Varie The Value Of Confidence

6DeepTreasure9

¤·.∂яєαмѕ ƒιgнтєя.·¤
Hola!!!! Eccomi qua! Mi chiamo Noemi, e mi sono iscritta qui per pubblicare una storia che dopo due anni suonati continuo a scrivere tutt'ora! :D!!
Questa fan fiction (basata su Final Fantasy X, presa per intero!! :cool:) l'avevo gia' pubblicata in un altro sito, ma poiche' era molto grande, la visibilita' di questa era un po' scarsa. Risultato.. quasi nessuno che legge e commenta..! Quindi..non ho avuto un parere su quello che ho fatto.. o pareri.. o consigli su come potrei anche migliorarmi :D

Vi assicuro che e' piuttosto lunghetta, lunghettina, lunghettona :D...all'inizio vi sembrera' troppo legata alla storia originale, ma poi le cose sfumano piano piano andando piu' in la', e che soprattutto..non e' tanto normale! :D Siete interessati? Vi pubblico la prima parte, e fatemi sapere se vi interessa leggere oltre!
Sono pronta a tutto!.. Percio' dite pure tutto quello che vi passa per la testa XD See youuuu XD

[Note d’Autore]
Volevo fare una piccola premessa... Nella storia sono presenti diversi modi di scrittura, tra cui quella in questa forma: aaaa..., che indica il pensiero di un protagonista o antagonista, raramente di un altro personaggio. Le note d’autore vengono indicate tra parentesi quadre (es: [aaaa…]). Le diverse grandezze di scrittura indicano l’intensità della voce del parlante (es. aaaa), mentre le onomatopee vengono racchiuse tra asterischi: *AAAA*. Eventuali cambiamenti di scrittura vengono scelti per dare un particolare effetto. Auguro una buona lettura e buon divertimento! __World_Of_Dreams__


Tutto iniziò nella città di Metropolis, una delle capitali più importanti esistenti e fiorenti dell'anno 2007, ben conosciuta per i suoi altissimi grattacieli e per la sua immagine di potenza e tecnologia raggiunte. Una città caotica e trafficata, ma ricchissima di opportunità per costruirsi un gran futuro. Invece, per una persona in particolare, quella città era un vero e proprio inferno cupo e buio. Era un'orfana abbandonata per strada, che tutti i giorni lottava per un po' di frutta, di pane, e di tutto ciò che poteva essere rubato presso il mercato quotidiano al centro città. Ella si chiamava Noemi, e tutti i giorni pensava Che vita orribile... Vorrei tanto cambiare vita, diventare qualcun'altro...e chi l'avrebbe mai detto che un giorno tutto questo sarebbe divenuto realtà... La mia realtà è solo un vero schifo... e che futuro...
Tutto ciò che ricordava della sua infelice infanzia era che il padre a soli sette anni la lasciò a soffrire di fame, a causa degli enormi debiti che aveva accumulato giocando d'azzardo e spendendo tutto in scommesse, liquori, e serate allo sbando, tanto che lei era scappata di casa a cercare la madre.
‘Mi dispiace, figliola... credo che dovrai d'ora in poi cavartela da sola... sono senza soldi…mi dispiace…’ erano sempre quelle le parole del padre che continuavano a rimbombarle nella mente, come un disco che continuava a girare, inesorabile. Tutto ciò che lui le aveva offerto era solo tanto dolore e solitudine...
Erano passati così altri dieci anni, e Noemi credeva che la madre fosse ancora viva, nonostante le avesse detto che in realtà la sua vita fu stroncata da un pirata della strada. Passeggiava per le strade più in periferia, covo di altri piccoli ladri di strada come lei, ma di certo essi non lo facevano contro la propria volontà come l’orfana quasi maggiorenne. Aveva sempre detestato la crudeltà, e soprattutto le storie cattive cattive che sua madre le raccontava prima di non tornare più. Per mantenersi puntava di più sui venditori al mercato quotidiano, approfittando della confusione e della folla di gente onnipresente. Ormai si trascinava dietro fruttivendoli e mercanti di ogni tipo: tanto che era diventata davvero una velocista, e riusciva a trovare tutti i nascondigli per sfuggire, ogni giorno, ogni notte. Era stata sempre questa la sua routine: mordi, fuggi, e mangia.

Un giorno, verso mezzogiorno, proprio prima di ‘andare a caccia’, vide una folla di gente accalcata davanti ad una piccola tenda. Essa era di colore rosso ed era piuttosto modesta e semplice, e all’ingresso non c’era nessun’insegna particolare. Quella tenda?! Al centro della città? Non l’ho mai vista in tutti questi anni... Che sta succedendo?CosìIniziò a chiedere spiegazioni alle persone in fila.
‘E' l'indovina più brava del continente!! Per questa settimana è qui, e dicono che sia in grado di leggere il futuro più lontano e di svelare il destino delle persone!!’ disse un tipo che sembrava tutto muscoli e niente cervello, con la pelle color mulatta e vestito casual. Si era messo a correre come un pazzo facendo la fila assieme agli altri.
‘Cosa??!!’ esclamò lei, guardando il ragazzo correre e poi quella tenda. Per fortuna che non era vicino alle bancarelle di quelli che la cercavano. E se... lei... potrebbe...cambiare la mia vita?? Ma no...non ho mai creduto né agli indovini, né alla fortuna... Infatti ne ho avuta così tanta in vita mia... Però...magari se gli spiego come sono concia, potrebbe prestarmi dei soldini per comprare qualcosa senza farmi vedere dai creditori...
Anche se non credeva molto negli aruspici, non costava nulla fare un tentativo... forse.
‘Si deve pagare?’ chiese ancora, stavolta ad un’anziana signora scorbutica che camminava lenta come una lumaca affianco a lei, con la stessa direzione.
‘E cosa ne so IO??!! Fate la fila no??!! Tsk…’. Oh, mi scusi...reginetta!!! Che antipatica!!!
Cosa poteva fare? Quel giorno non aveva la benché minima voglia di correre all’impazzata come al solito. Preferì così aspettare la fila ed il suo turno.

Poi, finalmente, arrivò il suo turno. Si stava quasi addormentando… forse perché faceva un gran caldo, specie se si è sotto un sole che picchia in una città così tanto abitata. Quando entrò dentro dopo un dolce ‘avanti’, si trovò in un'altra atmosfera, quasi magica. Era tutto pieno di stelle cavolo!! Sembrano vere!!! e, stranamente, dentro non c'era ancora nessuno. Qua e là le mura erano segnate da diverse scritte di diverso tipo, che ella guardò con stupore. “Questo linizio della tua storia…” e poi “da ora la tua vita cambier per sempre…”. Si guardò poi intorno, notando scaffali e tavoli pieni di oggetti stravaganti e mai visti, dalle forme più insolite, fino a quando notò una strana luce blu da lontano, in un angoletto. Così si avvicinò piano piano con stupore e vide una spada azzurrina brillante e quasi trasparente, appoggiata sul muro in verticale, sulla quale c'era una pietra incastonata, forse sferica, che continuava a lanciare ovunque intensi raggi blu. Non sembrava una spada normale, anche se la ragazza non era per niente esperta di queste cose, ma non era fatta di metallo: era fatta di acqua cristallizzata, che non sembrava nemmeno vero e proprio ghiaccio freddo. Incredibile!!! Che razza di spada è??Così la prese in mano e cominciò ad ammirarla in tutti i suoi aspetti. Era davvero leggerissima.
Improvvisamente chissà da dove apparve l'indovina.
‘E' la "Fraternity"’, rispose lei, come se la avesse colta nei pensieri. Noemi si girò di scatto, quasi spaventata ed imbarazzata, come colta nel sacco. Era una donna alta, snella e totalmente coperta nel suo lungo vestito in parte rosso ed in parte fucsia. Sembrava portare i capelli ricci e lunghi, ma quella specie di cappello stile ‘futuristico’ sembrava una perfetta maschera, sia per il volto che per i capelli. E la luce fioca di quel posto, rotta solo dal chiarore della spada, rendeva più difficile il riconoscimento dell’indovina. Per non parlare poi di com’era vestita in modo strano.
‘Ehm... scusi, mi sono lasciata andare dalla curiosità e... lo rimetto subito a posto…’. Ma l’arma continuava a brillare tra le sue mani, e la maga subito mostrò l'aria di una persona davvero sorpresa, come forse non lo era mai stata.
‘Dimmi, cosa ti porta qui?’ disse l’altra, con una voce dolce ed affettuosa.
Noemi non la ascoltò, impressionata dalla spada che aveva in mano. La fine del manico aveva dei sottili fasci rossi di cotone (forse) che restavano sospesi nell'aria, ma ciò che la colpì fu soprattutto la sua immagine riflessa sulla spada. Intravide, infatti, non sé stessa, ma una figura umana che sembrava una specie di viso sorridente e che portava i capelli biondi.
‘Eh???’ esclamò, indietreggiando la sua testa, senza staccare i suoi occhi da quell’immagine. Non poteva essere sua. L’indovina stette dietro di lei come se aspettasse con grande pazienza, già certa e decisa di cosa dover fare per la sua ospite.
‘Dimmi, quella spada ti cambierà il futuro??’.
La ragazza esitò nel rispondere. Sul manico aveva avuto l’impressione di notare qualcosa, come una strana scritta, in rilievo, che riuscì a fatica a leggere per via della scarsa luce lì presente. Un fascio di quella luce blu le diede la possibilità. Tidus?? Ma non si chiamava Frat..coso...??
L’indovina si avvicinò lentamente a lei. Sembrava che qualcosa la trattenesse.
‘Io dico che quella spada sarà la risoluzione dei tuoi problemi...’.
‘Mi scusi, non avrei dovuto curiosare... ecco, io...’.
‘Non c'è bisogno che ti scusi... Basta che ti concentri ora...’ e rise contenendosi.
‘Ma... non bisogna pagare per questa “visita”???’.
‘Pagare?? Per la tua condizione??’.
Noemi neanche si interrogò come mai era così generosa nonostante la sua fama, ma non riusciva a distaccare gli occhi da quella figura riflessa, e da quella strana scritta, che sembrava una specie di nome.
L’indovina aspettò la risposta, e si diresse verso il tavolo principale, forse per prendere qualcosa. Ma quando si girò di nuovo verso la ragazza, dopo una luce blu più intensa, lei e la spada non c’erano già più.

