Varie The Union

Odstarva

Ashaad Nehraa Talan
Episodio XXIX

Zack:... Buon giorno...
Manuel: 'Giorno.
Izzy: Ciao... Come va ora? Meglio?
Zack tentò di mettersi seduto. Provò dolore alle costole, ma tutto sommato sopportabile, e riuscì a sedersi, appoggiando la schiena all'albero che avevano proprio dietro. Ogni singolo osso del suo corpo era dolorante, ma in effetti iniziava a riprendersi. Ora, se non altro, sentiva gambe e braccia, e riusciva a muoverle.
Zack: Sì, molto meglio. Sei stata tu?
La ragazza mise le mani a cerchio davanti a sè, e fra di esse si materializzò una sfera di quello che sembrava plasma verde.
Zack: Magia Bianca?
Izzy: Sì. Era un Energiga.
Zack: Grazie tante. Ti devo la vita.
Lei arrossì, e scosse la testa, come per dire che non importava, che salvava vite ogni giorno, che per lei era normale ormai. Zack continuava a fissarla negli occhi, prima riconoscente, poi con rinnovata curiosità.
Zack: Credo... Di averti già visto, da qualche parte. Accidenti, se non fosse per quell'amnesia... Anche il tuo nome non mi suona nuovo.
Si passò una mano fra i capelli, pensieroso. Lei alzò gli occhi, e stette a fissare le nuvole per alcuni minuti. Poi li abbassò, con aria leggermente delusa.
Izzy: No, nulla. Non riesco a ricordare nulla, mi dispiace...
Zack: Non ti preoccupare! Prima o poi ci verrà in mente...
Zack fece mentalmente una lista dei luoghi dove poteva averla incontrata. Bar, alberghi, piazze... Poi si fermò di colpo. Si rese conto di aver appena fatto un sogno importante a dir poco, e di aver appena visto la sua lama brillare e congelare il terreno. Forse era il caso che riflettesse su questo, e lasciasse Isabelle a più tardi. D'altro canto non era una cosa così importante, se proprio non se lo fosse ricordato pazienza, l'avrebbe "conosciuta" un'altra volta. Magari anche meglio di come l'aveva conosciuta quella prima volta, che neppure ricordava. Così iniziò a pensare alla distrutta Gongaga, e alle parole di Cloud e del suo maestro. Avevano ragione: lui era un eroe, non poteva mollare così. E anche se avesse mollato, cosa avrebbe concluso? Nulla, anzi. Avrebbe reso vane le morti dei suoi amici e parenti. Poi pensò alle parole di Vincent, e a quello che era successo a lui e a Isabelle. A quanto pareva erano diventati Guerrieri della Luce, ed ora che Vincent lo aveva spiegato, aveva finalmente capito di cosa fosse diventato l'erede. La potenza dell'inverno, e le straordinarie abilità di Cloud, ora gli appartenevano. E doveva usarle per sconfiggere il Chaos. Beh, era già qualcosa, in fondo. Almeno non girovagava più in giro per il mondo a casaccio, ora aveva uno scopo. Ma dove trovare questo "Chaos"? E dove trovare gli altri due Guerrieri della Luce?
Manuel invece stava ripensando a Lucy. Si toccò le labbra, non poteva credere di stare per baciarla. Provò un improvviso istinto omicida nei confronti di Zack. Non poteva aspettare un altro po', prima di fare la sua apparizione? E anche lui... Cosa glielo aveva fatto fare, abbandonare lì Lucy, e lanciarsi ad aiutare Zack? Era stupido, senza senso... Eppure era stata un'azione istintiva ed inevitabile. Qualcosa era scattato nella sua testa, che diceva "Lasciala, vai da Zack...", e lui aveva ubbidito come un burattino. Se ci pensava ora... Ma sì, è logico. Lui aveva sempre amato Lucy, fin da quando aveva accettato la sua proposta di amicizia. Da quel momento, non era più riuscito a fare nulla senza di lei, se ne era innamorato. Si, certo, è ovvio. Non poteva essere altrimenti.
Isabelle era l'unica che non pensava praticamente a nulla, stava osservando la forma delle nuvole. Quella assomigliava ad un pesciolino. Quella ad una farfalla. Quella lì ad un cane. Senza accorgersene cercò la mano di Zack. Quando la tocco, lo spadaccino sobbalzò, e perse tutti i pensieri che stava facendo, a proposito della sua nuova missione. Poi si accorse che era solo Isabelle, che nel frattempo si era resa conto di quanto era successo, ed era arrossita violentemente.
Zack:... Sì?
Izzy: Oh, ecco io... -Muoveva le dita della mano freneticamente- ... Non... Non trovi che quella nuvola assomigli ad un chocobo?
Zack osservò la nuvola, fingendosi molto interessato, poi sorrise e le prese la mano che stava muovendo nervosamente.
Zack: Hai ragione, sembra proprio un chocobo...
Poi rise, ma dovette rinunciare, per colpa degli addominali che ancora reclamavano di stare in pace. Inutile dire che Manuel si sentiva terribilmente escluso e solo. Perchè Lucy era sparita a quel modo quando aveva visto Zack? Forse si era spaventata... No, improbabile. Doveva essere successo qualcosa, ma al momento Manuel non aveva nessuna voglia di tornare nella foresta. Era lo stesso irrazionale istinto che gli aveva detto di andare ad aiutare Zack, piuttosto che baciare Lucy. Non si rispose quando si chiese perchè ancora desse retta a quella vocina, fatto sta che lo teneva incollato al terreno quasi come se ci fosse qualcuno che lo spingeva giù.
E così rimasero lì, ognuno immerso nei propri pensieri, per ancora un paio d'ore. Poi Zack decise che ormai era in grado di muoversi, e mosse qualche passo verso il laghetto davanti alla quale Manuel e Lucy stavano per baciarsi.
Manuel: Ehi, aspetta! -Zack si fermò- Ho visto dei pesci sul fondo, e non sembravano amichevoli.
Zack nel frattempo aveva estratto il suo spadone, l'Excalibur.
Zack: Oh, non ti preoccupare di questo... Mi so difendere.
Izzy: Ma sei in grado di usarlo? Voglio dire... Un conto è sapersi muovere, un altro è saper combattere. Ce la fai?
Zack sorrise ed alzò il pollice. Poi continuò a camminare verso il laghetto. Isabelle si alzò.
Izzy: Mmh... Meglio che vada con lui... Ti dispiace Manuel?
Manuel scosse lentamente la testa, ed Isabelle seguì Zack, chiamandolo a gran voce.
Manuel rimase di nuovo solo. Ma non era molto lontano dal laghetto, e poteva sentire benissimo tutto quanto.
Izzy: Zaaack! Dove... AAAAH! -Il rumore di qualcosa che cade in acqua- ZACK! Ih, ih... Guarda, mi hai bagnato tutto il vestito!
Si sentì il rumore di qualcos'altro che cadeva in acqua.
Zack: Te li ho sporcati di sangue, il minimo che possa fare è lavarteli... Ah, ah, ah!
Rumore di schizzi, risate, acqua che si muove velocemente, risate, risate... Poi più nulla. Manuel si premette le mani sulle orecchie, quel silenzio faceva molto più rumore di ogni risata, pensò. Probabilmente stavano...
Manuel: AARGH!
Una mano lo aveva afferrato per il collo della maglietta, ed ora lo trascinava via. Manuel tentò di divincolarsi, ma inutilmente. Era una presa molto salda. Poi sentì un'altra mano che lo prendeva sul fianco, sempre della stessa potenza dell'altra, che lo scaraventò in aria. Il ragazzo cadde in acqua pesantemente, facendo più schizzi di una balenottera azzurra. Si rialzò sputacchiando, l'acqua era bassa. Guardò il suo aggressore: era Zack, che ora aveva il fiatone. Evidentemente non si era ancora ripreso del tutto.
Zack: Allora? Com'è l'acqua?
Manuel ebbe un piccolo, veloce scatto di felicità.
Manuel: Perfetta...
Rimasero in acqua quasi tutto il giorno, e verso sera decisero di accamparsi nel bosco. La notte passò rapida e senza incubi, per una volta, e venne mattina dopo quelli che sembrarono pochi secondi.
Manuel aprì gli occhi a fatica, e si alzò. Zack era in piedi, e faceva esercizi di stratching, con la spada già caricata sulla schiena. Ripensò al pomeriggio prima. Era passato velocissimo, tutto il giorno in acqua, a schizzarsi. Manuel non aveva sentito altro bisogno, se non quello di rispondere agli attacchi di Zack e Isabelle, ed erano andati avanti tutto il giorno così. Senza pensieri per una giornata. Contrariamente a quanto credesse Manuel, era straordinariamente bello lasciarsi andare così. Cercò anche Isabelle, e la vide china sull'erba, che selezionava con cura alcune erbe, e le metteva in una piccola borsa che teneva appesa alla vita.
Zack: Buon giorno Manuel! Dormito bene?
Lui si strofinò gli occhi, e si passò le mani fra i capelli sbadigliando. Anche Isabelle si alzò.
Manuel: Mmh... Sì...
Izzy: Ciao! -Zack si voltò a guardarla.
Zack: Sei pronta? Siete pronti?
I due ragazzi annuirono, e Zack smise di stiracchiarsi. Iniziò a camminare dritto davanti a sè, dalla parte opposta rispetto al punto da dove erano scappati la sera prima. Mentre camminavano, Zack parlava.
Zack: Prima tappa, allontanarsi da qui. Ci siamo rimasti troppo tempo. Non dimentichiamoci che sono un ricercato, e se volete stare con me dovete abituarvi... -Rise per un po'- ... Secondo, dobbiamo trovare una città, per orientarci e capire dove siamo. Terzo... Beh, dipende da dove saremo finiti.
I tre iniziarono a camminare sull'erba umidiccia. Il sole ancora basso li colpiva da est. Il profumo dell'aria inebriò le narici dei tre eroi, caricandoli di energie positive. Una bella giornata.
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Episodio XXX

I tre ragazzi camminarono per tutta la mattina, guidati da Zack in direzione nord, attraverso le colline.
Zack procedeva velocemente, come se sapesse realmente dove stava andando; Manuel era subito dietro di lui, immerso nei propri pensieri. Isabelle invece era l'ultima e ogni tanto si fermava, facendosi distrarre da importantissimi dettagli come un fiore, un insetto o una foglia dalla forma particolare. Rimaneva a contemplare quel dettaglio per diversi minuti, dopodichè correva verso i due ragazzi davanti a lei, che molto spesso si fermavano chiedendosi cosa l'avesse fermata. Al quarto stop Zack pensò che forse non era casuale.

Zack: Sei stanca? Vuoi fare una pausa?

Izzy: Oh.. io.. no, no! C'era un insettino con almeno cinque zampe.. era così carino, volevo dargli un'occhiata!

Zack: Insettino?

Izzy: Sì, sì, guarda!

La ragazza prese il braccio di Zack e lo tirò indietro, obbligandolo a tornare verso quel piccolo insignificante insetto. Zack cercò di mostrare interesse, ma non gli riuscì molto bene

Zack: Ohhh sì, certo.. è veramente un bell'insettino...

Izzy: VERO?! Guardalo, è lì che non sa dove andare, poverino.. adesso gli do una mano!

Zack: ..ma...

Izzy: Oh no! E' volato via! Beh, pazienza, sarà per un'altra volta..

Zack si mise a ridere. In fondo anche Isabelle sapeva accettare le sconfitte, anche se si trattava di una cosa insignificante come un insetto a cinque zampe e dotato di ali.
Manuel in tutto questo rimase fermo a osservare le importantissime azioni dei suoi due compagni; non che si volesse distaccare per forza, ma la sua mente stava galoppando in discorsi che l'avevano portato praticamente su un altro piano di esistenza. Continuava a ripensare a Lucy e a quanto si sentisse solo senza di lei; in effetti quella ragazza era l'unica superstite insieme a lui del suo villaggio, quindi poteva affermare senza paura di sbagliare che Lucy era praticamente la sua famiglia. Un'altra cosa a cui pensava era il rapporto che si stava pian piano costruendo fra Zack e Izzy: frequentemente si scambiavano sguardi complici, sorridevano l'uno all'altra, si prendevano per mano... Naturalmente se avesse chiesto a uno dei due cosa ne pensavano, avrebbero negato anche sotto tortura; probabilmente non se ne erano ancora resi conto, ma Manuel l'aveva capito fin troppo bene: stava nascendo un amore. E questo gli iniziava a dare fastidio, parecchio fastidio.. e non riusciva a capire perchè. Forse, pensava, perchè gli ricordava la sua solitudine.. o forse perchè.. dopo un po' di tempo a rifletterci, Manuel ammise a se stesso la verità: sì, era geloso. Ma non geloso dell'amore in sé. Era geloso in un altro modo. Era geloso di Zack, ma non perchè si stava innamorando. In fondo il neo-erede dell'Inverno era stata l'unica persona oltre a Lucy che aveva -qualche volta- mostrato interesse verso di lui... A Manuel dava molto fastidio che ora Zack costruisse un rapporto presumibilmente più profondo con un'altra persona, perchè.. perchè... non se lo sapeva spiegare. Il reale motivo era più profondo e meno egoistico di quanto sembrasse, Manuel aveva paura. Anzi, terrore. Il terrore di rimanere solo.
Certo gli avvenimenti che avevano coinvolto Zack non aiutavano, visto che era stato proclamato Guerriero della Luce, la sua spada si era trasformata in qualcosa di sovrannaturale, stava trovando l'amore e aveva un'importante missione per cui vivere. Manuel si fermò improvvisamente, mentre Zack e Izzy lo precedevano in una zona alberata. Rimase immobile, congelato dal pensiero improvviso che lo fece impallidire: lui cosa aveva? Perchè stava seguendo Zack e Izzy? Cosa aveva intenzione di fare?
Come se avesse sentito la domanda, Zack, che stava prima parlando con Izzy di un altro importantissimo insetto notato dalla ragazza, si fermò improvvisamente e si voltò verso Manuel. La ragazza non capì esattamente cosa stava succedendo, ma vide Zack camminare deciso per raggiungere il ragazzo dai capelli castani. Izzy voleva chiedere qualcosa a Manuel, tipo “cosa c'è che non va”, ma comprese dai gesti di Zack che voleva risolvere la questione lui, personalmente.

Zack: C'è qualche problema?

Una domanda che irruppe nei pensieri di Manuel come una valanga irrompe su una pista da sci.
Ci fu un secondo di silenzio, dopodichè lo spadaccino continuò

Zack: Sì, c'è qualche problema. Te lo si legge negli occhi che c'è qualcosa che non va. E non dire di no, sai!

Il tono era abbastanza autoritario, perchè Zack era così sicuro di aver ragione da non voler trovarsi davanti a un muro di scuse inventate su due piedi. Il suo amico aveva qualcosa. E di qualsiasi cosa si fosse trattato, in due sarebbe stato sicuramente più facile risolverlo.
Manuel tuttavia avrebbe preferito morire all'istante piuttosto che rivelargli il reale contenuto dei suoi pensieri: allora che Zack l'avrebbe probabilmente mandato a quel paese e allontanato definitivamente; non poteva assolutamente permetterlo. Decise di rispondere con una mezza verità, evitando accuratamente ogni riferimento alla gelosia.

Manuel: ...sì.. mi.. dispiace per il tuo paese. So cosa si prova a perdere tutto e non avrei mai voluto che qualcun altro provasse il mio stesso dolore.

Il suo tono fu così convincente da quasi convincere addirittura se stesso. In effetti gli dispiaceva per Gongaga, gli dispiaceva sul serio, ma non a certo a quei livelli.
Zack incrociò le braccia, lasciando intravvedere l'aura scintillante e gelida di Excalibur, e sorrise.

Zack: Lo so. E' stata una dura perdita per entrambi.. Gongaga e il tuo villaggio.. non meritavano questa sorte. Ma non possiamo certo arrenderci e abbandonare tutto, vero?

Zack tese la sua mano, afferrando quella destra di Manuel, e gliela strinse con un vigore quasi divino.

Zack: Non ci fermeremo qui. L'onore ce lo comanda. E' la nostra stessa amicizia che ce lo comanda!!

Quelle parole furono un fulmine a ciel sereno per Manuel; improvvisamente tutti i suoi pensieri si interruppero, le sue costruzioni mentali crollarono e il ragazzo potè vedere una grande luce nelle tenebre dei suoi problemi: era la stessa luce che brillava negli occhi di Zack, e che ora stava penetrando nella sua anima attraverso i suoi iridi verdi.
“E' questa dunque.. la luce.. la forza di un Guerriero della Luce?” pensò, mentre ne veniva invaso, al punto di far passare l'incontro con Lucy in secondo piano.
Una voce femminile si fece sentire subito dopo

Izzy: Ben detto Zack! E non dimenticatevi di me, eh!! Anch'io farò la mia parte!!

Zack si voltò verso la ragazza e le sorrise. Sapeva perfettamente che Izzy era d'accordo con lui,su questa e su molte altre cose. Manuel non rispose nulla, se non un impercettibile

Manuel: ..va bene. Andiamo... amico

Rinfrancati da quella sosta, quantomeno sul piano spirituale, Zack Izzy e Manuel si addentrarono nel bosco; era ormai pomeriggio, ma il sole brillava potente nel cielo, arrivando a superare le fronde degli alberi e illuminare perfettamente il sottobosco. La cosa stupì Izzy, che rimase estasiata dai riflessi colorati di un ambiente che lei conosceva bene essere normalmente in penombra. Zack e Manuel non ci fecero invece molto caso, per loro in fondo un bosco era solo un insieme di alberi. Per Izzy era ben diverso: sentiva qualcosa nel profondo che la legava alle piante, agli arbusti, alla terra, alle sterpaglie, ai funghi e a tutte le altre componenti della natura. La ragazza si trovava perfettamente a suo agio in quell'ambiente, probabilmente per via del potere del suo cristallo. In effetti l'energia spirituale accresceva al di fuori della ragazza ad ogni passo che intraprendeva in quel luogo, e Zack se ne accorse. Manuel se ne accorse soltanto quando Izzy inciampò in un rametto seminascosto, andando a sbattere contro la schiena di Zack, e vide una scintilla di pura luce apparire al contatto fra la ragazza e l'Excalibur, come se due immani forze si fossero appena toccate.

Izzy: Oh, scusa.. sono inciampata!

Zack le sorrise, la prese per mano e la invitò a seguire i suoi passi. Manuel proprio non riusciva a spiegarselo: sembravano due pentole a pressione, pronte a scatenare un inferno se si fossero trovati l'uno contro l'altra.. eppure si cercavano sempre, volevano rimanere sempre in contatto, ad ogni costo.
Dopo un paio d'ore percorse in direzione nord, Zack, Manuel e Izzy raggiunsero una radura; niente di particolare, uno spiazzo d'erba di circa quattrocento metri che interrompeva la fila di alberi. L'unica cosa degna di interesse era un cartello di legno, piantato al centro di quella radura, che indicava verso est. Zack si avvicinò e lesse ad alta voce la scritta sul cartello:

-Cornelia, Città del Guerriero del Sole. Km 2-

Manuel: Guerriero del Sole?

Izzy: Sì. Uno dei quattro Guerrieri della Luce dell'antichità. Il più potente per essere precisi.

Manuel: Ah..che facciamo?

Zack: Andiamoci!

Manuel: E perchè?

Izzy: Il Guerriero del Sole fu quello che sigillò il Chaos secoli prima di noi. Potrebbe essere istruttivo. E poi non abbiamo altra destinazione..

Zack: Scusa ma.. come fai tu a sapere tutte queste cose sul Guerriero del Sole?!

Izzy: Io.. oh, non lo so. Del resto stavo pensando che.. oh caspita. Mi sono dimenticata..comunque, non lo so!

Zack: Ma come non lo sai?!

Zack rimase interdetto. Certo che quella ragazza era proprio strana. Era proprio per quello che stava cominciando ad amarla.
 

Odstarva

Ashaad Nehraa Talan
Episodio XXXI

Zack era davanti ai suoi due compagni, e stava marciando con aria decisa verso la loro prossima meta: la città del Guerriero del Sole. Isabelle trotterellava dietro di lui, fermandosi di tanto in tanto per non farsi sfuggire dettagli di vitale importanza, come insetti e fiori. Manuel camminava dietro di loro, con la testa leggermente china in avanti, ed i ciuffi dei suoi ribelli capelli castani che gli cadevano sugli occhi. Indossava la sua maschera di apparente serenità, come al solito. Zack canticchiava qualcosa a bassa voce, ogni tanto spuntavano parole come "Cuore... Gongaga... Casa...", mentre procedeva senza pensare troppo. Basta, era ora di riposare il cervello, ci sarebbe stato tempo per pensare, più avanti.
Isabelle invece era libera e spensierata, come sempre. Non aveva tutti i crucci dei due compagni, avendo perso la memoria. Prima o poi le sarebbe venuto in mente qualcosa, ma perchè sforzarsi? In quel poco tempo nella quale aveva goduto della compagnia di Manuel e Zack si era fatta delle idee ben precise su di loro. Il primo era taciturno e solitario all'apparenza, ma avvertiva in lui una notevole sensibilità interiore. Il secondo era solare ed espansivo, divertente e simpatico, sensibile, gentile, forte e... Carino. Ah, sì, se ne stava innamorando. Sì, era sicuramente così. Isabelle non era il tipo da farsi certe domande. Ne era attratta come una calamita, e la sua presenza la faceva sentire a casa. Era innamorata, punto.
Manuel... Pensava a Lucy, anche se nella sua testa c'era come una vocina che lo invitava a smetterla di pensare a lei. Ma non poteva evitarlo. I suoi pensieri tornavano continuamente su di lei. Le sue labbra, i suoi occhi glaciali, i suoi capelli biondi... Avrebbe voluto averla lì con sè, stringerla, abbracciarla, baciarla, abbandonarsi a lei. Per un attimo provò l'irrazionale impulso di mettersi ad urlare il suo nome a squarciagola, ma come la maggior parte dei suoi pensieri, restò solamente nella sua testa.
Zack: Eccoci! Cornelia!
Manuel ed Isabelle alzarono gli occhi al cielo, e videro una città vivace e colorata. Gli abitanti camminavano lentamente, perlopiù con il sorriso stampato in faccia. Chiaccherando, facendo i loro lavori. Isabelle sorrise estasiata, mentre Manuel accennò qualcosa di simile.
Cornelia, la città del Guerriero del Sole.
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Una squallida casa di legno con le pareti ammuffite era la dimora di una figura incappucciata e con le maniche talmente lunghe da coprirgli le mani. Nessuna parte del corpo di quell'essere, presumibilmente umano, era visibile. La porta dello stesso legno marcio delle pareti si spalancò, minacciando di finire in frantumi, ed entrò un ragazzo sui vent'anni, pallido e magrissimo. Indossava un mantello rosso sangue, e dei bizzarri stivali dorati a punta.
Vincent: Mi volevate vedere, signore?
Vincent si aspettava di essere stato convocato per essere rimproverato di aver aiutato Zack a fuggire dalla struttura nella quale era prigioniero, però riusciva a nascondere benissimo la sua preoccupazione dietro una faccia impassibile e seria.
Profeta: Si, Valentine. Delle fonti ci informano che il fuggiasco Zack Fair -la mandibola di Vincent si contrasse- si trovi ora a Cornelia. Vorrei mandare una pattuglia per catturarlo ed interrogarlo, ma Cornelia è molto lontana, servirebbe una disponibilità economica non indifferente. Ora, possiamo tranquillamente farcela, ma prima vorrei che tu andassi in ricognizione, e confermassi l'effettiva presenza del soggetto.
Vincent: Sì, d'accordo. Vado subito.
Si avviò verso la porta e l'apri. Non fece in tempo a rincuorarsi del fatto che il Profeta non avesse accennato nulla riguardo al suo salvataggio, che quest'ultimo lo fermò sulla soglia della porta.
Profeta: La prossima volta che salvi qualcuno di importante... Preferirei che lo portassi qui.
Vincent: Sì.
Profeta: Ci avviciniamo sempre di più, Valentine. E' tempo di decidere se credi davvero.
Vincent annuì, e se ne andò. Appena fuori, spiccò un balzò, e sparì in un groviglio di stoffa rossa. La sagoma color sangue (vagamente riconducibile ad u pipistrello) decollò nel cielo azzurro, lasciando dietro di sè un'alone trasparente del medesimo colore. Volava veloce, molto più di qualsiasi macchina inventata dall'uomo. In un batter d'occhio poteva raggiungere qualsiasi luogo. Sulla strada (a circa venti chilometri da Cornelia) incrociò una macchina volante. Era completamente verde militare, rozza e compatta, era composta da un blocco centrare trapezioidale, con un grande vetro trasparente sul davanti, e due blocchi rettangolari per i propulsori. Vincent rallentò la sua corsa, ed affiancò l'aeronave. C'era lo stemma imperiale, una bilancia grigia, simbolo di giustizia. Vincent fece una smorfia, non ricordava di aver mai nemmeno sentito parlare di un singolo atto giusto di quel governo.
Da quando la Piaga Nera era apparsa, avevano distrutto centinaia di città di innocenti, con la scusa di "aver trovato la Piaga Nera". Ma in realtà era solo per far vedere al popolo che effettivamente stavano facendo qualcosa. E poi stavano sfruttando il pianeta all'inverosimile, estraendo energia per le loro macchine. E parlando delle "loro macchine" non ci si riferisce solo a quegli esoscheletri corazzati ed agli altri velivoli (bellici e non), ma anche ai laboratori avanzatissimi pieni di attrezzature che ormai erano ad ogni angolo, e sfornavano ogni giorno nuovi marchingegni, o esseri come i Tonberry. Ed ora il pianeta si stava ribellando, giustamente.
Vincent si era unito alla Piaga Nera, con la speranza di essere davvero in grado di fare qualcosa. Ma ora aveva capito che il Profeta era solo affamato di potere personale, e non era migliore dell'Imperatore. Per ora gli stava vicino, fingendosi fedele per riuscire a tenere sotto controllo l'andamento generale di quello che succedeva fra Pianeta-Impero-Piaga Nera, ma effettivamente non credeva più molto nel Profeta. Però non sapeva se era pronto ad andarsene sul serio.
Il giovane vampiro passò oltre il simbolo della bilancia, e sorpassò anche la scritta Cougar -Production Model. Arrivò vicino ad una grata sigillata. La forzò ed entrò in un uno stretto cunicolo, probabilmente un condotto dell'aria. Scivolò sulle lamiere di metallo (ancora trasformato in quel groviglio di stoffa simil-pipistrello), fino a quando vide un'altra grata, sotto di lui. Spiò giù, e tese le orecchie. C'erano tre soldati. Uno era in piedi, sull'attenti, e gli altri due erano seduti ai posti di comando, tenendo la cloche. Tutti e tre indossavano un'armatura grigio chiara total-body, ma mentre quella del soldato in piedi aveva i bordi celesti, quella dei due seduti aveva i bordi rossi. Inoltre quella dei due seduti, sulla spalla destra aveva una specie di spallina dorata aggiuntiva, con due tacche. Indicava il grado, si disse Vincent, erano due sergenti.
Soldato: Signore! Le Armature d'Assalto sono state equipaggiate, e le abbiamo messe in stand by.
Sergente 1: Bene, soldato. Ora imposta il bersaglio, in modo che lo riconoscano anche in mezzo alla folla. Ecco, questa è la scheda dei dati personali di Zack Fair, e quest'altra è di Manuel Viridis.
Soldato: Sissignore!
Detto questo, uscì dalla porta.
Sergente 2: Credo che ci divertiremo, a Cornelia... Quante Armature d'Assalto abbiamo portato?
Sergente 1: Oh, puoi scommetterci che ci divertiremo. Quei due non hanno speranza contro quindici Armature.
Scoppiarono a ridere, e non si accorsero che dalla grata del condotto di aerazione stava scendendo una specie di vento rosso, che pian piano li avvolse, entrando nelle loro narici, nelle bocche, nelle orecchie. L'ossigeno nella stanza era aumentato esponenzialmente, e loro continuarono a ridere, senza riuscire più a smettere. Iniziarono a diventare pallidi, e a perdere sangue dalla bocca, ma senza riuscire a fermare le risate. Poi caddero pesantemente con la faccia sugli innumerevoli pulsanti di fronte a loro, con gli occhi spalancati e l'ombra di un sinistro sorriso ancora stampata sulle labbra. Alle loro spalle, il vento rosso si concentrò tutto in un punto, fino a far apparire la magra e pallida figura di Vincent. Dalla bocca scendeva un rivolo di sangue che ascuigò con l'orlo della manica. Prese uno dei cadaveri, e lo scaraventò dall'altra parte della stanza. Si sedette al suo posto. Impostò il pilota automatico sull'altra postazione, poi prese in mano la cloche. Guardò davanti a sè, c'erano un paio di montagne isolate, e poi iniziavano i boschi ed il verde. Vincent scese di alcuni piedi, e inclinò leggermente il velivolo, cercando di allinearlo con la montagna che aveva di fronte. Accelerò moltissimo, portando l'indicatore ad un massimo di 270 km/h.
La porta si spalancò all'improvviso, e Vincent si girò di scatto, estraendo la Cerberus e sparando talmente in fretta da non dare neppure il tempo di parlare al povero soldato comparso sulla soglia. Il muro dietro di lui ora era irrimediabilmente macchiato con un enorme tatuaggio rosso che colava, ed il soldato ci si accasciò addosso. Vincent si girò di nuovo, e sparò al vetro un paio di volte, creando un buco di circa un metro e mezzo sia di larghezza che di altezza. Si alzò in piedi, proprio mentre la porta si spalancava ancora. Si voltò verso i soldati che entrarono nella stanza, circa una dozzina. Tutti avevano il fucile puntato su di lui.
Soldato 1: Ma che ***** è successo qui dentro?
Vincent ammiccò, e poi si lanciò all'indietro fuori dal vetro rotto da lui pochi secondi prima. Non appena fu in aria, alzò le braccia, ed il mantello si gonfiò come un paio d'ali che lo tennero sù, mentre l'aeronave letteralmente precipitava. Non appena Vincent fu fuori dal campo visivo dei soldati, questi si accorsero di essere ad un centinaio di metri dalla montagna.
Il vampiro si godette lo spettacolo dall'alto. Un'enorme esplosione segnò la distruzione di quell'aeronave, e anche di buona parte della montagna. Egli atterrò lentamente in uno spiazzo erboso, guardando il relitto del veicolo cadere pesantemente a terra, generando un cratere piuttosto profondo.
"Quindi Zack è davvero a Cornelia. -Pensò Vincent- Ma perchè lo cerca anche l'esercito?" riflettè un po', poi si ricordò di quello che gli aveva detto Manuel, tempo prima. A sentire lui, Zack era stato accusato dalla Piaga Nera di essere un imperiale, e dagli imperiali di essere un membro della Piaga Nera. Evidentemente c'era un abile burattinaio che tirava i fili di Impero e Piaga Nera, facendo in modo di metterli tutti e due contro quel Zack Fair. Chi è che poteva avercela con Zack Fair? Beh... A quanto pareva, lui era diventato un Guerriero della Luce, ed il compito fondamentale di un Guerriero della Luce è sconfiggere il Male, il Chaos. Ma se così fosse stato... Doveva metterlo in guardia subito.
Il Chaos era tornato. E cercava lui.
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Episodio XXXII

