Varie Luce

Ayrin

Stormborn
Qualche anno fa avevo iniziato e portato avanti per un bel pò una fic (vedi firma) poi per cause di forza maggiore (metin2) ho praticamente smesso di venire sul forum :D e ora sono troppo lontana da quel racconto per poterlo proseguir bene...quindi...Si riparte :D
Nuovo racconto nuovo genere nuova protagonista!
E fatemi sapere!!! Aspetto consigli *_*


***1***​


Mi chiamo Luce e sono una normale adolescente di 17 anni.
Normale certo tralasciando forse il nome. Quello infatti non è un errore di trascrizione...Lucia? Luciana? No. Luce.
Tanto per dare ottimi spunti ai compagni di classe : "Dov'è il pulsante per spegnerti?".
Ma d'altra parte questo è il minimo quando si ha una madre mezza pazza appassionata di libri fantasy.
Il mio nome infatti è un compromesso secondo lei accettabile tra l'ordinario e il fantasioso.
Mi tengo quindi il mio nome insolito, anche perchè devo dire che la metà pazza di mia madre è quella che preferisco.
La metà sana invece non fa che riprendermi per farmi applicare di più a scuola, mettere in ordine la stanza e altre richieste/pretese classiche ed ordinarie che contribuiscono a rendere ogni donna una mamma a tutti gli effetti.
Dal mio canto io cerco di applicarmi per sembrare quanto più possibile una figlia ordinaria. Quindi cosa potrà mai esserci di più normale per una liceale di qualche insufficienza?
Mi piacerebbe poter dire che in realtà colleziono votacci per potermi sentire simile ai miei compagni, ma temo che potrebbe facilmente venire a galla che la mia scarsa voglia di studiare sia pari forse solamente a quella di Lucignolo. In oltre, a differenza delle statistiche Italiane che vedono il livello dell’istruzione pubblica sprofondare in un abisso di mediocrità, la mia classe è composta per lo più da ragazze e ragazzi diligenti e responsabili, o più comunemente conosciuti come secchioni.
Ciò nonostante mi piace andare a scuola. La scuola in fondo al giorno d'oggi (questa frase dall'altro dei miei 17 anni forse è un po’ ridicola) non è più solo un luogo dedicato unicamente allo studio.
A scuola si ride si gioca e si prendono in giro i prof.
Un professore è una creatura che per sua natura necessita
di molteplici e grottesche imitazioni nomignoli e prese in giro.
Cosa che a me ed Azzurra, la mia migliore amica, riesce decisamente bene.
Abbiamo collezionato numerosi quaderni con ritratti caricature e brevi sceneggiature comiche con i nostri docenti come protagonisti.
Per chi non ci conoscesse potremmo sembrare due brave ragazze che durante una noiosa lezione sono sempre intente e concentrate nel prendere appunti.
E questo è quello che forse inizialmente pensava anche la prof. di storia.
Ma tutto quell'impegno nel prendere gli appunti come mai non riusciva mai a tradursi in una buona preparazione per l’interrogazione?
Forse è stato proprio questo interrogativo a farla parlare quel giorno:
"Azzurra, portami il tuo quaderno..."
Azzurra in quel momento era forse più un aggettivo per il suo colorito che il suo nome.
Non c'era scampo, nessuna campanella in procinto di suonare, nessuno che bussasse alla porta per qualche comunicazione super importantissima, nessuno che all'improvviso si sentisse male e rotolasse giù dal banco in preda alle convulsioni, e nessun meteorite la cui traiettoria intercettasse fatalmente la mia scuola si schiantò sull’edificio in quel preciso istante mandando tutti nel panico (i sopravissuti quanto meno).
No, niente di tutto questo. Quindi la mia amica con il terrore
nello sguardo si avviò mesta verso la cattedra.
"Ah! Abbiamo un'artista tra noi…" il tono della professoressa era tutto fuorché compiaciuto.
Ma che colpa ne avevamo noi se lei aveva il mento a punta, gli occhi piccoli e infossati, e i capelli che sembravano uno spazzolino da denti vecchio e grigiastro?
Finimmo fuori dalla classe.
Plurale, si. Ci finii anche io.
I professori che ci conoscevano da anni ormai avevano imparato che dietro ogni bravata di una c'era una mente collettiva, e questa formuletta faceva scontare ad ognuna di noi qualsiasi cosa combinasse l'altra, sempre.
Così in fondo era anche più divertente.
In due...fuori dalla classe...fissando il pavimento per evitare di incrociare i nostri sguardi, nonostante lo sforzo per cercare di restare serie, avevamo le lacrime agli occhi per trattenerci dal ridere.
Solo che quella volta non finì tutto con grasse risate.
La nostra scuola, decisamente piccola, oggi sembrava insolitamente popolata.
Il primo a notare la nostra inopportuna presenza nel corridoio durante
l'orario delle lezioni fu Edoardo, un ragazzo di quinta figlio di carissimi
amici di mia madre.
Il sorriso sarcastico che ci rivolse la diceva lunga:
"Prendete una boccata d'aria?"
Sento Azzurra che se la sghignazza al mio fianco.
