Episodio XXVII
Quello che Zack aveva scambiato per un pipistrello rosso sangue, atterrò con leggerezza a pochi metri da lui. Iniziò a girargli intorno, facendo come dei piccoli balzi. Zack non ne poteva più di combattere.
"Va bene, ok. Mi arrendo, ora sono morto. Uccidimi pure..." Pensò il ragazzo, allo stremo. Però teneva gli occhi aperti, e anche se inziava a sentire le forze che andavano via, cercò di prestare comunque attenzione a quello che il nuovo arrivato stava facendo. Per ora si limitava a disegnare dei cerchi sempre più piccoli intorno a Zack, come per nasconderlo. Zack vide la sua spada sparire in mezzo al vortice di quella che da vicino assomigliava più a stoffa rossa, che ad un paio d'ali da pipistrello. Poi il cerchio si strinse talmente tanto che anche Zack finì risucchiato da quel vortice rosso sangue. All'inizio si sentì trascinato da tutte le parti, a casaccio. Gli parve di sbattere contro qualcosa di duro più volte, ed ogni volta seguiva l'impatto quello che sembrava un gemito di dolore. Non era suo. Ormai non sentiva neppure più il dolore, a dire il vero. Gli sembrava di aver perso gambe, braccia, testa e busto. Non si sentiva più nulla, e non c'era osso, nè muscolo nel suo corpo che riuscisse a fare un, neppure piccolissimo, movimento. Continuò così per parecchi minuti interminabili, durante la quale Zack si abbandonò alla corrente che lo spingeva da tutte le parti. All'improvviso Zack sentì un impatto molto forte, e poi sentì l'odore dell'aria, e dell'erba umidiccia. La forza dell'impatto avvenuto era tale da farlo rotolare per alcuni metri sul terreno umido, ma comunque solido e compatto. Si fermò, con lo sguardo puntato verso l'alto. Poi sentì qualcosa di pesante che cadeva su di lui, un cranio duro che si scontrava col suo, e poi delle labbra carnose e soffici che per una frazione di secondo toccarono le sue. Zack cercò di tenere aperti gli occhi, e vide quelli ambrati di una ragazza che dimostrava più o meno la sua stessa età. Il viso sottile ed elegante, il naso piccolo e leggermente all'insù. Una ragazza piuttosto carina, in effetti. Zack usò le sue ultime energie per sorridere.
Zack: Ehi... Ciao...
Poi svenne. La sua testa fece un piccolo tonfo quando impattò con l'erba fresca. Sentì delle voci confuse e vagamente familiari, poi più nulla.
Quando riaprì gli occhi il cielo era chiaro, probabilmente era mattina. La prima cosa che vide fu un ragazzo con i capelli castani e gli occhi verdi. Era leggermente deluso, si aspettava di vedere la ragazza carina della sera prima.
Zack: Oh... Manuel...
Manuel: Ciao. Come va?
Zack: Io...
Avvertiva un dolore leggero, ma sentiva come una brezza che gli dava sollievo. Alzò lo sguardo, e vide la ragazza della sera prima che teneva le mani premute sul suo stomaco. Dal punto di contatto dei due corpi, si sprigionavano delle piccole onde verdi, che si propagavano per tutto il corpo dello spadaccino.
Zack: Ehi ciao! Chi sei?
Izzy: Mi chiamo Isabelle, ma se vuoi puoi chiamarmi Izzy... Zack.
Zack: Come conosci il mio nome?
Izzy: Me l'ha detto Manuel...
Manuel: No, non è vero. Io non ti ho mai detto nulla di lui.
Izzy: Oh... Allora non so... Mi è venuto naturale chiamarti così... Hai una faccia da Zack!
Zack: Ho... Una faccia da Zack? Uhm... Ehi... A me sembra di averti già visto... Di dove sei?
Izzy: Io... Ho un amnesia. Non ricordo assolutamente nulla, a parte...
