Per quanto riguarda la poesia dico Baudelaire, il maggiore tra i poeti maledetti.
Come romanziere Milan Kundera, a mio avviso nessuno è riuscito come lui a legare assieme tematiche complesse (domande sull'esistenza umana) con una forma dalla leggerezza straordinaria.
Cito anche Tolkien, di cui spesso non si riesce a capire la grandezza e lo si tende ad accostare a tutta la fantasy che ha seguito una strada da lui tracciata sebbene con intenti completamente diversi (a mio avviso Tolkien è infatti un inconsapevole capostipite di un proliferare di romanzi per lo più di basso profilo). Per capire Tolkien occorrerebbe rifarsi alla tradizione letteraria su cui poggia tutto il suo mondo, che è quella dei poemi epici nordici-germanici, mentre in tutti gli altri autori fantasy manca a mio avviso un legame con una tradizione preesistente. Oltre a questo occorre anche ricordare la ricerca linguistica di Tolkien e il valore simbolico del Signore Degli Anelli, del tutto mancante negli altri romanzi fantasy che sono invece paraletteratura, per quanto alcuni siano ben scritti (anche se pochi).