Varie The last Dynasty - Bahamut's soul

Bierah

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THE LAST DYNASTY – Bahamut’s soul

Capitolo I – La culla

“…”

“Che mi succede? ... Ancora qui sono?... Questo identico incubo, possibile che non mi da pace…”

“…DING DONG… BUONGIORNO! QUI E’ LA DIREZIONE CHE PARLA. INVITIAMO TUTTI GLI STUDENTI A PRESENTARSI FRA UN’ORA NELLE RECIPROCHE CLASSI. ARRIVEDERCI! ...DING DONG…”

“Dannazione! Ogni mattina l’altoparlante deve svegliarci urlandoci nelle orecchie… Ehi Sylver! Che brutta cera che hai?! Tutto a posto?! Avrai di nuovo fatto quell’incubo strano…” disse il compagno di stanza di Sylver. “… Davvero ho una brutta cera?! Proprio tu parli… ”rispose Sylver al suo compagno e poi aggiunse: “Xen III dai muoviamoci ad arrivare alla mensa sennò non troviamo più niente…”. “Ogni volta possibile che cambi argomento, io ti stavo chiedendo una cosa sui tuoi incubi!” disse agitato Xen III, ma Sylver non prestò attenzione a quello che si sentiva dire. “Ciao io vado a mangiare, prima che la prof.ssa di zoologia inizi la lezione.” e dette queste parole Sylver se ne andò.
“[Possibile che non mi ascolta mai…]” pensò fra sé e sé Xen III.

La mensa era piena, come ogni mattina d’altronde e le meravigliose brioche cioccomenta erano già finite. “Mi spiace” disse una compagna di Sylver rivolta a lui. “Questa era l’ultima, mi dispiace che non mangi la tua brioche preferita… Se vuoi facciamo metà?” chiese la compagna generosa. “ Non preoccuparti Jayleen! Ce la faccio lo stesso a sopravvivere fino a pranzo!” replicò Sylver. “Oddio che brutta cera che hai!” disse Jayleen. “Ma me lo dovete dire tutti!...” rispose scocciato Sylver mentre prendeva una tazza di caffè del Buonumore. “Scusa ma ancora i tuoi incubi?” chiese curiosa la compagna, e Sylver annuì. “COME ANCORA I TUOI INCUBI? SEMPRE LO STESSO TRA LE FIAMME CON LA VOCE TREMENDA?!??!...” urlò Jayleen. “Se devi rendere pubblica la cosa ci sei riuscita, ti saluto, me ne vado in classe…” disse Sylver e detto questo abbandonò la mensa e si diresse alla sua classe.

Fu il primo a sedersi al suo posto, aveva giusto il tempo di pensare a ciò che con insistenza gli capita ogni notte. “[Inizia sempre con un lamento di un neonato che piange tra le fiamme; poi tutto da un tratto l’infante smette; la casa tra le fiamme si fa sempre più cupa; arriva qualcuno; un ringhio; una voce tra il mostruoso e il diabolico cerca quel neonato ma non lo trova; dopo quella voce emette un urlo che risveglierebbe anche i morti; poi mi sveglio.”] questo pensava Sylver e fu talmente preso che non si accorse che la lezione della Prof.ssa Shyl era già iniziata da un pezzo e l’aula si era già riempita di studenti.

“Forse qualcuno ha meglio da fare che non ascolta la lezione… Studente n°53 mi rispiega a cosa bisogna star attenti quando ci si batte contro un Behemoth? Ci illumini con la sua sapienza…” disse con tono minaccioso la Prof.ssa Shyl. L’aula si girò verso lo studente n°53 e attese, ma quest’ultimo non stava proprio ascoltando. “Sylver sei scemo? Rispondi!” disse sottovoce Xen III. “Rispondere a cosa?!... ah… prof.ssa Shyl…” disse agitato Sylver. “Perfetto ciò che pensavo… -5 punti!” disse la prof.ssa quasi contenta e poi aggiunse: “Qualcuno vuole ripetere allo studente n°53!”. Naturalmente intervenne Jayleen “Durante un combattimento contro un Behemoth bisogna prestare sempre attenzione al suo contrattacco; la bestia in questione ogni volta che è attaccata risponde con la magia Meteor; oltre il suo contrattacco si deve prestare attenzione alla sua ferocia e tenacia, è una bestia che non si arrende facilmente!”.”[Lo sapevo anch’io…]” pensò Sylver.