Manuel: A Isabelle è successa la stessa cosa che è successa a te con il cristallo.
Zack:
Cosa?
Manuel: Solo che il suo le ha spiegato... Cosa deve fare, ora che ha quel potere.
Zack: E sarebbe?
Manuel: Beh, pare che ci siano quattro guerrieri, detti "della Luce" che devono sconfiggere il Chaos. E credo... Che due di questi quattro siano qui davanti a me.
Vincent: I Guerrieri della Luce?
Tutti si voltarono. La figura di Vincent non si era mossa minimamente, fino ad allora. Era seduto sull'erba in una posa che pareva molto scomoda. Si alzò in piedi.
Zack: E questo chi è?
Manuel: Ci ha salvato lui.
Zack: Vuoi dire che era lui quel pipistrello rosso?
Manuel: Si, ma ti spiego tutto più tardi. Vincent, tu sai qualcosa di questi Guerrieri della Luce?
Vincent:... Vecchie leggende, niente di più.
Izzy: Dai, racconta!
Vincent: D'accordo. Allora, si dice che una volta il mondo era un posto felice e pacifico. Poi venne un'essere oscuro incredibilmente potente, che rase al suolo tutto e schiavizzò il popolo. Il Chaos, il Re delle Ombre, l'Essere della Luna... Tanti sono i suoi nomi, ma ai più è noto come Lucifero, o Lucypher. Quattro guerrieri coraggiosi e potenti, dopo una vita passata ad allenarsi, erano andati a sconfiggere Lucypher. Riuscirono a sconfiggerlo, sigillandolo nelle ombre. Lui però fece in modo di sigillare anche loro, come ultimo atto malvagio. Li sigillò in quattro cristalli. Ogni cristallo ha un colore ed un attributo particolare, ma non esistono notizie precise in proposito. Alcuni dicono che rappresentino le stagioni, altri le forze della natura, altri ancora dicono che contengano le abilità dei quattro Guerrieri denominati "della Luce". Alcuni, me compreso, pensano che sia un po' un mix di tutto questo. La leggenda dice che Lucypher lanciò anche un'ultima maledizione sul pianeta: "... E tu, terra che mi ha respinto, prima o poi cadrai in disgrazia, e diventerai un'arida steppa senza vita. E quando succederà, il mio Essere potrà tornare a nuova vita, pronto a governare di nuovo su tutto quello che mi spetta di diritto!..." E poi uno dei guerrieri scatenò la potenza del sole e lo imprigionò in una dimensione fra lo spazio ed il tempo. Fine della leggenda.
Manuel: Quindi... Il degrado del pianeta... E' a causa di questo "Lucypher"?
Vincent: E' solo una leggenda. Non possiamo esserne certi.
Manuel: Capisco.
Vincent:... Devo andare. Ho disubbidito al Profeta, Manuel Viridis. Non dovevo aiutare Zack Fair. Ora devo subirne le conseguenze.
Izzy: Oh, no! Ti punirà?
Vincent:... E' probabile.
Manuel:... Ci rivedremo ancora?
Vincent: Chi può scrutare nel saggio disegno degli Dei? Potrebbe anche essere che succeda. In caso contrario... E' stato un onore conoscerti, Manuel Viridis.
Manuel: Anche... Anche per me. Addio Vincent.
Vincent: Signorina Isabelle Lightwood, i miei omaggi.
Izzy: Oh, ciao ciao Vincent!
Vincent: Zack Fair. Se sei davvero un Guerriero della Luce, sei in possesso di un potere straordinario.
Fanne buon uso.
Zack: Contaci!
Dopodichè sparì in una nuvola di stoffa rossa, e decollò via. I tre lo osservarono sparire fra le nuvole bianche. Poi tornarono a guardarsi.
Zack: Com'è che vi siete conosciuti, voi due? Anzi... Perchè non mi racconti tutto quello che ti è successo da quando ci siamo persi di vista?
