Questa storia mi è venuta di getto stasera, ho pensato che fosse adeguata al contest, e la metto così come mi è venuta, quindi se vi fa schifo, non siate troppo cattivi. Spero di non vincere a tavolino però XD
Il mare
Andava spesso a guardare il mare, nel tardo pomeriggio, dopo il tramonto, quando l'aria diventava più fresca e la luce meno vibrante. Si sedeva sulla battigia, vicino al mare che la accerazzava delicatamente dopo aver raggiunto la sabbia bianca e poi si ritraeva. Laggiù, all'orizzonte, non c'era nulla, solo acqua e aria e da li proveniva l'oscurità che avrebbe trasformato la sera in notte.
Erano lo ore migliori per pensare, per abbandonarsi ai ricordi e lasciarsi andare nella tristezza di un doloroso passato. Forse, avrebbe pianto un po'. Però quella sera era diversa, aveva voglia di cambiare qualcosa nella routine dei suoi riti giornalieri. Si alzò in piedi e andò lei incontro al mare fino a sentire il freddo dell'acqua della sera nelle ginocchia e poi salire fino alle cosce, da lì avanzò più lentamente finchè l'acqua non le cinse la vita, non le carezzo il seno e infine il collo fino a toglierle il respiro.
"Cosa si prova a morire?" Quali sentimenti si posso cogliere in quei piccoli istanti che separano l'esistenza dalla non esistenza e cosa resta dopo?"
"... e se io morissi? E se morissi adesso?"
Il suo viso emerse dal mare spaventato. Perché tanta paura della morte? Era il destino che aveva accettato e in fondo, era solo stato rimandato.
"Tutti devono morire. Per liberarsi dai legami terreni, per abbandonare il dolore, per essere liberi. La morte non è forse la fine di ogni cosa?"
Pensarlo fu triste, si costrinse a stare giù, sotto lo specchio del mare, cercando la morte a cui era stata destinata fin da principio e sarebbe stata la fine di tutto.
"Ma se morirai adesso, non sarà tutto inutile?"
"Chi sei? Come posso sentire la tua voce quaggiù, sto morendo. Rispetta il mio lutto e lasciami."
"Yuna!"
Forse era stato un sogno, forse aveva desiderato la morte così tanto da averla vissuta in una visione. Perché si trovava sulla spiaggia?
La sabbia bianca era diventata di un lieve colore rosa sotto il raggi del tramonto, una delle sue più care amiche era seduta con lei. Rappresentava per Yuna l'inizio di una nuova parte della sua vità, che portava sulle spalle tutto il peso del passato.
"Paine volevo morire."
"Desiderare la morte è un peccato. Non si rifiuta un regalo. Una persona si sacrifica per donare qualcosa ad un'altra e lei la rifiuta, rifiuta i sacrifici, rifiuta i sentimenti che rappresentano... non è proprio un peccato?"
"Ma non credi che solo noi abbiamo il diritto di decidere cosa fare della nostra vita?"
"Noi? Io non c'entro nulla, dico solo che sarebbe un peccato!"
"Allora, io penso che non sia giusto! Lui ha scelto che io dovevo vivere, ma io volevo morire e lui non aveva nessun diritto!"
"Oh, questo non è vero, tu non volevi morire!"
"..."
"Non ti saresti innamorata altrimenti."
"L'amore e la morte non hanno niente in comune."
"L'amore e la morte... umh.... una bella dicotomia, inflazionata, troppo comune. "
"Io sarei dovuta morire."
"Cosa sarebbe potuto cambiare?"
"Ma.."
"Un "ma" presuppone concetti reali su cui ponderare per giungere ad una soluzione diversa dal punto di partenza, ma credimi, non c'è nulla su cui basare un "ma". Ci sono solo due individui, uno muore e uno soffre, chi dei due non importa, il risultato è sempre lo stesso!"
Il freddo dell'acqua e la sua profondità si fecero prepotentemente sentire, ricordando alla ragazza la sua condizione precaria di vittima consapevole della sua scelta. Però, forse era proprio quello il punto. Forse lei non doveva morire. Forse era destino fin dall'inizio che fosse qualcun altro a scontare il destino riservato a lei. Iniziò a scuotere le gambe ad allungare le mani per raggiungere l'aria, ma era lontana ormai. Di nuovo si rassegnò, era giunto il momento? Non ancora, una mano attraverso la superficie e la trascino di nuovo sulla costa luminosa, proprio nel momento esatto in cui il sole raggiunge la sua vetta e brilla più intensamente. E lì sulla spiagga ecco la sua amica del passato, Rikku.
"Ho sentinto che volevi morire."
"Non ne sono sicura."
" Immagino di doverti dire qualcosa di filosofico e profondo che riesca a dissuaderti dal tuo intento, ma non ho niente del genere per te."
"E cosa hai?"
"Proprio niente. Perchè dovrei avere qualcosa? Pensi che siano tutti qui per te?"
"Credi che sia colpa mia se lui è morto?"
"Cinquanta e cinquanta."
"..."
"Ti risolleverebbe se ti dicessi che non lo penso?"
"In realtà, credo di no."
"Bene, meglio così."
"Pensi che sarebbe diverso se quel giorni fossi morta io?"
"Beh credo che ci siano piccole cose che possono cambiare infinitesimali parti dello scorrere degli eventi e quindi, sì, forse alla fine potrebbe cambiare il futuro."
"Se fossi morta io, lui sarebbe vivo."
"Questa affermazione è inutile. I fatti sono evidenti, ma tu, pensi che saresti stata in grado di farlo?"
"Io..."
"Ecco, guarda li davanti a te, adesso, lui è li sul baratro e quella sei tu, devi saltare adesso se vuoi salvarlo. Se salti adesso lo salverai."
"E cosa succederà poi?"
"Questo non puoi saperlo, perché tu sarai morta."
"..."
" Guarda, sta per andare, solo l'ultimo sguardo e..."
Respira e si butta per prima, respira, ma è difficile quando si è immersi nell'acqua. Ma mi sono buttata? Si chiede mentre i suoi occhi cedono all'oscurità. Sì, si è buttata.
Un fresco risveglio sorprende Yuna all'alba sulla fresca sabbia umidiccia, bianca e pallida sotto il cielo rosa ancora senza sole.
E ora che succede? Si alza e va verso il mare.
***
Un biglietto su un tavolo recava solo la frase "Yuna è scomparsa", Rikku lo guardò velocemente senza prestargli troppa attenzione. Yuna scompariva spesso per andare a guardare il mare sulle spiagge di Besaid, dove conservava tutti i suoi ricordi. Non si preoccupò di quel messaggio finchè non ricevette la notizia della sua morte. Non chiese chi aveva trovato il corpo o come fosse successo. Non fu neanche tanto stupita, si chiese se era qualcosa che sapeva di doversi aspettare, in fondo era quello il destino di Yuna. Poi pianse. Dopo la cerimonia raccontò alla sua nuova compagna la storia di Yuna. Voleva spiegarle il perchè di quel gesto, voleva che Paine capisse, ma lei disse soltato che era un vero peccato.
Ripensandoci, Rikku si chiese se forse sarebbe potuto cambiare qualcosa se quel giorno fosse morta Yuna, anzichè Tidus, concluse che in fondo, sarebbero scomparsi comunque tutti e due.