Varie The Union

Doomrider

Guerriero della Luce
Episodio LIV

Zack: Non.. stiamo andando un po’ troppo veloce?
Izzy: Rilassati, fai come se fossi al luna park! Guarda Moogle com’è tranquillo..
Zack distolse lo sguardo dalle nuvole che sfrecciavano da fuori, sintomo dell’altissima velocità con cui si stavano muovendo, e guardò per un secondo il rattino di Izzy. L’animaletto era sceso dalle gambe della pilota e stava annusando in giro, incurante dell’incredibile velocità raggiunta dall’aeromezzo; Izzy si accorse che Moogle le era sceso dalle gambe e volle riprenderlo, staccando le mani dalla cloche e afferrandolo per la coda.
Izzy: Dove vai, bel rattino!
La bestiolina bianca, a testa in giù, cercò di aggrapparsi ai capelli di Izzy e non aveva smesso di annusare; la ragazza si stava divertendo un mondo nel vedere i tentativi inutili del ratto di tornare con le quattro zampe appoggiate a qualcosa di solido, dimenticandosi della guida.
Il Bahamut XII oscillò pericolosamente, mostrando tra l’altro come Cecil fosse assolutamente inadeguato come secondo pilota, e si avvicinò pericolosamente alla cima di una montagna.
Zack: EHIII, IZZY!! Guarda dove voliii…
Izzy: Eh? Ah sì, giusto, l’aeronave!
Cecil e Zack si guardarono attoniti, mentre la ragazza recuperava il controllo e evitava lo schianto all’ultimo istante; un paio di rocce vennero comunque sfiorate dal Bahamut XII e caddero verso il basso, generando una piccola frana.
Zack si appoggiò con la braccia al muro dietro di lui, con il cuore che batteva all’impazzata. Per poco non si stavano schiantando a una velocità tale da non consentire la benché minima possibilità di salvezza.. l’Excalibur dietro di lui scintillò velocemente, in qualche modo percependo lo spavento preso dal padrone.
Zack: Forse.. è meglio che.. vado nell’altra stanza..
Ancora con le gambe che gli tremavano, Zack raggiunse la porta e il piccolo corridoio che dava alla sala passeggeri; trovò Vera ancora con le spalle al muro, braccia incrociate e un’espressione funebre sul volto.
Zack: Ehi, che succede?
Lo spadaccino buttò uno sguardo dentro la stanza passeggeri e si ricordò immediatamente dell’ “incidente”.
Zack: Ah.. sì. Scusa..
Vera fece finta di non aver capito, si sforzò di fare un falsissimo sorriso e rispose
Vera: No.. è che non sono abituata a volare…
Zack sfruttò l’occasione per non ritornare su un discorso quantomeno.. imbarazzante.
Zack: Eh lo so, anch’io non amo tantissimo stare con i piedi per aria.. Ma la cosa buona è che a questa velocità dovremmo arrivare alle montagne dei Mimik nel giro di un’ora al massimo.. potremmo approfittare del tempo guadagnato per..
La ragazza davanti a lui non lo stava più ascoltando, perché i suoi pensieri erano naturalmente rivolti ad altro.. anzi ad altri. Quando capì che non ce la faceva più, interruppe il discorso dello spadaccino e gli fece una domanda che non c’entrava assolutamente niente:
Vera: …secondo te.. hanno finito?
Zack rimase un attimo sconcertato, poi comprese la richiesta e rispose
Zack: ..non lo so. Se vuoi vado a vedere.
Non aspettò la conferma della ragazza: bastava il suo sguardo per fargli capire che doveva andare a vedere cosa stava succedendo dall’altra parte.
Lo spadaccino entrò cautamente dalla porta, abbastanza imbarazzato; Manuel e Luce non c’erano, o meglio, davano l’idea di essere scomparsi. In realtà erano sempre nello stesso posto, su quella poltrona “seminascosta” al CENTRO esatto della stanza ed erano ancora persi nella passione. Da mezza distanza Zack potè anche distinguere però il fatto che in quella coppia era molto visibile chi guidava e chi era trascinato.. sarebbe meglio dire “travolto“. Luce insisteva ad abbracciare e baciare Manuel in modo aggressivo, senza neanche dargli il tempo per riprendere fiato; lo stava letteralmente cavalcando, approfittando di quei due o tre segnali di feedback che ogni tanto il ragazzo sotto di lei cercava di dare.
Dal canto suo Manuel stava dando libera espressione alla forza aggressiva che gli era nata dentro da subito, travolto in un oceano di passione che mai avrebbe potuto dire di conoscere prima di allora; ogni secondo che passava era un secondo di emozioni incontrollabili e via via crescenti, che arrivarono presto al limite estremo. Zack non sapeva assolutamente cosa fare, di certo non si aspettava un’esplosione ormonale così..così… così. Sapeva che Vera lo stava aspettando, ma si accorse che in realtà la ragazza stava già guardando con la coda nell’occhio, soffrendo più di quanto lei stessa voleva fare. Lo spadaccino tossicchiò leggermente, per farsi notare dai due ragazzi davanti a lui; tuttavia sia Luce che soprattutto Manuel erano troppo ‘impegnati’ per potersi far distrarre da un semplice “E-EHM”.
Per fortuna l’imbarazzo di Zack non durò così tanto, perché improvvisamente una piccola figura bianca schizzò dalla sala comandi e attraversò la sala; facendosi precedere da uno squittio clamoroso Moogle si arrampicò terrorizzato sulle gambe della poltrona e salì sulla schiena di Luce, arrivandole fino alla spalla. Quindi si mise esattamente in mezzo fra lei e Manuel, facendo spaventare entrambi; come se non bastasse, il seppur piccolo peso aggiunto fece perdere definitivamente l’equilibrio alla poltrona e i due ragazzi si ribaltarono. Manuel prese un sonoro colpo in testa, oltre al peso di Luce che gli cadde letteralmente addosso. La ragazza finalmente cessò la sua tempesta ormonale e trasalì, come se si fosse appena svegliata da uno stato di trance.
