Episodio XXXV
BOOOM!
Manuel si svegliò di soprassalto, rotolando giù dal letto. Aveva fatto ancora lo stesso sogno, quell'ombra nera con gli occhi azzurri glaciali, completamente avvolta dalle fiamme. Dapprima attribuì l'esplosione al sogno, ma poi ne arrivò un'altra, che fece tremare l'intera locanda.
BOOOM!
Manuel scattò in piedi, e si affacciò alla finestra. C'erano due crateri sulle strade della città, che fumavano ancora. Le persone nei paraggi correvano dappertutto in preda al panico. Poi il rumore di dei pesanti passi metallici indusse Manuel a guardare a sinistra. Vide un gruppo di cinque esoscheletri corazzati, simili a quelli che li avevano attaccati a Zanarkand, che avanzavano, e sparavano colpi in rapida successione con i due cannoni gatling equipaggiati al posto delle mani, mirando a caso, solo per seminare il panico. Sul petto brillava la scritta
"Berserker -Production Model". C'era una bambina in mezzo alla strada, che paralizzata dal terrore, si stringeva al suo orsacchiotto piangendo. Gli esoscheletri non diedero segno di non averla vista, e proseguirono imperterriti.
Manuel: Bambina... Togliti da lì... Ti prego...
La bambina non si muoveva, i berserker non accennavano a rallentare. Erano ormai a circa due metri di distanza, quando Manuel si disse che non c'era altra soluzione. Prese la rincorsa, e si lanciò giù dalla finestra. Si rialzò, uno dei berserker stava per travolgere la bambina. Raccolse tutta l'energia che riuscì sul polpaccio, e spiccò un saltò in avanti. Afferrò la bambina, fece una capriola sul terriccio rosso, tenendola stretta, e si fermò sul marciapiede dall'altra parte. Mise la bambina in piedi, e la scosse leggermente: aveva gli occhi chiusi, e le lacrime continuavano a sgorgare copiose. Aveva dei lunghi capelli biondo scuri, quasi castani.
Manuel: Ehi, è tutto a posto??
La bambina annuì. Si asciugò le lacrime e guardò Manuel in faccia con i suoi occhioni verdi, come quelli di lui, anche se leggermente più scuri.
Bimba: Grazie, Guerriero della Luce...
Manuel: No, io non...
Non aveva tempo di risponderle adesso, si girò verso i berserker. Il vetro dove si intravedeva il casco di un soldato, era arancione, ma ora lampeggiava in direzione di Manuel. Il vetro cambiò improvvisamente colore: ora era rosso, in tutti gli esoscheletri. Manuel spinse via la bambina, dicendole di andare da sua madre, poi alzò i pugni.
Berserker 1:
-NUOVO BERSAGLIO INDIVIDUATO: MANUEL VIRIDIS-
Alzò i cannoni gatling, in direzione del ragazzo. Manuel si guardò le spalle, per controllare che la bambina fosse andata via. Si, se ne era andata. La tensione accelerò il battito del suo cuore, ma questa volta l'impulsività non ebbe il sopravvento. Riuscì ad analizzare la situazione razionalmente, e si disse di non aver razionalmente scampo. Mandò a quel paese la razionalità, che c'era solo quando non serviva, ed iniziò a correre verso il berserker in prima fila. Questo iniziò a sparare, ma Manuel riuscì ad evitare i colpi, ed una volta faccia a faccia con il mostro, si chinò e scivolò sotto le sue gambe, sollevando un notevole polverone.
????: Ehi, che cos'è questo baccano??
Zack si affacciò alla finestra della sua camera. Manuel si passò una mano fra i capelli, ed imprecò mentalmente.
Berserker 2:
-NUOVO BERSAGLIO INDIVIDUATO: ZACK FAIR-
Berserker 3: Dividiamoci, unità #08, #09 e #10, pensate a Fair, unità #12, io e te penseremo a Viridis. VIA!
Immediatamente dopo, due berserker si voltarono verso Manuel e gli altri tre verso Zack.
Zack: Oh, *****...
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Cecil stava attraversando un enorme corridoio vuoto, con il pavimento di marmo celeste, talmente lucido da potercisi specchiare. Alle pareti erano appesi molti quadri raffiguranti perlopiù scene di battaglie, oppure Dei, ed il soffitto era occupato con un colossale mosaico, che rappresentava un'enorme bilancia d'argento su sfondo blu, con dei puntini gialli riconducibili a stelle. Sotto la bilancia c'era un'iscrizione d'argento,
"JUSTICE BALANCE".
