Harry92
Nuovo utente
Ciao a tutti. Sono da una settimana che creo una storia fantasy e vorrei farvi leggere l'inizio e sentire le vostre opinioni. Ora non dovrete contare gli errori di grammatica visto che c'è ne sono molti e nn li ho ancora corretti :°D preoccupatevi della trama =)
buona lettura...
Dal libro di Algamosh:
“Solo colui che ama gli Dei potrà amare se stesso e tutti”
In un tempo lontano forze divine dominavano su Gea, Il pianeta natura, e grazie a poteri e unioni fra di esse riuscirono a creare tre grandi divinità: Goliha, Frogitre e Bastui. Non solo questi enti divini costruirono Gea come si conosce adesso ma crearono anche una forte razza di essere viventi: I Gerky. Questi esseri, se si possono chiamare cosi, hanno varie cose in comune con gli essere umani, solo che nella loro testa non hanno orecchie normali, ma appunta e sottili; la loro carnagione sta più sul bianco che sul rosa anche se presentano delle sfumature anche loro. Ora,dopo varie guerre e tradimenti il pianeta Gea è ormai evoluto e esperto in vari campi, tra cui la magia rossa…
Atrù Fedrou
Farsh, era ormai stanco di questa inutile corsa contro il tempo, dietro di lui persone correvano sempre più veloci, davanti a lui solo deserto, sabbia, sole; ormai era spacciato in quell’inferno di fuoco e sabbia che ormai pensava gia a cosa avrebbero pensato i genitori di lui quando avrebbero saputo che il proprio figlio era morto nel deserto di Kargtu, poi ricordo:”Giusto…io non ho genitori”. Ormai disperato il ragazzino di soli 15 anni correva e correva mentre le guardie dietro di lui prendevano sempre di più velocità e si avvicinavano a Farsh che nella sua testa pensava sempre al giorno in cui iniziò tutto, il giorno in cui seppe il grande segreto, il giorno in cui morirono i suoi genitori…
Sentiva nelle sue tasche il grande fardello che si portava e nel suo petto il ciondolo regalatogli da Lei: “Com’è che si chiamava?Non ricordo…ricordi svaniti…ricordi persi… è questo il futuro del Cacciatore…è questo il futuro dell’Eroe…” pensò mentre saltava un sasso.
Ormai aveva perso le speranze…niente poteva più succedere…quindi si buttò a terra e chiuse gli occhi in attesa della sua morte…
Le guardie ormai arrivate dinanzi al corpo disteso per terra esclamarono:<<Oh! Finalmente lo abbiamo preso…Ahahah sua maestà sarà veramente felice di saperlo>> Con queste parole una delle due guardie prese la sua lancia e…
Farsh non sapeva ormai cosa fare, si era arreso…accasciato sentiva le voci delle guardie rimbomba nella sua testa poi , di nuovo, ripensò al giorno d’inizio delle sue avventure…
Farsh apparteneva alla razza dei Gerky e viveva in un villaggio, chiamato Gasgrem, insieme a esseri della sua stessa razza. Il villaggio nasceva ai piedi di una montagna e apparteneva al regno di Sud, detto anche Il regno dei Deserti; Gasgrem era un villaggio-Albero cioè stava sopra gli alberi e le strade erano dei ponti sospesi fra albero e albero nella foresta di Boku.
<<Ehi Farsh! Farsh! Svegliati!>> disse una voce femminile. Farsh aprì gli occhi, si trovò nella sua stanza, ormai piccola per lui e, seduta su una sedia: Faria, la sua migliore amica del villaggio. Farsh ancora con gli occhi mezzi socchiusi dal sonno non vedeva molto bene le cose attorno a lui, ma notò subito che la ragazza non era felice, ma lacrimava e aveva il viso pieno di tagli e sangue.
<<FARIA!Che ti è successo?!>> Urlò il ragazzo ormai svegliato dallo spavento; <<Farsh dobbiamo andare via di qui! L’impero attacca da Nord!>> rispose essa.
<<Cosa?! L’impero ha deciso di attaccarci?! Ma per quale motivo?>>
<<Senti Farsh non abbiamo tempo da perdere.>>
Il ragazzo si affacciò alla piccola finestra tonta di casa mia, lo scenario era normale: Alberi, gente che tranquillamente parlava e camminava sui ponti e ovviamente neanche l’ombra dell’impero. <<Faria ma sei sicura che l’impero ci ha attaccati?Qui non vedo nessun impero e nessuna casa distrutta!>>
<<Ma è logico che non ci attaccano a Gasgrem! Nessuno sa dell’esistenza di questo villaggio…ci hanno attaccati all’albero Mana! Ormai c’è poca speranza per L’albero e se l’esercito dell’impero continua a infiltrarsi nella foresta scopriranno anche il nostro villaggio>>.