Luce: Ehi! Ma cosa..
Il ratto di Izzy puntò gli artigli sulla faccia di Manuel, al culmine del terrore dopo la caduta della poltrona, per non cadere; il ragazzo lanciò un grido e cercò di levarselo di dosso, aumentando soltanto la paura della bestia che si era praticamente incollato a lui.
Vera sentì il grido di Manuel ed entrò nella stanza senza pensarci troppo; con uno scatto rabbioso spintonò via Luce, che si tirò indietro senza opporre particolare resistenza e gridò
Vera: Manuel! Calma, stai calmo! Adesso te lo togliamo… non farlo agitare di più o sarà peggio!
Appena le mani della ragazza toccarono la pelliccia di Moogle, il ratto si tranquillizzò all’istante e lasciò la presa; con una mano Vera invitò la bestia a salire sopra di lei e lasciare in pace, finalmente, il povero Manuel.
Zack: “…beh, adesso almeno hanno finito..”
Il pensiero dello spadaccino era anche lo stesso di Vera, che approfittò dei graffi sulla faccia del ragazzo per farlo alzare e portarlo via, ignorando completamente Luce. Fece sedere Manuel poco più in là e gli disse
Vera: …guarda, sei tutto pieno di graffi.. stai fermo che te li pulisco…
Prese una cassetta di pronto soccorso, trovata quasi per magia al primo cassetto aperto, e iniziò a medicare il malcapitato dolcemente.
Luce si alzò, si ricompose e guardò prima Manuel, poi Vera e infine notò che Zack la stava guardando insistentemente.
Luce: …oh… credo che… forse abbiamo un po’.. esagerato
Zack: Tu dici?
La ragazza era estremamente imbarazzata ed ora aveva raggiunto lo stesso colore dei suoi capelli, rosso fuoco. Non poteva spiegarsi come avesse fatto a perdere il controllo e farsi dominare dall’istinto in quel modo; solo che quando aveva rivisto Manuel, vivo e senza ferite, tornare vittorioso dalla sua missione… lei aveva sentito come un fuoco dentro, accompagnato dall’irresistibile desiderio di abbracciarlo e baciarlo, più appassionatamente che poteva.
Ora sembrava un’altra persona, terminato il raptus di follia passionale, Luce era tornata la ragazza tranquilla e apparentemente razionale che era prima.
Luce: ..non..non so.. cosa..
Zack le fece un sorriso, per toglierla dall’imbarazzo. Le mise una mano sulla spalla, abbracciandola da dietro, e la strinse a sé per aumentare l’effetto delle sue parole
Zack: Non devi dire niente, non ti devi scusare. Non hai fatto certo niente di male!
Luce guardò Manuel e Vera da lontano; le attenzioni e la cura di Vera per quel ragazzo non lasciavano dubbi, e anche il modo con cui Manuel – seppur involontariamente- rispondeva era inequivocabile. Il ragazzo ora non sentiva più quella forza aggressiva che lo aveva investito e travolto prima, ma sentiva un senso di serenità e armonia che gli stava facendo riprendere energia;
non era una sensazione così forte come quella che gli aveva scatenato Luce, ma almeno non gli faceva male. Anzi. Senza che lui se ne potesse accorgere, lui e Vera facevano proprio un classico quadretto felice, cosa che innescò la seguente reazione di Luce.
La ragazza divenne pensierosa e seria di colpo, quindi riguardò Zack e gli disse
Luce: …forse a qualcuno ho fatto male invece..
Zack: ..ma no, cos…
Cecil interruppe tutti i discorsi, presentandosi alla soglia della porta della stanza.
Cecil: Signori, siamo arrivati.
Zack: Cosa?! Siamo veramente atterrati?!
Cecil: Sì, Isabelle ci sta aspettando giù da questa nave. Siamo ai pendici della catena montuosa di Zanarkand.
Zack si guardò intorno e vide che anche Manuel e Vera avevano finito; tirò un sospiro di sollievo e ringraziò la sua Stella per averli fatti arrivare sani e salvi.
Zack: ..per fortuna Izzy non ha avuto un altro di quei suoi momenti… di distrazione!
Cecil: Bene, se volete possiamo scendere.
L’ex-comandante dell’esercito imperiale si avvicinò alla porta di ingresso, schiacciò un pulsantino e scese la scaletta; l’aria fresca di montagna che entrò dimostrava che effettivamente erano arrivati a Zanarkand.
Zack: Beh, allora andiamo! Manuel, Vera, ci siete?
I due ragazzi annuirono e si avvicinarono all’uscita. Manuel passò a testa bassa davanti a Luce, che non osò guardarlo negli occhi; Vera subito dopo di lui aveva lo sguardo puntato solo sul ragazzo davanti a lui e non fece caso a lei. Zack si sistemò l’Excalibur sulla schiena ed esclamò
Zack: Va bene. Andiamo da questi Mimik!
Detto questo fece per uscire anche lui. Luce rimase l’ultima, pensierosa. Raccolse la sua spada, che dopo quello che era successo era finita in un angolo remoto della stanza; la guardò e chiuse gli occhi per un secondo. Quindi fece un grande sospiro.
Luce: ..Zack!
Lo spadaccino si fermò, proprio sulla soglia della porta.
Zack: Sì?
Luce lo guardò, indecisa se comunicare ora la decisione che aveva preso o attendere ancora un po’.
Luce: ..no, no.. non è niente!

