Lunghetta, ma spero piacevole
Sword of Doubt
“Entrate tutti in casa e serrate le porte, oppure dirigetevi nei sotterranei! Stanno arrivando!” urlò Kapu Village, e subito tutti gli abitanti di Dali obbedirono, in preda al panico. Intanto le tre più formidabili soldatesse di Alexandria uscirono dall’umile locanda, pronte ad affrontare l’ondata.
“Shogun, è tutto nelle tue mani a quanto pare” esclamò Severine la Veterana, rivolgendosi al suo unico superiore.
La donna si spostò i capelli dal viso con fare sprezzante “Possibile che questi quattro mostriciattoli abbiano sconfitto la seconda divisione? Posso capire quell’i.diota di Steiner e la sua banda di falliti, ma un soldato che si rispetti non arretra di fronte a qualche animale imbizzarrito”
“Shogun Anne, arrivano!” esclamò Beatrix e rapidamente estrasse la Mythril Sword di ordinanza.
“Sai una cosa, dovresti cambiare arma, cara Beatrix, la spada dell’esercito non ti si addice. Dopotutto, sei destinata a succedermi nel ruolo di Shogun”.
“Magari ne parliamo dopo aver sistemato la questione ed aver fatto sì che il giorno della successione non sia questo” commentò Severine, un po’ preoccupata dal numero di unità nemiche.
Dali, fin dal giorno della morte del re, era infatti periodicamente invasa da un esercito agguerrito di mostri, assai eterogeneo e potente, che a più riprese aveva saccheggiato e procurato danni gravi al villaggio e alle sue coltivazioni. Per fortuna nessuno degli abitanti, grazie al rifugio sotterraneo, aveva ancora subito conseguenze, ma sia i Plutò che la seconda divisione dell’esercito di Alexandria, inviati dalla regina per risolvere il problema, erano tornati sconfitti, o ci avevano rimesso la vita.
Ora toccava allo Shogun Anne e alle due soldatesse scelte fermare questa minaccia.
Ben presto, nonostante si moltiplicassero i cadaveri di Goblin e Troll sul terreno, le tre furono accerchiate.
“Incredibile, sono fin troppo organizzati per essere mostri” esclamò, Beatrix.
“Scimmiottano le nostre tecniche militari, ed anche male. Sono stupidi mostri, dopotutto” commentò Anne, alzando in aria la sua Save the Queen e liberando d’impaccio il gruppo grazie alla tecnica Shock, che aprì un varco nel mucchio nemico. Le tre ne approfittarono per fiondarsi verso il buco che consentiva di comunicare con gli abitanti nei sotterranei. Un vicolo cieco.
“Che ne dici, Shogun, li raduniamo tutti e li uccidiamo in un colpo?” propose Severine, anche perché era l’unica strategia possibile: dai campi infatti spuntarono due Mal Bernardo affamati, latrando e perdendo bava. Inoltre, alle loro spalle, anche Zacmal preparava il suo assalto rabbioso e le divisioni nemiche, dopo un momento di smarrimento dovuto alla rottura dell’accerchiamento, stavano per tornare all’assalto.
“Al mio tre eseguite la vostra tecnica speciale” ordinò, imperiosa, Anne.
Le donne attesero qualche secondo, con calma serafica, mentre la furia dei mostri si avvicinava a loro, poi, appena i Mal Bernardo si fiondarono tentando di azzannarle, urlarono all’unisono.
Beatrix “Estasi Siderale!”.
Severine “Tabula Rasa!”.
Anne “Shock!”.
Successe tutto in un lampo, un bagliore di luce accecante. La forza sprigionata dalle soldatesse, semplicemente disintegrò i nemici, e la loro precisione evitò di toccare le abitazioni. In un secondo, avevano sterminato un esercito.
Beatrix ansimava per lo sforzo. Dopotutto, Severine le aveva insegnato quella tecnica solo pochi mesi prima e, quando la giovane chiese una dimostrazione pratica, la sua mentore, che era famosa per la forza magica, svenne per un’ora dopo averla eseguita. Guardò le sue compagne, entrambe esibivano un sorriso smagliante, seppur per motivi diversi, lo sapeva. Lo Shogun stava assaporando la vittoria, mentre la Veterana osservava compiaciuta gli enormi progressi della sua allieva.