Quando Izzy oltrepassò la soglia dell'ingresso di Cornelia era ormai pomeriggio inoltrato; lei e suoi due compagni avevano da poco lasciato l'erba e si erano incamminati lungo una grande strada sterrata, che formava la via principale del paese. Da lontano gli edifici sembravano essere normali case di legno, con un tetto fatto a tegole artigianali: tutto ciò faceva intuire che Cornelia era ancora un centro rurale, nata come una delle tante piccole cittadine di campagna dell'Impero e tale era rimasta anche dopo l'avvento del Guerriero del Sole.
Zack proseguiva a passo veloce diretto verso il centro, incurante del fatto di essere un fuggiasco, un ricercato e per di più essere in pieno giorno. Onestamente non ci stava neanche più pensando: tutto ciò che occupava la sua mente ora erano le condizioni dei suoi amici e la sua missione. Siccome i suoi amici non avevano niente di cui lamentarsi, almeno secondo le sue impressioni, il cento per cento dei pensieri di Zack verteva sull'importanza della missione affidatagli dal cristallo; il punto fondamentale dei suoi ragionamenti in quel preciso momento era trovare una risposta alla domanda “Come mai il cristallo ha scelto proprio me”, ma ancora non era riuscito a trovare una motivazione soddisfacente. Izzy dietro di lui non aveva questi problemi, ma anche lei non si curava della pericolosità di far vedere Zack in pubblico così presto, specialmente con quello spadone magico e di dimensioni abnormi a penzolare sulla sua schiena.
Manuel aveva decisamente altro a cui pensare, ma quando intravide lo sguardo preoccupato di una donna attraverso la finestra di una delle prime case che superavano, ebbe un flash fulmineo e corse davanti a tutti. Si girò di scatto verso Izzy e Zack e allargò le braccia orizzontalmente, in modo da non farli avanzare ma nello stesso tempo cercando di non dare troppo nell'occhio.

Zack: Beh, che succede? Qualcosa non va?

Manuel: Sì, c'è qualcosa che non va.

Izzy: E cosa? Cosa c'è? Io non vedo niente..

Manuel: ..sentite.. vi dispiace se ci spostiamo dal mezzo della strada?

Zack e Izzy si guardarono negli occhi, non capendo dove volesse andare a parare il loro amico. Decisero di accontentarlo, ma prima che Manuel potesse spiegarsi un rumore di zoccoli di cavallo li sorprese e una voce scavalcò tutti.

****: Ehi voi!

Manuel rimase un attimo in silenzio, come se avesse paura di voltarsi e vedere chi li aveva interpellati. “Troppo tardi” pensò

****: Dico a voi, ragazzi! Siete stranieri?

Zack: Beh, non siamo di queste parti, questo è certo..

Izzy: Oh, sì, ha ragione lui! Non siamo stranieri, cioè.. non siamo di qui.. cioè.. ecco insomma, non siamo di Cornelia!

Manuel si voltò quasi violentemente, del resto ormai la frittata era fatta.. anche se non avessero voluto farsi scoprire sarebbe stato comunque troppo tardi: il peggio era già successo. Girandosi vide un uomo a cavallo, vestito con un'armatura medievale particolarmente brillante; aveva un lungo pennacchio rosso sull'elmo, uno scudo a forma di triangolo con le punte smussate e uno spadone nell'elsa, che pendeva sul fianco del cavallo. Sullo scudo era finemente decorato un marchio vagamente simile a una bilancia stilizzata, il simbolo dell'Impero.
Sembrava essere una persona d'autorità, ma il tono con cui si stava rivolgendo a loro non faceva presumere che avesse intenzioni ostili; sembrava più che altro preoccupato.

****: Dovete stare attenti. I boschi intorno a Cornelia non sono più sicuri, e adesso oltre ai Tonberry e ai mostri si è aggiunta anche la voce che un pericoloso ricercato è stato avvistato nella zona

Izzy e Manuel non dissero una parola, ma incrociarono il loro sguardo con quello di Zack.

****: Comunque non dovete temere. Fino a che siete all'interno del perimetro di Cornelia sarete sotto la tutela dell'esercito Imperiale. Esercito che io ho l'onore di guidare.

Un brivido di terrore scosse Zack, mentre Manuel deglutì nervosamente; non solo avevano avuto la conferma che l'Impero era sulle tracce dello spadaccino, ma erano appena entrati in contatto con il comandante in carica della forza Imperiale del distretto di Cornelia.

****: Andiamo adesso. Vi scorterò fino in centro. Là c'è una locanda dove potrete passare la notte; vi conviene fermarvi a Cornelia e domani mattina riprendere il vostro viaggio.

Manuel e Zack si guardarono, indecisi; Izzy invece decise di fare buon viso a cattivo gioco e per non insospettire il cavaliere accettò a nome di tutti e iniziò a seguirlo. Mentre camminavano Zack afferrò la mano di Isabelle e parlò sottovoce

Zack: ti sembra una buona idea seguirlo? Quello sta cercando... ME!!

Izzy: Hai forse un'idea migliore? E poi non preoccuparti, non ti ha riconosciuto.. o ti avrebbe arrestato subito, no?

Un sorriso disarmante da parte della ragazza mise a tacere ulteriori dubbi di Zack, che decise di tranquillizzarsi e approfittare della scorta. Dopotutto avere vicino il comandante dell'esercito avrebbe distolto qualsiasi tipo di sospetti dei soldati semplici su di lui. Manuel seguiva per ultimo il gruppo, pensando che si stavano cacciando in grosso guaio; era convinto di stare andando a cacciarsi nella tana del lupo, però non aveva idee su come evitarlo, quindi decise di seguire gli eventi e sperare in un epilogo meno tragico di quello che si aspettava.
Zack, Izzy, Manuel e il cavaliere misterioso percorsero la via principale di Cornelia, una strada sterrata di poche centinaia di metri che sfociava in una grande piazza. La cittadina non era molto grande, tanto che Manuel era convinto di poter percorrere a piedi tutto il perimetro in non più di venti minuti, venticinque al massimo. Cornelia era costituita di fatto da una piazza centrale rotonda
con quattro vie principali dirette verso i quattro punti cardinali; qualche stradina laterale partiva da queste quattro vie, per raggiungere le entrate più nascoste. Nella grande piazza centrale erano concentrati tutti gli edifici primari di una qualsiasi cittadina: un emporio, una locanda, una piccola chiesa, un fabbro e la sede della guarnigione. Il resto degli edifici erano case, semplici case di legno a due piani, molto lontane dai palazzi delle metropoli come dimensione e come materiali.
La cosa che colpì di più Zack, Izzy e Manuel fu però il centro della piazza. Esattamente in mezzo, a una distanza equivalente dalle quattro strade, si ergeva una imponente statua di più di tre metri di altezza. Era costituita di un materiale non usuale, sembrava marmo ma era traslucido, quasi dotato di luce propria; raffigurava un guerriero dall'aspetto potente e dal portamento fiero, in armatura medievale. L'elmo aveva due lunghe corna che si alzavano verso l'alto e aveva un pennacchio blu; dai lati pendevano dei lunghi capelli, che scendevano sulle spalle del guerriero all'altezza del mantello. Il giovane raffigurato brandiva nella mano sinistra uno scudo triangolare, che aveva un cerchio centrale circondato da due striscie bianche simmetriche, e nella mano destra un lungo spadone a una mano, dall'elsa finemente decorata e con delle rune intagliate sulla lama.
Il guerriero aveva la spada puntata verso l'alto, con lo scudo fieramente posto davanti a lui; tutta la statua emanava una flebile ma decisa aura luminosa, un'aura che colpì in particolare Manuel.

****: Bene, siamo arrivati. La locanda è da quella parte, vicino alla strada che porta a ovest.

Izzy: Grazie mille! Le siamo grati, signor.. signor?

****: Oh, scusate. Che modi.. non mi sono ancora presentato. Il mio nome è Cecil Harvey, e sono il Capitano dell'esercito Imperiale di stanza qui a Cornelia. Se avete bisogno di me potete trovarmi alla guarnigione; non esistate di chiedere aiuto all'esercito se avete problemi!

Izzy: Grazie ancora, non mancheremo!

Mentre il cavaliere, preso commiato, si allontanava lentamente Zack si fece più vicino a Isabelle e le disse

Zack: ..ma dico, non ti sembra di avere esagerato?

Izzy sorrise.

Izzy: Perchè? Abbiamo solo approfittato di un nobile cavaliere che ci ha scortato al centro di questa bella cittadina

Zack: Sì ma.. non.. non voglio che voi.. che tu finisca nei guai per colpa mia!

Lo spadaccino strinse le mani della ragazza. Era sincero, non aveva nessun problema a rischiare la vita per seguire la propria missione, ma non si sarebbe mai potuto perdonare di aver fatto finire nei guai Isabelle. Non l'avrebbe fatto per un amico, figurarsi per Isabelle: lei non era solo un'amica.
Manuel si stava disinteressando della romantica scena tra i due, perchè era rimasto rapito dalla figura della statua: il ragazzo aveva gli occhi puntati sulla targa posta ai piedi del guerriero. Vi era scritto “Il Guerriero del Sole: all'alba guarda a Est!”
C'era un'altra cosa che attirava inconsciamente Manuel.. era una sensazione, una specie di emozione, come se una voce interiore lo stesse chiamando.. senza pensarci in modo razionale, il ragazzo tese la mano verso il Guerriero del Sole e toccò la punta del suo scudo. Un flusso istantaneo entrò nel suo corpo passando dalla mano come una scossa elettrica, che riempì Manuel di una forza mai sentita prima ma allo stesso tempo nota. Non si aspettava però una reazione simile, così cacciò un urlo e venne sbalzato per terra. Si tirò in piedi in fretta, voltandosi di scatto verso Zack e Izzy; voleva chiedere loro se avessero visto quello che era successo, ma dopo averli visti cambiò idea.
I due erano molto vicini, con le mani unite al petto e si guardavano negli occhi; alle luci del tramonto la spada di Zack brillava dei colori dell'arcobaleno, mentre il suo proprietario era perso negli occhi scintillanti di Isabelle.

Zack: Te l'ho promesso. Non permetterò che tu finisca nei guai, mai. Anche se non ti ricordi il passato, qualsiasi cosa ci riservi il futuro, io ti difenderò sempre.

Izzy: ...davvero?

Zack: Davvero.

Ne seguì un dolce, profondo, romantico bacio, mentre il sole al tramonto oltrepassava l'orizzonte. Nel cielo terso le stelle già cominciavano a farsi vedere, in particolare una: era chiaramente a nord, e sembrava brillare più forte delle altre. Manuel girò la faccia di scatto, fortemente irritato da quel bacio; era così tanto infastidito che non ci pensò due volte e saltò verso lo scudo del guerriero del Sole. Questa volta l'impatto fu violento, con una scarica di energia molto più potente della precedente; il ragazzo cadde a terra lanciando un grido, che ruppe la magia del bacio fra Zack e Izzy . Anche se poteva sembrare uguale a prima, questa volta il flusso di energia che aveva attraversato Manuel l'aveva respinto, scaraventandolo a terra come se fosse stato un pericoloso nemico, e gli aveva fatto anche male, facendolo cadere nella polvere.
Zack corse verso il suo amico, che ora era a terra spaventato; non voleva farsi vedere così però, quindi Manuel si sforzò di sorridere.

Zack: Ehi, ma cosa combini?! Non farmi preoccupare, eh!

Manuel: ..n..non lo so.. beh, non è niente di grave, comunque..

Stava mentendo; quantomeno non sapeva se era veramente qualcosa di grave o no, quindi si poteva definire una mezza verità. Prima che potesse aggiungere altro sentì la voce imbarazzata di Izzy

Izzy: ..ehm.. tutto bene? Forse siamo un po' stanchi.. ci conviene andare in locanda.. vado là e prendo accordi per stanotte, ok?

La ragazza scappò via, lasciando Manuel ma soprattutto Zack di sasso. Lo spadaccino incrociò lo sguardo apparentemente innocente di Manuel e lo aiutò a rialzarsi, obbligandosi a dire una frase qualsiasi per placare il suo terribile imbarazzo

Zack: …...bella serata, non trovi?
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Zack: ...eh si, è proprio una bella serata, senza dubbio!
Manuel si rialzò in piedi, aiutato dalla mano di Zack; aveva capito che il suo compagno era imbarazzato, ma la cosa non sembrava dargli più fastidio del bacio precedente. Decise di buttare tutto sul ridere, approfittando dell'evidente impaccio emotivo in cui si era invischiato Zack
Manuel: Hai ragione, per te sicuramente è una bella serata! Anzi, per voi
Zack: Ehi.. ehi!! Non stavamo facendo niente di male... credo
Manuel: Credi?
Zack: ..cioè.. ecco.. non.. non lo so... è capitato così.. per caso.. non.. non..
Manuel: Non ti capisco. Cosa c'è che non va?
Per una volta era stato lui a fare quella domanda. In effetti non capiva la reazione di Zack, gli sembrava un po' troppo esagerata. Ok, forse era stato un contatto troppo forte e fulmineo, ma alla fine si trattava solo di un bacio. Un volgare, inutile bacio.
Ma c'era in fondo al cuore di Manuel un moto, un'emozione che lo spingeva a voler capire il motivo dell'incertezza dello spadaccino.. e così, nel giro di qualche istante, per una volta le parti si ribaltarono: non era più Manuel ad essere messo in discussione. Da quando aveva conosciuto Zack, quello era il primo confronto in cui finalmente non si parlava dei suoi sentimenti, ma di quelli di qualcun altro, e la cosa iniziava a piacergli.
Manuel: Scusa, ma continuo a non capire.. sembri preoccupato, come mai?
Zack: ..è che.. beh.. sta succedendo.. tutto troppo in fretta.. in fondo, la conosco solo da.. quanto? Saranno due giorni e mezzo.. tre forse...
Manuel: E questo è un problema?
Zack: ..no.. cioè, sì.. oh caspita, non lo so!!
Manuel osservò il ragazzo davanti a sé; era incredibile, non avrebbe mai pensato di sentirlo parlare così.. in fondo, una delle qualità che aveva sempre invidiato a Zack era il fatto che era sempre stato deciso, una qualità che difficilmente gli innamorati mantengono dopo il colpo di fulmine.
Zack: ..eh.. adesso cosa faccio? Hai visto anche te, è scappata via.. Come posso ancora guardarla in faccia? Sono..stato stupido, mi sono fatto trasportare dall'istinto.. e adesso lei non vuole più vedermi.. non ho il coraggio di.. e se.. non dirmi che ce l'ha con me..
Zack era un fiume in piena; non era solo la faccenda del bacio ad agitarlo, ma tutta l'emotività accumulata nelle vicende recenti che ora si stava sfogando tutta in un colpo. E al contrario di Manuel, Zack non aveva nessun tipo di problema nel mostrare apertamente tutto ciò a cui stava pensando; il ragazzo iniziò ad agitarsi così tanto da far uscire la spada dall'attaccatura sulla schiena e farla cadere a terra rumorosamente. Manuel decise di intervenire: passi il colpo di fulmine, ma così stava diventando veramente troppo. Mise entrambe le mani di fronte al suo compagno, invitandolo a non dire più una parola e ascoltarlo.
Manuel: Fermo! Alt! Calma!
Zack: ...
Manuel: Calma. Respira. Non è niente di così grave come stai pensando. Adesso andiamo in locanda, saliamo in camera e dormiamo; abbiamo viaggiato per tutto il giorno, ora sei stanco ed è il caso di riposare. Domani mattina parlerai con Izzy e vedrai che le cose si sistemeranno.. non è successo niente di così grave!
Zack: ..come no, l'ho baciata!
Manuel: Da quel che mi risulta per baciarsi bisogna essere in due.. e non mi sembra che lei fosse così restia all'idea. Quindi non farne una tragedia! E' la stanchezza che ti fa parlare così.
Zack: ...ma.. non ho fatto niente di importante.. abbiamo solo camm..
Manuel: Abbiamo “solo” camminato per più di dodici ore di fila, e ti ricordo che due giorni fa eri quasi in fin di vita!! Hai bisogno di riposare, si vede lontano chilometri! E poi..
Abbassò la voce, perchè si era reso conto che lui e Zack avevano attirato l'attenzione di praticamente tutta la gente ancora in piazza, gli ultimi ritardatari che rincasavano; peggio ancora, un paio di guardie Imperiali di ronda li stavano osservando attentamente da lontano.
Manuel: ..raccogli la spada, stiamo dando troppo nell'occhio.. ricorda che sei...
Zack: Sì, ho capito. Hai ragione te, meglio andare in locanda. Solo che..
Manuel: ..che c'è?
Zack: ..in locanda troveremo Izzy..
Manuel: Oh insomma! Non è che non potete più parlarvi per l'eternità!
Per accelerare i tempi Manuel si inchinò verso l'Excalibur e cercò di afferrarne la lama; appena le sue dita sfiorarono l'aura azzurrina che la circondava, il ragazzo fu come respinto da una molla invisibile che lo fece cadere a terra. Manuel cacciò un piccolo urlo e guardò la sua mano: gli faceva molto male, come se l'avesse appena immersa nel ghiaccio secco.
Manuel: Ma che diav..
Zack si affrettò a raccogliere la sua spada da terra e ad aiutare Manuel a rialzarsi. Non sapeva che l'Excalibur avesse ottenuto un simile potere, ma quando cercò di sincerarsi dei danni riportati dal suo amico Manuel gli rispose con un “Non è niente. Brucia un po', ma sto bene”.
Per il momento si accontentò di una risposta simile, non era affatto il caso di mettersi a questionare sui poteri della sua spada sotto lo sguardo di due guardie imperiali.
Manuel: Andiamo!
I due si affrettarono a lasciare la piazza e raggiungere la locanda; era abbastanza piccolo come edificio, ma possedeva due piani. L'ingresso dava direttamente sulla sala da pranzo, in cui erano presenti tre tavoli con una decina sedie; sul fondo un lungo bancone da bar occupava l'intera parete, mentre le scale che portavano ai piani superiori erano sulla destra. Entrando Manuel e Zack cercarono subito Isabelle, ma della ragazza apparentemente non vi era traccia; in effetti non c'era proprio nessuno, neanche dietro il bancone.
Manuel: ..ma dove sono tutti?
Zack: Izzy? Proprietario? ...qualcuno??
I due ragazzi non ebbero risposta, non subito almeno. Rimasero per diversi minuti a guardarsi intorno, abbastanza a disagio; tra una cosa e l'altra ormai era quasi mezzanotte e la stanchezza cominciava a farsi sentire sul serio. Manuel si fece cadere su una sedia, abbastanza esausto; Zack rimase in piedi, semplicemente perchè era ancora troppo agitato per potersi mettere seduto.
Zack: Manuel..
Manuel: Eh
Zack: ..posso chiederti una cosa?
Manuel: ..dimmi
Zack: ..secondo te.. uno come me e una come Izzy.. potrebbero...?
Manuel scosse la testa e si mise una mano nei capelli; in fondo se l'era cercata, gli aveva detto “dimmi”. Ora doveva dargli una risposta, anche se l'ora, la stanchezza e la situazione generale lo inducevano più che altro a mandare al diavolo Zack piuttosto che stare dietro alle sue questioni... stupide.
Manuel: ..beh..
Per sua fortuna un rumore di passi sulle scale lo interruppe prima che potesse rispondere; dal piano superiore stava scendendo una figura maschile, un uomo con capelli bianchi, una pancetta alcolica abbastanza pronunciata e un lungo grembiule che davano a pensare che fosse veramente il proprietario della locanda.
****: Buonasera. Voi dovete essere gli amici di Isabelle, vero?
Zack: Ehm.. Sì, sì certo
****: Salve, mi presento. Sono Raynar, proprietario della locanda di Cornelia. La vostra amica mi ha già spiegato tutto, ho appena finito di preparare le vostre camere. Potete salire quando volete.
Zack: Grazie! ..quali sono?
Raynar: Beh, di solito non abbiamo tanti ospiti qua a Cornelia, a parte qualche avventuriero che ogni tanto si ferma in visita.. vi ho dato tutte le stanze disponibili. La vostra amica ha preso quella di centro, voi potete prendere quelle laterali.
Zack ringraziò ancora il locandiere, dopodichè fece un cenno a Manuel, che si stava seriamente addormentando sulla sedia, di salire. Lo spadaccino non chiese nient'altro, del tipo il compenso, le azioni di Izzy o altro non tanto perchè non aveva pensato a queste cose, quanto perchè era semplicemente esausto anche lui. Voleva avere solo una cosa davanti: un letto, cosa che per lui era molto strana, visto che era abituato a dormire all'addiaccio. Manuel lo seguì sulle scale, fino a trovarsi davanti a uno stretto corridoio con tre porte di legno. Zack decise di prendere possesso della stanza a sinistra, Manuel entrò in quello a destra.
Manuel: Oh finalmente! ..beh.. buonanotte Zack
Zack: ..'notte
Zack entrò in camera, molto piccola ma fornita di tutto il necessario: un letto singolo contro la finestra, un armadio abbastanza grande e un piccolo comodino con una lampada. Senza pensarci due volte lo spadaccino buttò la spada sul comodino, facendo un gran macello e rischiando seriamente di romperlo in due, dopodichè si lasciò cadere a peso morto sul letto. Non si coprì neanche, perchè Morfeo lo accolse quasi istantaneamente nel suo regno.

