Rieccomi qui!
Quella che state per leggere è solo una parte di quello che all'inizio avrei pensato di postare come quinto capitolo.
Ho deciso di dividerlo in due parti per svariati motivi, ma prima di tutto perchè pensavo che sarebbe stato, sennò, troppo lungo e disomogeneo al suo interno.
Spero che questo quinto capitolo non previsto vi piaccia! ^^
Visto il lungo tempo che vi ho fatto attendere, vi farò un riassunto un attimino più ricco ed esauriente del solito.
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RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI
Vincenzo è il nome del protagonista e Maria della ragazza da cui si sente attratto, benchè ne abbia visto solo i capelli e non sappia praticamente nulla di lei.
Escogita quindi un piano piuttosto articolato al fine di poterla vedere in viso.
Tra la compagnia degli amici di questa ragazza c'è una certa Beatrice, a cui piacciono le discoteche; Vincenzo ha quindi messo dei volantini per attirare lei da quelle parti.
Siccome lui sa che a Maria le discoteche non piacciono, spera che, una volta arrivati lì, Beatrice prema per entrarci – spinta dall'invitante annuncio che avrà modo di leggere solo in quel preciso istante - lasciando quindi a Maria l'eventualità di starsene da sola, fuori, per qualche momento o addirittura fino al ritorno degli altri.
E sarà quello l'unico momento in cui lui sente che potrà avvicinarsi a lei, scoprendo finalmente come sia fatta in viso.
Il capitolo precedente (Preparativi) si concludeva con Vincenzo che aveva appena finito di piazzare i volantini-esca sui banchi della classe di Beatrice e dei suoi amici, per attirarli nei pressi della discoteca a loro insaputa.
V
Un volto da scoprire
E il mio pensiero torna a stamattina...
Che stupido sono stato.
Ingigantire un'azione tra le più banali, per figurarsela alla stregua di un atto eroico.
Sarebbe forse successo qualcosa se qualcuno mi avesse visto?
No, per Dio; ma la voglia scalpitava, e quando così ardentemente sono spinto da un desiderio, la mia lucidità finisce coll'esserne violentata.
E stasera...
Potrò magari avvicinarmi a lei quanto basta per vedere il suo viso.
Andrà tutto come previsto?
Questa folla di dubbi sta davvero iniziando a darmi sui nervi.
Perchè non ve ne state un po' zitti?
Volgo così lo sguardo intorno, alla ricerca di una qualche consolazione inanimata.
La stanza è accesa da un fuoco irreale, ogni cosa vi si rischiara al tocco della sua luce violenta.
Sono forme di decadenza quelle in cui mi trovo, perchè tutto se ne va' in una morte di sfumature più e più brune; un giorno sulla via di scomparire per lasciarmi da solo, tra fresche ombre di alberi e di freddi palazzi.
Mi abbandono semplicemente ai sensi; questi antichi messaggeri instancabili.
Se il messaggio che gli si affida è buono, essere felici non dev’essere cosa difficile, dopotutto.
E allora portatemi con voi, suoni di secoli lontani.
Per mano, verso vertigini senza nome che senza voi non vorrei mai arrivare a conoscere.
Ora il vostro messaggio viene interpretato, e corpi mai nati danzano nelle profondità, invitandomi ad assistere al loro vasto ordine senza senso.
Il mio ordine.
Per quanto instancabili siano questi messaggeri, i messaggi che portano sono in continuo mutamento; ed ecco che la musica e il colore lasciano posto al silenzio e alla sera.
Sono tornato nel mondo...
Eppure persiste una delicata sensazione di leggerezza, come se un qualche strano fardello mi avesse appena lasciato.
...Sei, sette, otto...
Sono le otto.
Non c'è più tempo per vagare al proprio interno.
C'è un volto da scoprire, ed è ora di iniziare a prepararsi.
Nudo, inizio a rovistare nell’armadio alla ricerca dei miei migliori vestiti, in modo che in lei nasca qualcosa fin da subito.
Alla fine tutto è questione di quale vestito si sceglie di far vedere.
Capelli, profumo, qualche spruzzatina dove capita; un antico rituale che tengo in serbo per le grandi occasioni, per quelle rare volte che capitano.
...Quanto darei per sapere fin da ora se i volantini abbiano funzionato!
L’apprensione si fa sentire con una pesante stretta di stomaco, ma almeno il caldo di qualche giorno fa ha lasciato posto a una piacevolissima brezza serale, come se ne sentono raramente al tramontare della primavera.
La mia pelle è lambita da una fastidiosa lamina di sudore nervoso, non potrei essere più eccitato di così.
Meglio uscire dall'auto per un po’: almeno prima di partire, voglio la mia mente libera da ogni pensiero.
Così, un giro di chiave e via...l'asfalto che scorre veloce sotto le ruote.
Afferro il volante con presa salda; ogni metro percorso, uno in meno mi separa da lei.
Trascorso qualche minuto lento e interminabile, eccola finalmente nella distanza; splendere il flash di un'insegna che così spesso ha calcato le scene dei miei pensieri e delle mie ansie.
Ora in strada; troppo tardi per tornare indietro.
E' tempo di fingere sicurezze che non ho mai avuto, ma che con certezza so che ad altri piacciono.
Eccoli allora pronti, alla maniera di falchi affamati e pettegoli, occhi da ogni parte di spazio registrano quel che faccio con ogni mio arto; intuendo quel che non dico a ogni mio gesto, facendosi infine impietosamente beffe della mia figura denudata da tutte le sue finzioni.
Sono bastati pochi attimi e già non resta più nulla di me.
Nudo e spoglio, esattamente come prima che mi vestissi.