Terminata la lezione con la Prof.ssa Shyl gli studenti, si diressero verso la zona training fusione. “Vedi di riuscire stavolta a effettuare la fusione!” disse Xen III rivolto a Sylver e poi aggiunse con tono scherzoso: “Se ci riesci ti riprenderai dalla pessima figura di prima!”. Il professor Dhyl, insegnante sulle tecniche di fusione, era una persona molto buona che s’integrava perfettamente tra gli studenti, anche se quando insegnava, prendeva un po’ le distanze e diventava più severo, ma infine era una brava persona.

“Tutti in fila e preparatevi alla fusione! 3… 2… 1… via!” disse Dhyl.

Fine Capitolo I

NB: Grazie per esser arrivati fin qui, questo è un progetto al quale lavoro da anni. Scusate per gli eventuali errori lessici o per la monotonità del testo. Grazie ancora se leggete!!!:D
 

Ayrin

Stormborn
Carina l'idea della scuola!!
Però per esprimere un giudizio bisogna andare avanti con la storia!!
Quindi aspetto il seguito!! :)
 

Bierah

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Capitolo II – La guerra è alle porte

La luce inondò la zona Training. Fasci profondi di luce partivano dagli studenti insieme a cupi echeggi che tuonavano nella palestra. “Non ci credo… Sylver nemmeno sta volta…” disse Dhyl per poi proseguire: “Da quanto tempo cerchi di effettuare una fusione con il tuo spirito? 1… 2… 3 anni eppure niente…? Guarda! Tutti i tuoi compagni si sono fusi con gli spiriti assegnati, i maschi Ifrid, le femmine Shiva. Ora perché tu non ti fondi?”. “Prof.re io non lo so e basta… la posizione delle mani, la mente libera, il cuore tutt’uno con lo spirito… io cerco di fare tutto quello che lei mi ha insegnato ma è come se si bloccasse…” rispose Sylver e poi se né andò sugli spalti, come sempre, a seguire il solito allenamento dei suoi compagni.

“Tu richiama le Fiamme Infernali!!!... Tu richiama la Polvere di Diamante!... e quello ti sembra un Tocco celestiale!... #@€§+!!!...” si preoccupava ad urlare l’insegnante mentre Sylver nascosto dalla sua chioma fluente argentata pensava: “[Da tre anni che ci permettono di usare gli Spiriti ed io per l’ennesima volta non riesco a fondermi con Ifrit, ma perché?.. ho forse il cuore di ghiaccio???... che squallore… questa battuta la direbbe Xen III… comunque sia non posso starmene così ogni allenamento…]” “NON POSSO!” urlò più forte che poteva Sylver correndo via dalla palestra. “Povero! Non sapete quanto mi dispiace…” disse Jayleen ai suoi compagni. “Brr! Che freddo che mi fai! Almeno vienimi vicino quando hai finito la fusione!...” rispose Xen III.

Sylver corse verso il dormitorio, fino ad arrivare alla propria stanza; arrivato accese la TV e a quell’ora non potevano che esserci le corse di Chocobo. “Salve a tutti questa è un’edizione straordinaria del TG… qui siamo al confine tra il nostro regno e il regno di Rendail, dove il nostro valoroso esercito sta tenendo testa a colpi di lame e magie l’esercito nemico, la situazione sembra esser sotto controllo, non è vero soldato?” chiese la giornalista del TG che interruppe le corse di Chocobo. “Signorina e lei operatore andatevene! I nemici potrebbero rompere la nostra linea difensiva da un momento all’altro, la situazione, se non se né accorta, non è affatto sotto controllo! Vi preghiamo di andarvene subito! AHH!” urlò infine il soldato. L’ultima immagine che si vide nello schermo fu un’immensa palla da fuoco.

“…DING DONG… PREGHIAMO TUTTI GLI ALUNNI DI TORNARE NEI DORMITORI PER UN’ASSEMBLEA ECCEZIONALE DEL CORPO DOCENTI. INVITIAMO GLI ALUNNI DI PREPARARE LE PROPRIE VALIGIE E DI PRENDERE IL NECCESSARIO. INFINE INVITIAMO GLI STUDENTI A NON ALLARMARSI, GRAZIE. …DING DONG…”