La mattina seguente Zack si svegliò che il sole era già alto in cielo; una grande luce entrava dalla finestra, ma nemmeno i raggi diretti che oltrepassavano le tende erano riusciti a svegliarlo prima. Zack si sentiva decisamente meglio della sera precedente: aveva recuperato le forze e anche il discorso Izzy era rientrato in un'ottica più sopportabile.
Zack: ..eh già Manuel.. avevi proprio ragione! Mi serviva proprio dormire..
Lo spadaccino si alzò dal letto, si voltò verso l'Excalibur e.. si accorse solo in quel momento che il gesto della notte precedente era stato più sconsiderato di quanto poteva sembrare: il comodino era quasi rotto, la lampada completamente sfasciata sotto il peso della lama ghiacciata. Facendosi scappare una esclamazione non proprio riportabile, Zack recuperò la sua arma e la ripose dietro le sue spalle, dopodichè cercò di nascondere le prove del danno. Con un po' di pazienza riuscì a ricomporre le parti della lampada in modo tale da far vedere almeno da lontano una parvenza di integrità, quindi scese al piano inferiore.
Trovò Manuel e Izzy al tavolo davanti alle scale, che avevano finito di fare colazione.. da ormai un paio d'ore.
Izzy: Oh, finalmente ti sei svegliato Zack!
Zack: ..ehm .. buongiorno..
Manuel: Vedi? Te l'avevo detto che eri stanco.. sono le dieci e un quarto!
Zack: ..eh già.. in effetti ora va molto meglio..
Izzy: Dai, cosa fai lì in piedi! Siediti!
Zack rimase un po' interdetto dal comportamento di Isabelle.. aveva pensato che fosse stata in qualche modo arrabbiata con lui, ma invece la ragazza non mostrava segni di rabbia; anzi, al contrario, si stava sforzando di essere più naturale possibile... per vincere l'imbarazzo probabilmente. Manuel capì che era il caso di lasciarli soli, quindi quando Zack si sedette lui si alzò, prendendo la prima scusa che gli era venuta in mente. Non aveva intenzione di fare il terzo incomodo né tantomeno di assistere a scene sdolcinate.. soprattutto quando Lucy, la sua Lucy era chissà dove.
Manuel: ..vado a prendere una boccata d'aria
Zack e Izzy rimasero a lungo a guardarsi in silenzio; entrambi volevano dire qualcosa, ma nessuno osava fare il primo passo. Alla fine fu Zack a decidersi
Zack: ..bella giornata oggi, eh?
Izzy: Già.. il sole, il cielo azzurro, il vento.. bello!
Zack: Senti.. per quello che abbiamo fatto ieri..
Izzy: Cosa?
Zack: ..massì, hai capito.. ieri sera, davanti alla statua..
Izzy: Non capisco.. c'era forse qualche insettino che ci siamo persi?
Zack: ..no.. ma no!!
Zack non sapeva come fare.. sembrava che stesse facendo apposta, ma in realtà non era così: Izzy era semplicemente fatta così. Per lei non sembrava esserci nulla che non fosse importante. Ma non era il momento per perdersi a parlare di insetti: bisognava risolvere la questione in quel momento, e basta.
Zack: Non ricordi?! Ieri sera, davanti alla statua, in piazza.. ci siamo baciati!
Izzy: Baciati?
Zack: ...ma com...
Izzy: AH certo! L'avevo scordato.. beh, cosa c'è che non va?
Zack rimase senza parole. Il fatto che l'avesse scordato probabilmente non era vero.. era più plausibile che l'avesse “diversamente ricordato”, come le centinaia di cose indispensabili che ogni tanto scomparivano dalla sua mente. Il punto cruciale era la domanda successiva, che riuscì a risolvere tutte le domande e i dubbi di Zack in un colpo solo. Già, cosa c'era che non andava? cos'avevano fatto di male? Anche Manuel gliel'aveva detto.. in fondo era solo un bacio. Ed evidentemente lei non l'aveva vissuto male, qualsiasi cosa avesse voluto dire per lei quel bacio. Tutto ciò fece ricordare a Zack un modo di dire del suo paese “Se son rose, fioriranno”; detto questo lo spadaccino si mise l'anima in pace e non si chiese più nulla. Dal punto di vista di Izzy invece.. beh, alla ragazza non era dispiaciuto affatto aver potuto baciare un bel ragazzo come Zack, anche se in cuor suo sperava che ci fosse qualcosa di più.. ma che sarebbe venuto fuori più avanti, a suo tempo.
Manuel nel frattempo era tornato in piazza, davanti alla statua del Guerriero del Sole, indeciso sul da farsi; la vicenda di Zack e Izzy l'aveva soltanto distratto per qualche ora, ma gli bastò uscire dalla locanda per tornare nei suoi problemi. Ora stava ripensando alla statua e all'energia che l'aveva attraversato – e respinto- per due volte: le scintille e l'energia sprigionata infatti erano molto simili a quelle che regolarmente si sprigionavano ogniqualvolta Izzy e la lama dell'Excalibur si sfioravano. Il fatto che la statua del Guerriero e che perfino la spada di Zack avessero reagito anche al tocco di Manuel suo tocco gli stava facendo comparire in mente la -seppur remota quanto folle- ipotesi che anche lui fosse.. un Guerriero della Luce.
Dopo lunga riflessione Manuel decise di riprovarci per la terza volta: allungò la mano e sfiorò lo scudo del Guerriero del Sole, aspettandosi una nuova reazione. Questa volta tuttavia non successe assolutamente niente. Manuel riprovò una quarta volta, toccando la statua con più decisione, ma non successe nulla. Riprovò continuamente, cambiando angolazione e girando intorno alla statua,m a niente.
Manuel stava per avere una crisi di nervi, quando vide un trio di soldati imperiali guidati da Cecil, il comandante che avevano conosciuto il giorno prima, entrare nella locanda. Un brivido lo travolse, mentre l'intera questione della statua venne soppiantata dalla paura di essere stati scoperti. Manuel corse verso l'ingresso della locanda, aspettandosi il peggio; in effetti, le prime battute di Cecil non lasciavano molte buone speranze. Manuel si appostò dietro un angolo, da cui poteva però sentire perfettamente le parole di Cecil e delle persone all'interno della locanda.
Cecil: Signori, abbiamo un problema.
Raynar: Un problema, Comandante?
Cecil: Sì. E' molto grave. E riguarda i nostri ospiti.
Manuel rabbrividì; forse era arrivato il momento di muovere le mani.. anche se non l'avrebbe mai voluto.
Izzy: ..cosa succede, Comandante?
Cecil: Questa notte abbiamo ricevuto la notizia che un incrociatore da guerra Imperiale è stato abbattuto.
Zack: COSA?! E da chi?
Cecil: ..non lo sappiamo con certezza, ma l'Alto Comando crede che sia colpa di quel ricercato di cui vi parlavo ieri.
Zack: Ma non è possibile! Un incrociatore da guerra non può essere abbattuto da una persona sola!
Cecil: ..a meno che questa persona non abbia un'arma tale da consentirgli di fare a pezzi un'intera guarnigione di guardie carcerarie. Un'arma.. come la tua spada.
Izzy guardò Zack, preoccupata. Il Comandante delle guardie si rivolgeva solo allo spadaccino
Cecil: Per questo, in nome dell'Imperatore, dobbiamo arrestarti. Mi dispiace, non vorrei mettere in discussione la tua innocenza per l'Incrociatore; sapevo di avervi condotto alla locanda ieri, quindi non credo abbiate potuto spostarvi. Ma purtroppo le leggi imperiali sono chiare, e non posso fare altrimenti.
Zack: Dunque che si fa?
Cecil: Ti chiedo di non opporre resistenza e seguirmi in guarnigione. Lì verrai sottoposto a un interrogatorio e poi forse lasciato andare.
Manuel chiuse gli occhi e imprecò mentalmente. Potevano essere più sfortunati? Erano riusciti a non far riconoscere Zack dalle autorità di Cornelia e.. proprio quella notte doveva essere abbattuto un incrociatore da guerra?!
Pochi istanti dopo Manuel vide uscire dalla locanda i tre soldati e Zack, che aveva accettato di buon grado l'ordine di Cecil per non mettere in pericolo Izzy – come aveva promesso. Cecil rimase per ultimo, quindi si voltò verso la ragazza e disse
Cecil: Mi dispiace.
Izzy: Posso venire anch'io?
Cecil: Sì, se lo desideri.
Manuel: Vengo anch'io, se non vi dispiace!
Cecil: Prego, potete fare come volete. Voi non siete sospettati, quindi potete scegliere se seguirci in guarnigione o no. Ma l'interrogatorio sarà privato.
Manuel: Non importa.
Voleva aggiungere un'altra frase, ma rimase solo un suo pensiero.
"Non voglio che finisca come l'altra volta"
 

Odstarva

Ashaad Nehraa Talan
Episodio XXXIII

Manuel andava avanti ed indietro, davanti ad una spessa porta di legno, dove Zack era stato trasportato per essere interrogato. Era nervoso, si mangiucchiava le bende con cui i suoi avambracci e le sue mani erano avvolti. Izzy era seduta su una sedia a dondolo che stava poco lontano, e la faceva dondolare. Il legno vecchio che la componeva, scricchiolava sinistramente ad ogni dondolio. La stanza dove si trovavano era molto piccola, e tutta di legno. Legno solido e lucido. Manuel sentì il bisogno di sfogarsi, ed urlò la prima cosa che gli venne in mente.
Manuel: Devi proprio fare tutto questo RUMORE?!? Che diavolo stai facendo con quella sedia a dondolo?!? Ma non sei nervosa neanche un PO'?!? Non sei preoccupata per Zack?!?
Izzy: Ma... Ma... Io...
Manuel si passò la mano fra i capelli, e fu assalito dai sensi di colpa. Si andò a sedere su una piccola sedia di legno vicino a Izzy.
Manuel: Mi dispiace... E' solo che...
E' solo che... Cosa? Boh, non lo sapeva nemmeno lui. Non capiva più nulla. Perchè si preoccupava così per Zack? A Zack... Importava qualcosa di lui? Non ne era più sicuro. All'inizio credeva che fosse l'unico che si interessava a lui, poi però si era ricreduto... Zack non era migliore degli altri che non lo consideravano... E poi, all'improvviso, a Zack importava di nuovo di lui... E lui non sapeva più a cosa pensare, non sapeva più a cosa credere. E poi c'era Lucy, che appariva... E poi spariva... Si faceva amare per poi negarsi a Manuel... E tutto questo era... Era... Semplicemente troppo. Perchè doveva essere così dannatamente complicato? Cosa diavolo ci faceva ancora lì? Perchè si andava ad immischiare in faccende che non lo riguardavano affatto? Esatto, quelle faccende non lo riguardavano minimamente. Ripensò al suo folle pensiero di poco prima, alla possibilità di appartenere davvero ai famosi, potenti ed amati Guerrieri della Luce, e rise dentro di sè. In preda alla depressione, pensò che la spada e la statua avessero reagito al suo contatto proprio perchè non era uno di loro. Era così, lui non era nessuno, e non sarebbe mai stato nessuno. Però... Anche se per poco tempo... Era stato bello avere qualcuno che lo amasse... Qualcuno come Lucy... Si, lei era davvero l'unica. Ed ora era sparita...
Senza che se ne accorgesse, le lacrime avevano iniziato a bagnare il viso del ragazzo. Isabelle le intese come le lacrime che sgorgavano da un ragazzo preoccupato per il suo amico, nei guai fino al collo, perciò posò una mano sulla guancia di Manuel.
Izzy: Manuel... Tranquillo... Va tutto ben...
Per Manuel quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Si alzò, e scostò la mano di Isabelle.
Manuel: No, non è vero. NON va tutto bene. Smettetela di dire che va tutto bene. Non va proprio niente bene. E' tutto così... E' tutto così... Difficile.
Si lasciò cadere di nuovo sulla sedia vicino a Isabelle, lasciando che le lacrime gli rigassero le guance. La ragazza, prima si mostrò stupita, ed indecisa sul da farsi. Poi però si sporse dalla sua sedia ed abbracciò Manuel.
Izzy: Hai ragione, non va tutto bene... -Manuel sentì con orrore che la sua spalla, dov'era appoggiata la testa di Isabelle, iniziava a bagnarsi- ... Non va per niente bene... E Zack... Lui...
Manuel sentì le dita della ragazza affondare nella sua spalla, e lei che iniziava a singhiozzare. Lui ricambiò l'abbraccio. Cosa aveva fatto? Perchè lo aveva fatto? Per un attimo desiderò di sparire, ma pensò che dopo aver sconvolto Isabelle, il minimo che potesse fare era starle vicino.
Manuel: Isabelle... Izzy... Non avrei dovuto, io...
Decise di smetterla di balbettare, e di stringere più forte la ragazza. E soprattutto, smetterla, almeno per un momento, di autocommiserarsi. Era il momento di pensare un po' positivo.
La porta si spalancò improvvisamente.
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Zack, Cecil ed un altro uomo erano dentro ad una piccola stanza con le pareti di un legno talmente spesso da risultare insonorizzato, ragion per cui nessuno sapeva cosa succedeva dall'altra parte. Zack era seduto dietro ad un tavolo grigio e lucido, Cecil di fronte a lui, e l'uomo era in piedi. Era alto e massiccio, ed aveva anche una discreta pancia. La bilancia che splendeva sul suo petto, lasciava intuire che facesse parte dell'esercito. Aveva dei folti baffoni grigi, ed era quasi calvo. Sotto gli occhi piccoli e scuri, aveva delle grosse borse. Era lui che interrogava Zack, e non senza cattiveria.
Uomo: Allora, Zack Fair, mi sta dicendo che mentre l'incrociatore veniva abbattuto, cioè ieri versolei era in viaggio per Cornelia.
Zack: Sto dicendo esattamente questo.
Uomo: E hai dei testimoni?
Zack: Certamente io...
Poi però si disse che era meglio non fare nomi, e rimase in silenzio. Cecil però, parlò per lui. Evidentemente non credeva ci sarebbero stati provvedimenti drammatici per loro.
Cecil: Viaggiava con altri due ragazzi, quelli che ora occupano la stanza accanto... Credo che loro potrebbero confermare.
Uomo: D'accordo. E chi ci dice che non fossero tutti e tre implicati? La ragazza non la riconosco, ma se non sbaglio l'altro è Manuel Viridis, accusato tempo fa di essere il complice del qui presente Zack Fair... Sbaglio, signor Harvey?
Sorrise trionfale. Cecil fece una faccia da "dannazione-se-ne-è-accorto".
Cecil: Sì... E' lui. Ma se ci fossimo sbagliati? Se questi fossero solo due ragazzi in viaggio?
Uomo: Fatto sta che Zack Fair, una volta rinchiuso all'interno della struttura Imperiale per la reclusione temporanea di soggetti a rischio...
Zack: Temporanea?!? -Scattò in piedi- MI VOLEVANO AMMAZZARE!
Uomo (proseguendo come se niente fosse): ... E' evaso, ed ha ucciso l'Inquisitore Venomin. Cosa hai da dire a tua discolpa?
Cecil impallidì, e lanciò a Zack uno sguardo della serie "questo-non-me-lo-avevi-detto".
Zack: Hanno Tentato di AMMAZZARMI!
Uomo: Hai qualche prova concreta di quello che stai dicendo, o stai solo parlando a vanvera?
Zack: Io... -Tornò a sedersi- ... No, veramente no.
Cecil affondò il viso fra le mani. L'uomo sorrise trionfale.
Uomo: AHA! L'abbiamo in pugno, Zack Fair... In pugn...
Qualcosa squillò, e veniva dall'uomo che conduceva l'interrogatorio. Lui parve per un momento confuso, poi portò la manica sinistra vicino alla bocca.
Uomo: No, ora non... Si... Si, capisco. Arrivo subito.
Cecil: Qualche problema?
Uomo: Si, devo andare. Uno strano tizio con un mantello rosso sta combinando un mucchio di casini. Lascio a voi le redini dell'interrogatorio, signor Harvey.
Cecil: Si fidi di me, sergente. Vada pure.
Il sergente si alzò ed uscì dalla stanza, piuttosto di fretta. Appena fuori, Cecil scattò in piedi, afferrò Zack per la maglia e lo tirò davanti a sè.
Cecil: Sembra che tu ti sia cacciato in guai grossi, eh? -Zack fece per rispondere, ma Cecil lo fermò- No, prima ascoltami... L'uomo con il mantello rosso... E' un mio amico, l'ho chiamato io proprio perchè vedevo che la situazione precipitava. Ti conosce, dice che sei un Guerriero della Luce, ed io mi fido ciecamente di lui. La leggenda dei Guerrieri... Dice... Che solo voi potete fermare il Chaos. E se iniziate ad apparire proprio adesso che il pianeta è in crisi... Mi viene da pensare... Che il Chaos, sigillato tanti anni fa... Abbia in qualche modo rotto il sigillo, e si sia liberato. Quindi... Io mi sento in dovere... Di lasciarti libero, Zack Fair, almeno per ora che rientra nelle mie possibilità. Non so se mi pentirò di questo... Ma se gli Dei vogliono che tu sia libero, chi sono io per oppormi?
Zack: Io... Io... Grazie, Cecil. Dobbiamo lasciare Cornelia?
Cecil: No, certo che no. Ho sparso in giro la voce che tu sei un Guerriero della Luce...
Zack: COSA?!? Mi sembr...
Cecil: Zack. Siamo nella città del Guerriero del Sole, il più forte dei quattro Guerrieri della Luce. E loro discendono quasi tutti da lui. Amano i Guerrieri, e sarebbero disposti a difenderli anche dall'Impero, se necessario. Cornelia credo che sia il posto più sicuro dove stare, per un Guerriero della Luce come te. Quindi... Vai Zack Fair. La tua vita è troppo preziosa, per essere sprecata nelle prigioni Imperiali, dove probabilmente finiresti se ci fosse ancora il sergente. Vattene, sei libero.
Zack: Ma... Cosa spiegherai al sergente?
Cecil: Compilerò un falso verbale, dove provo la tua innocenza... Non ti preoccupare... -aggiunse alla faccia preoccupata di Zack- ... Ho molta fantasia per queste cose.
Lasciò intuire che non era la prima volta. Zack sorrise, ringraziò ancora ed uscì dalla stanza raggiante.
Una volta fuori, vide Isabelle e Manuel che si abbracciavano, Isabelle che singhiozzava.
Zack:... E' morto qualcuno, per caso?
I due si staccarono, Isabelle si alzò e fece un passo verso di lui. Poi gli si gettò al collo, in preda ai singhiozzi, di gioia questa volta. Manuel fece un cenno con la mano accompagnato da una faccia a metà fra lo stupito, l'imbarazzato e il contento. Zack fece lo stesso breve cenno, però con un mezzo sorriso trionfale stampato sulla faccia.
Izzy: Uh... Dovremo lasciare Cornelia, adesso... Eh?
La voce le tremava ancora. Si era presa un bello spavento, le parole di Manuel l'avevano scossa non poco, l'avevano tirata giù dal suo mondo. E si era resa conto che quello che provava per Zack... Beh, era più grande di quello che immaginava. Zack la strinse più forte a sè, e lei si sentì sciogliere.
Zack: No, non ti preoccupare. Possiamo rimanere.
Le baciò la fronte, poi si separò. Invitò Manuel ad avvicinarsi. Questi per un momentò pensò di rispondere "io passo", ma raggiunse i due compagni senza fiatare.
Zack: Sentite... Secondo Cecil... Il Chaos potrebbe essersi risvegliato. E potrebbe essere a causa (o la causa) del declino del pianeta. E tocca ai Guerrieri della Luce fermarlo. Izzy, dobbiamo farlo. Se non lo facciamo noi non lo farà nessuno. Manuel... Non sarò certo io a costringerti. Ma se vuoi venire con noi, mi piacerebbe davvero molto. Se vuoi tirarti indietro, è il momento giusto.
Manuel strinse i pugni. "Non devo fuggire... Non devo fuggire... Non fuggirò." Alzò lo sguardo verso Zack.
Manuel: D'accordo.
Zack: Ne sei sicuro? Davvero?
Manuel: Sì, io... Sì, lo sono. E poi... Potrei anche... Trovare Lucy, se viaggio con voi... Di certo se rimango qui a Cornelia non concludo nulla. Ed è il momento... Che anche io faccia qualcosa.
Per una volta aveva detto tutto, davvero tutto, senza peli sulla lingua. Zack sembrò soddisfatto, incrociò le braccia e sorrise.
Zack: D'accordo, allora. Avanti. usciamo da qui... Fa un caldo infernale!
I tre uscirono dall'edificio, e passarono un pomeriggio di "ferie". Beh, se lo meritavano, non avevano avuto altro che avventure, fino ad adesso... Ed ora potevano finalmente godersi il meritato riposo in una città sorridente come Cornelia. I passanti sorridevano al loro passaggio, oppure salutavano allegramente, soprattutto Zack. Scoprirono di essere seguiti da un paio di ragazzine di dodici o tredici anni, che convinsero uno stupito Zack a firmare due autografi.
Verso le quattro, i tre si trovarono nella piazza dove c'era la statua del Guerriero del Sole. Era affollata, e non facevano un passo senza trovare qualcuno che stringeva la mano a Zack e gli augurava buona fortuna. Manuel iniziava ad essere infastidito da tutte quelle interruzioni, che rendevano il cammino lento. Anche Zack dava i primi segni di non poterne davvero più. Isabelle, ovviamente, non ci faceva neppure caso, essendo totalmente immersa nel suo mondo. Manuel si guardò intorno, sentandosi osservato. Per un attimo vide una sagoma rossa che riconobbe come...
Manuel:... Vincent?
Lo perse di vista per un secondo, e questo era già sparito nel nulla.
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Episodio XXXIV

