Copio una recensione della nuova trilogia che scrissi su un altro forum dopo aver rivisto l'esalogia intera. Pur nascendo come rece, in realtà, è diventata rapidamente una selva confusa di opinioni per via del mio grande attaccamento alla saga. Ho cercato comunque di essere il più obiettivo possibile dati gli intenti originari. Sono del parere che i sei film, nel loro complesso, rappresentino la più grande epopea mai realizzata (e non mettiamo a numero universo espanso, libri, videogiochi, ecc.).
Star Wars - Prequel trilogy, di George Lucas, con Ewan McGregor, Natalie Portman, IanMcDiarmid, Liam Neeson, Hayden Christensen, Samuel L. Jackson, Christopher Lee, Jake Lloyd, Pernilla August, Ray Park, Terence Stamp, Anthony Daniels (C-3P0), Kenny Baker (R2-D2), Frank Oz (voce di Yoda), James Earl Jones (voce di Darth Vader). La Repubblica Galattica è in fermento: nell'arco di un quindicennio la federazione dei mercanti e altre gilde interplanetarie, manovrate in gran segreto dai Sith, si rivoltano contro la guida del senato intergalattico andando a costituire una confederazione di sistemi indipendenti. La Repubblica, decadente e in crisi, si affida ai cavalieri dell'ordine dei Jedi, mai così deboli, e a un esercito di cloni per sconfiggere i separatisti e i Sith. È questo lo sfondo delle vicende di due dei più grandi Jedi che l'ordine abbia mai conosciuto: Obi-Wan Kenobi e Anakin Skywalker.
Rivedere film già visti, in genere, non è mai semplice. Soprattutto perchè sai già ciò che accadrà. Quando succede con questa saga è ancora peggio. Ogni volta che capita, maledici te stesso perchè già conosci la fine e già conosci il destino di tutti i personaggi. La seconda trilogia di Star Wars, inoltre, costituisce un prequel alla prima trilogia: dunque, anche quando vi assistevano per la prima volta, tutti quelli che come me hanno visto i primi tre film (pressappoco metà pianeta Terra) sapevano a grandi linee come sarebbe finita. E ogni volta è una sofferenza. Queste tre pellicole non sono certo un capolavoro cinematografico, ci mancherebbe. Molti addirittura avrebbero preferito che Lucas lasciasse Guerre Stellari nel cassetto e lasciasse la storia del padre di Luke Skywalker all'immaginazione dei fan. L'impatto commerciale della nuova saga è stato inimmaginabile e quindi non possiamo nè dobbiamo stupirci se Lucas non ha accontentato i fan più agguerriti. Dal canto mio, sono contento che l'abbia fatto. Assistere a tre nuovi episodi di Guerre Stellari corollati dai modernissimi effetti speciali, da strabilianti combattimenti con le amate spade laser, da battaglie aerospaziali senza precedenti, dalla contemporanea tecnologia digitale, è stato unico e, penso, irripetibile. Tutti quelli che hanno amato la prima trilogia sono entrati nei cinema pensando di assistere a una rinascita, a una ricomparsa di un mito. E così è stato, nel bene e nel male. I primi due film, La minaccia fantasma e L'attacco dei cloni, sono narrativamente poveri e sciatti. Lasciando stare la parte tecnica, che, come ho detto, approvo e adoro in toto, resta ben poco da salvare. Il terzo, La vendetta dei Sith, è tutt'altra storia. Non solo si collega in maniera magistrale e perfetta (oltre ogni mia più rosea aspettativa) agli episodi della vecchia trilogia, ma è anche una pellicola stupenda sotto quasi ogni punto di vista. La fantastica musica di John Williams, strabiliante come in tutti i film della saga, accompagna gli spettatori nel graduale inabissamento della Repubblica e dell'ordine dei Jedi (la colonna sonora, vero marchio di fabbrica, è l'unica cosa che mantiene un livello di qualità eccellente in tutta l'esalogia). Ogni scena palpita della certezza dell'inevitabile destino di Anakin Skywalker, destinato a diventare Darth Vader (e con insolita fortuna Dart Fener nel doppiaggio italiano), ogni passo conduce al lato oscuro della Forza, all'Impero Galattico e alla momentanea fine. La trama, sebbene predeterminata e "nota", non è mai banale come accade nel secondo episodio, nè infantile come accade nel primo. Ogni personaggio è ben incastonato nel mosaico apocalittico disegnato da Lucas e ogni cosa è al suo posto, al punto che perfino le melense turbe sentimentali di Anakin e Padmè appaiono necessari e "propedeutici" al cammino del giovane Jedi verso il suo tenebroso destino. Come molti hanno notato, è proprio il passaggio di Anakin al lato oscuro, realizzato e tratteggiato in maniera tremenda e crudele, a costituire il punto di forza di episodio III e, in definitiva, di tutta la trilogia prequel. Ciò nonostante Hayden Christensen, senza dubbio il peggior attore dell'esalogia. Cosa che peraltro posso sostenere a ragion veduta, dato che ho visto i film anche in lingua originale. Così come posso sostenere invece la bravura di Ewan McGregor, che interpreta Obi-Wan Kenobi in tre diverse fasi, una per film: apprendista, cavaliere e infine maestro; o Natalie Portman, nei panni della bellissima Padmè Amidala, regina e senatrice del pianeta Naboo; e ovviamente i cattivi, soprattutto Christopher Lee/conte Dooku e Ian McDiarmid/Darth Sidious.
Mi sono dilungato troppo e penso di essere stato anche poco chiaro: alla fine della fiera, questa trilogia (cui assegno un voto globale), tenuto conto soprattutto dei primi due episodi, è abbastanza scadente. Eppure la adoro. È la caotica magia di Star Wars a permetterlo. E se qualcuno ha difficoltà a credermi, provi a guardare la scena finale di episodio III, l'incredibile tramonto sul deserto del pianeta Tatooine. Lì è dove tutto finisce e dove tutto inizia. Unificanti. 3/5