Doomrider
Guerriero della Luce
Episodio LIV
Zack: Non.. stiamo andando un po’ troppo veloce?
Izzy: Rilassati, fai come se fossi al luna park! Guarda Moogle com’è tranquillo..
Zack distolse lo sguardo dalle nuvole che sfrecciavano da fuori, sintomo dell’altissima velocità con cui si stavano muovendo, e guardò per un secondo il rattino di Izzy. L’animaletto era sceso dalle gambe della pilota e stava annusando in giro, incurante dell’incredibile velocità raggiunta dall’aeromezzo; Izzy si accorse che Moogle le era sceso dalle gambe e volle riprenderlo, staccando le mani dalla cloche e afferrandolo per la coda.
Izzy: Dove vai, bel rattino!
La bestiolina bianca, a testa in giù, cercò di aggrapparsi ai capelli di Izzy e non aveva smesso di annusare; la ragazza si stava divertendo un mondo nel vedere i tentativi inutili del ratto di tornare con le quattro zampe appoggiate a qualcosa di solido, dimenticandosi della guida.
Il Bahamut XII oscillò pericolosamente, mostrando tra l’altro come Cecil fosse assolutamente inadeguato come secondo pilota, e si avvicinò pericolosamente alla cima di una montagna.
Zack: EHIII, IZZY!! Guarda dove voliii…
Izzy: Eh? Ah sì, giusto, l’aeronave!
Cecil e Zack si guardarono attoniti, mentre la ragazza recuperava il controllo e evitava lo schianto all’ultimo istante; un paio di rocce vennero comunque sfiorate dal Bahamut XII e caddero verso il basso, generando una piccola frana.
Zack si appoggiò con la braccia al muro dietro di lui, con il cuore che batteva all’impazzata. Per poco non si stavano schiantando a una velocità tale da non consentire la benché minima possibilità di salvezza.. l’Excalibur dietro di lui scintillò velocemente, in qualche modo percependo lo spavento preso dal padrone.
Zack: Forse.. è meglio che.. vado nell’altra stanza..
Ancora con le gambe che gli tremavano, Zack raggiunse la porta e il piccolo corridoio che dava alla sala passeggeri; trovò Vera ancora con le spalle al muro, braccia incrociate e un’espressione funebre sul volto.
Zack: Ehi, che succede?
Lo spadaccino buttò uno sguardo dentro la stanza passeggeri e si ricordò immediatamente dell’ “incidente”.
Zack: Ah.. sì. Scusa..
Vera fece finta di non aver capito, si sforzò di fare un falsissimo sorriso e rispose
Vera: No.. è che non sono abituata a volare…
Zack sfruttò l’occasione per non ritornare su un discorso quantomeno.. imbarazzante.
Zack: Eh lo so, anch’io non amo tantissimo stare con i piedi per aria.. Ma la cosa buona è che a questa velocità dovremmo arrivare alle montagne dei Mimik nel giro di un’ora al massimo.. potremmo approfittare del tempo guadagnato per..
La ragazza davanti a lui non lo stava più ascoltando, perché i suoi pensieri erano naturalmente rivolti ad altro.. anzi ad altri. Quando capì che non ce la faceva più, interruppe il discorso dello spadaccino e gli fece una domanda che non c’entrava assolutamente niente:
Vera: …secondo te.. hanno finito?
Zack rimase un attimo sconcertato, poi comprese la richiesta e rispose
Zack: ..non lo so. Se vuoi vado a vedere.
Non aspettò la conferma della ragazza: bastava il suo sguardo per fargli capire che doveva andare a vedere cosa stava succedendo dall’altra parte.
Lo spadaccino entrò cautamente dalla porta, abbastanza imbarazzato; Manuel e Luce non c’erano, o meglio, davano l’idea di essere scomparsi. In realtà erano sempre nello stesso posto, su quella poltrona “seminascosta” al CENTRO esatto della stanza ed erano ancora persi nella passione. Da mezza distanza Zack potè anche distinguere però il fatto che in quella coppia era molto visibile chi guidava e chi era trascinato.. sarebbe meglio dire “travolto“. Luce insisteva ad abbracciare e baciare Manuel in modo aggressivo, senza neanche dargli il tempo per riprendere fiato; lo stava letteralmente cavalcando, approfittando di quei due o tre segnali di feedback che ogni tanto il ragazzo sotto di lei cercava di dare.
