Qui c'è un problema. Se ci pensate un qualunque prodotto artistico (inteso come produzione creativa di un artista/gruppo di artisti) è per principio un'opera creata per spirito creativo. Eppure come ben dite DEVE diventare un prodotto commerciale, cioè atto al commercio, proprio perché altrimenti chi l'ha creato non sopravviverebbe e non potrebbe continuare a "creare" ancora (diverso era il periodo del "mecenatismo" per fortuna). E' una necessità in pratica. E' giusto ciò che dite, un'opera creativa ha una qualità che prescinde e DEVE prescindere dalla sua vendibilità. Eppure sappiamo tutti che non è sempre così, specie nel mondo dei videogiochi, dove spesso bisogna "accontentare" il mercato secondo le esigenze del momento, da qui l'ottica del "compromesso". Ecco io penso che il videogioco per extenso, ma anche e soprattutto Final Fantasy nello specifico (come saga) sia SEMPRE stato il frutto di questo compromesso (del resto è la serie di punta della Square, da sempre).
Bisognerebbe constatare quanto questo "compromesso" sia più incline alla qualità, ma qui sorge un altro problema ancora. Chi la decide la qualità di un gioco?
La decidiamo noi nel momento in cui misuriamo la nostra antica passione per i JRPG (e magari dunque per un certo modo di intendere i FF) con i prodotti nuovi che arrivano, o la decidono i nuovi (e relativamente nuovi) giocatori che ancora poco conoscono questo mondo. Oppure la decidono semplicemente le software house che riflettono nel loro gioco le esigenze stimate del mercato. Oppure è ancora la critica specializzata a decidere, ma non sempre è stato così, vedi Silent Hill che quando uscì su PS1 non venne accolto molto calorosamente dalla critica, ebbe un successo esclusivamente postumo, a forza di opinioni e scambi di parole tra i fan.
No perché mi sembra facile parlare di qualità quando per esempio un FFXII viene osteggiato oggi da moltissimi fan (della prima ed anche ultima ora), ma non mi sembra che sia stato accolto a sassate (e tuttora detiene uno dei voti "metacritici" dunque trasversali più alti della serie). Magari un pò meno fortuna ha avuto FFXIII (e relativi spin-off), ma per le ovvie ragioni dell'eccessivo allontanamento dalla formula originale della serie. Eppure il gioco, non dimentichiamolo, ha venduto piuttosto bene, continua a vendere tuttora con i suoi spin-off, e questo deve pur significare che ci sono stati parecchi fan che hanno tutto sommato apprezzato (a prescindere dallo sterile discorso di chi compra e poi magari rivende, il destino di un gioco è sempre soggettivo e dipende da troppe variabili).
Queste ultime considerazioni peraltro sembrano avvicinare l'idea prima scartata del concetto di qualità a quello di commercialità, e questo ci potrebbe far capire come non sia così scontato scindere tutti questi fattori: intenzioni creative - qualità effettiva - commerciabilità.
Io ancora non mi sono dato una risposta precisa, ma penso (come dissi nel post precedente) che almeno le "intenzioni creative", buone o cattive che siano, ci sono sempre state anche negli ultimi Final Fantasy.