Accidenti! Dove sono??? Cos’è stato??!!
Noemi si svegliò in tutt’altro posto. Ma dov'era finita?? Si alzò di colpo e si accorse di avere ancora quella spada in mano. Ma l’indovina? Metropolis?? No, non era quella capitale trafficata… Era una città diversa, molto, troppo diversa. Era già notte e le stelle illuminavano l'intera volta celeste, accompagnate da diverse aurore che ella non vide mai. Una città piena di luci, di persone felici e di bambini che giocavano con palle bianche con strisce blu. Tutto era un insieme di luci, di ogni colore, con grattacieli che avevano le forme più strane, alcune che ricordavano le chiese indiane per le loro forme curve ed arrotondate a punta. Le strane erano sopraelevate, andavano tra i palazzi e le torri, alcune decorate con strani archi, altre che portavano in centinaia di direzioni diverse. E, da lontano, si poteva notare un'enorme cascata d'acqua, che seguiva la stessa parabola di un arcobaleno. Fantastico...ma che posto è questo?? D...dove sono finita??
Più si guardava in giro e più era confusa. Non sapeva più a quale città pensare affinché fosse abbastanza simile a quelle che ricordava. Niente confusione, niente smog e ruberie, solo uno spettacolo di luci e colori e tanta, tanta felicità e pace.
Improvvisamente ella vide una grande folla di persone che si dirigevano tutte verso quello che sembrava una specie di gigantesco 'stadio', che era visibile da quella strada sopraelevata su cui l’orfana si trovava.
‘Scusi, che città è questa?? Dove siamo? Cosa succede??’ chiese ad un uomo di una trentina d’anni, che teneva per la mano la piccola figlia, ansiosa quanto lui. Avevano strane sciarpe e cappellini addosso, tipici dei tifosi di una squadra di sport.
‘Anche lei, eh?? Si lascia prendere così tanto dalle emozioni del Blitzball, eh?? Benvenuto a Zanarkand!!!’
Lei si sentiva più confusa che mai, e l'unica cosa che la sua ragione la spinse a fare fu di seguire la massa.
Blizt...eh??? Possibile che nessuno sappia dirmi cosa succede??? Mannaggia a quell'indovina e a quella spada!!! Mi chiedo se tutto questo sia solo un sogno o una visione... non ci sto capendo niente!!! Se questi vanno tutti lì ci sarà un motivo...forse c’è una partita... Non ne vedo una da anni ed anni!!
Così decise di correre come una dannata seguendo la folla verso un enorme stadio sferico trasparente e tutti sembravano entusiasmati dalla notizia di una "partita amichevole di Blitz".

In breve tempo, seguendo curve e discese ripide, entrò senza ammirare l’immenso stadio sferico, ed arrivò a quello che sembrava il controllo dei biglietti (anche se lei non ne aveva) quando notò un'enorme immagine fissata al muro dell’entrata dello stadio. Sembrava un’immagine magica, trasparente… quasi un’allucinazione.
Erano raffigurati otto giocatori di quello sport stravagante, ed a vedere come erano rappresentati, sembravano davvero importanti e conosciutissimi. La cosa che la fece ridere e preoccupare insieme, era il fatto che tra loro, c’era quello che sembrava il capitano, biondo, di quella squadra, che sapeva di già visto. Sotto, ad un angolo, una scritta: ‘Lode ai campionissimi degli Zanarkand Abes’.
Quello forse era stato il giorno più strano della vita della ragazza. Infatti, appena che il suo sguardo si diresse verso la spada misteriosa, quell’immagine già non c’era più. Se lo aveva sognato? Stava sognando ancora? Sicuramente...
Pensò comunque di entrare nello stadio, sfruttando la confusione della folla per evitare il controllo dei biglietti. Anzi, lì sembravano tutti rigorosamente onestissimi. Quando entrò, correndo per le vie che portavano nelle tribune, con le mura piene di foto, immagini e trofei vinti forse da quella squadra, ella si fermò e contemplò l’interno dello stadio. Al centro dei posti a sedere un enorme spazio sferico, che subito si riempì d’acqua. Un momento! Ma lo stadio sta per essere riempito d’acqua???!! Loro giocano sott’acqua??!!
Tutti gridavano, eccitati, agitando le proprie bandierine qua e là, creando un vero trambusto. Tutti però ammutolirono, quando, improvvisamente, una violenta scossa di terremoto spaventò l’intera città.
‘Ma che diavolo succede??’ ‘Cos’è stato?’ continuavano a chiedersi tra loro i tifosi dentro e fuori dallo stadio già quasi pieno. I tumulti e le vibrazioni si susseguirono continuamente, e la gente iniziò ad uscire di colpo, investendo le persone che camminavano o correvano dalla parte opposta, e si riversarono tutti fuori, a cercare di comprendere cosa stava succedendo. Sembrava una scenda del tipo ‘Giudizio Universale’.
Adesso che altro succede? Voglio uscire da questo incubo..,non mi piace per niente... accade tutto così in fretta che...

Da lontano, sopra un grattacielo, un guardiano scrutava la situazione come colui che aveva già capito cosa stava succedendo: non era una banale scossa di terremoto.
Tutto d’un tratto la superficie marina si sollevò più di uno tsunami, rivelando un mostro con numerosi occhi brillanti e dalle forme più incomprensibili ed indescrivibili. La notte non permetteva di vederlo bene, ma è bastato solo guardarlo per far morire di paura tutta la gente che lo aveva notato. Sembrava che lo conoscessero bene, quel ‘coso’...
Lanciava urla spaventose, acutissime, grida che non sembravano grida, voci che non sembravano nemmeno voci. Incomprensibili, strani, gelidi. ‘finalmente la mia attesa efinita…’.
Dalle sue strane forme si staccarono delle scaglie che caddero per tutte le strade, come proiettili di una potente mitragliatrice. La ragazza perse la pazienza, non appena vide tutta quell’agitazione.
‘QUALCUNO MI VUOLE DIRE CHE SUCCEDE!!??” esclamò, disperata, fino a quando la spada riprese a brillare all’improvviso. Si, questo è un incubo... cosa aspetta quell’indovina a svegliarmi??!! Non lo vede quanto sono agitata??!!
Iniziò a scappare quanto poté da quell’essere mostruoso e gigantesco uscito dal mare, vicinissimo alla città, quando si trovò di fronte una strada piena zeppa di quelle strane ‘scaglie’, che si aprirono come i boccioli di un fiore, diventando mostriciattoli dotati di ali. Alcuni di essi la circondarono in ogni direzione. Lei si fermò di colpo, guardò negli occhi lucenti di quei mostri mai visti, che le facevano tremare gambe e mani. Sono spacciata...
Subito, come caduto dall’alto, venne raggiunta da una strana persona, che sembrava comportarsi come una specie di guardiano o guardia del corpo: indossava uno strano abbigliamento stile ‘antico’, rosso, e dei pantaloni lunghi che largamente ricordano quelle a ‘zampa di elefante’. Portava inoltre una strana borraccia grigia appesa alla vita e vedeva tramite un solo occhio (con l’altro non vedeva a causa di un’ enorme cicatrice) e per questo portava degli occhiali scuri, come i suoi capelli castani. Avrà avuto sulla quarantina d’anni. Poi egli si mise a bere qualcosa dalla borraccia.
‘Ti sembra proprio il caso di bere, ora?!?! Non vedi come siamo circondati?? Dammi una mano!!!!’.
‘Tsk. Anziché gridare inutilmente, datti una mossa! Usa la spada e trasformati, presto!!!’ Che???? Questa è nuova!!
‘Di cosa diavolo stai parlando?? Sai per caso cosa sia questa spada? Ehi! Sto parlando con te!!’. Il guardiano sembrava non aver la minima voglia di parlare.
‘Ho capito…non sai nulla, eh??’ diceva, mentre sguainò un’ enorme spada pesantissima, tanto che la tenne sulla spalla. ‘Comunque, mi chiamo Auron, e adesso sbrigati, vieni con me’.
Noemi non se lo fece ripetere due volte e corse dietro di lui, continuando a pensare a che razza di incubo era capitata. Ammesso che lo fosse. Da lontano, quelle urla e quelle grida aliene continuavano senza sosta vibrando nell’aria. ‘Non andare via aiutami dammi quella vita che tanto manca…’.
Dopo un pezzo di strada egli si fermò di colpo e si voltò verso l’essere dalle forme più insolite. Ma perché ti fermi??!! Che cosa c’è ora??????
‘Lo vedi?? Lo chiamano Sin…’. E’ venuto per noi… Per LUI….’ ed indicò con l’indice l’essere.
La mia attesa e finalmente terninata…’.
‘Chi?? Conosci quel “coso”?’ Questo tizio sa troppe cose.... Forse può aiutarmi...a capire...
Ad un’altra potente scossa, che fece crollare un intero grattacielo già prima fatiscente, ripresero a correre come dei dannati, mentre Auron eliminava i mostri-scaglie, e la ragazza notò che, alla loro morte, uscivano delle strane ‘luci’ che si muovevano come comete. Non può non essere un sogno!! Quando finisce?? Quando sarò morta???!!
Le scaglie perforavano qualsiasi cosa, dalle finestre alle dure strutture dei grattacieli e delle strade, facendo esplodere alcuni impianti elettrici ed alcune autocisterne. La ragazza cadde atterra a pancia in giù, rialzandosi spaventata con l’aiuto dell’uomo in rosso, e si girò dietro di sé osservando il nuovo panorama che la circondava: un’intera città in fiamme, piena di questi orribili ‘cosi’, ovunque, e laggiù, verso il mare, una massa informe, che continuava ad avvicinarsi, proprio nella loro direzione, ingoiando ogni cosa.
Auron correva più veloce e quasi Noemi lo perse di vista, quando le scaglie la circondarono ancora.
‘Ehi! Dove sei?? Aiutami, ti prego!!! Sono rimasta indietro!!! Non so combattere!!!’ gli gridò, agitando le mani come poté, gesto che sembrò innervosire ancora di più quelle scaglie. Egli la sentì, ma la sua corsa venne rallentata dall’arrivo di altre scaglie che lo aggredirono. La strada su cui stavano ne era difatti strapiena.
La ragazza si girò attorno senza una via d’uscita. Essere in quella situazione era molto peggio di un inseguimento dei creditori. Quel sogno era troppo vero, le sensazioni erano reali…
Uno di quei mostri si avvicinò pronta ad aggredirla, ed in quel momento, la paura e la confusione si trasformò in qualcosa di davvero insolito. La spada si mise a brillare quasi più di un sole blu ed il guardiano si girò ed esclamò: ‘Era ora!’.

