Varie Contest Fic - 2° Edizione

daffodill

Aurora Execution!
Io sono a buon punto con la mia, ma per sicurezza la posterò l'ultimo giorno, così ho più tempo per sistemarla nel caso ^^
 

Ayrin

Stormborn
Oggi è l'ultimo giorno disponibile per pubblicare la propria storia.
Su su ragazzi avete tempo fino alla mezzanotte dopo di che partirà la votazione :D
 

daffodill

Aurora Execution!
Il peggior nemico

Il paesaggio scorreva veloce e costante nello specchietto della sua moto. Ogni tanto gettava uno sguardo a quel paesaggio sempre uguale, monotono, lungo l'autostrada che conduceva a Midgar. L'aveva percorsa molte volte quella stessa strada e ormai ne conosceva ogni insipido particolare. Terra bruciata e alberi radi che gettavano qualche cerchio d'ombra su pietre e vecchie costruzioni abbandonate, un tempo usate come fabbriche.
Lui, Cloud, lavorava come fattorino adesso, dopo un curriculum piuttosto movimentato e violento, prima come soldier e dopo come mercenario e terrorista. Adesso si era stancato di tutto quello e in fondo non che gli fosse mai piaciuto davvero.
Le consegne le faceva in moto perchè correre in moto era uno dei suoi pochi passatempi, una di quelle cose che rende la vita un po' meno amara o un po' più dolce... dipende dai punti di vista. Per Cloud le cose non erano mai dolci, ma sempre un po' meno amare. Il suo pessimistico punto di vista sui fatti giornalieri lo aiutava a non avere troppe pretese riguardo il futuro. Non che parlasse mai delle sue idee sul futuro con qualcuno, tranne con Tifa.
Tifa, la sua cara amica d'infanzia, una delle poche persone che gli era stata vicina nei momenti peggiori della sua vita e che continuava ad appartenere al suo mondo nel bene e nel male. A volte, Cloud pensava a lei in maniera diversa, ma poi lasciava che questo pensiero scorresse via, troppo difficile per lui.
Spesso Cloud pensava a tutte queste cose quando correva in moto: a se stesso, a Tifa, al passato, al paesaggio. Quella volta, però, pensava anche ad altro. Pensava a chi mai potesse appartenere qual pacchetto avvolto in semplice carta bianca che era così necessario consegnare a Midgar entro giornata. A Midgar ... una città provata e distrutta dove ormai vivevano solo ombre e fantasmi tra enormi edifici distrutti più simili a trappole di lamiera che a case. A volte, Cloud guardava quella città da lontano. La guardava come se fosse una tomba. Un cimitero. Ed ora era li che stava andando.
L'indirizzo di consegna era segnato sul pacchetto, ma non il mittente e comunque il destinatario non era qualcuno che lui conosceva. L'edificio segnato nell'indirizzo era un palazzo di tre piani...un tempo dovevano almeno sei, ma tre erano quelli che restavano più o meno integri. Una facciata del palazzo era quasi completamente abbattuta lasciando l'ingresso piuttosto libero. Forse era il caso di chiedere almeno permesso, ma non che avesse così tanta importanza... Cloud si sarebbe limitato a entrare, mettere il pacchetto vicino la cassetta per la corrispondenza...o a ciò che di più simile avesse trovato, e andarsene. Poi sarebbe tornato a Edge, a casa.
Cloud entrò, come era prevedibile, non c'era nessuna cassetta per la corrispondenza.
"Sei un Soldier?" Un bambino con una maschera da moguri era apparso dietro Cloud. Dalla maschera spuntava fuori un grosso cespuglio di capelli neri e dai buchi si intravevedevano i suoi occhi blu che lo scrutavano con attenzione.
"No, sono un fattorino. Conosci questo signore?"
Cloud fece leggere al bambino il nome del destinatario e il piccolo indicò una porta.
"Questo signore abita li?"
"Si."
"Grazie."
"Io da grande diventerò un soldier!"
"Buon per te piccolo."
"Non sono piccolo! Sono un guerriero!"
Piuttosto convinto della sue parole il bambino sparì tra i corridoio del palazzo e Cloud si diresse verso la porta.
