Somiglia a Sin quanto io somiglio a Nicole Kidman.
I mostrini che si staccano possono essere qualsiasi cosa, da parassiti del mostro, a progenie, a parti di sé stesso. Non lo dicono.
Si vede solo che scendono da lui, una volta sola e neanche troppo bene, non abbastanza per poter dire con certezza "son parti di lui"
Detto questo, il film l'ho visto ieri, e l'ho trovato da nove pieno.
E' il genere di film che o si odia o si ama, e nel mio caso è stato amore.
E' totalmente fuori dagli schemi, particolare e per me dannatamente coinvolgente.
Tecnicamente è grandioso: grandissimi effetti speciali, dalla Manhattan distrutta al mostro, sceneggiatura credibile e un cast di sconosciuti perfetti nelle loro interpretazioni.
Il film è geniale nella sua particolarità, e direi che i punti di forza coincidono con i punti deboli: l'idea dell'averlo girato tutto dalla telecmera che ha in mano uno dei personaggi permette un'immedesimazione enorme, poichè quello che tu vedi è quello che loro vedono.
Non ci sono riprese spettacolari, inquadrature vaste o che altro, ma una telecamera in mano ad una persona il cui scopo principale è scappare, che sbaglia, che ondeggia, che riprende la terra, che ti fa vedere pezzi di mostro e mai per troppo tempo.
Il lato negativo è che l'effetto mal di mare non lascia mai, e alla fine sei in ansia totale chiedendoti quali orrori si celano al di là dei confini dello schermo.
Manhattan distrutta è spaventosa nella sua verosimiglianza, credibile in maniera terrificante, con macerie, soldati che cercano disperatamente di fermare l'avanzata di questa enorme creatura, sopravvissuti che scappano, e lo stato di shock dei protagonisti, in cui l'istinto è talmente forte che quasi annulla la curiosità legittima, in primis "ma che accidenti è questo?"
E che cosa accidenti è non te lo spiegano.
Non viene detto assolutamente nulla su cosa sia il mostro, da dove venga, perchè è lì, riusciranno o no a farmarlo.
Il film fa vedere questi giovani che tentano di fuggire, e noi sappiamo solo ciò che sanno loro. Cioè nulla.
All'inizio vi è solo l'inquietante scritta del governo degli Stati Uniti che ha nominato l'attacco a Manhattan Caso Cloverfield numero quattrocento e qualcosa.
Da cui nasce la domanda, per i primi istanti, se per caso vi sia più di un attacco. Domanda che non importa più quando il film entra nel vivo, perchè non importa: quello che importa è scappare, lasciare l'incubo che ha inglobato la città e tornare dove la vita ha ancora un senso.
Avevo letto che la creatura era ispirata a Lovecraft, ed in effetti per me rimanda molto al Ciclo di Chtulhu: una cosa enorme, incomprensibile.
Talmente orrenda e grottesca da non essere solo terrificante, ma totalmente aliena, estranea alle forme di vita che possono essersi sviluppate nel nostro pianeta.
Non sembra, letteralmente, una cosa di questo mondo; per la sua struttura anatomica, per la suo potenza, per l'idea di crudeltà che ispira.
Spaventoso quando lo vedi a pezzi, imponente quando lo vedi nella sua totalità, nella sua mostruosità completa. E l'impotenza ti schiaccia, più di quanto avesse fatto fino a quel momento.
Uno dei pochi film che mi ha tenuta inchiodata alla sedia, che ha tenuta tesa dall'inizio alla fine. Indubbiamente ne comprerò il dvd in edizione speciale: hanno molte cosette su cui fare extra.