Quando la strana luce scomparve, il mostro venne completamente dilaniato da quella spada, e cadde a terra rilasciando altre di quelle magiche comete brillanti. Il guardiano si voltò ancora dietro di sé e vide un ragazzo un po’ meno alto di lui, vestito in modo decisamente inusuale: portava un paio di pantaloncini neri, molto corti a sinistra e lunghi tipo bermuda a destra, ed una maglietta T-shirt gialla, scoperta a ‘V’ all’altezza del petto, dotata di un cappuccio bianco che gli calava da dietro. La sua manica sinistra era lunga, blu sulla spalla, rossa vicino al gomito, e verde nella parte terminale, e portava in ambo le mani dei guanti, verde il sinistro, e nero il destro. Ovunque portava uno strano simbolo rosso, a forma di ‘T’ con alcuni cerchi che si collegavano all’asse verticale, sulla schiena, sulla parte destra dei pantaloncini. Portava i capelli biondi, lisci e mossi, sparati, e gli occhi azzurri, e sembrava avere la stessa età di Noemi. Da dove cavolo era apparso?? Già, l’orfana non c’era più.
Quel ragazzo vide con stupore quel mostro sparire liberando quelle strane luci vaganti, come se non conoscesse le sue vere abilità.
‘Ma co…cos’è successo?? Mi sento…strano…’ disse lui, tenendosi la testa con la mano libera. Forse gli girava da matti.
‘Vuoi muoverti?! O vuoi andare di nuovo all’Oltremondo??’ si mise a gridare Auron, che aveva appena finito con l’ultima scaglia. Dovevano muoversi, se non volevano finire di nuovo circondati.
‘Auron, cosa mi è successo?? Sbaglio o questa è…Zanarkand??!! E perché sono vestito così?? VOGLIO SAPERLO!!!’ chiese al compagno, un po’ agitato e spaventato. Continuava a girarsi intorno, vedendo tutto in fumo e quasi cenere. Sembrava proprio che ci tenesse davvero a quella città. Ma cos’era successo davvero? Quella spada sembrava averlo portato lì, in qualche modo, al posto di quell’orfana.
Improvvisamente ci fu una violenta esplosione che distrusse l’intera parte di autostrada lì vicino, ed era l’unica via d’uscita possibile. Quell’esplosione separò Auron da quello strano ragazzo, rimasto più indietro.
‘Tidus! Sbrigati!! Salta ed afferra la mia mano!!!’ gli urlò, ponendosi vicino all’orlo. Sotto di loro c’erano almeno cinquanta metri di vuoto.
Si può sapere come cavolo fa a conoscermi??? Non riesco a ricordare nulla... E’ tutto così confuso... Ma...ma perché la mia città è...è...Un’altra esplosione lo spinse ad agire subito, anche perché non riusciva a trovare in decimi di secondo le sue risposte. Era come se avesse una forte amnesia.
A pelo riuscì ad afferrare la mano del guardiano, facendo un grande salto, ma dietro alle sue spalle ormai Sin fu vicino e dalla sua enorme bocca (se così si può chiamare…) si creò una sorta di tunnel, che assomigliava tanto a quelle che si usavano in Guerre Stellari tipo ‘tunnel spazio-temporali’, che aspiravano tutto dentro di sé come il tubo di un aspirapolvere.
‘AUROOON!!! Aiutami!!!’ gli gridò il biondo, che sembrava non capirci più niente.
‘Tieniti pronto…Da qui in avanti inizierà la tua storia’ La...la mia storia??.. un momento!!! Ma allora...
Quando entrambi furono con i piedi per terra, si voltarono e videro un ammasso deforme, che mostrava stranissimi lineamenti, che si muovevano come le onde del mare ovunque. In un breve istante tutti e due vennero risucchiati in quel tunnel per un lungo, lungo viaggio, dopo che tutto divenne allungato, bianco…e poi nero, solo nero.

Noemi, o meglio, chi sia diventata, sembrava aver sognato durante quel viaggio.
Si trovava nel suo aspetto ‘normale’, nel buio più nero, senza cielo né terra, e si trovò di fronte un piccolo ragazzino, dai capelli corti e castani, e che portava una maglietta T-shirt blu semplice. Egli si avvicinò lentamente camminando verso di lei.
‘D’ora in poi saremo una cosa sola. Io…ho bisogno del tuo aiuto…sei l’unica che mi può aiutare, ti prego!’ disse, con voce minuta e debole, come timida.
‘Io??? Chi sei??!! Non ti ho mai visto…che cosa è successo?? Rispondi!!!’ quasi quasi gli voleva mettere le mani addosso per capirci qualcosa.
‘Capirai… Basta che tu abbia fiducia in me… Adesso inizia la tua… la nostra storia…’.
 

Odstarva

Ashaad Nehraa Talan
Accidenti, davvero molto bella.
Ma è ancora troppo presto per dare un parere definitivo, aspetterò. :D
(Ti sei guadagnata un lettore :D)
 

6DeepTreasure9

¤·.∂яєαмѕ ƒιgнтєя.·¤
E' assolutamente normale che non ci hai capito un c**o, perche' lo scopo del primo capitolo e' proprio quello ahahahhaha XD
 

Ex-Soldier

Vyse the Legend
Puoi postare il link del sito se esso rispetta il regolamento. O in alternativa puoi incollare tutto su Nopaste e linkare qui quello.
 

6DeepTreasure9

¤·.∂яєαмѕ ƒιgнтєя.·¤
Il link e' quello del sito di fanfic in cui ho gia' pubblicato un po' di storia. Posso usare quello? Scusa, sono ancora un impedita qui -.-
 

Ex-Soldier

Vyse the Legend
Il link e' quello del sito di fanfic in cui ho gia' pubblicato un po' di storia. Posso usare quello? Scusa, sono ancora un impedita qui -.-
Suppongo che tu possa linkarlo in quanto non si tratta di un forum ma di un sito, inoltre non è nemmeno spam...ti conviene linkarlo imho, si tratta di un lavoro troppo imponente per postarlo in un thread.
 

6DeepTreasure9

¤·.∂яєαмѕ ƒιgнтєя.·¤
Vaaaaa bien allora mettero' solo il link
I capitoli saranno tutti piu' o meno di questa stessa lunghezza, anche a me sembra un po' lungo e complicato, inoltre la leggibilita' e' un po' incasinata =..=''
 

Cespuglia2008

-+*Tokage the lynx*+-
Interessante ^^!
sisi,credo proprio che la seguirò (cercando di essere il più puntuale possibile nei commenti,ma non prometto nulla xD). Come già detto davvero interessante,aspetto altre parti per dare un giudizio migliore!
 

Gabranth the Judge

Così volli che fosse
Letta abbastanza di corsa ma do un giudizio: bella, mi è piaciuta. La storia per il momento non è molto originale, aspetterò per dire la mia. Il inguaggio è abbastanza curato e non ho visto molti errori grammaticali o sintattici, tuttavia la lettura in alcuni punti è un po' difficoltosa soprattutto quando si passa dalla narrazione a un breve pensiero poi di nuovo alla narrazione in un periodo lungo. Poi, personalmente, io avrei preferito meno puntini di sospensione: capisco che servano a sottolineare l'indecisione della protagonista ma ripeto, a mio avviso, sono troppi.

Aspetto il secondo capitolo. ^^
 

GatlingGun

Cogl*one. #5
Lessi il secondo capitolo u.u ti consiglio di postarli qui a intervalli regolari, la gente di FFO è troppo pigra per salvarsi le pagine e aprire dei link.
 