“Ah ah ah! Non mi hanno fatto versare neanche una goccia di sudore!” urlò Anne, estasiata.
Piano piano, gli abitanti si riversarono nella strada, festanti. L’incubo di tre mesi era finalmente finito.
“Evviva lo Shogun!” urlavano, senza pace, tutti.
Mentre Anne pronunciava il solito discorso alla folla dopo l’ennesima vittoria, Severine e Beatrix si appartarono per qualche momento.
“Non ti sembra che ci sia qualcosa di strano?” chiese la Veterana, scura in volto.
Beatrix la fissò un momento. Seppur non si dicesse, a vederla, Severine aveva più di mezzo secolo di età. Solamente quando era davvero preoccupata il suo viso si increspava di rughe e manifestava la sua vecchiaia. E quando succedeva non era mai un buon ausp.icio.
“Cosa te lo fa pensare?”.
“Per essere mostri, erano troppo ben organizzati: agivano allo stesso modo di un esercito. Ci dev’essere un mandante umano, dietro tutto ciò, qualcuno in grado di controllare i mostri. Alexandria potrebbe essere in pericolo” spiegò la mentore.
La risposta inquietò anche la giovane, ma ella rispose “Severine, non è il primo caso di gruppi organizzati di mostri che decidono di attaccare. Alle volte si rendono conto di essere deboli da soli, quindi cercano di unirsi per ottenere un po’ di cibo e ricchezze in più”.
“Lo so benissimo, non mi prendere per stupida!” esclamò, rabbiosa, Severine “Lo sai che io non mi preoccupo se non ce n’è motivo!”.
“Non intendevo…” rispose mesta Beatrix. Rimase un attimo spiazzata da quella reazione eccessiva, ma poi si rese conto che aveva ragione la Veterana “Parli di quella forza che ho avvertito mentre usavamo i nostri attacchi e di quella risata sprezzante che si è sentita per un attimo dopo il colpo finale, vero?”, chiese immediatamente dopo.
“Esatto, vedo che te ne sei accorta anche tu. Qualcosa non quadra. Ne parlerò con Anne appena torneremo al castello. Meglio mettere in guardia la regina. Dopo la morte del re, Alexandria è già indebolita”.
Qualche ora dopo, finita la festa organizzata in loro onore, le tre soldatesse si imbarcarono sul Cargoship, dirette al castello. Beatrix sentì le due compagne discutere animatamente per tutto il viaggio, ma preferì non intromettersi. L’eventuale pericolo incombente era una questione dello Shogun.
Due giorni dopo, al termine di una lunga e dura sessione di allenamento, notò Severine di nuovo accigliata. Sembrava più anziana che mai.
“Beatrix…” esordì a mezza voce.
“C’è qualcosa che non va?” incalzò lei.
“Mi dispiace dirtelo così, ma lascio Alexandria”.
L’allieva la fissò, scioccata. Mai si sarebbe aspettata una notizia del genere, non dopo che Severine aveva dimostrato una volta per tutte che l’età non influiva per nulla sulla sua capacità di combattere.
“P-perché?” chiese, incredula.
“ Non mi trovo più in grado di onorare le mie promesse nei confronti della casa reale. E non me la sento di restare dopo la sorte che è toccata ad Anne”.
“Cos’è successo allo Shogun?”.
“Alto tradimento e tentato omicidio nei confronti della regina”.
“Impossibile!” urlò lei, disperata “Ma cosa diavolo stai dicendo?”.
“Ha fatto irruzione, impazzita, nella sala del trono, scagliandosi contro Brahne. Purtroppo ero presente e ho dovuto fare tutto ciò che era in mio potere per fermarla. Poi è arrivato quell’uomo…”.
“Parli di Kuja?” domandò lei, basita.
