Episodio XVIII
Manuel e Zack arrivarono alle porte della città in più tempo di quanto prevedessero: la strada, apparentemente breve, si rivelò essere una lunga camminata su e giù per i pendii delle colline. All'ennesima salita, Manuel arrivò al punto di chiedersi se quella città non fosse solo un'allucinazione, ma nonostante tutto proseguì senza dire una parola.
Nel tardo pomeriggio i due ragazzi raggiunsero finalmente le porte della città; due grosse paratie di metallo molto pesante, difficilmente sfondabile, chiudevano la strada e impedivano l'accesso anche al più potente degli eserciti.
Manuel: Molto bene.. e adesso che si fa?
Zack: Bussiamo?
Manuel non fece tempo a rispondere alla battuta ironica di Zack, perchè pochi istanti dopo si sentì un forte rumore di ingranaggi; il rumore si intensificò fino a che le due paratie di metallo si separarono, lentamente, e le porte della città furono spalancate. Zack esplose in una fragorosa risata
Zack: Ah, guarda che fortuna! Ci devono avere visto..
Manuel non era di quell'ottimistico avviso. Anzi. Già faceva fatica a pensare al fatto che un altro essere umano gli rivolgesse la parola, che un'intera città fortificata aprisse le porte nel vederlo.... ridicolo, pura fantascienza.
In effetti questa volta il ragazzo aveva ragione: osservando alle sue spalle, si potevano vedere numerosi carri e persone a piedi che si avvicinavano lentamente alla città, come formiche che tornano al formicaio. Si trattava perlopiù di operai e braccianti che rientravano in città dopo la giornata di lavoro nei campi; le porte della città vennero spalancate apposta per permettere il loro rientro in massa.
Manuel: ..evidentemente non hanno aperto la porta per noi..
Senza che Manuel glielo dicesse Zack aveva già intuito questa cosa, sapeva anche lui che nessuna fortezza degna di questo nome avrebbe aperto le porte nel vedere due sconosciuti avvicinarsi.. lo spadaccino però non perse il suo buonumore, e rispose
Zack: Beh, non importa. La porta è aperta, questo è ciò che conta, no?
I due si avvicinarono ulteriormente, dando però il tempo a Zack di notare che ogni persona o carro che varcava la soglia veniva fermato e controllato accuratamente dalle guardie poste sulla porta.
Zack: ..oh-oh.. adesso viene il difficile..
Manuel: Cosa?
Zack: Credi che mi faranno passare vestito così?
Solo in quel momento Manuel si accorse che il suo compagno di viaggio era in condizioni pietose, non tanto di fisico quanto di vestiario: la sua tenuta blu-violacea era quasi interamente ricoperta di macchie verdastre, presentava alcuni strappi e la sua spada grondava ancora del liquido viscoso dei Mimik. Non che lui fosse messo meglio, con i vestiti mezzi strappati e impolverati, i capelli arruffati, il colorito pallido e un'espressione in volto che definirla da appestato sarebbe stato ancora gentile. Aveva la febbre, questo lo sapeva anche lui, ma le fatiche e le peripezie del continuo viaggiare avevano lasciato i loro segni su Manuel; cosa ancora peggiore -per lui- quei segni erano perfettamente visibili e ben evidenti, nonostante facesse di tutto per non mostrarli.
Manuel: ..effettivamente.. potremmo avere un problema
Zack: Che si fa? Dormiamo fuori?
Manuel rabbrividì all'idea di passare un'altra notte all'addiaccio.. anche perchè era inverno, e il freddo della notte avrebbe senza dubbio peggiorato le sue condizioni; non voleva certo ritrovarsi a delirare per la febbre alta, soprattutto in presenza di Zack. Almeno voleva aspettare di separarsi da lui.. poi anche se fosse stato malissimo, anche se fosse morto, beh, non era più un problema. Ma per il momento, Manuel non aveva la minima intenzione di dormire fuori da un letto caldo.
Manuel: No! Proviamo a mescolarci con la gente.. magari non ci vedono e ci fanno passare..
Zack: Bene, come vuoi. Guarda stanno passando adesso due carri grossi.. possiamo metterci in mezzo a loro e far finta di nulla...
A Zack non piaceva un granchè l'idea di entrare quasi di nascosto dalle guardie, ma date le condizioni di Manuel.. sì, sarebbe stato meglio, molto meglio dormire in un letto vero. Se poi lui era d'accordo, tanto meglio.