Il nobile cavaliere arrivò di fronte ad una porta di legno lucida come uno specchio, c'erano due soldati con una lunga lancia nera.
Soldato 1: Avete fissato un'udienz...
Soldato 2: Ma fai sul serio o scherzi? Lo perdoni, comandante Cecil... Prego.
Cecil ringraziò con un cenno del capo, entrò, e mentre chiudeva la porta sentì la risposta soffocata del soldato.
Soldato 1: Eh, non l'avevo riconosciuto... Non è mai qui, è sempre in giro!
Cecil si disse che era vero, era molto che non tornava, per questo la situazione gli stava sfuggendo di mano, per questo l'Imperatore aveva permesso ad un uomo rivoltante come Hojo, non solo di entrare a far parte dell'Impero, ma addirittura di diventare consulente personale dell'Imperatore. Hojo era un uomo di poca esperienza, ma molta furbizia. Incredibilmente avido, crudele e meschino. Cecil lo odiava, ma gli seccava ammettere che al momento della sua nomina non era a palazzo, altrimenti si sarebbe opposto sicuramente, non avrebbe mai e poi mai permesso che un uomo come Hojo entrasse nelle grazie dell'Imperatore. Decise di lasciare quei pensieri a più tardi, anche perchè una voce piuttosto familiare lo accolse nella sala, stanca e trascinata, la voce di un vecchio. Era l'Imperatore Apollo VII.
Imp. Apollo: Salve Cecil, bentornato a palazzo... -Tossì- ... Ah, i miei polmoni iniziano a marcire, oh, oh, oh!
La sua barba bianca ed i suoi folti baffoni tremarono alla sua fragorosa risata. Indossava una grande corona dorata, senza particolari ornamenti o gioielli. Sulle spalle un mantello rosso con i bordi dorati, che lo copriva quasi interamente.
Cecil: Grazie, signore... Devo parlarvi.
Imp. Apollo: Dimmi pure, figliolo...
Cecil: A proposito di Zack Fair...
L'Imperatore si alzò di scatto, ed aggrottò la fronte, quasi minaccioso.
Imp. Apollo: Zack Fair è una minaccia, e va eliminato.
Cecil: Ma... Se solo mi permetteste...
Imp. Apollo: Non voglio sentire più nulla al riguardo, comandante Harvey. Zack Fair è un pericoloso membro della Piaga Nera, che ha incendiato Gongaga, ed ucciso più di cinquecento persone. Zack Fair è un criminale. Abbiamo provato ad arrestarlo, ora dobbiamo... Eliminarlo. Prima che distrugga altre città... Dobbiamo...
Cecil: Andiamo, non potete
seriamente credere che sia stato lui... A meno che... E' stato Hojo a convincervi, vero?
Imp. Apollo: Non intendo parlare di questo con te, comandante. Mi fido ciecamente del mio consigliere.
Cecil: Per me sbagliate...
Imp. Apollo: OSI mettere in dubbio la mia capacità di giudizio?!? -Tossì, e a Cecil sembrò di vedere una goccia di sangue che bagnava la barba- Io sono l'Imperatore, non devo rispondere a nessuno delle mia azioni, tantomeno a
te, Cecil. E se decido di eliminare Zack Fair... Non ti rendi conto che potrebbe incendiare anche Cornelia, come Gongaga? Bisogna fermarlo!
Cecil: Fermarl... Oh, no. Lei ha mandato delle truppe a Cornelia... Non è vero?
Imp. Apollo: Un incrociatore da guerra Cougar. Anche l'altro che è precipitato era diretto lì.
Cecil indietreggiò di alcuni passi, mormorò qualcosa come "Non può essere..." ed uscì dalla stanza correndo, facendo sbattere la porta. Iniziò a correre a perdifiato verso l'uscita. Attraversò diversi corridoi, fino a che non si ritrovò ad attraversare un ponte levatoio, e vide il suo elegante cavallo bianco con la criniera dorata. Ci salì sopra, e partì al galoppo, spingendo la povera bestia al massimo delle sue capacità. Dopo pochi chilometri fu affiancato da una specie di pipistrello di stoffa rossa. Fece qualche giravolta a mezz'aria, fino a far apparire un ragazzo alto e pallido, che fluttuava a qualche metro dal suolo. Il suo mantello rosso sangue si muoveva freneticamente in balia del vento.
