La discussione era incentrata sull’Eclissi e sui motivi che hanno spinto il Falco Bianco a sacrificare la propria squadra per assurgere a Phemt. Un’ottima base di partenza per inquadrare il personaggio di Grifis, almeno nei suoi tratti essenziali.
Di seguito il mio sproloquio:
Ho letto numerose discussioni sull'argomento, e in sintesi le scuole di pensiero più diffuse sono due: "Grifis è un essere spregevole" e "Grifis è giustificato dal voler realizzare il proprio sogno ad ogni costo". Ora... è tutto così semplice? A mio modesto parere no. Quella di basare la parafrasi del comportamento dell'uomo sul mero egoismo è una teoria esatta. Ma trita e ritrita. Insomma, sembra di leggere il tipico pensiero della massa... e questo mal si sposa con lo spirito che anima Miura. Berserk è un'opera tremendamente complessa: le interpretazioni che derivano da tale complessità sono molteplici, e variano a seconda delle chiavi di lettura.
Chiavi di lettura che, nel caso del Falco Bianco, portano il nome di paura, amore e tradimento.
Andiamo con ordine. Ogni uomo è sì egoista. Ma a guidare le sue azioni, più che l’ambizione, è la paura. Siamo in continua ricerca di un qualcosa che ci completi, che dia un senso alla nostra esistenza. Terrorizzati dall’idea di una vita priva di significato siamo spinti a crearci un sogno da perseguire. E ci crogioliamo in maniera così profonda nelle nostre aspettative, che se queste vengono a mancare siamo incapaci di crearci un nuovo obiettivo e ci crolla il mondo addosso. Grifis ne è un esempio lampante: ferito sia nell’animo che nel corpo, impossibilitato a reagire per via delle sue condizioni, è stato privato del suo scopo. Della sua forza motrice, se vogliamo. E si sa, la capacità dell'uomo all'adattamento è soggettiva. Il pensiero di riuscire a esistere anche trovando un qualcosa di diverso a cui dedicarsi non gli ha sfiorato la mente neppure per un istante (la visione di una famiglia con Caska che precede l’Eclissi è priva di convinzione… un costrutto dovuto alla disperazione del momento). Grifis è dunque la metafora della debolezza umana di fronte al cambiamento.
E' altresì vero che, se analizzato da questo punto di vista, il sogno appare quasi come una condanna: l'uomo è COSTRETTO a perseguire un ideale dalla sua stessa natura. E spesso questo ideale và oltre le proprie possibilità. Miura ce lo fà capire chiaramente quando Caska grida "chi vuole realizzare un qualcosa di grandioso, sopporta più della gente normale! Grifis doveva diventare forte... però non è un Dio! Non si vive di soli sogni e ideali! Tu hai indebolito Grifis! Grifis aveva bisogno di te!". Grifis è dunque la metafora dell'incapacità dell'uomo di opporsi alle costrizioni della vita.
Il quadro, però, non è completo. Perché la paura di non aver alternative, il terrore di affrontare una vita tranquilla, così diversa da quella trascorsa nei campi di battaglia, il non rendersi conto dei propri limiti non bastano a giustificare il gesto compiuto dal Falco. Il discorso della paura funge solo da premessa. C'è un aspetto ancora più importante da considerare.
Ovvero Gatsu.
Grifis lo amava. E' inutile girarci intorno. Non di un amore omosessuale, badate. Ma di un amore puramente platonico... e per questo più cristallino e tremendamente più condizionante. Tanto condizionante da spingerlo all'insensatezza. Grifis commette l'errore di affrettare i tempi con lady Charlotte e di abbandonarsi tra le facili braccia della principessa perché ossessionato dall'abbandono di Gatsu. Dal pensiero che quello che credeva essere suo si è invece liberato da ogni vincolo e ha cominciato a volare con le proprie ali. Dov'era il suo sogno in quel momento? Ve lo dico io, non esisteva più. Lui stesso ammette il sentimento che prova quando, dopo un anno di torture nella torre della rinascita, pronuncia le seguenti parole: "sarebbe dovuto esser mio... invece chissà da quando mi tiene in pugno con quella forza...". Con quella forza... si dice che l'amore, quello vero, azzeri la ragione e faccia agire le persone di conseguenza, con una visione delle cose completamente diversa. Non posso che condividere. Ed è un amore misto a rabbia, delusione, disperazione… in Grifis sono presenti tutti i sintomi dell’amante tradito.
E veniamo all'epilogo.
Ha sacrificato la sua squadra perché il suo sogno era più importante? No. Lo ha fatto perché ha avuto paura di non riuscire ad affrontare la sua nuova condizione? In parte, è comunque una causa scatenante. Lo ha fatto perché l’altro suo sogno… il suo VERO sogno… Gatsu… non gli apparteneva più? Bingo. Il sentimento di amore-odio che ha divorato il Falco lo porta all'unica via d'uscita disponibile. Dimenticare. Il Bejelit gli dà questa possibilità. Il voler raggiungere il tanto osannato "castello" altro non è che un pretesto per liberarsi di un dolore insopportabile e altrimenti invincibile. E quel genio di Miura costruisce il dramma con maestria ed eleganza, fornendo al lettore, di volta in volta, gli indizi necessari per giungere al bandolo della matassa. Gli ultimi per ordine cronologico sono la fuga di Grifis col carro (dopo che Caska, rivolgendosi a Gatsu, dice "se ritieni di essere amico di Grifis devi andare... anche da solo... ma devi partire...") e lo stesso Grifis che, vedendo Gatsu che si avvicina, pensa "non venire... fermati! Se ora mi tocchi... se ora mi sorreggi sulle tue spalle... tu... ed io...non potremo più..."... non potremo più cosa? Separarci, forse? Mpf... altra tipica reazione dell'uomo innamorato. Decidere per un addio ma aver paura che il sentimento possa prevalere sulla forza di volontà. Paradossalmente, l'Eclissi si avvia proprio in quel momento. Perché in Grifis ha prevalso il desiderio di liberarsi da quelle catene così pesanti, opprimenti... e l'illusione della Mano di Dio "istigatrice" non è che un processo di autoconvincimento voluto dal Falco stesso. Il cerchio si chiude quando, durante l’incontro nel cimitero delle spade, Grifis dice “sono qui per sincerarmi che, se stando di fronte a te con questo nuovo corpo, il mio cuore provi qualcosa. Invece… sembra proprio che io sia libero”. Eloquente.
In definitiva, Grifis divenuto Phemt è la metafora della vigliaccheria umana. Meglio fuggire che affrontare il dolore.
Ora… pensate forse che la mia sia stata un critica spietata? Sbagliate. Sono proprio queste peculiarità a fare di Grifis uno dei personaggi più complessi e affascinanti di sempre. Nonché il mio preferito in assoluto.
Questo è quanto.