Per cui lo spadaccino non perse tempo e tirò Manuel per un braccio, per non perdere i due carri; i due ragazzi si misero esattamente tra uno e l'altro, cercando di essere il più naturali possibili.
Arrivati alle porte, Manuel si sentì pesantemente osservato dalle guardie, ma cercò di non farci caso; più ancora che lui, le guardie osservavano molto attentamente Zack, forse a causa del suo spadone enorme, ma non fecero nulla di particolare. I due ragazzi riuscirono a entrare nella strada principale della città senza particolari problemi; appena superate le mura esterne, Zack e Manuel vennero letteralmente sommersi da un bagno di folla: una miriade di persone, carri, cavalli e bestiame che si muoveva per la strada, ognuno intento a badare ai suoi affari, con un traffico degno di una metropoli. All'interno delle fortificazioni, la città era esattamente come un centro urbano a cui Zack era abituato, solo tremendamente più grande e affollato. I due ragazzi seguirono la strada principale e si addentrarono in città, alla ricerca di una locanda. Manuel si sentiva a disagio, con tutta quella gente che gli passava a destra e a sinistra, e sopra e sotto: sembrava che tutti lo guardassero in malo modo, da straniero.. anzi, da
inutile straniero. Zack invece non si curava molto della gente, anche perchè era abituato a vedere che tutti si facevano i loro affari: loro non erano certo interessati a lui, quindi perchè lui avrebbe dovuto interessarsi di loro?
In realtà lo spadone di Zack grondante di liquido colpiva l'attenzione di molti, tanto che alcuni preferivano cambiare strada o passare alla larga dal ragazzo; i più temerari gli passavano di fianco velocemente, quasi correndo. Manuel si accorse di questo, ma -anche un po' stupidamente- pensava che lo facessero per non avere a che fare con
lui. Zack continuava a non fare caso alla gente e , quando vide l'insegna di una locanda, senza troppi complimenti deviò dalla strada principale ed entrò.
Lo spadaccino fece solo in tempo ad aprire la porta, e già gli occhi di tutti gli avventori erano puntati su di lui e sul suo compagno, rimasto a pochi passi di fuori; il silenzio calò improvvisamente, come in un saloon del Far West in cui era appena entrato un pericoloso fuorilegge.
Manuel vide Zack che, come se niente fosse, si diresse subito verso il bancone, sempre con la spada alle sue spalle e chiamò il proprietario; forse il suo compagno era abituato, pensò, alla paura della gente: in fondo, la sua arma era
veramente grande e sproporzionata, era comprensibile che imponesse un po' di soggezione.
Zack: Ehi, locandiere! C'è posto per due?
Il suo interlocutore rimase in silenzio, con espressione spaventata. Subito dopo la domanda di Zack si affrettò a rispondere:
Locandiere: ...s..sì, ma abbiamo solo camere singole!
Zack si voltò verso Manuel, che rimase in silenzio, e affermò
Zack: Beh, non è un problema. Allora ne prendiamo due.
Locandiere: ..molto bene... per quante notti?
Zack guardò ancora Manuel, ma visto che non rispondeva, decise lui per tutti e due
Zack: Una, per ora.
Locandiere: Molto bene.. sono.. 120 gil a testa..
Manuel rimase esterrefatto: CENTOVENTI GIL?! Era una somma forte, a camera singola e per una notte soltanto era ai limiti del furto. Eppure Zack non fece questioni, estrasse il denaro e pagò immediatamente;
Zack: Eccotene 250. Gli altri 10 sono per una birra..
Poi si rivolse a Manuel e chiese, sempre nel silenzio generale:
Zack: Ti va una birra?
Manuel rimase sempre in silenzio, ma fece di no con la testa. Aveva ancora la nausea per colpa di quei dannati ragni, e la febbre persisteva; non era molto alta, ma probabilmente non l'avrebbe lasciato fino a che non avesse riposato in un letto serio per almeno una notte intera.
Zack: Beh, allora una birra soltanto.. una pinta, è chiaro!
Ricevuto il boccale, lo spadaccino si riavvicinò a Manuel e gli fece segno di sedersi ad un tavolo, uno dei pochi ancora liberi. Solo dopo che si furono seduti il silenzio generale si ruppe, e piano piano le conversazioni precedenti degli avventori ripresero. Manuel ringraziò il cielo che quel silenzio si fosse finalmente interrotto, almeno non aveva più da fronteggiare l'immenso imbarazzo e lo sguardo di tutti puntato addosso.
