Bene, visto che Virgo me l'ha chiesto, e visto che l'ho appena finito, parliamo un po' de I Mercanti dello Spazio
Innanzitutto, evento non impossibile ma raro nel genere, è un libro in prima persona. Anche l'orizzonte temporale non è poi così avanti come in altre saghe sci-fi, in questo libro la Terra sta appena avviando la colonizzazione del sistema Solare: la Luna è già parzialmente abitata ed ora è il turno di Venere. Il protagonista è Mitch, super-manager pubblicitario di classe Star, incaricato proprio di "guidare" il processo di colonizzazione del pianeta.
Il mondo, come in molti romanzi simili, è parzialmente distopico: il cittadino viene visto (e considerato) come consumatore a cui le grosse agenzie pubblicitarie devono vendere i propri prodotti, a volte pure con sistemi non del tutto corretti (come inserire alcaloidi che danno dipendenza in alcuni di essi) e con metodi del tutto invasivi (molti spot vengon direttamente trasmessi sull'iride). La società è iper-capitalistica, gli ambienti privati son super-ristretti come dimensioni (appartamenti di 3 metri e mezzo) e poterseli permettere è un lusso, buona parte dei terrestri dorme nei gradini delle scalinate della società in cui lavora (assegnati pure per numero) o in enormi campi di lavoro a cui si viene legati in maniera quasi permamente. La legge è ovviamente al servizio dell'economicamente più forte, e nei contratti di lavoro anche gli assassinii hanno una specie di prassi per esser legalizzati. Tutta la società o quasi poi accetta questa visione del mondo, ma più che altro la trova proprio "giusta", non la subisce solo passivamente.
Fanno eccezione a tutto ciò i soliti sovversivi dei mondi distopici, che in questo caso si chiamano "Indietristi" a cui non va bene tutto ciò e che ovviamente son perseguiti.
Il romanzo scorre molto liscio ed è bene o male piacevole, per tutta la prima metà sarà più un'introduzione della società e della vita del riccone medio di successo ed intelligente qual è il protagonista, dalla seconda in poi le cose cambiano. Forse cambiano fin troppe volte, anzi, e spessissimo questi cambiamenti vengon affrontati dai due autori in maniera fin troppo frettolosa, che almeno a me a volte mi ha lasciato un po' spaesato. La stessa fine, per quanto fosse effettivamente l'unico modo per farlo finire, è stata trattata un po' troppo velocemente.
In ogni caso, fa pensare che la prefazione della mia copia del libro dice che leggerlo è "quasi come leggere un giornale" al giorno d'oggi. La prefazione è del '62, mentre il romanzo è di 9 anni prima: sicuramente non sarà stato un quotidiano dell'epoca così come non lo è ora, molti dei temi però trattati (specie sulla funzione della pubblicità in rapporto al consumatore, che poi è l'ossatura base del libro) son ancora molto attuali.
Inoltre ha pure qualche buona trovata sul piano "fantascientifico" puro. Tra quelle che poi si son pure avverate son da notare gli Hamburger di Soia, previsti 30 anni prima dalla loro "invenzione" :asd:
Tirando le somme non mi è parso un gran classico sicuramente, e anche nel solo campo fantascientifico gli preferisco altre opere. Però riesce comunque ad avere una propria personalità e a farsi apprezzare, sicuramente non è un libro che ricalca gli autori più noti del genere (anche perché molti vengon decisamente dopo :asd: ).
È la prima opera che leggo di entrambi gli autori (che hanno scritto altro sia separatamente che insieme), ho intenzione di procurarmi qualcos'altro, ma leggo che trattano spessissimo proprio di questi temi: pubblicità, capitalismo, lavoro. E poi viene a scoprire che uno dei due era pure iscritto ad un'associazione comunista yankee in gioventù :asd: