MrPsykarl88
Paranoid android
Un raccontino breve e semplice che ho scritto oggi, piuttosto di getto, da un terminale dell'aula web della mia università
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- Che meraviglia, senti; questi bassi come scalpitano, scorrono fino a raggiungere l'epicentro del cuore! E poi, oh! Questo trillo, un contrappunto come di meglio non avrei potuto chiedere!
Queste parole ripeteva di tanto in tanto, ritto presso il parapetto di un'autostrada a respirare gli umori del traffico urbano.
Quella sì, era vera musica, non come quelle auto che fino a poco fa si accollavano alle strade come sigarette nei posacenere.
Era entrato in produzione un nuovo mezzo di trasporto, dotato di intelligenza propria. Le strade ne brulicavano tutte, e le scocciature di mantenere andature e distanze costanti svanivano come favole di tempi andati.
E così i fortunati che se ne erano appropriati, potevano starsene tranquillamente in attesa di arrivare a destinazione, lasciando ai loro gingilli completa libertà di sbizzarrirsi in brusche accelerate - ammorbidite comunque da apposite tecnologie - e fiere corse elettrizzanti, senza alcun limite che ne potesse frenare l'autonomia.
I motori cantavano più forte che mai, i suoni di quei congegni si inviavano richiami tali da smuovere i pilastri della terra, il tutto senza che fosse disturbato da un singolo richiamo di uccello.
Conoscendo poi i mezzi l'uno il tragitto dell'altro, l'intensità delle accelerazioni veniva monitorata al fine di azzerare la possibilità di incidenti, per cui, oltre al suono degli uccelli, erano assenti pure i rumori dei copertoni che stridono sul catrame nell'atto di frenare.
Era una grandiosa e perpetua sinfonia di metallo, pistoni e ingranaggi quella che regnava dappertutto, e la precisione ad incastro dei suoi musicisti la rendeva inconcepibilmente più appetibile di qualsiasi altro genere musicale conosciuto.
Alfa Omicron era lì', ai bordi della carreggiata, in attesa del mezzo studiato per soddisfare le esigenze che, risaputamente, nutriva la fascia di popolazione a cui apparteneva.
Era letteralmente il suo mezzo personale, poichè lui rientrava in tutti i criteri che caratterizzivano la sua fascia demografica, e che la distinguevano altrettanto bene dalle altre fasce esistenti. In un giorno diventato memorabile, si era trovato infatti il modo di annullare ogni differenza tra i componenti di ogni fascia, in modo da disporre di standard unici e definiti a cui tendere, per soddisfare nel migliore dei modi i bisogni di tutti.
Pensava, mentre si avvicinava a casa, comodamente disteso dentro la sua vettura.
Quanto era stata bella la giornata appena conclusa e trascorsa lì, al dipartimento più matrici per tutti dell'organizzazione sfoltimento sinaptico per uno sviluppo sostenibile!
Gli era capitato di avere a che fare con un database di dati in cui, guarda caso, il numero 0 si ripresentava tante volte quanti i suoi anni d'età: 211!
Si sentiva davvero fortunato rispetto ai suoi colleghi, eventi del genere sono piuttosto rari, e uno era appena capitato proprio a lui, quel giorno, a lui e a nessun altro!
Tornato a casa tuttavia successe qualcosa di strano, molto strano.
Il suo vecchio operatore automatizzato dava qualche problemino da un po' di tempo, e durante la permanenza di Alfa al dipartimento di lavoro, qualcuno aveva lodevolmente provveduto a sostituirlo con un operatore nuovo di zecca.
Alfa sentì come un vuoto da qualche parte della cassa toracica, e il suo ottimizzatore emozionale per una vita longeva si attivò di colpo a livelli più elevati del solito.
Colto dal sentore che ci fosse qualcosa da chiarire, cercò di aprire uno squarcio di luce nei suoi pensieri.
Presero a scorrere, dapprima confusi, poi sempre più chiari, ricordi di giornate trascorse a casa, tra sbuffi e lamentele per il cattivo funzionamento del suo vecchio operatore.
Si ricordò dello sforzo che gli costava alzarsi dal divano con le sue sole forze, per poi attraversare quei lunghi corridoi che lo separavano dal suo disubbidiente aiutante.
Fu allora, quando si ricordò dei momenti in cui era lui a doversi prendere cura del suo aiutante e non il contrario, che sgranò gli occhi per osservare il suo operatore nuovo di zecca.
Era lì, davanti a lui, pronto a materializzare qualsiasi suo desiderio.
Ma, non seppe come, preferì rituffarsi tra le nubi del ricordo; a rivivere le strane cose che gli si gonfiavano all'interno del petto mentre si avvicinava a quell'ammasso di tubi che, pur sorridente, giaceva guasto alla luce del neon.
Vi era qualcosa di assurdamente piacevole nel vederlo così per qualche attimo, per poi constatare che proprio grazie a lui, Alfa Omicron, esso poteva tornare alle funzionalità di sempre (prima, intendiamoci, di guastarsi di nuovo, il che avveniva dopo 2-3 anni).
Assalito dai ricordi, cedette per la prima volta all'impulso di spegnere il suo ottimizzatore emozionale per una vita longeva: guardò il suo nuovo operatore, poi, con la mente tornò a quello che non c'era più.
Prese un tessuto morbido per asciugarsi gli occhi.
Si avvicinò dunque a uno specchio. Eccola! Disgraziata! Una piccola ruga si era appena formata sulla sua fronte; eppure, ossrvandosi con attenzione, notò dal fondo degli occhi una luce insolita, che non aveva mai visto prima.