Dopo che gli alunni sentirono il messaggio dell’altoparlante, si diressero, come ordinato, nei rispettivi dormitori. Xen III arrivò di corsa nella stanza che condivideva con Sylver e poi disse: “Uoh!... i Rendailiti stanno arrivando!... me lo sento!...”. “Stai calmo! O-ora facciamo le valigie e aspetteremo gli ordini del preside!” rispose Sylver preso un po’ dall’agitazione. Nel frattempo i prof.sori si riunirono nello studio del preside. “Molto bene amici miei, il giorno tanto mal auspicato è purtroppo arrivato. I Rendailiti sono a conoscenza che la persona nella quale è sigillato il Padrone dei Draghi è qui tra noi, tra le nostre mura, nella scuola di Vindail. Non esiste alcun modo di impedire l’arrivo delle truppe di Rendail fino a qui, ma esiste la fuga. E’ troppo presto per iniziare la battaglia, sarebbe solo una colossale disfatta; perciò ce ne andiamo a est, verso le Montagne Grigie, lontano dalla capitale, lontano da occhi saturi di potere.” disse il preside rivolto agli insegnanti. “La decisione è presa, anche se a me piacerebbe affrontare il nemico.” disse amareggiato il prof.sore Hewy. “Quel momento arriverà, e dobbiamo sperare che sia in un futuro molto lontano.” rispose il preside.

Fine capitolo II

...vi ringrazio di aver letto fino a sto punto!... scusate se è palloso, ma è la mia prima fun fic..! siate clementi con i commenti!... dai scherzo datemi suggerimenti in modo che possa migliorare (SPERO!)! :D
 

Bierah

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Visto il successo della mia Fun Fic (OHHHHHHHHHHHHHH!:D) posto il...

Capitolo III – I cavalieri delle ombre

“Montagne grigie?! Un luogo pieno di desolazione…” disse Xen III per poi proseguire: “Come hai avuto questa informazione?...”. “Mi conosci ormai, l’impossibile è il mio mestiere…” disse *** e poi se ne andò. Dopo l’informazione acquisita Xen III si guardò allo specchio, iniziò dalla testa con i suoi ciuffi biondi raggianti, per soffermarsi sui suoi occhi blu profondi, carichi di energia, ma tristemente spenti dall’idea di dover sparire dalla capitale, salutare i suoi genitori e abbandonare tutto per fuggire. “[Cosa mi porto via in viaggio?... certamente i miei Tirapugni; di mostri ce ne saranno a bizzeffe… hmm] chi è?” chiese il giovine. “Sono io!...” disse Jayleen giungendo di soppiatto e continuò: “Allora la destinazione è decisa giusto?... Montagne Grigie!”. “Co-come lo sai?” chiese Xen III sbalordito e la sua amica rispose allegramente: “Lo sa già tutta la scuola, sono solo passate due ore dall’assemblea e lo sanno già tutti per merito di ***; quante volte ti ho detto di non comprare informazioni da ***, perchè le rivende a chiunque lo paghi?”. “Yawn…” disse infine scocciato Xen III.

Nel frattempo Sylver aprofittò dell’ultimo tempo a sua disposizione per far pratica e allenarsi nel bosco vicino alla scuola. La piccola zona verde è sempre stata una zona di pace e quiete, con gli alti alberi con foglie color smeraldo e frutti color zaffiro, tutto accompagnato da un’incantevole sorgente d’acque limpide e cristalline, nelle quali specchiarsi sulla superficie diveniva un gioco di forme e colori che il sole produceva gettando i suoi raggi sul laghetto. “[Allora, mani in avanti con i palmi aperti… mente libera… il mio cuore lo sento un tutt’uno con lo spirito… 3… 2… 1…] AHH!” urlò Sylver. Egli cadde, come ogni qual volta che cercava di fondersi. “Perché non riesco, perché?” si chiese il giovine, ma nel momento in cui pronunciò quelle parole, l’aria si fece pesante, la calma del bosco si tramutò in un silenzio preoccupante.

C’erano degli esseri che si nascondevano nell’ombra delle fronde degli alberi, e si avvicinavano furtivamente, passando da albero ad albero, sempre rimanendo nascosti, finché non furono abbastanza vicini. “Zz – è lui? – zz” chiese una prima voce. “Zz – si è lui! – zz” rispose una seconda voce. Il ragazzo che si trovava in mezzo tra le due creature, fu colpito da quelle voci così basse e cupe, che senz’alcun dubbio non erano umane. Così Sylver mosso da preoccupazione e curiosità chiese: “Chi siete?”. “Zz – bella domanda ragazzo – zz” disse il primo, e poi il secondo aggiunse: “Zz – perché non rivolgi quella domanda a te stesso – zz”. “…” solo il silenzio trovarono come risposta nel giovine, ma poi le parole gli tornarono: “Cosa volete da me?”. “Zz – giusto ragazzo, te vogliamo – zz” dissero all’unisono le due creature mentre si gettarono con ferocia verso la loro preda. “… se è per questo che siete qui… ora conoscerete la mia lama!” e detto questo anche Sylver si gettò contro le due creature.