" A dire il vero stavamo andando al bagno" rispondo con falsa tranquillità.
"Tutte e due?" non si arrende il maledetto.
Vedo Azzurra che alza gli occhi al cielo.
"Si Azzurra non si sente bene...la accompagno!" La ragazza che accanto a me irradia salute da ogni poro mi guarda con palese disapprovazione.
Edoardo ha un sorriso sempre più sfrontato:
"Capisco."
Forse si è arreso alla fine
"Stavo giusto andando in infermeria, posso accompagnarvi! Non mi perdonerei mai se dovesse capitarvi qualcosa lungo il tragitto!"
Il mio sguardo dovrebbe incenerirlo all'istante. Invece fa solo in modo che lui se la rida sotto i baffi.
"E va bene … se proprio vuoi saperlo siamo fuori perchè ... perchè i nostri appunti non sono piaciuti alla prof, va bene?"
Perchè i figli perfettini degli amici perfettini di mia madre non proprio
perfettina devono manifestarsi sempre nel momento meno opportuno?
"No?! E io che mi stavo seriamente preoccupando!"
Mi impegno ancora in uno sguardo inceneritore, nella speranza di ottenere almeno qualche piccola ustione.
Inutile. Però almeno lui decide di proseguire per la sua strada, finalmente soddisfatto.
Azzurra sospira:
"Quel tuo amico è insopportabile!"
"Non è mio amico!"
Ma il peggio non era ancora arrivato.
Il preside, un piccolo uomo rotondo e barcollante, scelse proprio quel momento per una delle sue rare visite di perlustrazione tra i corridoi e, ahimè, ci nota immediatamente.
Con passo deciso e cipiglio minaccioso punta il dito nella nostra direzione agitandolo a mo' di ammonimento:
"Bene bene bene ...cosa ci fanno due alunne fuori dall'aula durante il regolare orario di lezione???"
Nonostante i 130 centimetri di diametro che lo caratterizzano, sembra torreggiare su di noi.
"Esigo soddisfacente spiegazione!"
Vedo Azzurra mangiare un pezzo del funghetto magico di Alice Nel Paese delle Meraviglie e diventare piccola piccola piccola fin quasi a sparire.
Vorrei averne un po' anche io.
Il preside non attende risposta e facendosi largo tra noi irrompe nell'aula.
I risultati non sono affatto buoni.
Lettera di richiamo a casa e nota sul registro.
E...cosa ancor peggiore...spostano sia me che Azzurra al primo banco!!!
Mi consolo pensando che almeno non hanno pensato a separarci, scelta
decisamente poco saggia.
Mentre pianifico mentalmente una strategia per impedire a mia madre di venire a conoscenza degli sfortunati eventi di quella che doveva essere una normalissima giornata di scuola, suona finalmente la ricreazione.
Vedo con la coda dell'occhio Vanessa Arzanti venire verso di noi, con il suo inimitabile passo ondeggiante, lo sguardo all'apparenza dolce e un sorriso maligno sulle sue labbra sottili.
La ciliegina sulla torta.
Le sue adepte la seguono da presso.
"Lucetta!" Squittisce.
Un nomignolo decisamente odioso.
Sorrido per trattenermi dal morderla.
"Bella giornata vero?" seguita lei.
Vanessa Arzanti è la classica ragazzina di buona famiglia, arrogante e
prepotente ma soprattutto in cerca di gloria. Sembra il classico personaggio cattivo di una telenovela Americana.
Sento una delle sue adepte rivolgersi a lei con tono lamentoso "Vaan andiamo a farci una siga".
Van è il modo in cui a lei piace farsi chiamare. Io e Azzurra preferiamo
Nessy, proprio come il mostro di Lockness...senza offesa per il mostro.
Nessy zittisce con sufficienza l'adepta e si gira verso di me, finalmente
pronta a sputare veleno.
"Lucilla..." altro soprannome che odio. Mi fa subito pensare ad una
zingara che scoprendo una carta annuncia con tono macabro "La Luna Nera".
"...sei ingrassata ultimamente?" sento le risatine delle seguaci e sorrido a
mia volta.
"Si. E' per carnevale. Voglio fare il transatlantico"
"Sempre così simpatica..."
"Vorrei poter dire lo stesso..." rispondo di rimando.
Il suo finto sorriso è ora deformato in un ghigno e forse non
avendo altre cattiverie da aggiungere, decide finalmente di andarsene.
Si volta, in modo plateale, così da schiaffeggiare l'aria con i suoi
preziosissimi capelli biondissimi liscissimi sottilissimi e piastratissimi e
esce finalmente dal mio campo visivo.
Tiro un sospiro di sollievo e mi giro verso Azzurra che per tutto il tempo
era stata particolarmente impegnata nel cercare improbabili oggetti nella sua cartella.
"Invece di ridere di nascosto, potresti anche darmi una mano..."
Lei continua a ridere:
"Direi che oggi non è proprio una giornata fortunata…"
A giudicare da come ce la ridiamo si direbbe il contrario.
Ma in fondo che problemi sono mai questi?
Già raccontandoli dopo mezzora ci fanno ridere di cuore!
Chiamiamoli disavventure.
Non so se mia madre troverà la stessa ilarità nel ricevere la lettera di
richiamo.
Ma a quello ci penserò a tempo debito.
 

daffodill

Aurora Execution!
E' una storia graziosa,troppo adolescenziale per i miei gusti, ma è scritta bene, complimenti.

