Bahamut Zero ha detto:dovessero sputarti in un occhio, ventolin, potrai comunque consolarti giocando a FFX2 sulla tua ps2 nuova fiammante. allegriaa!
no, per non far scadere nel futile uno dei rari thread stimolanti la materia grigia (vuoi per mera stimolazione di ere videoludiche passate vuoi per la difesa di cui è meritevole anche la cultura del nuovo) ci terrei a dire che secondo me la seguente concezione è profondamente errata e fine a se stessa, distruttiva ed inutile;
Trovo che Togawa stesso abbia ben posto come questa visione delle cose sia poco seria, estremizzando ipotetiche "colpe" della critica. Tuttavia c'è una cosa che vorrei ammonire nel pensiero di Togawa stesso: ovvero che la critica abbia un dovere di informazione. Dire ciò equivale a confondere critica (da krino, io giudico) col giornalismo. scopo della critica è giudicare l'opera (d'arte letteraria, eccetera) secondo criteri dal duplice volto: tecnici ed estetici. quindi da un lato essa è abbastanza oggettiva, ma dall'altro può esserlo solo limitatamente ai vari canoni di bellezza artistica, e non potrebbe esserci cosa più soggettiva.
non esiste (o almeno non ha gran rilievo, probabilmente perchè si pensa che non ne abbia l'intero settore dei vg) una vera critica dei videogiochi: esiste il giornalismo videoludico, quello del consiglio all'acquisto, felicissima definizione. la critica è rimessa al personalissimo giudizio di ogni giocatore, unità che compone la generalità del pubblico. ma poichè si tratta di una audience di consumatori di un dvd incellofanato e ristampato in serie, e non di esteti che passano dieci magici secondi davanti alla teca della gioconda, è nella logica stessa delle cose che l'intero sistema, dagli sviluppatori ai redattori di riviste di settore, preferisca alle fenomenologie le strategie di marketing.
è questa la risposta che io mi dò quando penso a come erano belli i giochi un tempo mentre oggi abbiamo FF13: non essendoci ancora le capacità e le tecnologie di creare grafiche iperrealistiche, si puntava quanto più in alto possibile a stupire il giocatore con trame divertenti, o con tanti piccoli colpi di classe capaci, si, di colpire l'affettività e non tanto gli occhi.
ciò, detto, comunque, non sono dell'idea che il videogioco sia arte tout cour: nasce come passatempo. non credo che in pong siano ravvisabili tentativi di raffigurare la doppiezza dell'uomo, o l'eterno scontro tra bene e male. però ogni tanto qualche capolavoro ci scappa, no?
qual'è il succo del BZero pensiero? chi lo capisce è bravo... e me lo faccia sapere.
la critica videoludica non esiste e aggiungerei non PUO esistere e non certo perchè il videogioco sia arte, ma perchè al pari di esso è una faccenda alquanto soggettiva. Insomma dai, ci sono tanti critici d'arte, ma tutti sanno che oltre a sparare caz2ate e rompere le palle a quelli che l'arte la creano, non fanno altro (effettivamente tutti i critici sono dei gran rompipalle). un sito come Retrogaming.it TENTA di fare critica videoludica, e, se con i canoni del gioco moderno è ancora (quasi) possibile, con quelli del vg antidiluviano diventa quasi impossibile visto che i canoni odierni sono totalmente stravolti e si entra per forza nel settore del soggettivismo. Detto ciò, il videogioco è creato per la massa e per vendere il più possibile e solo pochi esaltati vedono dietro di esso la bellezza della vera Arte. Il resto del mondo si limita a produrre riviste che impartisce voti (tendenzialmente alti) a prodotti videoludici che visti da questa prospettiva, sembrano tutti nati per scendere in passerella a mostrare la loro grafica/giocabilità/sonoro eccetera. Ancora oggi mi chiedo come si possa dare un voto alla giocabiltà di un punta e clicca. Morale? quei fattori non esistono, e se mai esistessero il loro apprezzamento non può essere ne quantificato, ma neanche elogiato.
insomma, se non l'avete capito, mi sono messo a sparare una serie di caz2ate dopo l'altra per fare perder del tempo a chi mi leggerà (come fanno i videogiochi).