Dopo aver bussato un paio di volte, senza ricevere risposta, decise di forzare quella porta ed entrare comunque. Pensava che non avrebbe trovato nessuno, ma su una sedia rivolta verso la finestra c'era qualcuno. Qualche ciuffo di capelli bianchi e qualche colpo di tosse indussero Cloud a pensare che si trattasse di un anziano signore, probabilmente bisognoso di aiuto. Forse non riusciva neanche a muoversi più da quella sedia.
"Salve... ho un pacco per lei, mi hanno chiesto di consegnarlo in giornata, lo poggio qui sul tavolo... Ha per caso bisogno d'aiuto?"
Claud dimenticò di poggiare il pacchetto e si avvicinò alla sedia per scorgere chi vi fosse seduto
"C'è qualcosa che posso fare per lei?"
"Per me? No grazie! Ma forse c'è qualcosa che io posso fare per te."
"Sephiroth?"
" Tu non riesci proprio a starmi lontano!"
Cloud guardò con un certo stupore Sephiroth che stava tranquillamente seduto sulla sedia, con le spalle e la schiena un po' curve, con lo sguardo rivolto altrove e le mani saldamente strette ai braccioli. Cloud attese qualche istante che l'istinto gli dicesse cosa fare, ma una serie di sensazioni confuse e indistinte attraversarono la sua mente, così per qualche immotivata reazione decise semplicemente di sedersi. C'era un divano proprio difronte la finestra attraverso la quale era rivolto lo sguardo di Sephiroth e Cloud si sedette li. Si piego un po' in avanti verso Sephiroth infine lo guardò in faccia e gli chiese "Tu sei morto?"
Sephiroth rispose con tranquillità "Sì, sono il frutto della tua immaginazione."
"Ma io ti vedo, tu sei qui davanti a me!"
"Certo, mi vedi, e ci sono. Sono proprio qui."
Cloud restò senza parole, osservò il suo interlocutore che, a sua volta, guardava verso di lui, senza guardare lui. "E cosa ci fai qui?" Gli chiese.
"Sei tu che sei venuto a cercarmi." Sephiroth assunse un tono laconico e al contempo compiaciuto. Cloud si sentì irritato. "No." rispose.
"Hai fatto tanta strada, hai forzato la porta, mi hai anche portato un pacco!"
"Non è per te."
"Qui ci sono solo io."
Cloud riflettè un attimo e giunse alla conclusione che dovevano esserci altre persone. Forse in altri appartamenti, forse prima il destinatario del pacco era li. "Dove sono le persone che vivevano qui?" chiese.
"Sono morte." Rispose seccamente Sephiroth.
"Ma il pacchetto... il..."
"Cloud, che ingenuo che sei. Se potessi, proverei tenerezza per te, ma la verità è che hai fatto tutto da solo."
"Ma allora..."
"Aprilo se non mi credi, scopri cosa c'è dentro."
Cloud teneva ancora il pacchetto tra le mani, si sentì piuttosto stupido e guardò nuovamente il nome del destinatario, ma continuava a non dirgli nulla. La calligrafia, quella la conosceva, era la sua. Restò nuovamente interdetto. Si sentì un po' amareggiato. Infine scartò con cura il pacchetto e lo aprì.
"Non c'è... niente." Disse con un certo stupore.
"Già, esatto."
"Ma come?"
"Domanda sbagliata."
Cloud rimase nuovamente senza parole. Si raccolse qualche istante cercando di fare ordine tra i suoi pensieri. Sephiroth sembrava aspettarlo. Non aveva fretta di discutere, aspettava con calma ogni secondi di cui Cloud avesse bisogno.
Di sicuro Cloud si trovava li e stava per certo avendo una conversazione con un uomo morto, benchè estremamente attento e comprensivo.
" Cosa vuoi da me? " Gli chiese Sephiroth improvvisamente trendolo fuori dai suoi pensieri.
"Io non voglio niente da te!"
"Davvero? Sei venuto fin qui per niente?"
"Si."
"Sbagliato di nuovo. Ecco cosa vuoi: combattere. Vuoi una sfida. Vuoi battermi di nuovo."
"No..."
"Oh no, tu non ami questo genere di cose, non sei come me."
"Giusto, non sono come te!"
"E come sei?"
"Sono migliore!"
"Lo credi davvero?"
"..."
"No, lo supponevo."
"..."
I due uomini restarano seduti uno di fronte all'altro, immobili, per alcuni istanti , poi Sephiroth si alzò. Lentamente, con un po' di fatica, come se fosse stanco e oppresso da un peso indesiderato e scomodo.
"Ti darò ciò che vuoi." Gli disse, e gli porse un fiore. Da dove fosse venuto, come fosse apparso, furono domande che Cloud neanche si porse, tese la mano per prendere il fiore e basta. Non lo prese.
"Devi proprio andare adesso."
"Si, credo di si... c'è un vaso da qualche parte? Per il fiore..."
"No."