…​

Izzy: Oh, va che bel panorama!
Cecil: Dunque, visto che siamo arrivati tutti e siamo qui in cerchio, possiamo decidere la prossima mossa.
Zack: Non dovremmo andare dai Mimik?
Cecil: Sì
Vera: E allora dov’è il problema? L’abbiamo già decisa!
Cecil: ..in realtà.. no. C’è una questione addizionale, probabilmente Manuel ne è al corrente.
Manuel trasalì, perso nei suoi pensieri. Guardava Zack, Izzy, Cecil ma non osava rivolgere uno sguardo né a Luce né a Vera, i suoi due pensieri principali. Luce per ovvie ragioni, Vera perché… aveva ancora in mente quella sensazione di calore corroborante e vitale che aveva provato con lei vicino. Si rese conto però di essere stato chiamato in causa e quindi cercò di affermare una frase neutra, di senso compiuto
Manuel: ..ehr.. non saprei.. forse i Mimik vivono di notte ed è ancora giorno?
Cecil: Sì, questo è un altro aspetto da non sottovalutare. Però mi riferivo a un’altra cosa, che solo chi ha avuto un profondo legame con Vincent potrebbe sapere..
Manuel: …
Vera: Mi sembra che non lo sappia. Qual è il problema?
Cecil: I Mimik sono una specie schiva e restia a socializzare con il resto degli esseri viventi. Se ci introduciamo tutti nel loro territorio, potremmo innescare una reazione violenta..
Zack: ..e tanti auguri alla diplomazia. Ho capito. Quindi devono andare in pochi?
Cecil: Non più di due, tre al massimo.
Luce: Non potremmo fare in modo che siano loro a venire da noi?
Zack: E come?
Luce: Beh, potremmo incendiare parte della montagna e…
Tutti la guardarono stupiti, compreso Manuel. Fu la prima volta che la guardava negli occhi dopo gli eventi dell’aeronave. La ragazza comprese di avere fatto un’altra uscita infelice e ritrattò imbarazzata
Luce: No beh.. non la montagna.. intendevo, potremmo.. accendere dei fuochi e invitare il capo dei Mimik a un incontro…
Cecil: I Mimik come ho detto sono schivi. Qualunque azione troppo eclatante risulterebbe in una loro reazione violenta, e la violenza è l’ultima cosa che vogliamo.
Manuel: Va bene, ho capito. Due o tre al massimo si dovrebbero introdurre là… - trattenne un conato di vomito -là dentro.
Zack: A chi tocca questa patata bollente?
Vera: Zack, se non sbaglio tu hai già avuto un incontro ravvicinato coi Mimik. Giusto?
Zack: …sì, anche se non è stato proprio una cosa felice..
Cecil: Quindi Zack è il primo. Io sarò il secondo, perché conosco i dettagli dell’accordo con le altre creature.
Izzy smise di giocare con il suo rattino giusto per un attimo, rientrò nel discorso e ne uscì subito dopo, solo per inguaiare Manuel
Izzy: Ehi, Manu!! Potresti andare anche tu, in fondo eri con Zack quando li hai trovati!
Manuel trattenne un secondo conato di vomito, dopodiché rispose
Manuel: ..beh.. ma.. io…
Vera: Mi sembra una buona idea! Manu, devi andarci per forza!
La ragazza pensava che fosse veramente una buona idea, così da dargli importanza e fargli dimenticare quei discorsi sui Guerrieri della Luce. Anche Luce si mostrò d’accordo, per evitare di trovarsi da sola con lui e generare altre situazioni… imbarazzanti. Manuel si trovò insomma gentilmente invitato da tutti a partecipare e non potè tirarsi indietro.
Manuel: ..vabbè.. comunque… oh, d’accordo
Zack: Bravo! Così si parla!!
Lo spadaccino gli tirò una pacca sulla spalla, che per poco non lo fece cadere con la faccia nella sabbia sottostante. Anche lui era dello stesso avviso di Vera, renderlo partecipe delle mosse cruciali del gruppo avrebbero diminuito l’importanza dei “Guerrieri della Luce” e aumentato quella dei comuni mortali come lui.
Cecil: Allora è deciso. Partiremo al tramonto, quando i Mimik cominciano le loro attività abitudinarie.
Vera: Quanto manca al tramonto?
Luce: Direi.. almeno un paio d’ore.
Vera: Bene, allora c’è tempo per riposare!
Zack: E voi cosa farete mentre siete qui?
Izzy: Oh, io devo tenere compagnia a Moogle, dare un’occhiata alla nave.. guardare… CHE BELLO QUELL’INSETTINO!!!
Vera: Penso che.. ne approfitterò per mettere ordine nelle provviste
Zack: E tu, Luce?
Luce: …eh? Ah, beh, penso che riposerò un po’..
In realtà la ragazza stava pensando ad altro; stava pianificando di approfittare della futura assenza di Manuel per fare quello che aveva deciso pochi minuti prima sull’aeronave. Ma prima di tutto, doveva parlare con Vera.
 