Solo una curiosità, ma sarebbe la fic di quale altra storia?
 

Ayrin

Stormborn
E' una storia graziosa,troppo adolescenziale per i miei gusti, ma è scritta bene, complimenti.

Solo una curiosità, ma sarebbe la fic di quale altra storia?

Be' l'idea era proprio quella... una storia per adolescenti, narrante in modo leggero le disavventure di un'adolescente :D



Vorrei averne un pezzetto pure io

A me sarebbe tornato utile in parecchie occasioni... anche in quella sopra descritta... infatti per questa fic ho preso spunto dalle mie disavventure :D
Non vi dico dov'è il confine tra realtà e fantasia perchè potrebbe essere imbarazzante :p
 

Odstarva

Ashaad Nehraa Talan
Non è esattamente il mio genere, ma è scritta bene :)
Stile fresco e scorrevole, senza troppe descrizioni, per una storia adolescenziale direi che è perfetto.
 

Ayrin

Stormborn
Grazie a tutti :)
Io spero di riuscire a scrivere una storia "giovane" con un po di ironia, ma magari riuscendo con lo svilupparsi della storia a toccare argomenti più importanti...cmq stasera posto il 2°capitolo e vediamo un po' che succede :D
 

Thot

Nuovo utente
Scrivi davvero bene!! Complimenti!!!
Il racconto è carino, un po infantile ma davvero ben scritto!!! :)
 

Ayrin

Stormborn
Grazie Thot! Grazie a tutti :)
Ecco pronto il 2° capitolo *_*
Attendo commenti e critiche *_*