Mentre era in moto, Cloud pensò a molte cose, al paesaggio, a Tifa, a se stesso, al passato. Buttò un occhio allo specchietto sperando di vedere qualcosa di diverso e si chiese fino a quando avrebbe continuato a guardare quello stesso paesaggio. Sapeva che Il suo nemico lo aspettava alla fine della strada. In fondo...ci sperava.
 

Ayrin

Stormborn
Bene *_* Concludo ufficialmente questa edizione del Contest Fic e do il via alla votazione! *_*
Tutti gli utenti che lo desiderano possono da oggi votare il racconto che più preferiscono semplicemente rispondendo a questa discussione ^_^
Si potrà votare fino a Giovedì 5 Aprile incluso ^_^
 

I Love Quina Quen

Texas Hold'em Player
Lunghetta, ma spero piacevole :D

Sword of Doubt​

“Entrate tutti in casa e serrate le porte, oppure dirigetevi nei sotterranei! Stanno arrivando!” urlò Kapu Village, e subito tutti gli abitanti di Dali obbedirono, in preda al panico. Intanto le tre più formidabili soldatesse di Alexandria uscirono dall’umile locanda, pronte ad affrontare l’ondata.
“Shogun, è tutto nelle tue mani a quanto pare” esclamò Severine la Veterana, rivolgendosi al suo unico superiore.
La donna si spostò i capelli dal viso con fare sprezzante “Possibile che questi quattro mostriciattoli abbiano sconfitto la seconda divisione? Posso capire quell’i.diota di Steiner e la sua banda di falliti, ma un soldato che si rispetti non arretra di fronte a qualche animale imbizzarrito”
“Shogun Anne, arrivano!” esclamò Beatrix e rapidamente estrasse la Mythril Sword di ordinanza.
“Sai una cosa, dovresti cambiare arma, cara Beatrix, la spada dell’esercito non ti si addice. Dopotutto, sei destinata a succedermi nel ruolo di Shogun”.
“Magari ne parliamo dopo aver sistemato la questione ed aver fatto sì che il giorno della successione non sia questo” commentò Severine, un po’ preoccupata dal numero di unità nemiche.

Dali, fin dal giorno della morte del re, era infatti periodicamente invasa da un esercito agguerrito di mostri, assai eterogeneo e potente, che a più riprese aveva saccheggiato e procurato danni gravi al villaggio e alle sue coltivazioni. Per fortuna nessuno degli abitanti, grazie al rifugio sotterraneo, aveva ancora subito conseguenze, ma sia i Plutò che la seconda divisione dell’esercito di Alexandria, inviati dalla regina per risolvere il problema, erano tornati sconfitti, o ci avevano rimesso la vita.

Ora toccava allo Shogun Anne e alle due soldatesse scelte fermare questa minaccia.
Ben presto, nonostante si moltiplicassero i cadaveri di Goblin e Troll sul terreno, le tre furono accerchiate.
“Incredibile, sono fin troppo organizzati per essere mostri” esclamò, Beatrix.
“Scimmiottano le nostre tecniche militari, ed anche male. Sono stupidi mostri, dopotutto” commentò Anne, alzando in aria la sua Save the Queen e liberando d’impaccio il gruppo grazie alla tecnica Shock, che aprì un varco nel mucchio nemico. Le tre ne approfittarono per fiondarsi verso il buco che consentiva di comunicare con gli abitanti nei sotterranei. Un vicolo cieco.
“Che ne dici, Shogun, li raduniamo tutti e li uccidiamo in un colpo?” propose Severine, anche perché era l’unica strategia possibile: dai campi infatti spuntarono due Mal Bernardo affamati, latrando e perdendo bava. Inoltre, alle loro spalle, anche Zacmal preparava il suo assalto rabbioso e le divisioni nemiche, dopo un momento di smarrimento dovuto alla rottura dell’accerchiamento, stavano per tornare all’assalto.