All'ennesima persona che gli faceva gli auguri e gli stringeva la mano, Zack provò un istintivo moto di rabbia. Era già stato in tante cittadine, aveva già provato ad essere al centro dell'attenzione di un discreto numero di persone, ma non gli era mai capitato di ricevere così tanti complimenti a freddo. In fondo non aveva ancora fatto niente. Perchè la gente si ostinava a considerarlo un eroe? Certo, era la stessa cosa che l'aveva spinto a lasciare Gongaga, ma che lui sapesse per essere un eroe avrebbe dovuto prima fare qualcosa. Eppure la gente di Cornelia continuava ad essere molto gentile con lui e a tributargli tutti gli onori di un campione.
Lo spadaccino decise di fermarsi davanti alla statua, al centro della piazza, e trarsi un po' in disparte con i suoi amici per arginare il numero di incontri – stavano diventando decisamente troppi. Dando una rapida occhiata ai suoi compagni, Zack potè notare che anche Manuel aveva lo stesso fastidio, anche se per motivi diversi. Izzy invece si fermò dietro ai ragazzi solo per non andare a sbattere contro Manuel, cosa che per poco non avvenne.
Manuel: Allora, cosa facciamo adesso, “Guerrieri della luce”?
Zack: Ah no eh! Non cominciare anche te con questa storia! Guerriero della Luce mi sta bene, ma adesso si esagera..
Izzy: Ma perchè? Sono così carini.. ti stanno facendo tutti i complimenti!
Zack: ..si, e sono abbastanza lusingato da tutto ciò ma.. non abbiamo ancora combinato niente! Cosa dobbiamo fare di preciso?
Manuel: Beh, da ciò che ci hanno detto Vincent e Cecil, i Guerrieri della Luce devono sconfiggere il Chaos. Tu stesso l'hai detto quando sei uscito dalla guarnigione.
Zack: ...già. Il Chaos. Ma qualcuno di voi saprebbe indicarmi dove si trova il caos?
Manuel: ..di questi tempi è dappertutto.
Izzy: Oh, ma io so dov'è il Chaos! Me l'aveva spiegato bene quel bell'uomo con il mantello rosso.. sì, quello che ho visto prima di conoscere te, Manuel!
Zack: Cosa? E perchè non ce l'hai detto subito?!
Izzy: Perchè.. beh, me lo sono dimenticata!
Manuel: Intendi Vincent?
Izzy: Vin.. non lo so, non me lo ricordo più!
Manuel si mise una mano nei capelli. Parlare con Izzy era quasi peggio del sopportare frotte di adolescenti che volevano autografi da Zack.. Improvvisamente una voce maschile nota si fece sentire, interrompendo il discorso. Il trio si voltò e vide il Comandante Cecil Hawley davanti a loro, in tenuta ufficiale.
Cecil: Scusate, credo vi debba portare via ancora qualche minuto.
Zack: C'è qualche problema, Comandante?
Cecil: In realtà sì, solo che non vi riguarda direttamente; vorrei però parlarne con voi comunque, se non vi dispiace.
Manuel: ..ma se non siamo coinvolti per..
Izzy: Va bene, di cosa si tratta?
La reazione di Isabelle fu così veloce e decisa che stupì tutti, così da lasciare il tempo a Cecil di invitarli a seguirlo alla locanda, dove avrebbero potuto parlare al riparo da orecchie indiscrete. Lungo il tragitto i quattro incontrarono un soldato, uno dei tre che avevano scortato Zack alla guarnigione e che gli avevano sottratto la spada; l'arma venne quindi riconsegnata al suo legittimo proprietario. Appena Zack impugnò l'elsa, dalla lama comparve il caratteristico bagliore e l'aura azzurrina che la caratterizzava, destando l'interesse e la meraviglia di tutte le persone che lo vedevano. Nessuno però osò avvicinarsi, perchè avevano tutti il sospetto -se non la certezza- che se il Guerriero della Luce era con il Comandante della guarnigione si trattava di una questione molto importante. Il quartetto raggiunse la locanda sul fare del tramonto; entrati, Cecil, Zack, Izzy e Manuel presero posto nel tavolo più grande, giusto da quattro posti; il locandiere salutò i ragazzi ancora più affabilmente di quanto avesse fatto il giorno precedente, quindi senza che nessuno glielo dicesse, servì da bere. In men che non si dica, Zack ebbe una birra, Isabelle un cocktail alcolico e Manuel un succo di frutta; Cecil rifiutò gentilmente la birra, essendo in servizio.
Cecil: Dunque, la situazione è più complicata del previsto. Ho stilato un rapporto che dovrebbe riuscire a scagionare Zack da ogni accusa
Zack: Meraviglioso!
Cecil: Era già noto da molti che l'Inquisitore Venomin era coinvolto in azioni illegali, tra cui l'eliminazione fisica di prigionieri imperiali. La sua morte potrebbe rappresentare la fine di un'epoca.
Manuel: Morte?! Zack, l'hai...?!?
Zack: ..io non ho fatto niente, è stata la caduta a ucciderlo!
Cecil: La caduta e l'essere stato quasi tagliato a metà dalla tua spada. Ma per tua fortuna il suo corpo ha subito così tanti danni che si può facilmente ricondurre il tutto alla semplice caduta: impossibile fare un'analisi adeguata, e questo gioca a nostro favore. Per quanto riguarda la tua evasione invece.. ho fatto presente che tu sei stato accusato e condannato senza processo, cosa che fa decadere automaticamente la condizione di arresto.
Manuel: ..ma se non ricordo male ciò che mi hanno detto, Zack è stato accusato di aver incendiato Gongaga.. potrebbe essere ancora imputato per questo?
Cecil: Direi di no. Nella sua evasione sono state distrutte tutte le prove del suo coinvolgimento in quella strage. Anche perchè siamo convinti tutti che non sia stato veramente tu, Zack, ad aver dato fuoco al tuo stesso paese.
Izzy : ZACK!! VIENI DA GONGAGA?! Oh,poverini.. hanno fatto veramente una fine terribile! Mi dispiace!!
Lo spadaccino rimase in silenzio, un po' come tutti. Non era ancora passato così tanto tempo da quel tragico incendio da poterlo rendere un argomento di discussione facile. Manuel rimase in silenzio, anche dopo la sfolgorante uscita di Isabelle, che aveva dimostrato ancora una volta di essere particolarmente imprevedibile.
Cecil: A questo punto, Zack, dovresti essere tornato un cittadino imperiale come tutti gli altri. Sei scagionato da ogni crimine.
Zack: Ti ringrazio, Cecil. Anzi, vi ringrazio. Tutti.
Cecil: Bene. Ciò di cui volevo parlarvi in realtà però non era questo. Non solo almeno.
Manuel: …
Cecil: Sono tempi bui. Non so se siete al corrente del caos che imperversa nell'Impero, anche perchè molte sono informazioni riservate. Ma è giusto che i Guerrieri della Luce siano informati, su tutto: devo dare il mio contributo.
Manuel: Ma, noi veramente sappiamo del conflitto con la Piaga Nera e poco più. Non ci siamo mai interessati di politica.
Cecil: Eh, come vorrei ci fosse solo Piaga Nera.. corre voce che alti gradi dell'Impero siano corrotti, come l'Inquisitore Venomin.. c'è chi sospetta che l'Imperatore stesso sia vittima di un complotto, ed ora sia tenuto in scacco da forze occulte che mirano alla distruzione dell'ordine imperiale.
Zack: Addirittura l'Imperatore?!
Izzy: Non l'ho mai conosciuto, ma dev'essere un uomo affascinante...
Cecil: Lo è. O meglio, lo era. Le sue ultime azioni hanno iniziato a far vacillare la sua figura di regnante saggio e giusto, in tutti i campi. In economia i suoi ultimi decreti hanno favorito la proliferazione di un sacco di speculatori senza scrupoli che stanno riducendo il pianeta in una discarica: miniere a cielo aperto, discariche abusive, sfruttamento senza freni di qualsiasi risorsa naturale.. la chiamano “libero mercato”, un modo elegante per definire l'apoteosi della cupidigia. Vi lascio immaginare la reazione delle popolazioni più legate alla natura.. la Piaga Nera è nata proprio per contrastare questo disastro prima che fosse troppo tardi, ma già da subito ha acquisito connotati sbagliati. Senza preavviso, numerose strutture industriali hanno iniziato a subire sabotaggi, alcuni dei quali molto pesanti e che hanno colpito i lavoratori coinvolti. Mentre l'Imperatore cercava di placare questi eventi sempre più frequenti con editti via via più minacciosi, i sabotaggi hanno iniziato sempre di più a connotarsi come veri e propri attentati, che mettevano a repentaglio la vita della povera gente. E da qui a peggio: le attività terroristiche si sono spostate dalle zone industriali agli agglomerati urbani. Numerosi villaggi sono stati dati alle fiamme, esattamente come Gongaga. Ma la cosa preoccupante è che quasi tutti questi attentati sono ben documentati, ma si tratta di testimonianze e informazioni contraddittorie, come quelle che riguardano l'incriminazione di Zack. Inizialmente si dava la colpa di tutto alla Piaga Nera, ma con il passare del tempo abbiamo scoperto che c'erano troppe cose contraddittorie. L'Imperatore in tutto questo ha risolto di utilizzare la soluzione del pugno di ferro: l'esercito è stato mobilitato e colpisce duramente interi paesi, anche la popolazione civile, in caso siano sospettati di essere in qualche modo coinvolti o sede di personaggi considerati pericolosi/criminali.
Zack: ...non c'è niente da dire.. proprio un gran bel casino!
Cecil: ..ma non è finita qui. Come avrete potuto notare, un sacco di mostri hanno cominciato a comparire in tutto il mondo e ora minacciano chiunque sia così stolto da partire senza un'arma o un'adeguata scorta. Non mi stupisce che sia in questo periodo che ricompaiono i Guerrieri della Luce. E' solo un campanello d'allarme, ma conferma l'idea che mi stavo facendo da tempo: il caos su questo pianeta è riconducibile a una sola, terribile causa. E va fermata.
Manuel: …......bene. Cioè male. E qual è questa causa?
Cecil: Non lo so. Però temo che abbia già puntato gli occhi su Zack e voglia eliminare uno dei Guerrieri della Luce prima che possa nuocergli. Venivo a informarvi proprio di questo. Sto partendo, raggiungerò l'Imperatore in persona per capire di più su chi vuole fermare Zack e perchè.
Zack: E noi cosa dovremmo fare nel frattempo?
Cecil: Niente. State qui a Cornelia, dove sapete che la gente vi nasconderà volentieri. Entro domani sera al massimo sarò di ritorno.
Zack: Ma.. Va bene Cecil. Seguiremo il tuo consiglio.. anche perchè è sera ormai.
Con qualche convenevole il Comandante Imperiale si alzò e si accommiatò dai tre ragazzi, salì in sella al suo cavallo e partì al galoppo verso la capitale. Manuel e Zack rimasero a guardarsi negli occhi, senza sapere cosa dire. Isabelle trasse tutti d'impaccio, uscendosene con una frase delle sue:
Izzy: Ah! Dai ragazzi, facciamo festa!
Manuel: FESTA?!
Izzy: Ma sì, che dobbiamo fare, stare qui a piangere?! Abbiamo tutta la sera a disposizione, chiamiamo un po' di gente qui in locanda e festeggiamo il Guerriero della Luce, Zack!
Zack: ..guarda che anche tu sei una Guerr..
Izzy: Sì sì lo so, fa lo stesso. LOCANDIERE!!
Mentre la ragazza partiva sparata ad organizzare il tutto, Manuel e Zack tornarono a guardarsi stupiti. Nel giro di dieci minuti ogni persona a Cornelia era stata avvertita dal locandiere ed era stata imbastita a tempo record una vera e propria festa, simile a una sagra, dove chiunque avesse avuto qualcosa in casa l'avrebbe portata. La locanda si riempì molto presto di più gente di quanta potesse contenerne, e Manuel e Zack si ritrovarono immersi in un bagno di folla. I due ragazzi ebbero reazioni diametralmente opposte: Zack fece ottimo viso a cattivo gioco e si tuffò nella birra, nella musica e nei discorsi casinosi della festa, mentre Manuel si tirò il più in disparte possibile. Non gli piaceva socializzare con tanta gente. Non era fatto per le feste, né per le sagre. Preferiva di gran lunga passare tutta la notte a fare la guardia ai chocobo – da solo – o ad allenarsi in palestra – da solo anche lì. Anche perchè l'unica compagnia che avrebbe desiderato in quel momento, quella di Lucy, era abbastanza irraggiungibile.
La festa fu animata da diversi giochi, un mini-gruppo musicale e c'era talmente tanto cibo che Manuel seriamente si chiedette se gli abitanti di Cornelia non se l'erano preparata in segreto quella festa: era tutto organizzato fin troppo nei dettagli per essere stata tirata su dal nulla. Lanciò uno sguardo a Izzy, che mangiava di gusto vicino a Zack, e capì che forse la ragazza si era messa d'accordo con il locandiere e gli abitanti di Cornelia.. già ma quando?
Zack non si preoccupava minimamente di queste cose, semplicemente si godeva tutto ciò che gli era concesso vivere, fosse esso casuale o pianificato.
La baldoria durò per molte ore anche dopo il tramonto, tanto che la locanda potè definirsi quasi vuota a mezzanotte. Manuel era uscito molto prima, approfittando della confusione per sparire dalla vista di Zack e Izzy e poter raggiungere un luogo da solo, appartato, con le sole stelle e la luna a tenergli compagnia. Il ragazzo passeggiò lungo la via ovest di Cornelia, desideroso di evadere dal grande caos della festa; uscì dal paese, camminando sempre verso ovest ma senza addentrarsi nella foresta: ricordava bene che i Tomberry popolavano l'area e non voleva fare cattivi incontri. Si appoggiò al recinto che delimitava il perimetro esterno di Cornelia, fissando il cielo e perdendosi nei suoi pensieri. Pensò così tanto, soprattutto a Lucy, che perse la cognizione del tempo; quando si decise a tornare verso la piazza ormai la festa era conclusa, le luci nella locanda erano tutte spente tranne una piccola fiammella al piano superiore. Cornelia era diventata un paese silenzioso, avvolto nel manto tranquillo di una notte serena. Manuel si trovò pochi metri vicino allo scudo della statua del Guerriero del Sole e ripensò ancora una volta a ciò che gli era successo. Allungò un braccio e ripetè il gesto che gli era costato così tanti pensieri.. ma questa volta non successe assolutamente nulla. Ancora, come l'ultima volta che l'aveva fatto. Fece un lungo sospiro, quindi si girò di scatto, abbastanza spaventato. I suoi sensi non l'avevano tradito: erano proprio dei passi quelli che aveva sentito dietro le sue spalle, ma di tutti gli incontri che avrebbe potuto fare quello fu uno dei migliori.
Anche perchè Zack sembrava veramente preoccupato per averlo perso di vista, soprattutto dopo le ultime rivelazioni di Cecil.
Zack: Ecco dove sei finito!
Manuel: ..pensavo fossi andato a dormire.. è tardi.
Zack: Non ti ho più visto alla festa, c'è..
Si fermò. Era veramente inutile continuare a porre sempre la stessa domanda. Anche perchè la risposta sarebbe stata sempre la stessa. Lo spadaccino cercò di cambiare discorso, ma incredibilmente, per una volta fu Manuel a parlare, rispondendo alla domanda non posta da Zack.
Manuel: Non mi piacciono le feste. E poi hai ragione tu, prima bisogna fare qualcosa per poi festeggiare.
Zack: Eh già.. ci pensavo proprio adesso, sai.. e non riuscivo a prendere sonno, anche perchè mi stavo chiedendo che fine avessi fatto.
Manuel: Non.. dovresti pensare a me, ora. Sei un Guerriero della Luce
Zack: E con questo? Un Guerriero della Luce non può avere degli amici?
Manuel: Am..?
Zack: Certo! Hai sentito anche tu Cecil: il mondo versa nel caos più totale. C'è solo un punto saldo, che sono gli amici. Non sarei nulla senza di voi.. senza Izzy, ma soprattutto senza di te.
Manuel: Cos.. non dire sciocchezze! Tu hai il potere del cristallo, l'hai assorbito! E Isabelle l'ha fatto anche lei. Avete dei cristalli per guidarvi, non c'è bisogno di altro!
Zack: Ti sbagli. I cristalli non sono la luce. I cristalli sono solo un riflesso, mostrano ciò che risplende di già: sono solo un'immagine riflessa.
Manuel: ..no..non credo di aver capito..
Zack: Il vero potere della luce non può essere racchiuso in un cristallo, né in due, né in quattro. La luce brilla e splende in tutti, su tutti.
Manuel: Allora, cosa ti dà la forza?
Zack: Certo il cristallo è una grande fonte di energia, ma quella vera.. è l'onore. L'onore e i miei sogni.
Manuel: Ho capito. Quindi è come pensavo: per me non c'è speranza. Non posso essere d'aiuto, a quanto pare.
Zack scosse la testa, come chi sa di avere ragione ma essere cosciente di non aver trasmesso adeguatamente il messaggio.
Zack: Sbagli. La luce, quella vera, sta nelle persone semplici, come gli abitanti di questo paese. La luce più forte, la vera speranza di questo pianeta, sta in persone come Cecil, e come te. Gente capace di dare la propria vita per salvare quella di un innocente.
Manuel: Cosa?
Zack: Manuel. Credi forse che io non abbia paura? Tutto il racconto del Comandante.. ciò che è successo a Gongaga, al tuo paese.. la Piaga Nera, il Caos.. sembra tutto contro di noi. L'oscurità ci avvolge, è proprio come questa notte. Ma guarda molto bene in cielo: cosa vedi?
Manuel: Buio. E' notte, l'hai detto tu.
Zack: Davvero? Io vedo la luna invece. Che brilla. Non c'è notte così buia che impedisca alla luna di splendere.
Manuel: Ti sbagli. La luna non è luce. La luna è tutta scura, riflette soltanto.
Zack: Non vedi bene. Ci sono anche le stelle. Allora, se la notte è il nostro mondo in questo momento, il riflesso della luna sono i cristalli. E le stelle sono la nostra guida.
Manuel: ..credo forse di avere capito..
Zack sorrise
Zack: Hai capito? Le stelle sono la nostra guida. Le stelle sono la speranza.
Manuel: ..ma le stelle non riescono a illuminare tutto da sole.
Zack: Faccio notare che il Sole è una stella. E prima o poi arriverà l'alba. Leggi un po' cosa c'è scritto sotto la statua:
Manuel: “...all'alba, guarda a Est”
Zack: All'alba, guarda a Est. E di notte, guarda a nord. Guarda le stelle!
Manuel: ..Zack.. forse ho capito sul serio.. quindi la nostra guida sono le stelle?
Zack: Esatto. E gli amici sono le stelle. Manuel, tu sei una stella.
 