“Esatto, Kuja. In un attimo ha immobilizzato e ammutolito Anne. Lui e la regina hanno deciso di comune accordo che doveva essere giustiziata e che se ne sarebbe occupato lui. Meglio far passare la faccenda sotto silenzio, Alexandria non è pronta per un'altra perdita, dopo quella fresca del re. Diranno che lo Shogun ha abdicato. Kuja ha portato via Anne. Non poteva dire una parola, ma solo guardandomi mi ha lanciato un avvertimento. Non ti devi fidare di quell’uomo, e devi avvertire la regina, una volta che sarai Shogun”.
“Terribile. Davvero terribile. Lo Shogun Anne, nonostante la sua arroganza, era una combattente formidabile, ma soprattutto una delle persone più devote alla casa reale che io abbia mai conosciuto. Come può aver fatto una cosa del genere?”
“Non ne ho idea, davvero. La conoscevo troppo bene, è impossibile che sia impazzita di un giorno all’altro. Sicuramente era a conoscenza di qualcosa di terribile, che noi non sappiamo, considerato anche il discorso che la regina mi ha fatto appena Kuja ha lasciato la stanza”.
"Che cosa ti ha detto?” domandò, ancora più stupita, Beatrix.
“Non l’avevo mai sentita parlare così. Disse che era giunto il momento di imporre il dominio di Alexandria sul mondo intero. Una stagione di conquiste è alle porte. Quanto a Kuja, intende servirsi dei suoi poteri fino a quando ne avrà bisogno, poi lo ucciderà. Suppongo toccherà a te questo compito. Stai attenta, perché quell’uomo ha un potere veramente immenso”
“A me?” disse, Beatrix, ormai a mezza voce. Tutte quelle rivelazioni l’avevano lasciata senza fiato, ma se quello era il piano della regina, non poteva che accettarlo. Dopotutto aveva giurato fedeltà alla famiglia reale, quindi doveva attenersi. Inoltre, il fatto di poter scendere di nuovo su un campo di battaglia, dopo dieci anni, la inebriava. Ricordava appieno la fama che si era guadagnata: la guerriera implacabile che non si ferma nemmeno davanti ad un bambino in lacrime. Tutti la temevano e la rispettavano, dopo quella guerra, e tutti erano sicuri che sarebbe diventata Shogun, dopo la morte di Anne.
“Per quanto mi riguarda, non ho alcun rimpianto. La regina mi ha ordinato di rinunciare ai miei poteri magici. A quanto pare, le serviranno per i suoi scopi. Non mi ha detto niente di più preciso, anche se Son e Zon, mentre eseguivano il rituale, canticchiavano qualcosa riguardo a un Walzer. In ogni caso è stato il mio ultimo atto di fedeltà verso Alexandria. Non posso aiutare oltre, dunque ho deciso di vivere la mia vita da donna libera e lontano dalla guerra, con il benestare di Brahne. In quanto a te, sono certa che servirai la famiglia reale al meglio. Sono quindici anni, ormai, che sei sotto la mia ala. Ti ho insegnato tutto quello che so, e hai sviluppato una forza immensa. Sarai perfettamente in grado di gestire questa guerra in arrivo. Proteggi la nostra gente, stai vicino alla principessa e soprattutto non fidarti di Kuja: ho paura che quell’uomo condurrà Alexandria alla rovina. Ora posso affidarti la Save the Queen, anche se, date le oscure circostanze, farei meglio a chiamarla Sword of Doubt.
Congratulazioni, Shogun Beatrix!”
Intanto, a Toleno, nella Maison du Roi, Kuja conversava con il banditore d’asta.
“Signore, come procedono i suoi piani?”
“Ormai è tutto pronto. L’economia agricola di Dali è rovinata, quindi accetteranno di cominciare la produzione e avevo già il parere favorevole della regina, infatti mi ha chiesto lei di spaventare quei sempliciotti. Ah ah ah! Dopo la mia piccola coercizione nei confronti dello Shogun, anche l’ultima sostenitrice del re è finalmente morta, così Alexandria non avrà nessuna opposizione interna, e potranno tutti salire sul palco della mia immensa opera! Il prologo è finito, che si passi al primo atto!”
Continua (in Final Fantasy IX)
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