Fulgide scintille fioccarono dalle lame delle spade quando si scontravano, accompagnate da acuti stridii che perforavano i timpani. “SCAN!” urlò Sylver, ma la risposta data lo lasciò senza parole: “Zz – no giovane stolto, le tue arti magiche non hanno effetto su di noi, non siamo luridi mostri - zz". “FIRE!” urlò ancora il ragazzo. “Zz – testardo! L’abbiamo già spiegato! Niente magia! – zz” disse una creatura mentre l’altra tentava di colpire Sylver con le lame che sporgevano in fuori dalle sue braccia. I movimenti dei due esseri non erano facili da prevedere; sembravano due ombre che si erano distaccate dal suolo, e si spostavano molto rapidamente verso il loro obiettivo. Lo scontro, presto, si spostò sulle rive della sorgente. Una creatura si fiondò verso Sylver, pronta a colpirlo, quando nell’ultimo istante Sylver saltò alle sue spalle, gli diede un calcio, e spinse l’essere dentro il lago. “Zz – NO! L’ACQUA NO! AHHH…” furono le ultime parole dell’essere che si dissolse velocemente nelle acque. “Niente magia? IDRO!” tuonò Sylver verso l’altra creatura. Questa volta l’attacco magico andò a segno e il nemico si sciolse completamente, ma non finì qui. “Questa volta lo scontro lo hai vinto tu, ma la prossima volta non vincerai tanto facilmente” quest’ultima frase provenne da una terza voce, che non era mai intervenuta prima.

Sylver si avvicino alla fonte per riprendere un po’ le forze, si affacciò sulla superficie dell’acqua e si specchiò. Iniziò a guardare i suoi occhi argentati persi nella sofferenza di chi non conosce il proprio passato, e vinti dalla speranza di conquistarlo in un futuro. “Ah… sto un po’ meglio dopo aver bevuto… meglio tornare a scuola…” disse il giovane incamminandosi verso casa.

Fine capitolo III

datemi qualche suggerimento please!!! o se volete non vado più avanti!!!!:D
 

Ayrin

Stormborn
Ho finito ora di leggere il tuo ultimo capitolo!
La storia è interessante! Mi piace :)
Se posso farti una piccola critica credo che usi a volte a sproposito il passato remoto, non so forse mi sbaglio... dove dici "La piccola zona verde fu sempre una zona di pace "... Credo ci starebbe meglio il passato prossimo o il trapassato prossimo :
è sempre stata, o era sempre stata...
perchè usando "fu" è come se la zona verde non esista più nel presente...
Non so se mi sono spiegata, forse tu volevi dare proprio quell'impressione, comunque il mio è solo un consiglio :)
la storia è carina quindi prosegui, mi raccomando :)
 

Bierah

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Ayrin ha detto:
Ho finito ora di leggere il tuo ultimo capitolo!
La storia è interessante! Mi piace :)
Se posso farti una piccola critica credo che usi a volte a sproposito il passato remoto, non so forse mi sbaglio... dove dici "La piccola zona verde fu sempre una zona di pace "... Credo ci starebbe meglio il passato prossimo o il trapassato prossimo :
è sempre stata, o era sempre stata...
perchè usando "fu" è come se la zona verde non esista più nel presente...
Non so se mi sono spiegata, forse tu volevi dare proprio quell'impressione, comunque il mio è solo un consiglio :)
la storia è carina quindi prosegui, mi raccomando :)

Si si grazie! i consigli e critiche son ben accetti!!!... chiedo scusa per altri eventuali errori o frasi che suonano male!...
 

Ayrin

Stormborn
Bierah ha detto:
Si si grazie! i consigli e critiche son ben accetti!!!... chiedo scusa per altri eventuali errori o frasi che suonano male!...

Non devi scusarti!! Qui siamo tutti principianti (credo), non siamo scrittori professionisti... :) (per il momento :D )
Le critiche servono solo a migliorare...