Odstarva

Ashaad Nehraa Talan
Episodio XXXV

BOOOM!
Manuel si svegliò di soprassalto, rotolando giù dal letto. Aveva fatto ancora lo stesso sogno, quell'ombra nera con gli occhi azzurri glaciali, completamente avvolta dalle fiamme. Dapprima attribuì l'esplosione al sogno, ma poi ne arrivò un'altra, che fece tremare l'intera locanda.
BOOOM!
Manuel scattò in piedi, e si affacciò alla finestra. C'erano due crateri sulle strade della città, che fumavano ancora. Le persone nei paraggi correvano dappertutto in preda al panico. Poi il rumore di dei pesanti passi metallici indusse Manuel a guardare a sinistra. Vide un gruppo di cinque esoscheletri corazzati, simili a quelli che li avevano attaccati a Zanarkand, che avanzavano, e sparavano colpi in rapida successione con i due cannoni gatling equipaggiati al posto delle mani, mirando a caso, solo per seminare il panico. Sul petto brillava la scritta "Berserker -Production Model". C'era una bambina in mezzo alla strada, che paralizzata dal terrore, si stringeva al suo orsacchiotto piangendo. Gli esoscheletri non diedero segno di non averla vista, e proseguirono imperterriti.
Manuel: Bambina... Togliti da lì... Ti prego...
La bambina non si muoveva, i berserker non accennavano a rallentare. Erano ormai a circa due metri di distanza, quando Manuel si disse che non c'era altra soluzione. Prese la rincorsa, e si lanciò giù dalla finestra. Si rialzò, uno dei berserker stava per travolgere la bambina. Raccolse tutta l'energia che riuscì sul polpaccio, e spiccò un saltò in avanti. Afferrò la bambina, fece una capriola sul terriccio rosso, tenendola stretta, e si fermò sul marciapiede dall'altra parte. Mise la bambina in piedi, e la scosse leggermente: aveva gli occhi chiusi, e le lacrime continuavano a sgorgare copiose. Aveva dei lunghi capelli biondo scuri, quasi castani.
Manuel: Ehi, è tutto a posto??
La bambina annuì. Si asciugò le lacrime e guardò Manuel in faccia con i suoi occhioni verdi, come quelli di lui, anche se leggermente più scuri.
Bimba: Grazie, Guerriero della Luce...
Manuel: No, io non...
Non aveva tempo di risponderle adesso, si girò verso i berserker. Il vetro dove si intravedeva il casco di un soldato, era arancione, ma ora lampeggiava in direzione di Manuel. Il vetro cambiò improvvisamente colore: ora era rosso, in tutti gli esoscheletri. Manuel spinse via la bambina, dicendole di andare da sua madre, poi alzò i pugni.
Berserker 1: -NUOVO BERSAGLIO INDIVIDUATO: MANUEL VIRIDIS-
Alzò i cannoni gatling, in direzione del ragazzo. Manuel si guardò le spalle, per controllare che la bambina fosse andata via. Si, se ne era andata. La tensione accelerò il battito del suo cuore, ma questa volta l'impulsività non ebbe il sopravvento. Riuscì ad analizzare la situazione razionalmente, e si disse di non aver razionalmente scampo. Mandò a quel paese la razionalità, che c'era solo quando non serviva, ed iniziò a correre verso il berserker in prima fila. Questo iniziò a sparare, ma Manuel riuscì ad evitare i colpi, ed una volta faccia a faccia con il mostro, si chinò e scivolò sotto le sue gambe, sollevando un notevole polverone.
????: Ehi, che cos'è questo baccano??
Zack si affacciò alla finestra della sua camera. Manuel si passò una mano fra i capelli, ed imprecò mentalmente.
Berserker 2: -NUOVO BERSAGLIO INDIVIDUATO: ZACK FAIR-
Berserker 3: Dividiamoci, unità #08, #09 e #10, pensate a Fair, unità #12, io e te penseremo a Viridis. VIA!
Immediatamente dopo, due berserker si voltarono verso Manuel e gli altri tre verso Zack.
Zack: Oh, *****...
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Cecil stava attraversando un enorme corridoio vuoto, con il pavimento di marmo celeste, talmente lucido da potercisi specchiare. Alle pareti erano appesi molti quadri raffiguranti perlopiù scene di battaglie, oppure Dei, ed il soffitto era occupato con un colossale mosaico, che rappresentava un'enorme bilancia d'argento su sfondo blu, con dei puntini gialli riconducibili a stelle. Sotto la bilancia c'era un'iscrizione d'argento, "JUSTICE BALANCE".
Il nobile cavaliere arrivò di fronte ad una porta di legno lucida come uno specchio, c'erano due soldati con una lunga lancia nera.
Soldato 1: Avete fissato un'udienz...
Soldato 2: Ma fai sul serio o scherzi? Lo perdoni, comandante Cecil... Prego.
Cecil ringraziò con un cenno del capo, entrò, e mentre chiudeva la porta sentì la risposta soffocata del soldato.
Soldato 1: Eh, non l'avevo riconosciuto... Non è mai qui, è sempre in giro!
Cecil si disse che era vero, era molto che non tornava, per questo la situazione gli stava sfuggendo di mano, per questo l'Imperatore aveva permesso ad un uomo rivoltante come Hojo, non solo di entrare a far parte dell'Impero, ma addirittura di diventare consulente personale dell'Imperatore. Hojo era un uomo di poca esperienza, ma molta furbizia. Incredibilmente avido, crudele e meschino. Cecil lo odiava, ma gli seccava ammettere che al momento della sua nomina non era a palazzo, altrimenti si sarebbe opposto sicuramente, non avrebbe mai e poi mai permesso che un uomo come Hojo entrasse nelle grazie dell'Imperatore. Decise di lasciare quei pensieri a più tardi, anche perchè una voce piuttosto familiare lo accolse nella sala, stanca e trascinata, la voce di un vecchio. Era l'Imperatore Apollo VII.
Imp. Apollo: Salve Cecil, bentornato a palazzo... -Tossì- ... Ah, i miei polmoni iniziano a marcire, oh, oh, oh!
La sua barba bianca ed i suoi folti baffoni tremarono alla sua fragorosa risata. Indossava una grande corona dorata, senza particolari ornamenti o gioielli. Sulle spalle un mantello rosso con i bordi dorati, che lo copriva quasi interamente.
Cecil: Grazie, signore... Devo parlarvi.
Imp. Apollo: Dimmi pure, figliolo...
Cecil: A proposito di Zack Fair...
L'Imperatore si alzò di scatto, ed aggrottò la fronte, quasi minaccioso.
Imp. Apollo: Zack Fair è una minaccia, e va eliminato.
Cecil: Ma... Se solo mi permetteste...
Imp. Apollo: Non voglio sentire più nulla al riguardo, comandante Harvey. Zack Fair è un pericoloso membro della Piaga Nera, che ha incendiato Gongaga, ed ucciso più di cinquecento persone. Zack Fair è un criminale. Abbiamo provato ad arrestarlo, ora dobbiamo... Eliminarlo. Prima che distrugga altre città... Dobbiamo...
Cecil: Andiamo, non potete seriamente credere che sia stato lui... A meno che... E' stato Hojo a convincervi, vero?
Imp. Apollo: Non intendo parlare di questo con te, comandante. Mi fido ciecamente del mio consigliere.
Cecil: Per me sbagliate...
Imp. Apollo: OSI mettere in dubbio la mia capacità di giudizio?!? -Tossì, e a Cecil sembrò di vedere una goccia di sangue che bagnava la barba- Io sono l'Imperatore, non devo rispondere a nessuno delle mia azioni, tantomeno a te, Cecil. E se decido di eliminare Zack Fair... Non ti rendi conto che potrebbe incendiare anche Cornelia, come Gongaga? Bisogna fermarlo!
Cecil: Fermarl... Oh, no. Lei ha mandato delle truppe a Cornelia... Non è vero?
Imp. Apollo: Un incrociatore da guerra Cougar. Anche l'altro che è precipitato era diretto lì.
Cecil indietreggiò di alcuni passi, mormorò qualcosa come "Non può essere..." ed uscì dalla stanza correndo, facendo sbattere la porta. Iniziò a correre a perdifiato verso l'uscita. Attraversò diversi corridoi, fino a che non si ritrovò ad attraversare un ponte levatoio, e vide il suo elegante cavallo bianco con la criniera dorata. Ci salì sopra, e partì al galoppo, spingendo la povera bestia al massimo delle sue capacità. Dopo pochi chilometri fu affiancato da una specie di pipistrello di stoffa rossa. Fece qualche giravolta a mezz'aria, fino a far apparire un ragazzo alto e pallido, che fluttuava a qualche metro dal suolo. Il suo mantello rosso sangue si muoveva freneticamente in balia del vento.
Vincent:... So già tutto... Ti serve un passaggio?
Cecil: Vincent!
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Manuel correva a ritmo frenetico, ma dosando bene la respirazione, in modo da resistere più a lungo. Un passo, due passi, inspira, uno, due espira, uno, due, inspira, uno, due, espira... Gliel'avevano insegnato i suoi maestri. Inspirando con il naso, ed espirando con la bocca. Sentiva i proiettili che lo sfioravano, e che colpivano le abitazioni circostanti, che si conficcavano nel terriccio rosso. All'improvviso i berserker smisero di sparare, ed i cannoni gatling emettevano degli strani scatti. Munizioni esaurite. Gli enormi mitragliatori caddero a terra, lasciando dei moncherini ad entrambi i giganti. Da ognuno dei quattro arti (ormai troncati) spuntarono tre dita metalliche, lunghe ed affilate. Manuel si fermò a riprendere fiato.
I due corazzati però non accennavano a gettare la spugna, e caricarono Manuel ad una discreta velocità. Tre piccole aeronavi sfrecciarono nel cielo, segnando tre grandi esplosioni, delle quali una andò a colpire delle abitazioni. Quei pochi secondi di distrazione costarono a Manuel un pugno metallico di sole tre dita nello stomaco, che lo fece volare quasi trenta metri lontano. Tornò a fissare i due umanoidi meccanici, che erano tornati a caricarlo a tutta velocità. Alzò i pugni, per difendersi.
Il primo pugno scattò con una velocità impressionante, probabilmente azionato da un meccanismo a molla. Manuel però riuscì a schivarlo, e colpì con un pugno le giunture che corrispondevano al gomito del gigante. Alcune scintille brillarono nel cielo, ed il braccio del berserker si piegò verso il basso, irrimediabilmente rotto. Manuel schivò il pugno sferrato dal secondo, ed indietreggiò tenendosi la mano, dolorante. Le bende erano macchiate di rosso. Il berserker con il braccio rotto aprì uno sportello vicino all'"occhio" del corazzato, e da esso uscì un cavo metallico, sparato a tutta velocità, che si conficcò nella gamba di Manuel, perforandola da parte a parte e facendolo urlare di dolore. Poi si aprì come un'ombrello, agganciandosi al polpaccio del ragazzo. L'umanoide meccanico afferrò il cavo con la mano che gli rimaneva, e sollevò Manuel da terra, tenendolo a testa in giù. L'altro sferrò un pugno, che colpì Manuel in faccia, rompendogli il naso ed inondandolo di sangue. Il secondo pugno, sempre dallo stesso mezzo, fu bloccato da uno sforzo sovrumano di Manuel, che lo respingeva con entrambe le mani. La punta affilata della dita gli stava tagliando i palmi delle mani, e l'odore di sangue ormai impestava tutta l'aria circostante. Manuel, raccogliendo le sue ultime energie, spezzò due dita all'armatura gigante. Una la conficcò nel vetro rosso del berserker che lo teneva sospeso in aria, macchiandolo di un altro rosso, più macabro e spento. L'altro lo usò come coltello per tagliare quel filo di ferro che lo teneva a mezz'aria come un salame. Precipitò al suolo, imitato pochi secondi dopo dal primo corazzato. L'altro aveva ancora una mano intera, ed un'altra con un dito solo... Poteva ancora essere micidiale. Manuel aveva ancora in mano la corda. Il gigante sferrò un altro pugno, e Manuel ne approfittò per agganciare il filo metallico al braccio del robot, e tirò con tutta la sua forza. Il mostro cadde con la faccia a terra, con un tonfo sordo. Manuel, con la gamba ancora sana, pestò il braccio che aveva agganciato, staccandolo quasi completamente dal corpo del gigante. Con un braccio solo era un'impresa alzare un affare così ingombrante, e Manuel ebbe il tempo di saltare sulla sua schiena. Prese il dito-pugnale con entrambe le mani le colpì ripetutamente la parte anteriore del corazzato. Prima la ammaccò, poi la ammaccò di più, poi creò un varco con la punta del dito meccanico. Gettò via la sua "arma" ed affondò le dita nel buco creato. Con uno sforzo inumano, Manuel "scoperchiò" letteralmente il corazzato, una lamiera dopo l'altra, procurandosi tagli sulle dita e sui palmi delle mani, già parecchio insanguinati da prima. Alla fine trovò il corpo del pilota, che ora tentava freneticamente di slacciarsi tutte le cinture di sicurezza ed i meccanismi che lo legavano alla macchina. Il ragazzo lo afferrò per i fianchi, e lo estrasse dalla cabina, senza togliere nè cinture, nè meccanismi vari. Un braccio del pilota era incastrato in quello che sembrava un tubo, che probabilmente controllava le azioni del braccio. Ma Manuel non aveva certo tempo per estrarlo gentilmente: uno strattone violento, il rumore sordo di un osso che si rompeva, le urla del pilota, e poi il pilota che veniva scaraventato dentro alla vetrina di un negozio e perdeva i sensi.
Manuel ora ansimava furiosamente, sempre sopra il berserker. La vista si annebbiava e le palpebre diventavano pesanti. Le gambe cedettero, e lui cadde sul terriccio rosso, che si mischiò al sangue ed entrò nelle ferite ancora aperte del giovane.
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Ecco il secondo berserker che cade, quasi tagliato a metà dalla pesantissima quanto letale Excalibur di Zack. L'ultimo rimasto osservava impotente i resti dei suoi due compagni a terra, e tentò di difendersi svuotando addosso a Zack i caricatori di entrambi i cannoni gatling che montava al posto delle mani. L'abile spadaccino fece roteare la spada, accompagnato da un'intensa aura bluastra, e bloccò tutti i proiettili. Si avvicinò con uno scatto al corazzato, saltò, e con un colpo deciso gli conficcò la spada nel cranio. Atterrò elegantemente in piedi, con un mezzo sorriso stampato in bocca. La folla lo acclamò, e lui rispose con un'alzata di pollice. Poi si rese effettivamente conto della folla.
Zack: Ma che fate qui?!? E' pericoloso, andatevene!!
Uomo: Finchè un Guerriero della Luce ci protegge...
Zack: Non posso essere OVUNQUE!! Oh, santo ciel... Izzy!
La ragazza era appena uscita dalla locanda, ed aveva un'aria spaesata, aveva un vago sorriso stampato sulle labbra. Però sorprese tutti, perchè le bastarono un paio di secondi per guardarsi intorno e rendersi conto di quello che era successo. Assunse un'espressione più seria, e si rivolse a Zack.
Izzy: Zack... Che ci fanno loro qui? -Indicava la folla- E' pericoloso!
Zack la osservò stupito. Allora, se serviva, era in grado di essere anche seria...
Zack: Hai ragione. Portali via da qui, io penso a tenere occupati gli Imperiali.
Uomo: NON ESISTE!
Uomo: E' vero, vogliamo COMBATTERE!
Uomo: Si, dobbiamo difendere Cornelia! Ora basta guardare mentre il povero Guerriero Zack se la sbriga da solo... Dobbiamo aiutarlo!
Zack parve pensarci.
Zack: Non posso impedirvelo... Ma almeno le donne, i vecchi ed i bambini... Andate a casa...
La folla mormorava.
Uomo: Combatterà solo chi è maschio ed ha compiuto i vent'anni, ma non oltre i sessanta! D'accordo? Gli altri... A casa! Seguite... Ehm... Isabelle!
Zack lo guardò, era il locandiere. Poi guardò l'orizzonte preoccupato: un'orda di soldati stava avanzando, e nel cielo si stagliava un'enorme aeronave, un incrociatore da battaglia verde militare, con i cannoni puntati in avanti.
Zack: D'accordo, fate come volete, ma SBRIGATEVI!!
Izzy scortò gli abitanti con meno di vent'anni, i vecchi e le donne in un luogo più isolato, lontano dalla battaglia, e gli altri avanzarono, brandendo martelli, forconi e bastoni vari. Si fermarono dietro a Zack. Questi sospirò.
Zack: Ok, siete pronti? CARICA!!
I due eserciti avanzavano l'uno verso l'altro. Stavano per scontrarsi, quando un pipistrello rosso letteralmente precipitò fra le due fazioni, e si divise in tre. Uno era un ragazzo con i capelli neri, e gli occhi ed il mantello dello stesso, spaventoso rosso sangue. Il secondo era un cavaliere con l'armatura bianco-azzurrina, i lunghi capelli biondi e gli occhi grigi. Il terzo era un fagotto di forma umana, completamente coperto di sangue. Vincent raccolse il fagotto, e si avvicinò a Zack, che mano a mano che si avvicinava, riconosceva un Manuel completamente sfregiato fra le braccia di Vincent.
Zack: Manuel!
Vincent: E' ancora vivo. Ha distrutto due berserker... A mani nude.
Zack: A mani...?
Vincent non aggiunse altro, e rivolse lo sguardo verso il centro del campo di battaglia, dove Cecil si era appena rialzato in piedi. Alzò le braccia al cielo, ed urlò in modo che tutti lo udissero.
Cecil: FERMI!! SMETTETE DI COMBATTERE!! C'E' STATO UN MALINTESO!!
Una voce mielosa sembrò scendere dal cielo, pronta a ribattere.
????: Scusami, Cecil, ma perchè dovrebbero fermarsi?
Cecil: Ma che... HOJO?!?
Senza che nessuno se ne accorgesse, l'incrociatore era arrivato proprio sopra di loro, ed ora calava una specie di ascensore. Sull'ascensore c'era un uomo che sembrava piuttosto anziano. Aveva dei lunghi capelli neri, raccolti in una coda, e dei grossi occhiali ad oblò erano posati davanti a dei piccoli occhi neri, lucidi come scarafaggi. Era vestito con un costoso e vistoso vestito decorato anche con gemme preziose. Indossava un basco azzurro con una piuma rossa e gialla. Sul petto aveva un grosso ciondolo con una bilancia d'argento decorata.
Hojo: Si, sono proprio io. Sorpreso?
Cecil: No, a dir la verità immaginavo che ci fossi tu, dietro a tutto questo... Ordina all'esercito di ritirarsi immediatamente, Zack Fair è innnocente!
Hojo: Non credo proprio... -Estrasse un pacco di fogli- ... Sai cosa sono questi? Sono rapporti. Tuoi rapporti. Ed... Indovina un po'? Sono tutti contraffatti...
Cecil: Perchè quelle persone erano innocenti! Ed il vostro regime ormai le aveva condannate... Tu sei un carnefice, Hojo.
Hojo: Cecil, lo sai cos'è questa? -Questa volta indicava il medaglione.
Cecil: Un medaglione di... Platino. Probabilmente hai saccheggiato un villaggio solo per...
Hojo: Questa bilancia... Significa Giustizia. Io ce l'ho, e posso fare la mia Giustizia.
Cecil: La Giustizia è di tutti! E Hojo, tu... Sei un... Un vile.
Hojo: Oh, ma sentilo! Sono un vile. Ah, ah! Ne hai altre da dire? Anche se te lo sconsiglio, vista la tua posizione...
Cecil: La mia... Posizione?
Hojo estrasse quasi dal nulla un foglio di carta giallognola dall'aria importante.
Hojo: Decreto n°665: l'Imperatore Apollo VII, alla luce della violazione della legge n°342 riguardo alla contraffazione di documenti ufficiali, decreta che il comandante Cecil Harvey è sollevato dal suo incarico. E dovrà pagare una penale... Bla, bla, bla.
Cecil: Ma... Co... COSA?!? Hojo, sarei pronto a scommettere che questa faccenda è tutta opera tua.
Hojo: Hai vinto la scommessa, ex-comandante Cecil. Certo, non è stato facile convincere l'Imperatore, ma in fondo è un uomo ragionevole, e sono riuscito a persuaderlo...
Cecil: Tu sei... Tu sei... La creatura più spregievole di questo pianeta... Che gli Dei abbiano pietà della tua anima. Ho solo una domanda. La penale che devo pagare... Perchè...?
Hojo: Oh, così, pensavo di farmi una villa dove c'era Gongaga... Sai, è davvero un bel posto, c'è la spiaggia.
A quel punto Zack sfoderò la spada, e la puntò contro Hojo. Fece qualche passò, ma Cecil lo bloccò.
Cecil: Zack. Per favore. Ho bisogno del tuo aiuto.
Zack: Lui ha... Gongaga... Lui non...
Non riusciva a formulare una frase di senso compiuto, la rabbia gli deformava il volto.
Cecil: Zack, per favore... Ho bisogno che tu e Vincent vi occupiate dell'esercito... -Sguainò la sua lunga spada perlacea- ... A questo traditore ci penso io...
Hojo: Ah, ah! Mi stai forse sfidando, Cecil?
Cecil: Precisamente.
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Episodio XXXVI

Cecil non diede tempo a Hojo di approntare le sue difese e balzò immediatamente verso di lui, cercando di colpirlo subito. L'esercito imperiale avanzava da tutte le direzioni e ormai occupava le quattro strade principali di Cornelia, puntando diretti verso la piazza, dove gli uomini di Zack si stavano stringendo intorno alla statua del Guerriero del Sole. Non c'era tempo per un duello lungo, pensava Cecil, specialmente con un incrociatore da guerra nemico sulla testa.
Hojo rispose con uno scatto di riflessi ancora più fulmineo dell'attacco dell'ex-comandante, che gli consentì di estrarre la sua arma, una specie di bastone elettrificato, con cui parò il colpo di Cecil.
Hojo: Molto bene. Finiamola ora, dunque. Mi hai tolto un fastidio, sai?
Cecil: Cosa stai..
Hojo: Devo dirti la verità: volevo che tu fossi incarcerato ed eliminato, come Fair.
Zack sentì pronunciare il suo nome, cosa che lo fece arrabbiare molto di più di prima. Con una smorfia di disgusto si voltò malvolentieri, lasciando a Cecil quel criminale travestito da consigliere e correndo verso Vincent. L'ex-comandante, che ora si trovava a pochi centimetri da Hojo con la sua spada contro il bastone elettrico, vide l'espressione annoiata del suo rivale che gli stava spiegando le difficoltà che aveva trovato nel realizzare i suoi piani.
Hojo: ...ma l'Imperatore nutriva troppa stima di te per ridurti in catene. Così si è limitato a toglierti tutti i poteri e a darti quella multa.. una mia piccola soddisfazione personale, ma preferivo ben altro..
Cecil: Basta! Hai detto a sufficienza, “Consigliere”. E hai fatto un grave errore a venire qui di persona, non vedrai il nuovo giorno!!
Hojo: ..dici? Vedremo chi sarà di noi due a non godersi la prossima alba!
Con un altro movimento fulmineo della mano non occupata Hojo estrasse dalla tasca un piccolo oggetto sferico e lo lanciò per terra, sotto i piedi di Cecil. Ne seguì una piccola esplosione, che per poco non travolse l'ex-comandante; solo un salto all'ultimo secondo evitò conseguenze tragiche. Cecil si rialzò subito, alzò lo sguardo verso il suo avversario e si rese conto che non poteva permettersi di abbassare la guardia. Sapeva che Hojo era pieno di diavolerie più o meno tecnologiche, ed era sufficientemente scaltro per utilizzarle nel momento migliore e trasformarle in armi di distruzione di massa.
Nonostante questo, l'ex-comandante si lanciò nuovamente verso il suo avversario, obbligandolo a una serie di parate frequenti per non dargli modo di agire; Cecil mostrò un'abilità non indifferente nell'uso della spada, che gli valse un attacco veemente e ininterrotto di non meno di venti minuti, durante i quali Hojo potè solo sollevare il suo bastone e difendersi.
Nel frattempo Zack si era avvicinato a Vincent, il quale si trovava chinato sul corpo privo di sensi di Manuel; il suo amico aveva ferite su tutto il corpo, ma in particolare dei grossi tagli sulle mani e le braccia. Abbattere due esoscheletri imperiali a mani nude non era opera da poco, per cui poteva ritenersi ancora fortunato ad essere vivo.. perdere i sensi e un bel po' di sangue era il minimo che gli sarebbe potuto capitare. Senza perdere d'occhio i soldati imperiali che avvicinavano minacciosi da nord, sud, ovest ed est, lo spadaccino chiese a Vincent
Zack: Come sta?
Vincent: Ha delle ferite abbastanza gravi. Del resto, è fortunato ad essere ancora vivo.. è stato folle a voler sfidare a mani nude degli esoscheletri imperiali da combattimento.
Zack: Ma ora è svenuto, non può stare qui! Dobbiamo portarlo in un luogo più sicuro, prima che scoppi il conflitto!
Vincent: ..e dove?
Zack: Isabelle! Dove ha portato gli abitanti che non possono combattere?
Lo spadaccino si diede un'occhiata intorno e vide il gruppo di donne, bambini, giovani e vecchi radunato in disparte davanti alla locanda, in un punto dove si potevano vedere le quattro strade principali. Ferma davanti a loro, rivolta verso le strade con gli occhi chiusi, Izzy aveva le mani chiuse a pugno, come se fosse in preghiera. Zack non poteva credere ai suoi occhi: le aveva detto di portarli lontano, in un luogo riparato.. e lei si era fermata esattamente duecento metri più in là!
Vincent: Non troppo lontano da qui, a quanto pare.
Zack: IZZY! E' pericoloso, devi portarli via da qua!
Vincent: Lasciala fare. Se li ha portati lì c'è un motivo. E' una Guerriera della Luce, dopotutto!
Zack: Va bene... non c'è più tempo, porta Manuel vicino a lei.. spero che tra gli abitanti di Cornelia ci sia almeno un medico..! Adesso..
Un boato violento squarciò l'aria, mentre un missile sparato dall'incrociatore sopra la piazza si abbattè contro la statua del Guerriero del Sole, mandandola in frantumi. Gli uomini al di sotto vennero investiti da una pioggia di detriti, proprio nel momento in cui tutto l'esercito imperiale era arrivato a portata di tiro. Lo scontro era cominciato. Zack osservò la sua spada, che era diventata brillante quasi come una lampada elettrica, e si gettò nella mischia.
Tutti gli uomini del villaggio seguirono il Guerriero della Luce e iniziò una mischia senza precedenti; a parte il valore di Zack, che abbatteva da solo decine di soldati con un solo colpo di spada, gli altri difensori di Cornelia erano nettamente inferiori ai soldati imperiali non tanto per abilità in combattimento, quanto per equipaggiamento. L'avanguardia era dotata di spade e armature pesanti, mentre la retroguardia aveva già aperto il fuoco a distanza con fucili; alcuni di essi, probabilmente un reparto specializzato, erano dotati di lanciafiamme e armi magiche e molto presto decine di edifici presero fuoco. Mentre combatteva disperatamente, Zack vide con la coda dell'occhio il duello fra Cecil e Hojo, che vedeva un discreto equilibrio fra i due, ma soprattutto vide Vincent che aveva lasciato Manuel poco dietro a Izzy e che entrava in combattimento, facendo saltare soldati come fossero pop-corn.
L'esercito proveniente da ovest aveva il maggior numero di armi da lancio e la gente indifesa dietro a Izzy sembrava un bersaglio fin troppo facile; l'intera sezione di ovest dunque decise di prendersela con gli indifesi, e una pioggia di proiettili infuocati presto raggiunse il gruppo di Izzy.
La ragazza aprì di colpo gli occhi, mentre intorno al suo corpo iniziava a comparire una luce gialla molto intensa; con movimento deciso Izzy allargò le braccia, mentre nei suoi occhi comparve una fiamma di energia mai vista prima. Nonostante la figura esile, l'energia che riuscì ad esprimere in pochi istanti fu così spaventosa che gli abitanti dietro di lei indietreggiarono di qualche passo, portando Manuel con loro. Quando l'energia raggiunse il massimo, Isabelle pronunciò ad alta voce una frase in un linguaggio che nessuno riuscì a comprendere e liberò il suo potere. Un simbolo luminoso apparve dal nulla di fronte alla ragazza, come uno scudo magico; nella terra sotto i piedi delle donne e bambini di Cornelia apparve lo stesso simbolo che ricopriva un'area pressochè circolare. Quando Zack ebbe il tempo di rivolgere ancora lo sguardo verso Izzy, potè vedere che quel simbolo non era altro che una grande bilancia, da cui partivano una serie di fasci luminosi che andavano a scontrarsi contro i proiettili e le magie lanciate dagli Imperiali, neutralizzandole tutte. La luce della bilancia comparsa sulla terra avvolse le persone in un cilindro luminoso, completando la barriera magica dell'Equilibrio. Izzy si manteneva sempre con le braccia distese, concentrata sul potere dell'Equilibrio, mentre dietro a lei si poteva distinguere una figura traslucida.. era Terra, la custode del Cristallo dell'Autunno, di cui Isabelle ora era diventata erede. Ogni fascio luminoso che scaturiva dalla bilancia si trasformava in qualcosa di diverso a seconda del proprio bersaglio: cosicchè i vari proiettili venivano respinti da un proiettile uguale, le fiammate derivanti dai lanciafiamme venivano estinte da getti d'acqua di pari potenza, gli attacchi magici di ghiaccio venivano bloccati da barriere infuocate e così via.
Zack si accorse che la bilancia evocata da Izzy era identica a quella che era comparsa sulla lama della sua spada e iniziò a capire. Il potere di Izzy era in grado di ripristinare l'equilibrio in ogni cosa, neutralizzando attacchi con il proprio opposto; non solo, man mano che la battaglia proseguiva, le ferite di Manuel sembravano retrocedere, fino a guarire completamente. Il ragazzo infatti era stato avvolto da un fascio più luminoso degli altri che componevano il cilindro magico che proteggeva i giovani e le donne di Cornelia. Vincent si accorse come Zack di quello che stava succedendo e ogni volta che un difensore veniva ferito gravemente, ordinava ai suoi compagni di portarlo all'interno della barriera di Izzy. Appena portato all'interno, il ferito veniva avvolto da un fascio luminoso analogo a quello di Manuel e i danni venivano presto riparati, salvando la vita al povero disgraziato. Non ci volle molto tempo prima che tutti gli uomini di Cornelia finissero all'interno della barriera; l'ultimo fu il locandiere, che dopo aver combattuto valorosamente, venne sopraffatto da quattro imperiali e salvato dal provvidenziale intervento di Zack. Comunque, l'azione dei difensori di Cornelia era stata più che sufficiente, ora Vincent e lo spadaccino erano più che sufficienti per tenere testa ai soldati imperiali rimasti, non più di una cinquantina.
L'incrociatore nel frattempo aveva azionato i cannoni e stava distruggendo buona parte degli edifici di Cornelia, anche se non poteva superare la barriera Autunnale di Isabelle. Nonostante il grande sforzo contro la fanteria, la battaglia era destinata a finire con la distruzione totale di Cornelia ad opera di quella nave infernale. La battaglia durò per molto tempo e la difesa continuava a reggere nonostante tutto, fino a spingersi nella notte inoltrata.
Manuel riprese lentamente i sensi, mentre il potere dell'Equilibrio autunnale ristabiliva il suo organismo; appena ebbe forza per rialzarsi, il fascio di luce che lo avvolgeva smise di agire.
Manuel: ..ehi.. ma...
Rimase un po' contrariato dalla cosa, perchè aveva capito di essere stato guarito, ma si aspettava di essere riportato al 100% delle energie, come era successo con Zack. Il potere di Izzy con lui invece l'aveva semplicemente riportarto a una condizione basale. Manuel osservò la bilancia luminosa e la ragazza di fronte a sé e pensò “Equilibrio eh? Beh, però almeno posso camminare.. in fondo non sono così importante come un Guerriero della Luce..”. Manuel fu anche l'unico che si accorse che Isabelle iniziava a mostrare segni di stanchezza e sfinimento: mantenere una barriera così grande e impenetrabile richiedeva un sacco di energie, e la ragazza non era lontana al punto in cui sarebbero finite. Izzy socchiuse gli occhi, cercando di mantenersi in piedi e tenere il potere attivo, almeno fino a che Zack e Vincent non avessero eliminato ogni minaccia.
I due valorosi combattenti continuavano a contrastare ed abbattere soldati, anche se non poterono fare nulla per prevenire un grande incendio che era cominciato dalla periferia e ora stava rapidamente raggiungendo il deposito di olio e altre sostanze altamente infiammabili dell'emporio.
Zack: Vincent! Devi impedire alle fiamme di raggiungere quell'edificio o salteremo tutti in aria!
Vincent diede il colpo di grazia all'ultimo imperiale rimastogli e si levò in volo per rallentare le fiamme, evitando i colpi di esplosivi che piovevano dall'incrociatore. Anche Zack aveva il suo bel daffare per non essere colpito dalla nave Imperiale, mentre Cecil continuava il suo duello apparentemente infinito contro Hojo.
Appena il consigliere si accorse che la fanteria era stata decimata e che l'incrociatore era l'unica minaccia seria rimasta contro tre guerrieri micidiali come Zack, Vincent e Cecil, decise di intervenire personalmente. Mentre si difendeva dall'ennesimo fendente mortale sferrato da Cecil, Hojo estrasse un'altra sfera dalla tasca, questa volta di colore nero.
Hojo: Branco di incapaci.. l'ho sempre detto io, se vuoi una cosa fatta bene, fattela da solo!
Quindi si voltò verso Cecil e sorrise beffardamente
Hojo: Mi dispiace, ex-comandante. Abbiamo finito di giocare. Ora siete FINITI!!
Cecil si accorse di quanto stava per succedere e cercò di saltare addosso a Hojo prima che potesse agire, ma il consigliere dell'imperatore fu più veloce e fece rompere la sfera nera contro il terreno. Un grande, irrespirabile fumo si alzò e occupò l'intera piazza, soffocando chiunque fosse stato così stupido da respirarlo. Cecil e Zack vennero colti in pieno, accasciandosi al suolo in preda alla tosse; Vincent non sembrava essere coinvolto dal gas venereo di Hojo, ma tutto si concluse quando il fumo raggiunse l'altezza della bilancia di Izzy. Il simbolo mistico reagì facendo sprigionare un forte vento che invase la piazza più velocemente del fumo e lo dissipò rapidamente, riportando l'aria a una condizione respirabile. Quando riuscì a vedere e a respirare nuovamente, Cecil si accorse che Hojo era sparito. Guardò verso l'incrociatore e lo vide nella posizione di comando, con aria di chi sta per trionfare. Stava per spingere un tasto.
Hojo: ..eh eh. Il fumo è già andato via? Peccato. Ma così potrete vedere in faccia l'artefice della vostra fine. TRASFORMAZIONE MECCANOTRASDUTTRICE!!
Appena Hojo premette il fatidico tasto, l'incrociatore iniziò a brillare; la superficie diventò incandescente. Nel giro di pochi minuti, la temperatura dell'incrociatore raggiunse livelli inimmaginabili, tanto che Cecil poteva sentire le grida di dolore dell'equipaggio che veniva bruciato vivo, come in un forno. Tutti tranne Hojo, che invece continuava a ridere sempre più forte, mentre il metallo incandescente della nave iniziava a ribollire; il fortissimo calore e la luce abbagliante costrinsero Cecil, Zack e Vincent a inginocchiarsi e a chiudere gli occhi. L'incrociatore, divenuto di fatto una meteora incandescente, iniziò a sollevarsi verso l'alto, raggiungendo una quota che normalmente non avrebbe potuto raggiungere. Una trasformazione simile era sconosciuta a tutti, anche a un esperto conoscitore della tecnologia imperiale come Cecil. C'era di mezzo qualcosa d'altro, un potere molto superiore alla semplice tecnologia; ma anche se fossero stati presenti dei maghi veri e propri, con il potere della magia finora conosciuta non era possibile indurre quella trasformazione, apparentemente suicida.
Raggiunto il punto più alto possibile sopra Cornelia, l'incrociatore aveva cessato di essere la nave che tutti avevano conosciuto ed era diventata una vera e propria sfera incandescente, quasi una mini-stella fiammeggiante nel cielo.
Cecil: Hojo.. ti sei fatto bruciare vivo per questo?
La voce del consigliere improvvisamente rispose all'ex-comandante, che non potè credere alle proprie orecchie. Hojo era ancora al suo posto di comando, apparentemente non coinvolto dalla trasformazione
Hojo: Sei uno stolto. Gli unici che verranno bruciati vivi siete voi, e non ci sarà barriera magica che vi potrà difendere.. dal potere.. DEL CHAOS!!
Cecil: Non.. posso.. crederci... d..dovresti essere fuso! Non.. sei umano!
Vincent: No, non è umano. E' il chaos che lo guida!!
Hojo: Molto bene, vedo che qualcuno comincia a capire. Ma non è del tutto corretto: è il Chaos che mi ha fornito questo potere, ma non mi guida. Sono IO a guidare lui!
Zack stava osservando verso l'alto la sfera infuocata che minacciava di abbattersi su Cornelia, impotente; un grido improvviso di Izzy lo fece voltare di scatto: la ragazza aveva dato fondo a tutte le sue energie e il contrastare il fumo mefitico di Hojo aveva fatto in modo che la barriera si indebolisse. Il massiccio aumento di temperatura aveva sottoposto ulteriore stress su Isabelle, che collassò a terra con un grido, perdendo quasi i sensi se solo Manuel non fosse intervenuto a prenderla al volo e sostenerla fra le sue braccia. La bilancia scomparve subito dopo e la popolazione di Cornelia venne liberata dalla barriera luminosa; Hojo rise ancora di più nel vedere il crollo della difesa di Izzy, pregustando la vittoria assoluta.
Hojo: Ironico, non trovate? Cornelia, la città del Guerriero del Sole verrà disintegrata da un sole artificiale!
Zack: Tu.. vigliacco!!
La mano che reggeva Excalibur ora tremava dalla rabbia e dall'odio che Zack stava provando sempre più grande per Hojo, che rallentava il momento dell'attacco finale per godersi la scena il più possibile. Proprio mentre sentiva le vampate d'ira scuotergli il corpo, Zack venne investito da una potente, sicura e gelida brezza proveniente dal basso. Nel suo cuore sentì una voce, ormai nota.
Non lasciare che l'ira ti consumi. Non far vincere il fuoco dell'InfernoZack: C.. Cloud?!
Ma come faccio, questo sta per...
Fidati di me. E del tuo Onore. Il Cristallo che porti ha il potere di fermarlo.
Zack: Sì ma come faccio.. io..
Lasci parlare troppo la mente. Ferma i pensieri, e lascia che sia il tuo cuore a guidarti. La rabbia che provi è solo razionale, ma il tuo onore no. La vittoria non passa per il fuoco infernale dell'ira, ma dalla gelida fermezza dell'onore.
Zack placò i suoi pensieri e sollevò davanti a sé la sua spada. La guardava, era diventata veramente potente.. la luce brillante intorno alla lama era più viva che mai ed emanava un'aura fredda indiscutibile. La bilancia e le rune alla base della lama erano più sfolgoranti che mai; Zack si ricordò di ciò che era successo nelle prigioni imperiali, della stella Polare e del suo stesso discorso che aveva fatto a Manuel, e in un istante capì. Chiuse gli occhi, concentrandosi. Intorno a lui la temperatura iniziava ad abbassarsi, opponendosi al caldo infernale che proveniva dalla sfera di Hojo. L'energia dell'Inverno iniziava ad accumularsi nella lama dell'Excalibur, mentre le rune e la bilancia brillavano come vere e proprie stelle; Manuel, con fra le braccia Izzy, potè vedere che dietro a Zack appariva lentamente un'immagine traslucida.. sembravano 7 puntini luminosi, che diventavano sempre più chiari man mano che Excalibur assorbiva energia. La temperatura intorno a Zack raggiunse un livello vicino allo zero, congelando il terreno e spegnendo le fiamme dell'incendio di Cornelia. In quel momento Izzy riaprì gli occhi, e con un filo di voce disse a Manuel:
Izzy: Manu..el.. prendi.. il mio.. ciondolo... e... alzalo.. verso il cielo
Il ragazzo non capì all'inizio, ma dopo la seconda volta comprese cosa doveva fare.Nel frattempo Hojo, quando vide l'incendio spegnersi e temendo un possibile contrattacco, gridò qualcosa che nessuno riuscì a capire e innescò la discesa della sfera. L'incrociatore imperiale trasformato in una stella ora stava precipitando verso Cornelia, come una grossa quanto letale meteora.
Manuel prese il medaglione di Izzy che portava al collo e lo estrasse delicatamente, quindi lo alzò verso il cielo; non l'aveva mai visto prima, ma era comparso al collo della ragazza quasi dal nulla. Lo estrasse delicatamente e lo alzò verso il cielo.
Il potere richiamato di Zack aveva raggiunto il livello massimo, e i punti luminosi dietro di lui ormai formavano un'immagine che Cecil e Vincent riconobbero immediatamente.
Cecil: ..ma quella.. è la..
Vincent: ..costellazione della Stella Polare, l'Orsa Minore.
Zack riaprì gli occhi di scatto, quasi come aveva fatto Izzy quand oaveva scatenato il suo Potere. Saltò verso l'alto, puntando la meteora di Hojo; il medaglione in mano a Manuel iniziò a pulsare di energia brillante che entrò in risonanza con la lama dell'Excalibur. Zack se ne rese conto e prima di sferrare l'attacco finale, attese che il Cristallo dell'Autunno completasse la sua azione.
Un fascio luminoso molto violento partì da quel medaglione di Izzy e raggiunse Zack, trasformandolo in un essere completamente diverso: sembrava composto di pura energia spirituale, bianco e brillante di luce propria. Dall'Excalibur partirono fiammate di fuoco gelido, che davano a Zack l'aspetto di una torcia umana, mentre la temperatura intorno a lui raggiungeva i livelli prossimi allo zero assoluto.
Zack: E' più oscuro della notte, è più luminoso del Sole. E' più gelido del ghiaccio, è più inarrestabile di un fiume in piena. Chiamo a me il potere dello Zero Assoluto, l'origine e la conclusione di tutte le cose, affinchè possa estinguere le fiamme dell'Inferno e riportare la pace! Per Gongaga, per tutti i villaggi bruciati, per Cornelia, per Manuel, per Izzy, per Cecil e per tutti i giusti in questo mondo. Per l'Onore, la Luce, la Gloria e la Giustizia. La luce della Stella Polare ci sia da guida, lo Zero Assoluto ci raggiunga nella sfida! Sia questo il colpo che tutto crea e che tutto distrugge, per l'Equilibrio di tutte le cose!!
Zack schizzò in alto, come un geyser, trascinando dietro di sè un fascio luminoso di energia gelida che congelò l'aria al suo passaggio. Arrivato a pochi metri dalla cometa di Hojo, Zack esplose in un grido incomprensibile, seguito poi dalle parole
Zack: ..NORTHERN BALANCE!!
Quando lo spadaccino si lanciò in un fendente micidiale e rilasciò il potere del suo cristallo ci fu una enorme esplosione, che travolse tutto ciò che c'era in cielo e si diffuse in tutta Cornelia. La temperatura molto bassa fece condensare l'acqua nell'atmosfera e il paese del Guerriero del Sole venne ricoperto di ghiaccio e neve, mentre solo Zack riuscì a sentire l'urlo di Hojo che sembrava essere un “nooooo..” prima di scomparire nel nulla.


