Varie Moonlight Shadow

-Cloud-Strife-

FIRST CLASS SOLDIER
mi sono messo al lavoro, molto presto arriverr il continuo, vi chiedo di aspttare ancora un pò,ma sarete premiati per l'attes, ho molte idee in testa! ^^
 

-Cloud-Strife-

FIRST CLASS SOLDIER
ecco a voi il continuo tanto atteso! Scsate il ritardo...

Tutto era buio e Cecil cadeva in un baratro apparentemente senza fondo.
Pochi secondi, che ad egli parvero ore ed ore, e la scena mutò.
C'era un bambino nel buio, un bambino con un'espressione felice che teneva la mano ad una donna bellissima, che irradiava felicità mediante un sorriso, quel sorriso che aveva sulle labbra anche lui, per poi sorridere verso un uomo di mezz'età, dal volto molto provato, ma sempre una figura imponente che era il padre.
Il silenzio fu rotto da strazianti urla. La donna cadde in terra in un lago di sangue, mentre l'uomo rideva. Una risata che faceva gelare il sangue, una risata di folle piacere.
Il bambino scappava, dove non lo sapeva, voleva solo andare lontano da quel mostro di suo padre...
<< Secondo te è vivo?>> Chiese un ragazzino, picchiettando Cecil sul petto con un bastoncino.
<< E io che ne so? Sei tu che l'hai trovato... Prova a toccarlo...>> Rispose una ragazzina al suo fianco.
I bambini non avranno avuto più di 7 anni il maschietto e 8 la femminuccia.
Lui era un bambino biondo dai capelli disordinati, con gli occhi azzurri come cristalli, vestito come un qualsiasi figlio di contadino: una camicia bianca, un paio di pantaloni marrone cuoio ed un gilet, anch'esso color cuoio.
La bambina invece era castana, con lunghi capelli legati a coda di cavallo da un piccolo fiocco rosso che terminava all'altezza delle spalle, occhi verdi come smeraldi e vestita anch'ella come figlia di contadini.
Gli occhi di Cecil si aprirono appena, abbastanza da vedere il bambino che tentava di toccargli la bocca. Si alzò di scatto afferrando delicatamente la mano del bambino, per il tempo necessario a riconoscere colui che lo stava punzecchiando con il bastoncino.
<<Chi siete?>> Domandò Cecil, in tono dolce ma fermo, non aspettandosi minacce dai ragazzini.
La bambina si fece avanti, mentre il bambino corse dietro di lei, brandendo il bastoncino come un'arma.
<<Noi siamo i figli di Orlandum l'agricoltore, messere... Il mio nome è Alexis, mentre il mio fratellino si chiama Darius... Voi invece, non vi siete presentato, non è corretto chiedere il nome senza presentarsi!>> Disse la bambina, dapprima in tono dolce, per poi finire con tono della voce che rappresentava la sua espressione indignata.
Cecil inarcò le sopracciglia, tendendole orecchie per sentire i rumori che lo circondavano.
Erano cose nuove per lui, che non era mai uscito dal suo regno, costantemente in guerra, costantemente tra delinquenti ed urla di fanciulle derubate.
Sentiva il pigolio di pulcini, ma non l riconobbe e si spaventò, voltandosi impugnando la sua spada e puntandola al nido dei piccoli ed impauriti pulcini.
<<Cosa state facendo messere?!>> Sbraitò la bambina, parandosi dinanzi la spada, senza timore di essere ne ferita ne uccisa, proteggendo le indifese creature.
<<Cosa sono quelle cose?>> Chiese Cecil, abbassando la spada, incuriosito dalle creature.
<<Sono pulcini. P-u-l-c-i-n-i! E non potrebbero farvi male in alcun modo, sono indifesi!>> Il tono di Alexis era sempre più alterato, accusandola di prenderla in giro.
<<Io... Io non lo sapevo... Sono Cecil, cavaliere nero di Oraxon, la capitale dell'impero.>>
Disse Cecil, in tono solenne e dispiaciuto per il malinteso appena accorso.
<<Beh, messer Cecil, non è il caso di prendersela con dei pulcini indifesi! Ma da dove avete detto che venite, messere?>> Chiese Alexis, con aria stupita da quel nome mai udito in vita sua. Darius continuava a stare dietro di lei, sempre con quel ramoscello puntato verso Cecil, silenzioso ma attento ad ogni parola.
<<Oraxon. Non conoscete Oraxon, la città imperiale? La famosa città fortezza, capitale dell'impero!>> Esclamò Cecil, con aria stupita mentre osservava Darius ed il suo ramoscello, per poi sorridergli.
<<Mhh... Tu la conosci, Darius?>> Chiese Alexis, spostando l'attenzione verso il fratellino, che scosse il capo.
Ci fu un attimo di silenzio totale.
Il bambino osservava Cecil negli occhi, lasciando la sorella e mettendosi di fronte a lui.
Cecil lo guardava dritto negli occhi, quando gli cadde una lacrima.
Cecil iniziava a ricordare il suo passato.
 
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