Farsh non sapeva che pensare o dire e alla fine disse:<<Ma non c’era nessun motivo di attaccare l’albero Mana!Perché ci avrebbero voluto attaccare?>>
<<Questo nessuno lo sa…Credo neanche i soldati visto che impartiscono gli ordini senza pensare al danno che recano; ora cambiati e vediamoci davanti al negozio di Carl .Ci sentiamo lì. Ciao Farsh!>>. Con queste parole Faria uscì dalla stanza per poi dirigersi verso il luogo prestabilito.
Farsh mentre si vestiva era invaso da tantissimi pensieri:”Perché l’impero ci ha attaccati? Perché ha voluto distruggere l’albero Mana? E poi perché sta perlustrando tutta Boku?”.
Ormai finito di vestirsi esso si diresse verso il negozio di Carl passando per il ponte nord-ovest: nella città regnava la solita felicità di sempre, Cantastorie ai lati dei ponti, mercanti fuori dai propri negozi urlando:<<Qui roba buona!!Venite tutti!!!>> e persino tutti gli animali del bosco erano felici; ma tutti nell’aria sentivano che una grande presenza malvagia si avvicinava sempre di più, sempre più vicina.
Faria, ormai davanti al negozio di Carl aspettava impaziente Farsh: << Sono passati 10 minuti da quando ho lasciato Farsh da solo; se non si sbriga giuro che lo faccio a fettine! Ormai non ne posso più di aspettare! Dove cavolo si sarà cacciato?!>>
Farsh nel frattempo camminava ancora allegramente per il villaggio fino ad arrivare al posto scelto dall’amica.
<<Eccoti finalmente!!>> sbraitò la ragazza. <<Scusa, ho fatto un po’ di ritardo, comunque non c’è tempo da perdere…andiamo dall’albero Mana>>. Lei annuì con un cenno della testa e seguì il ragazzo per i ponti fino ad arrivare in una scala che portava in basso: I bassi fondi.
Anche se vennero chiamati bassifondi non erano altro che la parte della foresta in basso al villaggio, cioè tutta la parte visitabile a piedi. Appena messo piede per terra la ragazza si mise a corre, e con essa, anche Farsh veramente curioso di sapere cosa fosse realmente accaduto all’albero maestro.
La foresta era ben germogliata di flora e con essa la fauna caratterizzava Boku proprio per il suo leggendario animale: Il leone Bianco.
Arrivati in una pianure scoperta dagli alberi e illuminata dalla luce del sole Faria prese per un braccio l’amico e lo trascinò in un luogo più coperto:<< Non possiamo rischiare di trovarci in un luogo così scoperto, l’impero ci potrebbe trovare e quindi meglio non rischiare>>. Il ragazzo rispose: <<E allora come faremmo ad andare dall’albero senza passare inosservati?>>
<<Infatti noi passeremo osservabili e perciò ci metteremmo a correre. Ok?>>
Farsh annuì e uscì dal nascondiglio in cui era per correre a tutta velocità nella collina verso la parte opposta.
Una volta arrivato toccava a Faria correre. Arrivata anche lei il duo poté riprendere la velocità di prima e camminare normalmente.
“Ormai manca poco. Devo resistere alla mia tentazione di sapere” pensò esso.
“Siamo quasi arrivati…Chissà cosa dirà Farsh quando scoprirà lo stato dell’albero…”
La voce dell’amico interruppe i suoi pensieri:
<<Ehi Faria, mi spieghi come ti sei fatta quei graffi sulla faccia?>>
<<Visto che abbiamo ancora una decina di minuti fino all’albero Mana ti racconterò come mi sono preoccupata queste ferite: Ieri notte, mentre facevo il mio solito giro di perlustrazione dal villaggio all’albero ho notato alcuno tracce di sangue nell’erba vicino alla radura…così, incuriosita, decisi seguire queste tracce di sangue fino ad arrivare al corpo di un cervo squartato posto su un masso…Ero senza parole di fronte a quello scempio e pensai subito che la causa fosse un animale feroce, ma qualcosa mi fece cambiare idea. Infatti notai che sulla gamba destra del cervo vi era un buco delle dimensioni di 4-5 centimetri e capii subito: uno sparo. Impero. Con miliardi di idee in testa mi diressi all’albero Mana e lì trovai un esercito di soldati. Alcuni di loro mi videro e mi scagliarono addosso 1 cane che uccisi con la mia spada che per fortuna porto sempre appresso. Ecco la causa dei graffi sulla faccia e sul corpo>>.
