squall&bashthebest
let's rock baby
avevo in mente di realizzare già da un po' questa FAN FIC, ma non avevo mai tempo. ora voglio provarci
come da titolo vorrei provare a scrivere un seguito di Final Fantasy XII.
è la prima volta che scrivo qualcosa quindi non siate troppo duri con me ok
Questa storia non narra le vicende di eroi o cavalieri, narra di un gruppo di fuori legge che creeranno moltissimi problemi a chiunque gli capiti a tiro o incroci la loro strada.
Un gruppo che nessuno avrebbe mai sognato di vedere così unito, tanto erano diversi i componenti che lo formavano, ma allo stesso tempo si capiva che il legame di quel gruppo era talmente forte da essere difficile da spezzare.
Tutta la loro storia si vede svolgere in un epoca buia, dove la guerra è accesa e le fazioni avversarie sono pronte ad uccidersi le une con le altre, senza avere un briciolo di scrupolo, ne di compassione.
Una guerra tremenda tra due razze che si erano sempre accettate e si erano sempre sostenute a vicenda, ma che, per motivi non chiari agli occhi di tutti, iniziarono a combattersi.
La storia di questi fuorilegge inizia prima ancora della guerra, in una fredda notte buia di un deserto. Un uomo, coperto completamente da un mantello nero e dall'aspetto un po' sovrappeso , si avvicina ad una tenda di nomadi da cui sente provenire i lamenti di un bambino neonato e vede le ombre dei genitori che cercano di calmarlo restandogli vicino e sussurrandogli parole dolci piene di amore . Vedendo la scena di quella famiglia felice, l'uomo non si sentì più sicuro di quel che doveva fare, ma, dopo aver ripreso un po' di autocontrollo, decise di agire. Dal suo mantello estrasse una culla che gli donava quell'aspetto da sovrappeso rivelando che, in realtà, doveva essere un uomo molto magro con una muscolatura rasente la perfezione. Dentro la culla un neonato, con degli splendidi occhi azzurri e un ciondolo splendente che, però, non aveva alcun valore.
Lo lasciò vicino all'entrata della tenda e fece del rumore per attirare l'attenzione dei nomadi, per poi fuggire tra le dune del deserto. La famiglia corse fuori e videro solo l'ombra del mantello che spariva nel deserto e subito dopo notarono la presenza di quei due splendidi occhi azzurri che ricordavano molto due zaffiri che li osservavano. La famiglia prese una decisione istantanea non appena videro il neonato: lo avrebbero tenuto con se e lo avrebbero cresciuto come loro figlio.
Dalla tenda usci un ragazzo di pessimo umore con un'aria assonnata da chi si è appena svegliato per colpa di qualche rumore molesto ed, in effetti, era proprio andata così. Non appena riuscì ad aprire completamente gli occhi inizio ad urlare chiamando qualcuno. Da dietro due tende comparve un altro ragazzo che aveva lo stesso fisico, ma con due occhi azzurri che risplendevano alla luce del sole. Questo inizio subito a parlare, ridendo:
-Quante storie fai fratello, cosa ti è successo, ti è entrato un kyactus nel letto per caso?
-No Jaster, non mi sono ritrovato con un kyactus nel letto, ma mi sono svegliato sentendo qualcuno menare fendenti ad ogni cosa che gli capitasse a tiro. Lo sai che non voglio essere svegliato da te mentre ti alleni.
Jaster, se non si è ancora capito, è il bambino trovato dalla famiglia nomade sedici anni prima e l'altro ragazzo che gli urla dietro è suo fratello Dimtel. Sono cresciuti insieme come due fratelli, anche se non avevano legami di sangue, ed erano sempre in competizione, ma, sotto sotto, nessuno dei due avrebbe mai permesso che qualcuno li separasse.
Da dentro la tenda uscirono le dolci parole di una donna che invitava i due fratelli a rientrare nella tenda. Invitare come modo di dire perchè la frase era più un: VOI DUE RIENTRATE O VI AMMAZZO. Jaster e Dimtel obbedirono all'istante e rientrarono dentro la tenda.
A chiamarli era stata una donna dai lunghi capelli neri che aveva due occhi di un nero talmente scuro da sembrare essere fatti ti oscurità pura. Il suo corpo sembrava quello di una giovane ragazza di vent'anni con un seno prosperoso e un corpo da fare invidia ad una viera, anche se i tratti del viso rivelavano la sua vera età sulla quarantina. Non appena i due furono entrati la madre gli guardò dritti negli occhi e iniziò a rimproverarli.
-Ma voi non fate altro che litigare?! Guardate che ci sono diversi lavori da svolgere. Dimtel tu devi andare all'oasi a prendere l'acqua che l'abbiamo finita, mentre tu, Jaster, devi dirigerti a Rabanastre per procurarti i soldi e comprare del cibo.
I due fecero cenno di aver capito i loro obbiettivi e uscirono dalla tenda.