Detto questo, quando posti il seguito... :D
 

Bierah

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Ayrin ha detto:
Non devi scusarti!! Qui siamo tutti principianti (credo), non siamo scrittori professionisti... :) (per il momento :D )
Le critiche servono solo a migliorare...

Detto questo, quando posti il seguito... :D

Il seguito è in fase di produzione... non so... vedo domani forse... ma cmq presto...:D
 

Bierah

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Capitolo IV – Incubo vegetale

“Sylver dove sei stato? Ti stavamo cercando io e Xen... eravamo in pensiero per te!” chiese preoccupata Jayleen. Il suo amico spiegò tutto quello che era successo al bosco, ma non riuscirono ad arrivare a conclusioni. “Hm… hanno solo che avuto fortuna, che non mi hanno trovato, perché gli avrei presi a pugni facendogli molto più male di quello che gli hai procurato!” disse Xen III con molta spavalderia continuando a colpire il sacco da boxe. “Si, comunque è stata fissata la partenza, domani all’alba!” disse Jayleen rivolta a Sylver, e lui rispose: “All’alba eh?... bene cerca di ricordarti Semiluna! Senza di te, io e Xen saremmo finiti in battaglia!”. “…” Jayleen arrossì. “[Ma che ho detto?!]” pensò fra se e se Sylver, mentre il suo compagno di stanza continuava a colpire il sacco da boxe. “Guardate questa: dritto sinistro, gancio destro, calcio con piede a taglio sinistro, salto in aria con ginocchiata destra e… atterrato supermontante destro!” urlò Xen III finendo con rompere il sacco da boxe. “Hai finito? E’ il terzo sacco in un mese… ora la pulisci tu la camera!” disse a voce alta Sylver. “Ma se domani andiamo via, cosa me ne frega di pulire?” fu la risposta secca di Xen III.

Mentre i tre amici si dirigevano alla mensa il preside comunicava le poche informazioni dei movimenti dell’esercito Rendailita agli insegnanti: “Le informazioni che abbiamo sono scarse. Finora sappiamo che i Rendailiti hanno sfondato la linea di frontiera tra i due regni, e si avvicinano a Vindail. Le spie del re, che hanno pagato con la vita queste informazioni, ci hanno messo al corrente che segretamente Rendail muove diversi nuclei di corpi speciali verso la nostra scuola. Potrebbero esser già alle nostra porte. Per questi motivi cerchiamo di andar più spediti possibile fino alle Montagne Grigie. Lì saremo al sicuro per un po’, sperando che le ricerche del nemico si concentrino nella capitale e nelle città vicine..."

“Ah che bella mangiata!... il cibo della mensa non lo batte nessuno!” disse soddisfatto Xen III. “Se penso che questa è l’ultima sera che mangiamo qui, mi viene da piangere! Sigh!” disse sconsolata Jayleen. “Lo so, ma non possiamo far altro. Non possiamo provare a combattere, perché sarebbe inutile. In più io non ho neanche mai effettuato una fusione con Ifrid…” disse rammaricato Sylver. “Perché non riesci?... si scusa lo so sono anni che te lo chiedo ma… un giorno dovrai riuscire a capire cos’è che ti blocca… cioè…” disse Jayleen, anche se venne interrotta da Xen III che si alzò dalla sedia e uscì dalla mensa. “Ma che gli prende?” chiese stupefatta Jayleen. “Domani sono nove anni esatti… è un brutto giorno per lasciare tutto in questa maniera…” rispose Sylver.