***2***​


"Come è andata a scuola?"
Prima ancora di un saluto, questa è la formula magica che accoglie qualsiasi studente sul pianeta appena varca la soglia di casa.
E come ogni giorno io mi mantengo su un tono vago/rilassato rispondendo a mia volta con un’altra frase rituale:
"Beeeene…tutto beeene!" Sembra quasi un beelato.
Sento un'altra voce salutarmi dalla cucina.
Mia sorella, o quasi.
E' la figlia del primo matrimonio di mia madre, quindi siamo sorelle a metà, ma la metà giusta la fa sentire spesso in diritto e dovere di comportarsi con me con la stessa severità di una madre, cosa di cui farei volentieri a meno.
Si chiama Liliana, ha 15 anni più di me, un nome normale, e tra famigliari e amici è universalmente conosciuta come Lilli.
In realtà lei non è soltanto una comune mezzasorella quanto piuttosto una creatura rara se non unica specie di chimera: metà donna e metà cerbero.
Quando si arrabbia infatti è solita farsi spuntare altre due teste inferocite dal collo e i suoi capelli solerti diventano serpenti.
Quando questo succede desidererei davvero che lei tornasse a fare la guardia alle porte degli Inferi, ma forse la sua metà donna è troppo legata alla vita terrena, chissà.
Fatto sta che ho imparato che è decisamente poco salutare suscitare la sua ira, come anche orbitale attorno quando il suo umore emette frequenze negative.
Per il resto quando è di buon umore sa essere una amica e una confidente.
Ma forse è così tra tutti i fratelli e le sorelle del mondo.
"Lillii! Quando sei tornata?" Corro ad abbracciarla.
"Oggi. Ma sono solo di passaggio, tu che racconti? a scuola?" Ecco di nuovo la formula magica che torna a tormentarmi.
Perchè tutti i miei famigliari sono ossessionati da questa domanda?
"Bene bene... tutto bene!" Rispondo da copione.
Il suo sguardo cerca di sondarmi l'anima e io mi
concentro su pensieri di calma e serenità imperturbabile.
Sembra scettica ma non dice nulla.
"Mi accompagni a fare delle compere oggi?" Chiede.
"Cavolo, oggi ho già appuntamento con Azzurra, le ho promesso che saremmo uscite..."
Mi aspetto un lunga lista di obiezioni e polemiche, invece miracolosamente lei alza le spalle. Davvero strano… una sua resa così facile è da annotare tra gli eventi più rari ed improbabili che potrebbero mai verificarsi!
Comunque non mi soffermo più di tanto su questo pensiero:
Il pomeriggio è ancora mio!
L'appuntamento è alle 18:00 davanti all'Edicola in piazza, come sempre.
E come sempre io mi prodigo in raccomandazioni:
"Azzurra, ti prego... che siano davvero le 18:00...non lasciarmi lì ad
aspettare per ore!!"
Anche la sua risposta è da copione:
"No, no. Promesso! Alle 18:00 sono lì! Anzi vedrai che questa volta arrivo prima di te!!"
Io mi illudo, come ogni giorno e puntuale mi reco al luogo dell’appuntamento.
18:20
Vedo una balla di fieno rotolare lentamente lungo tutto l’arco del mio campo visivo.
No, forse l'ho immaginata.
Ma stare troppo tempo ferma al freddo può giocare brutti scherzi.
Chiamo Azzurra.
Al quarantasettesimo squillo finalmente risponde:
"Sto arrivando!!!" la solita risposta falsa e tendenziosa.
"Quando arriverai vicino all'edicola troverai un albero che ti saluterà
dicendoti: -Ciao Azzurra! Sono Luce e ho messo radici!-" le rispondo seccata.
Lei ride: "Arrivo arrivo!".
E io ci credo.
Passano i minuti.
18:45
Mi aspetto che da un momento all'altro la gente si fermi a lasciarmi delle monetine scambiandomi per una statua vivente.
Invece si accosta una macchina davanti a me.
Conosco quella macchina.
Blu , 5 porte, metallizzata, è inconfondibile... no, va bene, ce ne saranno un altro migliaio solamente nelle strade del centro...ma la targa è inequivocabile.
E infatti il finestrino si abbassa e lo sguardo indagatore del fratello di
Azzurra mi fissa perforandomi:
"Dov'è Azzurra? Mi ha detto che usciva con te..."
"Ciaooo Giulio" Saluto disinvolta mentre la mia mente cerca disperatamente una risposta plausibile:
"E' tornata un attimo a casa per prendere una giacca più pesante...aveva freddo perchè si era vestita troppo leggera..."
Credimi credimi credimi e soprattutto non fare altre domande!
Lui sembra studiare le mie parole:
"Glielo avevo detto che la giacca di pelle non era adatta con questo clima!"
Io sorrido rilassata
"Eh si!" Questa volta è stato facile e lui ringraziando il cielo va via.
Azzurra ha parecchie cose da spiegarmi!!
Riprovo a telefonarle…
Non risponde.
In realtà io ho una vaga idea di quello che la mia amica sta combinando.
Quello che non capisco è perchè, anzichè avvisarmi e magari prepararmi ad eventuali domande di suo fratello, mi ha lasciata in piedi al freddo per un' ora!