Appena fuori Dimtel disse -L'oasi si trova a metà strada tra casa e Rabanastre, faremo metà della strada assieme- e li concluse di parlare facendo capire a Jaster che non voleva sentire repliche.
I due presero in mano tutto l'equipaggiamento utile e partirono.
I nostri due fratelli erano molto diversi tra loro, non solo nel carattere, uno scherzoso e l'altro brontolone, ma anche nello stile di combattimento. Jaster prediligeva le spade ed i pugnali, mentre Dimtel usava spesso e volentieri la sua magia nera, ma portando sempre con se un arco con cui non sbagliava un colpo. Dopo un po' di tempo che camminavano tra le dune Jaster decise di attaccare discorso per non farsi tutto il viaggio in un silenzio di tomba
-certo che si vede proprio che tu sei il figlio legittimo della mamma- disse sorridendo -avete gli stessi occhi neri e profondi e lo stesso modo di parlare, mentre io ho i miei occhi azzurri che sono completamente diversi-.
Per tutta risposta Dimtel fece un cenno con la testa e subito dopo un grugnito. Jaster capì subito che il grugnito non era rivolto verso di lui, ma verso un gruppo di mostri che si trovavano attorno all'oasi. I mostri erano principalmente dei lupi con qualche kyactus non proprio socievole.
Non appena i mostri li videro attaccarono in gruppo, ma non sapevano a cosa andavano incontro. Dimtel si vide arrivare un paio di kyactus seguiti da una decina di lupi che, per tutta risposta, respinse con un unico Fire facendoli morire ustionati, mentre Jaster si era buttato in mezzo ad un gruppo di lupi menando fendenti con la sua spada e, ad ogni colpo uccidendone uno.
Fecero piazza pulita dei mostri in meno di cinque minuti e iniziarono a raccogliere oggetti utili dalle loro carcasse. Subito dopo aver finito questa operazione Dimtel disse:
-Io ho trenta lupi e cinque kyactus, tu?
-Io ho trentun lupi i due kyactus, maledizione. Ha vinto tu- rispose ridendo il fratello.
Dimtel si fermò all'oasi, mentre Jaster proseguì verso la sua destinazione. Non appena la vide da lontano sentì che era arrivato il momento di tirarsi su le maniche e di iniziare a lavorare come piaceva a lui. Dopo tutto lui era li per procurarsi dei soldi per poi usarli per comprare del cibo e lui conosceva un solo modo per procurarsi i soldi: rubando.
come da titolo vorrei provare a scrivere un seguito di Final Fantasy XII.
è la prima volta che scrivo qualcosa quindi non siate troppo duri con me ok
Prologo: I fratelli
Questa storia non narra le vicende di eroi o cavalieri, narra di un gruppo di fuori legge che creeranno moltissimi problemi a chiunque gli capiti a tiro o incroci la loro strada.
Un gruppo che nessuno avrebbe mai sognato di vedere così unito, tanto erano diversi i componenti che lo formavano, ma allo stesso tempo si capiva che il legame di quel gruppo era talmente forte da essere difficile da spezzare.
Tutta la loro storia si vede svolgere in un epoca buia, dove la guerra è accesa e le fazioni avversarie sono pronte ad uccidersi le une con le altre, senza avere un briciolo di scrupolo, ne di compassione.
Una guerra tremenda tra due razze che si erano sempre accettate e si erano sempre sostenute a vicenda, ma che, per motivi non chiari agli occhi di tutti, iniziarono a combattersi.
La storia di questi fuorilegge inizia prima ancora della guerra, in una fredda notte buia di un deserto. Un uomo, coperto completamente da un mantello nero e dall'aspetto un po' sovrappeso , si avvicina ad una tenda di nomadi da cui sente provenire i lamenti di un bambino neonato e vede le ombre dei genitori che cercano di calmarlo restandogli vicino e sussurrandogli parole dolci piene di amore . Vedendo la scena di quella famiglia felice, l'uomo non si sentì più sicuro di quel che doveva fare, ma, dopo aver ripreso un po' di autocontrollo, decise di agire. Dal suo mantello estrasse una culla che gli donava quell'aspetto da sovrappeso rivelando che, in realtà, doveva essere un uomo molto magro con una muscolatura rasente la perfezione. Dentro la culla un neonato, con degli splendidi occhi azzurri e un ciondolo splendente che, però, non aveva alcun valore.
Lo lasciò vicino all'entrata della tenda e fece del rumore per attirare l'attenzione dei nomadi, per poi fuggire tra le dune del deserto. La famiglia corse fuori e videro solo l'ombra del mantello che spariva nel deserto e subito dopo notarono la presenza di quei due splendidi occhi azzurri che ricordavano molto due zaffiri che li osservavano. La famiglia prese una decisione istantanea non appena videro il neonato: lo avrebbero tenuto con se e lo avrebbero cresciuto come loro figlio.