Farsh pensieroso non sapeva cosa rispondere e quindi scese un silenzio fra i due per tutto il resto del viaggio; nessun animale “parlare”, il vento non soffiava più…Silenzio…Silenzio di tomba…
Fine Prologo
Capitolo 0
Ormai arrivati di fronte all’albero Mana, Farsh era senza parole, di fronte a lui si stagliava solo cenere; tutto il paesaggio di fronte era nero, come la pece…
<<Un-un incendio! Allora è questo quello che i soldati dell’impero hanno fatto! Il nostro albero…lo stesso albero che ha protetto il nostro villaggio dalla magia rossa di 4 anni fa…lo stesso albero che mi ha dato la vita…Non ci credo!Non ci voglio credere!Mio padreeee!!!Mio padre è morto!!>>
Si buttò a terra. Sopra i resti del padre, e pianse; un pianto veramente triste. Faria sapeva che la cosa a ci teneva di più l’amico era suo padre. Lui non era come tutti Gerky normali, infatti era nato da un seme dell’albero Mana per poi essere cresciuto sempre da solo e senza genitori fino a quando non incontrò Faria, una dolce ragazzina che l’ospitò a casa propria.
Ora l’amica non sapeva che fare vedendo Farsh così depresso e disperato; lei guardava, lui soffriva.
<<Ehi Farsh…>>
<<Lasciamo solo…lasciami solo con mio padre.>>
Lei accennò con il capo un “Si” e se ne andò da una parte da sola in mezzo al bosco.
“Si riprenderà. Ne sono sicura; adesso visto che ormai sono qui raccolgo un po’ di legna per cena così mia madre non mi fa rivenire qui più tardi.”
Essa si mise a cercare la legna, ma una cosa la colpì. Sentiva voci. Cercò di capire da dove provenivano ma non ci riuscì quando le voci diventarono sempre più forti riuscì a capire a chi appartenevano. “I soldati! Devo tornare da Farsh immediatamente”.
Corse subito indietro verso la direzione in cui aveva lasciato l’amico. Era a terra, come prima e piangeva ancora.
<<Ehi Farsh dobbiamo andarcene da qui immediatamente! I soldati ci stanno alle costole>>. Lui fece finta di non sentire. <<Farsh!!!! Dai riprenditi!! Dobbiamo fuggire subito!>>. Ancora niente risposta dall’amico. << Farsh se credi che non rispondere o restare qui sia bene ti sbagli di grosso! Se resterai qui non solo tuo padre morirà ma anche tu e io! Adesso alzati!>>
Farsh come ripreso dal coma, ancora silenzioso e con le lacrime agli occhi, inizio a correre verso il villaggio insieme a Faria.
Come se i soldati si aspettassero quella fuga sbucarono da dietro dei cespugli. “Sono troppi. Saranno una 20-30 non possiamo fuggire, ci prenderanno lo stesso.”
Uno di loro disse: << Ahahahah. Dei piccoli Gerky si sono persi nella foresta. Bambini non dovreste stare qui. Avete visto cosa abbiamo fatto a quello stupido albero?>>
Come se Farsh fosse stato pugnalato alla schiena alzò la testa verso il soldato che aveva appena parlato. L’amica velocemente bisbigliò all’orecchio di lui:”Farsh calmati. Se fai caos peggiori solo la nostra situazione”. Esso non riusciva a calmarsi dentro di se, sentiva il fuoco divampare dappertutto con l’istinto di fare uno scatto e avventarsi sulla guardia: “Troppo rischioso. Fara ha ragione. Meglio essere calmi, abbiamo ancora qualche possibilità”.
<<Ora mi sono stancato, il Capo ci ha detto che bisogna catturare più Gerky possibili, e voi…sarete le nostre prime due prede. Bwahahaha>> tagliò il silenzio teso una guardia molto più corazzata degli altri, “il capitano…” pensò la ragazza.
Il comandante alzo la mano in aria e poi fu tutto buio nella mente dei ragazzini che cercavano di tenere gli occhi aperti, ma non ci riuscivano: <<L-la forza mi convince a d-dormire. Dev-vo resistere…>>. Con queste parole Farsh, insieme all’amica Faria si addormentarono davanti all’albero Mana, immersi in un lunghissimo sonno.
buona lettura...