E sarà questa l'immagine che conserveranno di me per sempre.
Accelero il passo, procedo nervoso e abbattuto fino a trovarmi ad appena qualche passo da lì – L'ingresso della discoteca – Sembra quasi impossibile.
Qualche istante di disorientamento; ma poi, in mezzo a quella colorata oscurità, tutto si fa più chiaro: gruppi di persone si muovono per ogni dove, mentre fasci di luce roteano sopra le loro ingellate e piastrate teste illuminandole a turno coi loro freddi raggi.
Tutt’un tratto scompare ogni persona, anche i penetranti fasci colorati stanno perdendo in vigore.
Strattonate agli estremi di una ragnatela di seta, sorridenti marionette si illudono di muoversi per loro volontà e divertimento.
Questo è quello che vedo adesso.
Come da un'invisibile tribuna d’organo, sopra di loro si erge un burattinaio che li manovra eccitato e compiaciuto.
Il suo volto è deformato da un urlo interno, spia di oscuri pensieri che si fanno presto strada nella mia mente:
Evviva! Evviva!
Uguaglianza! Distrazione! Inibizione!
Lode a ciò che rafforza il mio filo!
Questo è quello che sento.
Rido, rido fino a farmi del male, senza poi saperne neanche il motivo.
Ma buon per me: stima e rispetto stanno crescendo come edera negli occhi di chi mi osserva.
Chi l'avrebbe mai detto; sto proprio iniziando a divertirmi!
Eppure i minuti passano lenti; la porta si apre di continuo, sì, ma per far entrare dei perfetti sconosciuti.
E seguita ad aprirsi, a richiudersi, e poi ancora a riaprirsi...Non si spaccheranno quei cardini prima o poi?
Poco importa, me ne sto per tornare a casa.
Uscito dal locale la frizzante aria serale torna ad accarezzarmi il viso, e a far rinascere una debole speranza...
Che siano entrati dalla porta sul retro?
Scruto allora con entusiasmo tutto ciò che i miei occhi arrossati sono ancora in grado di mettere a fuoco; fino a che non vengono catturati da una chioma che cade tutta elegante su di un vestito bianco.
...Maria!
Potrò dunque finalmente conoscerti?
Cacciati via i pensieri si torna però a una realtà ben più crudele.
Accanto a lei, fino a poco fa nascosto da un folto gruppo di individui, c'è un tipo.
Con che disinvoltura orrenda esso le parla! E la mia architettura perfetta sarebbe stata mandata in frantumi dalla disinvoltura di un tipo?
Non...!
Ma è troppo tardi, ora che le lacrime continuano a scendere testarde e abbondanti; non vorrei avvicinarmi a lei per nulla al mondo.
Procedo comunque nella sua direzione a passo sostenuto, così da poterlo vedere meglio.
Disinvolto, certo; ma grottescamente sgraziato.
Basso, la già piccola testa ridicolizzata ulteriormente da occhiali troppo grandi, le sbava e abbaia addosso con voce ipocrita e patetica.
Gli passo accanto facendo finta di inciampare, in modo da assicurargli il più bel ricordo della serata.
- Mi scusi- dico continuando per la mia strada.
I suoi lamenti provengono da dietro di me.
Maurizio! O mio Dio!
E' questa la sua voce?
Quel nome non meritava tanta grazia; la musica si rovina con melodie che non la sostengano in modo degno.
E così tutta la sua meraviglia appartiene a qualcuno che non sono io; ma sì, stupido illuso, cosa andavi sperando?
Mi allontano da quelle persone morte senza voltarmi, per andare a sbattere contro gli spigoli delle mie speranze infrante.
Macerie, macerie e vetri rotti.
Cammino, cammino fino ad avvistare un muretto nei pressi di una bancarella di libri.
Ogni tentativo di non pensare a quel che è successo è del tutto inutile.
I ricordi di tutti i momenti in cui desideravo di possederla; i progetti, ogni singola ansia e notte insonne…Uno sull'altro, si aggruppano e affastellano peggio di porci in calore.
Scorrono beffardi, i maledetti, come scene di una satira che voglia dissacrare la mia persona per intero.
Mi guardo attorno; tutto mi appare ostile, persino ciò che giace inanimato ai riflessi della luna calante.
Come potrebbe in effetti non essermi d’intralcio qualcosa che presta ascolto solo a delle leggi fisiche, rimanendo ostinatamente sordo e indifferente a tutto il resto?
Quelle leggi non si curano di un bel niente, se non del cieco rispetto di se' stesse, inzolfando il cosmo sotto il puzzo della loro gelida necessità.
Cosa si può sperare da loro?
Ma ora una persona si avvicina, non riesco a capire chi sia, vedo soltanto una chiazza di colore bianco…
Maria?
Anche se fosse sola, non potrei certo parlarle in questo stato.
Non voglio neppure vederla in faccia.
Ti immaginerò come un ragazza qualsiasi che si serve di una bella chioma per nascondere la propria schifosaggine.
Afferro così un libro a caso dalla bancarella per piazzarmelo davanti alla faccia, e aspetto secondi; diversi secondi.
Come passa lento il tempo in simili situazioni!
Leggo infine una frase a caso dal libro appena preso; così, per puro sfizio.
Il dolore di...una moglie tradita? E' questo di cui si parla?
- Ma non mi dire, un ragazzo che legge
I like shopping per il baby!
Ancora quella voce.
Perchè? Perchè mi ha parlato?
Potrei però anche non risponderle, prima di tutto, e continuare a tenere questo libro ben fermo davan-
Lo scosto fulmineo da davanti alla mia faccia, e prima che possa pensare a qualcos'altro il mio sguardo già si ciba avido della sua figura.
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