I Love Quina Quen
Texas Hold'em Player
The Final Adventure - a life for this
Un paio di discussioni cui ho partecipato hanno fatto sì che mi venisse voglia di scrivere questa Fan Fic seria
se proprio volete saperlo, è il sequel di quest'altra
http://forum.ffonline.it/showthread.php?t=15877&page=1&pp=10
Prologo (Puntata 1): Il Sogno
Dove c'è la vita, lì ci sarà anche la morte
era l'unica cosa che gli restava della sua giovinezza, insieme a poche facce confuse.
Il resto era svanito nei meandri della sua memoria. Chi erano? Cos'avevano fatto nella loro vita per avere ancora spazio tra i suoi ricordi? Perchè non ricordava altro?
Decise che non gli importava: quello era il suo passato, e bisogna vivere nel presente, questo aveva capito tra le montagne in cui aveva abitato fino da quando la sua flebile memoria ricordasse.
Si alzò, immerso nei suoi pensieri e sentì le proprie gambe salde come non lo erano mai state prima d'ora, le ore di arrampicata degli ultimi giorni avevano dato i loro frutti... e pensare che il suo fisico, quando era partito alla volta del punto in cui era originata quell'esplosione, era tutto fuorchè altetico.
"L'esplosione! ecco cos'era!" esclamò con voce roca e penetrante. La cosa lo colse di sorpresa: aveva una voce? nel lungo tempo vissuto tra le montagne non ne aveva mai usufruito... aveva vissuto tra i silenzi, i cammini, le battaglie e le meditazioni.
"Basta stare qui a pensare!" esclamò, entusiasta della sua scoperta
L'uomo si rimise in marcia in quel paesaggio che aveva un che di strano: era un deserto montuoso tutto circondato di sabbia rossa che copriva i rari alberi secchi e perfino le rocce, rendendo poco agevoli le arrampicate frequenti: infatti non si poteva proseguire in piano per molto tempo senza perdersi: sembrava di stare in un dedalo.
L'uomo si guardò intorno: non c'era traccia di creature ostili, stranissimo, poichè erano mesi che almeno due volte al giorno diversi tipi di nemici cercavano di ucciderlo... i più frequenti erano dei bipedi verdi vestiti con un abito rosso e blu e che riuscivano a produrre fulmini, acqua, fuoco e ghiaccio usando una formula del loro libro. La prima volta che il guerriero ne sconfisse uno, entrando in possesso del suo manuale, scoprì di riuscire anche a leggere.
Un'idea gli balenò in mente: se sapeva leggere e parlare, poteva
anche...
"FIRA!" urlò, leggendo le scritture
Appena ebbe serrato le labbra, un rogo si autogenerò nel cespuglio vicino a lui, rivelando un animale immenso che si apprestava a coglierlo alle spalle. Aveva un corno sulla testa appuntita e la pelle con chiazze di peli blu. inoltre emanava elettricità da tutti i pori.
Il guerriero lo conosceva: più volte aveva cercato di trasformarlo nel suo pranzo, fallendo inevitabilmente e sfuggendo però sempre alla morte.
L'uomo estrasse dalla cintola l'enorme spada che portava con sè e che riusciva a maneggiare in modo quasi perfetto. Aveva l'elsa bianca finemente decorata e con una pietra bianca incastonata. La lama, affilatissima nonostante il grande uso che l'uomo ne aveva fatto, riluceva al sole, per questo il guerriero la utilizzò per accecare il nemico proiettandogli il riflesso del sole negli occhi.
La bestia lanciò un urlo lancinante e corse davanti a sè, caricando con il corno. Purtroppo il suo bersaglio si spostò in modo agevole mandandolo a sbattere contro un albero. Era l'occasione propizia per concludere il conto una volta per tutte, ma il combattente non aveva fatto i conti con l'elettricità emanata dall'avversario: una scarica attraversò la spada e spedì a terra il suo possessore proprio mentre egli affondava il colpo che doveva essere fatale.
L'animale scosse la testa ed il guerriero capì che ci vedeva. Infatti il bestione si girò: l'uomo era a terra inerme, completamente paralizzato dal voltaggio della scarica prima ricevuta.
"Non poteva finire così" penso l'uomo: doveva raggiungere il luogo di quell'esplosione, sentiva che era importante... così esclamo di nuovo "FIRA!!" ed il bestione cadde, morto, con il muso carbonizzato.