Non seppe mai spiegarsene il motivo, ma quella luce gli piacque, e il giorno dopo, appena svegliato, tentò di impedirle di fuggire.
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- Che meraviglia, senti; questi bassi come scalpitano, scorrono fino a raggiungere l'epicentro del cuore! E poi, oh! Questo trillo, un contrappunto come di meglio non avrei potuto chiedere!
Queste parole ripeteva di tanto in tanto, ritto presso il parapetto di un'autostrada a respirare gli umori del traffico urbano.
Quella sì, era vera musica, non come quelle auto che fino a poco fa si accollavano alle strade come sigarette nei posacenere.
Era entrato in produzione un nuovo mezzo di trasporto, dotato di intelligenza propria. Le strade ne brulicavano tutte, e le scocciature di mantenere andature e distanze costanti svanivano come favole di tempi andati.
E così i fortunati che se ne erano appropriati, potevano starsene tranquillamente in attesa di arrivare a destinazione, lasciando ai loro gingilli completa libertà di sbizzarrirsi in brusche accelerate - ammorbidite comunque da apposite tecnologie - e fiere corse elettrizzanti, senza alcun limite che ne potesse frenare l'autonomia.
I motori cantavano più forte che mai, i suoni di quei congegni si inviavano richiami tali da smuovere i pilastri della terra, il tutto senza che fosse disturbato da un singolo richiamo di uccello.
Conoscendo poi i mezzi l'uno il tragitto dell'altro, l'intensità delle accelerazioni veniva monitorata al fine di azzerare la possibilità di incidenti, per cui, oltre al suono degli uccelli, erano assenti pure i rumori dei copertoni che stridono sul catrame nell'atto di frenare.
Era una grandiosa e perpetua sinfonia di metallo, pistoni e ingranaggi quella che regnava dappertutto, e la precisione ad incastro dei suoi musicisti la rendeva inconcepibilmente più appetibile di qualsiasi altro genere musicale conosciuto.
Alfa Omicron era lì', ai bordi della carreggiata, in attesa del mezzo studiato per soddisfare le esigenze che, risaputamente, nutriva la fascia di popolazione a cui apparteneva.
Era letteralmente il suo mezzo personale, poichè lui rientrava in tutti i criteri che caratterizzivano la sua fascia demografica, e che la distinguevano altrettanto bene dalle altre fasce esistenti. In un giorno diventato memorabile, si era trovato infatti il modo di annullare ogni differenza tra i componenti di ogni fascia, in modo da disporre di standard unici e definiti a cui tendere, per soddisfare nel migliore dei modi i bisogni di tutti.
Pensava, mentre si avvicinava a casa, comodamente disteso dentro la sua vettura.
Quanto era stata bella la giornata appena conclusa e trascorsa lì, al dipartimento più matrici per tutti dell'organizzazione sfoltimento sinaptico per uno sviluppo sostenibile!
Gli era capitato di avere a che fare con un database di dati in cui, guarda caso, il numero 0 si ripresentava tante volte quanti i suoi anni d'età: 211!
Si sentiva davvero fortunato rispetto ai suoi colleghi, eventi del genere sono piuttosto rari, e uno era appena capitato proprio a lui, quel giorno, a lui e a nessun altro!
Tornato a casa tuttavia successe qualcosa di strano, molto strano.
Il suo vecchio operatore automatizzato dava qualche problemino da un po' di tempo, e durante la permanenza di Alfa al dipartimento di lavoro, qualcuno aveva lodevolmente provveduto a sostituirlo con un operatore nuovo di zecca.
Alfa sentì come un vuoto da qualche parte della cassa toracica, e il suo ottimizzatore emozionale per una vita longeva si attivò di colpo a livelli più elevati del solito.
Colto dal sentore che ci fosse qualcosa da chiarire, cercò di aprire uno squarcio di luce nei suoi pensieri.
Presero a scorrere, dapprima confusi, poi sempre più chiari, ricordi di giornate trascorse a casa, tra sbuffi e lamentele per il cattivo funzionamento del suo vecchio operatore.
Si ricordò dello sforzo che gli costava alzarsi dal divano con le sue sole forze, per poi attraversare quei lunghi corridoi che lo separavano dal suo disubbidiente aiutante.
Fu allora, quando si ricordò dei momenti in cui era lui a doversi prendere cura del suo aiutante e non il contrario, che sgranò gli occhi per osservare il suo operatore nuovo di zecca.
Era lì, davanti a lui, pronto a materializzare qualsiasi suo desiderio.
Ma, non seppe come, preferì rituffarsi tra le nubi del ricordo; a rivivere le strane cose che gli si gonfiavano all'interno del petto mentre si avvicinava a quell'ammasso di tubi che, pur sorridente, giaceva guasto alla luce del neon.
Vi era qualcosa di assurdamente piacevole nel vederlo così per qualche attimo, per poi constatare che proprio grazie a lui, Alfa Omicron, esso poteva tornare alle funzionalità di sempre (prima, intendiamoci, di guastarsi di nuovo, il che avveniva dopo 2-3 anni).
Assalito dai ricordi, cedette per la prima volta all'impulso di spegnere il suo ottimizzatore emozionale per una vita longeva: guardò il suo nuovo operatore, poi, con la mente tornò a quello che non c'era più.
Prese un tessuto morbido per asciugarsi gli occhi.
Si avvicinò dunque a uno specchio. Eccola! Disgraziata! Una piccola ruga si era appena formata sulla sua fronte; eppure, ossrvandosi con attenzione, notò dal fondo degli occhi una luce insolita, che non aveva mai visto prima.
Non seppe mai spiegarsene il motivo, ma quella luce gli piacque, e il giorno dopo, appena svegliato, tentò di impedirle di fuggire.
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