Esatto, i libri sono come delle recensioni, a me può piacere mentre ad altri no...
Salvatemi, svengo.
Esatto, i libri sono come delle recensioni, a me può piacere mentre ad altri no...
Ma dov'è finito Italo Svevo? Alberto Moravia? Baudelaire? Flaubert? Petrarca? Boccaccio? Dante? Manfredi? Wilde? Rosseau? Pavese? Beccaria? Machiavelli?
Ah no, scusate. Machiavelli sta combattendo con Ezio Auditore. Ho capito tutto. Grazie.
La letteratura è morta.
Non è un fatto soggettivo. Se mi dite che LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI è il vostro libro preferito significa che nella vostra vita avete letto solo quello e poi i libri di Geronimo Stilton. Perchè un vero gentiltopo non fa le spuzzette.
Salvatemi, svengo.
Se leggi Dan Brown, Stephen King, Rowling e Licia Troisi la letteratura è davvero morta.
mi piace anche bianca come il latte rossa come il sangue, un bel libro
Questo è il primo romanzo del fisico Paolo Giordano, tral'altro più giovane vincitore del Premio Strega (26 anni). Per adesso ho trovato una narrazione di facile lettura, con una cadenza poetica frequente nell'uso di anacoluti che spesso però distruggono l'eufonia della frase; alcuni verbi di uso volgare all'inizio della narrazione lasciano storcere un po' il naso (si pisciò, si cagò addosso) ma diciamo che affronta tematiche più che quotidiane: i complessi di Alice che vorrà diventare una bella ragazza, e quelli di Mattia che vuole una sorella normale, sono all'ordine del giorno, ma forse, a conti fatti, solo una mescolanza esagerata di argomenti.
Con Paolo Giordano depongo ogni speranza che avevo di poter amare lo scrittore contemporaneo, ma se qualcuno mi proporrà qualcosa di eccelso ben venga. La storia nella prima metà del libro risulta essere ridicola, di una realtà talmente forzata che sfocia nell'irrealismo più ridicolo delle ultime narrazioni create. Nella seconda metà Giordano riesce a sollevare il tono, dando alla sua narrazione, tramite un notevole climax sentimentale, quell'alone di mistero nel finale e quell'alone di malinconia nel durante che fa dimenticare, anche se per poco, l'orrore delle pagine precedenti. Si legge con piacere: per fortuna dopo averlo fatto 10 volte nei primi 5 capitoli, l'autore si dimentica che ha imparato a usare l'anacoluto nella prosa e smette, salvando la narrazione linguistica; per fortuna ancora ricorda che si rivolge ad un pubblico che l'ha scelto come miglior romanzo Italiano e smette di parlare al volgo. Molti dicono che la fine si chiuda con un dubbioso alone, certamente, che lascia al lettore la possibilità di scegliere cosa accadrà a Mattia e Alice: per me l'unica cosa di dubbiosa alla fine del tutto è capire se Paolo Giordano ha effettuato un processo di Bovarismo nella sua narrazione. L'idea c'era. Elogio la sua capacità di aver unito, però, la fisica/la matematica alla narrazione romanzesca. Alti e bassi. Una lettura per chi sta, dopo aver letto cinque secoli di letteratura europea, sazio, attendendo la sua morte letteraria.
Ti riporto quello che scrissi nel 2008, appena finito di leggere il libro
Ribadisco, Nike. Io recensisco libri per Mangialibri, primo sito in Italia per le recensioni di libri. Ho ricevuto pubblicazioni per alcune mie poesie a livello nazionale e ho due romanzi alle spalle. Non parlo come il primo imbecille che ha letto il libricino mentre stava sul water e poi alzandosi ha detto "ah questo si che mi è piaciuto".