Bene, quest'oggi ho portato a termine Xenogears. Ringrazio sentitamente tutti coloro che in questi anni hanno tessuto le lodi di questo fantasticomeravigliosoeccezionalefantasmagorico rpg, davvero grazie: nella più squallida delle tradizioni Square, la lezione sembra essere quella che è sempre meglio non farsi delle illusioni per non essere delusi.
Come è fuori da ogni dubbio che nel mondo esistono persone che ritengono che Final Fantasy 8 o 10 siano non solo dei bei giochi, ma anche dei capolavori epocali, allo stesso modo comprendo ed accetto che ci sia chi ritiene Xenogears l'epitome del genere stesso: per me è immondizia, ed è probabilmente stata la più brutta esperienza ludica nell'ambito jrpg che ricordi da diverso tempo a questa parte.
Sono ben consapevole del fatto che è un gioco dai temi adulti e ricercati. Del resto negli anni 90 in Giappone spopolavano le tematiche religiose più o meno dissacratorie della mitologia giudaico-cristiana, non eri nessuno se non imbastivi una trama su forze angeliche ed entità divine che venivano poi più o meno ridefinite o ridimensionate intorno alla figura centrale dell'uomo, è talmente ovvio che non vale neanche la pena disturbarsi a citare quell'anime. E va benissimo, sta roba mi è sempre piaciuta. Nietzsche saluta.
Ma come viene proposto tutto questo dal gioco? Dapprima con una serie di eventi che partono da lontano, da lontanissimo, andando a disegnare un setting affascinante che però si disperde e si annacqua fino a non andare da nessuna parte; di fatto l’epopea Aveh vs Nisan viene sostituita da Tutti vs Solaris, e poi anche l’impero del Sole viene messo da parte per andare a parare da tutt’altra parte; gli eventi sono spesso sconnessi, si indugia spesso in clichè telefonati, già dalla seconda parte del primo disco sono evidenti i tagli di scene e la qualità della regia cala drasticamente. Manca la fluidità, il tutto mentre i personaggi si lasciano andare a dialoghi a volte da dimenticare.
La narrazione implode sotto il peso titanico della sua stessa trama, una sceneggiatura talmente ricca di eventi molti dei quali per forza di cose superflui e di personaggi molti dei quali per forza di cose superflui (esempio lampante, le Elements: cattive secondarie della cattiva secondaria del cattivo secondario dei cattivi secondari del cattivo secondario; oppure gli aiutanti di Elly, che se restavano in Capitan Harlock era meglio; ma pure Cain o Krelian, a ben vedere, non è che facciano chissà che, essendo le loro azioni teoricamente ben assorbibili da altri figuranti, tipo la Regina, Tora o Miang; completamente inutile poi l’ambiguità di Citan, che perde di importanza al disperdersi degli archi narrativi) che è essa stessa, e non tanto il famoso “finanziamento a FF8”, ad aver ucciso sul nascere il progetto Xenosaga, drammaticamente gambizzato. Xenogears è un aborto nel senso letterale del termine.
Xenogears non sarebbe stato un aborto se avesse assunto la vera forma che meritava: avventura grafico-testuale interattiva, ciò che del resto è il secondo disco del gioco. Troppo pesante il molto testo? Troppi eventi anche importanti raccontati in successione? E perché, fino ad ora era andata meglio? Solo che ci sono stati risparmiati i dungeon schifosi e i dialoghi spossanti. GRAZIE.
L’attenzione per la narrazione in questo frangente ne evidenzia i punti di forza. Ci vengono spiegate le motivazioni di Krelian, l’origine di Rasmus, scopriamo tutto su Id, Grahf e Fei, anche Miang diventa ora un personaggio molto interessante, dopo essere stata una figura amorfa appiattita sullo sfondo dai numerosissimi eventi che la vedevano solo comprimaria.
L’incalzare compulsivo degli eventi del primo disco, talmente denso al punto da essere quasi del tutto superfluo, viene sostituito nel secondo dall’incalzare delle rivelazioni, e dopo il caos generato in precedenza esse sono una ben accolta consolazione.
Sebbene i pochi dungeon del secondo disco non facciano rimpiangere i precedenti quanto a level design criminale, potevamo forse arrenderci adesso dopo tante ore di sofferenza sul groppone? Allettati dalle promesse della storia per come ce la propone il dipanarsi degli eventi del cd2 non vediamo l’ora di scoprire come tutto questo andrà a finire e affrontiamo la battaglia finale, tra l’altro non particolarmente memorabile. E a questo punto il gioco ci avrebbe probabilmente lasciato qualcosa del suo messaggio di fiducia nell'amore fecondo del genere umano se non fosse stato seguito da uno dei finali più banali e ruffiani che ricordi. Non è un finale brutto (brutto è il doppiaggio in inglese che rovina ancora di più il momento, ma questa non è una colpa ascrivibile al gioco in sè) ma è un finale patetico, dato che dopo tutte queste appassionanti manfrine metempsicotiche ci andava messa come minimo l'Ovvia Tragedia o lo Scontato Finale Aperto Che Lascia Un Mucchio Di Domande E Fa Incazzare I Fan (omedetou!). Ci tocca invece lo stucchevole Finale Liala, che in Final Harmony VIII ha almeno il pregio di non arrivare inaspettato come una ***** di piccione sulla giacca appena uscita dalla tintoria.
Ero partito con tanta fiducia, veramente tanta: ma il gioco si è guadagnato sul campo ogni insulto che gli ho rivolto nel corso delle 53 lunghissime ore che mi sono occorse per completarlo. Se li è guadagnati con i suoi eventi sconnessi tra loro, con l’idiozia del sistema di apprendimento delle skills, con i suoi dungeon terribili, che variano nel corso della partita dall’irritante al penoso fino al delittuoso, con i suoi sovente pessimi dialoghi, con la sua moltitudine di personaggi spesso inutili, sia nelle fila dei buoni che in quelle dei cattivi.
Non posso e non voglio scomodare il termine “oggettivamente” dicendo che Xenogears è oggettivamente terribile, perché credo che molto del mio profondo schifo derivi dalle aspettative troppo alte che avevo, dovute all’alone di mito costruito negli anni attorno a questo gioco; come anche credo che la venerazione di cui il gioco gode derivi dal classico fattore affettivo di chi gioca ad un gioco simile in giovane età. Ovviamente il progetto originale di Takahashi, ma anche quello che è sgusciato fuori a prodotto “finito”, ha enormi potenzialità più o meno espresse. Basta un mix di teosofia e psicanalisi a fare il miglior jrpg della storia? Ma per favore. Se i fondi sono stati tagliati in corso d’opera è perché la visione ludica originale non poteva che diventare ingestibile, e questa ingestibilità è assolutamente palese al netto della trama, che non si può non salvare, e dalla corollaria attenzione riservata alla caratterizzazione di alcuni dei personaggi protagonisti.
Il capolavoro non è un gioco dalla trama difficile, è il gioco che sa armonizzare al meglio i suoi elementi, e Xenogears non lo fa nella maniera più assoluta.