La rivolta
"Situato sulle rive dello scorrere del tempo, in una densa coltre di Mystes, c'è Giruvegan, la città degli dei. Chi riuscirà a raggiungere le sue porte?" così diceva un'antica leggenda delle viera. Due sono le persone che hanno potuto raggiungere la porta dello stregone, via d'ingresso verso la città leggendaria, da quando gli "dei", gli Occuria, hanno deciso di ritirarsi dal mondo. Ma perchè questo? Cosa successe di così tanto grave da convincere quelle creature a rendersi invisibili alle altre razze di Ivalice?
In un tempo remoto gli Occuria governavano Ivalice, rendendo il pianeta fertile e accogliente, creando armonia tra tutte le razze ed elargendo benedizioni al popolo. Queste benedizioni si chiamavano Esper, creature il cui scopo doveva essere quello di regolare ogni aspetto della vita di Ivalice: chi come Exodus doveva fungere da giudice, chi come Chuculainn doveva risucchiare le impurità che si formavano sulla superficie terrestre, nei mari e nelle città, e molti altri. Tuttavia, la gente di Ivalice iniziò ad allontanarsi dagli Occuria, ritenendo ingiusto che fossero loro a prendere qualsiasi decisione, poichè anche Huma, Seeq, Bangaa, Garif, Viera e altri erano dotati di volontà propria per potersi gestire da soli. Successe così anche per gli Esper, talmente corrotti dai loro incarichi da ritenersi superiori agli esseri che gli avevano creati. Ma non erano soddisfatti: ritenevano infatti che l'unico modo per stabilire la propria indipendenza fosse sconfiggere gli stessi Occuria. Perciò iniziarono i preparativi per l'attacco: Shemazai, il messaggero, venne scelto per spiare gli avversari, mentre gli altri si accordarono per eleggere Ultima l'angelo, il più potente fra di loro, come capo della rivolta.
E venne il giorno della battaglia finale, che si svolse in un ambiente surreale. Di fronte alle porte di Giruvegan c'era una rigogliosa foresta, piena di piante variopinte e di varietà di specie animali. Le due fazioni erano schierate una di fronte all'altra, pronte per la lotta imminente: l'aria si era fatta pesante e il Mystes era diventato talmente denso da poter essere visto ad occhio nudo. Ma le forze erano impari: sebbene gli Esper fossero creature molto potenti, tuttavia non potevano nulla contro coloro che gli avevano creati: uno dopo l'altro caddero Belias lo stregone, Mateus l'immorale, che aveva rapito una sacerdotessa dei ghiacci, e i loro compagni. Rimasto da solo, ma ancora orgogliosamente in piedi, nonostante i danni riportati, Ultima l'angelo si preparava a scagliarsi di nuovo contro gli Occuria, ma venne fermato da uno di loro di nome Venat.
"Dimmi, Ultima, perchè stai facendo tutto questo, perchè le razze di Ivalice hanno abbandonato la nostra luminosa guida?"
"Beh, tu non puoi capire, perchè sei uno di loro, ma credimi: è molto frustante sapere di avere una volontà ma non poterla usare per gestire ogni aspetto della propria vita per proprio conto. Per quanto vi siamo riconoscenti, la volontà di cui siamo dotati ci spinge affinchè siamo noi a governarci, ma questo non può succedere perchè solo il più forte può stabilire le regole del gioco. Per gli altri tutto ciò che rimane è insofferenza, frustrazione, ma soprattutto tristezza e dolore. Anche se sapevo che questa battaglia sarebbe stata persa in partenza, tuttavia non mi importa: se scomparirò sarò comunque libero dalla sofferenza"
Una luce colpì Ultima, che cadde a terra privo di forze. Gli si parò di fronte il capo degli Occuria, che l'aveva colpito: "ebbene, se vuoi che le razze si gestiscano da sole, così sarà: noi ci ritireremo a Giruvegan e questa foresta che vedi diventerà un luogo freddo e inospitale, pieno di mostri, e diventerà la Foresta Stregata, muro di protezione della nostra città. Ma voi, voi che avete paura di non essere liberi di decidere per voi stessi, sarete condannati ad essere imprigionati in un sigillo eterno e costretti a servire colui che lo possiede. Così ho stabilito."
Una guerra inutile, sembrava, visto che da quel momento in poi Ivalice è affogata nella prevaricazione e nell'odio, rischiando più volte la distruzione, ma per gli Esper rappresentava l'unica via d'uscita da un mondo ovattato e senza correnti al suo interno. Sapevano bene che la guerra era persa, ed è proprio per questo che combatterono, per poter essere liberi dall'esistenza e quindi dal dolore. Tuttavia non immaginavano che il capo degli Occuria li condannasse a quella triste punizione, diventare invocazioni, e perciò il sorriso sul volto di Ultima morente lasciò il posto ad una smorfia e una lacrima gli rigò una guancia.