Mi accorgo di alcuni sguardi di passanti allibiti e mi rendo conto di avere iniziato a ringhiare.
Fingo un paio di colpi di tosse per sviare.
Ma oggi qualcosa andrà per il verso giusto?
Finalmente una ragazza trafelata e sorridente mi viene incontro correndo:
"Sei ancora umana! Niente radici?" Riesce sempre a cavarsela con un sorriso, o almeno ci prova.
"E' appena passato tuo fratello chiedendo di te"
Il sorriso scompare e lei impallidisce:
"E tu cosa gli hai detto" Non sembra più molto contenta
"Che ti aspettavo da più di un'ora e che non sapevo dove fossi!" Le dico per dispetto.
Lei da Azzurra diventa prima viola poi verde e infine grigia, e inizia a
balbettare cose senza senso.
Ok. Una piccola vendetta l'ho avuta:
"Sto scherzando scema! Gli ho detto che eri tornata a casa a cambiarti perchè avevi freddo, e ora ti conviene farlo per davvero visto che sei ancora con la giacca di pelle!!" Lei sospira e piano piano riprende colore.
Le leggo negli occhi che vuole raccontarmi qualcosa.
E' sempre così.
Lei ha sempre qualche cosa da confidarmi... un amore segreto, un incontro inaspettato, un ragazzo misterioso che la cerca.
Io non so perchè ma queste cose ancora non mi capitano. Le mie amiche sono tutte innamorate.
Chi ha il ragazzo o chi lo sogna, comunque non si parla d'altro.
E io in un certo senso mi sono adattata:
Un bel giorno mi sono guardata intorno, ho scelto un paio di occhi che
sembravano interessanti, e senza neanche sapere di chi fossero ho comunicato alle mie amiche che il "mio" ragazzo , quello di cui informarsi, parlare e scrivere, era lui, il proprietario senza nome di un paio di occhi neri e profondi.
A volte ci credo anche io e mi perdo ad immaginare una storia con Occhibelli: un incontro fortuito,sorrisi incerti, parole imbarazzate e poi... E poi? E poi cosa succede non lo so. La mia immaginazione si ferma lì.
Questo vi da la portata del mio immenso amore per Occhibelli.
Azzurra mi riporta alla realtà:
"Ho incontrato Sergio...!"
Mi fingo sorpresa.:
“Ah si?”
"Mentre venivo qui...sono salita in macchina con lui!!!"
Si vede che è eccitatissima.
Provo a fingere altrettanta felicità:
"Davvero? E cosa ti ha detto?"
Lei sembra un po’ imbarazzata:
"Mah, mi ha chiesto dove andavo...poi niente... non abbiamo parlato molto..."
Quello sguardo sognante lo conosco.
"Che bello che è ..." sospira.
Attendo in silenzio il seguito che non tarda ad arrivare.
"Mi ha baciata..." altro sospiro.
La cosa non mi sorprende…
Questa volta sono io a sospirare:
"Azzurra...lo sai che se questa volta ti becca tuo padre o peggio tuo
fratello, ti recludono??" vorrei dire anche altro.
Sergio è grande, non è vecchio, ha solo 25 anni, ma comunque è più grande di noi, ma sopratutto ha quello sguardo sfuggente che io proprio non riesco a farmi piacere. Non mi convince. Eppure non riesco a dirglielo. Penso che alla fine Azzurra mi vedrebbe solo come un altro ostacolo tra lei e il suo amore impossibile.
Forse il sentirsi molto come Giulietta e Romeo, osteggiati da parenti e amici, alimenta la loro passione.
Non lo so, sta di fatto che io non ho alcuna prova tangibile per dichiararmi contraria alla loro unione e quindi per ora mi limito a metterla in guardia sui problemi che potrebbe avere a casa.
Avvertimenti che lei puntualmente ignora.
Difatti in tutta risposta mi dice:
"Domani sera mi ha chiesto di uscire..."
"Domani sera io vado al cinema con Flaminia e Sofia...ed era in programma che venissi anche tu…"
Il venerdì io vado sempre al cinema. E' una tradizione sacra. Io Flami e Sofy, le mie due amiche di infanzia, le mie quasi sorelle.
Azzurra scuote la testa:
"Devo trovare un modo per uscire con lui...se dicessi che vengo con te...??"
Guai. Questa cosa porterà solamente guai.
"Se mi chiama tuo fratello?"
"Non rispondi...se siamo al cinema non puoi rispondere!" Logica ineccepibile.
"Si, ma dopo il cinema? Come ci torni a casa senza essere vista con lui?"
So che fare obiezioni è del tutto inutile in questa fase.
Farebbe finta di essere stata rapita dagli alieni pur di uscire con lui.
La smetto di opporre resistenza e alla fine acconsento a dire a chiunque me lo chieda che lei domani sera sarà al cinema con me.
Sento il bonzo nella mia testa recitare "Strada della verità
seguire tu devi".
Non so perchè ma io anzichè figurarmi il classico angioletto
dai buoni consigli, immagino un monaco giapponese pelato e sorridente che parla come il maestro Yoda di Star Wars. Sarà sempre un effetto collaterale del nome. Nome strano - Mente contorta.
 