Manuel inziò a spiegare tutto al compagno ritrovato quello che era successo fino ad ora, dal salvataggio di Vincent, all'incontro col Profeta, all'incontro con Isabelle, il suo racconto, i vampiri... Tutto. Non tralasciò neppure un dettaglio. Zack incrociò le braccia, com'era solito fare quando era pensieroso.
Izzy: Tu? Cosa ti è successo?
Zack: Io? Oh, beh... Ero intrappolato nei sotterranei di quel palazzo, ma sono riuscito a liberarmi. Per poco non muoio a causa di uno stupidissimo topolino bianco, ma riesco a scappare dalla cella. Poi ho corso un po' a casaccio, e sono arrivato in una stanza dove... Dove...
Spalancò gli occhi all'improvviso. All'improvviso si ricordò quello che aveva visto in quella stanza. Troppo terribile per essere descritto. Ora però la rabbia era improvvisamente sparita: al suo posto salivano agli occhi delle lacrime di amarezza e tristezza. Gongaga non c'era più. La terra dove era nato e cresciuto, la terra della sua famiglia, del suo maestro, dei suoi amici. La sua casa. Tutto sparito. Il ragazzo si asciugò gli occhi con l'avambraccio, che però era ancora sporco di sangue. Risultato? La faccia, già di per sè rossa di sangue, ora era un vero e proprio disastro rosso, sembrava il personaggio di un film dell'orrore.
Izzy: Zack... E' tutto a posto?
Zack: Si, io... Oh, ma guardati! Ti ho sporcato tutto il vestito di sangue... Mi dispiace...
Però non riuscì a nascondere un singhiozzo, ed una lacrima segnò inequivocabilmente la sua faccia. Isabelle carezzò la guancia di Zack, con la sua mano affusolata e morbida come la seta.
Izzy:... Non importa. Non ti preoccupare.
Rimasero per un po' in silenzio, Isabelle con la mano sulla guancia di Zack, ed il ragazzo che la fissava cercando di trattenere le lacrime. Manuel tossicchiò, poi mormorò qualcosa come "Vado a prendere dell'acqua". Si alzò e se ne andò. Poco dopo Zack sorrise.
Zack: Ehi, ci siamo baciati ieri sera... Ti ricordi?
Le guance di Isabelle si colorarono di un rosso intenso.
Izzy: Ma va', è stato un incidente...
Zack: Sì, ma era un bacio. Quando le labbra di due persone...
Izzy: Ma era accidentale! Ti sono solo caduta sopra!
Zack: E mi hai baciato.
Scoppiò a ridere ma dovette fermarsi a causa di un dolore improvviso alle costole, e Manuel (ormai lontano di una decina di metri) non sentì la risposta di Isabelle.
Manuel superò una piccola collinetta, ed i due ragazzi sparirono dalla sua vista. Trovò un piccolo sasso a pochi centimetri dal suo piede destro. Lo trovò talmente odioso da sferrargli un calcio potente abbastanza da farlo volare quasi oltre l'orizzonte. Poi iniziò a correre verso una piccola radura che aveva visto poco lontano. Non sapeva neppure bene perchè andasse proprio lì. Forse aveva bisogno di un nascondiglio. Perchè gli disturbava così tanto che Zack avesse più attenzioni per una ragazza appena conosciuta, che per lui, insieme al quale aveva affrontato un Garuda, i Mimik ed i soldati Imperiali? In fondo PERCHE' allo spadaccino avrebbe dovuto importare ancora di lui? Ora aveva trovato una ragazza, carina per giunta... Era
naturale che Manuel passasse in secondo piano, no? Manuel rallentò la corsa, solo per appoggiare la mano sulla corteccia di un albero e sfregiarlo, rompendosi le unghie, ma senza urlare. Dopotutto Zack non era diverso da tutti gli altri. Si era illuso. Neppure a Zack importava nulla di lui. A
nessuno importava di lui. Riprese a correre, ed inciampò nella radice di un albero. Cadde con la faccia in una specie di pozzanghera. Si rialzò sputacchiando, e minacciando di morte una povera rana, nel caso non si fosse immediatamente tolta da sopra il suo naso. Si rialzò e si sedette su un masso poco lontano, asciugandosi il viso con la sua maglietta nera. Quando la abbassò, vide una ragazza fra gli alberi. Aveva i capelli biondi, ed era vestita con un paio di fuseaux neri sotto ad un vestito rosa shocking scollato che terminava con una minigonna. Sotto il vestito indossava una maglia attillata nera a mezza manica. Erano gli stessi vestiti di...