6DeepTreasure9

¤·.∂яєαмѕ ƒιgнтєя.·¤
Grazie mille del consiglio^^
Ho pensato di fare così.. posto la storia cosi' com'e' fino a dove l'ho pubblicata, e poi in fondo ci metto il link da dove l'ho presa, per chi vorrebbe piu' leggibilita' (qui fa un po' schifo XD)

Volevo rispondere ad un commento e avvisare: siccome quando ho iniziato a scrivere la storia ero ancora una novellina, la storia NON e' originale all'inizio, almeno fino al sedicesimo capitolo (o post per intenderci).
Essendo una storia "What if", cioe' una fanfic che prende FFX cambiando qualcosa, io parto a seguire FFX fino all'Operazione Mihen con poche o piu' variazioni. L'ingresso di un personaggio + avanti fara cambiare le cose. E' un percorso un po' obbligato purtroppo :D Chi e' paziente gode owo
 

6DeepTreasure9

¤·.∂яєαмѕ ƒιgнтєя.·¤
Ecco vi mando il secondo capitolo^^
Credo di inviare un capitolo ogni settimana, altrimenti un po' di piu'. Sapete, avro' un intero secondo semestre di Uni tra poco, e quindi di tempo ne avro' un po' poco :p

Noemi si sentiva la testa che pesava più di un masso gigantesco.
Dove sono, cos’è successo voglio tornare a Metropolis Maledetta quell’indovina da strapazzo eee questa spada stregata! Ma con chi si poteva sfogare alla fine?? Si trovava nei pressi di quello che sembrava un tempio sommerso tra acque gelide. Dappertutto c’erano massi, come delle rovine, che sembravano avere davvero molti, ma molti anni. Non poteva essere tutto crollato per caso…forse era stato quell’essere deforme. Fatto sta che faceva molto freddo, e cadeva una pioggia leggera ma incessante, accompagnata da un vento che poteva far soffrire anche un drago.
Noemi si accorse subito di essere se stessa come al solito e pensò di aver fatto un terribile sogno, il più strano mai fatto, e che esso ancora non era del tutto finito. Poi si accorse di avere una strana catena al collo, una catena che sembrava esser fatta d’argento, con uno strano simbolo impresso. Sembrava tanto quella famosa forma simile a “T”. Ci mancava pure questa!! Vendendola, forse, risolverei parte dei miei problemi economici Poi tornò ad essere nervosa solo a guardare quell’arma che era rimasta accanto a lei in mezzo alle rovine. Così si alzò di scatto e decise di cercare aiuto. Già, ma dove??
‘Auron!!! Sei qui??! Rispondi!!’ Sembrava l’unica persona vivente in quel luogo sinistro. La sua voce rimbombava qua e là tra gli ostacoli, sotto un cielo grigio scurissimo.
Si avvicinò ad un percorso pietroso che si trovava sul pelo dell’acqua, leggermente sopraelevato, quando, improvvisamente, comparvero degli strani pesci verdi, con le code rosse. Noemi non ne aveva visto mai così grossi in vita sua. Uno di essi sbatté contro il passaggio che si reggeva appena, fino a poi crollare facendo cadere la ragazza nell’acqua gelida e questa, per sfuggire a quelle creature che cercavano di afferrarla, cercò di imboccare un piccolo passaggio sott’acqua che sembrava portare all’interno del tempio sommerso. Era abbastanza piccolo per sfuggire a quei ‘cosi’.
Devo, devo, DEVO farcela!!! Nuotando come una matta, riuscì a portarsi in salvo, con la sola maglietta strappata in una manica da quei mostri marini.