Dal libro di Algamosh:
“Solo colui che ama gli Dei potrà amare se stesso e tutti”
In un tempo lontano forze divine dominavano su Gea, Il pianeta natura, e grazie a poteri e unioni fra di esse riuscirono a creare tre grandi divinità: Goliha, Frogitre e Bastui. Non solo questi enti divini costruirono Gea come si conosce adesso ma crearono anche una forte razza di essere viventi: I Gerky. Questi esseri, se si possono chiamare cosi, hanno varie cose in comune con gli essere umani, solo che nella loro testa non hanno orecchie normali, ma appunta e sottili; la loro carnagione sta più sul bianco che sul rosa anche se presentano delle sfumature anche loro. Ora,dopo varie guerre e tradimenti il pianeta Gea è ormai evoluto e esperto in vari campi, tra cui la magia rossa…
Atrù Fedrou
Farsh, era ormai stanco di questa inutile corsa contro il tempo, dietro di lui persone correvano sempre più veloci, davanti a lui solo deserto, sabbia, sole; ormai era spacciato in quell’inferno di fuoco e sabbia che ormai pensava gia a cosa avrebbero pensato i genitori di lui quando avrebbero saputo che il proprio figlio era morto nel deserto di Kargtu, poi ricordo:”Giusto…io non ho genitori”. Ormai disperato il ragazzino di soli 15 anni correva e correva mentre le guardie dietro di lui prendevano sempre di più velocità e si avvicinavano a Farsh che nella sua testa pensava sempre al giorno in cui iniziò tutto, il giorno in cui seppe il grande segreto, il giorno in cui morirono i suoi genitori…
Sentiva nelle sue tasche il grande fardello che si portava e nel suo petto il ciondolo regalatogli da Lei: “Com’è che si chiamava?Non ricordo…ricordi svaniti…ricordi persi… è questo il futuro del Cacciatore…è questo il futuro dell’Eroe…” pensò mentre saltava un sasso.
Ormai aveva perso le speranze…niente poteva più succedere…quindi si buttò a terra e chiuse gli occhi in attesa della sua morte…
Le guardie ormai arrivate dinanzi al corpo disteso per terra esclamarono:<<Oh! Finalmente lo abbiamo preso…Ahahah sua maestà sarà veramente felice di saperlo>> Con queste parole una delle due guardie prese la sua lancia e…
Farsh non sapeva ormai cosa fare, si era arreso…accasciato sentiva le voci delle guardie rimbomba nella sua testa poi , di nuovo, ripensò al giorno d’inizio delle sue avventure…
Farsh apparteneva alla razza dei Gerky e viveva in un villaggio, chiamato Gasgrem, insieme a esseri della sua stessa razza. Il villaggio nasceva ai piedi di una montagna e apparteneva al regno di Sud, detto anche Il regno dei Deserti; Gasgrem era un villaggio-Albero cioè stava sopra gli alberi e le strade erano dei ponti sospesi fra albero e albero nella foresta di Boku.
<<Ehi Farsh! Farsh! Svegliati!>> disse una voce femminile. Farsh aprì gli occhi, si trovò nella sua stanza, ormai piccola per lui e, seduta su una sedia: Faria, la sua migliore amica del villaggio. Farsh ancora con gli occhi mezzi socchiusi dal sonno non vedeva molto bene le cose attorno a lui, ma notò subito che la ragazza non era felice, ma lacrimava e aveva il viso pieno di tagli e sangue.
<<FARIA!Che ti è successo?!>> Urlò il ragazzo ormai svegliato dallo spavento; <<Farsh dobbiamo andare via di qui! L’impero attacca da Nord!>> rispose essa.
<<Cosa?! L’impero ha deciso di attaccarci?! Ma per quale motivo?>>
<<Senti Farsh non abbiamo tempo da perdere.>>
Il ragazzo si affacciò alla piccola finestra tonta di casa mia, lo scenario era normale: Alberi, gente che tranquillamente parlava e camminava sui ponti e ovviamente neanche l’ombra dell’impero. <<Faria ma sei sicura che l’impero ci ha attaccati?Qui non vedo nessun impero e nessuna casa distrutta!>>
<<Ma è logico che non ci attaccano a Gasgrem! Nessuno sa dell’esistenza di questo villaggio…ci hanno attaccati all’albero Mana! Ormai c’è poca speranza per L’albero e se l’esercito dell’impero continua a infiltrarsi nella foresta scopriranno anche il nostro villaggio>>.