Manuel:... Lucy?
La ragazza si voltò di scatto, mostrando i suoi occhi azzurri come il ghiaccio.
Manuel: LUCY!
Lucy: Manuel? Sei proprio tu?
Manuel: Sono io! Sei viva!
Lucy: Anche tu! Ma allora non eri al villaggio quando è bruciato! Io raccoglievo erbe medicinali...
Manuel: Come sono... Contento di vederti...
Era la prima volta che Manuel esprimeva i propri sentimenti così facilmente. Sì, con Lucy era facile aprirsi. Non riuscì più a trattenere le lacrime di gioia, e corse ad abbracciarla. Lei ricambiò l'abbraccio, e rimasero così per alcuni minuti. Poi si staccarono.
Lucy: Andiamo, vieni con me...
Lo prese per mano e lo trascinò nel fitto della radura, dove trovarono una specie di laghetto. C'erano anche alcuni pesci dall'aria minacciosa, sul fondo. Lei prese anche l'altra mano del ragazzo, e lo tirò a sè. Si avvicinò, e poi posò la sua bocca sull'orecchio di Manuel.
Lucy: Noi due non ci lasceremo più. Saremo una cosa sola, per sempre.
Poi avvicinò la sua bocca semiaperta a quella di Manuel. Lui fece altrettanto, e proprio quando le loro labbra si stavano per toccare, un rumore di rami spezzati e di qualcosa che cade li fece voltare. Manuel vide Zack rannicchiato a terra, che si teneva la gamba sinistra, evidentemente dolorante. Manuel lasciò le mani di Lucy, e si lanciò a capofitto sul corpo di Zack. Era arrabbiato, certo, ma non abbastanza da lasciarlo lì per terra, in preda alla sofferenza.
Manuel: Lucy! Vieni a darmi... Lucy?
Si guardò intorno, la ragazza era sparita.
Manuel: LUCY!! DOVE SEI?? RISPONDI!!
Nessuna risposta. Allora prese Zack sotto il braccio, e lo aiutò a camminare.
Zack: Lucy, eh? Hai visto Lucy?
Manuel: S... No. Credo di essermi sbagliato.
Non sapeva perchè, ma non aveva nessuna voglia di raccontarlo a Zack. Vide Isabelle che gli correva incontro.
Izzy: Oh, io ho tentato di fermarlo, ma lui...
Zack: Mi ero preoccupato! Sei sparito per quasi un'ora, sai?
Manuel: Un'ora? Io...
Izzy: Beh, l'importante è che siamo tutti qui. Che ne dite se per oggi ci accampiamo qui? C'è dell'acqua, potremmo lavarci... No?
Manuel e Zack annuirono. Zack si era preoccupato per lui? Ma allora... Mah, chi lo capiva, quel ragazzo.
I tre compagni si stesero sull'erba. Manuel stette a pensare a lungo, a quello che era successo, a Lucy, a Zack, e anche a Isabelle, perchè no? Isabelle, dal canto suo, pensava alla discussione che aveva avuto con Zack poco prima. Che tipo, quel Zack Fair... Divertente e simpatico. E anche molto carino, a dirla tutta. Ma se loro erano così impegnati a pensare, Zack era talmente stanco e dolorante che si addormentò quasi subito, ignaro di quello che lo attendeva.