daffodill

Aurora Execution!
E' una caratteristica comune delle amiche arrivare in ritardo agli appuntamenti a quanto vedo XD
Ben scritta, come la prima parte, procede in maniera scorrevole senza troppi colpi di scena, la storia col tipo più grande è un buono spunto.
 

Thot

Nuovo utente
"Come è andata a scuola?"
Prima ancora di un saluto, questa è la formula magica che accoglie qualsiasi studente sul pianeta appena varca la soglia di casa.
E come ogni giorno io mi mantengo su un tono vago/rilassato rispondendo a mia volta con un’altra frase rituale:
"Beeeene…tutto beeene!" Sembra quasi un beelato.

Come è vero :D
Sempre scritto in modo scorrevole e impeccabile complimenti!
 

Ayrin

Stormborn
Grazie a tutti *_*
Sono contenta che qualcuno stia seguendo la mia storiella :D
Difatti ho deciso di pubblicare subito il seguito :cool:


***3***​


Prati verdi e sterminati sotto i miei piedi nudi… l’erba è fresca e morbida… corro spensierata cercando di afferrare la brezza leggera con le mani … il sole mi illumina e mi avvolge nel suo piacevole tepore… da un cespuglio di lamponi scarlatti viene fuori saltellando uno gnomo. Con un cappellino verde a punta, un vestito giallo e un gilet a righe verdi e blu, fa spuntare dalla manica come per magia un flauto rosso ed inizia vivacemente a suonare….
Suona, suona, suona… sembra non voler smettere….
La porta della mia camera si spalanca improvvisamente e la versione Cerberesca di mia sorella ruggisce:
“Intendi farla suonare ancora per molto quella dannata sveglia?!”
Una molla invisibile mi proietta immediatamente seduta sul letto.
Il mio corpo inizia a compiere automaticamente una serie di azioni dettate dall’abitudine e come per magia mi ritrovo lavata vestita e in procinto di andare a scuola.
Potrei addirittura sembrare sveglia!
E’ così bello dormire! Perché l’umanità si ostina a volersi svegliare presto?
In fondo che cosa cambierebbe se tutti posticipassero le proprie occupazioni di un paio d’ore?
Mi piacerebbe davvero risalire all’origine di questa malsana abitudine per poterla stroncare sul nascere.
Purtroppo però la macchina del tempo è una prerogativa di Marty McFly e pare che ne sia anche molto geloso.
E così come quasi ogni altra mattina mi ritrovo a reggermi la testa appoggiata sul mio banco cercando di trattenere il susseguirsi di sbadigli mentre mi lacrimano gli occhi per lo sforzo.
Le ore di lezione trascorrono ad una lentezza esasperante e io fremo dalla voglia di uscire...
Oggi mi vengono a prendere Flaminia e Sofia alla fine delle lezioni e mi portano direttamente a casa con loro.
Il venerdì oltre ad andare al cinema passiamo spesso tutta la giornata insieme e poi resto anche a dormire lì.
Il pensiero del cinema mi mette di cattivo umore.
Guardo Azzurra accanto a me:
“Sei proprio sicura di non voler venire con noi questa sera?”
Lei alza gli occhi al cielo e sbuffa.
Non c’è proprio niente da fare.
Dovrei smetterla di preoccuparmi, infondo è lei che rischia di mettersi nei guai…
Decido di non angosciarmi ulteriormente, Azzurra è padrona della sua vita…
Esco quindi spensierata da scuola dopo 5 interminabili ore lezioni e corro per andare incontro alle mie amiche che mi stanno aspettando dall’altro lato del marciapiede…
Poi non so cosa accade, ma improvvisamente vedo me stessa dall’alto come in una moviola…
I miei movimenti si susseguono lentamente… la punta del mio stivale destro segue un percorso non proprio corretto e si impiglia nell’orlo dei pantaloni sulla mia gamba sinistra…cerco di districarmi e poggiare i piedi per terra per riacquistare una parvenza di equilibrio ma questa operazione non riesce come dovrebbe e rimango sospesa nel vuoto per un attimo che sembra durare un’eternità… Volo…
In quel attimo dovrei dire di aver visto scorrere davanti ai miei occhi tutta la mia vita…e invece no, è un falso mito:
Ho solamente cercato di immaginare, prima che accadesse, l’impatto con l’asfalto che si sarebbe verificato negli istanti successivi e che sapevo non vi era alcun modo di evitare… a meno che non mi scoprissi improvvisamente capace di volare, in modo da poter decollare per lidi lontani a tutta velocità e impedire a chiunque di restare a guardarmi stramazzare al suolo.
Cosa che ovviamente non si verificò.
Finii rovinosamente a terra, in mezzo alla strada, all’uscita di scuola, sotto ad un autobus che inchiodando riuscì ad evitare di travolgermi per un soffio.
“Luceee!!” L’urlo di Sofia riuscii a portare su di me l’attenzione anche di quei pochi che per qualche strana ragione non si erano accorti della mia performance.
Io vorrei alzarmi con disinvoltura per poi scomparire in qualche angolino buio dell’universo dove restare per un paio di anni a vergognarmi nell’attesa che tutti i miei compagni di scuola mi dimentichino, però l’impatto mi ha tolto decisamente il fiato. Rimango quindi intontita in mezzo alla strada cercando di riprendermi…
Delle mani mi afferrano e mi trascinano verso il marciapiede.
Nel frattempo i miei spettatori costatando il mio buono stato di salute iniziano a ridere, applaudire e chiedere il bis. Non era certo questo il modo migliore per diventare popolare…
Degli occhi che dovrei conoscere mi parlano con severità, lo so che gli occhi non dovrebbero essere in grado di parlare, però a me sembra proprio che esca da li la voce:
“Sei impazzita???” La lucidità inizia lentamente a farsi strada nella mia mente .
Sono seduta su una panchina davanti la scuola (quando ci sono arrivata?), Sofia e Flaminia mi guardano con aria preoccupata e gli occhi parlanti sono niente di meno che quelli di Edoardo.
“Sono inciampata…” Una constatazione davvero acuta.
“Sotto ad un autobus? Non ti hanno insegnato da piccola a guardare da tutti e due i lati prima di attraversare?”
Perché non mi ha lasciata in mezzo alla strada?
Non poteva semplicemente battere le mani come tutti gli altri?
“E a te non hanno insegnato che non si parla con gli occhi ma con la bocca???”
No, questo non glielo dissi...
Avrei voluto dirgli qualcosa di cattivo però alla fine sono riuscita solamente a guardarlo come una scema senza dire nulla. E lui dopo poco se ne è andato via dicendomi: “Beh, di certo adesso ti ricorderanno tutti…”
Sofia inizia a ridere io e Flaminia la imitiamo subito.
“Sembrava la scena di un film!!” Dichiara Flaminia tra le risate.
“Si!!! Un tragico incidente rischia di coinvolgere la giovane fanciulla…ma il principe accorre pronto in sua difesa, salvandola…” recita con tono drammatico Sofia.
“Un principe decisamente fuori dagli schemi” reclamo io:
“un principe dovrebbe essere gentile, non acido e scorbutico! E poi dov’erano il mantello azzurro e il cavallo bianco?”
Certo è vero che anche io non è che possa considerarmi propriamente bella e aggraziata come una principessa, ma non per questo sono meno esigente…
Un claxon suona riportandoci alla realtà.
E’ la mamma di Sofi e Flami:
“Salite in macchina che è tardi…Luce?! Cosa hai fatto?? Sei tutta sporca!!”
Una breve occhiata basta a rendermi consapevole…
Oddio… i miei vestiti!!!