‘Sono….sono ancora viva??’ esclamò prima di urlare e sbraitare contro la Fraternity, che magicamente e chissà come si ritrovò sulle scale rovinate che portavano all’ingresso del tempio. Ti avevo mollato quando ero caduta nell’acqua ed ora ti fai beffe di me e ti fai sempre trovare??? Ma cosa vuoi da me??!! Vuole finire questo incubo, sì o no??!! Maforsenon è un incubo. Ma va’!!! Quei mostri e quei pesci non esistono!! Ho le allucinazioniper la fame, credo
Appena entrò dentro, varcando una porta con un’anta completamente a terra, evitando pietre e sassi qua e là sparsi, si trovò in un enorme salone, pieno di rovine ovunque. Tutti i fregi, le decorazioni, erano state scavate dagli agenti atmosferici. Sembravano resti davvero vecchi di molti secoli, ma alcune forme appuntite sembravano insolite per essere state ‘create’ dal tempo, e ciò faceva più pensare per un crollo successo più per qualche avvenimento o incidente. Ma il freddo là dentro si accentuò, poiché da una parte alta del salone c’era una cascata che penetrava da una buca e usciva da un’altra grande fessura, aumentando l’umidità del posto. Al centro di esso si trovavano dei resti di un falò recente. Allora qui c’è qualcuno... Qualcuno?? Forse di più, cara Noemi…
Non resisteva più al freddo, così cercò di trovare qualcosa da usare come combustibile, quando sentì degli strani borbottii. Essi provenivano dal portale principale che era bloccata dalla parte del salone. Aveva le ante che erano rimaste chiuse chissà per quanti secoli, con i colori ormai invisibili. Dall’altra parte qualcuno parlava così forte che lo si poteva sentire chiaramente, ma capire niente, visto che usavano una lingua strana.
‘Yppeysu jecdu ihy mila bnujahena ty cit!!‘ [‘Abbiamo visto una luce provenire da sud’] fece una voce bassa.
‘Ban te xiy’ [‘Per di qua’] diceva un altro uomo con decisione.
‘Ycbaddyda! Beywwu ma puspa!’ [‘Aspettate! Piazzo le bombe!’] subito gridò quello di prima.
Si sentì dopo una specie segnale sonoro, come un conto alla rovescia, seguito subito da una forte esplosione che distrusse la porta. Fu così violenta che confuse Noemi quanto basta per cadere a terra e vedere in maniera distorta ed offuscata. Entrarono in seguito tre strani individui che la presero da terra, intravisti a malapena. C’erano tre uomini ed una ragazza, con tutti addosso degli strani occhialini, quest’ultima vestita in modo alquanto inusuale. Portava una sorta di vestito rosso con molte parti del corpo scoperte Ma non sente freddo,quella?? ed una serie di cinture verdi che le attraversavano tutto il corpo. Aveva i capelli biondi e lisci raccolti dietro, e coperti in parte da quelle strane lenti che portavano. Davvero difficile descriverla vedendola con l’intera testa che ti gira…
Due dei tre uomini sconosciuti condussero l’orfana sulla loro nave, prendendo anche la spada magica che prima l’era caduta. Era una nave enorme, lunga, che si muoveva con la sola forza meccanica del motore sottostante. La pioggia continuava, più forte di prima, accompagnata da alcuni tuoni ogni tanto.
Quando la ragazza si svegliò, seduta appoggiata ad un bordo metallico della struttura, si trovò con una lama a dieci centimetri dalla sua gola. Eeehm po...possiamo parlarne??
‘Lucy le vylaje mì?? Necbuhte!!!’ [‘Cosa ci facevi lì?? Rispondi!!!’] gli fece il tizio davanti, pieno di tatuaggi blu a forma di fiamma, che lo attraversavano per tutto il corpo. Sembrava il capo del gruppo.
Che razza di lingua parlano Mi trovo su un pianeta di marziani????!! ‘Eh??? Cosa?? Puoi ripetere per favore?? Non capisco…!!’. Egli ritirò la sua baionetta, attaccata a quella che sembrava una mitragliatrice, ed iniziò a fare gesti e versacci strani per farsi capire. Sinceramente sarebbero più stati chiari i versi di un cane… Poi si rivolse alla ragazza vestita in modo stravagante.
‘Xiacdy huh lybecla heahda...!!! [‘Questa non capisce niente…!!!’] Rikku!’ e la ragazza si girò di scatto verso di quel vicecapo’. E’ quello il suo nome???
Lei si avvicinò, notando lo sguardo estremamente impaurito di Noemi.
‘Non avere paura…! Abbiamo solo bisogno di aiuto…. Abbiamo un equipaggio scarso per badare alla nave, perciò posso andare solo io sott’acqua. Da sola non riesco a recuperare un carico che abbiamo perso.’
‘Tu…. Io riesco a capirti??? Chi siete???’.
‘Strano che tu non ci conosca!!!’ e, dopo essersi tolta gli occhialini, ‘il mio nome è Rikku. Siamo Albhed.’
Alb che??? ‘Scusa, non so chi siano gli A…’
‘Ma da quale mondo vieni??? Ti prometto che ti riporterò a casa tua se ci aiuti a recuperare il carico…’ rispose lei, gentilmente.
‘Vengo da Metropolis… Mi potete riportare là??’.
‘Scusa, ma dove si trova?? Non ho mai sentito nominare una città del genere…’.
Poi si smise di parlare: aveva visto Noemi impallidire quasi quanto la luna.
‘Co..co…cosa???’ Se non possono portarmi lì, è meglio se ritorni nella città attaccata da Sin lì da lì troverò il modo per tornare a casa
Poi riprese:’Sentite, allora potreste riportarmi a Zanarkand!’.
Non fece in tempo a rispondere (mostrava una faccia davvero scettica) che uno di quei quattr’occhi si rivolse a lei prepotentemente: ‘A' xie!!’ [E’ qui!!].
‘Siamo arrivati. Sarà una cosa breve, vedrai. Basta che fai attenzione ad alcuni piccoli piranha…’. Pipipiranha?? Devo finire squartata???
‘Ehm…Bisogna…proprio??’ più che pallida il suo viso sembrava non avere più vita.
‘Sì…’ E Rikku le riconsegnò la spada. ‘Che nome strano che hai… L’ho letto sul manico della tua arma…ammesso che sia tua!! Vedo che hai troppa paura per usare un’arma così fatta!!!’ e rise di gusto, simpaticamente, cosa che all’altra non fu di certo una bella cosa.Quella non è la mia. Vabè, chi se ne importa!!! Portatemi a casa, piuttosto!!
‘Veramente mi chiamo Noemi…’ disse quasi con seccatura.
‘Ah, si??’ poi si girò verso il tizio con i tatuaggi a fiamma, che si avvicinò al bordo della nave, indicandogli con l’indice e con altre parole strane il punto esatto. Con un sorriso sincero la ragazza bionda si tuffò nell’acqua, per fare dal basso dei cenni per incitare l’altra. Bastò poi un colpo da dietro da parte di una baionetta appuntita sul fondoschiena a farla tuffare. Gli altri compagni Albhed non fecero altro che ridere a crepapelle. Grrrrazie tante!!!
Così iniziarono a guardare qua e là le profondità dell’oceano (era un oceano?) per cercare il carico perduto. Cos’era? Un tesoro? La parte fondamentale di una nave?? Fatto sta che, a causa del cattivo tempo atmosferico, non si riusciva a vedere quasi niente, se non grazie alle luci emesse dalla nave di sopra, che creava degli squarci simili a quelli che si vedono nei tramonti d’autunno. Si riusciva ad intravedere ‘solo’ un gigantesco relitto, che assomigliava ad una sorta di navicella spaziale stranissima.
Whoa!!! BrrrQuesto gelo mi blocca i movimenti ma quanto nuota veloce quella????
Rikku si avvicinò a quello che sembrava una sorta di scrigno, proprio sulla poppa di quel relitto. Ora mi devo mettere a fare la cercatrice d’oro??!! A differenza di dove stava, quello scrigno sembrava insolitamente nuovo, ma era troppo pesante per essere recuperato da una sola ragazza. Così Rikku con cenni chiese a Noemi di aiutarla, anche se lei, in realtà, non la ascoltò neanche. Si accorse, infatti, di essere sott’acqua da quindici minuti interi senza soffocare. Ma com’era possibile?? Era acqua quella o cosa?? Riusciva a respirare come se niente fosse: era la prova che tutto ciò era un unico incubo?? Sicuri di considerarlo un incubo???
Improvvisamente arrivò una medusa gigante blu, con una spessa ‘corazza’ sulla testa e dei denti denti?? che sporgevano di sotto, affiancato da alcuni piranha, che forse aspettavano l’attacco dello squalo per appropriarsi di quello che sarebbe rimasto delle ‘carcasse’. Arrivavano alla stessa velocità di un turbine e solo per un pelo non colpirono Noemi, incantata dalla strana natura dell’acqua. Il mostro si girò, pronto ad attaccare di nuovo con più violenza.
Era impressionante la differenza tra lei e Rikku. La prima era bloccata dalla paura, incapace di reagire, pietrificata E’ la fine è la fine, appena vide il pesciolone carnivoro,mentre la seconda aveva già lanciato una manciata di granate contro di esso come se si potesse domare. Ma purtroppo la sua corazza era molto dura, e quelle esplosioni furono più per difesa che per ucciderlo, fino a quando non prese, con uno dei suoi lunghi tentacoli viscidi, la ragazza Albhed all’improvviso, facendole cadere dalla mano l’intera sacca di granate, che andò dispersa sul fondo marino. Noemi la vide trascinata da una parte all’altra da quella medusa, già pronta per attaccare con un secondo tentacolo l’altra sua preda. E. adesso cosa faccio??? Ma quelli non vedono niente?? Quando, dico, quando finirà tutto questo???
Sembrava davvero tutto finito. Ogni qual volta che ella si sentiva così iniziava a pensare alla sorte che l’aveva condannata alla tristezza ed alla sua orfana condizione. Così rievocava la madre, che tanto sperava di incontrare (viva, ovviamente!!), e il padre, verso il quale l’odio della figlia era continuata a crescere fino a quel momento, ogni giorno passato a rubare a Metropolis. Se poi si aggiungeva l’acqua strana, il pericolo che incombeva, ed in genere l’incubo… Cosa doveva fare alla fine?? Delirare? Impazzire? Forse era meglio sfogare la propria rabbia, ed ogni persona ha il suo modo. Ma quel modo, che ne seguì fu davvero strano, di nuovo… In un istante, un’intensa luce blu illuminò quasi tutto il fondo marino sotto la nave. L’equipaggio si guardò meravigliato, affacciandosi vicino alla barriera metallica, nel vedere una sorta di sole azzurro subacqueo. Sembrava la stessa vista dall’indovina. La ragazza sentì una strana energia attraversarla, da capo a piedi, soprattutto nella parte vicina al collo, che le dava un’incredibile carica e forza. La medusa, vedendo quell’intensa luce, si spaventò, anche per via di strane cariche elettriche azzurre che partivano da quella specie di mini-sole.
Rikku venne rilasciata delicatamente dal tentacolo che le aveva stretto una gamba fortunatamente senza rilasciare tossine. Le girò molto la testa, ed appena si ridestò, guardò attraverso quella luce che lentamente diminuì la sua intensità, e vi notò una nuova figura confusa: era un mostro? Era un pesce degli abissi (tipo quelli che fanno da soli la ‘lucina’)? No, era solo una persona, come lei. Da dove era partita quella specie di luce, come pensava la ragazza Albhed?? No…non era stata la spada… A sprigionare quell’energia era stata lei. O meglio, lui…
Mentre il nuovo ‘comparso dal nulla’ si studiava da capo a piedi, stupito di dove si trovasse, di come fosse lui, nell’abbigliamento e nell’aspetto…. La sua faccia dimostrava tutto il suo stupore ed anche, perché no, confusione, e non appena volse i suoi occhi azzurri verso Rikku, questa si pietrificò come se fosse stata colpita da un fulmine. Un fulmine molto particolare…. Lui le si avvicinò ed iniziò a scuoterla come chi, disperato, non capisce più nulla di quello che era appena accaduto o successo prima. Era quasi una fortuna che erano sott’acqua: chissà le grida che si dovevano sentire… Dimmidimmi dimmi!!! Cosa mi è successo??? Rispondimi!!! Perché sono conciato così?? Grrrrr!!!
La bionda ragazza restò almeno cinque minuti interi ad osservarlo nello sguardo, nel suo aspetto, nel suo fisico atletico, dopo che i mostri si allontanarono spaventati: ad un tratto lei divenne rossiccia sul volto e poi trovò il coraggio di portarlo verso lo scrigno, che tirarono su insieme senza troppa fatica.
Quei metri che separavano i due dalla superficie sembrarono interminabili per entrambi. La ragazza non sapeva se girarsi attorno per cercare Noemi o guardare ancora il suo nuovo compagno, ancora incantata, mentre l’altro si sentiva come qualcuno che aveva appena visto il mondo della realtà.
L’equipaggio, appena vide Rikku, la tempestarono di domande sull’accaduto, prima e dopo il ritorno a bordo. Continuano a parlare da marziani??!! Non capisco Spero che almeno mi riportino a casa.e se così non fosse? Se vogliono usarmi per i loro servigi? Se solo qualcuno potesse dirmi cosa mi è successo mi sento così confuso
Lo scrigno venne tirato su da alcuni bracci meccanici che facevano un tutt’uno con la nave. Gli Albhed erano così interessati ad esso che passarono tutto il tempo a cercare di aprirlo, cosicché i due poterono restare in disparte.
‘Tu…ehm...tu chi sei? Venuto così, all’improvviso…Ci hai aiutato…’ disse Rikku.
‘Io… Non lo so va bene?!’—alzando il tono della voce—‘voglio solo che qualcuno mi spieghi cosa ci faccio qui e che sta succedendo!!! Io…io.. non capisco più niente!!! Io….io… non…’.
Egli si sedette sul limite della prua, a contemplare l’oceano sotto di lui, camminando quasi come un ubriaco. Sembrava che gli girasse la testa. Ma che Oohhh
Sì… l’oceano, diventando calmo quando finì la pioggia di cadere, era divenuto piatto tanto da fare da specchio. Si trovò cambiato, come se improvvisamente fosse “cresciuto” tutt’ad un tratto, sentendosi come chi era rimasto nel sonno o in un coma per tanto tempo. Più cercava di pensare, più non riusciva a ricordare nulla. Una cosa era certa: quella era un’amnesia, ed appena avrebbe recuperato la memoria, avrebbe avuto le sue risposte. Sulla superficie del’acqua c’era l’immagine di quella medesima persona che la ragazza aveva visto sulla spada e allo stadio. Chissà se l’animo (chissà dov’era) di Noemi si sarebbe ricordato invece che era diventato lui, l’as dei Zanarkand Abes, quello che conosceva Auron, che lo aveva chiamato….
‘Scusami… vorrei solo… ecco…sapere chi sei…’ per dire quelle parole Rikku le studiò per dieci minuti.
‘Io… ecco… Mi chiamano Tidus…’.
‘Allora…quella era la tua spada!!!! Ma perché l’aveva quella ragazza???’ chiese l’altra, mostrando enormi perplessità e chiedendosi dove Noemi fosse finita: nel gran caos non era riuscita a capire un granché.
‘Ecco… non lo so…’ Leisparita?? !!! Aaspetta!! Questo significa che devo inventarmi qualcosa Era...era con me, ma non preoccuparti… riuscirà a cavarsela…’.
‘Non vi ho mai visto qui… Come ci siete arrivati?’.
Così Tidus gli raccontò tutto quello che era successo, mischiando le sue esperienze con quelle dell’altra metà, ricordandosele entrambe perfettamente, e di come fosse così confuso, mentre contemplava il grigio orizzonte del calmo oceano.