Odstarva

Ashaad Nehraa Talan
EPISODIO LV

Cecil: Allora, Zack? E' a destra o a sinistra?
Zack: Echecc... Un momento, per Shiva!
Manuel: Zack, abbiamo sbagliato grotta... Me la ricordo molto bene, fidati.
Cecil: Ehr... Zack, ci siamo già passati di qua, mi sbaglio?
Zack: MMFGGHRNNN...
Cecil: Eh?
Manuel: Cosa?
Zack: BASTA!
Si schiarì la voce, tossicchiando, gli altri due lo guardavano allibiti.
Zack: Hem. Basta, per favore. Non è facile nemmeno per me orientarmi qua in mezzo, sapete?
Cecil: Stai dicendo... Che ci siamo persi?
Zack non confermò l'affermazione di Cecil, tuttavia non la smentì nemmeno. Si limitò a mormorare impercettibilmente qualcosa in una lingua dialettale che probabilmente apparteneva alle zone di Gongaga.
Manuel: Ma... Perchè non l'hai detto, che non ricordavi com'erano fatte queste grotte?
Zack: E tu che DIAVOLO ci fai in coda al gruppo se le conosci tutte come le tue tasche, una ad una??
Manuel arrossì. In realtà cercava di ritardare il più possibile il suo ritrovo con i Mimik.
Zack: Molto bene. Sai dove siamo ora?
Manuel: Uhm... Non ne sono sicurissimo.
Cecil: Provaci, portaci fuori da qui, oppure dai Mimik.
Manuel: Fuori. Per ora usciamo, poi ci orienteremo meglio.
Cecil e Zack acconsentirono. Manuel li guidò, un po' tentennante, attraverso quei cunicoli. Si trovò di fronte ad un vicolo cieco.
Manuel: No...
Cecil: E adesso?
Manuel: Ero... Credevo che qui dietro...
Zack: C'è l'uscita? Qui dietro c'è l'uscita?
Manuel: Non... Ne sono sicurissimo. Le grotte cambiano in continuazione... Però mi sembrava che...
Zack estrasse la sua spada e la portò dietro le spalle. Iniziò ad essere percorsa dai soliti aloni azzurrini.
Zack: State indietro, allora, vi faccio uscire.
Manuel stava rivedendo mentalmente la grotta. Aveva fatto la strada giusta... Se la ricordava esattamente così. Poi si rese conto che lui la percorreva così entrando dalla parte del suo villaggio. Invece ora erano entrati dalla parte di Zanarkand. Spalancò gli occhi, improvvisamente conscio di aver portato il gruppo nel cuore della grotta, non fuori.
Manuel: Zack, NO!
Ma era troppo tardi, un fendente gelido fece a brandelli la parete di roccia che aveva di fronte. Anche il terreno sotto i loro piedi cedette, coinvolto nella frana, e loro caddero giù, in una cavità molto ampia, che sembrava essere stata scavata. Si rialzarono doloranti e si guardarono intorno. C'erano migliaia... No, miliardi di piccole sacche giallo ocra brillante appese al soffitto. Al loro interno si muovevano tanti piccoli esserini ancora in stato semi-embrionale. Le scosse che si generarono ne fecero cadere una, a cinque centimetri da Manuel. Questa si aprì, facendo uscire uno o due litri di liquido viscoso e verdognolo ed un esserino grande come un pugno, simile ad una palla.
Zack: Ma che diavolo...
L'essere, senza il suo liquido vitale, morì nel giro di quattro secondi netti. Otto piccole zampette, che teneva strette addosso al corpo, persero le forze e si aprirono leggermente. Un piccolo e disgustoso Mimik totalmente bianco, senza corazze, era sdraiato schiena a terra. Manuel ebbe un conato di vomito che però riuscì a trattenere, distogliendo lo sguardo.
Manuel: M... Mimik.
Ebbe un secondo conato, che stavolta rischiò di uscire. Manuel lo trattenne ancora una volta, tenendosi una mano sullo stomaco. Si alzò e si allontanò dall'esserino. Zack invece si avvicinò, incuriosito. Lo sollecitò con la punta della Excalibur. Vedendo che non si muoveva, lo sollecitò con maggior vigore. Ottenne solo il congelamento dello sventurato essere. Spalancò gli occhi, si alzò e lo spinse da parte con un calcio.
Zack: Hem. Sì, è morto.
Cecil: Beh, non ci avrai tirato fuori dalla grotta, ma almeno ci hai portato dai Mimik!
Cecil diede una pacca sulla spalla a Manuel, che lo rivoltò come un calzino e rischiò seriamente di farlo vomitare. Sorrise mestamente e si liberò della mano di Cecil.
Zack: E ora dove andiamo?
Chiese improvvisamente Zack.
Cecil: Guarda, c'è un'apertura più avanti. Entriamo là.
Cecil e Zack si avviarono, mentre Manuel sembrava paralizzato sul posto. Non poteva credere di essere di nuovo là sotto.
Zack: Manuel, è tutto ok? Ce la fai?
Manuel: Sì, io... Sì. Sto arrivando.
Si avviò verso i due compagni, cercando di ignorare i piccoli Mimik che penzolavano dal soffitto. Oltrepassarono insieme l'apertura indicata da Cecil e si trovarono in una stanza analoga alla precedente, a parte per otto giganteschi pali posati alla parete. Camminarono fino a raggiungere il centro della stanza, dove c'era un grosso oggetto pulsante, con una punta rivolta versa il basso. Era azzurro e viola e sembrava piuttosto resistente. La punta iniziò ad allargarsi, fino a formare un buco sufficiente per far passare un bambino. Una piccola sacca ocra venne calata con un filo. Il filo si spezzò improvvisamente ed il sacco cadde a terra. Un Mimik spuntò da chissà dove per raccogliere il fagotto e portarlo nella stanza precedente, insieme a tutti gli altri. I tre impallidirono improvvisamente, realizzando cos'era quell'oggetto pulsante. Alzarono lo sguardo e videro che le otto colonne intorno alla stanza, ad un certo punto della parete, si chiudevano ed andavano ad unirsi tutte nella parte centrale del corpo di quello che sembrava un gigantesco Mimik viola ed azzurro. Tutti gli otto occhi rossi posti le due possenti chele erano puntati sui tre. "Parlò" con un verso spaventoso misto fra lo squittire di un ratto ed il sibilare di un serpente. Cecil e gli altri si guardarono, attoniti.
Zack: E'... Una Regina Mimik...
L'enorme aracnide parlò per la seconda volta. Questa volta riuscirono a capire che si stava rivolgendo a loro.