“Al mio tre eseguite la vostra tecnica speciale” ordinò, imperiosa, Anne.
Le donne attesero qualche secondo, con calma serafica, mentre la furia dei mostri si avvicinava a loro, poi, appena i Mal Bernardo si fiondarono tentando di azzannarle, urlarono all’unisono.
Beatrix “Estasi Siderale!”.
Severine “Tabula Rasa!”.
Anne “Shock!”.
Successe tutto in un lampo, un bagliore di luce accecante. La forza sprigionata dalle soldatesse, semplicemente disintegrò i nemici, e la loro precisione evitò di toccare le abitazioni. In un secondo, avevano sterminato un esercito.

Beatrix ansimava per lo sforzo. Dopotutto, Severine le aveva insegnato quella tecnica solo pochi mesi prima e, quando la giovane chiese una dimostrazione pratica, la sua mentore, che era famosa per la forza magica, svenne per un’ora dopo averla eseguita. Guardò le sue compagne, entrambe esibivano un sorriso smagliante, seppur per motivi diversi, lo sapeva. Lo Shogun stava assaporando la vittoria, mentre la Veterana osservava compiaciuta gli enormi progressi della sua allieva.
“Ah ah ah! Non mi hanno fatto versare neanche una goccia di sudore!” urlò Anne, estasiata.

Piano piano, gli abitanti si riversarono nella strada, festanti. L’incubo di tre mesi era finalmente finito.
“Evviva lo Shogun!” urlavano, senza pace, tutti.
Mentre Anne pronunciava il solito discorso alla folla dopo l’ennesima vittoria, Severine e Beatrix si appartarono per qualche momento.
“Non ti sembra che ci sia qualcosa di strano?” chiese la Veterana, scura in volto.
Beatrix la fissò un momento. Seppur non si dicesse, a vederla, Severine aveva più di mezzo secolo di età. Solamente quando era davvero preoccupata il suo viso si increspava di rughe e manifestava la sua vecchiaia. E quando succedeva non era mai un buon ausp.icio.
“Cosa te lo fa pensare?”.
“Per essere mostri, erano troppo ben organizzati: agivano allo stesso modo di un esercito. Ci dev’essere un mandante umano, dietro tutto ciò, qualcuno in grado di controllare i mostri. Alexandria potrebbe essere in pericolo” spiegò la mentore.
La risposta inquietò anche la giovane, ma ella rispose “Severine, non è il primo caso di gruppi organizzati di mostri che decidono di attaccare. Alle volte si rendono conto di essere deboli da soli, quindi cercano di unirsi per ottenere un po’ di cibo e ricchezze in più”.
“Lo so benissimo, non mi prendere per stupida!” esclamò, rabbiosa, Severine “Lo sai che io non mi preoccupo se non ce n’è motivo!”.
“Non intendevo…” rispose mesta Beatrix. Rimase un attimo spiazzata da quella reazione eccessiva, ma poi si rese conto che aveva ragione la Veterana “Parli di quella forza che ho avvertito mentre usavamo i nostri attacchi e di quella risata sprezzante che si è sentita per un attimo dopo il colpo finale, vero?”, chiese immediatamente dopo.
“Esatto, vedo che te ne sei accorta anche tu. Qualcosa non quadra. Ne parlerò con Anne appena torneremo al castello. Meglio mettere in guardia la regina. Dopo la morte del re, Alexandria è già indebolita”.
Qualche ora dopo, finita la festa organizzata in loro onore, le tre soldatesse si imbarcarono sul Cargoship, dirette al castello. Beatrix sentì le due compagne discutere animatamente per tutto il viaggio, ma preferì non intromettersi. L’eventuale pericolo incombente era una questione dello Shogun.