***​

Uno dei giochi preferiti dalle bambine di mezzo mondo è quello di mascherarsi, magari con abiti e camice da notte della mamma, per fingersi qualcuno di diverso quale, una fata, una principessa o semplicemente un’adulta. Il passo successivo è quello di interpretare insieme alle amichette una storia inventata sul momento.
Solitamente questa fase viene superata intorno ai 10 anni… 12 al massimo…
Noi ne abbiamo 17… quanto meno sulla carta:
Difatti non è stata di certo un limite la nostra età mentre mettevamo a soqquadro tutti i guardaroba presenti in casa nell’entusiasmante ricerca di costumi da indossare…
“Non dovreste studiare?”
Colte sul fatto.
Ci si aspetterebbe che la frase successiva alla domanda fatta da Astrid, la mamma delle mie amiche, sia quantomeno un rimprovero seguito magari da qualche commento basito sul nostro comportamento inappropriato.
I suoi occhi invece si illuminano nel dire:
“Vado a prendere la telecamera!”
Evviva! Si va in scena! La rappresentazione di oggi (ebbene si, non è affatto un episodio sporadico) è tratta da una storia vera.
Vestita con un lungo abito nero che mi fa sentire molto Mercoledì Adams, sono pronta a presentare con in mano un barattolo di borotalco, anche lui intento a recitare il suo ruolo da microfono:
“Gentili signori, è con immenso piacere che vi presento le star della serata…. Sofia Crow”
Sofi, vestita con i pantaloni di una tuta bianca, una camicia celeste del padre che le copre quasi le ginocchia e un asciugamano blu legato sulle spalle si fa avanti con passo fiero e sguardo ammiccante.
Poi seguito:
“E’ con grande emozione che assisteremo oggi alla sua interpretazione del prode e coraggioso Principe!!!”
Astrid, unica spettatrice, batte vigorosamente le mani.
“Ed ecco invece…la nostra protagonista!! Flaminia Depp, in una delle sue migliori performance… Il temibile e famigerato…Autobus!!!”
Flaminia si fa avanti camminando a fatica dentro uno scatolone usato riportante sulla facciata la scritta “AUTOBUS” . Mi allontano per mettermi un frontino rosso e una camicia da notte rosa lunga e svolazzante, e ricompaio in scena pronta per essere investita.
Si gira!
Flami mi corre incontro con sguardo folle e l’intento di travolgermi mentre io fingo una camminata spensierata, canticchiando una canzoncina:
“I sogniii son deeeesideriii…”
Flami mi è ormai quasi addosso:
Lancio un urletto stridulo nel realizzare l’imminente pericolo…ed ecco che Sofi prontamente corre da me …
Mi abbraccia traendomi in salvo e spinge via il Flami-bus in malo modo.
Guardo il mio eroe… Asciugamano al vento, sguardo fiero, sorriso avvenente e dico la mia fatidica battuta:
“Profumi di lavanda…”
Ed è proprio in quel preciso istante che lo sbattere di una porta ci segnala la presenza di Ester, la donna delle pulizie, che paralizzata nel corridoio ci fissa con sconcerto.
Astrid con naturalezza rompe il silenzio:
“Ester scusa, ora ci spostiamo, le bambine stavano giocando!”
Le bambine??? Il mio metro e settanta di altezza difficilmente potrebbe essere associato all’infanzia…
Il sopracciglio alzato della nuova arrivata manifesta una certa ilarità.
“Eh…si! La recita della scuola!” Balbetta Flami improvvisamente imbarazzata mentre io trattenendo il fiato tento di mimetizzarmi con la tappezzeria.
Sofia invece non si scompone:
“Andiamo a rivedere il filmato!” Propone come se fosse tutto assolutamente normale e si lancia su per le scale verso la sala con la tv, trascinando me per un braccio.
Flaminia ci segue cantilenando “Figuraccia figuraccia figuraccia… “
Anche loro madre senza scomporsi viene con noi:
“Beh, abbiamo già finito?” Sembra delusa…
“Io penso che sia ora di prepararci…altrimenti al cinema ci andrò vestita da autobus…” Osserva giustamente Flaminia.
E così ci ritroviamo di nuovo a mettere sottosopra il guardaroba, questa volta con un intento più consono a delle adolescenti: decidere cosa indossare per uscire.
L’operazione non è mai facile e richiede sempre innumerevoli prove, seguite poi dai verdetti delle altre amiche. Più è alto l’indice di gradimento delle amiche e più è probabile che ci si spogli ancora una volta per cambiarsi radicalmente.
Il claxon della macchina di Giorgio, il nostro compagno delle serate al cinema, suonava da almeno un quarto d’ora quando finalmente pronte siamo corse fuori.
Lui, ed un ragazzo che non conosco ci salutano con tono spazientito appena salite in macchina:
“Tutto questo tempo per venire fuori con una borsa a forma di pecora?”
Sofia risponde sulla difensiva: “E’ bellissima!! E poi io ero pronta da almeno un ora!!”
“Piacere Fabrizio” Si presenta porgendomi la mano lo sconosciuto.
“Lucina tu non lo conoscevi Fabri?” Chiede Sofia
“No, è che ci piace fare le presentazioni ogni volta che ci incontriamo…”
“ha ha ha” risponde la mia amica fingendo una risata poco divertita.
“Comunque piacere, Luce” continuo.
“Un bel nome!” risponde lui sorridendomi.
Forse mi prende in giro… o forse no, però nel dubbio rimango in silenzio a fissare la strada nel buio attraverso il finestrino.
Sofia non si lascia sfuggire l’occasione per accendere la radio e iniziare a cantare la prima canzone che capita a squarciagola, togliendo, a chiunque ne avesse voglia, la possibilità di parlare.
“All byyyyyy myyy seeelf….”
“Siamo arrivati!!” Dice con sollievo Giorgio spegnendo la macchina e affrettandosi a scendere.
“Potevamo finire la canzone almeno” Protesta Sofia imbronciata.
“Se vuoi possiamo lasciarti in machina a cantare e ti raggiungiamo a film finito…” Propongo sorridendo.
“No grazie continuerò ad allietarvi dopo e magari anche durante la fine del primo tempo! Non ho bisogno di una base musicale per cantare…” risponde lei prontamente.
“Che cos’è una minaccia?” Le chiedo ridendo
“Vorrei poterti dire il contrario…ma… purtroppo… sono sempre così… se non peggio…” Spiega in tono mesto Giorgio al suo amico.
“Fantastico!!” Risponde lui ridendo. Poi guarda me e sfodera un sorriso a trentadue denti.
Io sorrido di rimando. Poi colgo uno sguardo furbo di Flaminia e un occhiolino da Sofia…
Ma… ma… cosa pensano? Di mettermi tra le braccia del primo venuto in questo modo? Senza neanche dirmi nulla? Le folgoro con lo sguardo… e loro capendo che ho ben inteso si incamminano a passo spedito a prendere i biglietti lasciando me indietro… con lui…
Il silenzio in queste situazioni è quasi assordante…
Il cinema sembra diventato all’improvviso un piccolo, minuscolo puntino all’orizzonte…quasi impossibile da raggiungere…
Verrebbe voglia di mettersi a correre…
Lui decide di rompere il gelo:
“Volevo proprio vederlo questo film!”
Si, di solito è per questo che si va al cinema…
Trattengo con immenso sforzo la mia acidità e rispondo con un sorriso meccanico:
“Eh si, anche io”
Ora potremmo addirittura iniziare a parlare delle condizioni climatiche, tanta è l’affinità reciproca…
Fortunatamente il lungo tragitto che ci separava dal resto del gruppo sembra terminato e io mi riunisco alle mie due amiche, non senza ringraziarle con un pizzicotto.
Loro cercano di sfoderare il loro sguardo più innocente mentre diabolicamente prendono posto lasciando me accanto a Fabrizio.
Lascio correre.
In fondo dobbiamo solamente guardare un film e poi magari sono io ad essere prevenuta.
Potrei essere seduta vicino all’uomo della mia vita senza neanche rendermene conto!
Decido di fare la carina per scoprire se davvero fosse questo il caso:
Gli sorrido e lui si illumina contento, guardandomi forse nella speranza che gli dica qualcosa. Mi aspetto che inizi a scodinzolare…
Lo osservo meglio:
Occhioni azzurri, occhiali da vista, capelli castani scompigliati…
No! No! No! Harry Potter no!
Torno a fissare lo schermo. Sono sicura che l’uomo della mia vita mi avviserà con chiari segnali quando vorrà palesarsi e indubbiamente i suoi occhi saranno scuri!
E’ deciso.
Adesso voglio solamente lasciarmi trasportare dal film senza pensare più a nulla.
E per quasi venti minuti ci riesco anche…
Poi il telefonino inizia a vibrare…
Non che lo faccia di propria iniziativa proprio per disturbarmi…
Fa solo il suo dovere comunicandomi insistentemente che il fratello di Azzurra vorrebbe parlarmi…
Lo sapevo!
 