“Mille colpi + uno!” urlò Xen III colpendo con la sua straordinaria raffica di pugni gli Ochu della sala d’addestramento. I mostri vegetali cadderò ai suoi piedi, anche se, prima di morire, lo infettarono con del veleno. “Maledizione! Ho finito gli antidoti!...” disse Xen III sofferente. “TRIACA!” fu la parola magica che salvò il giovane da un grave avvelenamento. “Jayleen grazie…” ringraziò Xen III. “Vedi che vuol dire andarsene a far a pugni in giro tutto da solo?” disse la sua amica, ma non fece a tempo a finire la frase che arrivò un Molboro. “Ora siamo nei guai…” disse Xen III. “YAHHH!...” piovvè dal cielo un ragazzo che smembrò, grazie alla sua spada, un tentacolo dal corpo del signore dei vegetali. “Sylver! Per fortuna ci sei anche tu!” disse pieno di gioia Xen III. “Eh ragazzo… senza di me che faresti?” disse sarcasticamente Sylver e poi continuò dicendo: “Jayleen, tu stai più in disparte, ci pensiamo io e lui a prenderci le mazzate dal Molboro. E cerca di curarci se per caso ci alitasse addosso le sue nefandezze… che schifo…” . I tre amici presero posizione in modo da attirare gli attacchi su i due ragazzi. Il Molboro non esitò ad attaccare con i suoi tentacoli i giovani, anche se loro si detterò da fare per scansare gli attacchi. “Dovevi venire qui per forza?” chiese Sylver mentre tagliò con un colpo netto un tentacolo. “Volevo starmene in pace! Non volevo pensare che domani sono passati nove anni… ohhh!” rispose Xen III, ma il mostro lo interruppe afferrandolo con un tentacolo e lo avvicino paurosamente vicino alle sue fauci. “Taglio di Luna!”. Un fischio si sentì partire, e una raggio splendente colpì il tentacolo che aveva agguantato Xen III. “Ohi! Che bottà!” disse il ragazzo cadendo al suolo, e poi continuò dicendo: “Grazie Jayleen!... e grazie a Semiluna, il tuo arco!”. A quel punto Molboro, adirato da aver perso i suoi tentacoli, emanò un alitata di lordura meglio conosciuta come Alito Fetido. I due giovani furono presi in pieno ed iniziarono a colpirsi furiosamente a vicenda. “ESNAGA!” urlò prontamente Jayleen e i due suoi amici, circondati da un aura luminosa, ripresero il controllo. “Ora mi son stufato… fusione!” gridò Xen III e tramutò aspetto diventando Ifrid. “Fiamme infernali!” strillò Xen III, gettando addosso al mostro della lava incandescente che incenerì e ridusse in fumo quella immonda creatura.

Fine capitolo IV

Hmmm... spero che a qualcuno gli piaccia...:D
 

Bierah

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Hmm meglio postare anche il...

Capitolo V – Due minuti a mezzanotte

Xen III tornò alle sue sembianze normali dopo la fusione, con i suoi jeans a vita bassa blu e con la sua amata maglietta a maniche corte a righe, che nel retro raffigurava un Moguri con dei guanti da boxe. Si passò la mano tra i suoi ciuffi biondi per risistemarli e poi disse: “Uoh… che fatica ragazzi! Mi spiace avervi trascinato a quest’ora nella sala d’addestramento!”. “Non ti preoccupare, però dovevi sapere che a quest’ora le creature vegetali vanno a caccia di cibo!” rimproverò Sylver indicando le carcasse dei mostri. I tre compagni si distesero sopra alla radici degli alberi della sala. La sala era talmente grande che era stato riprodotto un habitat naturale dove mostri e animali potevano girare liberamente. Non appena si varcava la soglia, c’era una buca creata appositamente affinché i mostri non potessero arrivare dentro la scuola. Infatti per proseguire i visitatori dovevano allungare un ponte meccanico che consentiva l’accesso al resto della sala. La fitta foresta, che era stata accuratamente creata per animali e mostri, inglobava perfino un ruscello, che l’attraversava e che permetteva alle creature di abbeverarsi.

“Xen, noi ci teniamo a te, la prossima volta non fuggire dai tuoi demoni del passato e liberare la mente, ma parlaci! Noi saremo sempre qui con te!” disse Jayleen mentre si accertava che la corda elastica di Semiluna fosse tirata a buon punto. “…” sospirò Xen III e poi disse: “Son passati nove anni ormai dalla loro morte. Eppure non riesco a perdonare i miei genitori.”. “Xen… tu almeno sai di avere dei genitori… io, e anche la piccola Jay, non sappiamo niente del nostro passato, di chi ci ha portato alla vita, niente! Quindi cerca di perdonare i tuoi genitori, loro avevano fatto quello che sembrava più giusto e…” disse Sylver che però, fu interrotto da Xen III: “Mandare i propri figli alla morte è la cosa più giusta?... i miei genitori SONO i responsabili della morte di miei fratelli…”. “Xen, non è stata colpa dei tuoi genitori, ma della guerra! I tuoi genitori desiderarono che i propri figli entrassero nell’esercito, perché li ritenevano capaci e abili guerrieri, proprio come te!” disse Jayleen alzando un po’ la voce. “I miei genitori sapevano a cosa andavano incontro, e li hanno mandati lo stesso…” disse Xen III con gli occhi lucidi. “Xen I e Xen II sono EROI!... grazie al loro plotone, la guerra si fermò, e venne firmato il trattato di pace e…” non fece ora a finir la frase che Xen III disse: “Pace?... ti sembra pace questa?... domani ce ne andiamo proprio perché il trattato è stato rotto…”. “Cosa ci fate qua?... è mezzanotte meno due minuti! Avanti nei rispettivi dormitori!” sgridò la prof.ssa Shyl, che nel frattempo era arrivata di soppiatto per rimproverare i tre studenti che non avevano rispettato il coprifuoco.