Un senso di sollievo persuase il guerriero, che si accentuò quando la sua momentanea paralisi sparì.
"Allora pure stasera si mangia... molto bene!"
invocando di nuovo il fuoco, cosse a puntino un paio di bistecche tagliate dalla sua spada.
Consumò la sua cena e si nascose nell'incavo di un albero per la notte: non aveva problemi a dormire accucciato se sarebbe sato fuori pericolo da eventuali attacchi.
Rivivendosi il combattimento nella mente cercò di capire come migliorare la sua tecnica ed era immerso in questi pensieri quando il sonno lo colse
era in una città non identificata completamente in fiamme e brandiva la sua spada sicuro di vincere, di distruggere l'origine di tutta la frustrazione che aveva dentro
" NO! NON FARLO! TI PREGO! ZEO!!!" urlava una ragazza, più o meno della sua età, con lucidi capelli bruni ed un viso bellissimo. uno shuriken era a vicino a lei.
Zeo rise, una risata amara, senza un minimo di allegria. Il fuoco divorava la città e persone scappavano da tutte le parti, compresi tre individui i cui volti comparivano sempre nella mente dell'uomo: un venerabile felino bipede dalla pelle striata rossa e blu, con occhi marroni quasi spenti e peluria facciale biache dal tempo, un ragazzo dai capelli nerissimi ed il viso affilato, sempre vestito con maglia e pantaloni neri e un altro ragazzo, ricoperto da una toga bianca.
"DIMMI SOLO PERCHE'!" esclamò di nuovo la ragazza
"Ci vuole un motivo per fare del male?" disse con una voce inespressiva che non gli apparteneva per nulla
il suo inconscio lo svegliò mentre la spada si dirigeva verso la ragazza, che si stava parando con un braccio.
Zeo aprì gli occhi trasalendo... ecco perchè non voleva sapere la verità riguardo come, quando e perchè era tra quelle montagne... sentiva il presentimento che fosse qualcosa del genere.
Ma non poteva esserlo: era solo un sogno, solo uno stupido ed insulso sogno...
Fine Prologo (Puntata 1): Il Sogno
Spero che la leggiate in tanti... per i fan delle pacconate tranquilli: continuerò anche quelle!
Un paio di discussioni cui ho partecipato hanno fatto sì che mi venisse voglia di scrivere questa Fan Fic seria
se proprio volete saperlo, è il sequel di quest'altra
http://forum.ffonline.it/showthread.php?t=15877&page=1&pp=10
Prologo (Puntata 1): Il Sogno
Dove c'è la vita, lì ci sarà anche la morte
era l'unica cosa che gli restava della sua giovinezza, insieme a poche facce confuse.
Il resto era svanito nei meandri della sua memoria. Chi erano? Cos'avevano fatto nella loro vita per avere ancora spazio tra i suoi ricordi? Perchè non ricordava altro?
Decise che non gli importava: quello era il suo passato, e bisogna vivere nel presente, questo aveva capito tra le montagne in cui aveva abitato fino da quando la sua flebile memoria ricordasse.
Si alzò, immerso nei suoi pensieri e sentì le proprie gambe salde come non lo erano mai state prima d'ora, le ore di arrampicata degli ultimi giorni avevano dato i loro frutti... e pensare che il suo fisico, quando era partito alla volta del punto in cui era originata quell'esplosione, era tutto fuorchè altetico.
"L'esplosione! ecco cos'era!" esclamò con voce roca e penetrante. La cosa lo colse di sorpresa: aveva una voce? nel lungo tempo vissuto tra le montagne non ne aveva mai usufruito... aveva vissuto tra i silenzi, i cammini, le battaglie e le meditazioni.
"Basta stare qui a pensare!" esclamò, entusiasta della sua scoperta
L'uomo si rimise in marcia in quel paesaggio che aveva un che di strano: era un deserto montuoso tutto circondato di sabbia rossa che copriva i rari alberi secchi e perfino le rocce, rendendo poco agevoli le arrampicate frequenti: infatti non si poteva proseguire in piano per molto tempo senza perdersi: sembrava di stare in un dedalo.