Chi siette voi?

Parlava con un forte accento, come se fosse uno straniero. Zack diede una spintarella a Cecil, come a ricordagli che se erano là sotto era solo per assecondare le ultime volontà che Vincent aveva lasciato a lui. Questi si fece coraggio e mosse un passo avanti.
Cecil: Siamo... Amici di Vincent...

Vincent? Perchè non venutto lui?

Cecil: Lui... Ehm... E' morto...
Mormorò Cecil, depresso ed incerto.

Vincent morto! Lui portava sempre noi doni!

Cecil: Anche noi abbiamo un dono per voi!
Non era vero. Cecil si guardò intorno, si scambiò sguardi che imploravano aiuto con Zack, che scrollava le spalle.
Zack: E che diavolo dovrei dargli??
Sbottò sottovoce. Nel frattempo Manuel sentiva le budella contorcersi e stringersi, come vestiti nella centrifuga. Cecil sguainò la sua lunga spada, bianca perlacea con l'impugnatura viola.
Cecil: Questa è una spada da Paladino, è molto preziosa.

Prendetila.

Al suo ordine, un Mimik comparve dalle ombre e prese la spada, portandola in una terza stanza, che luccicava di tesori. Un piccolo Mimik nacque in quel momento e, puntualmente, arrivò un altro Mimik a portarlo nella stanza precedente.

Come muore Vincent?

Chiese l'enorme aracnoide.
Cecil: Lo... Lo ha ucciso Hojo... Il consigliere dell'imperatore...

Hojo persona cattiva. Narakya vuole Hojo morto.

Cecil: Hojo è già morto... Lo abbiamo ucciso noi...

Voi vendicato Vincent? Voi brave persone.

Cecil: Ehm... Signora Narakya... Noi avevamo una richiesta...
Il gigante ruggì.

Narakya non piace richieste! Narakya piace doni!

Zack scosse la testa violentemente, Manuel ebbe un conato che non riuscì a trattenere e macchiò per terra con una grande chiazza marroncino-verde. Narakya ruggì nuovamente. Alcune file di Mimik avanzarono dall'oscurità, entrando nel campo visivo dei tre.

COSA LUI FA??

Cecil: Lui stare... Sta... Sta male! Si sente male!
I Mimik si arrestarono nel punto dov'erano.
Cecil: Ad ogni modo ASCOLTAMI, Narakya!
L'essere presumibilmente femminile fece schioccare le chele, impaziente. Battè due volte con una delle zampe.

Tu parla, piccolo uomo.

Cecil spiegò all'enorme essere che rispondeva al nome di Narakya tutta la situazione, il Chaos, la Guerra incombente e alla fine fece la fatidica proposta.
Cecil: Ci serviva il vostro aiuto per formare il nostro Esercito della Luce... Volete affiancarci in questa battaglia?
Narakya non rispose. Battè una zampa per terra, facendo tremare tutto. Poi ne battè un'altra, poi ancora quella di prima. Ripetè l'azione, questa volta imitato da tutti i Mimik. Sembrava una danza tribale.

Piccolo umano, noi Mimik conosce Chaos da tanto tempo più di voi! Noi ha paura di Chaos, Chaos veramente cattivo e potente! Lui ucciderà tutti voi e tornerà forte come tanti anni fa! Voi no avete speranze!