‘Capisco… ecco perché sei così disperato… Ma perché sott’acqua ti ‘studiavi’ in quel modo?? Avevi bisogno di uno specchio? In effetti, sei così car… ehm’—si gira di spalle—‘casuale, qui…’ Eh?? Siamo davvero sicuri che riesca a parlare la mia lingua??
‘Ehi…Non è colpa mia se sono finito qui! Vorrei solo…ecco…’ non glielo posso diresarebbe troppo rischioso
‘Tornare a casa? E dove?? A Zanarkand? Quella città è stata distrutta 1000 anni fa!!’ Rikku sembrava contenta di dire ciò, come se sperasse di rimanere ancora di più con Tidus.
‘Co…co…cosa? Stai dicendo sul serio?? Ma… io… l’ho vista, l’ho vista mentre veniva distrutta da Sin!! Pe…perché…’ subito il suo volto passò dalla confusione alla tristezza. Ora sapeva di non avere neppure una casa….certo, se quello che gli dicevano era vero… Infatti, in un primo tempo, nessuno crederebbe a parole simili…
Lei gli si avvicinò notando una catena che aveva al collo. Aveva un simbolo che gli sembrava famigliare.
‘Bella questa catena…!!!’ Non sapeva cos’altro dire…era proprio imbarazzata.
‘Davvero???’ rispose lui, ma la sua testa era ben al di là. Quella città. distrutta da 1000 anni?? Sono cambiato, finito nella mia città distrutta da quel mostro e poi nel lontano futuro!!! E poi come sono.conciato!!! Quella ragazza di cui parla Rikku deve avermi liberato… Quella spada mi ha portato qui??? Non ricordavo che fosse miaanzi, non ho mai avuto un’arma simileChi mi potrà aiutare se non quell’indovina!! Sbaglio, o era lì la spada?? La cosa più bizzarra è che riesco a ricordare quello che ha fatto lei a Metropolis!!
La ragazza Albhed lo chiamò, desiderosa di vederlo ancora in faccia. ‘Ascolta…. È meglio che non dici a nessuno che vieni da quella città… E’ considerata una città sacra a Yevon….’ poi si fermò ad osservarlo.
Ah, sì?? E poi?? Non sapeva come rispondergli.
Non appena Tidus si rispecchiò nell’acqua, un forte scossone fece vibrare l’intera nave.
Si levò una gigantesca onda (tipo tsunami) dall’orizzonte ad un’incredibile velocità e la nave si apprestava a fare quasi una brutta fine. Tutto l’equipaggio venne spinto verso babordo, quando l’onda improvvisamente si fermò ad alcuni metri dalla nave.
‘E’ Ceh!!! Lubnedaje!!!’ [E’ Sin!!! Copritevi!!!] urlò uno là vicino.
Tutto accadde nel giro di pochi secondi. L’onda si sollevò di nuovo con forza inaudita e fece cadere Tidus in acqua, che non ebbe il tempo di aggrapparsi da qualche parte.
Rikku urlò disperatamente all’equipaggio nel fare qualcosa, ma loro sembrarono conigli di paglia per la paura.
Tidus venne trascinato da quell’onda, perdendo subito i sensi. L’ultima cosa a cui pensò era lei… e la sua città rasa al suolo. E nel sottofondo, altre strane parole… “Unisciti a me E lunico modo per porre fine al nostro dolore…”
Per venti minuti tutti ammutolirono. Dopo l’accaduto il mare si era appiattito all’istante. Tutto era come prima, o quasi, mentre la pioggia riprese a cadere. Tutto uguale, tranne per qualcuno. Era accaduto tutto così in fretta…. senza alcun grido…tanto che nessuno poté davvero capire cosa fosse successo. Rikku avrebbe voluto conoscerlo di più. Non aveva mai visto un ragazzo così affascinante… eppure aveva sempre giurato che gli piacevano i mori…
Un po’ tramortita ed infelice, tornò a concentrarsi sullo scrigno. Cosa poteva fare?? Suo padre la aspettava… Così si avvicinò allo scrigno, che si trovava più in là e notò che c’era una strana serratura di fronte: aveva lo stesso simbolo della catena di quel tizio venuto dal nulla. Doveva trovarlo.
Già, dov’era finito Tidus??? Era morto? Era scomparso così come era venuto??? Ancora l’incubo non era finito… o sognavano lo stesso??



Per chi vuole in link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=257743&i=1

Buon divertimento (ops..forse dovevo scriverlo in cima.. va beh :D :D)
 

6DeepTreasure9

¤·.∂яєαмѕ ƒιgнтєя.·¤
Ecco il terzo capitolo^^
Confesso che mi sta tornando la voglia di scrivere *__* E devo farlo davvero in fretta XDD!

Ringrazio chi continua a darmi fiducia :D

Si intitola "Loss Of Memory"

Link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=260501&i=1

L’incubo era finito??? No, per niente… anzi, era “ricominciato” con una bella pallonata sulla schiena, che fece quasi sprofondare Tidus nell’acqua del mare ora limpido.
Subito egli si destò in piedi con la testa che continuava a girare. Eppure il colpo gli aveva solo centrato la schiena, ma tra la fame e la fatica, la debolezza iniziava a farsi sentire.
Si svegliò in un altro posto, in un mare tipo “Carabi”, azzurro quasi più del cielo, che era completamente senza nuvole, con un sole cocente e caldo come quello di Metropolis ad Agosto. Più oltre notava una spiaggia bianca e candida che si estendeva oltre delle rocce appuntite ed a scaglie, dalle quali spuntava qualche palma ricca di datteri. Era la piccola costa di un’isoletta.
Magnifico…che panorama!!! Ho sempre sognato di farmi una vacanza coi fiocchi… non sarebbe male fermarsi qui! Che male alla schiena… E questa palla?? Mi sembra tanto…ma…chi l’ha lanciata??
‘EHI TU!!!! VIENI QUI!!! SCUSACI!!!’ gridava un tizio vestito tipo ‘indigeno moderno’ (provate a descrivere uno che vi dista almeno 30 metri!!!) che agitava la mano come per un saluto. Assieme a lui c’erano altri cinque ragazzi, meno alti di lui, tutti alle prese con altri palloni dello stesso tipo. Erano vestiti in modo molto simile, e per questo sembravano una squadra vera e propria.
Tidus notò vicino a sé galleggiare una palla grande poco meno della sua testa. Era per metà bianca e per metà blu chiaro, con alcune strisce sempre blu attorno alternati, e con una scritta gialla che non riusciva a comprendere. Io questa palla l’ho già vista….. Ma certo!!! Non è quella che si usa per il Blitz?? Adesso inizio a ricordare!!
Quella palla portò con sé moltissimi ricordi, tra qui la squadra rappresentante la sua città Zanarkand. Tutte le volte che c’era una partita, una grande quantità di tifosi e fan venivano a chiedere autografi, oppure di essere visti durante i goal o all’intervallo. Erano i giocatori più forti in assoluto nel torneo, fondata dal mitico “Dark Crow” o qualcosa di simile. Si ricordava piuttosto piccolo, mentre provava a giocare ed a tirare con quel pallone. Ma c’era davvero una domanda a cui non sapeva rispondere. Come faceva a non ricordare nulla?? Cosa gli aveva fatto perdere la memoria sul proprio passato?? Cosa gli era successo?? Volle provare a tirare quel pallone, magari avrebbe ricordato di più: forse era ancora sotto gli effetti di quella ‘stregonesca’ trasformazione… Così prese il pallone e la lanciò in alto con le mani, si alzò dall’acqua e fece una sorta di rovesciata, colpendola con entrambi i piedi: ne uscì un tiro così potente che raggiunse il gruppo sulla spiaggia in pochi secondi, schiumando la superficie vicina alla sua direzione. L’uomo più alto, che aveva prima agitato la mano, per un pelo riuscì a schivare quella cannonata e poi si girò con la bocca spalancata per lo stupore, mentre gli altri si girarono facendo commenti a bassa voce nelle loro orecchie. Forse… forse ho un pochino esagerato…. Cavolo!! Devo ammettere di essere migliorato molto in fretta… o non ricordo nemmeno questo??
L’amnesia iniziò a turbarlo un poco. Cos’altro doveva scoprire, così, di colpo?? Forse restare lì, in ammollo, con una squadra che ti lancia strane occhiate, non era una buona idea… Così si avvicinò ai ragazzi molto lentamente, mostrando notevoli segni di fatica. Già, perché?? Forse tutti quei “viaggi” lo avevano stancato...