Due giorni dopo, al termine di una lunga e dura sessione di allenamento, notò Severine di nuovo accigliata. Sembrava più anziana che mai.
“Beatrix…” esordì a mezza voce.
“C’è qualcosa che non va?” incalzò lei.
“Mi dispiace dirtelo così, ma lascio Alexandria”.
L’allieva la fissò, scioccata. Mai si sarebbe aspettata una notizia del genere, non dopo che Severine aveva dimostrato una volta per tutte che l’età non influiva per nulla sulla sua capacità di combattere.
“P-perché?” chiese, incredula.
“ Non mi trovo più in grado di onorare le mie promesse nei confronti della casa reale. E non me la sento di restare dopo la sorte che è toccata ad Anne”.
“Cos’è successo allo Shogun?”.
“Alto tradimento e tentato omicidio nei confronti della regina”.
“Impossibile!” urlò lei, disperata “Ma cosa diavolo stai dicendo?”.
“Ha fatto irruzione, impazzita, nella sala del trono, scagliandosi contro Brahne. Purtroppo ero presente e ho dovuto fare tutto ciò che era in mio potere per fermarla. Poi è arrivato quell’uomo…”.
“Parli di Kuja?” domandò lei, basita.

“Esatto, Kuja. In un attimo ha immobilizzato e ammutolito Anne. Lui e la regina hanno deciso di comune accordo che doveva essere giustiziata e che se ne sarebbe occupato lui. Meglio far passare la faccenda sotto silenzio, Alexandria non è pronta per un'altra perdita, dopo quella fresca del re. Diranno che lo Shogun ha abdicato. Kuja ha portato via Anne. Non poteva dire una parola, ma solo guardandomi mi ha lanciato un avvertimento. Non ti devi fidare di quell’uomo, e devi avvertire la regina, una volta che sarai Shogun”.
“Terribile. Davvero terribile. Lo Shogun Anne, nonostante la sua arroganza, era una combattente formidabile, ma soprattutto una delle persone più devote alla casa reale che io abbia mai conosciuto. Come può aver fatto una cosa del genere?”
“Non ne ho idea, davvero. La conoscevo troppo bene, è impossibile che sia impazzita di un giorno all’altro. Sicuramente era a conoscenza di qualcosa di terribile, che noi non sappiamo, considerato anche il discorso che la regina mi ha fatto appena Kuja ha lasciato la stanza”.

"Che cosa ti ha detto?” domandò, ancora più stupita, Beatrix.
“Non l’avevo mai sentita parlare così. Disse che era giunto il momento di imporre il dominio di Alexandria sul mondo intero. Una stagione di conquiste è alle porte. Quanto a Kuja, intende servirsi dei suoi poteri fino a quando ne avrà bisogno, poi lo ucciderà. Suppongo toccherà a te questo compito. Stai attenta, perché quell’uomo ha un potere veramente immenso”

“A me?” disse, Beatrix, ormai a mezza voce. Tutte quelle rivelazioni l’avevano lasciata senza fiato, ma se quello era il piano della regina, non poteva che accettarlo. Dopotutto aveva giurato fedeltà alla famiglia reale, quindi doveva attenersi. Inoltre, il fatto di poter scendere di nuovo su un campo di battaglia, dopo dieci anni, la inebriava. Ricordava appieno la fama che si era guadagnata: la guerriera implacabile che non si ferma nemmeno davanti ad un bambino in lacrime. Tutti la temevano e la rispettavano, dopo quella guerra, e tutti erano sicuri che sarebbe diventata Shogun, dopo la morte di Anne.

“Per quanto mi riguarda, non ho alcun rimpianto. La regina mi ha ordinato di rinunciare ai miei poteri magici. A quanto pare, le serviranno per i suoi scopi. Non mi ha detto niente di più preciso, anche se Son e Zon, mentre eseguivano il rituale, canticchiavano qualcosa riguardo a un Walzer. In ogni caso è stato il mio ultimo atto di fedeltà verso Alexandria. Non posso aiutare oltre, dunque ho deciso di vivere la mia vita da donna libera e lontano dalla guerra, con il benestare di Brahne. In quanto a te, sono certa che servirai la famiglia reale al meglio. Sono quindici anni, ormai, che sei sotto la mia ala. Ti ho insegnato tutto quello che so, e hai sviluppato una forza immensa. Sarai perfettamente in grado di gestire questa guerra in arrivo. Proteggi la nostra gente, stai vicino alla principessa e soprattutto non fidarti di Kuja: ho paura che quell’uomo condurrà Alexandria alla rovina. Ora posso affidarti la Save the Queen, anche se, date le oscure circostanze, farei meglio a chiamarla Sword of Doubt.
Congratulazioni, Shogun Beatrix!”