Sedici anni dopo
Dalla tenda usci un ragazzo di pessimo umore con un'aria assonnata da chi si è appena svegliato per colpa di qualche rumore molesto ed, in effetti, era proprio andata così. Non appena riuscì ad aprire completamente gli occhi inizio ad urlare chiamando qualcuno. Da dietro due tende comparve un altro ragazzo che aveva lo stesso fisico, ma con due occhi azzurri che risplendevano alla luce del sole. Questo inizio subito a parlare, ridendo:
-Quante storie fai fratello, cosa ti è successo, ti è entrato un kyactus nel letto per caso?
-No Jaster, non mi sono ritrovato con un kyactus nel letto, ma mi sono svegliato sentendo qualcuno menare fendenti ad ogni cosa che gli capitasse a tiro. Lo sai che non voglio essere svegliato da te mentre ti alleni.
Jaster, se non si è ancora capito, è il bambino trovato dalla famiglia nomade sedici anni prima e l'altro ragazzo che gli urla dietro è suo fratello Dimtel. Sono cresciuti insieme come due fratelli, anche se non avevano legami di sangue, ed erano sempre in competizione, ma, sotto sotto, nessuno dei due avrebbe mai permesso che qualcuno li separasse.
Da dentro la tenda uscirono le dolci parole di una donna che invitava i due fratelli a rientrare nella tenda. Invitare come modo di dire perchè la frase era più un: VOI DUE RIENTRATE O VI AMMAZZO. Jaster e Dimtel obbedirono all'istante e rientrarono dentro la tenda.
A chiamarli era stata una donna dai lunghi capelli neri che aveva due occhi di un nero talmente scuro da sembrare essere fatti ti oscurità pura. Il suo corpo sembrava quello di una giovane ragazza di vent'anni con un seno prosperoso e un corpo da fare invidia ad una viera, anche se i tratti del viso rivelavano la sua vera età sulla quarantina. Non appena i due furono entrati la madre gli guardò dritti negli occhi e iniziò a rimproverarli.
-Ma voi non fate altro che litigare?! Guardate che ci sono diversi lavori da svolgere. Dimtel tu devi andare all'oasi a prendere l'acqua che l'abbiamo finita, mentre tu, Jaster, devi dirigerti a Rabanastre per procurarti i soldi e comprare del cibo.
I due fecero cenno di aver capito i loro obbiettivi e uscirono dalla tenda.
Appena fuori Dimtel disse -L'oasi si trova a metà strada tra casa e Rabanastre, faremo metà della strada assieme- e li concluse di parlare facendo capire a Jaster che non voleva sentire repliche.
I due presero in mano tutto l'equipaggiamento utile e partirono.
I nostri due fratelli erano molto diversi tra loro, non solo nel carattere, uno scherzoso e l'altro brontolone, ma anche nello stile di combattimento. Jaster prediligeva le spade ed i pugnali, mentre Dimtel usava spesso e volentieri la sua magia nera, ma portando sempre con se un arco con cui non sbagliava un colpo. Dopo un po' di tempo che camminavano tra le dune Jaster decise di attaccare discorso per non farsi tutto il viaggio in un silenzio di tomba
-certo che si vede proprio che tu sei il figlio legittimo della mamma- disse sorridendo -avete gli stessi occhi neri e profondi e lo stesso modo di parlare, mentre io ho i miei occhi azzurri che sono completamente diversi-.
Per tutta risposta Dimtel fece un cenno con la testa e subito dopo un grugnito. Jaster capì subito che il grugnito non era rivolto verso di lui, ma verso un gruppo di mostri che si trovavano attorno all'oasi. I mostri erano principalmente dei lupi con qualche kyactus non proprio socievole.
Non appena i mostri li videro attaccarono in gruppo, ma non sapevano a cosa andavano incontro. Dimtel si vide arrivare un paio di kyactus seguiti da una decina di lupi che, per tutta risposta, respinse con un unico Fire facendoli morire ustionati, mentre Jaster si era buttato in mezzo ad un gruppo di lupi menando fendenti con la sua spada e, ad ogni colpo uccidendone uno.
Fecero piazza pulita dei mostri in meno di cinque minuti e iniziarono a raccogliere oggetti utili dalle loro carcasse. Subito dopo aver finito questa operazione Dimtel disse:
-Io ho trenta lupi e cinque kyactus, tu?
-Io ho trentun lupi i due kyactus, maledizione. Ha vinto tu- rispose ridendo il fratello.
Dimtel si fermò all'oasi, mentre Jaster proseguì verso la sua destinazione. Non appena la vide da lontano sentì che era arrivato il momento di tirarsi su le maniche e di iniziare a lavorare come piaceva a lui. Dopo tutto lui era li per procurarsi dei soldi per poi usarli per comprare del cibo e lui conosceva un solo modo per procurarsi i soldi: rubando.