Pensavate fossi morta,invece no U_U
mi scuso nuovamente con tutti,ma,se ritardo,è tutta colpa della scuola e del trimaestre che mi sta uccidendo @__@
spero tanto che questa parte sia di vostro gradimento ^^
Il ragazzino balzò all’ indietro,atterrando su quattro zampe,fissando furente chi aveva davanti,con due occhi che erano qualsiasi cosa ma non umani. Doveva assolutamente farcela,doveva dimostrare la sua forza davanti a loro,soprattutto davanti al capo. Si lanciò nuovamente alla carica contro il suo obbiettivo,correndo come un animale. Con un balzo fu su di lui,stringendo tra i denti l’asta della lancia. Scar si era reso conto da un pezzo della sua forza,eccome se lo aveva capito. Andando di questo passo avrebbe potuto farsi seriamente del male. Tuttavia era tanto veloce a difendersi quanto a mettere a punto un piano. Con un movimento fluido liberò la lancia dalla morsa del ragazzo,con la stessa velocità afferrò uno dei suoi scagnozzi e lo lanciò contro Ale.
Il ragazzo perse un battito. Stava succedendo,stava perdendo il controllo completamente,stava per trasformarsi,diventare un mostro.
Dal petto sentì scaturire un forte calore,il battito accelerava,il respiro si faceva meno regolare e le pupille si restringevano,fino a diventare due fessure affilate. Portò le mani al petto dell’uomo.
Crack
Successe tutto velocemente. Il suono macabro riempì l’aria polverosa. Il terreno si tinse di rosso. Le dita erano completamente affondate nel petto tingendosi di un rosso scuro e denso. L’uomo lo fissava incredulo e terrorizzato,nessuna parola usciva dalla sua bocca,poteva solo fissare il proprio petto sfondato come se fosse di carta. Con la stessa disinvoltura penetrò la carne anche con l’altra mano,ignorando i lamenti e le urla dell’uomo. Portò le mani a entrambi i lati della cassa toracica.
Fece forza.
Crack
La cassa ora era completamente aperta. Spaccata come un fuscello secco.
L’intero gruppo osservava la scena esterrefatto,con un misto di ammirazione e orrore.
Ale fissava Scar attraverso la cassa distrutta,a testa basta ringhiando sommesso. Il capo lo fissava divertito. Cavolo se era forte,accidenti,certa gente certe volte è meglio non avercela contro.
Improvvisamente il corpo del ragazzino dai capelli rossi ebbe un tremito,le pupille tornarono normali come il respiro. Le gambe cedettero,Ale cadde svenuto accanto al corpo dell’uomo. Finiva sempre così,il corpo faticava a reggere un simile ritmo,non era ancora abbastanza forte,infondo era ancora poco più di un ragazzino. Dal gruppo di Scar fece capolino un ragazzino un po’ più piccolo di Ale. Aveva i capelli corti e bianchi come la neve,magro e dal viso gentile.
-Non avvicinarti a lui Shiro- gli intimò Scar seccato.
-c-cos’è signor S-scar?- chiese il ragazzino indicando il corpo privo di sensi di Ale.
-A giudicare da come si comporta direi proprio che è un Sigillato- rispose tranquillamente osservandolo con interesse.
-c-cos’è un Sigillato?- chiese Shiro senza togliere gli occhi dal rosso
-Un sigillato è una persona che ha dentro di se un demone o una creatura magica,appunto,sigillata. Nel suo caso direi proprio un demone,anche bastardo- disse chinandosi su di lui. Spostò una ciocca di capelli rossi dal collo. Su di esso c’era una piccola voglia,sembrava il teschio di un felino.
-tombola- disse soddisfatto. Shiro non poteva schiodare gli occhi dal ragazzo. Gli incuteva timore,anzi,paura,una paura primordiale e orrenda,come la consapevolezza che prendere un tipo così nel gruppo avrebbe comportato la morte sicura di tutti.
Scar sollevò Ale da terra tenendolo a mezz’aria.
-è dei nostri- disse ridacchiando –Shiro,te lo affido-
-C-come?!- esclamò contrariato –i-io non voglio questo qui vicino!-
-stai zitto o giuro che ti faccio sventrare come lui- ringhiò Scar indicando i resti del loro compagno. Il ragazzino abbassò la testa,non conveniva mettersi contro di lui. Prese Ale sulle proprie spalle,cavolo,pesava non poco,però non poteva assolutamente tirarsi indietro.
-uomini,si riparte!- esclamò sinistro Scar. In totale silenzio ripartirono alla volta della prossima meta,senza degnare di uno sguardo o una parola il cadavere del compagno riverso sul terreno brullo.