Farsh non sapeva che pensare o dire e alla fine disse:<<Ma non c’era nessun motivo di attaccare l’albero Mana!Perché ci avrebbero voluto attaccare?>>
<<Questo nessuno lo sa…Credo neanche i soldati visto che impartiscono gli ordini senza pensare al danno che recano; ora cambiati e vediamoci davanti al negozio di Carl .Ci sentiamo lì. Ciao Farsh!>>. Con queste parole Faria uscì dalla stanza per poi dirigersi verso il luogo prestabilito.
Farsh mentre si vestiva era invaso da tantissimi pensieri:”Perché l’impero ci ha attaccati? Perché ha voluto distruggere l’albero Mana? E poi perché sta perlustrando tutta Boku?”.
Ormai finito di vestirsi esso si diresse verso il negozio di Carl passando per il ponte nord-ovest: nella città regnava la solita felicità di sempre, Cantastorie ai lati dei ponti, mercanti fuori dai propri negozi urlando:<<Qui roba buona!!Venite tutti!!!>> e persino tutti gli animali del bosco erano felici; ma tutti nell’aria sentivano che una grande presenza malvagia si avvicinava sempre di più, sempre più vicina.
Faria, ormai davanti al negozio di Carl aspettava impaziente Farsh: << Sono passati 10 minuti da quando ho lasciato Farsh da solo; se non si sbriga giuro che lo faccio a fettine! Ormai non ne posso più di aspettare! Dove cavolo si sarà cacciato?!>>
Farsh nel frattempo camminava ancora allegramente per il villaggio fino ad arrivare al posto scelto dall’amica.
<<Eccoti finalmente!!>> sbraitò la ragazza. <<Scusa, ho fatto un po’ di ritardo, comunque non c’è tempo da perdere…andiamo dall’albero Mana>>. Lei annuì con un cenno della testa e seguì il ragazzo per i ponti fino ad arrivare in una scala che portava in basso: I bassi fondi.
Anche se vennero chiamati bassifondi non erano altro che la parte della foresta in basso al villaggio, cioè tutta la parte visitabile a piedi. Appena messo piede per terra la ragazza si mise a corre, e con essa, anche Farsh veramente curioso di sapere cosa fosse realmente accaduto all’albero maestro.
La foresta era ben germogliata di flora e con essa la fauna caratterizzava Boku proprio per il suo leggendario animale: Il leone Bianco.
Arrivati in una pianure scoperta dagli alberi e illuminata dalla luce del sole Faria prese per un braccio l’amico e lo trascinò in un luogo più coperto:<< Non possiamo rischiare di trovarci in un luogo così scoperto, l’impero ci potrebbe trovare e quindi meglio non rischiare>>. Il ragazzo rispose: <<E allora come faremmo ad andare dall’albero senza passare inosservati?>>
<<Infatti noi passeremo osservabili e perciò ci metteremmo a correre. Ok?>>
Farsh annuì e uscì dal nascondiglio in cui era per correre a tutta velocità nella collina verso la parte opposta.
Una volta arrivato toccava a Faria correre. Arrivata anche lei il duo poté riprendere la velocità di prima e camminare normalmente.
“Ormai manca poco. Devo resistere alla mia tentazione di sapere” pensò esso.
“Siamo quasi arrivati…Chissà cosa dirà Farsh quando scoprirà lo stato dell’albero…”
La voce dell’amico interruppe i suoi pensieri:
<<Ehi Faria, mi spieghi come ti sei fatta quei graffi sulla faccia?>>
<<Visto che abbiamo ancora una decina di minuti fino all’albero Mana ti racconterò come mi sono preoccupata queste ferite: Ieri notte, mentre facevo il mio solito giro di perlustrazione dal villaggio all’albero ho notato alcuno tracce di sangue nell’erba vicino alla radura…così, incuriosita, decisi seguire queste tracce di sangue fino ad arrivare al corpo di un cervo squartato posto su un masso…Ero senza parole di fronte a quello scempio e pensai subito che la causa fosse un animale feroce, ma qualcosa mi fece cambiare idea. Infatti notai che sulla gamba destra del cervo vi era un buco delle dimensioni di 4-5 centimetri e capii subito: uno sparo. Impero. Con miliardi di idee in testa mi diressi all’albero Mana e lì trovai un esercito di soldati. Alcuni di loro mi videro e mi scagliarono addosso 1 cane che uccisi con la mia spada che per fortuna porto sempre appresso. Ecco la causa dei graffi sulla faccia e sul corpo>>.