I tre amici si incamminarono verso i dormitori, che erano nell’ala nord della scuola. “Xen cerca di dormire questa notte… buonanotte ad entrambi!” augurò Jayleen andandosene nel reparto femminile. I due ragazzi invece continuarono a dirigersi verso il reparto maschile, quando videro scendere dalle scale una losca figura. La misteriosa figura era ricoperta dalla testa ai piedi da un mantello nero, che nascondeva perfettamente la sua identità. Quando arrivò a pochi passi dai due amici, quest’ultimi lo riconobbero. “*** sei tu? Cosa ci fai qui a quest’ora?” chiese Xen III. “Informazioni amici miei… bollenti al punto di scottarsi…” rispose ***. Sylver sguainò la spada e la puntò verso ***. “Non mi sei mai andato a genio. L’unica cosa che t’interessa è lucrare. Vattene, non abbiamo bisogno delle tue notizie.” disse disgustato Sylver. “Va bene, va bene! Non c’è alcun bisogno di innervosirsi. Ci rivedremo presto!” esclamò *** andandosene furtivamente. “Mi chiedo ancora come faccia ad entrare a scuola e a non farsi vedere dagli insegnanti di sorveglianza…” disse Xen III curiosamente.

I due arrivarono alla loro stanza finalmente, ancora sporca di sabbia per terra. Sylver si tolse i suoi jeans neri, e la sua maglia grigia, e rimase in boxer con i Choboco disegnati. “Notte Xen cerca di dormire!” esclamò Sylver gettandosi a letto. “Notte Sylver… io mi faccio una doccia e poi vado a letto… vedi di non urlare stanotte!” disse infine Xen III entrando nel bagno.

Fine capitolo V

Hmm... aiutatemi a renderla migliore!... grazie!!! :D :D :D

HMM... provo a mettere un'immagine più o meno di Sylver... i vestiti non rendono bene..


... non rende proprio per niente.. almeno ha la spada... solo che sembra un finocchio... :D

... metto anche Xen III anche se è sempre difficile trovare i vestiti adatti...


Manca Jayleen per aver un'idea in più dei personaggi :D
 

Bierah

Member
Vi posto il sesto capitolo della mia Fic, nella speranza che qualcuno la legga!... :D

Capitolo VI – In viaggio

“…”

“Lo spirito…” disse con tono tenebroso una voce sconosciuta.

“… …”

“IL BAMBINO… HA LO SPIRITO…” gridò la voce sconosciuta con tono ancora più inquietante.

“… … …”

“AHH!” sbraitò la voce sconosciuta con un tono che avrebbe risvegliato anche i demoni degli inferi più profondi.

“Ehi ehi ehi Sylver! Stai calmo! Sei tutto sudato!... stai tranquillo, è tutto passato…” disse Xen III cercando di calmare Sylver che era in evidente stato confusionale. “Ora fatti una doccia, vestiti, e assicurati di esser pronto che partiamo!” disse Xen III mentre si dirigeva fuori nel terrazzo della camera per veder, giusto in tempo, il sole sorgere e irradiare i giardini della scuola. Sylver intanto, ripresosi dall’incubo, si alzò e si diresse al bagno per lavarsi. Mentre Sylver stava per uscire dalla doccia, entrò Jayleen in camera dicendo: “Xen… Sylver… dove siete?!”. Jayleen poi aprì la porta del bagno e vide Sylver uscire dalla doccia. I due ci misero un po’ a capire che stava succedendo, e quando lo capirono, le loro facce si accesero di un colorito rossiccio. “S-scusa…” disse paralizzata dal panico Jayleen. “No, ma ti pare, comunque ti dispiace chiudere la porta?” disse imbarazzato Sylver mentre cercava di nascondersi. “S-si… si… meglio è…” disse infine Jayleen mentre chiudeva la porta con molta lentezza. Dopodiché si diresse verso il letto di Xen III e si siese. Sentito il trambusto Xen III rientrò dalla terrazza e vide la sua amica sul suo letto e disse: “Che è successo?”. “Niente! Niente è successo!” rispose Jayleen ancora shockata. Uscì Sylver vestito e pronto, anche se non degnò di uno sguardo la sua amica. “Lo so che partiamo, ma un po’ di grinta non farebbe male… e se oggi non me la date voi, io sono l’ultima persona che la possa dare!” disse Xen III. Alla fine i tre presero i loro bagagli, e si diressero all’ingresso della scuola, dove si stavano raggruppando tutti gli studenti per attendere gli ordini del preside e degli insegnanti.