Dal canto suo Manuel stava dando libera espressione alla forza aggressiva che gli era nata dentro da subito, travolto in un oceano di passione che mai avrebbe potuto dire di conoscere prima di allora; ogni secondo che passava era un secondo di emozioni incontrollabili e via via crescenti, che arrivarono presto al limite estremo. Zack non sapeva assolutamente cosa fare, di certo non si aspettava un’esplosione ormonale così..così… così. Sapeva che Vera lo stava aspettando, ma si accorse che in realtà la ragazza stava già guardando con la coda nell’occhio, soffrendo più di quanto lei stessa voleva fare. Lo spadaccino tossicchiò leggermente, per farsi notare dai due ragazzi davanti a lui; tuttavia sia Luce che soprattutto Manuel erano troppo ‘impegnati’ per potersi far distrarre da un semplice “E-EHM”.
Per fortuna l’imbarazzo di Zack non durò così tanto, perché improvvisamente una piccola figura bianca schizzò dalla sala comandi e attraversò la sala; facendosi precedere da uno squittio clamoroso Moogle si arrampicò terrorizzato sulle gambe della poltrona e salì sulla schiena di Luce, arrivandole fino alla spalla. Quindi si mise esattamente in mezzo fra lei e Manuel, facendo spaventare entrambi; come se non bastasse, il seppur piccolo peso aggiunto fece perdere definitivamente l’equilibrio alla poltrona e i due ragazzi si ribaltarono. Manuel prese un sonoro colpo in testa, oltre al peso di Luce che gli cadde letteralmente addosso. La ragazza finalmente cessò la sua tempesta ormonale e trasalì, come se si fosse appena svegliata da uno stato di trance.
Luce: Ehi! Ma cosa..
Il ratto di Izzy puntò gli artigli sulla faccia di Manuel, al culmine del terrore dopo la caduta della poltrona, per non cadere; il ragazzo lanciò un grido e cercò di levarselo di dosso, aumentando soltanto la paura della bestia che si era praticamente incollato a lui.
Vera sentì il grido di Manuel ed entrò nella stanza senza pensarci troppo; con uno scatto rabbioso spintonò via Luce, che si tirò indietro senza opporre particolare resistenza e gridò
Vera: Manuel! Calma, stai calmo! Adesso te lo togliamo… non farlo agitare di più o sarà peggio!
Appena le mani della ragazza toccarono la pelliccia di Moogle, il ratto si tranquillizzò all’istante e lasciò la presa; con una mano Vera invitò la bestia a salire sopra di lei e lasciare in pace, finalmente, il povero Manuel.
Zack: “…beh, adesso almeno hanno finito..”
Il pensiero dello spadaccino era anche lo stesso di Vera, che approfittò dei graffi sulla faccia del ragazzo per farlo alzare e portarlo via, ignorando completamente Luce. Fece sedere Manuel poco più in là e gli disse
Vera: …guarda, sei tutto pieno di graffi.. stai fermo che te li pulisco…
Prese una cassetta di pronto soccorso, trovata quasi per magia al primo cassetto aperto, e iniziò a medicare il malcapitato dolcemente.
Luce si alzò, si ricompose e guardò prima Manuel, poi Vera e infine notò che Zack la stava guardando insistentemente.
Luce: …oh… credo che… forse abbiamo un po’.. esagerato
Zack: Tu dici?
La ragazza era estremamente imbarazzata ed ora aveva raggiunto lo stesso colore dei suoi capelli, rosso fuoco. Non poteva spiegarsi come avesse fatto a perdere il controllo e farsi dominare dall’istinto in quel modo; solo che quando aveva rivisto Manuel, vivo e senza ferite, tornare vittorioso dalla sua missione… lei aveva sentito come un fuoco dentro, accompagnato dall’irresistibile desiderio di abbracciarlo e baciarlo, più appassionatamente che poteva.