Vincent:... So già tutto... Ti serve un passaggio?
Cecil: Vincent!
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Manuel correva a ritmo frenetico, ma dosando bene la respirazione, in modo da resistere più a lungo. Un passo, due passi, inspira, uno, due espira, uno, due, inspira, uno, due, espira... Gliel'avevano insegnato i suoi maestri. Inspirando con il naso, ed espirando con la bocca. Sentiva i proiettili che lo sfioravano, e che colpivano le abitazioni circostanti, che si conficcavano nel terriccio rosso. All'improvviso i berserker smisero di sparare, ed i cannoni gatling emettevano degli strani scatti. Munizioni esaurite. Gli enormi mitragliatori caddero a terra, lasciando dei moncherini ad entrambi i giganti. Da ognuno dei quattro arti (ormai troncati) spuntarono tre dita metalliche, lunghe ed affilate. Manuel si fermò a riprendere fiato.
I due corazzati però non accennavano a gettare la spugna, e caricarono Manuel ad una discreta velocità. Tre piccole aeronavi sfrecciarono nel cielo, segnando tre grandi esplosioni, delle quali una andò a colpire delle abitazioni. Quei pochi secondi di distrazione costarono a Manuel un pugno metallico di sole tre dita nello stomaco, che lo fece volare quasi trenta metri lontano. Tornò a fissare i due umanoidi meccanici, che erano tornati a caricarlo a tutta velocità. Alzò i pugni, per difendersi.
Il primo pugno scattò con una velocità impressionante, probabilmente azionato da un meccanismo a molla. Manuel però riuscì a schivarlo, e colpì con un pugno le giunture che corrispondevano al gomito del gigante. Alcune scintille brillarono nel cielo, ed il braccio del berserker si piegò verso il basso, irrimediabilmente rotto. Manuel schivò il pugno sferrato dal secondo, ed indietreggiò tenendosi la mano, dolorante. Le bende erano macchiate di rosso. Il berserker con il braccio rotto aprì uno sportello vicino all'"occhio" del corazzato, e da esso uscì un cavo metallico, sparato a tutta velocità, che si conficcò nella gamba di Manuel, perforandola da parte a parte e facendolo urlare di dolore. Poi si aprì come un'ombrello, agganciandosi al polpaccio del ragazzo. L'umanoide meccanico afferrò il cavo con la mano che gli rimaneva, e sollevò Manuel da terra, tenendolo a testa in giù. L'altro sferrò un pugno, che colpì Manuel in faccia, rompendogli il naso ed inondandolo di sangue. Il secondo pugno, sempre dallo stesso mezzo, fu bloccato da uno sforzo sovrumano di Manuel, che lo respingeva con entrambe le mani. La punta affilata della dita gli stava tagliando i palmi delle mani, e l'odore di sangue ormai impestava tutta l'aria circostante. Manuel, raccogliendo le sue ultime energie, spezzò due dita all'armatura gigante. Una la conficcò nel vetro rosso del berserker che lo teneva sospeso in aria, macchiandolo di un altro rosso, più macabro e spento. L'altro lo usò come coltello per tagliare quel filo di ferro che lo teneva a mezz'aria come un salame. Precipitò al suolo, imitato pochi secondi dopo dal primo corazzato. L'altro aveva ancora una mano intera, ed un'altra con un dito solo... Poteva ancora essere micidiale. Manuel aveva ancora in mano la corda. Il gigante sferrò un altro pugno, e Manuel ne approfittò per agganciare il filo metallico al braccio del robot, e tirò con tutta la sua forza. Il mostro cadde con la faccia a terra, con un tonfo sordo. Manuel, con la gamba ancora sana, pestò il braccio che aveva agganciato, staccandolo quasi completamente dal corpo del gigante. Con un braccio solo era un'impresa alzare un affare così ingombrante, e Manuel ebbe il tempo di saltare sulla sua schiena. Prese il dito-pugnale con entrambe le mani le colpì ripetutamente la parte anteriore del corazzato. Prima la ammaccò, poi la ammaccò di più, poi creò un varco con la punta del dito meccanico. Gettò via la sua "arma" ed affondò le dita nel buco creato. Con uno sforzo inumano, Manuel "scoperchiò" letteralmente il corazzato, una lamiera dopo l'altra, procurandosi tagli sulle dita e sui palmi delle mani, già parecchio insanguinati da prima. Alla fine trovò il corpo del pilota, che ora tentava freneticamente di slacciarsi tutte le cinture di sicurezza ed i meccanismi che lo legavano alla macchina. Il ragazzo lo afferrò per i fianchi, e lo estrasse dalla cabina, senza togliere nè cinture, nè meccanismi vari. Un braccio del pilota era incastrato in quello che sembrava un tubo, che probabilmente controllava le azioni del braccio. Ma Manuel non aveva certo tempo per estrarlo gentilmente: uno strattone violento, il rumore sordo di un osso che si rompeva, le urla del pilota, e poi il pilota che veniva scaraventato dentro alla vetrina di un negozio e perdeva i sensi.