L’acqua era un po’ fredda, mentre la sabbia della piccola costa dorata era invece quasi bollente, tanto che quando mise delle mani lì sopra, dovette ritirarle subito. Quando alzò lo sguardo, si trovò davanti quello più alto: aveva i capelli rossicci e tenuti in alto grazie ad una fascia azzurra che li separava dalla fronte abbronzata, con un ciuffo centrale più lungo. I suoi occhi erano castani chiari e portava dei pantaloni gialli, leggeri e gonfi, e portava sulle braccia delle specie di maniche singole, di diversa lunghezza, che lasciavano il busto completamente scoperto, tranne la parte bassa dell’addome. Ma come cavolo è vestito??
‘Ma come cavolo sei vestito? Non sembri di qua!’ diceva uno, e gli altri lo raggiunsero dietro.
‘Che…che…che… tiro!!! Non sembri un dilettante!! Da chi hai imparato?’ continuò quello che doveva essere il capitano.
‘Io…ehm… talento…eh eh!’. La sua risposta fu interrotta da un acuto rumore che proveniva dal suo stomaco: tutti si misero a ridere come pazzi, alcuni puntandogli l’indice, altri invece piegandosi sull’addome, mentre lui arrossì di colpo per imbarazzo. Forse quello era un altro talento…!!
‘Vedo che hai fame, eh??! Ti porterò io al nostro villaggio… Comunque mi chiamo Wakka, allenatore e capitano di questa squadra: i “Besaid Aurochs”’–diede una specie di “cinque” al nuovo arrivato—‘Quel tiro era degno di un vero campione!!! Non mi hai ancora detto come ti chiami o da dove vieni!!!’. Gli altri smisero di ridere, vinti dalla propria curiosità.
Bene, vediamo se lui mi può riportare indietro o mi può dire qualcosa su quello che è successo…
Mi chiamo…Tidus e vengo da Zanarkand. Potreste portarmi là, o meno…dirmi dov’è? E…dove mi trovo ora?’ chiese con un tono un po’ affaticato. Beh, cosa c’era di male?? Fatto sta che la sua risposta fece ammutolire l’intera squadra di quel “Blitzball”. Wakka fece segno agli altri di andare al villaggio per restare solo con lui, prima di rivoltarsi di nuovo.
‘Accidenti… ‘—lo guarda da capo a piedi—‘…ti vedo conciato male!! Cosa ti è successo?’.
‘Mi ha…risucchiato Sin e…mi ha portato qui…almeno credo…’.
‘Ahhh…Questo spiega tutto…sei stato intossicato da quel mostro…!!!’.
‘Intossicato?!’ e l’altro subito spiegò ‘Sì, come no? Le tossine sono piuttosto potenti, e possono far perdere la memoria. E non sei l’unico sai? Ti trovi in Spira, sulla spiaggia di quest’isola, Besaid, nel punto più a sud del continente…’. S..Spira?? Che posto è??? Poi il capitano continuò.
‘Avrai sbagliato il nome della tua città….Lo sai che Zanarkand non esiste più??’.
‘Che significa non esiste più??’—lo fissa scettico—‘Io.. l’ho vista mentre veniva distrutta da quel mostro!!! Da quelle specie di scaglie…e…’.
‘Ahahahah…Devi aver fatto un sogno, perché è successo mille anni fa! Una notte, secondo quanto dice il nostro credo, un’entità che tutti chiamano con il nome di Sin [sarebbe ‘Peccato’] distrusse la florida città più felice e meccanizzata di Spira in quel momento…’—il suo tono poi si fece duro—‘E tutto a causa dell’eccessivo uso delle macchine da parte degli uomini, che diventarono piano piano sempre più pigri e fannulloni. Da lì in poi non facciamo più uso di esse: se capitasse arriverebbe di nuovo per seminare la morte…!!’.
Tidus non fu capace di rispondere, ed erano vari i motivi. Era la tipica reazione di chi non riusciva a credere più a nulla, forse anche per via dell’amnesia. Aveva la strana sensazione di essere rimasto…come dire… “addormentato”…”bloccato” per tanto, davvero tanto tempo, forse addirittura per decine di anni. E aveva in mente anche quell’indovina, quella città trafficatissima, quei creditori che correvano dietro ad una ragazza disperata. Quella ragazza?? Lo aveva svegliato da quella specie di “sonno”?? E quel ‘coso’ che chiamavano tutti Sin? Lo aveva portato mille anni nel futuro?? Ma come crederci??
Tra un pensiero e l’altro, nacque un forte mal di testa, che si aggiungeva alla stanchezza. Si piegò a metà in avanti, mettendo entrambe le mani sulle ginocchia. Wakka stava già spiegando il loro tragitto verso il villaggio, quando, improvvisamente, vide davanti ai suoi occhi una breve ma intensa luce azzurra: dopo di essa vide davanti a sé una ragazza di diciassette anni, che respirava affannosamente come una maratoneta alla fine della sua corsa. Wakka restò impressionato per alcuni minuti, il tempo in cui Noemi si guardava da capo a piedi, mani comprese. Ma…ma…che…
‘Tu...tu hai un chakra!!’. Quell’esclamazione la stava facendo quasi spaventare.
‘Tu…tu hai visto?! Un…un ‘chakra???’ Ma…cos’è??’ gli rivolse uno sguardo che conteneva in sé tutto il suo scetticismo e la sua confusione. L’altro si avvicinò piano piano verso di lei, come chi deve confessare una specie di segreto.
‘Ascolta…vieni con me al villaggio…ti porto in un posto dove non potrà sentirci nessuno...’
Noemi si guardò intorno inquieta, seguendo camminando con scarsa sicurezza dietro il nuovo amico. Si sentiva come un pulcino appena uscito dall’uovo, alla scoperta di una realtà del tutto nuova. Spira??? Blitzball?? Chakra??? Questo…questo…è ridicolo… Ma che cosa ha fatto quella spada?? Mi ha portato in questo mondo nuovo…però sembra così reale tutto questo…forse più che un sogno è un’allucinazione… Ma…quella donna!! Quel…quel bambino!! Che cosa vuole da me?? Sembrava il “sapientone” della situazione…E poi…dov’è finita quella nave?? Quel carico…quel ragazzo che…!! Che strano...ho l'impressione di essere stata...lui!!!
Le domande si aggiungevano tutte come frammenti di un gigantesco puzzle, tutti alla rinfusa e senza un punto di riferimento. Wakka intanto la condusse attraverso un piccolo sentiero ricoperto di palme sotto il sole cocente, ricco di erba, fiori vari e piante più strane. Esso portava verso l’altra spiaggia rocciosa che si affacciava coma un promontorio sul mare calmo ed incredibilmente trasparente. L’orfana si affacciò contemplando il bel panorama intorno, fino a quando Wakka non la spaventò a morte da dietro. Che bel tuffo che fece! Da almeno una ventina di metri!!! Era il suo record, fatto urlando come una disperata mentre era sospesa in aria, agitando braccia e gambe a vuoto... Egli lo segui facendo un tuffo a testa in giù, dopo una megarisata che aveva fatto volare diversi uccelli che avevano piume dai colori dell’arcobaleno.
Nonostante il megatuffo, Noemi non "affogò" come pensava. Infatti, anche quell’acqua era strana. Riusciva infatti respirare.
‘TI…TI SEMBRA IL CASO DI SCHERZARE??? Volevi farmi affogare???’ esclamò la ragazza, appena raggiunse la superficie. Mi conosce da poco e già fa il clown con le persone…. Ma qui hanno tutti una rotella fuori posto???
‘Non ti piace l’acqua??? Eppure, se non esisterebbe, non ci sarebbe neanche il mitico Blitzball!!’.
‘E’… quello sport che si esegue sott’acqua, vero?? Avevo visto uno stadio….’ Intanto il capitano indicava la strada da seguire, nuotando con velocità incredibile.
‘Sì…certo!! Dovrei portarti un giorno a Luka: la capitale del Blitz! Tutti i campioni si recano là per partecipare al supertorneo annuale! Quest’anno, in particolare, gli organizzatori hanno pensato in grande, mettendo numerosi premi in palio.. tra cui la Coppa di Cristallo!!’ Sarà... ma mi sembra strano che tutti non muoiano affogati!!
Tutt’intorno al golfo si estendeva una natura rigogliosa, che meritava un intero calendario. C’erano uccelli mai visti e sott’acqua piante brillanti come cristalli, che in confronto alla barriera corallina era come paragonare i diamanti al bronzo. Il fondo brillava come se fosse ricoperto di perle, riflettendo le onde luminose esterne, tanto che il fondo era perfettamente visibile. Continuarono a nuotare fino all'altra sponda, da cui proseguiva un'altra vietta.
‘Conosci la squadra dei Zanarkand Abes?? Ecco… ho visto un’ immagine su di loro…’ chiese Noemi.
‘Cosa??? Allora cadi dalle nuvole!!! Ahahah...quella squadra è leggendaria!'—mostrò poi un viso "solenne"—'Si dice che prima della distruzione di quella città sacra, era imbattibile, vincendo per quindici anni di fila!!! Era una squadra praticamente perfetta, grazie anche al loro fondatore che giocando pure da capitano, la portò agli apici con i suoi tiri potentissimi… Purtroppo nessuno sa chi fosse stato, perché andò tutto perduto mille anni fa...’ Una squadra imbattibile?? Mi piacerebbe così tanto diventare una celebrità…peccato che non abbia mai avuto questa fortuna!! Figuriamoci il capitano di una squadra...
I due poi uscirono dall’acqua vedendo da lontano il villaggio.
‘Tu...sei un capitano... o sbaglio?? Ti vedevo con gli altri ragazzi...'.
‘Beh… Se riesci a portare la squadra alla vittoria…’ lo sguardo si fece cupo, poi lo rivolse verso il villaggio.
‘Iniziai a giocare a cinque anni e poi giocai ai tornei da quando avevo tredici anni. Ma mai, in dieci anni di tentativi su tentativi, riuscii a strappare un misero quarto posto…’ Quarto posto??? Poverino… Ne ha collezionate di sconfitte…
‘E quante squadre partecipano??’ Lui rispose che erano sei. Si notava quasi qualche lacrima all’occhio. Era davvero abbattuto. Questi casi di solito, spingevano la ragazza di Metropolis ad agire quasi senza pensare alle conseguenze: e si vedeva benissimo che cosa poteva "sparare" a volte.
‘Ti piaceva quel tiro, vero??’ disse ella.
‘Cosa vorresti dire??’ fece una faccia davvero sorpresa.
‘Potrei… ecco… quei tiri...'—come spiegarglielo??—'...potrebbero aiutare la tua squadra, vero?? Basta usare il…c…come si chiama...’.
‘Chakra??? Usarlo? Senza sfruttare i suoi poteri…??’.
‘Cosa intendi dire??? Che "magia" c’è dietro?? Ecco... questa è un’ altra novità: passeranno decenni prima che capisca cosa succede… un sogno non può durare così tanto...ma... come pensare che sia vero?? Però mi trovo così bene lontano da quella vitaccia da ladra… Era però vero... per la prima volta, da quando scappò dal padre, non correva via da fruttivendoli e mercanti per qualche pezzo di pane o frutta, ma il pensiero di quei "poteri" la turbava ancora.
‘Il chakra è una forma di energia magica che permette di avere poteri straordinari e leggendari: sono in pochissimi a possederne uno. Con esso questi "eletti" possono effettuare speciali magie ed incantesimi... in alcuni casi con esso si possono evocare spiriti dell’aldilà...’ Ho... ho sentito bene?? Ha detto aldilà??? Oddio!!!
‘Mi stai dicendo che il "chakra" è una magia che risorge un’anima, uno spirito o cosa?!?!?’.
‘Be… più o meno sì… Conosco comunque una persona che sicuramente ti dirà di più… E’ al villaggio…’ poi notò la faccia impallidita di Noemi che sembrò passare del rossore della stanchezza al candido colore dei fiori “biancaneve”.
‘Stai bene?? Eppure tutti conoscono questa magia... Ah!! L'intossicazione… Da quanto tempo hai usato il chakra?’ chiese Wakka pensoso.
‘Non lo so… E’ successo tutto verso notte…credo...’poi fu colpita da un lampo—'Ma...ma... tu...hai visto che io ero...prima...' il suo viso arrossì per la paura di dire una gigantesca sciocchezza.
'Ahahah....che tu eri...un'altra persona?? Certo che l'ho visto!! E giuro di non aver mai visto una cosa simile in vita mia!! Credo che tu abbia una seconda identità magica...!!' il capitano rideva di gusto, dando poco peso alla stranezza. Poi notò la fatica della ragazza, che era ancora più confusa di prima.
‘Stai attenta ad usare poteri del genere... perché usarli comporta un grande sforzo fisico e mentale! Hai bisogno di riposarti un pochino…ahahah!!!’. Fantastico, arriva quel tizio e mi mette ko!!! Deve essere lo stesso che avevo visto sulla spada... Se ancora si azzarda a ricomparire o a "sconquassarmi" la vita… giuro, non so cosa gli faccio… Poi lo stomaco della ragazza brontolò. ‘Ehm… ok, anche di un bel piatto di pasta!!’ Bene, finalmente qualcosa in comune con Metropolis…!!
Arrivarono in poco tempo al villaggio di Besaid: solo cinque tende stile "pellirosse civilizzati" fatti con tessuti, legno colorato, fili di canna e delle foglie di palma. Gli abitanti erano forse solo una quarantina, contando forse anche cani (con orecchie lunghe almeno quanto la loro coda) ed uccelli. Si trovava in una pianura affacciata sul mare, attraversato da un sentiero di terra. Da lontano si notava davanti una specie di tempio. Era incredibile come la minaccia di Sin fosse così tanto sentita: non c’era la minima presenza di macchinari o mezzi di trasporto… come se non ci fosse mai stata la rivoluzione industriale. Noemi si immaginava il futuro come qualcosa forse di opposto e diverso. Ma quello era davvero il futuro del suo mondo??
Lei iniziò ad essere davvero pervasa dall’ira di non sapere nulla di nulla. Non solo si trovava chissà dove, ma doveva fare i conti con Tidus che la stancava in quella maniera e che prendeva prepotentemente il suo "posto". Ma chi si credeva di essere? Lo riteneva come una sorta di "boss" da sconfiggere. E poi da dove cavolo era spuntato?? Tra le domande senza risposta ed il rischio di non essere più sé, ella rischiava di scoppiare, e Wakka se ne accorse.
‘Ehi!! Siamo al villaggio… Cerca di stare calma, ok? Se fai così userai di nuovo il chakra!!!’ le sussurrò affianco, quando si trovavano sotto un piccolo arco d' "ingresso".
Tale rischio la fece tornare fuori dai suoi pensieri su come progettare un piano per scacciare le "anime in più indesiderate". Che villaggio?? Ma… le case normali non esistono? Non c’è ombra di qualche macchina… Tutto per colpa di quel mostro. Mi sembra di aver usato io una macchina del tempo….
‘Vado nella mia tenda a prepararti qualcosa… Intanto vai a conoscere qualcuno. Poi ti chiamo’.
Subito arrivarono due ragazzi vestiti quasi da "soldati", uno con i capelli rossi e l’altro scuri, con la coda di cavallo che gli usciva da dietro. Si misero insieme a fare quello che sembrava una forma saluto: portarono dietro la gamba sinistra, allargarono le braccia per poi ricongiungerle insieme davanti al petto con i palmi delle mani che formavano un cerchio, uno sopra l'altro, per poi chinarsi come i sudditi davanti ad un re medievale. Ma cosa stanno facendo??
‘Ah! Non sei arrivato con il tipo venuto dal mare… Ma mi avevano detto che era un ragazzo...’ disse quello rossiccio. A quanto pare tutti sanno già tutto qui…
‘Ehm...hanno sbagliato… Comunque penso che farete amicizia… E’ solo un po’ confusa...’ dopo Wakka andò nella sua tenda, pensando che fosse meglio tenere nascosta la nuova scoperta.
I due portarono Noemi in quella che sembrava la tenda principale. Era blu con diversi tronchi accatastati che costituivano le facciate. La porta invece era costituita da una bellissima tenda ricamata. Continuavano a parlare tra loro, di cannoni, di esche... chissà per che cosa.
Dentro c’era un tavolo in legno e più in fondo alcuni letti (su uno di essi dormiva perfino un gatto). All’ingresso c’era un gestore delle armi che comprendeva aste, lance e giavellotti, ben lontani dalle pistole e dai fucili. I tre si sedettero vicino al tavolino.
‘Mi presento. Mi chiamo Luzzu, al comando delle forze della Milizia di Besaid!’ disse quello con i capelli rossi. ‘Io mi chiamo Gatta, sottotenente.’ continuò quello con il codino.
‘Ehm...scusate… cos’è la Milizia??’ a quella domanda gli altri due ammutolirono improvvisamente guardandosi in faccia.
Signore… ma le tossine di Sin sono così potenti??’ fece Gatta a bassa voce, portandosi la mano destra sul viso.
Evidentemente sì... Bene, la Milizia è un esercito composto da volontari da tutta Spira. Fondata dal guerriero Mihen, si incarica di sconfiggere Sin una volta per tutte. Ed abbiamo intenzione di attaccarlo fra una settimana circa...’ Uao! Ne hanno di coraggio ma…
‘Ma… in quanti siete??’
‘Circa… un migliaio...’ Cosa?? Poi Gatta balbettò con un po' di imbarazzo ‘Ma...ma ci stiamo espandendo!!! Basta un po’ di tempo!!...’.
Noemi passò poi parte del pomeriggio a mangiare e riposarsi un poco sul letto nella tenda di Wakka. Quando mai lo avesse fatto!!! Infatti, quella era stata una "ghiotta" occasione per rivedere qualcuno nei propri sogni...