L'uomo si guardò intorno: non c'era traccia di creature ostili, stranissimo, poichè erano mesi che almeno due volte al giorno diversi tipi di nemici cercavano di ucciderlo... i più frequenti erano dei bipedi verdi vestiti con un abito rosso e blu e che riuscivano a produrre fulmini, acqua, fuoco e ghiaccio usando una formula del loro libro. La prima volta che il guerriero ne sconfisse uno, entrando in possesso del suo manuale, scoprì di riuscire anche a leggere.
Un'idea gli balenò in mente: se sapeva leggere e parlare, poteva
anche...
"FIRA!" urlò, leggendo le scritture
Appena ebbe serrato le labbra, un rogo si autogenerò nel cespuglio vicino a lui, rivelando un animale immenso che si apprestava a coglierlo alle spalle. Aveva un corno sulla testa appuntita e la pelle con chiazze di peli blu. inoltre emanava elettricità da tutti i pori.
Il guerriero lo conosceva: più volte aveva cercato di trasformarlo nel suo pranzo, fallendo inevitabilmente e sfuggendo però sempre alla morte.
L'uomo estrasse dalla cintola l'enorme spada che portava con sè e che riusciva a maneggiare in modo quasi perfetto. Aveva l'elsa bianca finemente decorata e con una pietra bianca incastonata. La lama, affilatissima nonostante il grande uso che l'uomo ne aveva fatto, riluceva al sole, per questo il guerriero la utilizzò per accecare il nemico proiettandogli il riflesso del sole negli occhi.
La bestia lanciò un urlo lancinante e corse davanti a sè, caricando con il corno. Purtroppo il suo bersaglio si spostò in modo agevole mandandolo a sbattere contro un albero. Era l'occasione propizia per concludere il conto una volta per tutte, ma il combattente non aveva fatto i conti con l'elettricità emanata dall'avversario: una scarica attraversò la spada e spedì a terra il suo possessore proprio mentre egli affondava il colpo che doveva essere fatale.
L'animale scosse la testa ed il guerriero capì che ci vedeva. Infatti il bestione si girò: l'uomo era a terra inerme, completamente paralizzato dal voltaggio della scarica prima ricevuta.
"Non poteva finire così" penso l'uomo: doveva raggiungere il luogo di quell'esplosione, sentiva che era importante... così esclamo di nuovo "FIRA!!" ed il bestione cadde, morto, con il muso carbonizzato.
Un senso di sollievo persuase il guerriero, che si accentuò quando la sua momentanea paralisi sparì.
"Allora pure stasera si mangia... molto bene!"
invocando di nuovo il fuoco, cosse a puntino un paio di bistecche tagliate dalla sua spada.
Consumò la sua cena e si nascose nell'incavo di un albero per la notte: non aveva problemi a dormire accucciato se sarebbe sato fuori pericolo da eventuali attacchi.
Rivivendosi il combattimento nella mente cercò di capire come migliorare la sua tecnica ed era immerso in questi pensieri quando il sonno lo colse
era in una città non identificata completamente in fiamme e brandiva la sua spada sicuro di vincere, di distruggere l'origine di tutta la frustrazione che aveva dentro
" NO! NON FARLO! TI PREGO! ZEO!!!" urlava una ragazza, più o meno della sua età, con lucidi capelli bruni ed un viso bellissimo. uno shuriken era a vicino a lei.
Zeo rise, una risata amara, senza un minimo di allegria. Il fuoco divorava la città e persone scappavano da tutte le parti, compresi tre individui i cui volti comparivano sempre nella mente dell'uomo: un venerabile felino bipede dalla pelle striata rossa e blu, con occhi marroni quasi spenti e peluria facciale biache dal tempo, un ragazzo dai capelli nerissimi ed il viso affilato, sempre vestito con maglia e pantaloni neri e un altro ragazzo, ricoperto da una toga bianca.
"DIMMI SOLO PERCHE'!" esclamò di nuovo la ragazza
"Ci vuole un motivo per fare del male?" disse con una voce inespressiva che non gli apparteneva per nulla
il suo inconscio lo svegliò mentre la spada si dirigeva verso la ragazza, che si stava parando con un braccio.
Zeo aprì gli occhi trasalendo... ecco perchè non voleva sapere la verità riguardo come, quando e perchè era tra quelle montagne... sentiva il presentimento che fosse qualcosa del genere.
Ma non poteva esserlo: era solo un sogno, solo uno stupido ed insulso sogno...
Fine Prologo (Puntata 1): Il Sogno
Spero che la leggiate in tanti... per i fan delle pacconate tranquilli: continuerò anche quelle!