Cecil: Ma... Non capite che se non lo facciamo noi il pianeta cadrà in disgrazia?? MORIREMO TUTTI SE...
Cecil aveva sbagliato approccio. Zack smise di dare colpetti alla schiena di Manuel e guardò Cecil con un'espressione di puro terrore stampata in faccia. Manuel ebbe un secondo conato e macchiò di nuovo il pavimento. Quasi contemporaneamente Narakya ruggì.

TU PICCOLO UMANO, MA PARLA TROPPO!! Io detto che Mimik no aiuterà voi in vostra stupida guerra!

Cecil capì che non c'era nulla da fare.
Cecil: D'accordo. Allora togliamo il disturbo.

Non così sicuro, umano.

Disse il mostro. I Mimik iniziarono a battere le zampe a ritmo, come prima, avvicinandosi gradualmente. Zack, Cecil e Manuel si strinsero al centro della stanza, completamente circondati.

Non tanto spesso arriva qua carne fresca come voi, noi Mimik mangia solo schifo di muschio secco tutti giorni!

I Mimik continuavano ad avvicinarsi, sempre tenendo il tempo. Iniziarono a far schioccare le chele in coro, formando una cosa vagamente definibile "canto".

Noi Mimik felici quando qualche viaggiatore perde in nostre caverne, noi mangia tutto, anche ossa! Voi umani non uscite da qui... E' stata cosa stupida venire qua...