Intanto, a Toleno, nella Maison du Roi, Kuja conversava con il banditore d’asta.
“Signore, come procedono i suoi piani?”
“Ormai è tutto pronto. L’economia agricola di Dali è rovinata, quindi accetteranno di cominciare la produzione e avevo già il parere favorevole della regina, infatti mi ha chiesto lei di spaventare quei sempliciotti. Ah ah ah! Dopo la mia piccola coercizione nei confronti dello Shogun, anche l’ultima sostenitrice del re è finalmente morta, così Alexandria non avrà nessuna opposizione interna, e potranno tutti salire sul palco della mia immensa opera! Il prologo è finito, che si passi al primo atto!”

Continua (in Final Fantasy IX)

EDIT: odio la censura di questo sito! :)
 

I Love Quina Quen

Texas Hold'em Player
Io non ho capito una cosa (ho letto anche la discussione dopo il 1° contest). Noi scrittori non possiamo votare in assoluto, o non possiamo autovotarci?
 

I Love Quina Quen

Texas Hold'em Player
Vai tutto a tuo vantaggio, hai il mio voto :D. Mi è piaciuta un sacco la tua su Kuja, hai centrato completamente il personaggio, e gran bel monologo interiore.

Complimenti!
 

Thot

Nuovo utente
Devo dire che me ne è piaciuta più di una, sono tutte molto carine, bravi tutti.
Però sono daccordo con I Love Quina Quen, il racconto di Ayrin coglie davvero bene l'essenza del personaggio, oltre ad essere scritto in modo impeccabile.
Quindi Ayrin hai anche il mio voto :D
 

omegaseymour

Scaccia-nuovi utenti
Allora, vediamo di analizzare tutti i racconti:

Levistone: la storia di fondo è interessante, ma la personalità degli antagonisti non viene colta nel migliore dei modi, sebbene sia comunque buona. Lo stile di scrittura è buono, ma, difetto che ho trovato un po' in tutti i suoi racconti, non riesce a cogliermi più tanto. In definitiva si tratta di un buon racconto, ma non al livello di altri (seppur di poco).

Ayrin: questo è forse il pezzo scritto meglio di questa edizione, ma sebbene raggiunga la lode in questo campo non lo fa per quanto riguarda la personalità del personaggio: non perché sia colta, sotto questo punto di vista il racconto di Ayrin è perfetto, ma piuttosto perché proprio l'antagonista scelto non si presta ad un'analisa profonda, si tratta del classico odio verso tutto e tutti che, per quanto bene sia narrato, non può, per me, raggiungere i massimi voti.

daffodil: scrittura di poco inferiore a quello di Ayrin, ma questa volta il personaggio scelto è ben più profondo, permettendo quindi un racconto più complesso. Il punto forte però non è tanto la personalità dell'antagonista, che non viene più di tanto approfondita, ma il mettere in rilievo il rapporto tra Cloud e Sephirot, che differenzia il racconto da tutti gli altri.

I Love Quina Quen: Anche questo è un buon racconto, come tutti, del resto, ma è un po' sottotono rispetto agli altri, perché l'analisi del soggetto non è troppo approfondita, anche se è possibile che il mio giudizia sia condizionato dal non aver giocato a FFIX. Lo stile di scrittura si assesta su un livello medio-alto, ma rimane inferiore a quello di Ayrin e daffodill.

In conclusione il voto va a.... daffodill!:D

EDIT: si nota che non ho un caxxo da fare?
 

daffodill

Aurora Execution!
Il mio voto va a Levistone, ci sono alcune cose del tuo racconto che mi sono piaciute moltissimo.

Omegaseymour...
all'ultimo degli ******* su questo pianeta, sarebbe morto, distrutto
Quale parolaccia che suoni nel contesto c'era dietro quella censura, si tratta per caso di volatili?
 
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