Ora sembrava un’altra persona, terminato il raptus di follia passionale, Luce era tornata la ragazza tranquilla e apparentemente razionale che era prima.
Luce: ..non..non so.. cosa..
Zack le fece un sorriso, per toglierla dall’imbarazzo. Le mise una mano sulla spalla, abbracciandola da dietro, e la strinse a sé per aumentare l’effetto delle sue parole
Zack: Non devi dire niente, non ti devi scusare. Non hai fatto certo niente di male!
Luce guardò Manuel e Vera da lontano; le attenzioni e la cura di Vera per quel ragazzo non lasciavano dubbi, e anche il modo con cui Manuel – seppur involontariamente- rispondeva era inequivocabile. Il ragazzo ora non sentiva più quella forza aggressiva che lo aveva investito e travolto prima, ma sentiva un senso di serenità e armonia che gli stava facendo riprendere energia;
non era una sensazione così forte come quella che gli aveva scatenato Luce, ma almeno non gli faceva male. Anzi. Senza che lui se ne potesse accorgere, lui e Vera facevano proprio un classico quadretto felice, cosa che innescò la seguente reazione di Luce.
La ragazza divenne pensierosa e seria di colpo, quindi riguardò Zack e gli disse
Luce: …forse a qualcuno ho fatto male invece..
Zack: ..ma no, cos…
Cecil interruppe tutti i discorsi, presentandosi alla soglia della porta della stanza.
Cecil: Signori, siamo arrivati.
Zack: Cosa?! Siamo veramente atterrati?!
Cecil: Sì, Isabelle ci sta aspettando giù da questa nave. Siamo ai pendici della catena montuosa di Zanarkand.
Zack si guardò intorno e vide che anche Manuel e Vera avevano finito; tirò un sospiro di sollievo e ringraziò la sua Stella per averli fatti arrivare sani e salvi.
Zack: ..per fortuna Izzy non ha avuto un altro di quei suoi momenti… di distrazione!
Cecil: Bene, se volete possiamo scendere.
L’ex-comandante dell’esercito imperiale si avvicinò alla porta di ingresso, schiacciò un pulsantino e scese la scaletta; l’aria fresca di montagna che entrò dimostrava che effettivamente erano arrivati a Zanarkand.
Zack: Beh, allora andiamo! Manuel, Vera, ci siete?
I due ragazzi annuirono e si avvicinarono all’uscita. Manuel passò a testa bassa davanti a Luce, che non osò guardarlo negli occhi; Vera subito dopo di lui aveva lo sguardo puntato solo sul ragazzo davanti a lui e non fece caso a lei. Zack si sistemò l’Excalibur sulla schiena ed esclamò
Zack: Va bene. Andiamo da questi Mimik!
Detto questo fece per uscire anche lui. Luce rimase l’ultima, pensierosa. Raccolse la sua spada, che dopo quello che era successo era finita in un angolo remoto della stanza; la guardò e chiuse gli occhi per un secondo. Quindi fece un grande sospiro.
Luce: ..Zack!
Lo spadaccino si fermò, proprio sulla soglia della porta.
Zack: Sì?
Luce lo guardò, indecisa se comunicare ora la decisione che aveva preso o attendere ancora un po’.
Luce: ..no, no.. non è niente!
…
Izzy: Oh, va che bel panorama!
Cecil: Dunque, visto che siamo arrivati tutti e siamo qui in cerchio, possiamo decidere la prossima mossa.
Zack: Non dovremmo andare dai Mimik?
Cecil: Sì
Vera: E allora dov’è il problema? L’abbiamo già decisa!
Cecil: ..in realtà.. no. C’è una questione addizionale, probabilmente Manuel ne è al corrente.
Manuel trasalì, perso nei suoi pensieri. Guardava Zack, Izzy, Cecil ma non osava rivolgere uno sguardo né a Luce né a Vera, i suoi due pensieri principali. Luce per ovvie ragioni, Vera perché… aveva ancora in mente quella sensazione di calore corroborante e vitale che aveva provato con lei vicino. Si rese conto però di essere stato chiamato in causa e quindi cercò di affermare una frase neutra, di senso compiuto
Manuel: ..ehr.. non saprei.. forse i Mimik vivono di notte ed è ancora giorno?