Thot

Nuovo utente
Grazie a tutti *_*
Sono contenta che qualcuno stia seguendo la mia storiella :D
Difatti ho deciso di pubblicare subito il seguito :cool:


***3***​
...

Io vorrei alzarmi con disinvoltura per poi scomparire in qualche angolino buio dell’universo dove restare per un paio di anni a vergognarmi nell’attesa che tutti i miei compagni di scuola mi dimentichino, però l’impatto mi ha tolto decisamente il fiato. Rimango quindi intontita in mezzo alla strada cercando di riprendermi…
...
Decido di fare la carina per scoprire se davvero fosse questo il caso:
Gli sorrido e lui si illumina contento, guardandomi forse nella speranza che gli dica qualcosa. Mi aspetto che inizi a scodinzolare…
Lo osservo meglio:
Occhioni azzurri, occhiali da vista, capelli castani scompigliati…
No! No! No! Harry Potter no!

Torno a fissare lo schermo. Sono sicura che l’uomo della mia vita mi avviserà con chiari segnali quando vorrà palesarsi e indubbiamente i suoi occhi saranno scuri!...
...

Hahahahhaha
In dei punti mi hai fatto proprio ridere :D
Comunque... cos'hai contro gli occhioni azzuri e i capelli castani spettinati?! -.-

Bè adesso so quasi con certezza di non poter essere l'uomo della tua vita :D
 
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