Farsh pensieroso non sapeva cosa rispondere e quindi scese un silenzio fra i due per tutto il resto del viaggio; nessun animale “parlare”, il vento non soffiava più…Silenzio…Silenzio di tomba…
Fine Prologo
Capitolo 0
Ormai arrivati di fronte all’albero Mana, Farsh era senza parole, di fronte a lui si stagliava solo cenere; tutto il paesaggio di fronte era nero, come la pece…
<<Un-un incendio! Allora è questo quello che i soldati dell’impero hanno fatto! Il nostro albero…lo stesso albero che ha protetto il nostro villaggio dalla magia rossa di 4 anni fa…lo stesso albero che mi ha dato la vita…Non ci credo!Non ci voglio credere!Mio padreeee!!!Mio padre è morto!!>>
Si buttò a terra. Sopra i resti del padre, e pianse; un pianto veramente triste. Faria sapeva che la cosa a ci teneva di più l’amico era suo padre. Lui non era come tutti Gerky normali, infatti era nato da un seme dell’albero Mana per poi essere cresciuto sempre da solo e senza genitori fino a quando non incontrò Faria, una dolce ragazzina che l’ospitò a casa propria.
Ora l’amica non sapeva che fare vedendo Farsh così depresso e disperato; lei guardava, lui soffriva.
<<Ehi Farsh…>>
<<Lasciamo solo…lasciami solo con mio padre.>>
Lei accennò con il capo un “Si” e se ne andò da una parte da sola in mezzo al bosco.
“Si riprenderà. Ne sono sicura; adesso visto che ormai sono qui raccolgo un po’ di legna per cena così mia madre non mi fa rivenire qui più tardi.”
Essa si mise a cercare la legna, ma una cosa la colpì. Sentiva voci. Cercò di capire da dove provenivano ma non ci riuscì quando le voci diventarono sempre più forti riuscì a capire a chi appartenevano. “I soldati! Devo tornare da Farsh immediatamente”.
Corse subito indietro verso la direzione in cui aveva lasciato l’amico. Era a terra, come prima e piangeva ancora.
<<Ehi Farsh dobbiamo andarcene da qui immediatamente! I soldati ci stanno alle costole>>. Lui fece finta di non sentire. <<Farsh!!!! Dai riprenditi!! Dobbiamo fuggire subito!>>. Ancora niente risposta dall’amico. << Farsh se credi che non rispondere o restare qui sia bene ti sbagli di grosso! Se resterai qui non solo tuo padre morirà ma anche tu e io! Adesso alzati!>>
Farsh come ripreso dal coma, ancora silenzioso e con le lacrime agli occhi, inizio a correre verso il villaggio insieme a Faria.
Come se i soldati si aspettassero quella fuga sbucarono da dietro dei cespugli. “Sono troppi. Saranno una 20-30 non possiamo fuggire, ci prenderanno lo stesso.”
Uno di loro disse: << Ahahahah. Dei piccoli Gerky si sono persi nella foresta. Bambini non dovreste stare qui. Avete visto cosa abbiamo fatto a quello stupido albero?>>
Come se Farsh fosse stato pugnalato alla schiena alzò la testa verso il soldato che aveva appena parlato. L’amica velocemente bisbigliò all’orecchio di lui:”Farsh calmati. Se fai caos peggiori solo la nostra situazione”. Esso non riusciva a calmarsi dentro di se, sentiva il fuoco divampare dappertutto con l’istinto di fare uno scatto e avventarsi sulla guardia: “Troppo rischioso. Fara ha ragione. Meglio essere calmi, abbiamo ancora qualche possibilità”.
<<Ora mi sono stancato, il Capo ci ha detto che bisogna catturare più Gerky possibili, e voi…sarete le nostre prime due prede. Bwahahaha>> tagliò il silenzio teso una guardia molto più corazzata degli altri, “il capitano…” pensò la ragazza.
Il comandante alzo la mano in aria e poi fu tutto buio nella mente dei ragazzini che cercavano di tenere gli occhi aperti, ma non ci riuscivano: <<L-la forza mi convince a d-dormire. Dev-vo resistere…>>. Con queste parole Farsh, insieme all’amica Faria si addormentarono davanti all’albero Mana, immersi in un lunghissimo sonno.