Cecil: Sì, questo è un altro aspetto da non sottovalutare. Però mi riferivo a un’altra cosa, che solo chi ha avuto un profondo legame con Vincent potrebbe sapere..
Manuel: …
Vera: Mi sembra che non lo sappia. Qual è il problema?
Cecil: I Mimik sono una specie schiva e restia a socializzare con il resto degli esseri viventi. Se ci introduciamo tutti nel loro territorio, potremmo innescare una reazione violenta..
Zack: ..e tanti auguri alla diplomazia. Ho capito. Quindi devono andare in pochi?
Cecil: Non più di due, tre al massimo.
Luce: Non potremmo fare in modo che siano loro a venire da noi?
Zack: E come?
Luce: Beh, potremmo incendiare parte della montagna e…
Tutti la guardarono stupiti, compreso Manuel. Fu la prima volta che la guardava negli occhi dopo gli eventi dell’aeronave. La ragazza comprese di avere fatto un’altra uscita infelice e ritrattò imbarazzata
Luce: No beh.. non la montagna.. intendevo, potremmo.. accendere dei fuochi e invitare il capo dei Mimik a un incontro…
Cecil: I Mimik come ho detto sono schivi. Qualunque azione troppo eclatante risulterebbe in una loro reazione violenta, e la violenza è l’ultima cosa che vogliamo.
Manuel: Va bene, ho capito. Due o tre al massimo si dovrebbero introdurre là… - trattenne un conato di vomito -là dentro.
Zack: A chi tocca questa patata bollente?
Vera: Zack, se non sbaglio tu hai già avuto un incontro ravvicinato coi Mimik. Giusto?
Zack: …sì, anche se non è stato proprio una cosa felice..
Cecil: Quindi Zack è il primo. Io sarò il secondo, perché conosco i dettagli dell’accordo con le altre creature.
Izzy smise di giocare con il suo rattino giusto per un attimo, rientrò nel discorso e ne uscì subito dopo, solo per inguaiare Manuel
Izzy: Ehi, Manu!! Potresti andare anche tu, in fondo eri con Zack quando li hai trovati!
Manuel trattenne un secondo conato di vomito, dopodiché rispose
Manuel: ..beh.. ma.. io…
Vera: Mi sembra una buona idea! Manu, devi andarci per forza!
La ragazza pensava che fosse veramente una buona idea, così da dargli importanza e fargli dimenticare quei discorsi sui Guerrieri della Luce. Anche Luce si mostrò d’accordo, per evitare di trovarsi da sola con lui e generare altre situazioni… imbarazzanti. Manuel si trovò insomma gentilmente invitato da tutti a partecipare e non potè tirarsi indietro.
Manuel: ..vabbè.. comunque… oh, d’accordo
Zack: Bravo! Così si parla!!
Lo spadaccino gli tirò una pacca sulla spalla, che per poco non lo fece cadere con la faccia nella sabbia sottostante. Anche lui era dello stesso avviso di Vera, renderlo partecipe delle mosse cruciali del gruppo avrebbero diminuito l’importanza dei “Guerrieri della Luce” e aumentato quella dei comuni mortali come lui.
Cecil: Allora è deciso. Partiremo al tramonto, quando i Mimik cominciano le loro attività abitudinarie.
Vera: Quanto manca al tramonto?
Luce: Direi.. almeno un paio d’ore.
Vera: Bene, allora c’è tempo per riposare!
Zack: E voi cosa farete mentre siete qui?
Izzy: Oh, io devo tenere compagnia a Moogle, dare un’occhiata alla nave.. guardare… CHE BELLO QUELL’INSETTINO!!!
Vera: Penso che.. ne approfitterò per mettere ordine nelle provviste
Zack: E tu, Luce?
Luce: …eh? Ah, beh, penso che riposerò un po’..
In realtà la ragazza stava pensando ad altro; stava pianificando di approfittare della futura assenza di Manuel per fare quello che aveva deciso pochi minuti prima sull’aeronave. Ma prima di tutto, doveva parlare con Vera.