Manu sentì che Zack stava sfiorando l'elsa dell'Excalibur.
Manuel: Cosa... Blub... Cosa vorresti...
Gli mormorò, sentendo la pancia che girava vorticosamente, come sulle montagne russe.
Zack: Guardate là in fondo, c'è un apertura.
Cecil e Manuel constatarono che effettivamente c'era, quindi annuirono.
Zack: Al mio tre scattiamo in quella direzione. Spazzo via la fila di Mimik davanti all'uscita e corriamo. Siete pronti?
I Mimik erano a pochi centimetri da loro, ormai. Facevano schioccare le chele, bramosi.
Cecil: Non è che abbiamo molta scelta, qua...
Zack annuì, quindi strinse la mano sulla sua fedele arma.
Zack: Uno... Due... TREEE!!
Al tre aveva estratto la spada e lanciato un fendente micidiale in direzione della porta. Dal colpo si propagò un forte vento gelido, misto a grandine e neve, che spazzò via un numero sufficiente di Mimik per aprire loro un varco. I tre iniziarono a correre a perdifiato verso quella che speravano essere l'uscita. Gli si pararono davanti alcuni Mimik, che Cecil e Zack riuscirono a scavalcare agilmente. Manuel invece era rimasto paralizzato davanti agli aracnidi.
Zack: Manuel, MUOVITI!!
Manuel scosse la testa improvvisamente, strinse i denti, chiuse gli occhi e cercò di saltare oltre i ragni giganti. Incespicò sui suoi stessi piedi e cadde proprio sopra uno di loro. Quest'ultimo, colto di sorpresa, era schizzato prima a destra, poi a sinistra, cercando di scrollarselo di dosso. Poi era scattato in direzione di Cecil e Zack. Quest'ultimo tese l'Excalibur e, al passaggio dell'aracnide, gli troncò di netto quella che era identificabile come testa, mancando di cinque centimetri le mani di Manuel. Zack prese quest'ultimo per il braccio e lo strattonò ai fini di rimetterlo in piedi. Poi i tre iniziarono a correre verso la strada che avevano scelto sperando che fosse l'uscita, seguiti a ruota dal verso squittente/sibilante dei Mimik e dal loro zampettare furioso. Man mano che procedevano, le pareti si facevano meno lisce e più irregolari, confermando l'idea che si erano fatti, cioè che la parte abitata dai Mimik era stata scavata in un secondo momento. Forse si stavano avvicinando all'uscita. I Mimik non demordevano, continuarono a seguire i tre. Più avanti lo stretto cunicolo che stavano percorrendo si apriva in una specie di stanza, più piccola di quelle dei Mimik. Zack ebbe un'idea. Estrasse nuovamente la sua Excalibur, che aveva riposto dietro la schiena per correre più velocemente. Appena ebbe raggiunto la "stanza" si voltò di scatto, aspettò che Cecil e Manuel lo superassero, poi colpì la parete superiore del cunicolo, facendolo collassare su sè stesso in una nuvola di polvere. Quando la polvere si diradò, c'era ancora un piccolo varco, dove i Mimik si accalcavano e spingevano per raggiungerli. Uno degli aracnidi passò, afferrò la gamba di Manuel con le mandibole e lo trascinò in direzione dell'apertura. Manuel dapprima urlò, di dolore e di spavento. Poi vide Zack che estraeva la sua Excalibur, e si disse che poteva cavarsela anche da solo, per una volta. Scosse la testa e guardò il Mimik con rabbia. Prima si aggrappò ad una stalagmite che spuntava dal basso, poi raccolse una pietra della dimensione di un pugno e con questa colpì ripetutamente la testa del Mimik, finchè non sentì l'esoscheletro rompersi con un colpo sordo. Il sangue violaceo gli bagnò le mani. Manuel, a denti stretti, si alzò. Lasciò cadere il sasso e poi vomitò, aggrappandosi saldamente alla stalagmite.