Zack notò che il suo compagno era fin troppo taciturno, per cui decise di rompere il ghiaccio nuovamente ed esprimendo fino in fondo i suoi pensieri.
Zack: Ahhh, finalmente siamo in un posto confortevole! Che ne pensi Manuel? E' di tuo gradimento?
Manuel fece un po' fatica a rispondere, ma poi decise che era molto più semplice seguire il discorso di Zack che tentare di non rispondere alle sue domande.
Manuel: ...beh, ma 120 gil a notte è veramente un furto!
Zack rise di gusto, sorseggiando la birra
Zack: Eh già, hai proprio ragione.. ma non avevo voglia di discutere e.. beh, almeno questa birra è buona! Una delle migliori che abbia mai bevuto!
Manuel: ..è quasi il tramonto.
Zack: Sì, ce ne abbiamo messo di tempo per raggiungere questa città eh? Sembrava così vicina.. a proposito, sai come si chiama?
Manuel, sempre serio: ..credo Zanarkand. Era scritto su alcune insegne pubblicitarie.
Zack: Ah, ecco. Dai, su con la vita, questa notte dormiremo finalmente in un letto vero!
Manuel rimase in silenzio. In effetti non poteva dire di essere in disaccordo, anzi. Più passava il tempo e più non vedeva l'ora di ficcarsi sotto le coperte, abbassare tutte le resistenze ed abbandonarsi al sonno, il più profondo possibile... nessuno dei due ragazzi si accorse che in un paio di tavoli a fianco a loro, gli avventori stavano discutendo a bassa voce proprio di loro, come se stessero pianificando qualcosa..
Zack finì la birra in pochi minuti, dopodichè si alzò e guardò Manuel
Zack: ..mm sì ci voleva proprio questa birra! Adesso è tempo di andare a dormire, che ne pensi?
Manuel annuì, più per l'istinto del suo organismo che per la sua risposta razionale.
Zack: Andiamo.. è solo il tramonto, ma con tutto quello che l'abbiamo pagata ce la meritiamo questa stanza!
Salirono le scale, Manuel dietro a Zack; raggiunta la porta della sua stanza Zack augurò buonanotte al suo compagno ed entrò. Manuel fece lo stesso, ringraziando tutti gli dei a lui noti - e in cui nemmeno credeva- perchè finalmente poteva stare da solo. La stanza tutto sommato era accogliente, non molto spaziosa ma con due armadi; un grande letto occupava gran parte dello spazio. Una porta vicino a quella di ingresso dava sul bagno, piccolo ma fornito di tutto il necessario. Manuel notò anche al fatto che quella stanza non era una singola, il letto poteva benissimo ospitare due persone d erano presenti due comodini. Eppure il locandiere aveva detto.. ad ogni modo, non ci pensò troppo: appena arrivato a quel letto, Manuel ci si sdraiò immediatamente, senza neanche togliersi i vestiti, e si cacciò sotto le coperte. Il sonno e la fatica fecero il resto, e il ragazzo si addormentò.
La mattina dopo Manuel fu svegliato da un grande trambusto proveniente dal piano di sotto; fece fatica ad aprire gli occhi. Non gli importava un granchè dei rumori, avrebbe voluto dormire ancora un po'. Fino a che non sentì un rumore di cavalli corazzati e armi pesanti in movimento e giunse alle sue orecchie un nome:
***: ZACK FAIR!
A sentir pronunciare quel nome, Manuel saltò giù dal letto improvvisamente, spingendo via tutte le coperte in un colpo solo e aprì la tenda. Dalla finestra chiusa Manuel vide cosa stava accadendo: nella strada c'era Zack, proprio
quel Zack, circondato da un grande numero di soldati. Erano circa una dozzina, tutti con la stessa uniforme, che solo poi riconobbe per la divisa dell'Esercito Imperiale, e avevano le armi puntate verso il suo compagno, apparentemente bloccandogli ogni via di fuga. Sentì ripetere nuovamente il suo nome:
***: Zack Fair!! In nome dell'Imperatore, ti dichiaro in arresto con l'accusa di essere un membro della Piaga Nera!