..quando Manuel riaprì gli occhi, vide che la grossa meteora era scomparsa. Cornelia e lui stesso, come tutti i presenti, era ricoperto da una decina di centimetri di neve; Izzy era ancora fra le sue braccia, con poche energie ma con un sorriso stampato sulla faccia. Zack era nuovamente lì, in piedi, con la sua spada sguainata e ancora brillante; Cecil e Vincent si guardarono, senza parole per ciò che avevano visto. Ma la cosa più evidente a tutti non fu la sconfitta di Hojo e dell'esercito imperiale. In mezzo alla piazza, a pochi passi da dove era atterrato Zack, il piedistallo su cui c'era la statua del Guerriero del Sole non era più vuoto. Una nuova, grande, gigante statua di puro ghiaccio scintillante era comparsa dove prima c'era quella di pietra; l'immagine era sempre quella del Guerriero del Sole, ma con una differenza: ora la spada puntava verso Est. E subito dopo il sole fece il suo ingresso all'orizzonte. Era ormai giunta l'alba.
 

Odstarva

Ashaad Nehraa Talan
Episodio XXXVII

Izzy: Manuel... Ce la faccio, grazie.
Manuel: Uh... Uh? Cosa? Ah, si... Sicura?
Si era perso ad osservare gli effetti prodotti dall'attacco di Zack. Quella nevicata fuori stagione era tutto tranne che normale.
Izzy: Si, io... Credo di si.
Manuel la mise in piedi, ma dovette offrire la propria spalla come appoggio per evitare un crollo dell'ancora debolissima ragazza. Quel poco fiato che aveva le bastò per chiamare...
Izzy: ZACK!!
Zack era in piedi, e brandiva l'Excalibur con ambo le mani, dritta davanti a sè. Non si era mosso dal momento in cui era atterrato, poco prima, nè aveva aperto gli occhi, nè dato un altro qualsiasi cenno di essere coscente. Ma al richiamo di Isabelle, aprì gli occhi di scatto, come cadendo dalle nuvole, e si lasciò sfuggire la spada, che cadde su un tappeto di neve fresca. La raccolse, leggermente frastornato, poi si rivolse verso la ragazza. l'intera scena era stata seguita da tutti in silenzio, un silenzio quasi timoroso, reverenziale. Zack non se ne curò, sorrise a Isabelle ed alzò la spada in segno di vittoria. Gli abitanti di Cornelia scoppiarono in un'ovazione esagerata, ed iniziarono a raccogliersi intorno a Zack e Izzy. Li sollevarono, e li portarono in giro per la città. In breve le urla dei cittadini sfumarono fino a sparire del tutto. Gli unici rimasti lì erano Vincent, che stringeva ancora la Cerberus, un Cecil con la lunga spada sguainata, ed un Manuel seduto per terra, dopo che un paesano Zack lo aveva spinto a terra per spostarlo ed andare ad idolatrare Zack e Isabelle. Si rialzò, levandosi di dosso la neve. Non si era certo fatto male, ma non era stato un gesto carino. Tuttavia decise di catalogarlo come "incidente" e, per una volta, non prendersela.
Cecil:... Quindi Zack Fair è davvero un Guerriero della Luce...
Vincent: Sembra di sì.
Cecil: Allora... Forse c'è ancora speranza per la salvezza del pianeta?
Vincent:... Forse. Ma bisogna affrettarsi. Credo che tu sappia della guerra...
Cecil: Si, purtroppo ne sono al corrente.
Manuel: Io no, di che guerra state parlando?
Aveva deciso di inserirsi nel discorso, senza sapere bene il perchè. A chi importava se stava per scoppiare una nuova guerra? Ormai però aveva mostrato interesse, e doveva reggere la mascherata fino alla fine.
Cecil: L'Impero e la Piaga Nera... Hanno in programma di combattere una nuova, grande guerra.
Vincent: La Piaga Nera è riuscita a tirare su un bell'arsenale, potrebbe dare all'Impero del filo da torcere.
Cecil: Ma uno scontro di tali proporzioni potrebbe causare seri danni all'ambiente. E ovviamente non servirà a nulla, come ogni guerra... Il punto è, Manuel Viridis, che abbiamo poco tempo per salvare il Pianeta. Dietro questa grande guerra c'è...
Manuel:... Il Chaos...
Vincent: Precisamente. Come un abile burattinaio ci sta mettendo gli uni contro gli altri, per alimentare il suo potere.
Manuel: Il suo potere?
Cecil: L'odio. L'odio e la sofferenza. Vedi, Manuel, il Chaos è una creatura sempre affamata di potere. Il Chaos non sa amare, e per questo... Odia. Tutto e tutti. E non gli importa di rovinare un Pianeta, a costo di accrescere il suo potere.
Manuel: Insomma, il suo unico scopo è... Diventare più forte?
Vincent: Sì. Non si conoscono le sue origini, è possibile che sia una specie di organismo che vaga nello spazio, distruggendo un pianeta dietro l'altro, oppure che sia nato con il pianeta stesso, nessuno lo sa.
Manuel: Vincent... Tu avevi parlato... Di un sigillo, imposto dal Guerriero del Sole... Non è così?
Vincent: E' così che dice la leggenda.
Manuel: E... Quindi è possibile che in qualche modo... I conflitti che ci sono stati ultimamente... Abbiano...
Cecil: Vedo che ci sei arrivato da solo, complimenti. Sono i recenti conflitti fra Impero e Piaga Nera, che alimentano il potere del Chaos.
Manuel, ora che la conversazione si era avviata, aveva iniziato ad interessarsi senza nemmeno rendersene conto. Strano, non gli capitava spesso di interessarsi così tanto ad una discussione.
Manuel: Ma... Il degrado del Pianeta è iniziato prima dei conflitti, e se non erro è per quello che è nata la Piaga Nera...
Cecil: Si, lo avevamo notato anche noi. E da qui in poi possiamo solo fare delle ipotesi.
Vincent: La più probabile è che il Pianeta iniziasse già a degradarsi, a causa delle attività umane inquinanti o contronatura.
Manuel: Ad esempio i Tomberry...
Vincent: Ad esempio. Ma anche la produzione di macchine come i berserker, o quell'incrociatore da battaglia che hai visto prima, il cougar. Nel passato come carburante usavamo qualche combustibile, ma macchine così grandi e complesse ne consumavano quantità industriali, perciò l'Impero ha deciso di ricorrere... Ad altre fonti.
Manuel:... Altre fonti?
Cecil: L'energia del pianeta, Manuel. L'Impero ha strappato via l'energia al pianeta, per alimentare il propio potere. -Cecil chinò la testa- Forse non siamo così diversi dal Chaos, in fondo... Fatto sta che il pianeta non è rimasto a sopportare i deliri dell'essere umano, e ha reagito negativamente.
Manuel:... Si, capisco. Ma quindi... La vera causa del degrado... E' l'essere umano...
Cecil:... Purtroppo è così.
Vincent: Il Chaos... Ne è una conseguenza. L'equilibrio del pianeta è stato spezzato, ed è questa la probabile causa che ha aiutato il Chaos a liberarsi parzialmente del suo sigillo.
Manuel: Pa... Parzialmente?
Cecil: Si, parzialmente. Se si fosse liberato del tutto, le conseguenze sarebbero state apocalittiche, Manuel Viridis.
Manuel: Apocalittiche... Quanto?
Vincent: Basta una minima parte per mettere sue eserciti l'uno contro l'altro.
Manuel si rese immediatamente conto della spaventosa potenza del Chaos.
Manuel: Ma... I Guerrieri Della Luce... Hanno il compito di eliminare il Chaos, non è vero?
Vincent: Così dice la leggenda.
Manuel: Allora... Finchè il Chaos non sarà risvegliato... Possiamo ancora fare qualcosa?
Cecil: E'... Possibile. Ma di sicuro non è un caso se i Guerrieri della Luce si sono risvegliati adesso. E' probabile che avremo bisogno del loro aiuto. Zack Fair ed Isabelle Lightwood... E' una grande fortuna che siano con noi.
Naturale, servivano i Grandi Guerrieri della Luce, non si poteva fare un passo senza di loro, guai! Manuel si era illuso per un secondo di poter fare qualcosa.
La folla che portava in braccio Zack e Isabelle fece capolino dall'angolo opposto a quello da dove erano spariti. Evidentemente avevano fatto il giro dell'intera città. Zack aveva le mani sui fianchi di Isabelle, erano molto vicini e sorridevano, come se si fossero appena... Manuel scacciò quel pensiero. Senza sapere nemmeno perchè, gli dava non poco fastidio. Sembrava quasi che non aspettassero altro che lui se ne andasse per fare... Quello che dovevano fare. La statua del Guerriero della Luce (Manuel non era più sicuro che fosse "del Sole", ora che era fatto di ghiaccio) sembrò scintillare, non appena Zack gli passò accanto. Questi scese con un balzo dalla folla che gli si radunava sotto, ed atterrò agilmente. Isabelle scese goffamente, e cadde a terra. Si rialzò e raggiunse Zack. Entrambi avevano un sorriso che andava da orecchio a orecchio.
Zack:... Che mi sono perso?
Manuel e Vincent si scambiarono uno sguardo, e Cecil si passò una mano fra i capelli.
Vincent:... Nulla di particolare.
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Dopo la partenza di Vincent, che sosteneva di avere delle "cose" da fare, Manuel riassunse brevemente a Zack e Isabelle l'argomento della discussione fra lui, Cecil e Vincent (ignorando i versi di disapprovazione emessi dallo spadaccino ogni tanto). La giornata fu spesa perlopiù a recuperare le forze perdute durante il combattimento, e si fece presto buio. Zack ed Isabelle andarono a coricarsi presto, tenendosi per mano, e Manuel li aveva seguiti mezz'ora più tardi. Non aveva per niente voglia di dormire, ed era stato alzato da solo con una scusa random. Però si rese conto di non aver nemmeno voglia di pensare a nulla, così si infilò sotto le coperte, e rimase lì a rigirarsi per alcune ore, prima di addormentarsi. Si svegliò molto tardi, verso le dieci, e trovò Zack ed Isabelle seduti al bancone della taverna, Zack con una tazzina di caffè in mano.
Zack: Ah, Manuel! Buon giorno!
Izzy: Ciao, Manu!
Manuel: 'Giorno...
"Manu"? Chi era che lo chiamava Manu? Pensa, pensa... Lucy! Lucy lo aveva sempre chiamato Manu, salvo rare eccezioni. Manu... Manu... Cercò di abituarsi alla voce di Isabelle che lo chiamava così, poi si sedette con loro. Zack sembrava al settimo cielo.
Zack: Abbiamo deciso di ripartire... Se tu sei d'accordo partiremo questo pomeriggio. Sei d'accordo?
Manuel rispose senza riflettere, mentre il locandiere gli serviva un cappuccino senza aspettare il suo ordine.
Manuel: Uh, si, perfetto.
Bevve il cappuccino, leggermente amaro. Non gli piacevano granchè le cose amare. Una volta aveva assaggiato il caffè, ma gli aveva fatto talmente schifo da decidere di ripudiarlo per il resto della sua vita. Il resto della mattina passò in fretta, anche se Manuel ebbe l'impressione di essere seguito per un paio di volte. Dopo un abbondante pasto (forse due o tre), preparato dai gentilissimi abitanti di Cornelia, i tre avventurieri si ritrovarono alle porte di Cornelia.
Zack: Beh... E' giunto il momento di salutarci... Grazie a tutti dell'ospit...
Il resto fu coperto da un'ovazione, e dall'affollarsi di gente intorno a Zack ed Isabelle. Manuel se l'aspettava, però lo trovò comunque abbastanza seccante. Alzò gli occhi al cielo, e quando li abbassò si accorse che c'erano un uomo ed una donna di mezza età, una ragazza sui quattordici anni ed una bambina che non ne dimostrava più di sei. Avevano gli occhi puntati su di lui, e sorridevano. Manuel era stupito ed imbarazzato, non era preparato a niente del genere. Era, evidentemente, una famiglia. Le tre donne avevano i capelli lunghi e biondi, mentre il padre era quasi calvo e portava gli occhiali. Manuel fece una domanda sarcastica, sorprendendo anche sè stesso.
Manuel: Non andate a salutare... L'eroe?
La bambina camminò lentamente verso di lui, e quando gli fu vicino, Manuel capì che doveva dirgli qualcosa, e si abbassò per ascoltarla. Lei gli si avvicinò e lo abbracciò.
Bambina: Sei tu il mio eroe...
Manuel capì chi era quella bambina, era quella che aveva salvato dai berserker. Ricambiò l'abbraccio sorridendo, felice come gli era capitato di essere poche volte nella sua vita.
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Episodio XXXVIII

Zack, Izzy e Manuel lasciarono Cornelia nel primo pomeriggio e si addentrarono nella foresta per un'ora scarsa; il ragazzo più giovane seguiva a distanza i suoi due compagni, Zack e Izzy, che da quando erano partiti erano sempre rimasti con la mano nella mano. In fondo a Manuel un po' dispiaceva lasciare Cornelia, per una serie di ragioni che continuavano a turbinare nella sua mente come un uragano impazzito.
Innanzitutto Cornelia era un paese piccolo, come lo era il suo villaggio di origine; la gente era amichevole e affabile, così tanto da riuscire a farlo quasi sentire a casa sua. In più aveva combattuto duramente per difenderla, anche se non aveva dato un contributo paragonabile a quello dei Guerrieri della Luce; certo però era innegabile che anche Manuel aveva rischiato, e non poco, nell'affrontare due berserker Imperiali a mani nude.
E poi c'era quella bambina. Lei, la sua famiglia, le uniche quattro persone su un centinaio che si erano accorti che forse anche lui aveva fatto qualcosa in quella battaglia.. la maggior parte degli abitanti non lo avevano nemmeno considerato, tutti presi dal loro “Guerriero della Luce”.. chissà, forse era anche giusto così. Un Guerriero della Luce meritava un'attenzione sicuramente maggiore di quanto si meritasse lui, Manuel Viridis, orfano e solo al mondo, con l'unica persona degna di nota, Lucy, dispersa chissadove.
In mezzo a tutti questi pensieri, man mano che i suoi passi lo facevano addentrare sempre di più nel fitto del bosco, sorse una domanda; dapprima era solo una curiosità, poi diventò un dubbio che si trasformò presto in un bisogno impellente di avere una risposta. Senza preoccuparsi troppo di interrompere il silenzio che da un po' troppo tempo stava accompagnando il gruppo, Manuel arrivò al punto di pronunciare quella fatidica domanda
Manuel: ...Zack!
Lo spadaccino davanti a lui si fermò, come anche la ragazza che gli stringeva la mano destra. Entrambi si voltarono, osservando incuriositi Manuel.
Manuel: ..posso chiedervi una cosa?
Zack: Certo!
Manuel: …....per quale ragione siamo andati via da Cornelia?
Izzy: Cosa vuoi dire?
Manuel si fermò un attimo. Non sapeva nemmeno lui perchè voleva fare questa domanda di preciso, la risposta di fondo la sapeva già: erano Guerrieri della Luce entrambi. Sapevano ciò che stavano facendo. Eppure Manuel riuscì a concepire un ragionamento logico così ineccepibile che perfino lui stesso si stupì.
Manuel: ..intendo dire.. l'Impero.. ha attaccato Cornelia, con il preciso scopo di distruggere i suoi abitanti.. e voi. Si è salvato grazie a...
Si fermò ancora. Non aveva la minima intenzione di pronunciare la frase “Si è salvato grazie al VOSTRO intervento”. Sarebbe stato più giusto dire “NOSTRO” intervento, però in fondo non aveva fatto nulla di così rilevante, quindi riuscì a superare controvoglia il suo orgoglio e finì la frase.
Manuel: ..grazie a voi, Guerrieri della Luce. Non possiamo lasciare quel paese al suo destino!
Zack incrociò le braccia, mentre Izzy sorrise. Non era un sorriso di scherno, era un sorriso di chi ha riconosciuto le intenzioni più pure che possano esistere.
Zack: In effetti hai ragione. Non possiamo permettere che Cornelia venga distrutta. E' proprio per questo che stiamo andando via.
Manuel: Ma.. per..
Izzy: Zack ha ragione. L'Impero ha attaccato Cornelia solo per distruggere Zack e me.
Zack: Esatto. E' meglio per tutti che noi andiamo via da Cornelia, così attireremo l'Impero lontano da quella brava gente.
Manuel: Com..
Isabelle lasciò Zack, si avvicinò a Manuel e gli prese una mano, guardandolo negli occhi.
Izzy: Lo so che puoi avere tante domande e che sei preoccupato per quella gente, ma ti prego.. fidati.. fidati di noi!
Manuel rimase interdetto, di certo non si aspettava una reazione del genere. Soprattutto la luce negli occhi di Isabelle era molto diversa da quella che aveva quando l'aveva conosciuta: ora sembrava brillare molto di più. Il ragazzo annuì, memore anche del discorso che aveva avuto con Zack la notte prima della battaglia.
Manuel: Ok.. mi fido.
Izzy: .. so che ti stiamo chiedendo molto, però.. grazie!
I tre ragazzi ripartirono, proseguendo il cammino. Cinque secondi esatti dopo il primo passo, Zack si voltò verso Manuel e gli disse:
Zack:..ah, e comunque.. non devi dire che Cornelia è stata salvata per merito “vostro”, cioè mio e di Izzy. Il merito è NOSTRO, e ci sei anche tu!!
Manuel non disse nulla, un pochino imbarazzato ma comunque contento che oltre a quella famiglia di Cornelia anche qualcun altro avesse realizzato il suo – seppur minimo- contributo. I tre proseguirono lungo il sentiero, il cui ambiente circostante era diventato così fitto e selvaggio da poter essere considerato non più un bosco, ma a tutti gli effetti una foresta. Mentre camminavano anche a Zack sorse un dubbio: si erano allontanati da Cornelia, certo, ma dove stavano andando ora di preciso?
Isabelle di fianco a lui aveva ripreso il suo naturale modo di viaggiare, fermandosi ogni cinque secondi a osservare un insetto, o una foglia, o un sasso che la incuriosivano particolarmente. Nonostante questo appena prima che Zack potesse pronunciare una sola parola, Izzy esclamò ad alta voce la risposta alla sua domanda, come se l'avesse letto nel pensiero; solo che la ragazza era rivolta a Manuel.
Izzy: Manu.. probabilmente ti stai chiedendo dove stiamo andando
Manuel: ..ma, veramente.. in effetti sì. Passi andare via da Cornelia, ma.. avete qualche destinazione in mente?
Izzy: Certo che sì. Stiamo andando a cercare il Chaos, ovviamente!
Zack: Eh già, ma dove si trova il Chaos? Tu lo sai, Izzy?
Izzy: Io? No, certo che no! Cioè, lo sapevo.. ma me lo sono dimenticata!
Manuel si mise una mano nei capelli. Stare dietro a un discorso di Isabelle senza perdere la pazienza era veramente un'impresa: la frase prima sembrava la ragazza più decisa di questo mondo, la frase dopo ti sorprendeva mandando all'aria tutti i ragionamenti che aveva fatto fino a cinque minuti prima.. e soprattutto.. come diamine faceva una Guerriera della Luce a dimenticarsi una cosa come il luogo dove si trova il Chaos?! No, quella ragazza era troppo imprevedibile per capirci qualcosa!
Zack: ..beh, però stiamo procedendo verso Nord, e se non sbaglio a Nord di Cornelia c'è Irwine
Manuel: Irwine? ..non è la seconda città più grande dell'Impero?
Zack: Esatto. Se il Chaos vuole manipolare Impero e Piaga Nera per far scoppiare il conflitto, come dicevano Vincent e Cecil, arrivando ai.. “piani alti” di uno dei due dovremmo trovare il Chaos..
Manuel: Ma è una follia! L'Impero vuole eliminarvi, se il Consigliere Hojo aveva dei seguaci vi..
Izzy: Beh, se fosse facile, non sarebbe divertente. E poi.. oh guarda che bell'insettino!
Zack osservò la ragazza distaccarsi completamente dal gruppo e dal discorso per raggiungere un esserino verde con dieci zampe su una foglia non molto distante, dopodichè guardò negli occhi Manuel ed esclamò:
Zack: Non importa se è una follia o meno. Il Chaos ha messo le sue radici fin troppo in alto nell'Impero e lo sradicheremo.. a costo di raggiungere l'Imperatore in persona!
Un rumore improvviso e violento nel fogliame che faceva da sfondo a quella conversazione mise in allerta i due ragazzi; Zack si voltò con scatto felino verso la zona in cui era partito il rumore, seguito a ruota da Manuel. Entrambi videro le foglie e i ramoscelli degli arbusti del sottobosco muoversi violentemente, come se qualcuno – o qualcosa – si stesse muovendo dietro di esso.
Manuel: ..non è un animale, vero?
Zack estrasse la spada, che scintillò immediatamente nelle sue mani sprigionando la solita aura fredda.
Zack: E' troppo violento per essere un animale.
Isabelle stava ancora osservando l'interessantissimo insetto a dieci zampe che mangiava un piccolo pezzo di foglia, ma il forte rumore lo spaventò e lo fece scappare via, con notevole disappunto per la ragazza.
Izzy fu dunque costretta suo malgrado a voltarsi come i suoi compagni maschi e gridò
Izzy: Grrr... CHI DIAVOLO E' che ha fatto scappare il mio insetto?!
Zack e Manuel si guardarono stupiti; dal tono e dallo scatto violento sembrava proprio che Isabelle fosse arrabbiata, e non poco.
Izzy: AVANTI, FATTI VEDERE SE HAI IL CORAGGIO!!!
Lo spadaccino si avvicino al suo compagno e gli sussurrò con un filo di voce
Zack: ..mamma mia.. fa quasi paura..
Manuel non ebbe tempo di dire nulla, perchè sotto il “gentile” invito di Izzy il responsabile del fruscio fra gli arbusti – e soprattutto della fuga dell'insetto- si rivelò.
Era un ragazzo, dall'aspetto molto giovane, che come mossa d'entrata spiccò un salto per presentarsi ma l'acrobazia non gli riuscì granchè bene e inciampò in uno dei tanti rametti del sottobosco, finendo con la faccia nella fanghiglia umida.
La scena lasciò con la bocca aperta tutti quanti, tanto che Izzy dimenticò completamente di essere arrabbiata con lui e scoppiò a ridere. Imbarazzato, il ragazzo cercò di tirarsi su il più in fretta possibile e ricomporsi; aveva capelli e occhi castani chiaro, aveva uno spadino nella mano sinistra e un piccolo pugnale nella cintura. Indossava una specie di tunica in origine bianca e che ora portava tutti i segni della caduta nel fango; altri tagli in diverse parti mostravano che evidentemente quello strano ragazzo non era abituato a camminare nella natura selvaggia. Intorno alle sue spalle aveva un tovaglione rosso scuro, lacerato e sporco come la tunica, legato intorno al collo come un improbabile mantello. Appena lo vide meglio perfino a Manuel venne da ridere, ma riuscì a trattenersi. Dall'aspetto quel ragazzo sembrava avere un paio d'anni meno di lui. Beh, però almeno lui aveva indosso dei vestiti decenti. Il ragazzo si guardò addosso e allargò le braccia sconsolato vedendo i suoi vestiti completamente inzaccherati di fango e sterpaglie
****: Oh, caspita, guarda che disastro..
Dopodichè alzò lo sguardo, puntò lo spadino verso Zack e gridò:
****: Ehi voi! Cosa ci fate qui? ..siete sicuramente dei banditi, che viaggiano in queste foreste per aggredire gli ignari passanti! Fermi dove siete, e preparatevi ad essere puniti in nome della Giustizia!!
Zack, Manuel e Izzy si guardarono negli occhi, stupefatti e indecisi se rispondere o lasciarlo perdere e ignorarlo, continuando la strada.
Lo spadaccino fu il primo a decidere di rispondergli con una frase sensata.
Zack: Noi non siamo banditi, ma.. si può sapere chi sei?
Il ragazzo alzò lo sguardo al cielo, orgoglioso; agitò il mantello, come per darsi importanza, e si mise con spada e scudo in una posa che voleva essere simile a quella del Guerriero del Sole, ma che tutto sommato era decisamente ridicola. Trionfante esclamò:
****: Il mio nome è Bartz, e sono... un Guerriero della Luce!
 