Dopo alcuni minuti che i tre arrivarono, gli insegnanti iniziarono con un interminabile appello. Finito l’appello, arrivò il preside, che iniziò a dare gli ordini: “Bene, finora sta procedendo tutto senza intoppi. Mi congratulo con voi studenti per esser stati puntuali, e mi auguro che saprete esser altrettanto disciplinati durante il viaggio. Allora, come forse saprete, il regno di Rendail ha recentemente rotto il trattato di pace attaccando il nostro impero. Attualmente l’esercito nemico si muove in direzione di Vindail, e gli esploratori affermano che dopo aver sfondato il confine, dopo aver conquistato la città di frontiera di Aeln, si dirigono all’antico Ponte degli Dei, per riuscire a superare il Crepaccio Oscuro, l’unica barriera naturale che li separa da Vindail. Vi starete chiedendo il perché di questa fuga, ebbene, incombe la necessità di fuggire, perché l’oscuro Re conosce che addestriamo giovani guerrieri nell’utilizzo degli spiriti, e questa cosa lo turba, in quanto la vede come una futura minaccia. Ora con molta fermezza e compostezza partiremo per dirigerci alle Montagne Grigie, una catena montuosa talmente vasta dove le ricerche nemiche non volgeranno facilmente a termine. Vi raccomando di restare uniti, gli insegnanti avranno sotto custodia gruppi di venticinque studenti ciascuno, e daranno la vita per proteggervi. Richiediamo un aiuto dagli studenti più grandi per salvaguardare la sicurezza dei più piccoli. Qui termino il mio discorso, e coraggio in marcia!”.

Così iniziò un lungo viaggio, che si sarebbe prospettato pieno di pericoli e difficoltà. Gli studenti iniziarono il loro cammino uscendo dagli alti cancelli dell’ingresso della scuola, dirigendosi verso la vicina biforcazione di strade. “A sud per Olnet, la città portuale; ad est per le Montagne Grigie. Quindi noi prenderemo quest’ultima.” disse il preside guidando la lunga fila di alunni. La strada che presero costeggiava un fiumiciattolo che proveniva dalla vicina sorgente del bosco. Questo piccolo fiume non è altro che un affluente del grande fiume Ol, corso d'acqua che sfocia a sud nei pressi della città portuale che ha preso il nome da quest’ultimo. Il paesaggio che vedevano tutti innanzi a se, era una ricca pianura verde, dove si intravedeva, ogni tanto, qualche Fortuniglio che giocherellava nei pressi della sua tana. Fortunatamente non vi erano branchi di lupi Warg in circolazione, perché avrebbero senz’altro spaventato le matricole.

“Ragazzi, ma che avete? Non avete aperto bocca da quando siamo partiti. Siete preoccupati?” chiese il prof.sor Dhyl. “No, non è preoccupazione. No, non è niente professore!” disse Jayleen che dette dopo un’ora finalmente uno sguardo a Sylver. “Va bene, se c’è qualche problema avvisatemi.” disse infine l’insegnante. Intanto il sole si era già levato da parecchio tempo, e splendeva tutto tondo e luccicante esattamente di fronte al folto gruppo di viaggiatori. La tranquillità della pianura fu però spezzata da stridii che provenivano dal cielo. Non vi erano dubbi. Si trattava di uno stormo di tre o quattro Garuda, risvegliati dal sonno forse dal vociare confuso di tutti i viaggiatori.

Fine capitolo VI
 

Ayrin

Stormborn
....Questo capitolo è stato davvero interessante!!!... :D
Ora che la storia si sta sviluppando mi incuriosisce ancora di più...
Domani mi aspetto un seguito altrettanto interessante... :D
 
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