Manuel ora ansimava furiosamente, sempre sopra il berserker. La vista si annebbiava e le palpebre diventavano pesanti. Le gambe cedettero, e lui cadde sul terriccio rosso, che si mischiò al sangue ed entrò nelle ferite ancora aperte del giovane.
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Ecco il secondo berserker che cade, quasi tagliato a metà dalla pesantissima quanto letale Excalibur di Zack. L'ultimo rimasto osservava impotente i resti dei suoi due compagni a terra, e tentò di difendersi svuotando addosso a Zack i caricatori di entrambi i cannoni gatling che montava al posto delle mani. L'abile spadaccino fece roteare la spada, accompagnato da un'intensa aura bluastra, e bloccò tutti i proiettili. Si avvicinò con uno scatto al corazzato, saltò, e con un colpo deciso gli conficcò la spada nel cranio. Atterrò elegantemente in piedi, con un mezzo sorriso stampato in bocca. La folla lo acclamò, e lui rispose con un'alzata di pollice. Poi si rese effettivamente conto della folla.
Zack: Ma che fate qui?!? E' pericoloso, andatevene!!
Uomo: Finchè un Guerriero della Luce ci protegge...
Zack: Non posso essere OVUNQUE!! Oh, santo ciel... Izzy!
La ragazza era appena uscita dalla locanda, ed aveva un'aria spaesata, aveva un vago sorriso stampato sulle labbra. Però sorprese tutti, perchè le bastarono un paio di secondi per guardarsi intorno e rendersi conto di quello che era successo. Assunse un'espressione più seria, e si rivolse a Zack.
Izzy: Zack... Che ci fanno loro qui? -Indicava la folla- E' pericoloso!
Zack la osservò stupito. Allora, se serviva, era in grado di essere anche seria...
Zack: Hai ragione. Portali via da qui, io penso a tenere occupati gli Imperiali.
Uomo: NON ESISTE!
Uomo: E' vero, vogliamo COMBATTERE!
Uomo: Si, dobbiamo difendere Cornelia! Ora basta guardare mentre il povero Guerriero Zack se la sbriga da solo... Dobbiamo aiutarlo!
Zack parve pensarci.
Zack: Non posso impedirvelo... Ma almeno le donne, i vecchi ed i bambini... Andate a casa...
La folla mormorava.
Uomo: Combatterà solo chi è maschio ed ha compiuto i vent'anni, ma non oltre i sessanta! D'accordo? Gli altri... A casa! Seguite... Ehm... Isabelle!
Zack lo guardò, era il locandiere. Poi guardò l'orizzonte preoccupato: un'orda di soldati stava avanzando, e nel cielo si stagliava un'enorme aeronave, un incrociatore da battaglia verde militare, con i cannoni puntati in avanti.
Zack: D'accordo, fate come volete, ma SBRIGATEVI!!
Izzy scortò gli abitanti con meno di vent'anni, i vecchi e le donne in un luogo più isolato, lontano dalla battaglia, e gli altri avanzarono, brandendo martelli, forconi e bastoni vari. Si fermarono dietro a Zack. Questi sospirò.
Zack: Ok, siete pronti? CARICA!!
I due eserciti avanzavano l'uno verso l'altro. Stavano per scontrarsi, quando un pipistrello rosso letteralmente precipitò fra le due fazioni, e si divise in tre. Uno era un ragazzo con i capelli neri, e gli occhi ed il mantello dello stesso, spaventoso rosso sangue. Il secondo era un cavaliere con l'armatura bianco-azzurrina, i lunghi capelli biondi e gli occhi grigi. Il terzo era un fagotto di forma umana, completamente coperto di sangue. Vincent raccolse il fagotto, e si avvicinò a Zack, che mano a mano che si avvicinava, riconosceva un Manuel completamente sfregiato fra le braccia di Vincent.