Odstarva

Ashaad Nehraa Talan
Episodio XXXIX

Zack:... Scusa, ti dispiace ripetere?
Bartz: Sorpresi? Beh, ovvio... Non capita tutti i giorni di incontrare uno dei fantastici -Si passò una mano fra i capelli, come a sottolineare che lui era fantastico- Guerrieri della Luce...
Poi rise. Zack lo imitò, ma solo perchè era convinto che il ragazzino scherzasse. Evidentemente questi se ne rese conto, perchè si accigliò improvvisamente.
Bartz: Che c'è, non mi credi? Vuoi che ti faccia assaggiare la mia... -Alzò gli occhi al cielo, come per pensare ad un nome d'effetto, purtroppo senza risultato- ... Lama... Letale?
Manuel non sapeva se ridere di lui, o assecondarlo, come si fa con i matti. Se quello era davvero uno dei quattro Guerrieri che avrebbero dovuto difendere la terra dall'enorme potere del Chaos, lui poteva benissimo essere il Guerriero del Sole... Evidentemente si era lasciato sfuggire un sorriso, perchè il giovane si rivolse a lui.
Bartz: A quanto pare non mi credete, eh? Bene, ve lo mostrerò.
Sguainò la spada in direzione di Manuel, e questi alzò i pugni. Zack mise mano alla sua spada, ma senza tuttavia sguainarla: non considerava quel ragazzo una minaccia. Bartz sferrò un fendente a Manuel, ma a questi bastò spostarsi di una ventina di centimetri a destra per evitarlo. Il ragazzino perse l'equilibrio e la spada lo trascinò rovinosamente a terra. Un'altra volta. Isabelle, che non aveva smesso di ridere da prima, alla seconda caduta del ragazzo aumentò il volume delle sue risate e si mise una mano sullo stomaco. Manuel guardò prima lei, poi Bartz. Zack sparò la stessa battuta sarcastica che era passata per la testa di Manuel.
Zack: Oh, ora capisco, uccidi i tuoi avversari facendogli scoppiare la milza... Ingegnoso, complimenti.
Bartz: Ehr... E' stato solo... Un caso! Se voleste lasciarmi il tempo...
Manuel: Ma piantala.
Bartz: NO, davvero, io sono un Guerrier...
Manuel: Basta con queste scemenze. Zack, Izzy, vogliamo proseguire?
Zack annuì, prese la mano di Isabelle (che ancora rideva) e si incamminò lungo il sentiero, un po' perplesso per la reazione piuttosto brusca di Manuel. Che fretta aveva, dopotutto? Neppure Manuel sapeva bene perchè cosa aveva quel ragazzo, ma aveva qualcosa. Qualcosa che scatenava in Manuel un desiderio di non averlo mai incontrato.
Bartz: Aspettate... Aspettate!!
Si rialzò, e raggiunse i tre viaggiatori. Manuel sospirò, e Zack si arrestò improvvisamente. Lo stesso fece Bartz. Zack ripartì, e Bartz lo imitò. Fece la stessa mossa un paio di volte, ma Bartz non demordeva, ed imitava i movimenti di Zack come uno specchio. Manuel dovette trattenersi dalla irresistibile tentazione di piantare il gomito in faccia al ragazzino, che viaggiava subito dietro di lui. Forse sarebbe svenuto. Zack sospirò, rassegnato.
Zack: Hai... Bisogno di qualcosa?
Bartz: No. -Sorrideva con aria innocente- Perchè?
Manuel: Perchè son dieci minuti che ci segui.
Bartz: Non vi sto seguendo. Sto tornando a casa.
Zack: E allora perchè ti fermi ogni venti metri, fatalità proprio quando ci fermiamo anche noi?
Bartz: Che c'è non posso? Non sto violando nessuna legge, mi pare!
Zack sospirò, e si passò una mano fra i capelli. Manuel strinse i pugni, e dovette tenerli fermi, perchè inspiegabilmente si muovevano da soli in direzione di Bartz. Isabelle sembrava non badarci nemmeno. Ora che era riuscita a dominare le risate trotterellava al fianco di Zack, senza mollare la sua mano, fermandosi (come di consueto) ad ogni insettino "interessante" (per quanto potesse essere interessante un insettino del tutto ordinario). Senza possibilità di scelta, i tre compagni continuarono per la loro strada, seguiti dall'irritante ragazzino, che sorrideva trionfante. Il suo sorriso si spense velocemente, vedendo una sagoma in piedi all'orizzonte. Ora era immobile, aveva gli occhi spalancati, e boccheggiava come un pesce fuori dall'acqua. Manuel si accorse di non essere più seguito, e si voltò a guardare. Notando l'espressione terrorizzata di Bartz, lo raggiunse, attirando anche l'attenzione di Zack e Isabelle.
Zack: Ehi, EHI!! Che succede? E' tutto ok?
Bartz: Oh, *****...
Zack: COSA "*****"? Cosa succede??
Manuel osservò la figura che tanto aveva spaventato Bartz, e vide che si avvicinava a passi lunghi e pesanti. Bartz indietreggiò leggermente, poi iniziò a scappare via.
****: ECCOTI QUA!!
Il ragazzo iniziò a correre ancora più velocemente, Zack sguainò la spada e Manuel alzò i pugni. Persino Isabelle parve accigliarsi e concentrarsi sul nemico in avvicinamento. Man mano che si avvicinava, i tre iniziavano a distinguere la figura di una ragazza più o meno della stessa età di Manuel, con dei lunghi capelli rossi sciolti, che le ricadevano sulle spalle.
****: FERMATI!!
Manuel: Ma che...?
Ormai era a pochi metri. Zack aveva la spada stretta in entrambe le mani, Isabelle non si muoveva, mentre Manuel aveva abbassato le braccia, e guardava la ragazza con interesse. Senza nemmeno rendersene conto, non stava pensando più a niente. La ragazza passò fra di loro, senza badare alla spada sguainata di Zack. Però mentre passava davanti a Manuel, i loro occhi si incrociarono per un istante lungo un'eternità, durante il quale i due ragazzi ebbero tutto il tempo di studiarsi, e sorridere a vicenda. Manuel si ritrovò a sorridere senza nemmeno sapere il perchè, anche dopo che la ragazza lo aveva sorpassato di più di cento metri.
Zack: Ma che diavolo...?
La ragazza raggiunse Bartz, lo sorpassò, con un'abile gioco di gambe lo fece inciampare e questi cadde (per la terza volta da quando Zack e gli altri l'avevano incontrato, ma chissà quante volte prima) con la faccia a terra. La ragazza si chinò su di lui, lo prese per un orecchio e lo tirò su da terra. Le sue urla raggiunsero anche i tre viaggiatori, che assistevano alla scena lontani almeno due centinaia di metri.
Bartz: Ahia! AHIA!! Sorellona, mi fai MALEEE!!
****: Chiudi la bocca, Bartz!! E torniamo SUBITO a casa!!
Lo accompagnò per tutto il tragitto, senza mollargli l'orecchio (ormai molto rosso). Quando passò vicino a Zack, Isabelle e Manuel, si fermò.
****: Mi dispiace, spero che non vi abbia disturbato troppo... E' mio fratello, ed è davvero un'ldiota.
Zack: Ehm... Veramente...
Manuel: Nessun problema, tranquilla.
****: Grazie, e scusate ancora... Vado ad Irwine, voi dove siete diretti?
Zack: Pensavamo di passare per Irwine, sì.
****: Ottimo, possiamo andarci insieme, no?
Zack: Perfetto! Io mi chiamo Zack Fair, molto piacere.
Tese la mano, la ragazza la strinse.
****: Vera Wallace, piacere mio.
Anche Isabelle tese la sua mano, sorridendo.
Izzy: Mi chiamo Isabelle... Piacere!
Manuel si ritrovò ad essere l'unico a non aver offerto la mano alla ragazza, perciò si affrettò ad tenderla verso di lei, con un sorriso vagamente imbarazzato dipinto sulla faccia. Parlò con una voce che non assomigliava per niente alla sua.
Manuel: Mi chia... M-Manuel.
La ragazza strinse la sua mano dopo quella di Isabelle e si soffermò leggermente indecisa se continuare a stringere la vigorosa mano di un (meno vigoroso) Manuel impacciato come non mai. Quest'ultimo evitò accuratamente di guardarla negli occhi... Ma cosa gli succedeva? Perchè il suo cuore non smetteva di battere? Si concesse un nanosecondo per guardarla in faccia e vide i suoi occhi marroncino, tendenti al verde, poi il suo mento piccolo e appuntito, il volto magro e gli zigomi alti. Il naso piccolo e dritto e le labbra sottili. Era vestita con una semplice maglietta rossa a maniche corte, indossata sotto ad una traversa bianca, con qualche macchia qua e là. La traversa ricadeva su dei jeans corti, che lasciavano quasi tutta la gamba magra scoperta. Ai piedi portava delle scarpe di velluto bianco, con la suola di gomma. Manuel non potè fare a meno di notare che erano uguali alle sue, ma non c'era di che meravigliarsi: pochi mesi prima c'era stato il boom di quelle scarpe, e non c'era nessuno che non ne avesse acquistato nemmeno un paio. Era pronto a scommettere che anche Zack e Isabelle ne avessero un paio nella scarpiera. Si accorse di avere ancora stretta nella mano quella di lei, perciò la mollò di colpo, e distolse lo sguardo. Lei continuò a fissarlo, incuriosita dalla sua reazione. Manuel sentiva il suo sguardo che gli faceva pizzicare la nuca in maniera sgradevole.
"Perchè mi fissi? Ti prego, distogli lo sguardo... Ti prego, ti prego..." Avrebbe voluto sparire, anzi, essere con lei da solo, anzi... Boh, non lo sapeva nemmeno lui. La ragazza finalmente distolse lo sguardo. Nel frattempo Zack e Isabelle erano impegnati in una conversazione con Bartz, che si teneva l'orecchio dolorante, ed avevano completamente ignorato Manuel e Vera.
Zack:... Tu? Lo hai trovato tu?
Bartz: Certo! E' un una grotta ad un paio di chilometri da qui... Per questo sono un Guerriero della Luce!
Zack: Non vorrei contraddirti, ma non...
"Ma non basta trovarlo, per essere un Guerriero della Luce..." Stava per dire Zack, ma Isabelle lo interruppe.
Izzy: Ce lo faresti vedere, per favore? Siamo davvero interessati...
Zack si rese immediatamente conto dell'errore madornale da cui lo aveva salvato Isabelle. Se avesse finito la frase, probabilmente il ragazzino si sarebbe chiesto chi erano loro, per saperne così tanto sui Guerrieri della Luce. Ed effettivamente non sapevano ancora se potevano veramente fidarsi di quelle persone. Guardò Isabelle, decisamente stupito: ma era proprio lei? Accidenti, quella ragazza non avrebbe mai finito di stupirlo.
Bartz: Uh, non lo so, nessuno sa che lo ho trovato... Non l'ho detto nemmeno a papà!
Zack: E... Scusa, perchè lo hai detto ai primi tre stranieri che ti si sono presentati davanti?
Il ragazzo aprì la bocca per ribattere, ma si rese conto di non avere una risposta. Perchè lo aveva detto proprio a loro? Si fermò a riflettere, poi sorrise.
Bartz: Non lo so!
Zack spalancò la bocca.
Zack: Come non lo sai?
Bartz: Non lo so, mi è venuto spontaneo... Davvero, è venuto fuori da solo!
Zack fece per ribattere, ma Isabelle gli prese la mano.
Izzy: Di che colore è?
Bartz: Oh, è tutto verde! E vicino a lui crescevano tantissime margherite!
Zack: Margherite? Dentro una grotta?!?
Bartz: Strano, eh?
"Dev'essere quello della primavera..." Pensò Zack. Poi tornò a rivolgersi al ragazzo.
Zack: Ti prego, portaci a vederlo...
Bartz: Uffa, ti ho detto che non lo so... -Tentava di fare il prezioso- ... Ma perchè vi interessa tanto?
Zack e Isabelle si guardarono, senza riuscire a rispondere. Per fortuna intervenne Vera.
Vera: Allora, andiamo? Cosa state confabulando voi tre?
Bartz: Niente, niente... Forza, andiamo?
I cinque si avviarono lungo il sentiero che secondo Bartz e Vera li avrebbe condotti a Irwine. Dopo pochi minuti di marcia, ecco apparire una grande metropoli all'orizzonte. Manuel non ne aveva mai viste di così grandi. Persino Zack, che aveva viaggiato molto anche per città piuttosto grandi, non ne aveva mai vista nessuna di così grande, e rimase a bocca aperta: Irwine, la seconda città più importante dell'Impero si ergeva con i suoi alti palazzi colorati. Ancora pochi minuti di viaggio bastarono ai cinque ragazzi per raggiungerne la periferia.
Vera: Ma voi da dove venite? E come mai avete i vestiti così... Beh... A pezzi?
Bartz: Uh, in effetti è vero!
Zack cercò Manuel con lo sguardo. Questo parve pensarci, poi annuì. Allora lo spadaccino si rivolse a Isabelle, che annuì a sua volta.
Zack: Vi spiegheremo tutto più tardi, davanti ad una birra.
Bartz: Uh, non credo che papà vi farà entrare nella locanda, conciati così...
Vera: Tranquilli, lo farà, gli spiegherò io la situazione.
Varcarono la soglia della città, e percorsero la distanza che li separava dalla locanda attirando l'attenzione di tutti. Evidentemente in un piccolo centro come Cornelia erano abituati ad ospitare viaggiatori spochi, puzzolenti e con i vestiti stracciati, ma in una grande città come Irwine era impensabile incontrare tali individui per strada.
Manuel: Ehm... Manca ancora molto?
Bartz: No, ci siamo quasi. Eh si, quelle bende insanguinate che hai sulle braccia attirano molta attenzione... Sembra quasi che tu abbia appena ammazzato qualcuno!
Rise fragorosamente, Manuel sorrise debolmente. Chissà quante persone lo avevano scambiato per un pericoloso assassino... Mise le mani in tasca, anche se non poteva certo nascondere il rosso sangue delle sue bende. Bartz lo prese in giro.
Bartz: Oh, si, ora è perfetto! Beh, comunque credo che quella tavola da surf che il tuo amico si porta dietro le spalle attiri molta più attenzione, non preoccuparti...
Rise ancora più forte. Zack non lo sentì, perchè era impegnato in una conversazione con Vera.
Zack: Allora tuo padre è il gestore della locanda?
Vera: Si, è lui... Noi due lo aiutiamo.
Zack: Immagino che in una città come questa gli affari vadano a gonfie vele!
Vera: Ahh, ormai nessuno usa più le locande, in "città come questa"... Sono terribilmente fuori moda. E poi il turismo si è parecchio ridotto per via del degrado del pianeta.
Zack: Capisco... E' un bel problema...
Vera: Uh, non sai quanto... Non vedo l'ora che la leggenda di cui parla papà si compia!
Izzy: Quale leggenda?
Zack e Vera sobbalzarono. Isabelle non aveva detto nulla per tutto il discorso, eppure (evidentemente) aveva ascoltato tutto.
Vera: Beh, è una leggenda piuttosto famosa qui... Non so se la conoscete... Sapete qualcosa dei Guerrieri della Luce?
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Episodio XL