Zack: Ottimo lavoro.
Sembrava che, come in un film, finito il momento clue, qualcuno avesse spento la musica. Ora si sentivano solo le goccioline di umidità cadere ed il respiro affannoso di Manuel. Poi si sentì anche una roccia che veniva trascinata per terra: Cecil aveva afferrato un grosso masso ed aveva tappato l'apertura, onde evitare altre visite indesiderate.
Cecil: Forza, ora proseguiamo. Ci siamo quasi. Come ti senti, Manuel?
Manuel: Urgh... C-credo... Ben... e.
Zack: Forza, usciamo di qui.
Si avvicinò a Cecil e gli diede qualche colpo sulla spalla.
Zack: Mi dispiace per i Mimik... Ma almeno ci abbiamo provato, no?
Cecil: L'importante è che siamo tutti sani e salvi.
I tre si avviarono seguendo la strada a senso unico che avevano scelto. Sentirono dei colpi alle loro spalle e si girarono istintivamente: la parete di rocce che Zack aveva fatto collassare sopra al cunicolo vibrava ad ogni colpo.
Zack: Penso che sia meglio correre. Non so quanto tempo ancora resisterà.
Manuel: Ghiaccio... Buttagli... Ghiaccio...
Zack non capì subito. Il ragazzo respirava affannosamente, espirando mentre parlava. Poi però realizzò.
Zack: Oh, sì, giusto... Ottima idea!
Estrasse per l'ennesima volta l'Excalibur e lanciò un fendente di vento gelido in direzione della parete di roccia. Questa si congelò completamente, con uno strato di ghiaccio spesso almeno cinque centimetri. Zack risistemò la spada sulla sua schiena, soddisfatto.
Cecil: Ad ogni modo ci conviene lo stesso darci una mossa.
I tre iniziarono a percorrere, a passo spedito, gli stretti cunicoli e le cavità più spaziose della grotta. Non gli fu concesso di scegliere, la strada continuava ad essere a senso unico. Percorsero un altro stretto cunicolo e videro che terminava in un'altra di quelle spaziose cavità scavate nella roccia. Solo che, questa volta, dalla parte opposta della "stanza" non c'era un altro cunicolo.
C'era la Luce del sole, splendente ed invitante come non lo era stata mai.
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Comunicazione di servizio: contrariamente a quanto possa sembrare, NON ci siamo, cioè non MI sono dimenticato di proseguire la fic. L'ep è in cantiere, arriverà quanto prima (spero) su questi schermi.. un po' di pazienza ancora.. :D :D
 

Odstarva

Ashaad Nehraa Talan
Eccomi, sono tornato! Bisogna dirlo, è TUTTA colpa mia, Doom avrebbe voluto postare mesi fa ma mi sono FERMAMENTE OPPOSTO. Ora sono tornato e prometto che lo lascerò postare a breve :)
 

daffodill

Aurora Execution!
Dato che questa fic non l'avevo letto e dato che si propone di continuare, ho iniziato a leggiarla pian piano. Sono arrivata alla 6° puntata e fin ora sinceramente Manual come personaggio non mi piace (considerazione puramente personale). Zack però è splendido e il combattimento con lo spirito di Cloud è stato davvero bello.
 

Odstarva

Ashaad Nehraa Talan
Dato che questa fic non l'avevo letto e dato che si propone di continuare, ho iniziato a leggiarla pian piano. Sono arrivata alla 6° puntata e fin ora sinceramente Manual come personaggio non mi piace (considerazione puramente personale). Zack però è splendido e il combattimento con lo spirito di Cloud è stato davvero bello.

LOL, penso che mi sarei stupito del contrario, dal momento che persino io, suo creatore, lo ripudio abbastanza.
 
Top