Zack: Manuel!
Vincent: E' ancora vivo. Ha distrutto due berserker... A mani nude.
Zack: A mani...?
Vincent non aggiunse altro, e rivolse lo sguardo verso il centro del campo di battaglia, dove Cecil si era appena rialzato in piedi. Alzò le braccia al cielo, ed urlò in modo che tutti lo udissero.
Cecil: FERMI!! SMETTETE DI COMBATTERE!! C'E' STATO UN MALINTESO!!
Una voce mielosa sembrò scendere dal cielo, pronta a ribattere.
????: Scusami, Cecil, ma perchè dovrebbero fermarsi?
Cecil: Ma che... HOJO?!?
Senza che nessuno se ne accorgesse, l'incrociatore era arrivato proprio sopra di loro, ed ora calava una specie di ascensore. Sull'ascensore c'era un uomo che sembrava piuttosto anziano. Aveva dei lunghi capelli neri, raccolti in una coda, e dei grossi occhiali ad oblò erano posati davanti a dei piccoli occhi neri, lucidi come scarafaggi. Era vestito con un costoso e vistoso vestito decorato anche con gemme preziose. Indossava un basco azzurro con una piuma rossa e gialla. Sul petto aveva un grosso ciondolo con una bilancia d'argento decorata.
Hojo: Si, sono proprio io. Sorpreso?
Cecil: No, a dir la verità immaginavo che ci fossi tu, dietro a tutto questo... Ordina all'esercito di ritirarsi immediatamente, Zack Fair è innnocente!
Hojo: Non credo proprio... -Estrasse un pacco di fogli- ... Sai cosa sono questi? Sono rapporti. Tuoi rapporti. Ed... Indovina un po'? Sono tutti contraffatti...
Cecil: Perchè quelle persone erano innocenti! Ed il vostro regime ormai le aveva condannate... Tu sei un carnefice, Hojo.
Hojo: Cecil, lo sai cos'è questa? -Questa volta indicava il medaglione.
Cecil: Un medaglione di... Platino. Probabilmente hai saccheggiato un villaggio solo per...
Hojo: Questa bilancia... Significa Giustizia. Io ce l'ho, e posso fare la mia Giustizia.
Cecil: La Giustizia è di tutti! E Hojo, tu... Sei un... Un vile.
Hojo: Oh, ma sentilo! Sono un
vile. Ah, ah! Ne hai altre da dire? Anche se te lo sconsiglio, vista la tua posizione...
Cecil: La mia... Posizione?
Hojo estrasse quasi dal nulla un foglio di carta giallognola dall'aria importante.
Hojo: Decreto n°665: l'Imperatore Apollo VII, alla luce della violazione della legge n°342 riguardo alla contraffazione di documenti ufficiali, decreta che il comandante Cecil Harvey è sollevato dal suo incarico. E dovrà pagare una penale... Bla, bla, bla.
Cecil: Ma... Co... COSA?!? Hojo, sarei pronto a scommettere che questa faccenda è tutta opera tua.
Hojo: Hai vinto la scommessa, ex-comandante Cecil. Certo, non è stato facile convincere l'Imperatore, ma in fondo è un uomo ragionevole, e sono riuscito a persuaderlo...
Cecil: Tu sei... Tu sei... La creatura più spregievole di questo pianeta... Che gli Dei abbiano pietà della tua anima. Ho solo una domanda. La penale che devo pagare... Perchè...?
Hojo: Oh, così, pensavo di farmi una villa dove c'era Gongaga... Sai, è davvero un bel posto, c'è la spiaggia.
A quel punto Zack sfoderò la spada, e la puntò contro Hojo. Fece qualche passò, ma Cecil lo bloccò.
Cecil: Zack. Per favore. Ho bisogno del tuo aiuto.
Zack: Lui ha... Gongaga... Lui non...
Non riusciva a formulare una frase di senso compiuto, la rabbia gli deformava il volto.
Cecil: Zack, per favore... Ho bisogno che tu e Vincent vi occupiate dell'esercito... -Sguainò la sua lunga spada perlacea- ... A questo
traditore ci penso io...
Hojo: Ah, ah! Mi stai forse sfidando, Cecil?
Cecil: Precisamente.