La domanda di Vera lasciò Zack senza parole, a bocca aperta.
Vera: Ehm.. ho detto forse qualcosa che non va? Non conoscete la leggenda?
Zack: N..no.. è che..
Zack non sapeva come comportarsi. In fondo non aveva capito se fosse ancora ricercato o meno dall'Impero, né come avrebbe reagito la gente alla rivelazione di essere un Guerriero della Luce.. e fidarsi di una ragazza appena conosciuta, seppure molto carina e dall'apparenza limpida come un ruscello di montagna, forse non era la cosa più saggia.. soprattutto in una città così grande come Irwine. Isabelle, dietro di lui, invece si comportava con tranquillità, come se non le importasse nulla di essere lei stessa parte di quella leggenda. Dal canto suo Vera era rimasta incuriosita dalla reazione di Zack, per cui insistette sull'argomento.
Vera: ..strano, è molto famosa da queste parti..
Data la titubanza di Zack nel proseguire il discorso, Izzy prese il suo posto e rispose
Izzy: La conosciamo eccome! ..ed è fin troppo famosa, a quanto pare..
Vera: Davvero? E come fate a conoscerla?
Sapeva di aver fatto una domanda abbastanza stupida. Aveva appena affermato lei stessa che era una storia molto famosa, ma la sua curiosità aveva preso il sopravvento sul dare un senso logico al discorso.
Izzy: ..veniamo da Cornelia, la città del Guerriero del Sole. Non possiamo non conoscerla, ti pare?
Vera: Quella Cornelia?! Anche mio padre è originario di Cornelia, cioè, mio nonno.
Izzy: Beh allora non mi stupisce il fatto che anche tu conosca la leggenda. Solo che c'è un punto che non mi è esattamente chiaro.
Lo sguardo di Zack continuava a cambiare direzione, passando ininterrottamente da Vera a Isabelle a seconda di chi stava parlando. Soprattutto lo stava colpendo l'improvvisa loquacità di Izzy, che nonostante tutto continuava a evitare di rivelare la sua vera natura.
Izzy: ..sai che ogni Guerriero ha a disposizione un cristallo, che è il simbolo del suo potere, e i cristalli sono quattro. Ma perchè proprio quattro?
Zack si voltò nuovamente verso Vera, che aveva l'aria di saperla lunga sui Guerrieri della Luce, forse per le sue origini di Cornelia. Probabilmente qualsiasi altro abitante di quel paese avrebbe saputo rispondere a quella domanda, che lui non si era mai posto prima. Era tuttavia una domanda particolarmente interessante.
Vera: La leggenda vuole che i cristalli siano non solo il simbolo del potere innato di ogni Guerriero, ma anche una sorta di vincolo, un legame che si instaura fra il Guerriero della Luce e una particolare realtà della Natura.
Manuel: ..cioè i cristalli manipolano la natura?
Fu la primo e l'ultimo intervento di Manuel in quel discorso; il ragazzo, sempre con le mani in tasca per non far notare troppo il sangue sulle sue bende, stava camminando vicino a Bartz subito dietro alle due ragazze e Zack. Avrebbe voluto ascoltare meglio le parole di Vera, ma il suo fastidioso compagno continuava a fare commenti e ridere così ad alta voce che Manuel non potè più capire nulla. Sospirò, cercando di resistere alla tentazione di assestare un paio di pugni ben meritati sulla testa di Bartz, che stava diventando veramente odioso. Vera tuttavia aveva sentito la domanda di Manuel e proseguì il discorso
Vera: No. La leggenda dice che quando il Chaos venne scatenato per la prima volta, i Guerrieri della Luce compresero che esso non poteva essere fermato solo dall'azione degli uomini, per quanto valorosi. Per questo il Guerriero del Sole strinse un'alleanza con gli spiriti del Pianeta, guardiani della Natura, ed essi decisero di unire le forze a quelle degli uomini, incanalando in ognuno dei quattro Guerrieri dal cuore limpido e dall'anima pura l'essenza stessa delle quattro stagioni: Inverno, Estate, Primavera e Autunno. I cristalli sono il vincolo materiale con cui quest'alleanza è stata resa possibile, e chiunque li controlli ha accesso ad un potere praticamente illimitato. Per questo i Guerrieri della Luce riuscirono a sigillare il Chaos, ma dovettero sottostare a una condizione: avrebbero dovuto difendere i cristalli anche dopo la loro morte, eliminando chiunque fosse così stolto da cercare di conquistare il potere del Cristallo.
Quelle parole fecero ritornare in mente la prima battaglia che aveva coinvolto lui e Manuel, quella con il Guardiano dell'Inverno, nella grotta vicino al villaggio di Manuel. L'avevano rischiata veramente grossa, sia Manuel che lui.. se non fosse stato un Guerriero della Luce avrebbero fatto una fine orribile. Zack non riuscì a trattenere un sospiro di sollievo e si fece scappare anche un sussurro
Zack: ..ora capisco tutto..
Vera: Uh? Hai detto qualcosa?
Zack: No, no, nulla!
Izzy: ..beh, in effetti gli spiriti della Terra l'hanno pensata bene. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio, specialmente dello spirito avido e assetato di potere degli uomini.
Tanto per cambiare Isabelle era riuscita a stupire ancora una volta Zack, che mai e poi mai si sarebbe aspettato un commento di questo tipo da quella ragazza.. ma ormai ci stava facendo l'abitudine.
Vera: Già, e ora capite perchè non credo che mio fratello abbia trovato veramente uno di quei cristalli?
Zack: Sì, è ovvio. Lo Spirito guardiano l'avrebbe sicuramente fatto a pezzi.. credi che però possiamo andare a vedere la grotta dove dice di averlo trovato?
Vera: Beh, credo di sì.. ma.. perchè vi interessa tanto?
Zack: AH! Ehm.. beh, ecco..
Vera: Non importa, adesso siamo arrivati. Venite dentro, vi faccio conoscere mio padre
Il gruppo si era fermato davanti a un grande edificio multipiano, di un appariscente colore rosa pastello e con delle vetrine al piano terra. Manuel non poteva credere ai suoi occhi: passi tutto, ma che quella fosse una locanda.. l'intero edificio, lastricato di un materiale luminescente, era veramente un pugno in un occhio rispetto a tutti gli altri edifici circostanti. Se avessero chiesto a Manuel di descriverlo, avrebbe usato una parola sola: imbarazzante.
Perfino Izzy era rimasta a bocca aperta, ma prima che qualcuno potesse parlare una voce maschile molto potente tuonò alle loro spalle; Bartz sussultò.
****: @#£%!!!! INSOMMA, DOVE @##£$% SIETE FINITI?!
Bartz e Vera si guardarono negli occhi, mentre il possessore di quella voce terribile usciva dall'edificio dall'altra parte della strada rispetto al palazzo rosa.
Vera: Siamo qui papà!
Zack, Izzy e Manuel si voltarono verso quella persona, e videro un uomo non molto alto, massiccio, dalla carnagione scura e un fisico molto muscoloso. Indossava una giacchetta a mezze maniche, con una maglietta bianca sotto che faceva risaltare ancora di più la sua pelle scura, un paio di jeans dotati di cintura che finivano con un paio di anfibi con la punta di ferro e un elegante cappello a punta. Il padre di Vera mostrava non più di quarant'anni, anche se la barba e i lineamenti sul suo viso facevano in qualche modo pensare che ne avesse di più; la potenza della sua voce e la veemenza dei suoi gesti erano però molto molto più giovanili.
****: CHE, VI PARE L'ORA DI TORNARE?! Voi e le vostre str@#%&, qua ci sono un sacco di stanze da pulire!
Vera: Scusaci, è vero, ma.. Bartz si è perso nel bosco e sono andata a ritrovarlo
Il fratello di Vera si fece piccolo piccolo, voleva scomparire per non reggere lo sguardo severo del padre, che per il momento si limitò a dire
****: Ancora! Razza di peste, con te farò i conti più tardi! Fila dentro!! E tu, Vera, vai al secondo piano e pulisci tutto, che i clienti torneranno tra non più di due ore!
Il ragazzo smise di ridere e ubbidì correndo dentro, mentre Vera prima di eseguire l'ordine prese per mano suo padre
Vera: Aspetta, volevo presentarti delle persone.. sono state loro a ritrovare Bartz!
L'uomo, che fino ad allora non aveva minimamente considerato i tre ragazzi, li osservò con interese e sembrò cambiare tono.
****: Mh. Siete degli avventurieri, eh? Siete stati molto gentili a portare quella disgrazia di mio figlio a casa.. un giorno o l'altro gli spaccherò la faccia a quel..
Zack: Non deve ringraziarci, in fondo eravamo già di strada e..
****: Bene, allora siete appena arrivati in città. Non state lì, entrate pure e riposatevi un po'! Sono Barret, il padre di Vera e Bartz, e proprietario dell'edificio alle mie spalle. Venite, entrate nella nostra Maison de Suite!
Izzy: Maison de Suite?
Vera rispose sottovoce
Vera: ...sì, quella che voi potreste definire una “locanda”.. ma capirete presto che ci sono molte differenze..
Barret: Allora?! Che state aspettando?!?
Manuel guardò Zack, un pochino intimidito dalla veemenza di quell'uomo. I due si guardarono, mentre Izzy prese la parola
Izzy: Sa, stavamo facendo un discorso con vostra figlia.. ci piacerebbe continuarlo..
Barret: Sì? E di che discorso si tratta?
Vera: Questi ragazzi conoscono la leggenda dei Guerrieri della Luce
Barret: CHE COSA?! Non diciamo stronzate, non cercare scuse perchè non hai fatto il tuo dovere! Fila dentro anche te, e vai a lavorare, lavativa!!
Zack: Ma, veramente noi arriviamo da Cornelia e..
Manuel: ..e l'abbiamo appena salvata da un attacco imperiale!
Zack e Izzy guardarono malissimo Manuel, che si mise una mano sulla bocca.. si era fatto scappare una parola di troppo, e lo sapeva molto bene. Ciò che non capiva era il perchè; non lo sapeva e non l'avrebbe mai ammesso, ma in fondo non sopportava di vedere Vera trattata così male. Non sapeva perchè, ma sentirla insultata per nulla gli faceva venire un prurito alle mani non indifferente.
Barret: Starete scherzando!! Cornelia non può essere.. Entrate, devo saperne di più!!
Zack e Izzy decisero di accontentare il padre di Vera e seguirono la ragazza verso la “Maison de Suite”; era un edificio molto più piccolo del palazzo color rosa pastello di fronte, era una casupola a due piani con mattoni a vista marroncini, un tetto rosso a tegole e dei vasi di fiori che ingentilivano i quattro davanzali delle finestre del piano superiore. Non era molto più grande di una normale locanda, pensò Manuel, ma almeno non era rosa shocking...
Anche quest'ultimo si avviò verso la porta, lasciando Barret per ultimo. Quando Zack e Izzy entrarono, accompagnati da Vera, e Manuel rimase solo con Barret ancora in strada, il padre di Vera lo fermò
Barret: Ehi tu.
Manuel: Mh?
Barret: La storia di Cornelia me la spiegherete ora, ma prima di tutto devo dirti una cosa.
Manuel si voltò, sempre con le mani in tasca per non far notare troppo il sangue seccato sui suoi vestiti.
Manuel: Cosa?
Barret: Ho visto gli sguardi che vi scambiate tu e mia figlia. Se pensi di poter fare quasiasi cosa con lei.. scordatela. Non se ne parla neanche se tu fossi il Guerriero del Sole in persona, chiaro?!
Manuel rimase quasi di sasso a quella frase, ma riuscì a reagire in un modo tutto sommato naturale. Scrollò quasi impercettibilmente le spalle e mugugnò, prima di attraversare la porta
Manuel: Non c'è problema.
 

Odstarva

Ashaad Nehraa Talan
Episodio XLI

Barret: Allora, mi volete spiegare che è questa storia? Che diavolo è successo a Cornelia?
Barret aveva preso posizione dietro al bancone, ed aveva servito ai tre viaggiatori tre boccali traboccanti del liquido ambrato che aveva il potere di mandare in visibilio le papille gustative di Zack come nient'altro al mondo. Quest'ultimo con un solo sorso aveva svuotato quasi metà del boccale, e poi aveva emesso un muggito di approvazione, con un nuovo sorriso stampato in faccia.
Zack:... Certo che come la birra, non c'è proprio niente...
Barret: E' bello che alcuni giovani sappiano apprezzare le cose genuine...
Nello stesso momento, come per contraddirlo, Manuel sputacchiò la sorsata di birra che aveva introdotto in bocca, e rischiò di soffocarsi con la sua stessa saliva. Andò avanti due minuti abbondanti a tossicchiare, poi riuscì a controllarsi. Alzò lo sguardo e vide che gli occhi di Zack, Barret e Vera erano puntati su di lui.
Manuel: Scu... Scusate...
Abbassò di nuovo la testa. Era amara... Lui detestava le cose amare. Aggiunse anche la birra alla "lista di cose da non bere/mangiare mai più". Isabelle sorseggiava distrattamente dal suo boccale, guardandosi intorno con la sua solita aria vaga.
Barret: Allora...?
Era chiaro che attendeva ancora la risposta alla prima domanda. Zack guardò prima Isabelle, che sorrise, poi Manuel. Quest'ultimo roteò gli occhi, come per pensarci, poi annuì.
"Ma si, -pensò Zack- ormai il danno è fatto. Almeno che sappiano la versione completa. E poi non mi pare che siano così ostili nei confronti del Guerrieri della Luce."
Zack: Allora... Potrà suonarvi assurdo... Però prima ascoltateci. -Inspirò, gli occhi di Barret e Vera sempre puntati su di lui- ... Noi siamo Guerrieri della Luce. Aspe...
Non fece in tempo ad aggiungere nulla, perchè Barret lo interruppe.
Barret: COSA?!? -Si guardò intorno, e vide che tutti i clienti della "Maison de Suite" si erano voltati a guardarlo. Regolò la sua voce di conseguenza- Vuoi dire che questo capellone -Prese per un gomito Manuel, che sobbalzò- è un Guerriero della Luce??
Zack: No, beh... In realtà lui... E' un mio amico. Ma io e lei -indicò Isabelle- siamo due Guerrieri della Luce.
Barret: Pfui, come faccio a crederti?
Zack: Io... Beh, almeno lasciami finire il racconto no?
Barret: Si, dai, voglio proprio sentirla questa.
Zack: Dunque, ehm... Allora, una truppa imperiale ha attaccato Cornelia, l'altro giorno.
Barret: Sciocchezze, e perchè non ne sa nulla nessuno?
Zack: Beh... Immagino... Che avranno... Tentato di coprire il tutto... Mettere tutto a tacere...
Barret: Ma...
Vera: Eddai, papà! Lascialo parlare!
Barret non aggiunse altro, ma incrociò le braccia ed aggrottò la fronte, come un bambino che non ha ottenuto il suo giocattolo. Zack ringraziò con un cenno Vera, e proseguì.
Zack:... E, beh...
Barret: Ho una domanda. -Zack e Vera sospirarono-
Zack: Dimmi.
Barret: Perchè gli imperiali avrebbero attaccato Cornelia?
Zack: Oh, beh... E' probabile che fosse a causa nostra. Noi ci trovavamo lì, ed in qualche modo sono riusciti a rintracciarci, a quanto pare.
Barret: Ma perchè l'Impero dovrebbe avercela con i Guerrieri della Luce?
Manuel: Sospettiamo che l'Imperatore sia corrotto.
Barret: CORROTTO?!? Ma non diciamo *******te, per cortesia... Chi riuscirebbe a corrompere un uomo potente come l'Imperatore? Ha già tutto... Cosa potrebbero offrirgli?
Zack: Non corrotto in quel senso. Corrotto... Dal potere malvagio del Chaos.
Barret: Il Chaos! Ma dove diavolo le prendete certe idee... Vai avanti, vai avanti.
Zack: Ok... Allora, l'Impero ha attaccato Cornelia con un incrociatore da battaglia. Noi abbiamo annientato la truppa d'assalto nemica, con l'aiuto degli abitanti. Poi però Hojo...
Barret: Hojo? Il Consigliere Hojo?
Zack: Lui. Dopo aver sostenuto un duello con Cecil...
Barret: C'era anche il comandante Cecil? E ha combattuto contro Hojo? Ma non sono dalla stessa parte? Sapevo che non andavano d'accordo ma...
Zack: Infatti, Cecil non è più comandante. E' stato sollevato dai suoi incarichi, per ordine diretto dell'Imperatore.
Barret: Ma l'Imperatore e Cecil se la intendevano alla grande... Era Hojo ad essere sempre...
Zack: Lo so. -Cercò di dare un tono definitivo alla sua voce, in modo da zittire Barret- Non so bene il motivo che abbia spinto l'Imperatore ad un atto del genere, fatto sta che Cecil ora non ha più nessuna autorità. Dicevo che, dopo un duello con Hojo, Cecil... No, aspetta. -Non era facile tenere il filo del discorso con le continue interruzioni da parte di Barret- HOJO, dopo un duello con Cecil è entrato nell'incrociatore, e ad un certo punto quella macchina... Ha iniziato a trasformarsi... Ed è diventato una specie di meteora.
Barret: Non siete esperti di meccanica, eh?
Zack: Co...?
Barret: Si chiama "Trasformazione Meccanotrasduttrice", ed è altamente pericolosa. L'aeronave diventa una specie di meteora d'acciaio, poi precipita al suolo. La corazza è talmente spessa da permettere all'equipaggio di sentire solo una piccola scossa.
Zack: L'equipaggio? Ma sono tutti morti bruciati vivi durante la trasformazione...
Barret: Bruciati vivi? Ma di che diavolo state parlando? Nella Trasformazione non si raggiungono temperature elevate...
Manuel: Beh, allora non era una trasformazione meccanotrasduttrice... Perchè quel coso è diventato una specie di piccolo sole... Ed ha iniziato a precipitare.
Barret: Stronzate! Non esiste in natura un potere simile...
Manuel:... E' successo. Non so come, ma è successo.
Barret: E allora in che modo siete riusciti a fermarla?
Manuel:... E' stato lui. -Indicò Zack-
Zack: Si, beh io... Non so bene come ho fatto...
Manuel: Zack è diventato... Tutto brillante, ed è sparito in un vortice blu. Poi ha spiccato un salto incredibile, e ha raggiunto quel... Quel... Coso. E poi... Lo ha colpito, urlando qualcosa come "...Northen Balance!", e...
Barret: Northen Balance? La bilancia del nord... Il simbolo del Guerriero del Ghiaccio.
Zack: Il simbolo...? Aspetta!
Estrasse la spada, ed indicò a Barret il simbolo della bilancia apparso tempo prima sulla sua spada.
Barret: Uhm... Questa sembrerebbe più del Guerriero dell'Equilibrio, dell'autunno. Però non ne sono sicuro. Una cosa la so: questa spada appartiene ad un Guerriero della Luce, e solo un Guerriero della Luce la può usare. Quindi... Quindi... -Si passò una mano fra i corti capelli, poi sospirò- ... E' successo davvero? Cornelia è davvero stata attaccata?
Sembrava rendersene conto solo ora. E lentamente la sue espressione scettica mutava, trasofmandosi in un'espressione più preoccupata. Zack annuì, malinconico. Era successo tutto per davvero, purtroppo. Barret rimase senza parole, Vera lo scosse leggermente.
Vera: Papà... Papà! E' tutto a posto...?
Barret: Vera, questi sono davvero Guerrieri della Luce.
Vera: Davvero...?
Barret: Si. -indicò Manuel- A parte lui. -Manuel si accigliò-
Zack: Io capisco se non ci volete ospitare... Visto quello che è successo ad Irwine...
Barret: Ma siete PAZZI?!? Siete la nostra unica speranza per salvare il pianeta... Se vi lasciassi, verreste catturati. No, no, no e no. Non se ne parla assolutamente. Voi stasera state qui, poi vi procureremo dei vestiti nuovi, e poi... Beh, non posso mica imprigionarvi nella mia Maison de Suite, ma... Sarete comunque i benvenuti. Dopotutto io discendo dal Guerriero del Sole, no?
Zack: Grazie mille, Barret.
Barret: Stasera c'è una festa, qui nella mia Maison.
Izzy: E cosa si celebra?
Barret: Cosa si celebra? Beh... Si celebra... Vediamo... La bontà della birra! Non basta?
Zack: Uh, a me SI!!
Vera: Non serve un motivo per festeggiare, qui da noi... Basta un po' di gente, un po' di musica... Ed il gioco è fatto!
Manuel non aveva nessuna voglia di partecipare ad un'altra festa, ma del resto se bisognasse aspettare Manuel per una festa... Isabelle era entusiasta, dal canto suo non vedeva nessun male in un'altra festicciola come quella organizzata a Cornelia.
Solo che non aveva idea delle proporzioni della festa incombente. Non aveva assolutamente nulla a che vedere con la "festicciola" di Cornelia. Sarebbe stata una nottata molto accesa per tutti, incluso Manuel.
Anzi, soprattutto per Manuel.
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Episodio XLII

Izzy: Allora, che facciamo? Rimaniamo vero?
Un'altra domanda inaspettata, posta da Isabelle subito dopo che Barret e Vera avevano lasciato il tavolo per preoccuparsi dell'organizzazione della festa.
Una domanda che fece sperare a Manuel in una loro possibile defezione, ma le azioni frenetiche di Vera, Bartz e Barret fecero intuire che anche volendo andarsene sarebbe stato troppo tardi. Senza che i Guerrieri della Luce (e Manuel) se ne fossero accorti, infatti, la sala dove si trovavano era già stata allestita da vero e proprio ricevimento, con cibo, bevande e ogni altro genere di necessità per poter fare una festa coi fiocchi. Dopo qualche minuto iniziarono ad arrivare le prime persone, che si fermavano sull'ingresso e salutavano il padrone della Maison.
Citt.: We, Barret! Complimenti, un'accoglienza perfetta come al solito
Citt. 2: Buonasera! Allora, facciamo un po' di casino si o no?!
Bartz e Vera si occupavano di mantenere sempre riforniti i banconi, stile buffet, e in pochi minuti tutta la Maison de Suite di Barret fu piena di gente e la festa aveva raggiunto il suo apice. Bartz aveva preparato un tavolo per il cibo, stile buffet, e un tavolo con bevande prevalentemente alcolici. Dopo aver finito la seconda birra, Zack decise di fare un giro su questo secondo tavolo, accompagnato da Izzy.
Zack: Vedi, Isabelle.. c'è una cosa che si dice, beh, si diceva a Gongaga in queste occasioni
Izzy: Cioè?
Zack: Un bicchiere vuoto è un bicchiere rotto. E questo non mi sembra affatto rotto, quindi.. riempiamolo!!
E così lo spadaccino iniziò a riempire il suo bicchiere con una frequenza sempre più elevata, direttamente proporzionale alla frequenza con cui veniva svuotato. Isabelle fece anche lei la sua parte, ma riuscì almeno a non fare un triplo giro di qualsiasi alcolico o superalcolico puntualmente rabboccato da Bartz, che quella sera sembrava aver cambiato completamente carattere: come Guerriero della Luce era un po' scarso, ma come addetto al catering era senza dubbio perfetto.
Manuel nel frattempo si era avvicinato lentamente verso l'angolo del muro più libero, per cercare di distaccarsi il più possibile da quella marea di gente che beveva, chiacchierava, mangiava, rideva, festeggiava... già, ma che cosa festeggiava?! Era ormai chiaro che si stava combattendo una guerra, una guerra sommersa, e un grande caos ribolliva oltre l'orizzonte.. non mancava molto affinchè quel caos esplodesse come una pentola a pressione, e quella gente si ostinava a fare come se niente fosse, a ridere, a divertirsi! Certo, quella guerra sarebbe stata risolta dai Guerrieri della Luce, ma ciò che innervosiva ulteriormente Manuel era che i suddetti Guerrieri, cioè Zack e Izzy, erano persi forse più di tutti gli altri nella baldoria, e ne ebbe la conferma quando lo spadaccino, reduce dall'ennesimo bicchiere di superalcolico, inciampò all'indietro rischiando di travolgere quattro persone con la spada Excalibur.
Izzy: Zack, non stai bevendo troppo?
Zack: Mannnò... sto.. sto benee... sono solo inciampato!
Una cosa che Manuel notò era che la spada di Zack ora non brillava più della luce azzurrina che la caratterizzava; abbastanza disgustato dall'odore di superalcolici che proveniva da quella parte di stanza, rivolse il suo sguardo verso la porta e notò un'altra presenza strana. Era una figura nera, incappucciata, l'unica in quella allegra combriccola ad essere completamente avvolta da un mantello nero e dai movimenti circospetti. Sembrava più una spia che un normale cittadino, e questa sensazione fu confermata ancora di più quando Manuel incrociò lo sguardo della persona nascosta, la quale appena capì di essere osservata uscì dalla porta e fece perdere le proprie tracce il più
in fretta possibile. Il ragazzo seguì con lo sguardo quella figura incappucciata fino all'uscita e per un centinaio di metri dal vetro della finestra. Non si accorse però della ragazza che si era fatta largo fra la folla e l'aveva raggiunto dietro le spalle, tanto che quando gli rivolse una domanda Manuel sobbalzò, rischiando seriamente un infarto.
Vera: Che c'è Manuel? Non mi sembri molto contento di stare qui, c'è qualcosa non va?
Manuel: Io?!
Decise di prendersi un po' di tempo per rispondere. Doveva riprendere fiato, almeno. Non aveva capito il perchè, però quando si era girato e si era trovato Vera a dieci centimetri dal suo naso aveva subito un tuffo al cuore. La stessa sensazione l'aveva provata solo una volta, con un'altra ragazza di nome.. Lucy.
Manuel: No, è che... non mi piacciono molto le feste. E poi non ho ancora capito cosa c'è da festeggiare....
Vera: Cosa intendi dire?
Manuel: Beh.. insomma.. giudica tu coi tuoi occhi. Il mondo va a rotoli, il Chaos è tornato e.. i Guerrieri della Luce passano il loro tempo a bere invece che a combattere il Chaos?!?
Vera: Ma stanno solo rilassandosi, in fondo è sera e non si può sempre combattere..
Manuel: Già. Capisco. A loro, che sono Guerrieri della Luce, tutto è concesso. Ho capito.
Vera voleva rispondere, ma si fermò. Aveva capito che nelle parole di Manuel non c'era tanto rancore verso i Guerrieri della Luce, quanto un altro sentimento.
Vera: tu...vorresti essere un Guerriero della Luce, vero?
Fu il turno di Manuel per non rispondere. Non era quello il punto, ma Vera ci si stava avvicinando. In effetti il ragazzo non si riusciva nemmeno a capacitare di come era riuscito ad esternare così palesemente le sue emozioni.. in fondo la persona che lo conosceva di più, cioè Zack, non aveva mai tratto conclusioni così vicine al vero. A Vera erano bastati tre minuti, due frasi e ventiquattro secondi netti per capire più di quanto Manuel avrebbe voluto mostrare.
Manuel: Mah.. io.. non lo so. Forse..
Si morse la lingua subito dopo. Per quale diamine di ragione non le aveva risposto “No, assolutamente no!” ?! Così adesso Vera avrebbe avuto ragione di pensare che era nient'altro che un bambino invidioso perchè i suoi amici hanno le caramelle e lui no. Eppure c'era una forza innaturale, come una mano che lo spingeva a dire a quella ragazza la verità, tutta la verità. Sentiva che c'era qualcosa di speciale in Vera, a cui era impossibile sottrarsi. La ragazza di tutta risposta rimaneva con lo sguardo incuriosito puntato sugli occhi verdi di Manuel, in attesa di una spiegazione ulteriore.
Manuel: Forse.. forse verrei notato di più, chi lo sa. Oppure no. No, no, lascia perdere, è un discorso complicato!
E con questo Manuel iniziò a pensare al piano più veloce per scappare e mettere tra lui e Vera almeno un paio di continenti. Con questa frase si era veramente giocato tutto.
Vera: Ma..
La ragazza venne interrotta improvvisamente dall'avvicinamento di Izzy e Zack; soprattutto quest'ultimo era in una condizione molto poco confacente al suo stato di Guerriero della Luce, mezzo barcollante e visibilmente ubriaco
Zack: Ehilà, bella gente, di cosa si sta parlando qua?!
Manuel: Ah, niente..
Vera: Ci stavamo chiedendo se è il caso veramente di festeggiare, visti i problemi che stanno nascendo ora nel mondo.
Manuel rimase stupito. Fino a poco tempo prima non era Vera che gli diceva che era anche giusto festeggiare un po', riposarsi ,etc.? Ed ora cos'aveva fatto, aveva cambiato idea? ..o forse aveva capito.. ma no, non era possibile.
Zack: Problemi? Quali problemi? Finchè il bicchiere è pieno, i problemi non esistono!
Izzy: ...Zack.. forse dovresti smettere di bere..
Zack: E perchè?!? E' buono questo..rhum.. whisky.. che diavolo è questa roba?!
Vera: Sembrerebbe brandy dall'odore. Però Isabelle ha ragione. Sei anche un Guerriero della Luce, non devi ubriacarti! Manuel qui mi sta dicendo che..
Zack: Ma Manuel non deve preoccuparsi, che tanto ci pensiamo noi qua!
Vera: Ma..
Zack: Massì, insomma. Sempre a far casino per niente! Insomma, siamo noi che facciamo la storia qua, che *****. Lui è inutile. E poi, voglio dire, chi ha detto che serva anche qualcun altro in questo.. com'è la parola che non mi viene.. diamine, Izzy! Come figa era quella parola che...
Isabelle non disse nulla, perchè come Vera e soprattutto Manuel erano rimasti senza parole nel vedere l'exploit di Zack, che ora non aveva più nulla del Guerriero della Luce. Non che importasse molto in effetti. Zack trovò la parola che stava cercando senza l'aiuto della sua amica, anche perchè sarebbe stato quasi impossibile trovare un filo logico in ciò che stava per dire
Zack: ..guerra! Sì, era guerra la parola! O forse era “conflitto”.. beh insomma poco conta, perchè il discorso sta nel fatto che Manuel non c'entra coi guerrieri della luce, e pensandoci bene non c'entra con niente altro!
Vera: MA..!!! Sei proprio ubriaco allora! Dico, come fai a dire ch..
Zack: Su, dai, tu non lo conosci.. è proprio così. Non serve a niente... è.. è.. è.. inutile!!
Fu la goccia che fece traboccare il vaso. Senza dire né sentire più nessun altro, Manuel spintonò Vera per farsi strada e a grandi passi arrivò all'uscita. Chiuse la porta sbattendola, ma nessuno se ne rese conto perchè il rumore e la confusione erano tali per cui la scena rimase nota solo a un'esterrefatta Vera, una Izzy senza parole e uno Zack che.. quasi subito dopo, incurante della reazione di Manuel e sempre più controllato dall'alcolemia più che dalla glicemia, si lanciò contro la parete per appoggiarsi, ma prese una sonora botta in testa che gli fece perdere i sensi. Una grazia ricevuta da qualche divinità celeste, che fece calare così il sipario su quella sera indescrivibile.
 
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