grazie a tutti ^^
non vi è salita la voglia di uccidere nel leggere questa storia? no? meglio così
ehm,altra parte ^^
Si ricordava ancora di quella volta alla taverna.
Un Ubriacone aveva graffiato il braccio di Scar con un coltello,un piccolo tagliettino. Beh,di quel tipo non rimase molto,non fu un bello spettacolo,aveva tentato di rimuoverlo dalla mente ma con scarso successo. In realtà accadde tutto velocemente,un minuto prima l’ubriacone se ne stava lì in piedi ridacchiando con in una mano il coltellino e nell’altra una bottiglia di liquore non identificato,un minuto dopo c’era solo una grossa macchia rosso scura sulle assi di legno consumate del pavimento. Non c’era più,o meglio,non ne era rimasto niente.
Fu abbastanza sconcertante,allora si rese veramente conto di quanto potesse essere pericoloso,la sua voglia di lasciare tutto iniziò a salire proprio in seguito a quell’evento.
Ecate correva nella selva con il suo cavaliere in groppa. Schiacciava ogni ostacolo con i suoi zoccoli di pietra. Più che un cavallo sembrava un rinoceronte impazzito. Scar si stava divertendo,eccome se si divertiva!
Ecco,lo aveva visto,si divertiva troppo nel vedere Ale in fuga.
Il rosso si voltò. Dietro di se vi era Scar a cavallo di quella bestia che correva come se fosse il vento in persona. Continuò a correre fino ad arrivare in una zona piuttosto sconveniente. Davanti a lui c’era un profondo crepaccio con un fiume che lo attraversava sul fondo. La corsa era finita.
Scar smontò e si avvicinò al rosso rimanendo a debita distanza.
-Beh,abbiamo il fiato corto?- disse Scar schernendolo.
Il petto di Ale si gonfiava e sgonfiava velocemente,non aveva nemmeno la forza di parlare,aveva fatto quello che poteva dopotutto.
-Sai,mi hai divertito abbastanza caro mio,non c’è più motivo per lasciarti in vita- disse il ragazzo guardando le proprie unghie della mano sinistra con tono disinteressato.
-n-non ti servo più?- chiese Ale con il poco fiato che aveva.
-Ho cambiato idea,Ecate,pensaci tu-
Il cavallo si mise al fianco di Scar. Mostrò i propri denti al rosso,non assomigliavano per niente a quelli di un cavallo,facevano decisamente invidia a quelli di una tigre,sembrava uscito dal sogno di un pazzo.
Lo stallone azzardò un morso alla spalla destra di Ale,ma quest’ultimo si abbassò velocemente spostandosi alle spalle dalla bestia. Si voltò velocemente verso il rosso nitrendo furiosa,abbassò con forza una delle robuste zampe sul braccio.
Lo prese in pieno.
Urlò di dolore,osservando il proprio braccio cedere sotto la forza della possente zampa. Il dolore offuscava tutti i sensi,riusciva a distinguere soltanto i nitriti di Ecate e le odiose risate di Scar. Un forte torpore invase il braccio ferito,sembrava andasse a fuoco.
Cosa poteva fare ora? Non poteva muoversi e i sensi erano andati quasi del tutto…
Improvvisamente sentì lo zoccolo spostarsi dal braccio,la creatura iniziò a scalpitare e a sbattere con forza le zampe robuste sul terreno,una luce bianca e abbagliante avvolse Ale,poi,si addormentò profondamente…
-Ale? Ehi,svegliati!-
riaprì lentamente gli occhi. Un venticello piacevole gli accarezzava il viso.
Cosa era successo? Era morto? Non lo sapeva proprio. Inizialmente tutto era sfocato,ma nel giro di pochi minuti tutto tornò nitido e chiaro. Davanti a lui c’era Shiro con un sorriso sornione stampato sulla faccia.
-cosa diavolo è successo? E perché sei qui?!- chiese il rosso perplesso.
-da te non avrò mai un grazie- rispose deluso-comunque ti ho salvato,eri proprio ridotto male sai? Ti ho guarito il braccio,ora dovrebbe essere apposto-
Ale osservò il braccio con attenzione,era come nuovo,nemmeno un graffio. Quel ragazzo con la magia bianca ci sapeva fare. Si guardò intorno e realizzò dove erano.
Nel cielo.
Era seduto su qualcosa di soffice,anche se toccando con attenzione poteva sentire qualcosa di duro e liscio,sembravano squame. Era sopra a un drago piumato,grande quel che bastava per trasportare due persone. Dalla testa partivano due corna cervine e una lunga criniera che attraversava il corpo dalla nuca fino alla punta della coda finendo in un pennacchio,apriva e chiudeva a scatti il lungo muso sottile respirando. Le ali candide come quelle di un cigno erano muscolose e forti per sostenerne il peso non indifferente,eppure si muoveva con una tale agilità e grazie che facevano dubitare della sua effettiva massa.