Varie Una guerra, un perchè.

SOkuRA

Dragon Boo Boo
Mi ero persa la 2° parte, son tornata in pari^^' molto bravo, come storia è interessante^^

Sokura
 

†LestaT†

The right to be God
Bravissimo Gabranth, hai uno stile davvero particolare, romanzato come piace a me, credo proprio che seguirò la tua storia (ho un debole per i racconti seri e scritti bene e il tuo lo è^^)

Continua così!
 

Gabranth the Judge

Così volli che fosse
Scusate il ritardo con cui proseguo la storia.
Eravamo rimasti alle porte della città, con questa esclamazione:
“Poveri stolti!” esclamò il ragazzo osservando i passanti “basta ricoprirli di lusso e si dimenticano le ingiustizie, scordano i tiranni e ignorano i problemi quotidiani. Sono come bambini a cui è stato regalato un dolcetto, sono così facili da dominare.”

A voi:

“Non tutti” disse Thomas svoltando in una delle vie che si diramavano una vota passata la piazza “anche se ormai sono pochi quelli che ancora tentano di ribellarsi. Avrebbero bisogno di un leader, di qualcuno che sappia tenerli uniti e che..”
Non riuscì a finire la frase, che già il ragazzo gli disse “senti Thomas non giriamoci intorno, se devi dire qualcosa dillo e basta.”
“Bene, secondo me saresti adatto a questo ruolo, potresti comandare tu i ribelli. Siamo in molti a pensarlo, sei l’uomo giusto.”
“Come puoi dire ciò, tu che sei un soldato dell’esercito, come puoi dirlo a me che fino a mezz’ora fa ne facevo parte anche io?”
“Sappiamo entrambi che nessuno di noi due faceva il soldato per divertimento, abbiamo sempre avuto bisogno di farlo.”
“Tu vesti da soldato, ma parli da ribelle eppure mi è difficile capire da quale parte sei realmente schierato, Thomas. Hai sempre vissuto per servire lo Stato, perché adesso dici ciò?”
“Anche tu non lo hai forse servito? Hai fatto una scelta, io ho fatto la mia.”
“Il mio caso è diverso”
“Sarà diverso ai tuoi occhi, perché ai miei sono identici”
Dibattendo arrivarono dinanzi un piccolo bar, da fuori sembrava molto elegante e raffinato. Spalancando la porta i due entrarono dirigendosi al bancone e sederono.
“Comunque sia, oggi non voglio assillarti, capisco che sia difficile la tua situazione, cerchiamo di svagarci, penseremo a tutto questo domani con più calma” disse Thomas venendo ricambiato da un cenno del capo dal ragazzo.
“Toh chi si vede!” esclamò il barista avvicinandosi ai due “pensavo aveste cambiato bar di fiducia.” aggiunse sorridendo.
“Tranquillo Antonio, non potremmo mai farlo” rispose ricambiando i sorriso il ragazzo “portaci il solito”
“Si subito” disse il barista, Antonio, un uomo di mezza età, grassottello, con i capelli bianchi arruffati, due grandi occhi neri, la fronte solcata dalle rughe e l’immancabile sorriso sulle labbra, in mano un piccolo straccetto.Posò i due bicchieri sul bancone quando una voce maschile irruppe: “adesso non ci aspettate nemmeno? Ma bravi, divertitevi senza di noi”
Un uomo e una donna entrarono nel locale semi-deserto.
“Mi sembrava strano che non veniste” disse Thomas voltandosi verso i due appena entrati.
 
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