squall&bashthebest
let's rock baby
la falce e lo spadone
Certamente gli anni si facevano sentire pure su di lui, ma Balthier era rimasto il solito belloccio di un tempo. Teneva ancora i capelli come un tempo, ma aveva lasciato crescere un po' di barbetta sul mento, diventando così un quasi ritratto di suo padre Cid.Prima di irrompere nella sala si stava chiedendo perché continuava a fare azioni spericolate in giro per Ivalice, invece di starsene tranquillo a casa con la sua famiglia. -Sarà nella mia natura- pensò tra se e se.
Arrivò davanti alla porta della sala dove doveva trovarsi il Re e sentì i colpi emanati da delle spade e da un'ascia. Riconobbe subito il suono delle spade e capì che doveva trattarsi di quelle di Bash, ma l'ascia non la riconosceva proprio, ma capiva che, ad impugnarla, non c'era un nemico del suo vecchio compagno, poiché, quest'ultimo, sembrava molto divertito. Sbirciò dalla serratura e finalmente capì quel che stava succedendo, tirando un sospiro di sollievo, che, però, era troppo affrettato. Troppo affrettato perché subito dopo sentì il suono delle due spade che si univano ed il Re stava iniziando il suo attacco migliore. Decise di intervenire. Spalancò le porte facendole sbattere, in modo da attirare la loro attenzione ed entrò dicendo a gran voce -Sire. Ho delle notizie di vitale importanza-.
Bash e Marle rimasero in silenzio per alcuni istanti, finché Bash decise di rompere quel silenzio.
-Cosa succede Balthier- chiese con un tono tranquillo e pacato.
-Ho finito di controllare quello che mi avevi chiesto, vecchio mio- rispose con una risatina -Abbiamo rilevato un gruppo di demoni che sta avanzando attraverso la falda numero 5, nel deserto-
-quanto ci vorrà prima che questo gruppo arrivi in superficie?-
Balthier rispose con una freddezza inquietante -Sono già qui!-
nel deserto
-Come è andata a Rabanastre- chiese Dimtel
-Male- rispose seccato il fratello -Penelo mi ha fatto pagare più del solito e per di più c'era un ladro con un mantello bianco che mi rubava il lavoro mentre tutta la città era a guardare la parata del Re-
Dimtel iniziò a ridere sguaiatamente, ma dopo aver ritrovato un po' di contegno gli raccontò quello che gli era successo. In realtà disse solo -Da me era tutto tranquillo e ho finito da ore, comunque sono incuriosito da questo ladro bianco. Non lo avevo mai sentito-
-Neppure io- gridò con tono seccato Jaster -L'ho rincorso per i canali, ma poi l'ho perso vicino ad una scala che non avevo mai visto, ma, per lo meno, ha lasciato li il bottino-.
Dimtel capiva la frustrazione del fratello, ma quando stava per dirgli qualcosa per tirarlo su sentì qualcosa di sospetto e si bloccò di colpo.
Jaster percepì la stessa cosa e si fermò anche lui, fece un cenno d'intesa col fratello e si diressero verso l'origine del rumore. Si avvicinarono ad una duna e si accovacciarono. Dietro a questa si trovava una falda. -Di che falda si tratta- chiese Jaster.
-Dovrebbe essere la quinta, ma è strano, nessuno passa da li- rispose Dimtel.
Aspettarono pochi minuti ed iniziarono ad apparire dei demoni. Tra questi ne spiccava uno in particolare, alto, con la pelle nera liscia, cosa assai rara tra i demoni, e con una falce nella mano destra che sembrava essere il capo del gruppo.
Non appena l'ultimo demone uscì dalla falda, il demone particolare diede l'ordine di cercare animali di cui ci si poteva nutrire.
-Peccato che non ne troveranno- rise Jaster -Li abbiamo spaventati tutti prima-
-Zitto che sto contando- Dimtel era molto serio, talmente serio che soppresse la risata di Jaster -..., cinque, sei, sette e otto con quello con la falce. Sarebbe meglio se ce ne andassimo, non abbiamo possibilità di batterli, soprattutto l'ultimo-
Fece per andare, ma qualcosa non andava in Jaster. Sembrava quasi ipnotizzato da quel demone con la falce. -è una lei- disse con una voce melensa, che Dimtel non aveva mai sentito provenire da suo fratello, eppure di storielle ne aveva avute a centinaia. -Non è il momento di pensarci, dobbiamo andare-, ma era troppo tardi. Un demone li aveva trovati e li stava per attaccare. Non c'era il tempo per lanciare una magia, ne di estrarre l'arco e scoccare una freccia, Jaster era imbambolato a guardare il demone femmina. -è la fine- disse Dimtel, prima di vedere il demone accasciarsi a terra, svenuto, con una lacerazione che percorreva tutta la spina dorsale. Dietro a questo si trovava un uomo con uno spadone, avvolto in un mantello logoro, con una cicatrice all'occhio sinistro. Subito dopo questo fece un balzo in mezzo al gruppo di demoni e iniziò ad ucciderli uno ad uno. Fece fuori i sei demoni comuni con pochissimi fendenti rimanendo faccia a faccia con il demone con la falce, che lo guardava con occhi indagatori. L'uomo fece un affondo, ma che andò a vuoto. Il demone, che aveva schivato il colpo si era spostato sulla sinistra e stava per colpire mortalmente l'uomo, ma lo colpì solo di striscio, poiché dovette schivare una freccia che gli puntava al cuore. Il colpo della falce, però, riuscì a colpire la gamba dell'uomo facendolo crollare a terra, togliendogli la possibilità di muoversi. Cercò di capire da dove fosse arrivata la freccia, ma era troppo tardi. Dimtel aveva fatto tornare in se Jaster che si era già precipitato ad aiutare l'uomo ferito caricandolo sulle spalle, mentre Dimtel scagliava una seconda freccia per coprirlo, per poi scomparire dietro la duna.
I due fratelli corsero per un po' finché Jaster chiese -Ci sta inseguendo?-
-No per fortuna. Rispose col fiatone Dimtel.
-Bene, andiamo a casa, perché quest'uomo a bisogno di cure immediate e per di più pesa-