivo logico, s’iniziò una accesa discussione su quel famoso film: gli stranieri venuti nel piccolo palazzo taroccato della disney di Mobiusland, guarda caso erano laureati in cinematografia od erano esperti di cinema.
Erano tutti concordi sul dire che non era un capolavoro, altri dicevano che era una ciofeca commerciale(ma qui preferirei non dilungarmi troppo, in fondo, ognuno ha la sua opinione) stava di fatto che loro, chi più o chi meno, argomentava basandosi su dati oggettivi, che trascendevano la soggettività del giudizio del Re.
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Qui bisognerebbe aprire una parentesi sull’essere obbiettivi o meno, è quasi impossibile essere obbiettivi, per essere obbiettivi bisognerebbe studiare la scienza, per essere obbiettivi bisognerebbe avere un certo rigore nel proprio giudizio: cosa che accade di rado. L’unico modo per esprimere un giudizio obbiettivi è di farsi aiutare da dei canoni; in fondo bisogna valutare i singoli pezzi di cui è composto un qualsiasi oggetto, per poterlo giudicare. La suddivisione in generi o sottogeneri, aiuta a poter giudicare obbiettivamente, o quasi un’opera: è come giudicare una poesia con i canoni di un romanzo, non sarà mai un capolavoro, perché, purtroppo, è stata valutata con un genere differente. Il giudicare richiede furbizia, la furbizia richiede delle strade per cui è impossibile perdersi, la furbizia è essere capaci di tessere argomentazioni che si basano su dati, dati che provengono da un’analisi(analisi significa per l’appunto sciogliere la questione),arrivati a tutto ciò mi pare palese, che per il giudizio sia una sintesi di quel che si apprende da un metodo: bisogna essere scientifici per essere un minimo obbiettivi, un’opera può non piacere, ma bisogna valutarla senza i gusti personali.
)
Tornando alla nostra storia. Il re iniziò ad arrabbiarsi sul serio, sembrava la De Filippi con il ciclo mestruale( in fondo anche se non sembra la De Filippi è una donna, anche se c’è gente che sostiene di conoscere il suo chirurgo). Iniziò ad obbiettare, con cose che naturalmente venivano aggirate rapidamente dagli stranieri(inizialmente a mio parere, pensò, che per il solo fatto che fossero stranieri, erano stupidi, quando si accorse che criticavano come quelli messi alla gogna, si arrabbiò molto, molto probabilmente, lui era troppo orgoglioso per accettare la sua inferiorità, per questo non voleva migliorarsi).
Inizialmente iniziò con l’intessere argomentazioni in base ai dati, che rubava dai giudizi dei suoi avversari, ma non riuscì a cavare un ragno del buco, se non la consapevolezza che erano innegabili, però nonostante l’avesse capito(questa è una mia speranza: spero che abbia capito che avevano ragione, poiché mi pare palese che fosse in grado di pensare. Un conto è essere ottusi, un altro conto è essere stupidi, sarebbe più grave la prima, ma la seconda, nonostante tutto, potrebbe parere una spiegazione logica del tutto, ma nessuno lo conosceva bene, e nemmeno io, dunque non mi permetto di giudicare così a fondo una persona di cui ho poche informazioni, e penso anche gli stranieri. Bisogna sperare che fosse stupido, almeno, la stupidità pura è innocente; la ottusità,invece, è la perseveranza continua del proprio errore, mascherato come la verità, come una cosa giusta, dunque è peggio di un errore fatto in buona fede, perché l’ottusità porta all’ipocrisia, e dall’ipocrisia si passa velocemente all’essere ignoranti. L’ignoranza non come mancanza di conoscenza, ma come mancanza di rispetto verso gli altri, perché la vera ignoranza è la non conoscenza del rispetto, non altro, uno può essere privo di nozioni, ma il vero “ignorante” è colui che ignora, che ignora gli altri e le loro opinioni), continuava a ripeterle ai quattro venti le sue argomentazioni che erano già state confutate.
Iniziò a mettere in discussione i loro dati, iniziò a mettere in discussione qualcosa che non poteva essere dimostrato facilmente: si provi a mettere in discussione gli assiomi della geometria euclidea, col il corbezzolo che dopo si riesce a dimostrare il resto.
Accusava gli stranieri di rendere assoluti dei relativi: poverino non sapeva che tutto è relativo, e per questo che servono degli assoluti indimostrabili ed inconfutabili per fondare qualsiasi cosa, anche la morale, ma questo è un altro discorso.
Il suo voler in mettere in discussione tutto era frutto di una riflessione appurata, di uno scetticismo ragionato? No, tutto nasceva dal suo voler avere ragione, dal suo voler imporre la sua volontà sugli altri, del suo voler essere tiranno: il suo scetticismo era qualcosa di vuoto, che non voleva una rivoluzione del sapere, ma una reazione del sapere, qualcosa d’imposto, un superamento delle conquiste fatte da altri, le quali potevano in qualche modo oscurare il metro con cui voleva giudicare tutto(ovvio che io suppongo questo, ma se si comportava così, dimostrava DI ESSERE COSI’).
Gli stranieri continuavano a dirgli su tante di quelle parole, che nemmeno io, narratore perdi tempo del futuro, posso stare qui a scrivere, purtroppo per voi, miei cari lettori, ho anche io una vita sociale: fare l’attore porno(ehm volevo dire l’attore di... film notturni) dà le sue porche soddisfazioni.
La dura battaglia durò per diversi giorni, anni… alla fine tutti, tranne lui si stancarono, rimase solo nel suo palazzo vuoto, con la falsa consapevolezza di aver vinto: rimase da solo a parlare, rimase da solo anche quando morì nel freddo. Morì capendo i suoi errori? Non lo so, lasciò ai giovani l’ardua risposta.
 

Zanna

Mamoru Takamura
...a me recentemente è arrivata notizia che il re non sia morto, ma fortunatamente goda anche di ottima salute (w il re!w il re!).
Ho sentito che nei weekend spesso si aggira per Maranello dove si fa passare sotto banco delle recensioni su WipeOut fatte nientepopodimenoche da Schumacher in persona... :rolleyes:

p.s. tengo a precisare che queste sono solo voci di corridoio eh!
 

Cloud_Darth

Active Member
LadySephiroth ha detto:
Ho spostato questo topic qui perché più che una fan fiction Folken con la sua storia ci ha voluto far riflettere su le fiabe di oggi ^^ e sulla nostra letteratura continuate qui ...
Non credo... è una semplice presa in giro di un utente del forum, ovvero Mobius '^^
 

SalvoXXX

FFOnline User
LadySephiroth ha detto:
Ho spostato questo topic qui perché più che una fan fiction Folken con la sua storia ci ha voluto far riflettere su le fiabe di oggi ^^ e sulla nostra letteratura continuate qui ...
Lol,come dice Darth,mi sa che hai interpretato male la Fic,ma non leggendo il thread su FFVIII non potevi saperlo. ^^
 

=Matt=

Know Your Right
Cloud Darth ha indubbiamente colto nel segno: si tratta di una fan fic molto divertente, per cui la risposto nella sezione in cui era stata postata originariamente.

P.S.: Grande Folken! :D :D :D
 

LadySephiroth

Katatsubasanotenshi
Cloud_Darth ha detto:
Non credo... è una semplice presa in giro di un utente del forum, ovvero Mobius '^^
ma lol si ho interpretato male saranno i botti di capodanno è il fatto che a dir la verità non l'avevo letto tutto XD ok ok ora CHIUDO DEFINITIVAMENTE!
 
Stato
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