Nel sogno la ragazza si ritrovò nella periferia di quella che sembrava la precedente Zanarkand. Era in una specie di nave sul mare, vicino allo stadio che aveva visto. C’erano due persone: uno che sembrava vestito da "pirata", ma non era molto chiaro come, ed un bambino affianco, che sembrava lo stesso sognato prima.
Il "signore" era a torso nudo e girato di spalle, e portava dei strani pantaloni, da una parte lunghi e rossi, che sfumavano in arancione, con delle fiamme nere sopra stilizzate nella parte terminale, e dall'altra molto corti e grigi. Portava sulla fronte una spessa fascia rossa, dalla quale spuntavano, sparati, capelli castani lisci e lunghi. Non appena quel tizio si girò, mostrò i suoi occhi castani scuri, e sul petto muscoloso un enorme tatuaggio che rappresentava uno strano simbolo a forma di "T", lo stesso che c’era ad esempio nella catena che Noemi si era trovata al collo. Si mise a ridere con la bocca spalancata, e le mani sulla vita, come chi non teme nessuno e non sente rivali prima di una gara.
‘LUI mi ha rovinato la vita….’ disse una voce triste che Noemi sentì da dietro. Quel bambino, senza che ella se ne accorgesse, era alle sue spalle.
Stavolta lo vide più da vicino ed assomigliava, almeno nel volto e nella forma degli occhi, a qualcuno che aveva già visto, anche se aveva i capelli e le sopracciglia castani. Finalmente ti vedo di nuovo… Se non mi dici bene cosa significa tutto questo…almeno chi sia quello…
‘Chi è? E’ mio padre…Jecht....che purtroppo ho appena ricordato...’ poi calò la testa. Lei si spaventò un poco.
‘Tu… tu leggi nella mia mente???’.
‘I sogni si fanno nella mente. Siamo nella tua mente... o nella nostra...’.
Noemi iniziò ad essere davvero stufa di misteri e frasi cifrate. ‘Ma... Insomma!! Che sta succedendo?? Che cosa vuoi da me?? Cosa ho fatto di male??!!’. Il piccolo mostrava una grande comprensione, nonostante la sua piccola età.
‘Non hai fatto nulla di male... ma... vedi... solo tu puoi aiutarmi…!! Piano piano inizio a ricordare... ma sento che è stata tutta colpa sua se sono ora così!!! Jecht!!!’—ed indicò quel "pirata"—‘E...la mia città è stata distrutta!!!' e rese la faccia più triste che Noemi ebbe mai visto prima.
‘Scusami...'con tono dolce—'...Io non posso farci niente!! E poi non capisco di che parli!!'—poi alzò la voce‘Prima vengo spedita in un mondo strano, poi assalita da un mostro enorme, poi "ripescata" da persone che parlano marziano e poi divento un’altra persona… Ti sembro in grado di aiutarti?!?!?’.
Il piccolo si mise quasi a piangere, e la ragazza si sentì subito in colpa per essersi sfogata con un triste bambino. Si avvicinò a lui, mentre il tizio da lontano continuava a ridere.
‘Scusami… non volevo… Io... sono davvero confusa in questo momento… ma se è possibile aiutarti io lo farò...’.
‘Ho fiducia in te... e capisco che è più difficile per te... io aspetterò... Deve essere stato lui a distruggere la mia casa, i miei amici, la mia vita!! Ti donerò tutti i poteri che ho visto di possedere...' Noemi non capì proprio nulla, fino a quando non pensò al chakra che Wakka aveva cercato di spiegare: ebbe una strana intuizione. Strana, ma possibile.
‘No, no, no… stai parlando di Zanarkand?? Abitavi lì?’.
‘Sì…. Ed ora… tutto sparito, cancellato, distrutto… come abbiamo visto...’ Poi ella notò che egli aveva la stessa catena a "T" strana che Noemi si era trovata dopo il "superviaggio". Ed ebbe un’altra intuizione, stavolta quella che poteva chiarire qualche dubbio bello grosso.
‘Tu...tu non sei mica lo spirito del chakra?? Tu.. tu sei Tidus??’
Quel bambino annuì timidamente, dicendo poi qualcosa sottovoce che non si riuscì a comprendere. Lentamente egli sparì come un fantasma che "evapora", fino a quando tutto divenne improvvisamente bianco.
Noemi non sapeva se odiarlo o meno. E poi come si spiegava il fatto che lo vedeva come bambino?? Era così... diverso lui…quasi opposto. Ma questo, di certo, non spiegava perché proprio lei era stata scelta per un "favore" al quale non si sentiva all’altezza.
 
Top